univnrsità cattolica mnl sacro cuorn snmn mi ... - Archivi del Garda

UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE
SEDE DI BRESCIA
FACOLTÀ DI MAGISTERO
TESI DI LAUREA IN MATERIE LETTERARIE
“AD RECTUM LIVELLUM COMUNIS BRIXIE,
INVESTIVIT”
“Proprietà terriere , colture, modalità di gestione ed economia agraria
in Toscolano e sulla sponda occidentale del Garda, tra Trecento e
Quattrocento attraverso i documenti dell’archivio del convento di San
Domenico di Toscolano”
Relatore:
Chiarissimo Prof. GIANCARLO ANDENNA
Anno Accademico 1993-1994
Laureanda:
TURLA PAOLA
Matricola 2200768

INDICE
PREMESSA .....................................................................................................................2
Capitolo I DESCRIZIONE PALEOGRAFICA ................................................................3
Capitolo II LA RELIGIONE DI SAN DOMENICO ......................................................... 5
Capitolo III L'OLIVO ED IL SUO PREZIOSO PRODOTTO ............................................. 9
Capitolo IV LOCALITA' E PAESAGGIO....................................................................... 16
Capitolo V I "FRATRES" PRESENTI ALLA RELIGIONE .............................................. 18
Capitolo VI LA SOCIETA' CIVILE .............................................................................. 23
Capitolo VII I CONTRATTI ........................................................................................ 23
Capitolo VIII IL PROCESSO DEL 1449 ......................................................................... 29
Capitolo IX CRITERI DI TRASCRIZIONE..................................................................... 32
APPENDICI
I. Trascrizine di documenti:
Registro I ......................................................................................... 33
Registro II....................................................................................... 311
II. Trascrizione del documento: A.S.B., Fondo Osp. Magg.,
Bolle in pergamena ........................................................................ 383
BIBLIOGRAFIA. ............................................................................................................ 384
1

PREMESSA
Non è certamente semplice desumere da registri che contengono prevalentemente
dati e cifre riguardanti affitti, censi e compravendite, informazioni che
contribuiscano a maggiormente delineare il quadro storico di Toscolano. L'utilizzo di
questo tipo di documenti ha sempre interessato in misura maggiore gli storici
dell'economia, per studiare i vari tipi di coltura, l'andamento dei prezzi o la diversità
dei contratti agrari.
Tuttavia tali fonti hanno offerto utili elementi anche per cogliere interessanti aspetti
della geografia, della politica, della vita religiosa e della società di questo lembo del
Lago di Garda.
Il lavoro è iniziato con un'accurata trascrizione di tutti i documenti contenuti nei due
registri che l'archivio di Stato di Milano custodisce in un fondo religione alla cartella
96, è poi proseguito con l'analisi dei vari tipi di contratti stipulati dalla religione di
Toscolano dal 1340 al 1450, con una ricerca sull'olio, il più prezioso prodotto in
commercio in quel periodo, col tentativo di ricostruire la storia della confraternita di
San Domenico di Toscolano durante il XIV e XV secolo attraverso i suoi componenti e
la produttività agraria ed industriale, per concludere con l'esame di un
interessantissimo processo che aveva visto coinvolti i conversi del monastero di San
Domenico ed il comune di Toscolano.
Ogni singola trascrizione è preceduta da un breve regesto che ne riporta la data di
compilazione e ne espone l'argomento.
Nelle tavole riassuntive dell'appendice III ricorrono: i nomi di tutti gli affittuari e
proprietari, le contrade su cui insistevano i terreni con l'indicazione delle località
affittate, scambiate o vendute, la loro estensione, il tipo di proprietà, i fitti da
corrispondere e il titolo giuridico delle carte.
Infine, per maggior completezza, seguono gli indici onomastico (appendice IV) e
toponomastico (appendice V).
La ricerca sull'evoluzione di quest'ente religioso non può tuttavia considerarsi
conclusa; tra i documenti fin qui esaminati mancano purtroppo quelli relativi
all'aquisizione delle terre e quelli dei secoli successivi, che potrebbero senza dubbio
offrire nuovi elementi.
Mi auguro che possa venire affidato a qualche altro volenteroso studente l'esame di
queste carte, parte delle quali sono conservate presso l'Archivio della Magnifica
Patria di Salò 1
, gettando ulteriore luce sulla storia di un territorio cui sono, ora, più
legata di prima.
1
Ora in corso di riordino ad opera del prof. Scarazzini.
2

