la pace del 1390 tra la corona d'aragona e la repubblica di ... - CSIC
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si concludono <strong>tra</strong> <strong>la</strong> <strong>pace</strong> <strong>del</strong> 1378 e <strong>la</strong> guerra <strong>del</strong> 1421, non<br />
servono ad altro che a frenare un po' l'attività dei corsari e a<br />
indennizzare i danni ricevuti da ambedue le parti; ma non si<br />
toccano le qüestioni <strong>di</strong> fondo, per le quali si permane nello<br />
statu quo, ere<strong>di</strong>tato dal<strong>la</strong> guerra <strong>del</strong> 1351.<br />
Quest'ultima, tuttavia, non aveva risolto niente: non aveva<br />
<strong>la</strong>sciato né veri vinti né veri vincitori; <strong>la</strong> situazione dei possessi<br />
me<strong>di</strong>terranei <strong>di</strong> en<strong>tra</strong>mbi i contendenti era rimasta come prima<br />
<strong>del</strong> conflitto, anche se, in fondo, era Genova <strong>la</strong> vera sconfitta,<br />
giacchè non aveva potuto recuperare il terreno perso vent'anni<br />
prima e rimettere piede in Sardegna. Dal<strong>la</strong> fine <strong>del</strong><strong>la</strong> guerra<br />
in poi <strong>la</strong> <strong>pace</strong> fu mantenuta con <strong>di</strong>fficile equilibrio; qualunque<br />
mossa, qualunque preparativo militare e marittimo <strong>di</strong> uno dei<br />
due avversari <strong>la</strong> mettevano in pericolo.<br />
La guerra <strong>del</strong> 1351 era finita, praticamente, nel 1356; ma<br />
né <strong>la</strong> me<strong>di</strong>azione <strong>del</strong> papa né quel<strong>la</strong> <strong>del</strong> márchese <strong>di</strong> Monferrato<br />
avevano portato ad una soluzione valida. La me<strong>di</strong>azione<br />
<strong>del</strong> márchese <strong>di</strong> Monferrato, eletto arbitro con pieni<br />
poteri dalle due parti, aveva formu<strong>la</strong>to un accordo, i termini<br />
<strong>del</strong> quale, però, non furono accettati dal re Pietro il Cerimonioso,<br />
perché considerati parziali a favore <strong>di</strong> Genova. II márchese,<br />
in effetti, aveva <strong>di</strong>chiarato che <strong>la</strong> città <strong>di</strong> Alghero, in<br />
Sardegna, spettava ai Genovesi, ai quali i giu<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Arbórea,<br />
rivoltatisi contro i Cata<strong>la</strong>ni, l'avevano ceduta, e che doveva<br />
essere consegnata dai Cata<strong>la</strong>ni. II re non poteva, naturalmente,<br />
accettare tale con<strong>di</strong>zione quando Alghero, grazie precisamente<br />
alia battaglia navale li combattutasi nel 1353, e nel<strong>la</strong> quale i<br />
Genovesi erano stati sconfitti, e grazie all'asse<strong>di</strong>o <strong>del</strong> 1354, <strong>di</strong>retto<br />
dallo stesso re Pietro il Cerimonioso, era in mano dei Cata<strong>la</strong>ni,<br />
che l'avevano ripopo<strong>la</strong>ta, e quando <strong>la</strong> sua consegna ai<br />
Genovesi avrebbe rappresentato un ostacolo insormontabile<br />
alia pacificazione <strong>del</strong>l'iso<strong>la</strong>. D'al<strong>tra</strong> parte, il re non riconosceva<br />
ai giu<strong>di</strong>ci d'Arbórea <strong>la</strong> facoltà <strong>di</strong> fare una tale donazione ai<br />
Genovesi, egü essendo il sovrano <strong>del</strong>l'iso<strong>la</strong><br />
11 S. DUVERGÉ, La solution du conflit cit., pagg. 240-257.<br />
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