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Tecnologie Alimentari N° 3 Maggio/Giugno 2020

Tecnologie Alimentari da oltre 20 anni è una testata di riferimento per manager, tecnologi dell’industria alimentare ed imprenditori che operano nel settore.

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sommario<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 MAGGIO/GIUGNO <strong>2020</strong><br />

2<br />

6 In primo piano<br />

Sicurezza in movimento<br />

I nastri trasportatori sono fondamentali nella produzione dell’industria<br />

alimentare. Per questo durante l’emergenza coronavirus in Italia, Forbo<br />

Movement Systems ha garantito il proprio supporto alle aziende della filiera, nel<br />

pieno rispetto dei protocolli di sicurezza. E ora punta su diverse innovazioni nelle<br />

soluzioni modulari e sintetiche.<br />

24 Fragole resistenti senza agrofarmaci<br />

L’obiettivo del progetto di ricerca internazionale Med-Berry è quello di sviluppare<br />

misure nuove e alternative all’impiego degli agrofarmaci volte ad aumentare<br />

l’efficienza di coltivazione, qualità e sicurezza della produzione di fragole,<br />

a partire dalla protezione contro le sue principali malattie.<br />

28 Nactarome: un polo europeo nel mercato degli aromi<br />

Dopo l’acquisizione di Nactis Flavours, sono continuati anche durante la fase<br />

di emergenza i progetti di espansione del Gruppo Nactarome, di cui fa parte<br />

AromataGroup, che punta a crescere su diversi mercati europei.<br />

34 Il calore di processo per la qualità e la sicurezza<br />

dell’alimento<br />

Nell’industria alimentare l’aria calda è utilizzata in diverse applicazioni,<br />

tra cui l’asciugatura e sterilizzazione dei contenitori. I sistemi Leister,<br />

caratterizzati da potenza e portata elevata, riescono a riscaldare ingenti quantità<br />

di confezioni in tempi brevi.<br />

42 Automazione e strumentazione di processo:<br />

crescita verso l’8%<br />

Nel 2019 le applicazioni nell’industria alimentare hanno raggiunto il valore<br />

di 11,5 miliardi di dollari. Nei prossimi cresceranno ancora, trainate dalle<br />

tecnologie intelligenti e dal mercato asiatico.<br />

EDITORIALI<br />

Sempre al fianco dell’industria italiana 5<br />

IN COPERTINA<br />

Sicurezza in movimento (A. Bignami) 6<br />

ATTUALITÀ E APPUNTAMENTI<br />

La pandemia cambia le priorità dell’agroalimentare (E. De Vecchis) 10<br />

Notizie attualità 14<br />

Notizie appuntamenti 22<br />

SCIENZA E TECNOLOGIA<br />

Fragole resistenti senza agrofarmaci (E.Baraldi, F. Negrini) 24<br />

Notizie scienza e tecnologia 27<br />

INGREDIENTI<br />

Nactarome: un polo europeo nel mercato degli aromi (A. Bignami) 28<br />

Notizie ingredienti 32<br />

MACCHINE<br />

Il calore di processo per la qualità e la sicurezza dell’alimento 34<br />

pag. 24<br />

pag. 34<br />

pag. 6<br />

pag. 28<br />

pag. 42<br />

ENERGIA<br />

Notizie energia 36<br />

SICUREZZA<br />

Le nuove norme sui reati agroalimentari (E. De Vecchis) 38<br />

Notizie sicurezza 41<br />

AUTOMAZIONE/STRUMENTAZIONE<br />

Automazione e strumentazione di processo: crescita verso l’8% (G. Tamburini) 42<br />

Automazione avanzata per confezionamento flow pack di capsule caffè 48<br />

Analisi del consumo energetico nella produzione di formaggio fresco 50<br />

Notizie strumentazione 52<br />

PACKAGING<br />

Notizie packaging 54<br />

RUBRICHE<br />

Elenco inserzionisti 56


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di dare testimonianza e risalto alle risposte che il tessuto industriale italiano ha<br />

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dell’Industria Chimica e Farmaceutica, <strong>Tecnologie</strong> <strong>Alimentari</strong> e La Subfornitura,<br />

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in questa fase cruciale per la storia del Paese, colpito drammaticamente<br />

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INDUSTRIA<br />

FARMACEUTICA<br />

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ANNOXXX N.4 MAGGIO 2019<br />

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le qualità nutrizionali<br />

RIVISTA DELLE<br />

I vantaggi della visione Impianti di trattamento<br />

per il packaging<br />

della frutta fresca<br />

SISTEMI PER PRODURRE<br />

la ubfornitura<br />

Lavorazioni conto terzi<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

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5


in copertina<br />

I nastri trasportatori sono<br />

fondamentali nella produzione<br />

dell’industria alimentare.<br />

Per questo durante<br />

l’emergenza coronavirus<br />

in Italia, Forbo Movement<br />

Systems ha garantito il<br />

proprio supporto alle aziende<br />

della filiera, nel pieno rispetto<br />

dei protocolli di sicurezza.<br />

E ora punta su diverse<br />

innovazioni nelle soluzioni<br />

modulari e sintetiche.<br />

di Alessandro<br />

Bignami<br />

SICUREZZA IN MOVIMENTO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

Nella foto<br />

di apertura: trasporto<br />

di biscotti nello<br />

stabilimento<br />

di Bahlsen<br />

La sicurezza prima di tutto. Il Gruppo Forbo ha affrontato<br />

la fase di emergenza ponendo come priorità la tutela<br />

della salute dei dipendenti, anche a fronte di una riduzione<br />

del proprio business. “È stata una precisa scelta etica”,<br />

afferma Alan Favretto che guida la filiale di Parma (Tema<br />

Srl) della divisione Forbo Movement Systems, specializzata<br />

nella produzione di nastri di trasporto, nastri di processo,<br />

nastri modulari plastici, cinghie di trasmissione, cinghie<br />

dentate. Allo stesso tempo la società ha garantito il proprio<br />

supporto alle filiere essenziali, a partire dall’industria<br />

alimentare, uno dei principali settori di applicazione dei<br />

propri prodotti.<br />

Alan Favretto, qual è stato l’impatto dell’epidemia sulla<br />

vostra attività?<br />

Dopo un buon inizio dell’anno, con risultati davvero positivi<br />

a gennaio e febbraio, abbiamo naturalmente subito<br />

il contraccolpo, in parte a marzo, ma soprattutto ad aprile.<br />

Abbiamo chiuso totalmente per un paio di settimane,<br />

mentre nel resto della fase acuta dell’emergenza siamo<br />

stati aperti in modalità contingentata, al fine di garantire<br />

la sicurezza dei dipendenti e allo stesso tempo il servizio<br />

richiesto dagli operatori delle filiere essenziali, come l’alimentare<br />

e la farmaceutica. Tenga conto che in questi<br />

settori i nastri trasportatori rappresentano un elemento<br />

fondamentale della linea produttiva. È sufficiente la mancata<br />

fornitura di un componente per causare un fermo<br />

dell’impianto con tutte le conseguenze immaginabili.<br />

Anche per questo molte aziende hanno richiesto in modo<br />

formale il nostro supporto. Abbiamo così inviato la comunicazione<br />

alla Prefettura, allegando una lista accuratamente<br />

selezionata di clienti attivi nelle filiere essenziali,<br />

come food e pharma, e in quelle direttamente connesse,<br />

come packaging, printing e logistica.<br />

Siete riusciti a svolgere anche qualche intervento urgente<br />

presso gli stabilimenti degli utilizzatori?<br />

Sì, anche se in quantità ridotta e solo dove era assolutamente<br />

essenziale. In alcuni casi, siamo riusciti a compensare<br />

fornendo nastri per un’istallazione facile e autonoma da<br />

6<br />

www.interprogettied.com


parte del cliente. Quando strettamente<br />

necessari, gli interventi sono stati<br />

condotti rispettando alla lettera le normative<br />

di sicurezza. Il Gruppo Forbo è<br />

molto rigoroso nella tutela della salute<br />

degli operatori e degli stessi clienti in<br />

caso di trasferta. In tutta la fase di<br />

emergenza l’attenzione alla sicurezza<br />

è stata estrema, a costo di registrare<br />

perdite sotto il profilo del business. È<br />

stata una precisa scelta etica e responsabile<br />

presa dal Gruppo nei confronti<br />

di dipendenti, clienti, fornitori e, più in<br />

generale, dell’Italia.<br />

Come state affrontando la riapertura?<br />

La domanda per le vostre soluzioni<br />

si sta risvegliando?<br />

<strong>Maggio</strong> è stato un buon mese, anche<br />

per lo sblocco degli ordini rimasti in sospeso<br />

a marzo e aprile, in cui si è accumulata<br />

una serie di urgenze da evadere.<br />

Anche giugno è iniziato con una certa<br />

vivacità, grazie soprattutto alla spinta di<br />

settori come l’alimentare, il farmaceutico<br />

e la logistica. Altri, come l’edilizia e<br />

l’automotive, soffrono ancora.<br />

Qualche “effetto di rimbalzo” si avverte<br />

quindi…<br />

A maggio una reazione positiva era<br />

attesa, in effetti. Il punto di domanda<br />

riguardava più che altro i mesi successivi,<br />

da giugno a settembre. Pur considerando<br />

che oggi la visione è a corto<br />

raggio, a causa della cautela negli<br />

ordini a medio-lungo termine, giugno<br />

e luglio stanno dando segnali<br />

incoraggianti. Ovviamente la strada<br />

da percorrere è ancora lunga ma, se<br />

verrà confermata, la graduale ripresa<br />

dei consumi porterà dei benefici anche<br />

per chi, come noi, opera in diversi<br />

settori chiave.<br />

tuire dei pezzi con prontezza e autonomia<br />

in caso di necessità. Allargando<br />

lo sguardo anche su altri settori, abbiamo<br />

ricevuto molte richieste nell’ambito<br />

dei policarbonati trasparenti per la<br />

realizzazione di barriere di protezione<br />

negli uffici, sia presso clienti già acquisiti<br />

sia nuovi. Ci siamo così attrezzati<br />

per aumentare la disponibilità e la lavorazione<br />

di questi materiali.<br />

Come è cambiato il contatto col cliente?<br />

Avete aumentato il ricorso agli<br />

strumenti digitali?<br />

Certo, abbiamo sfruttato il più possibile<br />

le principali piattaforme digitali<br />

per la comunicazione in videoconferenza<br />

e per le riunioni on line. Il<br />

Gruppo ha spinto molto in questa<br />

direzione. In realtà sono strumenti<br />

che già utilizzavamo frequentemente<br />

per i meeting interni con le tante filiali<br />

della società nel mondo. Meno<br />

abituata a questa modalità era la forza<br />

vendita, che ha sempre puntato<br />

sull’efficacia dell’incontro in presen-<br />

Alan Favretto,<br />

responsabile<br />

di Tema Srl, la filiale<br />

di Parma<br />

della divisione<br />

Forbo Movement<br />

Systems<br />

Nastro modulare<br />

Prolink Serie 15<br />

za. Così Forbo ha organizzato dei<br />

training specifici per l’area commerciale<br />

e il customer service. Nella fase<br />

acuta dell’emergenza, abbiamo inoltre<br />

adottato lo smart working per<br />

quasi tutti gli addetti, che sono stati<br />

dotati di PC portatili.<br />

Avete mantenuto lo smart working<br />

anche dopo il lockdown?<br />

Sì, anche se in misura parziale, a seconda<br />

delle funzioni e in certi casi con<br />

una logica di rotazione. Abbiamo verificato<br />

comunque che il lavoro da remoto<br />

è efficace, oltre a venire incontro<br />

ad eventuali esigenze dei dipendenti,<br />

soprattutto per chi ha i figli a casa. È<br />

evidente anche l’abbattimento dei<br />

costi e dei tempi degli spostamenti.<br />

Anche l’ambiente ne beneficia.<br />

Pensando al futuro, state promuovendo<br />

delle novità tecnologiche?<br />

La nostra gamma conta su molte innovazioni.<br />

Stiamo spingendo sui prodotti<br />

per l’industria alimentare, non<br />

solo in Italia, essendo il food uno dei<br />

mercati principali per Forbo<br />

Movement Systems a livello globale.<br />

Nel 2019 abbiamo lanciato diversi<br />

nastri modulari, grazie a investimenti<br />

importanti. E per la seconda parte del<br />

<strong>2020</strong> sono in serbo altre novità di rilievo,<br />

nell’ambito dei nastri modulari<br />

e sintetici per l’alimentare.<br />

Ci può accennare alle caratteristiche<br />

dei nastri sviluppati recentemente?<br />

Prolink Serie 15 è un nastro modulare<br />

molto aperto, pensato per il settore<br />

Dalle industrie alimentari avete ricevuto<br />

richieste particolari in questo<br />

periodo?<br />

Non direi. Noto più che altro che, con<br />

la riduzione degli interventi sugli impianti<br />

dei clienti, è aumentata la richiesta<br />

di componenti di ricambio, da<br />

stoccare in magazzino al fine di sostiwww.interprogettied.com<br />

7<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong>


alimentare e in particolare per l’industria<br />

del bakery. È una soluzione efficace<br />

dove serve dissipare il calore,<br />

quindi lo scaricamento dai forni, oppure<br />

per il trasporto di prodotti molto<br />

caldi, proprio perché favorisce uno<br />

scambio di calore ottimale. È facilmente<br />

sanificabile e può girare su<br />

rulli di diametro molto piccolo, fino a<br />

19 millimetri, consentendo così di trasferire<br />

prodotti anche di dimensioni<br />

ridotte, come biscotti e barrette.<br />

Un’altra soluzione importante riguarda<br />

i nastri sintetici telati: Prosan, lanciato<br />

già qualche anno fa, è tuttora<br />

uno dei nostri prodotti di punta, grazie<br />

ai notevoli vantaggi offerti in termini<br />

di sanificazione e facilità di pulizia<br />

nel comparto alimentare. Ha la<br />

possibilità di avere i bordi sigillati, che<br />

lo proteggono dalla penetrazione di<br />

oli e grassi, eliminando la possibilità di<br />

proliferazione batterica. Continuiamo<br />

infine a sviluppare nuovi nastri sintetici<br />

telati in poliolefine, che hanno<br />

ottime proprietà di pulizia e facilitano<br />

il distacco dei prodotti molto appiccicosi,<br />

come caramelle, barrette energetiche<br />

e altri dolciumi.<br />

Le fiere hanno sempre avuto un ruolo<br />

importante nella strategia di comunicazione<br />

di Forbo. Cosa pensa dei problemi<br />

che il coronavirus sta creando<br />

al settore degli eventi professionali?<br />

L’impossibilità subita in questi mesi<br />

Trasporto<br />

di impasto<br />

Applicazione<br />

del nastro Prolink<br />

in un’industria<br />

di trasformazione<br />

della carne<br />

di partecipare a fiere per presentare<br />

prodotti nuovi e incontrare i clienti ci<br />

ha tolto chiaramente delle opportunità.<br />

Al momento stiamo compensando<br />

con meeting su piattaforme<br />

digitali e fiere on-line. Ma al di là<br />

dell’effetto contingente, credo che<br />

questa crisi porterà un cambiamento<br />

radicale nel modo di comunicare e<br />

presentare le proprie novità ai clienti,<br />

con un ricorso crescente al virtuale.<br />

Sono anche convinto, però, che<br />

la fiera tradizionale tornerà a essere<br />

un appuntamento clou. L’incontro<br />

fisico, l’esposizione dal vivo dei nuovi<br />

prodotti, il confronto diretto sulle<br />

applicazioni rappresentano un valore<br />

aggiunto a cui clienti e fornitori<br />

non credo rinunceranno.<br />

Ritiene quindi che il contatto umano<br />

resterà strategico?<br />

Sì, la nostra forza commerciale non<br />

vede l’ora di far visita ai clienti.<br />

Incontrarsi di persona apre la mente<br />

a nuove idee, a possibili sviluppi di<br />

prodotto, che sul digitale faticano<br />

ancora a emergere: la videoconferenza<br />

è uno strumento più freddo, con<br />

limiti di tempo e con pochi momenti<br />

di distensione e informali, che spesso<br />

portano intuizioni interessanti. Senza<br />

contare l’utilità pratica di andare sul<br />

posto, testare le applicazioni accanto<br />

al cliente, osservare direttamente la<br />

linea produttiva per capire e risolvere<br />

le criticità. Piano piano, comunque,<br />

le visite tecniche stanno ricominciando.<br />

Bisogna essere ottimisti: questo<br />

aiuterà a far ripartire i consumi e<br />

quindi l’industria.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

8<br />

Da questa drammatica esperienza ci<br />

resterà anche qualcosa di positivo?<br />

Sicuramente un’accelerazione tecnologica<br />

nel campo della digitalizzazione,<br />

dove le Pmi apparivano un po’<br />

indietro. Ciò ottimizzerà i processi,<br />

ridurrà tempi e costi, aumenterà la<br />

flessibilità e la competitività delle<br />

aziende italiane con i concorrenti dei<br />

paesi più avanzati digitalmente. A<br />

questo deve corrispondere la modernizzazione<br />

dell’Italia sotto il profilo<br />

della rete e delle infrastrutture tecnologiche.<br />

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attualità<br />

L’emergenza sanitaria<br />

ha messo in evidenza<br />

la centralità del settore<br />

agroalimentare<br />

nel nostro paese.<br />

Ma anche la necessità<br />

di investire su tecnologie<br />

innovative per ripartire.<br />

Se ne è parlato<br />

a Innovation Day, il forum<br />

on-line organizzato<br />

da Coldiretti.<br />

di Eva<br />

De Vecchis<br />

LA PANDEMIA CAMBIA LE<br />

PRIORITÀ DELL’AGROALIMENTARE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

