Compendium diplomaticum sive tabularum veterum

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Nota. In principio posui: Exemplum ex autentico relevatum 91 . Libello in 4 pagg. 18, dronensibus dato die 22 octobris apposui hunc titulum: Sententia Vinciguerrae comitis arcensis latae anno 1513 ac 1514 in causa confinium montis Angloni inter Communitatem Romarzoli, et Communitatem Droni, et Cenigae. 1076. Anno isto 1801, die dominico 7 mensis iunii, in conventu s. Bernardini apud Tridentum scripsi sequens instrumentum. Frater Iosephus Antonius a Clesio Ordinis Minorum sancti Francisci Reformatorum Guardianus ad sanctum Bernardinum apud Tridentum etc. Universis, et singulis praesentes literas inspecturis notum facio, ac testor, quod infrascriptis anno, mense, ac die, in ecclesia parochiali sanctae Mariae Maioris Tridenti, requirente admodum rev.do domino Simone Saltuario eiusdem rectore, ac permittente ill.mo, et rev.mo domino domino Simone Albano Zambaitio canonico ecclesiae cathedralis, ac Vicario in spiritualibus generali capitulari, episcopali sede vacante, servato ritu consueto, ac solemni, benedixi quatuordecim tabulas praecipua Passionis Domini nostri Iesu Christi mysteria exhibentes, illisque iam congruis stationibus ibidem collocatis, et fixis, pium devotum calvariae iter, seu Viam Crucis institui, et erexi, ad maiorem Dei Omnipotentis, beatissimae Virginis Mariae sine labe originali conceptae, Seraphici Patris Sancti Francisci, omniumque aliorum Sanctorum laudem, et gloriam: necnon ad animarum pretiosissimo eiusdem Christi Domini nostri sanguine redemptarum solamen, et uberiorem profectum. In quorum fidem has literas manu propria subscriptas, et sigilli conventualis impressione munitas, dedi apud praefatam ecclesiam sanctae Mariae Maioris ipsomet die dominico septimo mensis iunii anno Domini millesimo octingentesimo primo, et Pii papae septimi secundo. F. Iosephus Antonius, qui supra manu propria. L.S. Nota. Plebanus Saltuarius id petiit urgente nobili domina Teresia Sardanea de Meanperg, filia quondam Hieronymi. Praedictae tabulae sunt parvae. 1077. Anno 1801, die dominico 22 novembris in hoc conventu s. Bernardini apud Tridentum ab ill.mo illo comite, ad quem dedi epsitolam 953 To. 3, et epistolam 2135 To. 6 discutiendum accepi sequens instrumentum. Nel nome di Dio. Correndo l'anno del Signore 1801 in giorno di venerdì li 20 novembre nella città di Trento, in casa Giovanelli alla continua presenza di N.N. testimoni chiamati, e pregati etc. Si espone. Premuroso sempre mai il signor Pietro Giovanelli per il bene de' suoi figli, di vedere incamminata al meglio, che sia possibile la sua famiglia, non che desiderando, che si accompagnassero per il bene dello Stato, per il fine della vita laica, non che per il vantaggio della famiglia, per avere, se a Dio piace, discendenza: aderisce il filgio Antonio 92 secondogenito alle ricerche, ed amorose istanze de' suoi signori genitori, e si risolve d'accompagnarsi, per adempire ai doveri verso lo Stato, verso li suoi signori genitori, e finalmente verso la sua propria famiglia. Volendo poi li signori genitori mostrare il loro aggradimento, non che dare il loro assenso, e consenso speciale, libero, ed assoluto, si obbligano a quanto siegue. Primo. Si obbliga il signor genitore di mantenere il suo figlio Antonio, e moglie, e tutti li figli, che nascer potessero, di vitto, quartiuere mobigliato, servitù donnesca necessaria, e d'un servo in livrea, che servirà per tutta la famiglia. Secondo. Promette il signor genitore dare al suo filgio Antonio fiorini 200, dico fiorini duecento all'anno, cioè fiorini 50 al giorno del matrimonio ed in seguito ogni tre mesi altri fiorini 50 che faranno all'anno fiorini 200 appuntati graziosissimamente dal medesimo. Questi saranno di libera disposizione del figlio Antonio, e serviranno a quell'uso, che più gli aggradirà. 91 Vide To. 6, epist. 2140. 92 Hic uxorem duxit anno 1803 die dominico quinquagesimae 20 februarii anonymam comitissam de Stechelburg, quae anno 1804 ante medium februarium enixa est Petrum Alcantarensem. 106

