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la pace del 1390 tra la corona d'aragona e la repubblica di ... - CSIC

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Il nuovo <strong>tra</strong>ttato fu concluso nel<strong>la</strong> città marinara <strong>di</strong> Sant<br />

Feliu de Guíxols, in Catalogna, dove nel marzo <strong>del</strong> <strong>1390</strong> si trovava<br />

il re: negoziato da Ettore <strong>di</strong> Alineri, per parte genovese,<br />

e da Joan de Montbuy, per parte cata<strong>la</strong>na, esso venne firmato<br />

dai procuratori il 28 marzo, e confermato dal re il giorno successivo.<br />

L'atto <strong>di</strong> conferma <strong>del</strong> re Giovanni, che qui pubblichiamo,<br />

raccoglie per esteso lo strumento redatto dai due procuratori<br />

il 28 marzo. Quest'ultimo, a sua volta, riunisce <strong>di</strong>versi documenti:<br />

in primo luogo <strong>la</strong> parte cen<strong>tra</strong>le <strong>del</strong> <strong>tra</strong>ttato <strong>del</strong> 1386,<br />

cioè tutti i capitoli che riguardavano <strong>la</strong> sicurezza marittima, <strong>la</strong><br />

repressione <strong>del</strong> corsarismo, gli indennizzi per i danni reciproci,<br />

ecc.; poi i nuovi capitoli concordati; infine le procure<br />

conqesse ai rappresentanti dai rispettivi governi, cioè a Ettore<br />

<strong>di</strong> Alineri a Genova il 7 febbraio <strong>1390</strong> 20 e a Joan de Montbuy a<br />

Barcellona il 14 marzo <strong>del</strong>lo stesso anno 21 .<br />

* * *<br />

I principali punti dei capitoli <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>pace</strong> <strong>del</strong> 1386, accolti,<br />

come abbiamo detto, nel nuovo <strong>tra</strong>ttato, sono i seguenti.<br />

1) Divieto ai due con<strong>tra</strong>enti <strong>di</strong> armare qualunque tipo <strong>di</strong><br />

naviglio in porti che non siano Barcellona, Valenza, Maiorca,<br />

Minorca, Iviza, Cagliari ed Alghero, per parte <strong>del</strong><strong>la</strong> Corona<br />

d'Aragona; Genova, Savona, Albenga, Vcntimiglia, Portovenere,<br />

Pera, Caifa, Famagosta e Chio, per parte <strong>del</strong> Comune genovese;<br />

con l'obbligo, per i con<strong>tra</strong>vventori, <strong>di</strong> risarcire gli eventuali<br />

danni che potrebbero essere causati dalle navi illegalmente<br />

armate, e con <strong>la</strong> possibilità <strong>del</strong>l'adozione <strong>di</strong> rappresaglie<br />

per il mancato indennizzo entro il termine <strong>di</strong> sei mesi.<br />

2) I patroni e gli ufficiali <strong>di</strong> ogni nave che si armi tanto<br />

da parte <strong>del</strong> re d'Aragona o <strong>del</strong> Comune <strong>di</strong> Genova, quanto da<br />

parte <strong>di</strong> partico<strong>la</strong>ri, per <strong>la</strong> guerra o per <strong>la</strong> corsa, debbono<br />

giurare <strong>di</strong> non recare danno rispettivamente ai genovesi o ai<br />

20<br />

La pergamena origínale si trova in A.C.A., Pergamene <strong>di</strong> re Giovanni<br />

I, n. 202.<br />

21<br />

Questo documento si trova regis<strong>tra</strong>to sciolto in A.C.A., reg. 1924,<br />

fogli 38 r. - 39 r.<br />

— 163 —

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