Il presidente<br />

di Coldiretti<br />

Ettore Prandini<br />

Nonostante le difficoltà del momento Coldiretti e le aziende<br />

del settore agroalimentare hanno inaugurato, il 28<br />

maggio, una giornata all’insegna dell’innovazione, un<br />

network che desse il via, attraverso l’incontro di più realtà,<br />

a quella che dovrebbe essere l’unione indispensabile tra<br />

aziende di tutte le dimensioni, ricercatori e investitori.<br />

Con al centro il 4.0, l’Innovation Day è stato un incontro<br />

(on-line) basato sulle necessità del momento, ma anche<br />

sulla spinta propulsiva portata dal Covid-19 al settore agroalimentare<br />

che, ancora una volta, si è confermato essere la<br />

spina dorsale del Sistema Paese. Emerge però una necessità:<br />

quella di un sistema che comprenda tutte le fasi dell’innovazione<br />

per poter ripartire anche verso quegli obiettivi<br />

che l’Italia aveva già iniziato a percorrere, non solo verso il<br />

4.0, ma anche a livello di investimenti e di strategie, come<br />

la Farm to Fork presentata dall’Unione Europea.<br />

Solo in questo modo, e guardando lo sviluppo agroalimentare<br />

nel suo complesso, sarà possibile aumentare in<br />

maniera concreta la competitività per il nostro paese.<br />

RIPARTIRE DALL’INNOVAZIONE<br />

Il tema dell’innovazione è fondamentale per l’Italia ma lo<br />

è soprattutto per un settore, quello agroalimentare, che<br />

fa di noi i primi al mondo per sostenibilità e qualità degli<br />

alimenti.<br />

È ormai evidente come l’emergenza Covid-19 abbia mes-<br />

10<br />

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attualità<br />

se abbiamo dovuto interrompere il percorso<br />

di presentazioni della soluzione e<br />

di spiegazione ai soci che già aderiscono<br />

ai servizi offerti”, ha dichiarato Antonio<br />

Samaritani, amministratore delegato<br />

Abaco Group. “Nel frattempo non ci<br />

siamo fermati e abbiamo rilasciato tutta<br />

la parte mobile, importante per lavorare<br />

in movimento soprattutto in un momento<br />

di distanziamento sociale e di<br />

emergenza come questo”.<br />

Demetra insomma dovrebbe rappresentare<br />

la “spina dorsale dell’ecosistema<br />

dell’agricoltura 4.0 in Italia”: una<br />

sorta di sistema nervoso in grado di<br />

valorizzare i dati pubblici presenti e creare<br />

un percorso di digitalizzazione<br />

dell’impresa; ottimizzazione nella gestione<br />

dell’azienda agricola; dati di ritorno<br />

anonimi grazie ai quali pensare<br />

soluzioni di sistema complessivo.<br />

Anche il credito d’imposta migliora e<br />

raggiunge il 40% per tutti coloro che<br />

hanno i propri macchinari collegati ad<br />

una piattaforma di interscambio come<br />

Demetra, con molti vantaggi e innovazione<br />

al servizio del lavoratore.<br />

Guardando l’altra faccia dell’emergenza<br />

sanitaria si può evidenziare la sua<br />

capacità nell’aver accelerato la realizzazione<br />

o il completamento di molte novità<br />

in ambito 4.0, senza mai scordare<br />

l’importanza delle dimensioni economiche<br />

e la capacità del settore agroalimentare<br />

di introdurre innovazione e<br />

nuove tecnologie: tutti fattori che hanno<br />

orientato significativamente la caso<br />

a nudo i limiti del sistema italiano<br />

e di molti altri paesi. Si tratta di un<br />

processo storico con pochi precedenti<br />

e in grado di aver intaccato l’andamento<br />

della produzione in maniera<br />

evidente, non solo in Italia.<br />

Se c’è una lezione che possiamo trarre<br />

da questa pandemia però è il fatto<br />

di averci lasciato a disposizione un<br />

preciso ordine di priorità e tra queste<br />

ci sono anche le filiere agroalimentari<br />

e dell’innovazione tecnologica in<br />

questo comparto fondamentale.<br />

“Oggi abbiamo bisogno di un’agricoltura<br />

sostenibile che concorra in<br />

tutti i suoi aspetti alla salute del pianeta,<br />

di un sistema agroalimentare<br />

prossimo ai coltivatori, di una scienza<br />

amica che rassicuri la comunità<br />

sulla bontà e sicurezza di ciò che si<br />

mangia, di strutture di ricerca democratiche<br />

e aperte a tutti i soggetti<br />

della filiera (che solitamente in Italia<br />

sono imprese medie o piccole)”, ha<br />

dichiarato Vincenzo Gesmundo, segretario<br />

generale Coldiretti.<br />

“Abbiamo bisogno di rendere le nostre<br />

imprese ancora più forti, solide<br />

e performanti anche se l’agricoltura<br />

italiana è la più sostenibile sul pianeta<br />

e il nostro rapporto con i consumatori<br />

è forte e consolidato, il nostro<br />

cibo buono e sicuro, ma non basta:<br />

una scienza amica a portata di tutti<br />

o una piattaforma italiana sono<br />

quanto serve oggi al paese e al mondo<br />

agroalimentare”.<br />

ACCELERARE SUL 4.0<br />

L’Innovation Day, che ha permesso di<br />

affrontare in maniera ampia e alla portata<br />

di tutti la questione del 4.0 in agricoltura,<br />

è stato un momento indispensabile<br />

per fare il punto sulle innovazioni<br />

tecnologiche e un’opportunità per dimostrare<br />

quanto il mondo agroindustriale<br />

sia capace di evolversi e lo stia già<br />

facendo. Un esempio è quello di<br />

Demetra, la piattaforma nata dalla collaborazione<br />

tra Abaco Group e Coldiretti,<br />

in grado di dotare le imprese agricole<br />

iscritte al Portale del Socio Coldiretti di<br />

un’applicazione capace di leggere lo stato<br />

di salute delle proprie coltivazioni, con<br />

dati sulle previsioni meteo e le temperature,<br />

sulla fertilità dei terreni, lo stress<br />

idrico e tanto altro, in modo da ottimizzare<br />

le rese e la produttività.<br />

“Oggi la piattaforma è una realtà, anche<br />

Il tema<br />

dell’innovazione<br />

è fondamentale<br />

per il settore<br />

agroalimentare,<br />

che fa del nostro<br />

paese il primo<br />

al mondo<br />

per sostenibilità<br />

e qualità<br />

degli alimenti.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

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11


attualità<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

pacità produttiva del sistema agricolo.<br />

“Per molti anni il mondo agricolo e anche<br />

la filiera agroindustriale è stata percepita<br />

come un contesto in cui l’innovazione<br />

ha risolto delle applicazioni a<br />

fasi alterne; al contrario io ritengo che<br />

il mondo agricolo abbia dato una percezione<br />

in questo senso sottovalutata<br />

delle proprie reali capacità”, ha dichiarato<br />

Federico Vecchioni, amministratore<br />

delegato di Bonifiche Ferraresi. “In<br />

questi ultimi anni l’introduzione da<br />

parte del gruppo BF di tecnologie avanzate<br />

ha dato un’ampia dimostrazione<br />

delle capacità del tessuto produttivo e<br />

di sapersi orientare verso un’innovazione<br />

tecnologica, frutto di nuove conoscenze<br />

e nuove figure professionali”.<br />

“Questo ha aiutato anche gli investitori:<br />

molte delle iniziative che abbiamo realizzato<br />

hanno determinato la consapevolezza<br />

da parte del mondo finanziario, di<br />

quanto l’industria fosse capace di introdurre<br />

innovazione e da qui la volontà di<br />

investirvi e di apportare nuovi capitali”.<br />

Per Bonifiche Ferraresi l’introduzione<br />

di capitali ha consentito di realizzare<br />

nuovi investimenti e di gemmare uno<br />

spin-off dedicato con Ismea, con A2A<br />

e con il Gruppo Leonardo, in grado di<br />

confermare sia un piano industriale<br />

orientato all’innovazione, ma anche<br />

di offrire al nuovo hub di BF un’opportunità<br />

di mercato di generazione<br />

di valore e di valorizzazione del capitale<br />

investito negli azionisti.<br />

Altra considerazione è la capacità che<br />

c’è stata a fronte di questi investimenti<br />

di attrarre giovani e nuove figure professionali.<br />

Nata dalla<br />

collaborazione<br />

tra Abaco Group e<br />

Coldiretti, Demetra<br />

è una piattaforma<br />

in grado di dotare<br />

le imprese agricole<br />

iscritte al Portale<br />

del Socio Coldiretti<br />

di un’applicazione<br />

capace di leggere<br />

lo stato di salute<br />

delle proprie<br />

coltivazioni<br />

Stefano Patuanelli,<br />

ministro dello<br />

Sviluppo<br />

Economico<br />

“Il capitolo del rapporto con la ricerca,<br />

con il mondo scientifico e accademico<br />

ha rappresentato l’altro asse portante<br />

dei nostri investimenti”, ha dichiarato<br />

Vecchioni. “Investire in conoscenza significa<br />

raalizzare un importante percorso<br />

nel consolidamento del network<br />

internazionale, le università coinvolte<br />

sono state molte a cominciare dagli<br />

istituti accademici italiani, i centri di ricerca<br />

e gli operatori privati”.<br />

È importante sottolineare come questa<br />

capacità di innovazione generale, e in<br />

particolare di BF, vada incontro anche<br />

alle richieste dei consumatori che ormai<br />

cercano sostenibilità, qualità degli alimenti<br />

ma anche blockchain e controllo<br />

delle produzioni.<br />

L’IMPORTANZA DI UNA STRATEGIA<br />

EUROPEA<br />

Parlando di innovazione e di necessità<br />

del compratore finale è utile introdurre<br />

il tema della strategia “Farm to Fork”:<br />

l’iniziativa dell’Unione Europea focalizzata<br />

sulla sostenibilità dei prodotti agricoli<br />

“dal campo alla tavola”.<br />

Tra gli obiettivi della strategia c’è anche<br />

il ruolo positivo dell’agricoltura biologica<br />

con l’impegno al raggiungimento del<br />

25% della superficie agricola europea in<br />

biologico, e con il 10% delle aree agricole<br />

destinate ad infrastrutture verdi per<br />

la conservazione della natura, ma anche<br />

l’obiettivo di ridurre del 50% la quantità<br />

dei pesticidi utilizzati in agricoltura.<br />

Eppure sembra impossibile parlare di<br />

innovazione e di futuro se non si abbraccia<br />

l’intera filiera agroalimentare<br />

(dalla produzione agricola alla trasformazione<br />

fino alla logistica) e non ha<br />

senso innovare le singole fasi se non c’è<br />

una reale integrazione tra tutte.<br />

“Penso sia un momento favorevole per<br />

parlare di innovazione per almeno due<br />

motivi”, ha dichiarato Luigi Pio<br />

Scordamaglia, consigliere delegato di<br />

Filiera Italia. “Il primo è la presentazione<br />

della strategia “Farm to Fork” della<br />

commissione europea al cui centro c’è<br />

un’innovazione verso un modello agroalimentare<br />

più sano e sostenibile; il secondo<br />

motivo è il Covid-19: un’emergenza<br />

che dovendo coniugare la<br />

continuazione dell’attività nelle nostre<br />

aziende con la protezione dei lavoratori,<br />

ha accelerato processi innovativi già in<br />

essere come il controllo remoto, i nuovi<br />

imballaggi, i sistemi per prolungare la<br />

durata per gli alimenti e ridurre gli scarti<br />

verso un modello circolare, i nuovi trattamenti<br />

di tutti i nostri sottoprodotti”.<br />

La Farm to Fork è un passo in più, ma<br />

quando si parla di sostenibilità bisogna<br />

che tutti siano d’accordo sul suo<br />

significato.<br />

“L’Italia, in particolare, ha sempre fatto<br />

da apripista sulla qualità, sulla sostenibilità<br />

e sul basso impatto ambientale<br />

delle sue produzioni, ma se innovare<br />

per la Commissione Europea vuol dire<br />

stravolgere e adottare sistemi innovativi<br />

che forzano gli attuali sistemi naturali<br />

e di qualità, che vanno verso un modello<br />

sempre più sintetico, artificiale e il<br />

cui basso impatto ambientale è garantito<br />

solo dalla distruzione di intere filiere<br />

e dalla sostituzione di milioni di agricoltori<br />

con poche multinazionali di<br />

laboratorio e di sintesi, allora non è<br />

quella l’innovazione di cui abbiamo<br />

bisogno”, ha concluso Scordamaglia.<br />

12<br />

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attualità<br />

Innovazione, investimenti e agricoltura<br />

4.0 sono dunque fondamentali per<br />

far si che l’agricoltura italiana diventi<br />

anche la prima agricoltura mondiale<br />

per innovazione grazie a tecnologie<br />

già attive come Demetra; Leonardo<br />

per i satelliti, la blockchain, il 4.0 e la<br />

battaglia sull’etichettatura.<br />

“A questo proposito abbiamo chiaro<br />

che l’Europa si aprirà ad una forma di<br />

etichettatura che valorizza la storia dei<br />

singoli stati membri e che dia evidenza<br />

alla provenienza del prodotto agricolo<br />

per i vari stati”, ha dichiarato Ettore<br />

Prandini, presidente di Coldiretti.<br />

“Grazie alla blockchain possiamo esportare<br />

in tutto il mondo l’idea di quella che<br />

è la tecnologia nell’agricoltura italiana,<br />

ciò che siamo, ovvero l’agricoltura più<br />

sostenibile a livello mondiale”.<br />

Redditività delle imprese, agricoltura 4.0<br />

possono fare da supporto indispensabile<br />

al nostro paese per aiutarlo ad essere<br />

più competitivo e tutto ciò che è fibra,<br />

linea e telematicità deve diventare qualcosa<br />

di certo anche nelle aree rurali.<br />

LE MISURE PER LE STARTUP<br />

“In questo governo sono state rafforzate<br />

le misure per aiutare le startup soprattutto<br />

nel periodo che stiamo passando e che<br />

rischia di portare alla sparizione di 11 mila<br />

realità”, ha dichiarato Stefano Patuanelli,<br />

ministro dello Sviluppo Economico.<br />

“Abbiamo sottoscritto 30 accordi con<br />

imprese e regioni per progetti innovativi<br />

nell’aera agrifood e nel Decreto Rilancio<br />

è stato inserito un piano da 20 miliardi di<br />

sostegno a tutti i settori”.<br />

Le piccole realtà sono importanti nel<br />

comparto agroalimentare e rappresentano<br />

al meglio quel tipo di interesse verso<br />

il singolo agricoltore che deve essere<br />

alla base di un nuovo progetto di sviluppo<br />

e di innovazione nazionale. Molti tra<br />

i fondatori hanno dichiarato di essere<br />

nati nel mondo agricolo o almeno di<br />

averci avuto a che fare: un dato importante<br />

se si pensa che il miglior modo per<br />

innovare un settore è quello di conoscerlo<br />

da vicino, di coglierne quei dettagli e<br />

quei difetti che da fuori sembrano neppure<br />

esistere. Tra le startup presenti all’Innovation<br />

Day ricordiamo: Agrorobotica,<br />

Cynomis, Bluetentacles, Tziboo, ONO,<br />

Xfarm, Idroplan, Horta, Edo, Revotree e<br />

Dataland, BSCompany, Xnext.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

13


news [fatti, persone, aziende]<br />

MATTEO GENTILI DESIGNATO ALLA PRESIDENZA DI UCIMA<br />

Al termine delle consultazioni con le<br />

aziende associate, la Commissione di<br />

designazione di Ucima (Unione dei<br />

costruttori italiani di macchine automatiche<br />

per il confezionamento e<br />

l’imballaggio) ha stabilito che il quadriennio<br />

<strong>2020</strong>-2024 vedrà alternarsi<br />

alla presidenza due imprenditori.<br />

Matteo Gentili, presidente di TMC<br />

(Tissue Machinery Company), è stato<br />

infatti designato come nuovo presidente<br />

per il biennio <strong>2020</strong>-2022. Gli<br />

subentrerà Riccardo Cavanna, Ceo<br />

di Cavanna Packaging Group, per il<br />

biennio 2022-2024.<br />

I vicepresidenti saranno Riccardo Cavanna di Cavanna e Roberto<br />

Paltrinieri di Tetra Pak. A Luciano Sottile di Goglio, membro del consiglio<br />

direttivo e vicepresidente per il quadriennio 2016-<strong>2020</strong>, sono state<br />

attribuite le deleghe alle attività promozionali e fieristiche.<br />

A luglio, durante l’Assemblea annuale, avverrà l’elezione di Gentili e<br />

sarà presentato il suo programma di mandato, sancendo così ufficialmente<br />

il passaggio di testimone con l’attuale presidente Enrico Aureli,<br />

Ceo di Robopac e Ocme.<br />

Le nomine sono state decise nel corso del Consiglio Direttivo del 17<br />

giugno, che ha stabilito che per dare<br />

voce ad entrambi i candidati, alla luce<br />

del grande consenso riscontrato da<br />

entrambi tra la base associativa,<br />

questo mandato avrà un avvicendamento.<br />

Una staffetta alla presidenza<br />

motivata dalla volontà di valorizzare<br />

i programmi presentati e che vuole<br />

dare un segnale di forte coesione e di<br />

comunanza di intenti circa gli obiettivi<br />

di ulteriore sviluppo di Ucima e del<br />

settore rappresentato.<br />

“In questi ultimi anni Ucima ha acquistato<br />

una grande autorevolezza e<br />

credibilità a livello internazionale diventando l’interlocutore privilegiato<br />

per quanti operano nel nostro settore, ha dichiarato Matteo Gentili.<br />

Abbiamo sviluppato nuovi progetti e implementato i servizi. Il mio<br />

obiettivo è continuare in questa direzione fornendo servizi e strumenti<br />

sempre più focalizzati al sostegno e alla crescita delle nostre aziende”.<br />

Matteo Gentili, 58 anni, è presidente della TMC (Tissue Machinery<br />

Company), azienda con sede a Castel Guelfo (Bologna) che produce<br />

e commercializza macchine automatiche per il confezionamento e la<br />

gestione di prodotti Tissue e Personal Care. Dal 2018 l’azienda è entrata<br />

a far parte del Gruppo IMA.<br />

L’AGRICOLTURA PUNTA SU SOSTENIBILITÀ E BIOECONOMIA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

“Il consumatore ha capito l’importanza<br />

del settore primario, ora è<br />

importante far conoscere anche<br />

il ruolo positivo dell’agricoltura<br />

nella gestione delle risorse naturali”,<br />

ha dichiarato Ezio Veggia,<br />

delegato alla bioeconomia di<br />

Confagricoltura, nel suo intervento<br />

alla presentazione del VI<br />

Rapporto Bioeconomia in Europa<br />

di Intesa Sanpaolo.<br />

Il rapporto ha evidenziato come<br />

l’agricoltura, insieme alla silvicoltura,<br />

facciano la parte del leone nella<br />

bioeconomia. In Italia il settore primario,<br />

ricorda Confagricoltura, è<br />

stato anche capace di ridurre, dal<br />

1990 ad oggi, del 13% le emissioni<br />

e sequestrare CO 2<br />

dall’atmosfera<br />

grazie alla fotosintesi<br />

clorofilliana.<br />

“La coltivazione dei suoli agricoli<br />

e la gestione attiva delle superfici<br />

forestali consentono di produrre<br />

cibo ed energia assorbendo CO 2<br />

,<br />

grazie all’adozione di tecnologie<br />

che permettono di ottimizzare<br />

l’uso di risorse strategiche come<br />

acqua, suolo e biomasse”, ha dichiarato<br />

Veggia.<br />

“Un ruolo centrale lo ha il suolo<br />

ed è essenziale migliorarne fertilità,<br />

con l’apporto anche di concimi<br />

organici prodotti dalle matrici<br />

agricole vegetali ed animali. È importante<br />

anche il ruolo dell’agricoltura<br />

nella trasformazione del<br />

carbonio residuale (ad esempio<br />

il letame) in energia, sostituendo<br />

petrolio e altri idrocarburi, partecipando<br />

così, in modo significativo,<br />

alla decarbonizzazione del settore<br />

energetico”.<br />

“Per rispondere alla sfida della<br />

sostenibilità – ha continuato Ezio<br />

Veggia – va ripensato il modello<br />

di sviluppo economico, dando<br />

maggiore attenzione alla bioeconomia.<br />

Servono normative chiare<br />

e risorse aggiuntive perché il percorso<br />

intrapreso dagli agricoltori in<br />

campo energetico è di successo,<br />

ma oneroso e non può pesare<br />

esclusivamente sulla politica agricola<br />

Comune (PAC). Per questo<br />

chiediamo che vengano incrementate<br />

le risorse per le bioenergie<br />

(biogas, biomasse) superando<br />

alcune incertezze normative che<br />

stanno frenando l’avvio del biometano<br />

agricolo come biocarburante<br />

avanzato”.<br />

14<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

MODELLI DI AI PER OTTIMIZZARE LA PRODUZIONE<br />

Il Grocery Alimentare (prodotti<br />

da supermercato) cresce<br />

dell’85% rispetto al 2019<br />

raggiungendo un valore di<br />

854 milioni di euro e diventando<br />

il principale segmento<br />

del Food&Grocery online secondo<br />

i dati dell’Osservatorio<br />

eCommerce B2c Netcomm-<br />

Politecnico di Milano. Hopenly,<br />

PMI innovativa di Data Science,<br />

ha applicato l’Intelligenza<br />

Artificiale in un’azienda italiana<br />

storica, dimostrando una riduzione<br />

di prodotti freschi invenduti<br />

per 170.000 in un anno,<br />

pari al 2.6% del fatturato.<br />

“Crediamo che l’Intelligenza<br />

Artificiale possa aiutare manager<br />

e imprenditori a ottimizzare<br />

gli investimenti ed eliminare gli<br />

sprechi, alleggerire il magazzino,<br />

limitare i costi di produzione<br />

inutili e migliorare la pianificazione<br />

di promozioni e sconti. I<br />

modelli di AI possono essere di<br />

grande aiuto, analizzando i dati<br />

di quello che sta succedendo<br />

per cercare di predire il futuro”,<br />

ha dichiarato Barbara Vecchi,<br />

Founder e CEO di Hopenly.<br />

“Lo abbiamo sperimentato<br />

con un’azienda italiana storica<br />

del settore alimentare, dove<br />

abbiamo realizzato un modello<br />

automatizzato di previsione<br />

della produzione che, con un investimento<br />

di 40 mila euro, ha<br />

permesso una riduzione annuale<br />

di prodotti freschi invenduti<br />

per € 170.000, pari al 2.6%<br />

del fatturato e il mantenimento<br />

di magazzino sotto i 100 mila<br />

euro di prodotto non fresco, per<br />

un risparmio totale di 300.000<br />

euro in un anno”.<br />

Fulcro del progetto, realizzato a<br />

inizio 2019 e in miglioramento<br />

continuo, è testare una nuova<br />

tecnologia a supporto della pianificazione<br />

della produzione di<br />

prodotti freschi e non freschi.<br />

L’azienda è stata dotata di un<br />

algoritmo in grado di offrire<br />

come output un dato che indica<br />

la previsione, con cadenza settimanale,<br />

delle future 4-5 settimane<br />

intrecciando una mole di<br />

dati come lo storico delle vendite,<br />

le festività, le promozioni e la<br />

stagionalità.<br />

La digitalizzazione ha permesso<br />

anche di automatizzare e<br />

liberare risorse interne dalla<br />

compilazione manuale dei dati,<br />

sgravandole dal rischio di un out<br />

of stock o di un eccesso di produzione<br />

e quindi di un possibile<br />

spreco. Il personale interviene<br />

solo per gestire gli imprevisti.<br />

“Seppur il tema della sostenibilità<br />

ambientale mi stia a cuore,<br />

mi preme far comprendere alle<br />

aziende il vantaggio economico<br />

nell’investire in Data Science.<br />

Barbara Vecchi, Founder<br />

e CEO di Hopenly<br />

Ottimizzare la produzione significa<br />

ridurre lo smaltimento<br />

della plastica, azione che può<br />

incidere sul costo finale e quindi<br />

aumentare i margini”, ha dichiarato<br />

Barbara Vecchi. “Per i<br />

prodotti freschi, a differenza dei<br />

beni durevoli, il ridotto tempo<br />

a disposizione per la vendita limita<br />

anche la pianificazione di<br />

promozioni e sconti. Insomma,<br />

la tecnologia in questi casi può<br />

fare davvero la differenza”.<br />

MINIPAN OTTIENE LA CERTIFICAZIONE MOCA<br />

La certificazione MOCA (Materiali e Oggetti<br />

a Contatto con Alimenti), rilasciata da ICIM<br />

Spa in qualità di ente certificatore, garantisce<br />

la conformità di tutti i macchinari prodotti<br />

da Minipan, la corretta rispondenza<br />

ai requisiti legislativi, l’adozione di buone<br />

pratiche di fabbricazione e il rispetto dei requisiti<br />

di sicurezza dei prodotti a tutela della<br />

salute umana. In pratica, certifica non solo<br />

che i materiali utilizzati da Minipan per realizzare<br />

i macchinari sono sicuri, ma anche<br />

che ogni passaggio del processo produttivo<br />

rispetta i più alti livelli di sicurezza e igiene,<br />

evitando che i componenti entrino in contatto<br />

con eventuali agenti contaminanti.<br />

Per concedere la certificazione, richiesta<br />

volontariamente da Minipan, ICIM ha analizzato<br />

la documentazione del processo<br />

produttivo, dei macchinari e dei materiali,<br />

individuando possibili cessioni sugli impasti<br />

attraverso test di laboratorio specifici.<br />

Successivamente è stato effettuato un audit<br />

sul campo, che avrà cadenza annuale, per<br />

valutare la congruità dei processi produttivi<br />

(selezione e gestione fornitori, piano di controllo<br />

del processo, attrezzature utilizzate),<br />

la gestione del magazzino, le istruzioni di<br />

installazione, uso e manutenzione. Una volta<br />

eseguito l’audit e ricevuto l’esito positivo<br />

dai test di laboratorio, ICIM ha rilasciato il<br />

certificato di conformità che avrà una validità<br />

di 5 anni.<br />

Il certificato MOCA conferma l’impegno di<br />

Minipan nel fare impresa in maniera responsabile,<br />

sostenibile, rispettando ogni normativa<br />

e mettendo la sicurezza al primo posto.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

16<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

LA BLOCKCHAIN PER VALORIZZARE IL MADE IN ITALY<br />

La startup Genuine Way con sede<br />

a Lugano e nata da un’idea di un<br />

gruppo di giovani imprenditori italiani,<br />

ha sviluppato una tecnologia<br />

blockchain pensata per le piccole<br />

e medie imprese che vogliono valorizzare<br />

la storia dei loro prodotti<br />

made in Italy. Genuine Way ha costruito<br />

una solida base di investitori<br />

internazionali: dopo aver ricevuto<br />

un primo round di finanziamento<br />

da 300.000 USD, è stata premiata,<br />

a gennaio <strong>2020</strong>, tra le startup più<br />

promettenti in ambito blockchain<br />

dal fondo EOS VC, ricevendo anche<br />

un ulteriore finanziamento di<br />

50.000 USD a fondo perduto.<br />

I settori cui Genuine Way si rivolge<br />

sono al momento il food&wine,<br />

la moda, la cosmesi, il design e la<br />

farmaceutica dove la qualità dei<br />

prodotti deve essere impeccabile e<br />

vengono richiesti elevati standard<br />

prestazionali in materia di salute e<br />

sicurezza.<br />

“Siamo un’azienda B2B-4C, nel<br />

senso che lavoriamo al fianco delle<br />

aziende e al servizio del consumatore”,<br />

ha dichiarato Walfredo della<br />

Gherardesca, uno dei fondatori e<br />

CEO di Genuine Way. “La nostra<br />

mission è quella di promuovere<br />

attraverso la tecnologia un consumo<br />

consapevole, dando risalto alle<br />

aziende che producono in modo<br />

sostenibile dal punto di vista ambientale<br />

e sociale e rispettoso della<br />

tradizione. Creiamo un punto di<br />

incontro tra i brand e i consumatori,<br />

ponendoci nei confronti dei primi<br />

nella doppia veste di fornitore<br />

e consulente tecnologico e verso i<br />

secondi come un portale grazie al<br />

quale raggiungere una maggiore<br />

consapevolezza di ciò che si sta<br />

acquistando”.<br />

La soluzioni proposte da Genuine<br />

Way sfruttano le opportunità offerte<br />

dalla tecnologia blockchain,<br />

che consente di immettere in<br />

modo permanente una serie di<br />

informazione sui prodotti di consumo,<br />

a garanzia della massima<br />

trasparenza della filiera. Un valore<br />

aggiunto quando si parla di prodotti<br />

made in Italy che hanno fatto<br />

degli alti standard qualitativi e del<br />

rispetto delle tradizione il loro marchio<br />

di fabbrica nel mondo.<br />

Genuine Way ha anche sviluppato<br />

ITEMx ® , una piattaforma digitale<br />

che consente alle aziende di caricare<br />

documenti aziendali e certificati<br />

sulla blockchain pubblica del protocollo<br />

Ethereum, il più diffuso a livello<br />

internazionale. Da qui si genera<br />

un’interfaccia native-mobile da<br />

collegare ai prodotti fisici attraverso<br />

la quale è possibile raccontare la<br />

storia produttiva del brand.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong>


news [fatti, persone, aziende]<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

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ICAM FORNIRÀ LOACKER<br />

ICAM, azienda familiare specializzata in cioccolato e semilavorati del<br />

cacao, e Loacker, marchio noto nel settore wafer e cioccolato, annunciano<br />

l’inizio di una importante collaborazione. L’accordo commerciale<br />

vedrà l’inserimento di ICAM tra i fornitori di Loacker per la lavorazione<br />

delle fave di cacao della filiera produttiva, la produzione di pasta di<br />

cacao ed anche come fornitore di cioccolato per supportare Loacker<br />

in specifiche esigenze di sviluppo del proprio business, quando avrà<br />

attivato la produzione propria.<br />

Unite da un percorso molto simile, queste due aziende sono accomunate<br />

da una forte tradizione familiare che ha tramandato di generazione<br />

in generazione la passione per la pasticceria, nel caso di Loacker e per<br />

il cacao e le sue innumerevoli declinazioni, nel caso di ICAM.<br />

ICAM da oltre 70 anni produce cioccolato e semilavorati del cacao di<br />

altissima qualità, diventando con i suoi brand ICAM Linea Professionale<br />

e Agostoni, un punto di riferimento di eccellenza per professionisti del<br />

settore in Italia e all’estero. Attraverso un presidio costante della filiera<br />

produttiva, dalla selezione delle piantagioni di cacao nei territori d’origine<br />

fino alla lavorazione dei prodotti presso uno stabilimento produttivo<br />

dotato delle più elevate tecnologie 4.0, ICAM è in grado di mettere a<br />

punto una produzione altamente diversificata che risponde perfettamente<br />

alle esigenze del mercato e dei più esigenti partner commerciali,<br />

operando sempre nel rispetto dell’ambiente.<br />

Professionalità e impegno che non sono sfuggiti allo sguardo attento<br />

di Loacker che ha individuato in ICAM un interlocutore serio e coerente<br />

con i propri valori aziendali, adatto a fornire un contributo ideale nel<br />

mantenere alti gli standard di qualità dei propri prodotti.<br />

Inoltre, attraverso il progetto Loacker Sustainable Cocoa Farming<br />

Program, l’azienda sostiene le comunità locali in modo da garantire<br />

sul medio e lungo periodo una crescita sostenibile, ad esempio con il<br />

supporto alla coltivazione di piccoli orti, che contribuiscono al sostentamento<br />

delle famiglie dei coltivatori. Il controllo della filiera permette<br />

così a Loacker di offrire ai propri consumatori non solo l´eccellenza del<br />

prodotto, ma anche l´impegno per una bontà in senso più lato, che<br />

includa anche la cura degli aspetti sociali e ambientali della filiera, un<br />

impegno che contraddistingue l´azienda da sempre.<br />

PROVOLONE VALPADANA:<br />

IL CONSORZIO CONFERMA I VERTICI<br />

I l C o n s i g l i o d i<br />

A m m i n i s t r a z i o n e<br />

del Consorzio Tutela<br />

Provolone Valpadana ha<br />

confermato all’unanimità<br />

Libero G. Stradiotti<br />

in qualità di presidente,<br />

Alberto Auricchio, vice<br />

presidente e Valter B.<br />

Giacomelli, consigliere<br />

tesoriere.<br />

Gli amministratori hanno<br />

così inteso mantenere la<br />

continuità in un periodo<br />

Libero G. Stradiotti, presidente<br />

del Consorzio Tutela Provolone<br />

Valpadana<br />

particolarmente difficile per tutte le Aziende<br />

(e per il Paese) e con la necessità di offrire le<br />

migliori prospettive per il futuro prossimo.<br />

Il Consiglio, infatti, ha ritenuto di procedere<br />

con una programmazione che comprenda il<br />

prossimo triennio di attività, sia sul mercato<br />

interno che all’estero.<br />

Sarà dato ampio spazio alla realizzazione di<br />

iniziative specifiche in Italia che porteranno,<br />

compatibilmente con l’evolversi della situazione<br />

sanitaria, a riprendere il dialogo diretto<br />

con il consumatore, sia con incontri mirati che<br />

attraverso il potenziamento dei canali social.<br />

Per quanto riguarda l’estero, il Consorzio intende<br />

riprendere la comunicazione sul mercato<br />

australiano che, sulla base delle più recenti<br />

indicazioni, può rappresentare, per le aziende<br />

associate, un interessante sviluppo per l’export<br />

del Provolone Valpadana.<br />

Tutto questo senza trascurare le attività già pianificate,<br />

che vedono il Consorzio protagonista<br />

in Europa con il progetto EEQF, di cui è capofila<br />

con altri Consorzi partner ed in Italia con un’attenta<br />

campagna di informazione che privilegia<br />

gli strumenti digitali ed il mondo del web.<br />

Infine l’amministrazione consortile ha preso atto<br />

del rinnovo del riconoscimento del Consorzio,<br />

ad opera del Ministero delle Politiche Agricole<br />

<strong>Alimentari</strong> e Forestali, quale organismo abilitato<br />

a svolgere le funzioni che ad esso vengono assegnate<br />

per la tutela, la valorizzazione, la vigilanza<br />

e la promozione del Provolone Valpadana, segno<br />

evidente della conformità di tutte le attività<br />

che vengono realizzate, nell’interesse precipuo<br />

della denominazione di origine.<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