Terzo. Gli interessi della dote, comunque ella siasi, non che di qualunque eredità, che far potesse, in una parola, e per meglio spiegare, gl'interessi di tutti li beni, sì presenti, che futuri della futura sposa, correranno liberamente, e senza alcun diffalco al figlio Antonio, e questo per patto espresso convenuto: e serviranno detti interessi a sborsare il così detto spilatro 93 da convenirsi alla sposa non che per il vestito d'ambi gli sposi. Dovendo il signor genitore garantire del proprio la dote, egli è doveroso, che gl'isrtrumenti della medesima sieno custoditi da esso signor genitore, con il patto espresso però, che detta dote non possa essere permutata, o traslocata senza il consenso espresso doppiamente unito del signor genitore, e figlio. Quarto. Marianna G. si obbliga dare al suo figlio Antonio dopo la morte della sua signora madre 94 (il Cielo esaudisca li voti miei, e le dia lunga, e prosperosa vita) li fiorini 100 annui, ed il quartiere, ovvero l'equivalente in denaro, affine che il figlio a cagione di morte della sua signora nonna non deteriori di condizione. In oltre la signora genitrice fa una donazione irrevocabile di questi fiorini 100 annui al suo figlio Antonio, affine che niuno, che diritto n'avesse, molestar lo possa in niun conto sopra il di già percepito: obbligando a ciò, e per ciò, tutti e singoli li suoi beni sì presenti, che futuri. Quinto. Il signor genitore dona, condona, fa un donazione irrevocabile al figlio Antonio di tutto quello, che ha speso per il medesimo in casa paterna, e fuori del paese per gli anni passati sotto qualunque titolo, come anche vuole espressamente il soprallodato donare graziosamente tutto quello, che spenderà per esso figlio Antonio in avvenire, sieno spese incontrate a cagione di questo matrimonio, le spese dell'equipaggio, del vitto, de' fiorini 200 annui promessigli, li regali alla sposa, in una parola tutto, affine che detto filgio Antonio non possa essere sforzato dopo la morte (lungi sia un sì fatal colpo) del genitore di rimborsare la massa del già percepito per il corso di tanti anni, per l'unico fine di schivare in tal maniera i litigi, e le contese, che nascere potessero fra fratelli. Obbligando a tal effetto il genitore tutti, e singoli li suoi beni sì presenti, che futuri etc. Nota. Aurographum cum meis animadversionibus vocalibus reddidi laudato comiti hoc die 26 novembris 1801. 1078. Anno isto 1802, die martis 23 februarii in sero ab ill.mo domino comite Iosepho quondam comitis Sigismundi de Melchioriis, patricio tridentino, accepi membranam sequentis tenoris: Clemens episcopus servus servorum Dei dilecto filio officiali augustano salutem, et apostolicam benedictionem. Dignum arbitramur, et congruum, ut illis se reddat Sedes apostolica gratiosam, quibus ad id propria virtutum merita laudabiliter suffragantur. Dudum siquidem omnes dignitates in collegiatis ecclesiis principales tunc vacantes, et in antea vacaturas collationi, et dispositioni nostrae reservavimus, decernentes ex tunc irritum, et inane si secus super his a quoquam, quavis auctoritate, scienter, vel ignoranter contingeret attentari. Cum itaque postmodum Praepositura ecclesiae sancti Mauritii augustana, Provinciae moguntinae, quae inibi dignitas principalis existit, et quam quondam Antonius Monfort dictae ecclesiae praepositus dum viveret, obtinebat, per obitum dicti Antonii, qui extra romanam Curiam de mense octobris proxime praeterito diem clausit extremum, vacaverit, et vacet ad praesens, nullusque de illa praeter nos hac vice disponere potuerit, sive possit, reservatione, et decreto obssitentibus supradictis, nos volentes dilectum filium Ernestum baronem in Voglestain (sic) decanum, et canonicum ecclesiae brixinensis, asserentem se de illustri baronum genere procreatum, ac dilecti filii nostri Ludovici tituli sancti Laurentii in Lucina presbyteri cardinalis Madrutii nuncupati ex sorore nepotem existere, ac unum, et unam canonicatum, et praebendam singularem salisburgensis, et tridentinae, ac maioris augustanae, necnon praedictae brixinensis ecclesiarum, ac quae inibi dignitas forsan maior post pontificalem existit, et per unum ex eiusdem ecclesiae brixinensis canonicis 95 , etiam una cum illius canonicatu, et praebenda absque dispensatione apostolica obtinere consuevit, decanatum ecclesiae brixinensis huiusmodi, 93 *Spillatico: patto relativo alla dote. 94 De qua To. V epist. 1892. 95 Decanatus brixinensis est secunda dignitas illius Capituli. prima est Praepositura. 107

