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Questa enorme scoperta e cioè la scoperta del DNA che ha cambiato certamente il modo di concepire l'essere umano. Una cosa finora non è stata, a mio giudizio, sufficientemente posta in evidenza e cioè che la vita è regolata dalla mutazione. Ogni singolo individuo è il frutto di una mutazione genetica tra due soggetti: la femmina e il maschio. Già questo è un elemento fondante per la comprensione dell'essere vivente. Inoltre attraverso la scoperta del DNA sappiamo che sia per errori di replicazione in sè, sia per l'intervento di agenti esterni avvengono delle mutazioni nella replicazione del patrimonio genetico. Tali mutazioni normalmente provocano delle alterazioni che rendono l'organismo incapace di sopravvivere, nell'uomo sono generalmente indicate come malattie, tra miliardi e miliardi di queste mutazioni può accadere che una di esse risulti più adatta ai cambiamenti che avvengono sul nostro pianeta in termini di sfruttamento di risorse. Queste mutazioni hanno prodotto e producono quella pluralità di specie che è la caratteristica di questo nostro pianeta. È tempo perciò di cominciare a considerare non più l'Essere in sé, staticamente , ma l'Essere in divenire, come costante mutazione. La mutazione e l’evoluzione attraverso la selezione naturale Ormai è stato accertato che qualunque sostanza organica, è utilizzata come cibo. Nessun essere vivente sfugge alla necessità di energia e alla possibilità di essere fonte di energia per altri. L'intensa competizione per il nutrimento e quindi le strategie di sopravvivenza da parte di tutte le specie viventi che in termini dinamici costituiscono la cosiddetta selezione naturale, comportano anche l'ipotesi di un ragionevole e mutevole equilibrio nell'ambito della distribuzione ottimale del cibo. Infatti se escludiamo di organismi autotrofi i quali ricevono il loro nutrimento direttamente dall'energia solare, tutti gli altri organismi quelli detti eterotrofi necessitano di sostanza organica in primo luogo per la respirazione poi per i muscoli ed infine ovviamente per la crescita e la riproduzione. Dunque è il combustibile per gli esseri eterotrofi è dato dagli zuccheri, i grassi e le proteine. Lo zucchero 34 in particolare deve essere assimilato velocemente in modo da poter essere utilizzato nella respirazione cellulare direttamente. Dobbiamo anche sottolineare che allorquando un organismo ha sufficienti zuccheri questi li trasforma in grassi lipidi che possono essere ritrasformati in zuccheri. Ora dobbiamo comprendere che per chi sfrutta un determinato cibo cioè un composto organico deve possedere i meccanismi di cattura e l'assimilazione specifica. Il fatto come abbiamo accennato che siccome nel nostro pianeta esiste una 34 prodotto dalla fotosintesi 74

limitazione delle risorse vitali essa provoca la selezione delle specie e nelle specie i singoli appartenenti . È fondamentale comprendere che la necessità di procurarsi il cibo è contrastata dalla resistenza che la preda oppone per non essere mangiata. Inoltre certamente le scelte alimentari degli animali sono il prodotto evolutivo della selezione naturale, e questo tuttavia non può che inferire sul fatto che certi comportamenti potrebbero essere trasmessi nell'ambito della stessa specie e non acquisiti dall’esperienza. In poche parole l’individuo è in grado di trasmettere la propria esperienza geneticamente 35 ? Infatti l'ipotesi contraria è quella di riuscire a comprendere per esempio in che modo il comportamento del foraggiamento ottimale possa derivare dai limiti prefissati dall'ambiente. È stato elaborato un esperimento su un granchio carnivoro predatore di mitili bivalvi. Con le sue chele afferra un mitile e ne spacca il guscio. Gli vengono offerti diversi mitili con taglie diverse. Il granchio non sceglie di rompere il mollusco più piccolo che ha un guscio sottile ma contiene poca sostanza all'interno. Non sceglie neppure quello più grande perché anche se al suo interno c'è molto da mangiare le sue spesse valvole sono chiuse con una muscolatura molto forte e quindi per aprirle è necessario un grandissimo sforzo. La soluzione ottimale in termini di rapporto tra energia ricevuto come cibo (fattore positivo) ed energia spesa per procurarselo (fattore negativo) è quello di aggredire prima di mitili di taglia intermedia. Le cornacchie, che cacciano i mitili come i granchi, per rompere il guscio li portano in volo a una certa altezza e li lasciano cadere su strato roccioso dove guscio si spezza, le cornacchie invece scelgono quelli della taglia più grande. È necessario quindi dedurre che gli animali sanno calcolare il bilanciamento energetico tra il consumo energetico necessario per acquisire il cibo e la soddisfazione in termini energetici ricevuta da tale acquisizione. Ciò significa che è necessario che possiedono una memoria, dei percettori che stabiliscono la quantità di energia consumata, dei percettori che indicano la quantità di energia messe in circolo dal cibo procurato. Questo significa che la memoria valuta il miglior bilanciamento tra il consumo per acquisire il cibo e la soddisfazione che i percettori che stabiliscono la quantità di energia prodotta dal cibo acquisito, e quindi fare un bilancio tra queste due percezioni. Ora nell'uomo non solo è rimasta questa capacità di valutare tra l'energia prodotta per acquisire un bene e l'utilità della preda, ma anzi si è sviluppata . Infatti possiamo certamente considerare che tale meccanismo è alla base della questione fondamentale di innumerevoli teorie sia nell'ambito filosofico, morale e politico: e cioè la libertà di scelta. Qui ovviamente non possiamo affrontare completamente tale argomento, ma possiamo intanto affermare che 35 In termini Lamarckiani 75