SGAMBARO OMAGGIA MARCO AURELIO CON UN PROGETTO DI RICERCA<br />

È un omaggio all’imperatore-filosofo Marco Aurelio il nome del<br />

grano duro scelto da Sgambaro come unica varietà, 100% italiana,<br />

per la sua pasta d’eccellenza “Etichetta Gialla”. La selezione<br />

del Marco Aurelio è il punto di arrivo di un grande progetto di<br />

sviluppo e innovazione che ha visto la stretta collaborazione di<br />

Pierantonio Sgambaro con Stefano Ravaglia, ricercatore della<br />

Società Italiana Sementi (SIS), e con un gruppo di agricoltori<br />

italiani. Obiettivo: trovare il chicco perfetto per produrre una<br />

pasta di altissima qualità.<br />

Nel 2005 inizia il lungo percorso di analisi di un ampio ventaglio<br />

di campioni di grano duro: tra questi, la varietà Marco<br />

Aurelio. Una volta selezionato il chicco Marco Aurelio è partita<br />

la seconda fase del progetto, che ha coinvolto un gruppo<br />

di agricoltori dell’area bolognese nella produzione monovarietale<br />

a tutto campo per poi proporre questo grano duro ai<br />

fornitori che da anni collaborano con Sgambaro in tutta Italia.<br />

Con il Marco Aurelio, Sgambaro realizza l’intera gamma<br />

“Etichetta Gialla”, diventata nel tempo garanzia di tracciabilità<br />

e di origine sicura e 100% italiana. Il grano è macinato direttamente<br />

dall’azienda all’interno dello storico stabilimento di<br />

Castello di Godego, nella campagna trevigiana.<br />

Questa tipologia si distingue per la qualità del glutine e il colore<br />

giallo ambrato. I chicchi sono macinati nel mulino interno senza<br />

essere surriscaldati e la semola viene in seguito impastata in pastificio<br />

con acqua prelevata dal pozzo di proprietà profondo 140<br />

metri. La produzione avviene tramite un processo di trafilatura<br />

al bronzo. La lunga fase di essiccazione a bassa temperatura ne<br />

conserva le proprietà organolettiche e sensoriali.<br />

Il Marco Aurelio è coltivato su un’area compresa tra la Puglia,<br />

da sempre vocata al grano duro, e l’Emilia-Romagna che riesce<br />

a dare ottimi risultati in termini di specificità.<br />

Per una qualità senza compromessi, dal 2003 Sgambaro si<br />

rifornisce esclusivamente da agricoltori italiani con cui ha un<br />

consolidato rapporto di fiducia.<br />

La bassa quantità di anidride carbonica rilasciata nell’aria durante<br />

il ciclo di produzione rende l’Etichetta Gialla una delle linee di<br />

pasta a minor impatto ambientale. Nonostante ciò, Sgambaro<br />

ha promosso diverse iniziative di compensazione della CO 2<br />

.<br />

Infine, Sgambaro è “100% energia verde” e gli stabilimenti<br />

sono alimentati con sola energia da fonti rinnovabili.<br />

BIOLOGICO: ITALIA IN PRIMA FILA NEL MERCATO EUROPEO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

Nel Green Deal europeo, la strategia<br />

con la quale l’Unione Europea punta<br />

a rendere più sostenibile l’attività<br />

agricola e a contrastare i cambiamenti<br />

climatici, uno degli obiettivi più rilevanti<br />

è quello di portare la superficie<br />

destinata all’agricoltura biologica al<br />

25% del totale delle terre coltivate.<br />

Su questa strada l’Italia può vantare<br />

circa il 15% di superficie bio. In valore<br />

assoluto il nostro Paese è al terzo<br />

posto (dati 2018) con 1,9 milioni di<br />

ettari, dietro a Spagna (2,2 milioni di<br />

ettari) e Francia (2 milioni di ettari),<br />

ma in percentuale è ampiamente<br />

davanti sia agli iberici (9%) che ai<br />

transalpini (7%). La media europea<br />

è del 7,5%.<br />

Percentuali superiori alla nostra si<br />

registrano solo in Austria (24%),<br />

Estonia (21%) e Svezia (20%).<br />

Inoltre l’Italia prevale per sau biologica<br />

investita in coltivazioni destinate<br />

all’alimentazione umana (food), concorrendo<br />

da noi i prati permanenti<br />

solo al 28% della sau bio complessiva,<br />

rispetto al 36% della Francia,<br />

al 53% della Spagna e al 55% della<br />

Germania.<br />

Per quanto riguarda i consumi di prodotti<br />

biologici L’Italia è il quinto mercato<br />

per dimensioni (4% delle vendite<br />

mondiali), preceduto da Stati Uniti<br />

(44%), Germania (12%), Francia<br />

(10%) e Cina (9%). In Italia, nel 2018<br />

le vendite di prodotti alimentari bio<br />

in tutte le tipologie di canali hanno<br />

raggiunto i 4.089 milioni di euro, con<br />

un +5% rispetto al 2017.<br />

In questo quadro Veronafiere propone<br />

la manifestazione B/Open, dedicata<br />

al food biologico certificato e al<br />

natural self-care e che si svolgerà il 23<br />

e 24 novembre <strong>2020</strong>.<br />

20<br />

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BNL STRUTTURA<br />

UN “POSITIVE LOAN”<br />

PER ANTARES VISION<br />

BNL Gruppo BNP Paribas ha strutturato un “positive<br />

loan” da 2 milioni di euro per Antares Vision, esperto<br />

nella realizzazione e commercializzazione di soluzioni<br />

nei sistemi di ispezione, Track & Trace e Smart<br />

Data Management. Il “positive loan” di BNL prevede<br />

condizioni che diventano ulteriormente migliorative<br />

per l’azienda al raggiungimento di precisi obiettivi di<br />

sostenibilità.<br />

Il supporto di BNL ad una società come Antares Vision<br />

- che investe in tecnologia, innovazione, risorse umane<br />

ed è attiva nella salvaguardia dell’ambiente - rientra<br />

pienamente nell’impegno della Banca a favore delle realtà<br />

produttive di valore del Paese. Inoltre, la presenza<br />

di questa multinazionale nel bresciano - un territorio<br />

così duramente colpito dall’emergenza sanitaria del<br />

Coronavirus - rende l’azione di BNL ancora più significativa,<br />

nella speranza di poter dare un aiuto economico<br />

e finanziario il più concreto ed utile possibile.<br />

Nell’ambito della sostenibilità ambientale Antares<br />

Vision punta ad un maggior efficientamento nell’utilizzo<br />

di energie per i propri siti produttivi e ad un<br />

crescente utilizzo di rinnovabili e ad un potenziata la<br />

raccolta differenziata. A ciò si aggiunge la campagna<br />

“paperless”, implementata a partire dalla manualistica<br />

e dalla documentazione, che verrà convertita in<br />

digitale. Mentre sul fronte della sostenibilità sociale,<br />

l’azienda assumerà giovani under 30. Proseguirà, infine,<br />

il progetto Welfare aziendale, con piattaforma<br />

dedicata, che comprende iniziative per promuovere<br />

il benessere e la qualità della vita dei collaboratori e<br />

delle loro famiglie.<br />

BNL è partner delle imprese – piccole, medie e grandi<br />

– e delle rispettive filiere produttive sia per le esigenze<br />

legate alla quotidianità dell’attività sia nei momenti<br />

di crescita in Italia e sui mercati internazionali, grazie<br />

all’expertise del Gruppo BNP Paribas che con i suoi<br />

specialisti è direttamente presente in 72 paesi nel<br />

mondo. La Banca è inoltre al fianco degli imprenditori<br />

sul fronte della sostenibilità per declinare la crescita<br />

con il rispetto per l’ambiente, la società tutta e per<br />

un’economia reale sana ed attenta. BNL sta infatti<br />

realizzando numerosi “positive loan” a favore delle<br />

imprese. BNP Paribas ha stanziato ad oggi oltre 180<br />

miliardi di euro in progetti che contribuiscono direttamente<br />

al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo<br />

Sostenibile ONU.<br />

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appuntamenti<br />

L’agenda<br />

NUOVE DATE PER B/OPEN<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

Vitafood Virtual Expo<br />

7-11 settembre <strong>2020</strong><br />

www.vitafoods.eu<br />

Cibus Forum<br />

2-3 settembre <strong>2020</strong><br />

Parma<br />

www.cibus.it<br />

Macfrut Digital<br />

8-10 settembre <strong>2020</strong><br />

www.macfrut.com<br />

<strong>Alimentari</strong>a<br />

14-17 settembre <strong>2020</strong><br />

Barcellona. Spagna<br />

alimentaria.com<br />

FoodTech<br />

29 settembre - 1 ottobre <strong>2020</strong><br />

Herning, Danimarca<br />

www.foodtech.dk<br />

Analytica<br />

19-22 ottobre <strong>2020</strong><br />

Monaco di Baviera, Germania<br />

www.analytica.de<br />

Mct Alimentare Verona<br />

22 ottobre <strong>2020</strong><br />

Verona<br />

www.mctalimentare.com/verona<br />

B/Open<br />

23-24 novembre <strong>2020</strong><br />

Verona<br />

www.veronafiere.it<br />

All4Pack<br />

23-26 novembre <strong>2020</strong><br />

Parigi, Francia<br />

www.all4pack.com<br />

Innova Food Tech<br />

26-28 novembre <strong>2020</strong><br />

Bari<br />

www.innovafoodtech.it<br />

Anutec International<br />

Foodtec India<br />

26-28 novembre <strong>2020</strong><br />

Mumbai, India<br />

www.anutecindia.com<br />

FI Europe<br />

1-3 dicembre <strong>2020</strong><br />

Monaco di Baviera, Germania<br />

www.figlobal.com<br />

Sigep<br />

16-20 gennaio 2021<br />

Rimini<br />

www.sigep.it<br />

IPPE<br />

26-28 gennaio 2021<br />

Atlanta, Usa<br />

www.ippexpo.org<br />

Biofach<br />

17-20 febbraio 2021<br />

Norimberga, Germania<br />

www.biofach.de<br />

Interpack<br />

25 febbraio-3 marzo 2021<br />

Düsseldorf, Germania<br />

www.interpack.de<br />

Anuga FoodTec<br />

23-26 marzo 2021<br />

Colonia, Germania<br />

www.anugafoodtec.com<br />

Meat-Tech<br />

17-20 maggio 2021<br />

Milano<br />

www.ipackima.com<br />

Tuttofood<br />

17-20 maggio 2021<br />

Milano<br />

www.tuttofood.it<br />

Ipack-Ima<br />

3-6 maggio 2022<br />

Milano<br />

www.ipackima.com<br />

IFFA<br />

14-19 maggio 2022<br />

Monaco di Baviera, Germania<br />

www.iffa.de<br />

Cibus Tec<br />

25-28 ottobre 2022<br />

Parma<br />

www.cibustec.it<br />

Nuove date per B/Open (www.b-opentrade.com), la manifestazione<br />

di Veronafiere dedicata al food biologico certificato<br />

e al natural self-care: appuntamento il 23 e 24 novembre<br />

<strong>2020</strong>, per un evento esclusivamente B2B.<br />

B/Open, programmata dapprima nel primo semestre, ha trovato<br />

un nuovo posizionamento nel calendario di Veronafiere<br />

studiato per venire incontro alle esigenze degli espositori e<br />

di tutti gli operatori professionali del comparto, garantendo<br />

le massime condizioni di sicurezza.<br />

Una formula smart di due giorni che affianca alle sezioni<br />

espositive diverse opportunità di formazione, confronto e<br />

aggiornamento costruite attraverso la collaborazione con i<br />

principali enti certificatori italiani, le istituzioni e i maggiori<br />

player del settore.<br />

“La manifestazione si pone l’obiettivo di dare risposte concrete<br />

e offrire opportunità di crescita a un settore che si sta<br />

espandendo su scala mondiale, con un valore del mercato<br />

vicino ai 100 miliardi di euro, dei quali quasi 41 miliardi sviluppati<br />

in Europa”, afferma Flavio Innocenzi, direttore commerciale<br />

di Veronafiere. “La stessa Commissione europea,<br />

proprio nei giorni scorsi, ha ufficializzato nella strategia Farm<br />

to Fork all’interno del più ampio progetto sul Green Deal<br />

l’obiettivo di raggiungere almeno il 25% della superficie<br />

agricola utile entro il 2030”. La superficie agricola utile dedicata<br />

al biologico in Italia nel 2018 ha raggiunto 1,9 milioni<br />

di ettari (il 7,7% del totale) e si colloca al terzo posto in Ue,<br />

alle spalle di Spagna (2,2 milioni di ettari) e Francia (2 milioni<br />

di ettari), ma il nostro Paese si colloca al primo posto per<br />

numero di operatori, quasi 70mila.<br />

La prima edizione di B/Open si terrà in contemporanea a<br />

Wine2Wine Exhibition&Forum, il tradizionale appuntamento<br />

annuale dedicato al mondo del vino, al fine di creare<br />

nuove sinergie tra due settori che condividono un pubblico<br />

di operatori specializzati nel comparto dell’agroalimentare<br />

e medesimi trend di crescita di consumi.<br />

22<br />

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appuntamenti<br />

IPACK-IMA SPOSTATA AL 2022<br />

Essere al fianco dei propri clienti,<br />

soprattutto in un momento di<br />

grande incertezza a livello economico,<br />

per diventare il punto di<br />

riferimento del comparto. Questo<br />

è l’obiettivo di Ipack-Ima che, da<br />

sempre, interpreta i bisogni di<br />

un’industria, certamente meno<br />

colpita rispetto ad altre dall’emergenza<br />

sanitaria, ma che necessita<br />

di momenti di aggregazione forti<br />

e attrattivi a livello internazionale.<br />

“L’attuale contesto internazionale<br />

ci ha indotto a prendere le decisioni<br />

strategiche che rispondono alle<br />

esigenze dei nostri clienti – commenta<br />

Valerio Soli, Presidente<br />

di Ipack Ima srl – a cui vogliamo<br />

offrire la possibilità di incontrarsi<br />

a Milano in un contesto esclusivo<br />

ed a loro dedicato per fare affari<br />

con tutti i principali protagonisti<br />

dell’industria nel mondo”.<br />

Per dar voce a queste necessità<br />

e venire incontro alle esigenze<br />

delle aziende, Ipack-Ima viene<br />

riprogrammata dal 3 al 6 maggio<br />

2022.<br />

“La decisione di riprogrammare<br />

la nostra manifestazione Ipack-<br />

Ima non è stata facile – commenta<br />

Rossano Bozzi, AD di Ipack Ima<br />

Srl – ma dopo attente valutazioni<br />

ed approfondimenti abbiamo<br />

preferito dare priorità ai bisogni<br />

dei nostri espositori e visitatori<br />

che sono attualmente impegnati,<br />

e prevediamo lo siano ancora<br />

per molti mesi, nella gestione di<br />

un periodo molto delicato”.<br />

In un momento in cui le fiere vivono<br />

una situazione che nessuno<br />

poteva prevedere, la capacità di<br />

aggregare progetti ad elevato<br />

valore aggiunto per target omogenei<br />

rientra in una strategia di<br />

medio-lungo periodo che ha un<br />

nuovo e primo punto di partenza<br />

nel maggio del 2021.<br />

Meat-Tech – il salone di Ipack Ima<br />

specializzato nelle soluzioni per<br />

l’industria dei prodotti a base carne<br />

e piatti pronti – si svolgerà in<br />

contemporanea con TuttoFood<br />

dal 17 al 20 maggio 2021. La<br />

scelta della contemporaneità con<br />

TuttoFood – fiera internazionale<br />

dedicata al prodotto alimentare,<br />

con 3.079 espositori e 82.551<br />

visitatori nell’ultima edizione –<br />

pone i presupposti di un progetto<br />

unico nel panorama europeo per<br />

la filiera del food, che apre nuove<br />

opportunità e contaminazioni.<br />

Milano si prepara ad accogliere<br />

nuovamente l’eccellenza internazionale<br />

del processing & packaging,<br />

con piattaforme fieristiche<br />

mirate e pensate con l’industria,<br />

in grado di favorire nuove occasioni<br />

di networking, incontro tra<br />

produttori e buyer, sviluppo di<br />

idee e nuovi progetti in una logica<br />

“human-to-human”.<br />

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23<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong>


scienza e tecnologia<br />

L’obiettivo del progetto<br />

di ricerca internazionale<br />

Med-Berry è quello di<br />

sviluppare misure nuove<br />

e alternative all’impiego<br />

degli agrofarmaci volte<br />

ad aumentare l’efficienza<br />

di coltivazione, qualità e<br />

sicurezza della produzione<br />

di fragole, a partire dalla<br />

protezione contro le sue<br />

principali malattie.<br />

di Francesca<br />

Negrini*,<br />

Elena Baraldi*<br />

FRAGOLE RESISTENTI<br />

SENZA AGROFARMACI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

*Laboratorio<br />

di Biotecnologie<br />

e Patologia Vegetale,<br />

Dipartimento<br />

di Scienze e <strong>Tecnologie</strong><br />

Agro-<strong>Alimentari</strong><br />

(DISTAL), Alma Mater<br />

Studiorum-Università<br />

di Bologna<br />

La fragola è un frutto particolarmente prelibato, ricco in<br />

vitamina C e con preziose proprietà nutraceutiche.<br />

Tuttavia, la sua delicata consistenza è causa di una elevata<br />

suscettibilità alle malattie che lo rendono facilmente<br />

deperibile, soprattutto nella fase di conservazione postraccolta.<br />

Per questo motivo l’innovazione sostenuta dalla<br />

ricerca scientifica cerca di trovare nuove risposte a vecchie<br />

e nuove problematiche insite nella coltura di questo frutto<br />

così amato.<br />

Med-Berry è un progetto di ricerca iniziato a settembre 2019,<br />

finanziato dall’Unione Europea, nell’ambito del programma<br />

congiunto di cooperazione EU-H<strong>2020</strong> e Paesi del<br />

Mediterraneo PRIMA (Partnership for Research and Innovation<br />

in the Mediterranean Area, www.prima-med.org).<br />

Nell’area del bacino Mediterraneo, la coltura della fragola<br />

riveste un ruolo molto importante per l’economia di<br />

diversi paesi. Complessivamente nel Mediterraneo vengono<br />

coltivati ogni anno 35 mila ettari di terreno agricolo<br />

con una produzione di fragole corrispondente al 26% di<br />

quella mondiale. In particolar modo, la Turchia si classifica<br />

al primo posto fra i paesi produttori seguita da Egitto,<br />

Spagna e Italia.<br />

CONTROLLARE LE MALATTIE SENZA<br />

INCIDERE SULL’AMBIENTE<br />

A causa del riscaldamento globale, nei paesi del bacino<br />

Mediterraneo, la temperatura sta aumentando di anno<br />

in anno, ed è stato stimato che, per la fine di questo secolo,<br />

in alcune aree tra cui anche il Marocco, si potrà verificare<br />

un incremento di 4-5°C. Questo innalzamento di<br />

temperatura rischia di avere un effetto drammatico sull’agricoltura<br />

alterando i cicli biologici dei patogeni endemici,<br />

provocando nuove emergenze fitosanitarie e complicando<br />

notevolmente la gestione della difesa delle colture.<br />

24<br />

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scienza e tecnologia<br />

Il consorzio<br />

Med-Berry,<br />

coordinato<br />

dal DISTAL<br />

(Dipartimento<br />

di Scienze<br />

e <strong>Tecnologie</strong><br />

Agroalimentari)<br />

e costituito<br />

da centri di ricerca<br />

e aziende oltre<br />

che italiane, anche<br />

spagnole, francesi,<br />

turche<br />

e marocchine<br />

Assisted Selection), per valutare sia<br />

varietà locali presenti nei diversi paesi<br />

coinvolti, sia selezioni avanzate per<br />

la resistenza alle malattie principali<br />

della fragola. Queste attività consentiranno<br />

lo sviluppo e il rilascio di nuove<br />

varietà resistenti sul mercato adatte<br />

alla coltivazione nell’area<br />

mediterranea.<br />

2) L’uso di nuove tecnologie di breeding<br />

(NTB) per potenziare le difese<br />

naturali della fragola con metodo<br />

intragenico-OGM free. Il principio alla<br />

base di queste nuove tecnologie è<br />

l’inserimento di un carattere di resi-<br />

Quest’ultima oggi è per lo più fondata<br />

sull’uso di agrofarmaci di sintesi, i<br />

quali notoriamente hanno un notevole<br />

impatto ambientale e sulla salute<br />

dell’uomo. È dunque divenuto<br />

necessario rinnovare le strategie di<br />

difesa in tempi brevi per cercare nuove<br />

soluzioni che consentano di affrontare<br />

efficacemente le nuove sfide<br />

nel controllo delle malattie così da<br />

riuscire a diminuire l’utilizzo di agrofarmaci<br />

tradizionali rispondendo alle<br />

pressioni sull’ambiente, in modo sostenibile<br />

per la salute dell’uomo e per<br />

l’economica.<br />

A causa della sua elevata suscettibilità<br />

alle malattie, soprattutto fungine,<br />

la fragola è una delle colture più esigenti<br />

in termini di trattamenti con<br />

agrofarmaci e più esposta al rischio di<br />

residui nei frutti. La sfida per i prossimi<br />

anni sarà quella di affrontare gli<br />

effetti negativi del cambiamento climatico<br />

e dell’aumento delle temperature,<br />

particolarmente grave nel<br />

Mediterraneo, mantenendo alti gli<br />

standard di produzione e di protezione<br />

delle colture. Per questo è cruciale<br />

concentrare sforzi di ricerca e sviluppo<br />

di nuove strategie di difesa che<br />

siano efficaci, economicamente sostenibili<br />

e socialmente accettabili, da<br />

impiegare in nuovi sistemi di gestione<br />

di difesa integrata (o Integrated Pest<br />

Management, IPM).<br />

L’obiettivo principale di Med-Berry è<br />

stenza noto, in una varietà vantaggiosa<br />

per altri caratteri, come ad<br />

esempio gusto e produttività. In questo<br />

modo il contesto genomico varietale<br />

non subisce ampi rimodellamenti,<br />

come invece avviene utilizzando le<br />

metodologie di breeding tradizionale<br />

nell’incrocio fra due varietà con caratteri<br />

interessanti. Le NBT permettono<br />

quindi di accelerare il processo di<br />

breeding e selezione, utilizzando materiale<br />

genetico di partenza appartenente<br />

alla stessa specie o a specie<br />

della stessa famiglia (intragenesi).<br />

Med-Berry intende, da una parte,<br />

confermare il ruolo dei geni di suscettibilità<br />

della fragola e approfondire la<br />

ricerca dei geni coinvolti nel meccaquindi<br />

quello di sviluppare misure di<br />

controllo nuove e alternative all’impiego<br />

degli agrofarmaci e consentire<br />

importanti passi in avanti nell’efficienza<br />

di coltivazione, qualità e sicurezza<br />

della produzione. La sperimentazione<br />

si focalizza sulle tre malattie<br />

principali della fragola: il marciume<br />

grigio, causato dal fungo Botrytis cinerea,<br />

l’antracnosi causata da specie<br />

del genere Colletotrichum, e il mal<br />

bianco causato da Podosphaera<br />

aphanis.<br />

Per raggiungere l’obiettivo, Med-<br />

Berry agirà su quattro fronti:<br />

1) La valorizzazione del germoplasma<br />

Mediterraneo. La variabilità delle colture<br />

che si trovano nelle diverse aree<br />

del Mediterraneo costituisce la ricchezza<br />

principale da cui attingere per<br />

lo sviluppo di varietà migliori e più<br />

resistenti alle malattie. A questo scopo,<br />

le risorse genetiche di resistenza<br />

usate in programmi di miglioramento<br />

genetico diversi e isolati nei paesi del<br />

Mediterraneo, coinvolti nel progetto,<br />

saranno valutate insieme e valorizzate<br />

al meglio in programmi di breeding<br />

comuni più vasti che tengono in considerazione<br />

multipli caratteri come la<br />

produttività della pianta, e le caratteristiche<br />

aromatiche del frutto. A questo<br />

scopo, si utilizzano tecniche di<br />

breeding convenzionale assistito da<br />

tecnologie di genomica MAS (Marker<br />

La presentazione<br />

del progetto<br />

all’Alma Mater<br />

Studiorum -<br />

Università di<br />

Bologna<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

25


scienza e tecnologia<br />

nismo di infezione, e dall’altra produrre<br />

piante di fragola “intrageniche”<br />

resistenti alle malattie fungine.<br />

Le varietà prodotte utilizzando le<br />

nuove tecnologie verranno quindi<br />

accuratamente valutate, per la suscettibilità<br />

ai patogeni, la sostenibilità<br />

ambientale, economica e sociale.<br />

3) La messa a punto di protocolli e<br />

sperimentazioni per la produzione di<br />

nuove molecole ad azione antifungina<br />

basati sulla tecnologia dell’RNA<br />

interference (RNAi). L’RNAi è un processo<br />

biologico di regolazione che è<br />

presente in tutti gli organismi, dai<br />

batteri ai funghi, alle piante, agli animali,<br />

fino ad arrivare all’uomo. È sta-<br />

La sperimentazione<br />

si focalizza sulle tre<br />

malattie principali<br />

della fragola:<br />

il marciume grigio,<br />

causato dal fungo<br />

Botrytis cinerea,<br />

l’antracnosi<br />

causata da<br />

specie del genere<br />

Colletotrichum,<br />

e il mal bianco<br />

causato da<br />

Podosphaera<br />

aphanis<br />

attraverso RNA interference (RNAi)<br />

sta riscontrando successo in diversi<br />

campi, compresa la terapia medica<br />

per la quale ne è stato approvato l’utilizzo<br />

in USA. In agricoltura, agrofarmaci<br />

a base di piccoli RNA sono ancora<br />

in fase di sperimentazione, ma<br />

la loro efficacia già mostrata contro<br />

gli insetti nocivi per le colture e contro<br />

alcuni marciumi fungini, sta catalizzando<br />

l’attenzione di diversi centri di<br />

ricerca e imprese del settore.<br />

L’obiettivo di Med-Berry è dunque<br />

quello di progettare e disegnare molecole<br />

ad azione antifungina e mettere<br />

a punto un sistema sostenibile di<br />

produzione in laboratorio per testarne<br />

l’azione e l’efficacia allo scopo di<br />

colare cura sarà posta su questi<br />

aspetti per garantire l’attrattività<br />

delle innovazioni sviluppate e potenziare<br />

il loro impatto su industria, società<br />

ed economia dei sistemi agricoli<br />

nel Mediterraneo.<br />

COINVOLTI 5 PAESI<br />

DEL MEDITERRANEO<br />

E 9 PARTNER INTERNAZIONALI<br />

Med-Berry coinvolge cinque Paesi<br />

dell’area del Mediterraneo esperti<br />

nella produzione ed esportazione di<br />

fragole quali Spagna, Turchia,<br />

Marocco, Francia e Italia, ed è coordinato<br />

dal DISTAL (Dipartimento di<br />

Scienze e <strong>Tecnologie</strong> Agroalimentari)<br />

dell’Università di Bologna. Nel pro-<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

