Compendium diplomaticum sive tabularum veterum

concorso delle armate nemiche, preso da voi l'istrumento delle campagne, da voi preso il
danaro.
Da tutte le estremità del territorio dalle votre armi occupato, si moltiplicano i gridi
dell'afflitta umanità, che feriscono le nostre orecchie, e ci fanno inorridire. Nelle valli d'Annone
e Sole si è già incominciato da alcuni ad invidiar il fieno ai giumenti. Egli pesto si cuoce nel
latte, e se ne forma alle smunte persone il loro alimento. Al di Lungo dell'Adige paesi intieri
deserte le case passarono la linea dalle vostre armate custodita, e corsero a respirare sotto l'arme
benefiche del meritissimo Generale in Capo Moreau. Al fondo della Val Sugana si ha veduto
più d'uno (inorridisco a rammentarlo) pascere con ingorde voglie le carogne, e non di meno il
giorno dopo restar vittima della fame. Già la seguace sua sorella epidemia comincia a divulgare
le malattie, e le morti. Noi deputati delle centrali, sbigottiti dall'immensa onda dei mali, che
solevatasi all'estremità di questo territorio cammina a piè veloce a percuotere nel centro,
abbiamo alzate le nostre voci al Consiglio superiore, onde giungessero a voi, e voi in vece di
soccorrerci nei nostri mali ci domandate fredamente danaio, bovi, grano, foraggi. Quattro, e più
millioni di franchi ci costa un poco più d'un mese la vostra armata numerosa di dodeci milla
circa soldati: due milla bovi si sono già dati a mangiare alla vostra truppa.
Questa città di Trento, che conta pur essa dodici milla abitanti all'incirca, ne consuma
ottocento in un anno. Che enorme esorbitanza non è questa ella mai? e se tutto ciò è troppo, non
è più la fatalità della guerra; ma sibbene l'indole dell'armata: l'indole vostra, o Generale, che ci
flagella.
Già mancano gli animali all'agricoltura: già la popolazione si volge ad emigrare: già il
Tirolo diverrà in breve una solitudine. Egli è uno di quei paesi, che appena l'opera d'un secolo
intiero di pace l'erge, e gli dà splendore, ed una guerra sola lo deprime, e lo distrugge. La colpa
è della posizion sua disastrosa: del terreno intrattabile, ed ingrato; del mancamento dal
conquistare, altrimenti scompaiono, e restano cancellati dalle ragioni (sic). Generale, un
conquistatore passa sempre alla memoria dei posteri, e non si vede, che ei vi passi con fama
mediocre. È stato presso tutte le nazioni beneficate divinizzata la memoria di coloro, i quali
invece di affliggerle, le fecero prosperare: si rammentano come mostri d'ingratitudine, e di
crudeltà tutti coloro, i quali colle loro conquiste trassero seco la desolazzione (sic). Se voi si
struggerete, noi vi rammentemeremo ai nostri posteri con qual raccapriccio, ed orrore, con cui il
villano mostra il luogo, ove la sua capanna restò dal fulmine inceneria.
Nota. Hactenus libellus turrrinianus, qui scriptus fuit mediante februario proxime
praeterito, uti constat ex § Da tutte, atque Tridenti ex § Questa città di Trento. Eum
Macdonaldus, ut accepi, in frusta discerpsit. Certius ab aliis accepi, quod alius libellus
Macdonaldo exhibitus a Consilio superiori Tridenti, fuit ab eodem Macdonaldo discerptus, et
ideo nullus ausus est turrinianum eidem exhibere. Qui quidem Macdonaldus die Domenica
Palmarum 29 martii resignavit dominium Tridenti canonicis tridentinis, et die lunae Sancto 30
martii 1801 abiit versus Veronam, Maediolanum, et Helvetiam, amplius non rediturus
Tridentum: die autem veneris 17 aprilis abiit cum reliquis omnibus francis per viam vellanam, et
Iudicarias eiusdem Macdonaldi locumtenens, exultantibus, et Deo Optimo maximo gratias
agentibus tridentinis bonis 80 .
1066. Anno isto 1801, die dominica 3 maii describenda censui literas sequentis tenoris:
Alexander episcopus praenestinus S.R.E. cardinalis Matthaeius, et ex dispensatione apostolica
sanctae ferrariensis ecclesiae administrator. Universis, et singulis praesentes nostras litteras
visuris, atque inspecturis, fidem indubiam facimus, atque testamur, qualiter Nos dominica VII
post festum Pentecostes, die vero vigesima mensis iulii instanti anni 1800 peculiarem sacram
ordinationem in capella palatii archiepiscopalis Ferrariae pontificaliter induti, inter Missarum
solemnia, celebravimus, et dilectum nobis in Christo Fratrem Franciscum Seraphicum de
Patavio diaconum Ordinis Minorum de Observantia s. Francisci cum litteris sui superioris,
80 Macdonaldus hoc eodem anno 1801 missus fuit in Daniam legatus reipublicae francorum.
Haphniam, Coppemhagen metropolim Daniae, della Danimarca, pervenit die 25 iulii 1801 sabbato.
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