Compendium diplomaticum sive tabularum veterum

Primo ordina, e vuole, che il suo corpo reso cadavere sia seppellito coll'accompagnamento
di otto sacerdoti, oltre il M.R. signor piovano, e con sei torcie portate dagli alunni del seminario
vescovile. o mancando questi da altri chierici.
2. Per ragione di legato lascia una libbra di olio alla fabbrica di san Vigilio nostro
protettore principale, per una volta sola.
3. Per suffragio dell'anima sua ordina, e vuole, che subito dopo la sua morte vengano date
da celebrare sessanta sante Messe ai RR. PP. Riformati del convento di san Bernadino.
4. Per ragione di legato lascia, ed ordina, che sieno dati quindici fiorini tedeschi in danaro a
Domenica Predelli sua carissima sorella maritata.
5. Per ragione di legato lascia, ed ordina, che a Giacomo Predelli suo nipote siano dati otto
fiorini in danaro: il suo tabarro, il suo abito di diversi colori, e due suoi pari di calzoni, o sia
brache.
6. Per ragione di legato lascia, vuole, che vengano dati sei fiorini in danaro a Catterina sua
nezza, nata Furlanelli, e maritata in Calliano.
Finalmente di propria bocca nomina, ed instituisce erede universale di tutti gli altri suoi
beni mobili, e ragioni, la sua dilettissima consorte Margherita Baldessari 97 : a patto però, e
condizione, che passando ad altre nozze, prima di passarvi debba far celebrare dai suddetti Padri
Riformati per l'anima sua trenta altre sante Messe; e che morendo nello stato vedovile di esso
Biasio, i beni, che ancora restassero del medesimo Biasio vadano al di lui sangue, cioè ai
suddetti sorella, nipote, e nezza aequis portionibus.
Così ho dato al detto Biasio li 29 di marzo 1802, e tanto fu pubblicato ad literam colla sola
giunta delle formalità notaresche dal sig. capitano Vincenzio de' Bernardi Zetta notaio imperiale
collegiato in questa nostra sagrestia di s. Bernardino li 21 di aprile del 1802 giorno di mercoledì,
alla presenza di me Fra Giangrisostomo da Volano, del P. Cipriano da Tueno, del P. Prosdocimo
da Cavalese, del P. Vito Antonio da Cles, del P. Bernardino da Carano, di fra Placido da Mezzo
Lombardo, e di fra Vincenzio da Sfruzzo, testimoni pregati, colla licenza del P. Guardiano
Giuseppe Antonio da Cles. Il notaio si contentò di troni undici dati subito.
1080. Anno isto 1802, die 4 maii a quodam clerico ripano Iacobo Benino de Gavatio
describendum accepi ex authentico membraneo sequens testamentum 98 .
In Christi nomine. Amen. Anno Domini millesimo quingentesimo nonagesimo secundo,
indictione quinta, die autem mercurii vigesimo primo mensis octobris, in terra Rippae
tridentinae diocesis, et in camera domus domini Ioannis Antonii Franzosii in castello.
Praesentibus domino Laurentio barone de Rippa, domino Antonio Martinello, domino David
Luciolo, domino Ioanne Antonio Raimondo de Salodio, domino Iacobo filio domini Ioannis
Baptistae Ton de Moniga 99 , magistro Thomaeo quondam Iacobi a Valle de Colonia, et Antonio
quondam Petri Maroa de Malsesino, omnibus habitantibus in dicta terra, testibus idoneis, notis,
vocatis ore proprio infrascripti testatori, et meo notarii, ad haec specialiter rogatis.
Ibique ser Peregrinus filius quondam Petriboni Vivaldi de Gavatio plebis, et iurisdictionis
castri Thenni, licet prius per gratiam Domini nostri Iesu Christi sanus, et bene compos mente,
visu, auditu, intellectu, locutione, et corpore, et omnibus sensibus, et tantum in aetate senili
constitutus, qua de causa quum sit ab Omnipotenti Domino provisum, quod statutum est homini
semel mori, et de mortis hora incertius. Et propterea intendens de, et pro salute animae suae, et
bonorum suorum providere, ne aliqua lis, per praesens nuncupativum testamentum, seu
elogium, quod dicitur sine scriptis, in hunc modum facere procuravit.
Imprimis quidem se, et animam suam Omnipotenti Domino, eiusque gloriosissimae Virgini
Matri Mariae, totique Curiae coelesti humiliter commendavit. Iubens, et mandans, quando de
97 Da Vigolo Baselga, già serva in Trento in casa Tomazzolia.
98 P. Antonius Morandus de Bononiano aetatis annorum 56 prior descripsit, sed imperfecte, hoc anno
1802. 99 Moniga est terra dioecesis veronensis, districtus brixiensis, parochialis hom. 500 distans a Brixia
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