to recentemente scoperto che questo<br />

meccanismo è alla base della comunicazione<br />

pianta-patogeno nella formazione<br />

dell’infezione, dove il patogeno<br />

manda segnali per spegnere il<br />

sistema immunitario della pianta, e la<br />

pianta risponde per contrastare l’avanzata<br />

del fungo nei propri tessuti,<br />

utilizzando la stessa via di comunicazione<br />

molecolare. Ispirandosi al mondo<br />

naturale, gli “agrofarmaci molecolari”<br />

a base di RNA prevedono<br />

l’applicazione di molecole di RNA che<br />

hanno la capacità di spegnere l’espressione<br />

di un gene del fungo fondamentale<br />

per la sua vitalità. Di conseguenza,<br />

le molecole di RNA<br />

applicate sul fungo hanno l’effetto di<br />

diminuirne la virulenza, imitando il<br />

linguaggio di comunicazione e di regolazione<br />

che avviene durante l’infezione<br />

fra la pianta e il patogeno.<br />

L’induzione di silenziamento genico<br />

A causa della<br />

sua elevata<br />

suscettibilità<br />

alle malattie,<br />

soprattutto<br />

fungine, la fragola<br />

è una delle colture<br />

più esigenti<br />

in termini di<br />

trattamenti con<br />

agrofarmaci e più<br />

esposta al rischio<br />

di residui nei frutti<br />

sviluppare poi formulati per nuovi<br />

pesticidi molecolari.<br />

4) Negli ultimi anni, uno degli aspetti<br />

più spinosi riguardo l’utilizzo delle<br />

nuove tecnologie in agricoltura, è<br />

stato l’impatto che queste hanno<br />

avuto sull’opinione pubblica. È ben<br />

noto, infatti, che oltre alla comprovata<br />

efficacia di una nuova tecnologia,<br />

benché documentata dal metodo<br />

scientifico, l’accettabilità delle<br />

innovazioni da parte dei consumatori<br />

e della società e la sostenibilità<br />

economica delle soluzioni proposte<br />

siano fattori cruciali per l’applicabilità<br />

e il successo della stessa. Per questo<br />

motivo uno degli obiettivi di ricerca<br />

di Med-Berry è rappresentato<br />

da un’analisi approfondita della sostenibilità<br />

economica e della accettabilità<br />

sociale degli approcci 1, 2 e<br />

3 previsti nel progetto. Quindi parti-<br />

getto sono coinvolti nove partner<br />

internazionali fra centri di ricerca,<br />

università e aziende che mettono in<br />

campo competenze variegate e complementari<br />

per lo sviluppo di nuove<br />

tecnologie. Fra gli enti pubblici sono<br />

presenti tre Università italiane (oltre<br />

all’Università di Bologna, “La<br />

Politecnica” delle Marche e “La<br />

Statale” di Milano), una spagnola<br />

(Università di Cordoba) e una turca<br />

(Cukurova), due centri di ricerca, uno<br />

francese (INRA) e uno marocchino<br />

(IAV) e due aziende vivaistiche, una<br />

spagnola (Viveros California) e una<br />

francese (INVENIO). Inoltre saranno<br />

coinvolti altri membri esterni al consorzio,<br />

ed esperti del mondo accademico,<br />

del mondo agricolo e della<br />

produzione, rappresentanti dei consumatori<br />

e della sicurezza alimentare,<br />

allo scopo di monitorare e guidare le<br />

linee della ricerca.<br />

26<br />

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scienza e tecnologia<br />

UNA LINGUA VIRTUALE CHE PREDICE LE PROPRIETÀ DEI CIBI<br />

www.interprogettied.com<br />

L’acidità del limone, il rosso della ciliegia, la porosità<br />

di un fungo: aspetto, colore, forma, aroma,<br />

sapore e consistenza sono tutte proprietà<br />

organolettiche, determinate dalla composizione<br />

molecolare, che caratterizzano gli alimenti e<br />

che ne determinano il gusto e, di conseguenza,<br />

il buon sapore o meno che se ne può percepire.<br />

Fin dal principio, nella storia dell’evoluzione<br />

umana, il gusto ha guidato l’uomo a capire di<br />

cosa nutrirsi, a distinguere gli alimenti salutari<br />

da quelli velenosi o nocivi: un processo che sembra<br />

scontato ma che, all’interno del corpo umano,<br />

avviene attraverso una cascata di processi<br />

che attivano diversi organi, a partire dai recettori<br />

situati sulla lingua che elaborano informazioni<br />

fino ad arrivare al cervello: e proprio questo<br />

processo che il progetto VIRTUOUS (Virtual<br />

tongue to predIct the oRganoleptic profile of<br />

mediterranean IngredienTs and their effect on<br />

hUman hOmeostasis by means of an integrated<br />

compUtational multiphysicS platform) vuole<br />

replicare in modo da riuscire a predire le proprietà<br />

organolettiche di un dato alimento, che<br />

avranno effetto sull’organismo umano, partendo<br />

dalla composizione chimica unica per ogni<br />

prodotto.<br />

Un software intelligente che sarà realizzato<br />

nell’ambito di un progetto europeo Marie<br />

Skłodowska-Curie coordinato dal Politecnico di<br />

Torino. Quindi, una vera e propria “lingua virtuale”<br />

che - grazie a tecnologie multidisciplinari<br />

come intelligenza artificiale, data mining,<br />

modelli complessi a livello molecolare o cellulare<br />

e bioinformatica – potrà arrivare, dopo l’immissione<br />

di dati raccolti dagli alimenti stessi e<br />

su cui costruirà i modelli molecolari, a predire il<br />

profilo organolettico e l’effetto di questo sul<br />

nostro sistema sensoriale. Un progetto che parte<br />

appunto dalla raccolta delle qualità tipiche di<br />

ogni alimento, per creare una banca dati di avvio<br />

per la modellizzazione, a iniziare dall’olio e<br />

dal vino per poi espandersi al patrimonio della<br />

dieta mediterranea.<br />

“Il progetto VIRTUOUS ha diversi aspetti di interesse:<br />

in primo luogo, cerca di comprendere<br />

meglio i complessi meccanismi attraverso i<br />

quali, da un evento fisico-chimico come l’interazione<br />

tra cibo e recettori sulla lingua, emerga<br />

una sensazione, un pensiero”, ha dichiarato<br />

Marco Deriu, docente del Dipartimento di<br />

Ingegneria Meccanica e Aerospaziale dell’Ateneo<br />

e referente del progetto. “Questo aspetto<br />

è di grande interesse per il campo delle neuroscienze.<br />

In secondo luogo promuove lo sviluppo<br />

di un supporto decisionale che sia accessibile<br />

a “non esperti” dei tecnicismi associati alle<br />

metodiche intelligenza artificiale e modellazione<br />

multiscala, con l’obiettivo di un trasferimento<br />

di conoscenza e di informazione che sia<br />

indirizzato soprattutto verso gli esperti del<br />

settore della nutrizione quali biologici, clinici,<br />

nutrizionisti. Infine, è un progetto di ricerca<br />

che non cerca di trovare una soluzione per una<br />

specifica patologia, ma si focalizza sul benessere<br />

in generale cercando di spiegare attraverso<br />

metodiche ingegneristiche perché ciò che è<br />

buono è anche salutare. Si oppone quindi alla<br />

triste tendenza, maturata negli ultimi anni,<br />

verso il cosiddetto “cibo spazzatura” e sposa<br />

pienamente la filosofia dello slow food, cercando<br />

di associare a questa visione un modello<br />

scientifico che nel prossimo futuro possa<br />

aiutare ad innovare la tradizione della dieta<br />

mediterranea in maniera consapevole e sostenibile”.<br />

Interessanti gli sviluppi per il futuro: il progetto<br />

potrà essere utile ad aziende del settore agroalimentare<br />

per la funzionalizzazione di cibi e bevande<br />

e per l’agricoltura di precisione, a cui si<br />

aggiungono le possibili ricadute che si potranno<br />

avere sia in ambito sanitario ma anche sul benessere<br />

generale: i medici potranno, tramite il<br />

software caricato su un pc, identificare a priori<br />

diete capaci di agire sulle funzioni a livello cellulare<br />

combinando cibi gustosi e al tempo stesso<br />

salutari, contribuendo quindi a sviluppare<br />

stili di alimentazione più sani ed equilibrati.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

27


ingredienti<br />

Dopo l’acquisizione<br />

di Nactis Flavours,<br />

sono continuati anche<br />

durante la fase<br />

di emergenza i progetti<br />

di espansione<br />

del Gruppo Nactarome,<br />

di cui fa parte<br />

AromataGroup, che<br />

punta a crescere su<br />

diversi mercati europei.<br />

di Alessandro<br />

Bignami<br />

NACTAROME: UN POLO EUROPEO<br />

NEL MERCATO DEGLI AROMI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

Tonio Grassmann,<br />

Managing Director<br />

e Partner<br />

in Nactarome<br />

Continua la strategia espansiva di AromataGroup, che<br />

non si è fermata neanche nel corso dell’emergenza globale<br />

per il coronavirus. Dopo l’acquisizione di IPAM a luglio<br />

del 2019, a dicembre 2019 è stata conclusa<br />

l’acquisizione del player francese Nactis Flavours:<br />

unione che ha dato vita alla nuova capogruppo<br />

Nactarome. A fine aprile <strong>2020</strong> è stato concluso<br />

l’iter per rilevare Create Flavours, azienda inglese<br />

specializzata nella produzione di aromi naturali. Si<br />

conferma così la strategia di buy-and-build<br />

del fondo di private equity Ambienta, che<br />

da fine 2018 detiene la quota di maggioranza<br />

di AromataGroup.<br />

Leader nella produzione e distribuzione<br />

di aromi, estratti e coloranti naturali,<br />

AromataGroup è un fornitore<br />

d’eccellenza nel mercato del food &<br />

beverage italiano ed europeo, in particolare per i segmenti<br />

delle bevande alcoliche, del gelato, dei prodotti da forno,<br />

della pasticceria e del cioccolato, oltre al settore nutraceutico<br />

e delle industrie cosmetiche. Per fare il<br />

punto sui progetti del Gruppo e sulla sua reazione<br />

all’impatto dell’epidemia, abbiamo parlato con<br />

Tonio Grassmann, Managing Director e Partner in<br />

Nactarome.<br />

Tonio Grassmann, può descriverci brevemente<br />

l’assetto attuale del Gruppo?<br />

AromataGroup rappresenta in Italia una<br />

realtà di quasi 130 persone, che operano<br />

in tre stabilimenti nel Nord Italia. Nel luglio<br />

scorso abbiamo rilevato IPAM, società italiana<br />

affermata nel mercato del pangrattato<br />

e di altri ingredienti funzionali per il set-<br />

28<br />

www.interprogettied.com


ingredienti<br />

tore del salato, in particolare<br />

panificati, pastelle e prodotti impanati.<br />

Nel dicembre 2019 abbiamo acquisito<br />

anche la società francese<br />

Nactis Flavours, presente soprattutto<br />

sul mercato transalpino con quattro<br />

stabilimenti produttivi, oltre a uno in<br />

Belgio. L’unione delle forze con Nactis<br />

Flavours ci permetterà di incrementare<br />

la competenza nella formulazione<br />

e produzione di proposte per il mercato<br />

internazionale del dolce e del<br />

salato. La nuova organizzazione del<br />

Gruppo conta ora su oltre 450 dipendenti<br />

e un turnover di circa 110 milioni<br />

di euro di fatturato.<br />

in un anno e mezzo è stata creata<br />

una realtà da quasi 120 milioni, con<br />

tutte le caratteristiche di una multinazionale,<br />

capace però di rimanere<br />

vicina alle aziende medio-piccole<br />

presenti sul territorio di appartenenza<br />

delle società che fanno parte del<br />

Gruppo. La nostra azione supera<br />

così il mercato italiano e si allarga a<br />

quello francese, belga, inglese: tutti<br />

europei e vicini, ma anche molto<br />

diversi per esigenze e dinamiche.<br />

Quando si parla di aromi, qualsiasi<br />

differenza culturale e nazionale diventa<br />

sensibile. Ogni popolazione<br />

ha tradizioni e gusti specifici. Allo<br />

stesso tempo, questa organizzazione<br />

internazionale ci consente di<br />

sfruttare parecchie sinergie nella<br />

produzione, nella gestione degli acquisti<br />

e della logistica, e anche a livello<br />

di rete commerciale su diversi<br />

mercati esteri. Nei prossimi mesi<br />

continueremo a lavorare ulteriormente<br />

su questi aspetti.<br />

Qual è stato l’impatto del lockdown<br />

sull’attività di Aromata Group?<br />

Fortunatamente abbiamo potuto<br />

proseguire l’attività senza fermarci e<br />

finora non abbiamo avuto contagi in<br />

azienda. Appena iniziata l’emergen-<br />

Nactarome Spa<br />

ha recentemente<br />

acquisito il 100%<br />

di Create Flavours,<br />

importante<br />

produttore di aromi<br />

naturali top-notes<br />

nel Regno Unito<br />

per l’industria<br />

alimentare<br />

e delle bevande.<br />

za, abbiamo creato un comitato di<br />

crisi per gestire la situazione e attuare<br />

tutte le procedure finalizzate a mettere<br />

in sicurezza gli operatori e l’azienda.<br />

Per oltre un terzo del personale,<br />

dall’amministrazione al<br />

customer service, è stata attivata la<br />

modalità di smart working, con un<br />

investimento immediato in computer<br />

portatili e strumenti digitali. Circa 80<br />

addetti hanno continuato a lavorare<br />

nei reparti produzione, magazzino e<br />

logistica dei tre stabilimenti. Abbiamo<br />

garantito loro tutti i dispositivi di protezione,<br />

a partire dalle mascherine ed<br />

i guanti, che in parte avevamo già in<br />

sede per la tipologia del nostro lavoro.<br />

Ci siamo riforniti di quanto necessario<br />

anche per il prossimo futuro,<br />

sperando che in seguito diventino più<br />

facilmente reperibili.<br />

Nell’approvvigionamento delle materie<br />

prime e nella logistica avete incontrato<br />

molte criticità?<br />

Chiaramente ci sono stati rallentamenti,<br />

dato che molte materie prime<br />

che lavoriamo provengono dai mercati<br />

esteri, non solo dall’Europa, ma<br />

anche dalla Cina e dall’India, che a<br />

causa del lockdown locale hanno creato<br />

spesso ritardi nelle consegne.<br />

L’emergenza non ha fermato la vostra<br />

strategia di espansione…<br />

Abbiamo concluso recentemente<br />

l’acquisizione di un’altra azienda,<br />

l’inglese Create Flavours, che ha un<br />

fatturato di circa 9 milioni di euro e<br />

una quarantina di dipendenti. Sono<br />

iniziative in linea con la strategia<br />

buy-and-build del fondo europeo<br />

Ambienta, che nel 2018 rilevò<br />

AromataGroup. Allora il nostro fatturato<br />

era di circa 32 milioni di euro:<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

29


ingredienti<br />

Siamo riusciti a garantire l’attività grazie<br />

anche ad un incremento avvenuto<br />

ad inizio anno dello stock del nostro<br />

magazzino, dove continuiamo a concentrare<br />

le tante materie prime che<br />

potranno servire nei prossimi mesi.<br />

Vorrei far presente, d’altronde, che<br />

per la formulazione di un aroma possono<br />

venire impiegati anche 30 ingredienti<br />

diversi. Basta che ne manchi<br />

uno e il prodotto non è più quello che<br />

il nostro cliente e il consumatore finale<br />

si aspettavano.<br />

Cosa si può imparare da questa<br />

drammatica esperienza?<br />

Siamo stati messi tutti a dura prova.<br />

Ma questa fase ci sta ponendo anche<br />

nelle condizioni di cambiare e migliorare<br />

alcuni flussi operativi. La digitalizzazione<br />

ci permette di restare in<br />

contatto, scambiarci informazioni,<br />

suddividerci gli incarichi e continuare<br />

ad operare anche mentre una buona<br />

parte degli operatori lavora all’esterno<br />

dell’azienda. Ora è essenziale<br />

continuare a mantenere la massima<br />

sicurezza: rispetto delle distanze, sanificazione<br />

degli ambienti, ampliamento<br />

degli spazi lavorativi e relativa<br />

La sede<br />

di AromataGroup<br />

a Concorezzo (MB)<br />

turnazione, misura della temperatura<br />

corporea all’ingresso.<br />

C’è qualche settore alimentare in cui<br />

avete registrato un aumento della<br />

richiesta?<br />

È cresciuta la domanda da parte delle<br />

aziende che forniscono la grande<br />

distribuzione e, in particolare, quella<br />

per la produzione di prodotti da forno<br />

e bevande alcoliche. Ora attendiamo<br />

la progressiva riapertura di bar,<br />

ristoranti, alberghi, gelaterie, che<br />

sono altri canali fondamentali per i<br />

nostri prodotti.<br />

È ottimista per il futuro della filiera del<br />

food in Italia?<br />

Tutta l’economia ha subito un duro<br />

colpo. Noi fortunatamente abbiamo<br />

potuto continuare a produrre, ma<br />

troppe attività sono state ferme a lungo<br />

e ne risentiranno. Mi auguro solo<br />

che si possa tornare quanto prima<br />

alla gestione di una nuova normalità.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

State portando avanti i vostri progetti<br />

di sostenibilità?<br />

In questo periodo sono stati rallentati,<br />

ma non si sono fermati e appena<br />

sarà possibile li riprenderemo in<br />

mano. Stiamo per investire oltre 400<br />

mila euro in impianti energetici a<br />

pannelli solari per gli stabilimenti di<br />

Concorezzo e Gessate, che puntiamo<br />

a terminare entro l’anno. E contiamo<br />

di portare avanti diversi altri progetti,<br />

per esempio nell’ambito del trattamento<br />

delle acque di lavorazione e<br />

dell’illuminazione a basso consumo<br />

energetico.<br />

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dedicata al settore materie plastiche<br />

che fornisce, un’informazione esaustiva<br />

sulle nuove tecnologie, i materiali<br />

e le applicazioni.<br />

icf<br />

RIVISTA<br />

DELL’ INDUSTRIA<br />

CHIMICA E<br />

FARMACEUTICA<br />

Italia: ❏ spedizione ordinaria 40,00 €<br />

❏ contrassegno 43,00 €<br />

Estero: ❏ spedizione ordinaria 58,50 €<br />

❏ spedizione prioritaria Europa 65,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 92,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />

Italia: ❏ spedizione ordinaria 61,00 €<br />

❏ contrassegno 65,00 €<br />

Estero: ❏ spedizione ordinaria 89,50 €<br />

❏ spedizione prioritaria Europa 101,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 125,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />

Italia: ❏ spedizione ordinaria 61,00 €<br />

❏ contrassegno 65,00 €<br />

Estero: ❏ spedizione ordinaria 89,50 €<br />

❏ spedizione prioritaria Europa 101,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 125,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />

Indirizzo a cui vanno effettuate le spedizioni:<br />

Nome ..............................................................................................<br />

Cognome........................................................................................<br />

Ditta/ente ........................................................................................<br />

Via...................................................................................................<br />

Città ...............................................................................................<br />

Prov .................Cap ..........................Naz .......................................<br />

Tel. ..................................................................................................<br />

e-mail .............................................................................................<br />

Informativa a richiesta di consenso - d.lgs 196/2003. Ai sensi dell’art.11 della Legge 675/96<br />

ed in relazione all’informativa che avete fornito sui dati richiesti, si esprime il consenso al trattamento<br />

ed alla comunicazione degli stessi.<br />

Firma ...............................................................................................<br />

Modalità di pagamento:<br />

❏<br />

Assegno bancario allegato alla presente in busta chiusa<br />

❏ Bonifico bancario IBAN IT10 T031 0422 9030 0000 0820 424<br />

❏<br />

Carta di credito:<br />

❏<br />

❏<br />

Scadenza ..................................................................................<br />

Italia: ❏ spedizione ordinaria 45,00 €<br />

❏ contrassegno 48,00 €<br />

Estero: ❏ spedizione ordinaria 60,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Europa 70,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 85,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Oceania 100,00 €<br />

n. carta<br />

Titolare carta .............................................................................<br />

Firma ...............................................................................................<br />

Servizio abbonamenti<br />

Interprogetti Editori Srl - Via Statale 39 - 23888 La Valletta Brianza (LC)<br />

Tel/fax +39 039 5153705 - E-mail: abbonamenti@interprogettied.com


ingredienti<br />

UNA VALIDA ALTERNATIVA AL CARMINIO E AI ROSSI SINTETICI<br />

Il rosso brillante è una tonalità molto richiesta per diversi prodotti<br />

alimentari. Sino ad oggi non c’era un’alternativa stabile al rosso<br />

fuoco del carminio e che non avesse un impatto organolettico.<br />

I consumatori sono esigenti, attenti alla salute, all’ambiente e al<br />

prezzo. Cresce quindi la richiesta di un’alternativa vegetale stabile,<br />

performante, della tonalità rossa carminio e ad un costo ragionevole.<br />

Biochim presenta a questo proposito Hansen Sweet Potato e la<br />

gamma di concentrati rossi Fruitmax ® .<br />

Il primo prodotto colorante a base di Hansen Sweet Potato è<br />

stato lanciato nel novembre 2018 e l’anno successivo ha vinto<br />

l“Innovation Awards” di Food Ingredients Europe.<br />

Il prodotto dona un colore rosso brillante ed è una valida alternativa<br />

al carminio ed ai rossi sintetici. Tra le sue caratteristiche<br />

segnaliamo:<br />

• Colore vivido e stabile<br />

• Stabile a Ph acido<br />

• Origine vegetale<br />

• No impatto organolettico<br />

• Etichettatura “concentrato di patata dolce”<br />

Le applicazioni riguardano i settori dei prodotti da forno, fillings, decorazioni,<br />

confectionary, carni, prerazioni di frutta, gelati e bevande.<br />

BETAGLUCANI E SISTEMA IMMUNITARIO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