limitazione delle risorse vitali essa provoca la selezione delle specie e nelle<br />

specie i singoli appartenenti . È fondamentale comprendere che la necessità<br />

di procurarsi il cibo è contrastata dalla resistenza che la preda oppone per non<br />

essere mangiata.<br />

Inoltre certamente le scelte alimentari degli animali sono il prodotto<br />

evolutivo della selezione naturale, e questo tuttavia non può che inferire sul<br />

fatto che certi comportamenti potrebbero essere trasmessi nell'ambito della<br />

stessa specie e non acquisiti dall’esperienza. In poche parole l’individuo è in<br />

grado di trasmettere la propria esperienza geneticamente 35 ? Infatti l'ipotesi<br />

contraria è quella di riuscire a comprendere per esempio in che modo il<br />

comportamento del foraggiamento ottimale possa derivare dai limiti prefissati<br />

dall'ambiente. È stato elaborato un esperimento su un granchio carnivoro<br />

predatore di mitili bivalvi. Con le sue chele afferra un mitile e ne spacca il<br />

guscio. Gli vengono offerti diversi mitili con taglie diverse. Il granchio non<br />

sceglie di rompere il mollusco più piccolo che ha un guscio sottile ma<br />

contiene poca sostanza all'interno. Non sceglie neppure quello più grande<br />

perché anche se al suo interno c'è molto da mangiare le sue spesse valvole<br />

sono chiuse con una muscolatura molto forte e quindi per aprirle è necessario<br />

un grandissimo sforzo. La soluzione ottimale in termini di rapporto tra<br />

energia ricevuto come cibo (fattore positivo) ed energia spesa per<br />

procurarselo (fattore negativo) è quello di aggredire prima di mitili di taglia<br />

intermedia. Le cornacchie, che cacciano i mitili come i granchi, per rompere<br />

il guscio li portano in volo a una certa altezza e li lasciano cadere su strato<br />

roccioso dove guscio si spezza, le cornacchie invece scelgono quelli della<br />

taglia più grande.<br />

È necessario quindi dedurre che gli animali sanno calcolare il bilanciamento<br />

energetico tra il consumo energetico necessario per acquisire il cibo e la<br />

soddisfazione in termini energetici ricevuta da tale acquisizione. Ciò significa<br />

che è necessario che possiedono una memoria, dei percettori che stabiliscono<br />

la quantità di energia consumata, dei percettori che indicano la quantità di<br />

energia messe in circolo dal cibo procurato. Questo significa che la memoria<br />

valuta il miglior bilanciamento tra il consumo per acquisire il cibo e la<br />

soddisfazione che i percettori che stabiliscono la quantità di energia prodotta<br />

dal cibo acquisito, e quindi fare un bilancio tra queste due percezioni.<br />

Ora nell'uomo non solo è rimasta questa capacità di valutare tra l'energia<br />

prodotta per acquisire un bene e l'utilità della preda, ma anzi si è sviluppata .<br />

Infatti possiamo certamente considerare che tale meccanismo è alla base della<br />

questione fondamentale di innumerevoli teorie sia nell'ambito filosofico,<br />

morale e politico: e cioè la libertà di scelta. Qui ovviamente non possiamo<br />

affrontare completamente tale argomento, ma possiamo intanto affermare che<br />

35 In termini Lamarckiani<br />

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