Terzo. Gli interessi della dote, comunque ella siasi, non che di qualunque eredità, che far<br />

potesse, in una parola, e per meglio spiegare, gl'interessi di tutti li beni, sì presenti, che futuri<br />

della futura sposa, correranno liberamente, e senza alcun diffalco al figlio Antonio, e questo per<br />

patto espresso convenuto: e serviranno detti interessi a sborsare il così detto spilatro 93 da<br />

convenirsi alla sposa non che per il vestito d'ambi gli sposi. Dovendo il signor genitore garantire<br />

del proprio la dote, egli è doveroso, che gl'isrtrumenti della medesima sieno custoditi da esso<br />

signor genitore, con il patto espresso però, che detta dote non possa essere permutata, o<br />

traslocata senza il consenso espresso doppiamente unito del signor genitore, e figlio.<br />

Quarto. Marianna G. si obbliga dare al suo figlio Antonio dopo la morte della sua signora<br />

madre 94 (il Cielo esaudisca li voti miei, e le dia lunga, e prosperosa vita) li fiorini 100 annui, ed<br />

il quartiere, ovvero l'equivalente in denaro, affine che il figlio a cagione di morte della sua<br />

signora nonna non deteriori di condizione. In oltre la signora genitrice fa una donazione<br />

irrevocabile di questi fiorini 100 annui al suo figlio Antonio, affine che niuno, che diritto<br />

n'avesse, molestar lo possa in niun conto sopra il di già percepito: obbligando a ciò, e per ciò,<br />

tutti e singoli li suoi beni sì presenti, che futuri.<br />

Quinto. Il signor genitore dona, condona, fa un donazione irrevocabile al figlio Antonio di<br />

tutto quello, che ha speso per il medesimo in casa paterna, e fuori del paese per gli anni passati<br />

sotto qualunque titolo, come anche vuole espressamente il soprallodato donare graziosamente<br />

tutto quello, che spenderà per esso figlio Antonio in avvenire, sieno spese incontrate a cagione<br />

di questo matrimonio, le spese dell'equipaggio, del vitto, de' fiorini 200 annui promessigli, li<br />

regali alla sposa, in una parola tutto, affine che detto filgio Antonio non possa essere sforzato<br />

dopo la morte (lungi sia un sì fatal colpo) del genitore di rimborsare la massa del già percepito<br />

per il corso di tanti anni, per l'unico fine di schivare in tal maniera i litigi, e le contese, che<br />

nascere potessero fra fratelli. Obbligando a tal effetto il genitore tutti, e singoli li suoi beni sì<br />

presenti, che futuri etc.<br />

Nota. Aurographum cum meis animadversionibus vocalibus reddidi laudato comiti hoc die<br />

26 novembris 1801.<br />

1078. Anno isto 1802, die martis 23 februarii in sero ab ill.mo domino comite Iosepho<br />

quondam comitis Sigismundi de Melchioriis, patricio tridentino, accepi membranam sequentis<br />

tenoris: Clemens episcopus servus servorum Dei dilecto filio officiali augustano salutem, et<br />

apostolicam benedictionem. Dignum arbitramur, et congruum, ut illis se reddat Sedes apostolica<br />

gratiosam, quibus ad id propria virtutum merita laudabiliter suffragantur. Dudum siquidem<br />

omnes dignitates in collegiatis ecclesiis principales tunc vacantes, et in antea vacaturas<br />

collationi, et dispositioni nostrae reservavimus, decernentes ex tunc irritum, et inane si secus<br />

super his a quoquam, quavis auctoritate, scienter, vel ignoranter contingeret attentari. Cum<br />

itaque postmodum Praepositura ecclesiae sancti Mauritii augustana, Provinciae moguntinae,<br />

quae inibi dignitas principalis existit, et quam quondam Antonius Monfort dictae ecclesiae<br />

praepositus dum viveret, obtinebat, per obitum dicti Antonii, qui extra romanam Curiam de<br />

mense octobris proxime praeterito diem clausit extremum, vacaverit, et vacet ad praesens,<br />

nullusque de illa praeter nos hac vice disponere potuerit, <strong>sive</strong> possit, reservatione, et decreto<br />

obssitentibus supradictis, nos volentes dilectum filium Ernestum baronem in Voglestain (sic)<br />

decanum, et canonicum ecclesiae brixinensis, asserentem se de illustri baronum genere<br />

procreatum, ac dilecti filii nostri Ludovici tituli sancti Laurentii in Lucina presbyteri cardinalis<br />

Madrutii nuncupati ex sorore nepotem existere, ac unum, et unam canonicatum, et praebendam<br />

singularem salisburgensis, et tridentinae, ac maioris augustanae, necnon praedictae brixinensis<br />

ecclesiarum, ac quae inibi dignitas forsan maior post pontificalem existit, et per unum ex<br />

eiusdem ecclesiae brixinensis canonicis 95 , etiam una cum illius canonicatu, et praebenda absque<br />

dispensatione apostolica obtinere consuevit, decanatum ecclesiae brixinensis huiusmodi,<br />

93 *Spillatico: patto relativo alla dote.<br />

94 De qua To. V epist. 1892.<br />

95 Decanatus brixinensis est secunda dignitas illius Capituli. prima est Praepositura.<br />

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