I lieviti sono naturalmente ricchi<br />

di proteine ad alta digeribilità, fibre<br />

e vitamine.<br />

Per ottenere prodotti con adeguati<br />

dosaggi di vitamine e minerali<br />

questi vengono addizionati<br />

prima della fermentazione,<br />

per poter essere “digeriti” dal<br />

lievito stesso e diventarne parte<br />

integrante, risultando più<br />

biodisponibili e stabili, come<br />

hanno dimostrato diversi studi<br />

a riguardo.<br />

Lallemand BIO Ingredients è<br />

specialista nella produzione di<br />

lieviti, con una gamma che comprende<br />

diverse referenze:<br />

• Lalmin ® Selenio: il lievito trasforma<br />

il selenio inorganico<br />

aggiunto in selenometionina e<br />

selenocisteina, forme organiche<br />

più biodisponibili.<br />

• Lalmin Zinco<br />

• Lalmin Rame<br />

• Lalmin Ferro<br />

• Lalmin B complex: contiene<br />

tutte le vitamine del gruppo B,<br />

ci sono diverse referenze più o<br />

meno concentrate che forniscono<br />

con 200 mg o 500 mg il<br />

100% dei VNR di tutte le vitamine<br />

contenute.<br />

• Lalmin Immune: miscela<br />

pronta alluso contenente<br />

-glucani, vitamina D e Selenio.<br />

Con 350 mg si forniscono 60<br />

µg di Selenio, 400 UI vitamina<br />

D2 e circa 80 mg di -1,3/1,6<br />

glucani. Per tutte queste referenze<br />

è possibile utilizzare<br />

il claim approvato“contribuisce<br />

alla normale funzione del sistema<br />

immunitario”.<br />

Oltre a questi prodotti che<br />

fanno parte oramai della linea<br />

“consolidata”, l’azienda sta promuovendo<br />

le referenze a base<br />

di -1,3/1,6 glucani estratti<br />

dalla parete cellulare del lievito<br />

Saccharomyces cerevisiae e<br />

noti per stimolare naturalmente<br />

il sistema immunitario:<br />

• Glucans-30: 30% -1,3/1,6<br />

glucani<br />

• LalDefense: 85% -1,3/1,6<br />

glucani<br />

LalDéfense fornisce beta glucano<br />

da lievito molto puro, con<br />

un contenuto minimo dell’85%.<br />

È privo di alfa glucani e per la<br />

sua estrazione viene utilizzata<br />

una tecnica particolare che non<br />

altera la struttura chimica originale<br />

del glucano; ciò si traduce<br />

in un’alta resa ed elevata attività<br />

biologica.<br />

È un prodotto sicuro ed equilibrato,<br />

senza effetti negativi, non<br />

modificato chimicamente e caratterizzato<br />

da elevata purezza.<br />

Per ottenere benefici ottimali<br />

LalDéfense dovrebbe essere<br />

consumato quotidianamente<br />

sotto forma di capsule o compresse<br />

o miscelato negli alimenti.<br />

I prodotti Lallemand BIO<br />

Ingredients sono distribuiti in<br />

Italia da Faravelli.<br />

Per ulteriori informazioni è possibile<br />

scrivere a Faravelli Nutra<br />

Division: dietetico@faravelli.it.<br />

32<br />

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ingredienti<br />

PROTEINA DI CECI CONCENTRATA E FUNZIONALE<br />

In risposta alla crescente domanda<br />

di prodotti a base di<br />

proteine vegetali nel mercato<br />

food e nutraceutico, l’azienda<br />

israeliana InnovoPro ha messo<br />

a punto, con successo, una soluzione<br />

performante in termini<br />

di funzionalità, nutrizione, sostenibilità<br />

e gusto gradevole.<br />

InnovoPro, fondata nel 2013 e<br />

caratterizzata da un approccio<br />

altamente innovativo nel settore<br />

delle proteine vegetali, ha sviluppato,<br />

attraverso una nuova tecnologia<br />

brevettata, CP-Pro 70®,<br />

una Proteina di Ceci concentrata<br />

e altamente funzionale.<br />

Il prodotto è caratterizzato da<br />

un sapore neutro e pulito, e non<br />

richiede pertanto l’impiego di<br />

agenti mascheranti o sostanze<br />

chimiche, a differenza di altre<br />

proteine vegetali.<br />

CP-Pro 70, grazie ad un tenore<br />

proteico del 70% e alle peculiari<br />

caratteristiche organolettiche,<br />

trova applicazione in numerose<br />

formulazioni, sia come emulsionante<br />

sia come aerante; in<br />

sostituzione di additivi quali addensanti<br />

e gelificanti, ha dato<br />

ottimi risultati soprattutto nei<br />

gelati, nei budini, hamburger<br />

vegetali, e come alternativa alle<br />

uova nella maionese e nei prodotti<br />

da forno.<br />

Si è riscontrato un forte interesse<br />

per CP-Pro 70 anche nel<br />

settore dietetico e sportivo,<br />

dove è crescente l’impiego di<br />

fonti proteiche non-dairy, clean<br />

label, GMO free, con buona<br />

palatabilità e con interessanti<br />

valori nutrizionali: CP-Pro 70<br />

si è rivelato, infatti, ideale nella<br />

formulazione di blend proteici,<br />

barrette energetiche e bevande<br />

“ready to drink”.<br />

CP-Pro 70 è distribuita in Italia<br />

da Deimos Food, business unit<br />

di Deimos Group.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

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33


macchine<br />

Nell’industria alimentare<br />

l’aria calda è utilizzata<br />

in diverse applicazioni,<br />

tra cui l’asciugatura<br />

e sterilizzazione dei<br />

contenitori. I sistemi<br />

Leister, caratterizzati<br />

da potenza e portata<br />

elevata, riescono a<br />

riscaldare ingenti<br />

quantità di confezioni<br />

in tempi brevi.<br />

IL CALORE DI PROCESSO<br />

PER LA QUALITÀ E LA SICUREZZA<br />

DELL’ALIMENTO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

Antonio<br />

Colleroso, tecnico<br />

commerciale di<br />

Leister per la linea<br />

di riscaldatori<br />

destinati<br />

all’industria<br />

alimentare<br />

Fra le numerose proposte di Leister, multinazionale svizzera<br />

leader nella produzione di soluzioni per la saldatura della<br />

plastica e sistemi ad aria calda per l’industria di processo, i<br />

riscaldatori industriali risultano particolarmente interessanti<br />

per il settore alimentare: efficienti e performanti, permettono<br />

di ottenere un’elevata produttività e raggiungere ottimi<br />

risultati a costi ragionevoli. Il tutto nel pieno rispetto degli<br />

standard posti a tutela della qualità degli alimenti e della<br />

salute dei consumatori. Ne abbiamo<br />

parlato con Antonio Colleroso, tecnico<br />

commerciale di Leister per questa<br />

linea di prodotti.<br />

Le applicazioni dell’aria calda nell’industria<br />

alimentare sono numerose: quali<br />

sono le più richieste?<br />

Un’applicazione che da sempre interessa<br />

il settore alimentare è l’asciugatura e sterilizzazione dei contenitori<br />

per alimenti. A seconda del prodotto e del processo,<br />

può essere richiesto un lavaggio con acqua, una sterilizzazione<br />

a vapore o con perossido di idrogeno; in ogni caso il contenitore<br />

va asciugato prima del riempimento, per evitare che eventuali<br />

residui di acqua o altre sostanze alterino il contenuto.<br />

Quali vantaggi presenta l’uso di questa tecnologia?<br />

L’aria calda è apprezzata per diversi<br />

aspetti. I riscaldatori Leister possono<br />

erogare getti di aria a una temperatura<br />

che può arrivare a 650°C; già alle temperature<br />

di 150-200°C usate in molti<br />

processi di asciugatura si crea nel contenitore<br />

un ambiente poco gradito alla<br />

maggior parte dei microorganismi.<br />

Se il processo di confezionamento pre-<br />

34<br />

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macchine<br />

Riscaldatore LE 10000 DF-C<br />

vede la sterilizzazione del contenitore<br />

con perossido di idrogeno, disinfettante<br />

efficace ma non commestibile, la successiva<br />

asciugatura ad aria calda ne elimina<br />

completamente i residui evitando<br />

ogni contaminazione del contenuto.<br />

Nel caso di utilizzo di vapore per la sterilizzazione<br />

o il preriscaldo rapido, necessario<br />

ad esempio per contenitori in<br />

vetro che vanno riempiti con sostanze<br />

calde per evitare crepe da sbalzo termico,<br />

l’asciugatura con aria calda elimina<br />

ogni traccia di acqua rapidamente e<br />

mantiene la temperatura del contenitore<br />

al livello richiesto.<br />

In alcuni processi, l’asciugatura e riscaldamento<br />

ad aria calda, che non lascia<br />

tracce di condensa, può anche rendere<br />

superflui ulteriori trattamenti a valle del<br />

riempimento, contribuendo così a<br />

mantenere inalterati i pregi organolettici<br />

del prodotto confezionato.<br />

Quali sono i riscaldatori più utilizzati in<br />

questi processi?<br />

Riscaldare ingenti quantità di contenitori<br />

in tempi brevi richiede sistemi con<br />

potenza e portata elevata: la soluzione<br />

migliore è costituita dai riscaldatori<br />

Leister abbinati a soffianti in grado di<br />

generare una pressione adeguata. Fra<br />

i riscaldatori più apprezzati dall’industria<br />

alimentare spicca LE 10000 DF-C<br />

Clean Air Heater, progettato per ambienti<br />

nei quali sono richieste condizioni<br />

igieniche particolarmente stringenti,<br />

come appunto il settore alimentare.<br />

Questo riscaldatore a doppia flangia è<br />

prodotto con materiali assolutamente<br />

atossici e senza isolamento termico in<br />

mica così da ridurre al minimo eventuali<br />

emissioni di particolato. Dalle presta-<br />

zioni elevate – fino a 17 kW di potenza<br />

e 650°C di temperatura dell’aria in<br />

uscita – Clean Air Heater può essere<br />

abbinato a soffianti o, grazie alla sua<br />

robustezza, anche ad aria di rete: può<br />

quindi esser collegato direttamente al<br />

compressore, un vantaggio nel caso i<br />

protocolli prevedano l’utilizzo di aria<br />

purificata mediante filtri come quelli<br />

spesso presenti nei compressori industriali,<br />

o in impianti dove l’aria calda<br />

deve viaggiare attraverso canalizzazioni<br />

complesse prima di raggiungere il<br />

punto di utilizzo finale e dove la pressione<br />

richiesta è quindi maggiore.<br />

L’offerta di riscaldatori industriali Leister<br />

comprende inoltre la gamma LHS, con<br />

potenze erogabili dai 550 W ai 40 kW,<br />

disponibili in versione Classic, Premium<br />

(regolabile con potenziometro) e<br />

System (gestibili tramite PLC).<br />

Sufficientemente ampia da consentire<br />

una grande versatilità, la gamma LHS è<br />

caratterizzata dalla disponibilità di numerosi<br />

ricambi e accessori: resistenze,<br />

tubi, adattatori, flange, ugelli e riflettori.<br />

E per quanto riguarda le soffianti?<br />

I riscaldatori Leister possono essere<br />

abbinati a una grande varietà di soffianti<br />

che i nostri tecnici sanno consigliare<br />

a seconda delle caratteristiche<br />

Soffiante Robust<br />

Soffiante<br />

Airpack<br />

dell’impianto; fra i più interessanti si<br />

possono ricordare Robust e Airpack.<br />

Robust è un soffiante compatto dalle<br />

notevoli prestazioni: con soli 8 kg di<br />

peso ha una portata d’aria di 1.200 litri<br />

al minuto. Progettato con un sistema<br />

di insonorizzazione che lo rende molto<br />

silenzioso, è particolarmente robusto e<br />

può essere utilizzato in qualsiasi posizione,<br />

anche in continuo e in condizioni<br />

ambientali difficili.<br />

Per impianti di maggiori dimensioni è<br />

sicuramente indicato Airpack, soffiante<br />

ideale per applicazioni dove occorra<br />

convogliare grandi quantità d’aria a elevata<br />

pressione. Potente (2200W) e performante<br />

(3.900 litri al minuto), può<br />

essere utilizzato per alimentare anche<br />

più di un riscaldatore alla volta. Anche<br />

per Airpack sono disponibili numerosi<br />

accessori: tubi, adattatori e ugelli.<br />

Soffianti e riscaldatori Leister costituiscono<br />

una combinazione vincente per le<br />

esigenze dell’industria alimentare, anche<br />

grazie all’ottimo servizio di assistenza:<br />

la loro robustezza li rende poco soggetti<br />

a necessità di manutenzione, ma<br />

in caso di necessità i nostri uffici tecnici<br />

sono a disposizione, anche in questo<br />

periodo, per assicurare continuità ai processi<br />

nel pieno rispetto di tutte le normative<br />

di sicurezza e salute vigenti.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

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35


energia<br />

ANALISI SULL’ANDAMENTO DEL MERCATO ELETTRICO E DEI PPA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

Circa 200 persone hanno partecipato al webinar<br />

“Sviluppo e agro-fotovoltaico: sostenibilità e<br />

bancabilità del nuovo primario” organizzato da<br />

Moroni&Partners, interessante occasione per<br />

comprendere le potenzialità di sviluppo del settore<br />

fotovoltaico post-pandemia. La combinazione<br />

di produzione agricola e produzione di<br />

energia sullo stesso terreno rappresenta, infatti,<br />

un’interessante opportunità sia per le aziende<br />

agricole, che possono differenziare il loro business<br />

e valorizzare meglio parte dei terreni mantenendo<br />

l’attenzione alla coltivazione, sia per i<br />

produttori di energia che possono ottimizzare<br />

costi di gestione e di manutenzione attraverso<br />

l’affidamento di una parte delle attività al partner<br />

agricolo.<br />

L’evento è stato l’occasione per un’analisi dettagliata,<br />

a cura di EGO, della situazione presente<br />

e futura del mercato elettrico alla luce della recente<br />

emergenza sanitaria ed economica, nel<br />

corso della quale si è verificato un calo dei consumi<br />

di energia elettrica. In particolare, nel mese<br />

di marzo c’è stata una riduzione di circa il 10%<br />

rispetto a marzo 2019, che è arrivato al 17% nel<br />

mese di aprile - rispetto ad aprile 2019 - per poi<br />

risalire nel mese di maggio in cui si è tornati a<br />

meno 10% rispetto allo stesso mese dell’anno<br />

precedente.<br />

Più critico l’effetto sul prezzo dell’energia, fortemente<br />

influenzato oltre che dal calo dei consumi<br />

dal prezzo del gas, che ha registrato nel periodo<br />

marzo-maggio <strong>2020</strong> un calo del 50%<br />

nei confronti del prezzo medio del 2019.<br />

Gli effetti positivi, comunque, ci sono stati<br />

e sono sintetizzabili in un forte calo nel<br />

consumo di idrocarburi e di carbone con<br />

conseguente riduzione delle emissioni di<br />

CO 2<br />

, il che fa pensare che l’emergenza<br />

COVID possa essere considerata un elemento<br />

di accelerazione verso la decarbonizzazione.<br />

“Durante la fase tre dell’emergenza<br />

stiamo assistendo a una graduale ripresa<br />

dei consumi, con prezzi spot<br />

che rimangono sempre molto bassi<br />

e con prospettive di parziale risalita<br />

solo verso fine anno. Prevediamo<br />

infatti un prezzo medio di base load<br />

sull’intero <strong>2020</strong> di circa 36,00 Euro/<br />

MWh, nettamente inferiore al minimo<br />

storico (da quando nel 2004 è<br />

stata istituita la Borsa Elettrica) registrato nel<br />

2016: 42,78 Euro/MWh”, ha dichiarato Stefano<br />

Cavriani, direttore e fondatore di EGO Energy.<br />

”Tutto questo ha un impatto significativo sui<br />

PPA, per i quali è necessario prevedere formule<br />

contrattuali più articolate: non più soltanto<br />

prezzo fisso ma anche prezzo variabile con cap<br />

& floor oppure floor + profit-sharing, piuttosto<br />

che formule che prevedono un prezzo variabile<br />

nel periodo iniziale e un fixing successivo, o<br />

eventualmente con meccanismo di “accumulo”<br />

di riserva economica in caso di significativi scostamenti<br />

di prezzo sfavorevoli per una o per<br />

l’altra Parte.<br />

Per quanto riguarda la partecipazione delle<br />

FER non programmabili al mercato elettrico<br />

avranno un ruolo importante gli accumuli<br />

e sempre di più servirà attrezzarsi<br />

per gestire gli impianti rinnovabili<br />

come elementi attivi del sistema (e<br />

non solo passivi)”.<br />

Il webinar ha comunque fatto<br />

intravedere segnali di ottimismo,<br />

le criticità maggiori ad<br />

oggi sono infatti dovute agli<br />

aspetti burocratici e di autorizzazione,<br />

e non alla mancanza<br />

di capitali e di interesse da parte<br />

degli investitori. A questo si<br />

aggiunge una maggiore sensibilità<br />

nei confronti dell’energia green e<br />

un abbassamento dei prezzi della<br />

tecnologia.<br />

Impianto fotovoltaico<br />

a terra<br />

Stefano Cavriani, direttore<br />

e fondatore di EGO Energy<br />

36<br />

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energia<br />

COGENERAZIONE NELLO STABILIMENTO DI SPUMANTI E LIQUORI<br />

Lo storico stabilimento Martini &<br />

Rossi di Pessione, a pochi chilometri<br />

da Torino, uno dei maggiori<br />

punti di produzione al mondo del<br />

Gruppo Bacardi di cui l’azienda<br />

piemontese fa parte da 25 anni, è<br />

protagonista su Cogeneration<br />

Channel. Il successo di questo fiore<br />

all’occhiello italiano della multinazionale<br />

con sede a Bermuda non è<br />

dato solo dalla qualità della produzione<br />

e dall’alto livello di professionalità<br />

degli addetti, ma anche dalla<br />

politica riguardante l’efficienza<br />

energetica dello stabilimento stesso<br />

che diventa ancora più importante<br />

ora, in questo periodo di<br />

emergenza. Ora più che mai puntare<br />

sull’efficienza, per tagliare costi<br />

ed emissioni inquinanti rimanendo<br />

competitivi sul mercato, è<br />

sempre più fondamentale.<br />

In considerazione degli elevati<br />

consumi di energia elettrica e termica<br />

richiesti dai processi produttivi<br />

e nell’ottica di una razionalizzazione<br />

nell’utilizzo delle fonti di<br />

energia fossile, con conseguente<br />

risparmio economico e miglioramento<br />

della condizione ambientale<br />

relativamente ai gas serra, la<br />

Martini & Rossi ha deciso di installare<br />

a Pessione un impianto di cogenerazione<br />

AB, azienda italiana<br />

esperta in questo settore a livello<br />

internazionale, per la produzione<br />

di energia elettrica e termica (caldo<br />

e freddo) che è andato a sostituire<br />

due impianti di cogenerazione<br />

già attivi. L’azienda è da sempre<br />

votata al risparmio energetico e<br />

all’efficientamento degli impianti<br />

con un occhio di riguardo alla sostenibilità<br />

che parte dal ciclo produttivo<br />

delle materie prime fino al<br />

confezionamento del prodotto in<br />

scatola, passando per la riduzione<br />

dai consumi d’acqua, dalla gestione,<br />

fino alle strategie sul packaging<br />

per la riduzione degli scarti.<br />

“L’impianto installato, che ha sostituito<br />

due cogeneratori funzionanti<br />

da circa 20 anni”, ha dichiarato<br />

Stefano Fava, addetto ai<br />

Servizi Tecnici dello stabilimento<br />

di Pessione, nel corso dell’intervista<br />

a Cogeneration Channel. “È<br />

stato dimensionato in base alla<br />

storicità dei nostri consumi permettendoci<br />

di avere ora un impianto<br />

sfruttato nella sua totalità,<br />

in quanto tutta l’energia elettrica<br />

e termica prodotta viene sfruttata<br />

dallo stabilimento”.<br />

Lo stabilimento quindi, grazie a<br />

questo impianto, è anche un gioiello<br />

“green” oltre ad essere uno<br />

dei principali siti di produzione al<br />

mondo del Gruppo Bacardi, con<br />

una superficie di 161’000 mq in<br />

cui si confezionano 48 differenti<br />

prodotti tra Vermouth, Spumanti,<br />

liquori e (a partire dal 2017) anche<br />

23 tipi di Rum Bacardi, con una<br />

produzione di circa 120 milioni di<br />

bottiglie dei prodotti storici e 40<br />

milioni bottiglie di Rum Bacardi,<br />

con spedizioni in partenza da qui<br />

verso oltre 100 paesi nel mondo.<br />

L’impianto AB della Linea ECOMAX ®<br />

Natural Gas (ECOMAX ® 9 NGS) ha<br />

una potenza elettrica di 1200kW e<br />

una potenza termica di ulteriori<br />

1100 kW ottenuti dal recupero termico<br />

del motore per la produzione<br />

di acqua calda. Grazie all’impianto<br />

installato, attivo 3.500 ore/anno, si<br />

ha un ciclo produttivo che prevede<br />

l’utilizzo contemporaneo dell’energia<br />

elettrica (per tutti i macchinari di<br />

produzione e imbottigliamento),<br />

del vapore (per i processi di distillazione,<br />

fermentazione, disinfezione<br />

degli impianti e nel periodo invernale<br />

per il riscaldamento dei locali)<br />

e dell’acqua calda (destinata alle<br />

varie fasi di lavaggio sia di cantina<br />

che di imbottigliamento, nonché<br />

nei tunnel di riscaldamento delle<br />

linee di imbottigliamento spumante).<br />

La scelta di questo impianto<br />

permette di mantenere basse le<br />

emissioni di CO 2<br />

e di avere un risparmio<br />

sulla bolletta elettrica di<br />

circa 200mila euro e 1500MWh rispetto<br />

alla situazione precedente<br />

con due cogeneratori attivi.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

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37


sicurezza<br />

Il governo italiano<br />

ha approvato il Ddl<br />

per la riforma del<br />

diritto sanzionatorio<br />

agroalimentare.<br />

Tra i focus, la lotta<br />

all’agropirateria, la tutela<br />

delle eccellenze nazionali<br />

e la responsabilità<br />

della persona giuridica.<br />

Mentre gli USA hanno<br />

definito nuovi piani di<br />

autocontrollo, adottando<br />

il “Food Defence Plan”.<br />

di Eva De<br />

Vecchis<br />

LE NUOVE NORME SUI REATI<br />

AGROALIMENTARI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

Il nuovo DDL<br />

pone “la necessità<br />

di fronteggiare<br />

urgentemente,<br />

sistemicamente<br />

e in maniera<br />

strutturata i<br />

fenomeni di<br />

infiltrazione<br />

malavitosa e di<br />

sfruttamento<br />

umano” nel<br />

comparto agricolo<br />

Il 25 febbraio scorso il Consiglio dei ministri ha approvato<br />

il disegno di legge n. 283 della XVIII Legislatura che riprende<br />

i contenuti del precedente DDL S n. 2231 del 2016,<br />

con il quale era stato recepito il progetto di riforma del<br />

diritto sanzionatorio agroalimentare. Il nuovo diritto penale<br />

che si pone l’obiettivo di interpretare le sfide della<br />

globalizzazione e quelle delle realtà territoriali, come importanti<br />

parimenti da rispettare, è stato proposto dal<br />

Ministro della giustizia Alfonso Bonafede, e dal Ministro<br />

delle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa<br />

Bellanova; approvato nel Consiglio dei ministri ed ispirato<br />

al testo elaborato dall’Osservatorio Agromafie guidato<br />

dall’ex magistrato Giancarlo Caselli.<br />

Nella relazione di accompagnamento al DDL S n. 283 si<br />

legge espressamente che “il contesto normativo e sociale<br />

che vive il comparto agricolo pone la necessità di fronteggiare<br />

urgentemente, sistemicamente e in maniera<br />

strutturata i fenomeni di infiltrazione malavitosa e di sfruttamento<br />

umano. Come nel cosiddetto ‘caporalato’ si è<br />

intervenuti legislativamente, anche l’apparato produttivo<br />

e distributivo del comparto vive la necessità di protezione<br />

38<br />

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sicurezza<br />

normativa verso fenomeni connessi<br />

all’illegalità”.<br />

Il disegno di legge “Nuove norme in<br />

materia di reati agroalimentari” risponde<br />

dunque a tali esigenze ed<br />

integra il codice penale intervenendo<br />

anche “sull’organizzazione del controllo<br />

aziendale e sulla strutturazione<br />

delle imprese, prevedendo per esse<br />

anche facilitazioni amministrative che<br />

consentano l’adempimento dei controlli<br />

ex ante. Sono inoltre fornite modalità<br />

operative che permettono una<br />

puntuale tracciabilità e trasparenza<br />

della filiera, del percorso produttivo e<br />

distributivo del prodotto, al fine di<br />

garantire la legalità indispensabile a<br />

tutela dei consumatori”.<br />

Tutela della salute e dell’ordine economico,<br />

rimangono i due obiettivi<br />

principali. Anche le imprese, infatti,<br />

dovranno essere tutelate dalla concorrenza<br />

sleale, ma solo quelle che<br />

operano nel rispetto delle norme.<br />

Per quanto riguarda la tutela del consumatore,<br />

si tenta di prevedere il più<br />

possibile tutti quei rischi che possono<br />

essere evitati, prima di venire sanzionati.<br />

In tal senso, sono stati individuati<br />

nuovi reati, tra cui: il disastro sanitario<br />

(“agropirateria”), il ruolo della<br />

persona giuridica; la pubblicità ingannevole,<br />

falsa oppure incompleta.<br />

Nel frattempo però c’è un altro mercato<br />

che si sta occupando della propria<br />

sicurezza alimentare e della tutela<br />

dei propri cittadini in modo<br />

adeguato, gli USA. Il mercato statunitense,<br />

infatti, che rappresenta uno<br />

degli sbocchi principali per l’economia<br />

italiana, sta mettendo in atto alcune<br />

linee di sicurezza nel settore<br />

“food” che si traducono nel Food<br />

Defence Plan (FDP): molto simile ai<br />

piani di autocontrollo, ma con l’aggiunta<br />

di un membro responsabile<br />

che garantisca la corretta applicazione<br />

delle norme attraverso il cosiddetto<br />

Preventive Controls Qualified<br />

Individual (o PCQI). Per la prima volta<br />

quindi, l’operatore alimentare dovrà<br />

valutare e sorvegliare la sicurezza del<br />

proprio processo: un cambio di ap-<br />

LE CONDIZIONI DI TRASPORTO<br />

E CONSERVAZIONE<br />

La grande novità del disegno di legge<br />

è quella di aver introdotto per la prima<br />

volta tutte quelle violazioni che<br />

anticipano il possibile pericolo per il<br />

consumatore e dunque assicurano la<br />

sicurezza lungo tutta la filiera. In questo<br />

senso sono state stabilite nuove<br />

condizioni di trasporto e di conservazione<br />

dei prodotti prima che vengano<br />

messi sul mercato.<br />

Tra i comportamenti sanzionabili riproccio<br />

importante, rispetto alle classiche<br />

norme di un HACCP.<br />

IL RUOLO DELL’IMPRENDITORE<br />

Tra le novità di rilievo del Ddl c’è la<br />

responsabilità della persona giuridica.<br />

Nello specifico sono descritte nel testo<br />

tutte le condizioni che mirano ad<br />

esentare l’imprenditore da qualunque<br />

tipo di responsabilità penale o<br />

amministrativa opportunamente dimostrate<br />

dal titolare dell’impresa che<br />

dovrà aver tenuto conto di ogni condotta<br />

necessaria per evitare rischi<br />

(che vanno dalla certificazione dell’origine<br />

del prodotto fino alla tracciabilità<br />

e la verifica delle informazioni<br />

dell’etichetta).<br />

L’IMPORTANZA DELLE CORRETTE<br />

DICHIARAZIONI IN FASE<br />

DI COMMERCIO E VENDITA<br />

Il decreto sottolinea l’importanza delle<br />

corrette dichiarazioni, sia in fase di<br />

commercio che di vendita del prodotto.<br />

In questo senso, l’articolo 516 dedicato<br />

alla frode in commercio di prodotti<br />

alimentari specifica che “fuori<br />

dei casi di cui all’articolo 517, chiunque,<br />

nell’esercizio di un’attività agricola,<br />

commerciale, industriale o di<br />

intermediazione, importa, esporta,<br />

spedisce in transito, introduce in custodia<br />

temporanea o in deposito<br />

doganale, trasporta, detiene per<br />

vendere, offre o pone in vendita,<br />

somministra, distribuisce o mette<br />

altrimenti in circolazione alimenti<br />

che, per origine, provenienza, qualità<br />

o quantità, sono diversi da quelli<br />

indicati, dichiarati o pattuiti, è punito<br />

con la reclusione da quattro mesi<br />

a due anni e con la multa fino a<br />

10.000 euro”.<br />

L’articolo 517, invece, approfondisce<br />

la vendita di alimenti con segnali<br />

mendaci e sanziona chiunque,<br />

“nell’esercizio di un’attività agricola,<br />

commerciale, industriale o di intermediazione<br />

di alimenti” inganni il<br />

consumatore (anche mediante introduzione<br />

in custodia temporanea o in<br />

deposito doganale) utilizzando segni<br />

Il disegno di<br />

legge stabilisce<br />

nuove condizioni<br />

di trasporto e di<br />

conservazione dei<br />

prodotti prima che<br />

vengano messi sul<br />

mercato<br />

distintivi falsi o indicazioni, anche di<br />

tipo figurativo. Colui che “omette le<br />

indicazioni obbligatorie sull’origine o<br />

provenienza geografica ovvero sull’identità<br />

o qualità del prodotto in sé o<br />

degli ingredienti che ne rappresentano<br />

il contenuto qualificante, è punito<br />

con la reclusione da sei mesi a tre<br />

anni e con la multa da 5.000 a<br />

30.000 euro”.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

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39


sicurezza<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

entrano per la prima volta anche<br />

quelle violazioni che anticipano la<br />

formazione del pericolo ma che sono<br />

importanti per la sicurezza lungo la<br />

filiera come ad esempio le condizioni<br />

di trasporto e di conservazione dei<br />

prodotti prima della loro immissione<br />

al consumo.<br />

INTRODOTTO IL REATO<br />

DI AGROPIRATERIA<br />

Altra novità è l’introduzione del reato<br />

di “agropirateria”, che si ha nel momento<br />

in cui le frodi sono commesse<br />

da soggetti che non per forza fanno<br />

parte di associazioni di stampo criminale,<br />

ma che agiscono attraverso e<br />

per mezzo di attività organizzate.<br />

Lo stesso reato di frode ha subito una<br />

revisione rispetto al passato (quando<br />

era legato alla sola consegna materiale<br />

del prodotto) e sarà allargato a<br />

tutte quelle attività che precedono la<br />

fase di consegna come il ricorso ad<br />

“informazioni commerciali false o<br />

incomplete riguardanti alimenti, pregiudica<br />

la sicurezza della loro consumazione<br />

con pericolo concreto per la<br />

salute pubblica”. In tal senso le sanzioni<br />

saranno riferite ai casi di “falso<br />

biologico” e di falsa indicazione d’origine.<br />

Anche l’imprenditore, restando in<br />

tema di “agropirateria”, può essere<br />

sanzionato se realizza alterazioni delle<br />

caratteristiche merceologiche del<br />

prodotto. Il fine ultimo è quindi quello<br />

di stabilire delle regole che vadano<br />

oltre la semplice protezione dei prodotti<br />

Dop e Igp e si estenda anche ai<br />

prodotti più convenzionali.<br />

Il progetto, ad oggi, non è ancora diventato<br />

legge, ma quello di cui si parla<br />

è qualcosa che merita una particolare<br />

attenzione.<br />

La salute e la sicurezza alimentare dei<br />

cittadini, il corretto funzionamento<br />

del settore e il riconoscimento degli<br />

imprenditori onesti sono infatti temi<br />

chiave per il nostro “Made in Italy”,<br />

che ci rappresenta a livello economico<br />

e dunque merita di essere salvaguardato<br />

anche all’interno delle di-<br />

Per la prevenzione<br />

dei reati<br />

agoalimentari sono<br />

fondamanentali<br />

la certificazione<br />

dell’origine del<br />

prodotto, la<br />

tracciabilità e<br />

la verifica delle<br />

informazioni<br />

dell’etichetta<br />

rettive europee, oltre che nazionali.<br />

In questo modo anche il cibo e la sua<br />

identità si valorizzano, alla pari della<br />

cultura in senso più ampio, diventando<br />

vero e proprio patrimonio agroalimentare<br />

italiano.<br />

FOOD DEFENCE PLAN:<br />

LA PREVENZIONE IN USA<br />

Da qualche anno i produttori alimentari<br />

che vendono in USA si devono<br />

adeguare a una serie di norme a garanzia<br />

della sicurezza dei prodotti<br />

alimentari che interessano anche i<br />

beni d’importazione. Si tratta di un<br />

pacchetto di norme a tutela del consumatore<br />

e del mercato da tutti i possibili<br />

rischi igienico-sanitari concernenti<br />

gli alimenti.<br />

Tra i vari provvedimenti, è il tema di<br />

prevenzione sanitaria meglio noto<br />

come Food Defence, un insieme di<br />

attività finalizzate alla protezione dei<br />

prodotti alimentari da falsificazioni in<br />

ambito internazionale e sabotaggi,<br />

messi in atto con lo scopo di arrecare<br />

danni alle aziende e alla salute dei<br />

cittadini.<br />

All’interno del capitolo della FSMA<br />

dedicato alle adulterazioni intenzionali<br />

(FSMA-IA) si stabilisce che le<br />

aziende statunitensi e quelle straniere<br />

che esportano negli Stati Uniti dovranno<br />

attuare un Food Defense Plan<br />

(FDP), costituito da provvedimenti<br />

molto simili ai piani di autocontrollo,<br />

ma con l’aggiunta di un membro responsabile<br />

che garantisca la corretta<br />

applicazione delle norme attraverso<br />

il cosiddetto Preventive Controls<br />

Qualified Individual o PCQI.<br />

Una vera novità insomma, perché per<br />

la prima volta si richiede che l’operatore<br />

alimentare valuti la sicurezza del<br />

proprio processo in merito a possibili<br />

atti di contaminazione volontaria (si<br />

esterni che interni all’azienda); che<br />

analizzi la vulnerabilità aziendale, i<br />

suoi processi e i suoi prodotti; che<br />

metta a punto strategie di mitigazione<br />

e procedure di monitoraggio o di<br />

verifica.<br />

Il tema delle adulterazioni intenzionali<br />

però sta viaggiando anche al di fuori<br />

degli Stati Uniti e presto dovrà essere<br />

affrontato da tutti i produttori di<br />

alimenti perché le stesse normative di<br />

certificazione volontaria (standard<br />

GFSI) stanno incorporando, all’interno<br />

delle ultime revisioni, alcuni concetti<br />

da includere negli schemi.<br />

In generale, il complesso di norme in<br />

vigore ha subito un processo di accrescimento<br />

che parte dal 2016 quando<br />

le aziende che esportano negli USA<br />

hanno dovuto adottare i Preventive<br />

Controls for Human Food, redatti in<br />

base alle analisi di controllo preventivo<br />

(HARPC, Hazard analysis and risk<br />

based preventive Controls), versione<br />

approfondita dell’italiano HACCP.<br />

Altro step è stato quello avvenuto nel<br />

2019, quando per le aziende che<br />

esportano negli Stati Uniti è diventato<br />

necessario presentare i Food<br />

Defence Plan. Dal 2019 al <strong>2020</strong> l’obbligo<br />

di adeguamento riguarderà<br />

circa l’80% delle aziende alimentari<br />

italiane.<br />

40<br />

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sicurezza<br />

INDUMENTI PER GARANTIRE<br />

LA SICUREZZA MICROBIOLOGICA<br />

UN’APP PER INDIVIDUARE I LIVELLI<br />

DI RISCHIO OPERATIVO<br />

L’abbigliamento MEWA viene<br />

indossato ogni giorno da circa<br />

1,2 milioni di persone. Matthias<br />

Zoch, responsabile ingegneria<br />

ambientale e di processo presso<br />

MEWA, spiega perché è<br />

possibile fare affidamento sui<br />

processi di lavaggio certificati<br />

per l’igiene.<br />

I virus possono sopravvivere ai<br />

processi di lavaggio MEWA?<br />

No, le nostre procedure sono<br />

validate igienicamente e sono<br />

sicure, cosa che non sempre<br />

vale per il bucato nella lavatrice<br />

domestica. Questo è il motivo<br />

per cui proprio le aziende che<br />

operano in settori sensibili<br />

come quello dei generi alimentari<br />

vanno sul sicuro se affidano<br />

a professionisti il lavaggio degli<br />

indumenti dei propri dipendenti.<br />

Non è possibile il contagio<br />

attraverso i tessuti lavati da<br />

MEWA. La nostra gestione<br />

dell’igiene garantisce l’innocuità<br />

microbiologica degli indumenti<br />

lavati e riconsegnati da<br />

noi. I virus non possono sopravvivere<br />

a questo lavaggio industriale<br />

professionale.<br />

Questo vale anche per il coronavirus?<br />

Tutti i nostri processi di lavaggio<br />

per indumenti professionali si<br />

svolgono a temperature comprese<br />

tra 60 e 75 gradi Celsius.<br />

Queste temperature, insieme ai<br />

disinfettanti che utilizziamo,<br />

inattivano completamente i coronavirus.<br />

L’efficacia virucida<br />

degli agenti disinfettanti è comprovata.<br />

Tutte le nostre aziende<br />

per il lavaggio dell’abbigliamento<br />

da lavoro sono certificate wfk<br />

per l’igiene dei tessuti.<br />

Per i panni per la pulizia, le temperature<br />

di lavaggio sono ancora<br />

più elevate. Vengono lavati a<br />

temperature di 90 gradi C° per<br />

almeno 15 minuti. Il Robert<br />

Koch Institut definisce come parametri<br />

per la disinfezione termica<br />

il lavaggio a una temperatura<br />

di 90 gradi C° con un<br />

tempo di mantenimento di 10<br />

minuti. I nostri processi di lavaggio<br />

superano questi requisiti e<br />

sono quindi disinfettanti. Tutti i<br />

germi sono completamente<br />

inattivati.<br />

Il coronavirus può trasmettersi<br />

attraverso i tessuti?<br />

Non sono note infezioni causate<br />

da tessuti. Tutte le infezioni<br />

conosciute si sono verificate per<br />

contatto diretto, poiché le vie di<br />

infezione del coronavirus sono,<br />

secondo le attuali conoscenze,<br />

paragonabili al virus dell’influenza:<br />

si tratta di infezioni<br />

trasmesse da goccioline o infezioni<br />

dirette. Inoltre, non sono<br />

note infezioni da goccioline<br />

trasportate dall’aria. Questo è il<br />

motivo per cui attualmente<br />

dobbiamo mantenere una distanza<br />

di almeno un metro e<br />

mezzo. Di norma, a questa distanza<br />

si è fuori dal raggio di<br />

azione delle goccioline emesse<br />

con uno starnuto, un colpo di<br />

tosse oppure parlando.<br />

È nata una nuova app che aiuterà i responsabili<br />

delle operation, i responsabili<br />

degli impianti e i professionisti<br />

di IT/OT a misurare i livelli di rischio<br />

operativo all’interno delle proprie<br />

infrastrutture connesse.<br />

L’app Assessment Hub di<br />

Rockwell Automation copre<br />

reti, asset di automazione<br />

e cyber security ed<br />

è stata sviluppata per<br />

far sì che i manager<br />

siano maggiormente<br />

consapevoli<br />

di quanto il<br />

livello di rischio<br />

aumenti, in rapporto<br />

a una crescente<br />

espansione degli spazi di lavoro connessi<br />

e dello smart manufacturing.<br />

Disponibile ora sia per Android che per<br />

iOS, l’applicazione dopo aver posto una<br />

serie di semplici domande intuitive e stimolanti,<br />

fornisce un rating personalizzato<br />

a basso, medio o alto rischio, calcolato<br />

in base alle attuali best practice del<br />

settore.<br />

“Abbiamo sviluppato questa app come<br />

incentivo e punto di partenza per una<br />

valutazione più approfondita dell’impianto,<br />

la nostra significativa esperienza,<br />

basata su progetti realizzati in tutto il<br />

mondo, ci ha permesso di comprendere<br />

che, spesso, semplici problemi operativi<br />

e rischi possono essere indicativi di criticità<br />

più importanti ed estese che, non<br />

sempre, sono così facili da prevedere o<br />

da analizzare”, ha dichiarato Marc Baret,<br />

EMEA Regional Director, Customer<br />

Support and Maintenance di Rockwell<br />

Automation.<br />

“Attraverso una serie di quesiti su reti, asset<br />

e sicurezza - anche solo con semplici<br />

domande come quelle previste dall’appgli<br />

utenti possono iniziare a delineare un<br />

quadro e a localizzare i potenziali rischi e,<br />

quindi, far evolvere ed espandere le proprie<br />

operazioni in un ambiente più strutturato<br />

e meglio gestito”.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

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41


automazione/strumentazione<br />

Nel 2019 le applicazioni<br />

nell’industria alimentare<br />

hanno raggiunto<br />

il valore di 11,5 miliardi<br />

di dollari. Nei prossimi<br />

anni cresceranno ancora,<br />

trainate dalle tecnologie<br />

intelligenti e dal mercato<br />

asiatico.<br />

di Giuseppe<br />

Tamburini<br />

AUTOMAZIONE E STRUMENTAZIONE<br />

DI PROCESSO: CRESCITA VERSO L’8%<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

Le soluzioni<br />

automatizzate<br />

e di robotica<br />

trovano la<br />

loro maggior<br />

applicazione<br />

nelle fasi di vera<br />

e propria<br />

lavorazione<br />

e trasformazione<br />

delle materie<br />

prime in alimento<br />

finito<br />

Il mercato mondiale dell’automazione e strumentazione di<br />

processo nell’industria alimentare ha raggiunto nel 2019 il<br />

valore di 11,5 miliardi di dollari, con un incremento medio<br />

annuo del 7,2% nell’arco dell’ultimo decennio (figura 1).<br />

È importante precisare che cosa comprendono i dati di mercato.<br />

Il settore di riferimento è quello della strumentazione<br />

per l’automazione e il controllo di processo utilizzata nell’industria<br />

alimentare, ed è comprensiva di una serie di voci:<br />

- strumenti vari di misura e controllo di campo: termometri,<br />

termostati, manometri, pressostati, misuratori di livello, flussimetri<br />

ecc. La strumentazione di campo assiste l’operatore<br />

nella gestione degli asset dell’impianto e contribuisce ad<br />

ottimizzare in generale i processi di produzione attraverso<br />

l’acquisizione e l’analisi dei dati; è indispensabile per ottenere<br />

le informazioni in maniera rapida, agevole e sicura attraverso<br />

la misurazione dei vari parametri di processo;<br />

- sensori di controllo e decodificatori;<br />

- analizzatori di gas e liquidi;<br />

- valvole di regolazione, attuatori, azionamenti industriali;<br />

- quadri e pannelli di controllo degli impianti, compresa relativa<br />

strumentazione, composta da monitor, regolatori<br />

avanzati single e multi-loop: i regolatori multi-loop sono<br />

utilizzati per il controllo di una macchina di processo in sistemi<br />

che richiedono più di un loop di controllo all’interno dello<br />

stesso sistema;<br />

- sistemi di pesatura e dosaggio;<br />

- sistemi di controllo e gestione del processo: rappresentano<br />

la quota più consistente del mercato (tabella 1), e comprendono<br />

varie voci:<br />

• Manufacturing Execution System (MES): contribuisce ad<br />

aumentare la produttività dell’azienda, tenendo sotto controllo<br />

costante le condizioni dell’impianto nonché tutti i vari<br />

elementi del complesso processo produttivo, riducendo i<br />

tempi di ciclo, ed eliminando la dipendenza dall’uomo nella<br />

42<br />

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automazione/strumentazione<br />

Figura 1 - Evoluzione del mercato mondiale dell’automazione<br />

e strumentazione di processo nell’industria alimentare: 2009 -2019<br />

Tab. 1 - Mercato mondiale dell’automazione<br />

e strumentazione di processo per industria<br />

alimentare per voci che lo compongono: anno 2019<br />

IMA% (Incremento medio annuo percentuale) 2009 - 2019: +7,2%<br />

Fonte: aziende alimentari - società produttrici di strumentazione e automazione<br />

Tipo di strumentazione Milioni $<br />

Strumenti di misura e controllo di campo 850<br />

Sensoristica di controllo, decodificatori 920<br />

Analizzatori di gas e liquidi 290<br />

Valvole di regolazione, attuatori,<br />

azionamenti industriali da campo 1.200<br />

Quadri e pannelli di controllo 390<br />

Sistemi di controllo e gestione impianti 2.350<br />

Sistemi di pesatura e dosaggio 150<br />

Strumentazione di laboratorio 910<br />

Macchinari e robotica 3.200<br />

Altri vari 1.290<br />

Totale 11.550<br />

Fonte: aziende alimentari - società produttrici<br />

di strumentazione e automazione<br />

elaborazione dei dati, con evidente risparmio<br />

di costi. Un MES è un sistema<br />

software che gestisce in maniera integrata<br />

ed efficiente il processo produttivo<br />

di un’azienda, attraverso collegamenti<br />

diretti alle macchine (PLC/Scada:<br />

vedi sotto). Tramite le informazioni<br />

fornite in tempo reale è possibile avere<br />

una visione completa dello stato di<br />

avanzamento degli ordini, delle risorse<br />

e delle materie prime impiegate nel<br />

processo. Tramite appositi software è<br />

possibile realizzare la “Pianificazione<br />

delle Risorse d’Impresa” (Enterprise<br />

Resource Planning: ERP);<br />

• PLC (Programmable Logic Controller<br />

o Controllore Logico Programmabile):<br />

Foto Siemens<br />

il PLC elabora i segnali digitali ed analogici<br />

provenienti da sensori e diretti<br />

agli attuatori presenti nell’impianto. In<br />

sostanza si tratta di un computer dotato<br />

di interfacce ingresso/uscita, capaci<br />

di dialogare con dispositivi di vario<br />

tipo: pulsanti, sensori, o altro;<br />

• SCADA (Supervisory Control and<br />

Data Acquisition: Supervisione,<br />

Controllo e Acquisizione Dati): un sistema<br />

SCADA è costituito da uno o più<br />

computer interconnessi fra loro con<br />

funzioni di supervisione e, in particolare,<br />

di interfaccia uomo-macchina;<br />

• DCS (Distributed Control System o<br />

Sistema di Controllo Distribuito): è costituito<br />

da diversi sottosistemi, tra cui<br />

In Europa<br />

Occidentale<br />

il maggior mercato<br />

è quello tedesco,<br />

seguito da Regno<br />

Unito, Francia<br />

e Italia, paesi nei<br />

quali si concentra<br />

all’incirca il 62%<br />

della domanda<br />

nell’area<br />

per i sistemi<br />

di automazione<br />

di processo<br />

industriale<br />

quello di acquisizione e di elaborazione<br />

dei dati, in grado di scambiare autonomamente<br />

informazioni col processo<br />

tramite diversi controllori dislocati nelle<br />

varie sezioni dell’impianto: le informazioni<br />

scambiate dai sottosistemi vengono<br />

raccolte da accentratori di supervisione.<br />

L’eventuale disfunzione di un<br />

accentratore non significa perdita della<br />

capacità di mantenere il sistema sotto<br />

controllo, evitando perciò l’arresto totale<br />

dell’impianto, con evidenti benefici<br />

in termini di produttività;<br />

- strumentazione di laboratorio: è<br />

esclusa la strumentazione utilizzata al<br />

di fuori delle aziende alimentari produttrici<br />

(es. quella utilizzata presso i<br />

Centri di Ricerca Universitari);<br />

- macchinari e robotica e relativo software;<br />

- altre voci: va assumendo un ruolo<br />

sempre più importante la componente<br />

“servizi”, che comprende fra l’altro:<br />

assistenza tecnica e consulenza, manutenzione<br />

preventiva programmata,<br />

progettazione e messa a punto dell’intero<br />

impianto ecc.<br />

NORDAMERICA IL MERCATO<br />

MAGGIORE<br />

Il mercato di maggiori dimensioni resta<br />

attualmente quello Nord Americano,<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

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43


automazione/strumentazione<br />

Figura 2 - Mercato mondiale dell’automazione e strumentazione di processo<br />

per industria alimentare per voci che lo compongono (in %): anno 2019<br />

Tab. 2 - Il mercato dell’automazione e<br />

strumentazione di processo per industria alimentare<br />

suddiviso per area geografica: anno 2019<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

dato l’elevato livello delle tecniche di<br />

automazione a disposizione nella regione,<br />

all’avanguardia a livello mondiale<br />

insieme al Giappone. Secondo e<br />

terzo mercato per dimensioni sono<br />

Europa Occidentale e Asia con quote<br />

solo leggermente inferiori al Nord<br />

America (tabella 2).<br />

In Europa Occidentale il maggior<br />

mercato è quello tedesco, seguito da<br />

Regno Unito, Francia e Italia, paesi<br />

nei quali si concentra all’incirca il<br />

62% della domanda europea occidentale<br />

di sistemi di automazione di<br />

processo industriale. Nel confronto<br />

mondiale, comunque, l’Unione<br />

Europea ancora è superata dagli Stati<br />

Uniti, dal Giappone e perfino dalla<br />

Corea del Sud in quanto ad adozione<br />

di tali tecnologie.<br />

I paesi scandinavi, pur essendo mercati<br />

di dimensioni minori, si confermano<br />

leader in Europa nell’innovazione e<br />

automazione di processo (in particolare<br />

Svezia, Danimarca e Finlandia).<br />

Se comparata con altri settori industriali,<br />

l’industria alimentare è stata relativamente<br />

lenta nell’adozione di sistemi di<br />

automazione e robotica, ma negli ultimi<br />

anni anche in Europa l’automazione<br />

di processo sta diventando parte integrante<br />

sia del processo produttivo che<br />

del processo di packaging, colmando<br />

progressivamente il gap con USA e<br />

Giappone. Nell’ area europea orientale<br />

il mercato di maggiori dimensioni è<br />

quello russo (vedi tabella 3), ma la penetrazione<br />

delle soluzioni automatizzate<br />

di processo è maggiore nei paesi<br />

dell’ Est Europa appartenenti alla UE;<br />

in particolare Polonia e Slovacchia,<br />

mentre iniziali segnali di rallentamento<br />

degli investimenti hanno iniziato a farsi<br />

sentire già tra fine 2018 e 2019 in<br />

Romania, Ungheria, Repubblica Ceca.<br />

Per quanto riguarda la Russia, i consumi<br />

alimentari e dei beni di consumo in genere,<br />

dopo una buona ripresa nel 2018,<br />

hanno dato segnali di rallentamento;<br />

inoltre va rilevato che il paese è sostanzialmente<br />

un importatore di impianti<br />

alimentari e relativi sistemi di automazione<br />

di processo: circa l’87% degli<br />

impianti viene importato da paesi esteri<br />

ed acquistato dalle circa 30 industrie<br />

alimentari e circa 43.000 organizzazioni<br />

alimentari dislocate in tutto il paese.<br />

Lo stato degli impianti attualmente<br />

esistenti è per lo più obsoleto, ma si rileva<br />

comunque una crescente domanda<br />

di soluzioni di automazione e digitalizzazione;<br />

un mix che risulta<br />

sicuramente attrattivo per le multinazionali<br />

dell’automazione e strumentazione<br />

di processo, anche se attualmente condizionato<br />

da una situazione di rallenta-<br />

Area geografica / paese Milioni $<br />

Nord America, di cui: 3.060<br />

. USA 2.740<br />

. Canada 320<br />

America Latina, di cui: 1.040<br />

. Brasile 380<br />

. Messico 270<br />

. altri paesi 390<br />

Europa Occidentale 2.920<br />

Europa dell’ Est 340<br />

CSI 560<br />

Asia - Pacifico 2.850<br />

Africa 300<br />

Medio Oriente, di cui: 480<br />

. Turchia 160 (1)<br />

. Arabia Saudita 70<br />

. Altri paesi 250<br />

Totale 11.550<br />

(1)<br />

Stime basate sulle reali potenzialità del paese<br />

Fonte: aziende alimentari - società produttrici<br />

di strumentazione e automazione<br />

ta crescita dell’economia del paese.<br />

In America Latina la penetrazione di<br />

soluzioni automatizzate nell’industria<br />

manufatturiera è ancora relativamente<br />

bassa; ciò è in parte dovuto alla carenza<br />

di personale specializzato in grado<br />

di gestire soluzioni innovative; secondo<br />

recenti stime mediamente quasi un<br />

terzo delle società industriali in America<br />

Latina ha difficoltà a reperire personale<br />

specializzato, una media superiore di<br />

circa 10-15 punti percentuali rispetto<br />

alla media mondiale. Esiste inoltre il<br />

problema che circa il 40% dei lavoratori<br />

nella regione svolge lavori semplicemente<br />

di routine, per cui il passaggio<br />

a soluzioni automatizzate risulta più<br />

difficile. D’altra parte però, proprio<br />

questo gap tecnologico e, soprattutto<br />

il fatto che i consumi alimentari nella<br />

regione aumentino comunque a tassi<br />

superiori rispetto alle aree industrializzate,<br />

rappresentano i futuri driver del<br />

mercato dell’automazione in America<br />

Latina. Va rilevato, in particolare, che<br />

l’industria alimentare è fra i settori in-<br />

44<br />

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automazione/strumentazione<br />

Tab. 3 - Il mercato dell’automazione e<br />

strumentazione di processo per industria alimentare<br />

nell’ Est Europa – CSI suddiviso per paese: anno 2019<br />

Figura 3 - Mercato mondiale dell’automazione e strumentazione di processo<br />

per industria alimentare suddiviso per area geografica (in %): anno 2019<br />

Paese Milioni $<br />

Polonia 107<br />

Repubblica Ceca 48<br />

Slovacchia 33<br />

Ungheria 34<br />

Romania 34<br />

Bulgaria 15<br />

Paesi della ex - Jugoslavia 69<br />

Russia 410<br />

Ucraina 100<br />

Altri paesi 50<br />

Totale Europa dell’ Est - CSI 900<br />

Fonte: aziende alimentari – società produttrici<br />

di strumentazione e automazione<br />

dustriali che registrano una maggior<br />

penetrazione di automazione in quasi<br />

tutti i paesi latino-americani.<br />

Il Brasile resta il maggior mercato<br />

dell’automazione e strumentazione di<br />

processo nell’industria alimentare con<br />

una quota di circa il 37% sull’intero<br />

mercato latino – americano, con una<br />

particolare penetrazione nell’industria<br />

di lavorazione del pollame.<br />

In Messico l’impianto di Guanajuato<br />

della società Sucroliq, che produce circa<br />

150.000 litri di zucchero liquido /<br />

anno, nel settembre 2018 è stato automatizzato<br />

al 100%. Un altro settore<br />

che secondo le stime della FAO è particolarmente<br />

promettente in Messico<br />

è quello della lavorazione del pesce.<br />

Anche i dati relativi ad una serie di<br />

componenti utilizzati nell’automazione<br />

di processi industriali (per esempio i<br />

circuiti integrati) nel 2018 hanno registrato<br />

in diversi paesi latino-americani<br />

significativi incrementi delle importazioni<br />

(fino al un +45% in Paraguay).<br />

In sintesi l’America Latina resta un mercato<br />

con buone potenzialità di crescita<br />

per lo meno nel medio-lungo periodo,<br />

al di là delle incertezze economiche in<br />

cui attualmente si trovano diversi paesi<br />

di quest’area geografica.<br />

In Asia Pacifico il mercato di maggiori<br />

dimensioni è quello cinese (tabella 4).<br />

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Figura 4 - Il mercato dell’automazione e strumentazione di processo per<br />

industria alimentare nell’Est Europa - CSI suddiviso per paese (in %): anno 2019<br />

Da una parte il mercato alimentare cinese<br />

comincia a mostrare un certo livello<br />

di maturità o per lo meno di rallentamento<br />

rispetto ad alcuni anni fa<br />

quando cresceva a ritmi elevatissimi: va<br />

rilevato una progressiva tendenza da<br />

una situazione di “eating full” a “eating<br />

well”, che favorisce in particolare<br />

il settore beverage, degli yogurt, dei<br />

succhi di frutta e delle bevande ad effetto<br />

salutistico o per sportivi. Il continuo<br />

fenomeno dell’inurbamento inoltre<br />

è un ulteriore elemento di crescita<br />

del mercato del processed food e<br />

packaged food. D’altra parte l’introduzione<br />

dell’automazione di processo<br />

nell’industria alimentare cinese prosegue<br />

a ritmi decisamente sostenuti, ben<br />

superiori alla crescita del mercato alimentare,<br />

in relazione alla massiccia<br />

presenza nel paese di soluzioni automatizzate<br />

e robotizzate.<br />

Crescita più marginale del mercato interno<br />

giapponese, ma con l’adozione<br />

di tecnologie tra le più qualificate al<br />

mondo. Rimane elevato il flusso di<br />

esportazioni di strumentazione e soluzioni<br />

di automazione, in particolare<br />

verso gli altri paesi asiatici.<br />

Ancor più dinamica, rispetto a quello<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

45


automazione/strumentazione<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

cinese, la crescita del mercato indiano;<br />

gli investimenti in automazione di processo<br />

sono favoriti dal MOFPI (Ministry<br />

of Food Processing Industry) tramite<br />

una serie di agevolazioni di tipo fiscale<br />

e finanziario soprattutto nei settori trainanti<br />

dell’industria alimentare indiana:<br />

industria lattiero-casearia, lavorazione<br />

della frutta e verdura, industria della<br />

carne e del pollame, industria ittica,<br />

dislocate in quasi 40.000 unità produttive.<br />

Attualmente comunque l’India<br />

non è tra i paesi asiatici a più alta penetrazione<br />

di soluzioni automatizzate<br />

nell’industria alimentare.<br />

Ancora piuttosto limitata la penetrazione<br />

di soluzioni automatizzate anche in<br />

Thailandia: solo circa il 13% (per lo più<br />

multinazionali estere attive nel paese)<br />

delle industrie alimentari thailandesi<br />

attualmente già utilizza sistemi di automazione<br />

di processo; altri due terzi<br />

circa non hanno nemmeno pensato ad<br />

un’eventuale introduzione di tali sistemi,<br />

mentre circa un 20% sta pensando<br />

di introdurli nel futuro.<br />

In Sud Corea la penetrazione della strumentazione<br />

e automazione di processo<br />

nell’industria alimentare è tra le più elevate<br />

al mondo, e ha registrato negli ultimi<br />

anni uno dei tassi di crescita più alti<br />

all’interno della regione asiatica; il paese<br />

è da tempo un hub per tecnologie di<br />

robotica e automazione, in particolare<br />

per quanto riguarda la sensoristica.<br />

Avanzate le tecnologie di automazione<br />

di processo anche nell’industria alimentare<br />

australiana e neozelandese.<br />

Anche Taiwan, se pure mercato di minori<br />

dimensioni, è all’avanguardia<br />

nell’adozione di strumentazione e soluzioni<br />

di automazione di processo<br />

nell’industria alimentare e delle bevande<br />

e, più in generale, in tutte le industrie<br />

manifatturiere, data l’eccellenza di<br />

un’industria informatica specializzata<br />

in particolare nella produzione di componenti<br />

elettronici e computer.<br />

Diversa la situazione in Vietnam: la recessione<br />

economica ha bloccato gran<br />

parte degli investimenti; altri fattori<br />

comunque sono di ostacolo alla crescita<br />

degli investimenti in automazione:<br />

Tab. 4 - Il mercato dell’automazione<br />

e strumentazione di processo per industria alimentare<br />

in Asia - Pacifico suddiviso per paese: anno 2019<br />

Paese Milioni $<br />

Giappone 860<br />

Cina 1.110<br />

India 315<br />

Sud Corea 420<br />

Indonesia 10<br />

Thailandia 20<br />

Singapore 30<br />

Taiwan 70<br />

Altri paesi (1) 15<br />

Totale Asia - Pacifico 2.850<br />

(1)<br />

Filippine, Malaysia, Pakistan<br />

Fonte: aziende alimentari – società produttrici<br />

di strumentazione e automazione<br />

la carenza di personale specializzato, la<br />

carenza di strutture di supporto IT; le<br />

industrie locali sono oberate da problemi<br />

finanziari e di badget; esistono barriere<br />

all’importazione di strumentazione<br />

e di tecnologie di cui ancora il paese<br />

è carente. È opinione comunque che<br />

sia proprio l’industria del food & beverage<br />

a fare da traino nell’adozione di<br />

soluzioni avanzate, in quanto ritenuta<br />

di vitale importanza nello sviluppo<br />

dell’industria manifatturiera nazionale.<br />

In Indonesia dopo il precedente boom<br />

trainato dall’aumento dei consumi alimentari<br />

e di largo consumo e l’ingresso<br />

di capitali esteri in diversi settori industriali,<br />

gli investimenti hanno rallentato<br />

in relazione all’aggravarsi della congiuntura<br />

economica generale.<br />

Di dimensioni limitate il mercato malaysiano,<br />

dove comunque esiste una valida<br />

industria elettronica fornitrice di componenti<br />

e strumentazione di processo;<br />

nello specifico settore alimentare le principali<br />

industrie utilizzatrici di tali sistemi<br />

sono quelle della lavorazione di frutti<br />

locali, olio di palma, zuccherifici.<br />

Limitata la penetrazione di strumentazione<br />

e soluzioni automatizzate di<br />

processo nell’industria alimentare<br />

filippina; attualmente l’adozione di<br />

tali tecniche nelle Filippine riguarda<br />

in prevalenza altri settori industriali:<br />

cementifici, energia, oil & gas.<br />

Nell’area mediorientale il mercato con<br />

maggiori potenzialità di crescita è quello<br />

turco. Attualmente il livello di automazione<br />

dell’industria alimentare turca<br />

è ancora lontano da quello medio dei<br />

paesi Europei. Solo un 30% circa delle<br />

industrie alimentari turche utilizza tecnologie<br />

di processo automatizzate: del<br />

totale aziende, comprese quelle che già<br />

le hanno introdotte almeno in parte,<br />

circa un 50% comunque ha dichiarato<br />

di voler investire, o aumentare gli investimenti,<br />

in tali tecnologie nell’arco dei<br />

prossimi 3-5 anni, un altro 30% nell’arco<br />

dei prossimi 5-10 anni, mentre solo<br />

il 20% allo stato attuale non ha ancora<br />

considerato questo argomento. Nel<br />

2017 il Ministero delle Scienze, Industria<br />

e <strong>Tecnologie</strong> ha varato la “Digital<br />

Transformation Platform in Industry”,<br />

una partnership pubblico – privato per<br />

fornire un supporto tecnologico alle<br />

imprese; gli incentivi a favore delle imprese<br />

sono stati delineati nel marzo<br />

2019 al fine di implementare progetti<br />

relativi all’automazione dei processi industriali<br />

(big data, IoT, sensoristica intelligente).<br />

L’industria del food processing<br />

è tra quelle, in Turchia, più inclini all’adozione<br />

di tali tecnologie. Purtroppo<br />

però l’attuale situazione di incertezza<br />

politica e la difficile situazione economica<br />

sono un forte freno agli investimenti,<br />

in particolare gli investimenti esteri di<br />

cui tanto necessita il paese.<br />

SEMPRE PIÙ AUTOMAZIONE<br />

NEL FUTURO DEL FOOD&BEVERAGE<br />

Nel delineare le prevedibili evoluzioni<br />

del mercato della strumentazione e<br />

automazione di processo nell’industria<br />

alimentare vanno tenute presenti le<br />

seguenti considerazioni:<br />

- in primo luogo diverse fonti citano<br />

l’industria alimentare e delle bevande<br />

come una delle quattro top potenziali<br />

maggiori beneficiarie delle soluzioni<br />

automatizzate, insieme all’industria oil<br />

& gas, automotive, energia. Si ritiene<br />

infatti che l’utilizzo di sistemi di automazione<br />

nei processi di produzione e<br />

imballaggio di cibo e bevande rappre-<br />

46<br />

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automazione/strumentazione<br />

Figura 5 - Il mercato dell’automazione e strumentazione di processo per<br />

industria alimentare in Asia - Pacifico suddiviso per paese (in %): anno 2019<br />

Tab. 5 - Previsioni di sviluppo del mercato mondiale della strumentazione<br />

e automazione di processo per industria alimentare: 2019 – 2023 (1)<br />

Area geografica / paese Milioni $ IMA% (2)<br />

2019 2023<br />

Nord America 3.060 4.240 + 8,5<br />

Europa Occidentale 2.920 3.880 + 7,4<br />

Giappone 860 1.090 + 6,1<br />

Russia 410 520 + 6,1<br />

India 315 490 + 11,7<br />

Cina 1.110 1.655 + 10,5<br />

Brasile 380 470 + 5,5<br />

Messico 270 365 + 7,8<br />

Turchia 160 190 + 4,4<br />

Resto mondo 2.065 2.810 + 8,0<br />

Totale mondo 11.550 15.710 + 8,0<br />

(1)<br />

Tutti i dati sono a $ costante 2019<br />

(2)<br />

IMA% = Incremento medio annuo percentuale 2019 - 2023<br />

Fonte: consensus aziende alimentari - aziende fornitrici di strumentazione<br />

e soluzioni di automazione<br />

senti sempre di più un fattore indispensabile<br />

per soddisfare la crescente domanda<br />

alimentare mondiale;<br />

- l’adozione di soluzioni automatizzate<br />

e robotizzate risulta utile nel processo<br />

primario della produzione di selezione,<br />

cernita, lavaggio, lavorazione primaria<br />

(es. macellazione di carni) delle materie<br />

prime. Ma è soprattutto nelle fasi di produzione<br />

vera e propria di lavorazione e<br />

trasformazione delle materie prime in<br />

alimento finito che le soluzioni automatizzate<br />

e di robotica trovano la loro magwww.interprogettied.com<br />

gior applicazione, ottimizzando al massimo<br />

i vari parametri di processo e<br />

accelerandolo. Infine oggi l’intero processo<br />

di imballaggio può essere automatizzato<br />

e robotizzato, sia in fase di<br />

confezionamento primario (immissione<br />

dell’alimento nel suo contenitore), sia in<br />

fase di confezionamento secondario di<br />

raccolta dei singoli contenitori a contatto<br />

dell’alimento in una scatola esterna<br />

(di cartone, plastica o altro materiale),<br />

sia infine di confezionamento terziario<br />

(es: un robot che impila più scatole su<br />

un pallet pronto per la spedizione). È<br />

proprio nella fase di confezionamento<br />

e imballaggio che troverà applicazione<br />

la robotica, in particolare i cosiddetti<br />

“cobot” (robot collaborativi), che consentono<br />

di ridurre al minimo i tempi di<br />

inattività, sono facilmente programmabili<br />

e, in particolare in fase di confezionamento<br />

ed etichettatura, risultano<br />

utili nel ridurre gli sprechi di materiale;<br />

- non va dimenticato che l’industria<br />

alimentare è tipicamente un’industria<br />

“anti-ciclica”, e l’ultima tragica situazione<br />

Covid-19 ne è la dimostrazione<br />

più evidente; l’industria alimentare è<br />

quella che meno ha risentito dell’impatto,<br />

anzi, almeno alcuni settori quali<br />

i prodotti in scatola o gli ingredienti<br />

per cibi fatti in casa (come il lievito), ne<br />

hanno addirittura beneficiato;<br />

- l’IIoT (Industrial Internet of Thing) sarà<br />

iI trend dominante nell’automazione<br />

dei processi industriali in uno scenario<br />

che vedrà macchinari e strumenti sempre<br />

più interconnessi tra loro. Il numero<br />

totale di apparecchiature connesse IoT<br />

tra il 2015 e il 2018 è aumentato di<br />

oltre il 30%, ed entro il 2024 dovrebbe<br />

arrivare a superare i 50 miliardi a livello<br />

mondiale, con un’ulteriore crescita del<br />

12-14% medio annuo rispetto ai valori<br />

attuali, in relazione agli investimenti<br />

in tecnologie smart e all’attività di<br />

Ricerca & Sviluppo. Questa crescita delle<br />

connessioni uomo – macchina e tra<br />

macchina e macchina (M2M machine<br />

to machine) avrà un ruolo fondamentale<br />

nella supervisione e controllo di<br />

processo in tutta l’industria manifatturiera,<br />

compresa l’industria alimentare.<br />

A livello mondiale il mercato della strumentazione<br />

e automazione di processo<br />

per industria alimentare è previsto crescere<br />

ad un tasso medio annuo dell’8%,<br />

leggermente superiore a quello registrato<br />

nell’arco dell’ultimo decennio grazie<br />

all’avvento delle tecnologie “smart”,<br />

per arrivare ad attestarsi a 15,71 miliardi<br />

di dollari nel 2023. I paesi “emergenti”<br />

sono ancora quelli destinati a registrare<br />

il tasso di crescita più elevato, in particolare<br />

quelli dell’area asiatica (India e Cina<br />

in testa: tabella 5).<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

47


automazione/strumentazione<br />

Mannara ha adottato<br />

i sistemi di Mitsubishi<br />

Electric per la sua<br />

innovativa macchina<br />

flow pack destinata<br />

all’imballaggio<br />

di capsule di caffè.<br />

Raggiungendo<br />

tempi di<br />

lavorazione molto<br />

rapidi.<br />

AUTOMAZIONE AVANZATA<br />

PER CONFEZIONAMENTO<br />

FLOW PACK DI CAPSULE CAFFÈ<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

48<br />

Chi opera nel mercato del packaging si trova a gestire una<br />

sempre maggiore richiesta di flessibilità, varietà e multifunzionalità<br />

dell’involucro, ormai diventato un elemento di differenziazione<br />

irrinunciabile che deve combinare funzioni di tipo<br />

pratico e di tipo comunicativo. Per rispondervi, sono necessarie<br />

macchine capaci di garantire prestazioni d’eccellenza in<br />

termini di velocità, precisione e facilità di setup, soluzioni in cui<br />

la tecnologia di automazione gioca un ruolo fondamentale,<br />

a partire dalla scelta di un eccellente sistema di Motion Control.<br />

Questa consapevolezza guida l’operato dell’azienda P.<br />

Mannara & Figli di Nocera Superiore, in provincia di Salerno,<br />

attiva da oltre 40 anni nella costruzione di soluzioni destinate<br />

alle linee di packaging, dalle incartonatrici alle termosigillatrici<br />

per il settore alimentare, dalle vassoiatrici alle fardellatrici, con<br />

una particolare expertise nel campo delle macchine flow pack.<br />

Per rispondere in modo performante alle richieste del mercato,<br />

l’azienda si avvale da tempo di prodotti Mitsubishi Electric,<br />

da cui trae notevoli vantaggi. L’offerta di Mitsubishi Electric si<br />

compone infatti di una vasta gamma di soluzioni basate su<br />

architetture e funzionalità sviluppate ad hoc per rispondere<br />

alle esigenze tipiche del settore: a partire dai controllori compatti<br />

fino ai sofisticati controllori motion, le soluzioni Mitsubishi<br />

Electric garantiscono tempi di risposta molto veloci e l‘alta<br />

flessibilità nei profili eseguibili. Si ottengono in tal modo significativi<br />

incrementi di produttività e l’abbattimento dei tempi di<br />

cambio formato. Inoltre, l’implementazione di Librerie Motion<br />

secondo standard PLCopen e OMAC PackML permette un<br />

facile e rapido sviluppo delle macchine, rendendo semplice la<br />

configurazione del sistema e liberando il cliente dalla necessità<br />

di gestirne la programmazione.<br />

PACKAGING AD ALTA TECNOLOGIA<br />

I vantaggi garantiti dal sistema Mitsubishi Electric sono<br />

evidenziati chiaramente da una delle più recenti realizza-<br />

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automazione/strumentazione<br />

La macchina flow pack P. Mannara &<br />

Figli destinata al confezionamento<br />

di capsule di caffè<br />

zioni di P. Mannara & Figli, una flow<br />

pack destinata al confezionamento<br />

di capsule di caffè.<br />

La macchina si basa su di un sistema<br />

completamente elettronico movimentata<br />

da servomotori brushless ad altissima<br />

precisione e affidabilità, regolabile<br />

tramite un pannello touch screen da<br />

cui è possibile selezionare le diverse ricette<br />

di lavoro. Il relativo set up e avvio<br />

avviene poi in modo completamente<br />

automatico, per la massima semplicità<br />

d’utilizzo. La diagnosi dei guasti può<br />

essere eseguita a distanza grazie al sistema<br />

di teleassistenza, che permette<br />

inoltre di effettuare da remoto – e previa<br />

autorizzazione - anche modifiche<br />

alle impostazioni principali della macchina<br />

e aggiornamenti software.<br />

A garanzia di efficienza e qualità, la Flow<br />

Pack adotta inoltre tre coppie di ruote di<br />

traino, un gruppo di supporto gommato<br />

e servo assistito, convogliatori regolabili,<br />

piastre traino refrigerate e un impianto<br />

d’iniezione gas inerte. La<br />

macchina si distingue in particolare per<br />

la massima flessibilità, raggiunta grazie<br />

al sistema di cambio bobina con ri-giunzione<br />

automatica, ad un’alimentazione<br />

prodotto automatica a velocità regolabile<br />

ed alla modularità delle spatole saldanti<br />

con rifasamento automatico, che<br />

rende possibile montare e smontare<br />

agevolmente spatole supplementari<br />

grazie al rifasamento elettronico.<br />

Il telaio è realizzato in acciaio inox,<br />

mentre molti particolari meccanici<br />

sono in acciaio speciale ricavati dal<br />

pieno, per una lunga durata nel tempo<br />

anche in ambienti in cui siano presenti<br />

agenti esterni aggressivi. Tutto<br />

ciò garantisce ai clienti un’elevata<br />

flessibilità produttiva e l’alta qualità<br />

nelle operazioni di packaging.<br />

Cuore del sistema è la soluzione<br />

Motion Control di Mitsubishi Electric<br />

integrata in iQ Platform. Grazie<br />

all’impiego di questa piattaforma,<br />

capace di integrare fino a quattro<br />

CPU ad alte prestazioni, Mannara ha<br />

potuto disporre di tutti gli straordinari<br />

incrementi della produzione e riduzione<br />

dei costi di gestione che il sistema<br />

completo integrato di Mitsubishi<br />

Electric può consentire.<br />

VELOCITÀ E PRECISIONE<br />

PER UN BUON CAFFÈ<br />

La combinazione del know-how applicativo<br />

di Mannara e delle caratteristiche<br />

avanzate di iQ Platform di Mitsubishi<br />

Electric garantisce all’utente finale la<br />

possibilità di ottenere tempi di lavorazione<br />

molto rapidi. La macchina preleva<br />

ad una ad una le capsule dalla capsulatrice,<br />

le posiziona in una pellicola ed<br />

effettua quindi la chiusura del film attorno<br />

al prodotto, ad un ritmo di 250<br />

confezioni al minuto. In particolare, la<br />

potenza della CPU la rende particolarmente<br />

reattiva nell’elaborazione dei<br />

dati, garantendo velocità di risposta,<br />

mentre l’impiego del motion-bus in fibra<br />

ottica SSCNET III/H permette di gestire<br />

la comunicazione ad una velocità<br />

di 300 Mbps, grazie ad una tecnologia<br />

molto più avanzata di quella adottata<br />

sulle macchine di generazioni prece-<br />

I prodotti della<br />

famiglia Melservo<br />

MR-J4 di<br />

Mitsubishi Electric<br />

permettono<br />

a Mannara di<br />

massimizzare<br />

l’affidabilità di<br />

lavorazione e<br />

posizionamento<br />

denti. L’alta velocità di confezionamento<br />

è un prerequisito fondamentale per<br />

garantire la produttività della linea e,<br />

quindi, la competitività della soluzione,<br />

ma in questo caso più che in altri è fondamentale<br />

che ad essa si accompagni<br />

un’elevatissima precisione, per garantire<br />

la tenuta stagna delle confezioni ed<br />

assicurare così la qualità del prodotto<br />

ed il mantenimento del suo aroma anche<br />

nel formato a capsule. Grazie all’adozione<br />

di prodotti Mitsubishi Electric<br />

è stato possibile coniugare in modo<br />

efficace queste esigenze.<br />

La soluzione Motion rappresenta l’intelligenza<br />

tecnologica che controlla i<br />

servosistemi della famiglia Melservo<br />

MR-J4, che integra numerose funzioni<br />

innovative e di facile impiego, destinate<br />

a minimizzare i lunghi ed impegnativi<br />

adattamenti di sistema fra<br />

meccanica ed elettronica.<br />

Caratterizzati da una protezione<br />

IP65/IP67, i prodotti della famiglia<br />

Melservo MR-J4 permettono a<br />

Mannara di massimizzare l’affidabilità<br />

di lavorazione e posizionamento<br />

grazie a funzionalità quali drive recorder,<br />

autotuning avanzato e soppressione<br />

delle vibrazioni. Un encoder<br />

assoluto integrato con risoluzione 22<br />

bit (oltre 4 milioni di impulsi / giro)<br />

incrementa ulteriormente la precisione<br />

del sistema, garantendo a<br />

Mannara la possibilità di combinare<br />

velocità e massima accuratezza di<br />

posizionamento.<br />

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49


automazione/strumentazione<br />

La cooperativa lattierocasearia<br />

Arla Foods ha<br />

installato un sensore di flusso<br />

calorimetrico di Baumer<br />

nei punti nevralgici del<br />

sistema di raffreddamento<br />

e di riscaldamento nel sito<br />

produttivo di Falkenberg,<br />

rendendo trasparente<br />

il consumo di energia<br />

e consentendo così interventi<br />

di ottimizzazione.<br />

ANALISI DEL CONSUMO<br />

ENERGETICO NELLA PRODUZIONE<br />

DI FORMAGGIO FRESCO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

50<br />

Nello stabilimento di Falkenberg, in Svezia, la cooperativa<br />

di prodotti lattiero-caseari Arla Foods è riuscita per<br />

la prima volta a rendere trasparente il consumo energetico<br />

nella produzione del formaggio fresco in fiocchi.<br />

Utilizzando il sensore di flusso FlexFlow® di Baumer, in<br />

grado di misurare sia il flusso che la temperatura del<br />

fluido. L’installazione particolarmente facile e la possibilità<br />

di risparmi futuri hanno reso subito redditizio questo<br />

investimento.<br />

Nel sito di Falkenburg Arla Foods produce 20 000 tonnellate<br />

di formaggio fresco in fiocchi l’anno, 76,9 tonnellate<br />

al giorno. Una quantità impressionante, con la<br />

quale tuttavia Arla Foods copre pressoché tutta la domanda<br />

del mercato svedese esportando anche in<br />

Finlandia, Danimarca e Grecia. Con volumi di produzione<br />

di questo livello è assolutamente necessario avere un<br />

processo di produzione efficiente in termini di risorse.<br />

Arla Foods inoltre è un precursore in tema di sostenibilità:<br />

entro il 2050 la cooperativa produrrà i suoi latticini<br />

senza alcuna emissione di CO 2<br />

. Gioca un ruolo essenziale<br />

qui l’efficienza energetica.<br />

Afferma Mattias Abrahamsson, responsabile del sistema<br />

di produzione di Arla Falkenberg: “Negli ultimi anni abbiamo<br />

posto sempre maggiore attenzione al monitoraggio<br />

del consumo energetico dei nostri impianti. In alcune<br />

aree però non sapevamo proprio dove fosse consumata<br />

esattamente l’energia”. Il sensore di flusso calorimetrico<br />

FlexFlow degli esperti svizzeri di Baumer ha rappresentato<br />

la svolta: Arla lo ha installato nei punti nevralgici del<br />

sistema di raffreddamento e di riscaldamento, e sulla base<br />

dei risultati di misura ottenuti ha potuto avere per la prima<br />

volta un’idea chiara del consumo di energia. Il produttore<br />

di latticini può così trarre misure concrete per ridurre l’energia<br />

utilizzata.<br />

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automazione/strumentazione<br />

UNA COLLABORAZIONE<br />

DI LUNGA DATA<br />

Raffreddamento e riscaldamento:<br />

questi erano i punti critici a livello di<br />

consumo energetico per il sito Arla<br />

Foods di Falkenberg. Alla luce<br />

dell’impegno dell’azienda per la sostenibilità,<br />

già la concezione<br />

dell’impianto rifletteva molto la volontà<br />

di ridurre il bilancio energetico.<br />

Per il circuito di raffreddamento,<br />

che raffredda il formaggio prodotto<br />

portandolo da 60 a 30 gradi<br />

Celsius, l’azienda utilizza infatti per<br />

quanto possibile il freddo del clima<br />

svedese, in modo da raggiungere<br />

una temperatura di raffreddamento<br />

di 0,5 gradi Celsius. Anche qui si<br />

avevano però perdite di energia,<br />

che per lungo tempo Arla non è riuscita<br />

a localizzare con precisione.<br />

“Quando abbiamo sentito parlare<br />

delle possibilità offerte dal sensore<br />

F l e x F l o w – a ff e r m a M a t t i a s<br />

Abrahamsson – siamo stati subito<br />

interessati. Era proprio quello che<br />

stavamo cercando da tempo”.<br />

“Baumer collabora da diversi anni<br />

con Arla Foods – afferma Martin<br />

Leupold, responsabile prodotto<br />

competente per i sensori di processo<br />

di Baumer – addirittura fin dagli<br />

anni ’90. Nel corso di questa collaborazione<br />

è nato un nuovo collegamento<br />

di processo per la produzione<br />

di latte chiamato Baumer<br />

Hygienic Connection, con il quale è<br />

stato possibile ottimizzare i tempi di<br />

pulizia. Anche i sensori di temperatura<br />

della serie CombiSeries sono<br />

nati in stretta collaborazione tra<br />

Arla e il centro di sviluppo Baumer<br />

di Aarhus, in Danimarca.<br />

“Questa stretta collaborazione ci<br />

consente di conoscere i veri punti<br />

dolenti dei nostri clienti – aggiunge<br />

Leupold – e basandoci su di essi<br />

possiamo sviluppare o consigliare<br />

prodotti in grado di ottimizzare i<br />

loro processi in modo effettivamente<br />

sostenibile”. Per il problema del<br />

monitoraggio del consumo energetico<br />

la scelta è caduta sul sensore<br />

FlexFlow in quanto poteva essere<br />

facilmente integrato nell’ impianto<br />

esistente e consentiva di misurare<br />

in un’unica soluzione sia il flusso<br />

che la temperatura.<br />

FACILE DA INSTALLARE E CON<br />

UN ROBUSTO CORPO IN ACCIAIO<br />

La facilità di installazione del sen-<br />

Sensore di flusso<br />

Baumer FlexFlow<br />

PF20H<br />

Il sito<br />

di produzione<br />

di Arla Foods<br />

a Falkenberg,<br />

in Svezia<br />

sore di flusso FlexFlow è il risultato<br />

del design simmetrico e centrato<br />

con un elemento sensore davanti<br />

alla punta del sensore; quest’ultimo<br />

può quindi essere installato in<br />

modo ottimale nel processo indipendentemente<br />

dalla posizione di<br />

installazione e dall’allineamento.<br />

“Con il nostro portafoglio vogliamo<br />

rendere più semplice possibile<br />

la messa in servizio ai nostri clienti”,<br />

commenta Martin Leupold.<br />

“Così possono dedicare il loro tempo<br />

prezioso alle loro attività vere e<br />

proprie”. Il sensore di flusso è dotato<br />

di un robusto corpo in acciaio<br />

inossidabile con sistema elettronico<br />

completo, evitando così un dispendioso<br />

cablaggio e montaggio del<br />

quadro elettrico. Inoltre il FlexFlow<br />

soddisfa la classe di protezione IP<br />

68 (Baumer proTect+), rendendolo<br />

idoneo per applicazioni igieniche<br />

insieme ai materiali utilizzati. Una<br />

caratteristica straordinaria è il suo<br />

range di temperatura massimo,<br />

fino a 150 gradi Celsius, che lo<br />

qualifica anche per compiti SIP<br />

(Sterilization-In-Process).<br />

Arla ha già montato circa 15 dei<br />

sensori di flusso nel circuito di raffreddamento<br />

e nel sistema di riscaldamento.<br />

Il passo successivo<br />

sarà dotare di questi sensori anche<br />

la linea di ritorno CIP, per monitorare<br />

e ottimizzare il consumo energetico<br />

anche in quell’area. Mattias<br />

Abrahamsson è soddisfatto: “La<br />

nostra scelta si è dimostrata una<br />

soluzione efficiente in termini economici.<br />

E dato che i sensori finora<br />

installati forniscono i risultati affidabili<br />

di cui abbiamo bisogno, ora<br />

ne installeremo sempre di più”.<br />

Anche Martin Leupold è contento:<br />

“Questa soluzione consente al nostro<br />

partner di lunga data Arla di<br />

ottimizzare il consumo energetico<br />

in modo mirato, di risparmiare risorse<br />

e di mettere in pratica il suo<br />

impegno di sostenibilità. E noi di<br />

Baumer lavoriamo proprio per soluzioni<br />

di questo tipo”.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

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51


strumentazione<br />

SENSORE 3D PER CONTROLLO COMPLETEZZA<br />

Il sensore 3D O3D di ifm con tecnologia<br />

PMD rileva scene e oggetti in modo rapido<br />

e tridimensionale ed è adatto a differenti<br />

processi di produzione. Nella versione in<br />

inox con grado di protezione IP 65, IP 67 e<br />

IP 69K può essere utilizzato nella lavorazione<br />

di prodotti alimentari come latte, formaggio,<br />

pane, pasta e carne.<br />

Nel caso specifico di un impianto di produzione<br />

di latte, ad esempio, trova utilizzo ottimale<br />

su una linea di confezionamento per il<br />

controllo completezza dei fardelli di bottiglie.<br />

Il sensore O3D, in questo caso programmato<br />

con l’Applicazione Completezza presente<br />

nell’apposito software di parametrizzazione<br />

Vision Assistant, controlla le confezioni<br />

dall’alto e le confronta con i modelli precedentemente<br />

impostati dall’utente. Le differenze<br />

sono segnalate tramite uscita di commutazione.<br />

Il sensore si integra alla linea in<br />

modo semplice e monitora in modo dinamico<br />

la produzione. Il controllo visivo da parte<br />

dell’operatore per individuare i fardelli non<br />

conformi diventa così superfluo.<br />

Ecco i principali vantaggi:<br />

• Possibilità di impostare diverse tipologie di<br />

confezione e di selezionarle senza regolazioni<br />

meccaniche.<br />

• Capacità di controllare carenze ed eccedenze<br />

e, se necessario, anche entrambe<br />

• Tracciabilità automatica della posizione<br />

che garantisce un funzionamento stabile<br />

anche con posizione dell’oggetto variabile.<br />

• Il sensore è indipendente dal colore e immune<br />

alla luce esterna grazie alla tecnologia<br />

a tempo di volo (ToF).<br />

INNOVAZIONE DIGITALE PER L’IMBOTTIGLIAMENTO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

Con l’obiettivo di ottenere maggiore efficienza, risparmio<br />

sui costi energetici, continuità e capacità operativa<br />

l’azienda Fratelli Gancia & c, specializzata in produzione<br />

vitivinicola da 170 anni, ha deciso di affidarsi all’esperienza<br />

di Schneider Electric e introdurre all’interno del<br />

suo stabilimento di Canelli (Asti) nuove tecnologie in<br />

grado di monitorare i processi di imbottigliamento. La<br />

collaborazione tra i due, iniziata nel 2018 e proseguita<br />

fino ad oggi, ha permesso a Gancia di individuare un<br />

partner tecnologico che possa assistere la sua crescita<br />

in termini sia di efficienza aziendale ma soprattutto di<br />

risparmio sui costi energetici. Nello specifico poi, lo stabilimento<br />

di Canelli produce ogni anni 29 milioni di<br />

bottiglie di vini, spumanti, e vermouth, grazie al lavoro<br />

di circa 200 dipendenti.<br />

Il processo di collaborazione è stato accurato e, una<br />

volta valutato lo stato dell’arte, si è dato il via ad un<br />

progetto che ha portato l’azienda vitivinicola ad avvalersi<br />

di tutti i livelli di innovazione EcoStruxure: controllo<br />

edge, prodotti connessi, applicazioni, cloud, e<br />

servizi digitali.<br />

Grazie all’integrazione di strumenti di rilevamento dati<br />

e di misurazione dell’energia, una prima fase di aggiornamento<br />

dei quadri di automazione inverter e di bassa<br />

tensione ha trasformato questi componenti in quadri<br />

smart e comunicanti. In questo modo è stato possibile<br />

indirizzare le informazioni energetiche dalle macchine,<br />

tramite un web server integrato, verso sistemi di monitoraggio<br />

dei consumi energetici, e interpretare questi<br />

dati per ottimizzare i consumi.<br />

Schneider Electric ha consentito a Gancia di portare<br />

avanti soluzioni innovative senza però trascurare il già<br />

esistente. Grazie a soluzioni installabili su macchinari già<br />

operativi, l’azienda ha raccolto una serie di dati fondamentali<br />

per il controllo della produzione.<br />

Inoltre, al fine di sfruttare al meglio la connettività, è<br />

stato scelto di rinnovare il sistema SCADA adottato<br />

nell’impianto con una soluzione EcoStruxure SCADA<br />

Expert in grado di consentire l’attuale integrazione, con<br />

le funzionalità dedicate al controllo dell’automazione e<br />

al monitoraggio, ma adatta anche per supportare ulteriori<br />

evoluzioni in ottica di Industria 4.0.<br />

Con la soluzione EcoStruxure sviluppata per Gancia è<br />

stato possibile connettere tra loro le linee di produzione<br />

inizialmente separate e adottare una soluzione software<br />

aperta a future integrazioni, (compresi elementi di terze<br />

parti) e immediatamente scalabile. In termini numerici,<br />

per fare una stima della riduzione dei consumi energetici<br />

- considerando la fase operativa del progetto avviata nella<br />

primavera del 2019 - il risparmio oscilla tra il 5 e il 10%.<br />

52<br />

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strumentazione<br />

SOLUZIONI PER IL MONITORAGGIO DELLA TEMPERATURA<br />

DEI FRIGORIFERI/FREEZER<br />

Ci sono almeno dieci motivi per<br />

investire in un sistema di monitoraggio<br />

della temperatura dei frigoriferi/freezer:<br />

1. La tua attività è soggetta a<br />

controlli sul monitoraggio della<br />

temperatura<br />

2. Attualmente esegui il monitoraggio<br />

utilizzando metodi<br />

che prevedono la presenza<br />

dell’operatore<br />

3. I tuoi attuali metodi di monitoraggio<br />

della temperatura<br />

potrebbero essere soggetti a<br />

errori umani<br />

4. I tuoi attuali metodi di monitoraggio<br />

della temperatura<br />

richiedono impegnative pratiche<br />

di archiviazione e organizzazione<br />

dei dati<br />

5. Le spese per gli scarti di cibo<br />

o di medicinali, dovute a una<br />

non corretta conservazione,<br />

devono essere ridotte<br />

6. I costi energetici devono essere<br />

ridotti<br />

7. Il rischio di contaminazione<br />

dei prodotti alimentari o farmaceutici<br />

deve essere contenuto<br />

8. Devi assicurarti che le apparecchiature<br />

impiegate per la<br />

conservazione funzionino correttamente<br />

9. Devi ridurre il tempo che tu<br />

e il tuo personale impiegate<br />

per gestire i controlli manuali<br />

della temperatura<br />

10. Hai più luoghi da monitorare<br />

di cui desideri avere pieno<br />

controllo<br />

I sistemi di monitoraggio della<br />

temperatura wireless di Hanwell,<br />

forniti da Fasinternational, consentono<br />

agli utenti non solo di<br />

eliminare qualsiasi errore umano<br />

tipico dei controlli manuali, ma<br />

anche di monitorare la temperatura<br />

24 ore su 24, 7 giorni su 7,<br />

e di ricevere notifiche di allarme<br />

in caso di guasti alle apparecchiature.<br />

I sistemi di monitoraggio della<br />

temperatura come Hanwell<br />

IceSpy sono spesso utilizzati in<br />

applicazioni alimentari e sanitarie<br />

in cui la catena del freddo è<br />

fondamentale.<br />

Sistemi come questo possono<br />

anche essere facilmente utilizzati<br />

per monitorare magazzini di<br />

stoccaggio, nonché per effettuare<br />

misurazioni durante il trasporto<br />

dei prodotti.<br />

Sul mercato si possono trovare<br />

diversi sistemi wireless che<br />

promettono più o meno risultati,<br />

ma è importante ricevere<br />

la consulenza di esperti del<br />

settore, come il team di<br />

Fasinternational, prima di procedere<br />

all’acquisto.<br />

ENCODER LINEARI ASSOLUTI IN VERSIONE SAFETY<br />

TTK50S e TTK70S sono le nuove<br />

varianti safety di una serie di sistemi<br />

di misura assoluti che ha<br />

conquistato il mercato grazie<br />

alla sua precisione, alla misurazione<br />

senza contatto e all’interfaccia<br />

Hiperface ® . Ogni prodotto<br />

Sick della famiglia TTK è<br />

formato da due componenti:<br />

una testa di lettura e una banda<br />

magnetica.<br />

La testa di lettura, disponibile in<br />

taglia 50 e 70, permette una<br />

misurazione senza contatto e<br />

senza riferimento di corsa, nemmeno<br />

dopo una perdita di tensione<br />

o un restart del sistema.<br />

Infatti, la banda magnetica genera,<br />

oltre alla traccia incrementale,<br />

una traccia assoluta.<br />

La lunghezza di misura è determinata<br />

dalla banda magnetica,<br />

che arriva fino a 1.000 mm nel<br />

caso del TTK50/TTK50S e fino a<br />

4.000 mm nel caso del TTK70/<br />

TTK70S.<br />

L’housing di appena 50 o 70<br />

mm ne permette l’installazione<br />

in qualsiasi spazio, senza<br />

rinunciare ad alte perfomance:<br />

accuratezza di ±10 µm, ripetibilità<br />

inferiore ai 5 µm e velocità<br />

di lavoro fino a 10 m/s.<br />

Caratteristiche garantite persino<br />

in ambienti difficili, dal momento<br />

che l’elettronica è completamente<br />

chiusa nella testa<br />

di lettura.<br />

Le versioni TTK50S e TTK70S,<br />

infatti, possiedono certificazione<br />

SIL2 - PL d, una vera rarità per<br />

questa tipologia di encoder.<br />

Essendo senza contatto, questa<br />

tipologia di rilevamento riduce<br />

l’usura del sensore stesso e fa sì<br />

che il dispositivo non richieda<br />

frequenti interventi di manutenzione.<br />

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53


packaging<br />

IMBALLAGGIO RICICLATO PER SORBETTI NATURALI<br />

L’azienda genovese, produttrice di gelati e di prorietà<br />

della famiglia Dovo da tre generazioni, rinnova il<br />

proprio packaging della linea Il Sorbetto con una<br />

svolta ancora più green. Tonitto 1939, è infatti da<br />

sempre impegnata in favore dell’ambiente: utilizza<br />

energia rinnovabile e riduce gli imballaggi convertendo<br />

il 75% delle confezioni di plastica in plastica<br />

riciclata R-Pet o in cartoncino. I vasetti che contengono<br />

il prodotto naturale inoltre, sono sia riciclabili<br />

sia realizzati con plastica riciclata (R-Pet).<br />

Ma l’attenzione di Tonitto 1939 al tema della sostenibilità<br />

coinvolge anche, e più direttamente, lo storico<br />

stabilimento di Campi, a Genova.<br />

I fratelli Dovo, Luca e Massimiliano terza generazione<br />

dopo il padre Alfredo e il nonno Antonio, sono<br />

infatti attivi nelle buone pratiche di comportamento<br />

ecologico. Si parte dal riutilizzo dei materiali all’interno<br />

degli uffici, ad interventi sulle linee produttive per<br />

ridurre i consumi, fino all’installazione di pannelli<br />

fotovoltaici in grado di abbassare le emissioni di anidride<br />

carbonica di 150 tonnellate ogni anno; e inoltre<br />

sono stati ridotti del 50% i consumi di acqua<br />

utilizzata per il lavaggio degli impianti, attraverso<br />

interventi sia sul processo, quindi sulle procedure<br />

interne e sulla formazione degli addetti e degli operatori,<br />

sia sui macchinari.<br />

In più per promuovere la sensibilità ambientale sono<br />

state realizzate anche numerose campagne social a<br />

favore del riciclo creativo, in cui si suggeriscono svariati<br />

modi per riutilizzare i barattoli di “Tonitto”, una<br />

volta consumato il gelato.<br />

“La nostra azienda si ispira da ormai qualche anno<br />

agli obiettivi di sviluppo sostenibile o Agenda 2030<br />

dell’ONU”, ha dichiarato Luca Dovo, amministratore<br />

delegato di Tonitto 1939. “Dei 17 capitoli presenti,<br />

abbiamo cercato di svilupparne al meglio cinque,<br />

ovvero zero fame, zero povertà, buona salute e benessere<br />

per le persone e appunto energia pulita e<br />

accessibile e consumo e produzione responsabile. E’<br />

un impegno importante che stiamo cercando di rispettare<br />

e che abbiamo inserito all’interno del nostro<br />

piano strategico quinquennale fino al 2025”.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.3 <strong>2020</strong><br />

L’ETICHETTA TRICOLORE FA CRESCERE LE VENDITE<br />

Il richiamo all’italianità nel<br />

mondo della GDO continua a<br />

essere una delle caratteristiche<br />

più apprezzate dai consumatori<br />

nella ricerca di prodotti alimentari,<br />

e questo rende l’etichetta<br />

tricolore una importante<br />

leva per il successo dei prodotti<br />

nel post emergenza. Lo ha<br />

dimostrato un’indagine condotta<br />

dall’Osservatorio<br />

Immagino di GS1 Italy su un<br />

campione di quasi 20mila referenze<br />

con l’etichetta caratterizzata<br />

da un richiamo all’italianità<br />

del prodotto, evidenziando<br />

come la presenza del tricolore<br />

avesse generato un aumento<br />

delle vendite del +0,7% rispetto<br />

all’anno precedente, toccando<br />

un giro d’affari che supera i<br />

7 miliardi di euro. La tesi è stata<br />

avallata da Federica Bigiogera,<br />

m a r k e t i n g m a n a g e r d i<br />

Vitavigor, e da Ercole Vagnozzi,<br />

p r o f e s s o r e d i B u s i n e s s<br />

Intelligence presso l’Università<br />

“Alma Mater” di Bologna.<br />

L’importanza dell’italianità dei<br />

beni alimentari appare di grande<br />

rilevanza anche in correlazione<br />

all’attuale emergenza<br />

sanitaria che ha visto numerosi<br />

esponenti del mondo produttivo<br />

chiedere un sostegno del<br />

made in Italy: l’italianità dei<br />

prodotti copre infatti il 25,2%<br />

delle referenze a scaffale e incide<br />

per il 24,4% sul fatturato<br />

del largo consumo. Ma non è<br />

tutto, perché la presenza della<br />

bandiera italiana sulle confezioni<br />

rappresenta un segmento<br />

che interessa il 14,5% del giro<br />

d’affari dei prodotti nostrani e<br />

il 15% di share sulle vendite a<br />

valore.<br />

Oltre all’importanza del tricolore<br />

sul packaging, grande risalto<br />

è dato al claim “100% italiano”<br />

che, sempre secondo la<br />

ricerca dell’Osservatorio<br />

Immagino, ha registrato una<br />

crescita del +0,4% dell’offerta<br />

e del +3,5% nel giro d’affari su<br />

base annua. Performance positive<br />

anche per i marchi Doc/<br />

Docg che coprono il 2% del<br />

fatturato del made in Italy alimentare,<br />

mettendo a segno un<br />

aumento del 3,4% rispetto al<br />

2018. E ancora, il trend delle<br />

etichette Dop si è mantenuto<br />

stabile con un aumento<br />

dell’1,8%. Ma non è tutto, perché<br />

secondo un’indagine della<br />

Coldiretti, sempre basata sui<br />

d a t i d e l l ’ O s s e r v a t o r i o<br />

Immagino, due terzi degli italiani<br />

sarebbero disposti a pagare<br />

almeno il 20% in più rispetto al<br />

prezzo di partenza pur di garantirsi<br />

l’italianità del prodotto che<br />

devono consumare a tavola.<br />

54<br />

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packaging<br />

LATTINE LEGGERE E SOSTENIBILI PER ACQUA MINERALE<br />

Per la prima volta nei suoi 94 anni<br />

di storia, Acqua S. Bernardo (comunemente<br />

conosciuta come San<br />

Bernardo) è passata agli imballaggi<br />

in metallo per le sue eccellenti<br />

acque minerali naturali e gassate.<br />

Il prodotto, commercializzato<br />

come “l’acqua più leggera del<br />

mondo”, è stato storicamente<br />

confezionato esclusivamente in<br />

bottiglie di vetro. Tuttavia, la società<br />

ha riconosciuto l’importanza<br />

di diversificare il proprio portfolio<br />

di imballaggi, per consentire il<br />

consumo durante grandi eventi<br />

all’aperto, attività sportive, in<br />

spiaggia e in altri luoghi in cui determinati<br />

formati possono essere<br />

limitanti. Le lattine per bevande<br />

sono state infine scelte per la loro<br />

trasportabilità, sostenibilità e<br />

gamma di opzioni di stampa e decorazione,<br />

a supporto della differenziazione<br />

del marchio.<br />

Acqua S. Bernardo ha collaborato<br />

con gli esperti di Crown per sviluppare<br />

un design creativo che<br />

riflettesse la propria qualità e il<br />

proprio patrimonio. La grafica finale<br />

è stata ispirata dall’opera<br />

d’arte La Goccia, la bottiglia del<br />

marchio creata nel 1994 dal leggendario<br />

designer automobilistico<br />

Giorgetto Giugiaro. Il suo design<br />

prevedeva che 105 goccioline<br />

d’acqua dessero vita a un imballaggio<br />

come fosse una “opera<br />

dell’acqua”. Stampate nello stabilimento<br />

Crown di Parma, in<br />

Italia, le lattine sono dotate di una<br />

finitura tattile speciale di grande<br />

effetto, che crea un prodotto multisensoriale<br />

che si distingue davvero<br />

sugli scaffali dei negozi, garantendo<br />

allo stesso tempo la<br />

coerenza del marchio. Lo stesso<br />

numero di goccioline tattili è<br />

stampato su ogni lattina, veicolando<br />

così il mantra che ogni prodotto<br />

di acqua sorgiva di Acqua<br />

S. Bernardo dovrebbe essere bello<br />

da vedere, maneggiare e servire.<br />

Le lattine con questa speciale finitura<br />

hanno funzionato bene sulla<br />

linea di produzione, essendo facili<br />

da stampare come le normali<br />

lattine.<br />

Poiché per Acqua S. Bernardo<br />

questa è stata la prima esperienza<br />

di utilizzo di imballaggi in metallo,<br />

Crown ha contribuito a educare i<br />

progettisti dell’azienda in merito<br />

alle sfumature della stampa sul<br />

metallo e a come adattare la grafica<br />

tenendo in considerazione la<br />

superficie curva della lattina. I<br />

team hanno lavorato a stretto<br />

contatto durante l’intero processo,<br />

inclusa la produzione.<br />

Oltre a offrire vantaggi visivi e<br />

funzionali, le lattine da 33 cl sono<br />

una parte fondamentale dell’impegno<br />

di Acqua S. Bernardo volto<br />

a raggiungere i più alti livelli di<br />

qualità. Gli imballaggi metallici<br />

fungono da imbattibile barriera<br />

nei confronti della luce, dell’ossigeno<br />

e dei batteri e offrono ai<br />

consumatori la freschezza prevista<br />

dall’azienda, poiché preservano<br />

l’acqua esattamente nelle stesse<br />

condizioni di quando viene<br />

inserita nella lattina. Il formato è<br />

anche un perfetto esempio dell’economia<br />

circolare sul lavoro, rendendolo<br />

un’opzione di imballaggio<br />

responsabile. Come materiale<br />

permanente e riciclabile, le risorse<br />

utilizzate nella produzione del<br />

metallo continuano a essere reinvestite<br />

nella produzione di nuovi<br />

prodotti metallici, incluse le lattine,<br />

una volta che hanno superato<br />

il processo di riciclaggio.<br />

“Acqua S. Bernardo si impegna a<br />

preservare l’ambiente e a implementare<br />

azioni che riducano al<br />

minimo il nostro impatto come<br />

azienda”, ha dichiarato Antonio<br />

Biella, direttore generale di Acqua<br />

S. Bernardo. “Ad esempio, il nostro<br />

stabilimento è alimentato a<br />

energia eolica già da diversi anni.<br />

Inoltre reintroduciamo l’eventuale<br />

eccedenza di acqua nell’ambiente<br />

naturale. Con questo progetto,<br />

la nostra intenzione era di<br />

rimanere fedeli alle nostre radici<br />

sfruttando tuttavia formati di imballaggio<br />

alternativi, che consentissero<br />

ai consumatori di godere<br />

dei nostri prodotti senza limitazioni<br />

in ambienti all’aperto e in<br />

occasione di altri eventi. Le lattine<br />

per bevande erano naturalmente<br />

adatte grazie alle loro credenziali<br />

di sostenibilità e alla capacità di<br />

mantenere la nostra acqua più<br />

fresca per periodi di tempo più<br />

lunghi.”<br />

“Il formato consente ai consumatori<br />

di portare con sé Acqua S.<br />

Bernardo ovunque vadano e di fare<br />

la propria parte per essere ecologicamente<br />

responsabili”, ha dichiarato<br />

Veronique Curulla, direttore<br />

marketing e dello sviluppo commerciale<br />

di Crown Bevcan per<br />

Europa e Medio Oriente. “Abbiamo<br />

apprezzato la collaborazione con<br />

Acqua S. Bernardo e pensiamo che<br />

il risultato finale si distinguerà con<br />

orgoglio nei punti vendita”.<br />

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DIRETTORE RESPONSABILE: Simone Ghioldi<br />

REDAZIONE: Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com),<br />

Eva De Vecchis (e.devecchis@interprogettied.com)<br />

HA COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Elena Baraldi, Francesca Negrini, Giuseppe Tamburini<br />

IMPAGINAZIONE: Studio Grafico Page - Vincenzo De Rosa, Simona Viapiana (www.studiograficopage.it)<br />

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Via Statale 39 - 23888 La Valletta Brianza (LC)<br />

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integrazioni. Pertanto non può essere rilasciata fattura.<br />

Registrazione Tribunale di Milano n. 30 in data 23/01/1987<br />

Direttore responsabile: Simone Ghioldi<br />

Finito di stampare il 30/06/<strong>2020</strong> presso Aziende Grafiche Printing S.r.l.<br />

Via Milano, 5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI)<br />

Informativa ai sensi dell’art. 13 d. lgs. 196/2003. I dati sono trattati, con modalità anche informatiche, per l’invio<br />

della rivista e per svolgere le attività a ciò connesse. Titolare del trattamento è Interprogetti Editori S.r.l. - via<br />

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39, vengono conservati gli archivi personali e di immagini fotografiche cui i giornalisti, praticanti, pubblicisti e altri<br />

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