CAPITOLO I
DESCRIZIONE PALEOGRAFICA
Entrambi i registri della religione di San Domenico, conservati nell'Archivio di Stato di
Milano 2
, l'uno risalente al XIV secolo e l'altro alla metà del XV secolo, sono pergamenacei.
La copertina del I° presenta sullo sfondo scritte a rovescio, probabilmente un elenco; in
parte cancellata, raschiata e pulita il più possibile, è stato così riutilizzata. Porta in alto al
centro una scritta recente, abbastanza leggibile, rriportata all'inizio della trascrizione dei
documenti.
Attualmente il manoscritto è composto da 107 fogli, della misura di 28 cm di lunghezza e
22,5 di larghezza; dopo il 173° contratto, tre fogli sono di formato più piccolo dei precedenti
e sono datati 1639-1640; uno di loro riporta il titolo "Copia serenissimo prencipe".
La quarta pagina di copertina presenta al centro scritte difficilmente leggibili, in parte
sbiadite e in parte cancellate.
I fogli sono numerati da diverse mani; numeri romani, inseriti tra due punti, sono posti al
centro in alto di ogni recto. Altra numerazione, in numeri arabi, collocata a destra in alto e
in basso, è stata aggiunta più tardi.
La scrittura del primo registro è gotica notarile minuscola, eseguita da un'unica mano con
inchiostro di color marrone.
Macchie compaiono qua e là, soprattutto sul fondo dei fogli, ma non ostacolano la lettura.
Il testo a piena pagina è disposto per lo più in uno specchio abbastanza regolare per quanto
riguarda la larghezza; varia invece per la lunghezza.
Quasi tutti i contratti di investitura o "carte livelli" riportano con accurata precisione in alto
al centro il nome del livellario come titolo, spesso accompagnato a destra o a sinistra dalla
data e da una annotazione sul territorio in cui si trovano le terre affittate. Più sotto (a
sinistra per i fg.v. e a destra per i fg.r.) compaiono, quasi in corrispondenza di riga,
annotazioni circa la durata dell'affitto e il canone da corrispondere.
I primi quattro fogli del registro riportano un elenco dettagliato, in gotica maiuscola, dei
nomi di persona col numero della carta in cui compaiono a fianco, insieme a brevi
annotazioni aggiunte più tardi tra riga e riga.
Verso la fine del manoscritto, dalla carta 117, compaiono accanto al testo intitolature che
definiscono la diversità del contenuto via via presentato:
2
Fondo Religione, cartella 96.
3

- "Permutatio in Tusculano" fg.LXVI o "carta contracambi";
- "Transactio in Burgo de Tuschulano" fg.LXVIII o "carta religionis";
- "Emptio in Materno" fg.LXVIII;
- "Creditus concessionis" fg. LXVIIII;
- "Refutatio in Manerva" fg.LXXI.
Pochi ed elaborati "signum tabellionis" aprono la presentazione del testo. Ricorrono ai fg.
5r, 6r, 14v, 15v e ai fg. XVIII, XXXIII, XXXVI, XLII, XLVI, LXII, LXVI, LXXIII, LXXI; gli altri
documenti sono preceduti da una semplice croce, quale segno devozionale.
La numerazione dei fogli, verso la fine del registro, è interrotta e sporadica.
Al foglio XLII il testo titolato "Carta Petri de Zonclarechis" è cancellato e sbarrato da righe
oblique. Accanto è posto un regesto o breve annotazione sostitutiva.
Dal fg. XLII in poi i contratti diventano più brevi e più fitti all'interno dello stesso recto o
verso, senza soddisfare uno spazio prestabilito come in precedenza, ma facendo seguire,
nella stessa facciata, al termine di un testo, il successivo e, se del caso, l'inizio di un terzo.
Il notaio cancella spesso con un tratto deciso la parola errata o scritta non al giusto posto;
probabilmente quando sottolinea con puntini una frase intera o una parola intende fare lo
stesso, dato che ciò accade spesso quando ripete due formule uguali nella stessa riga.
Una scrittura più sottile a fine di pagina e in uno spazio relativamente ristretto, così che
anche il carattere è piuttosto minuto e pieno di abbreviature, compare soprattutto nei primi
fogli nelle designazioni territoriali, tra gli "item" che elencano tutte le terre in Toscolano,
Maderno, Gardone, Gargnano:
fg. IIII riga 15;
fg. VIIIIv. riga 12 si cancella con sottolinetura l'errata misura, a fianco c'è l'esatta;
fg XXXVIIIv riga 1 cancella "nono ianuarii" perchè la data esatta è "sexto ianuarii";
fg. LIIv riga 6 da "usque ad novem annos" alla riga 8 c'è una sottolinetura continua e
l'espressione non è ripetuta, probabilmente il notaio intendeva evidenziarla e non
cancellarla.
fg. XLII la scrittura appare di mani diverse; la prima riporta l'investitura di Petrum de
Zonclarechis e richiama quella del foglio precedente, mentre a fianco ve n'è un'altra
strutturata in breve regesto che rimanda al contratto 185.
4

Il II° registro, scritto nel XV secolo, presenta sulla copertina in alto a destra le seguenti note
d'archivio: 1444 Provincia di Brescia Domenicani di Toscolano. Più sotto una scritta quasi
completamente sbiadita e, a sinistra: Regolari frati Domenicani Toscolano.
Il manoscritto, in buono stato di conservazione, è composto attualmente da 41 fogli,
ognuno dei quali misura 20 cm di larghezza e 27,5 di lunghezza.
I fogli riportano numerazione araba.
La scrittura è preumanistica corsiva.
Ogni documento si apre con un raffinato "signum tabellionis" e la prima lettera del testo è
miniata.
Il "signum tabellionis" introduce anche l'annotazione fatta dal notaio Augustino de Calapis
che conclude i documenti dei fg. 8-9-10 spiegando che, chiamato a redigere il documento
ed impegnato purtoppo altrove, affida l'incarico al figlio, anch'egli notaio.
Il testo è ben disposto a piena pagina e i paragrafi sono spaziati tra loro.
Accanto al testo il notaio annota brevemente il nome del livellario e la località alla quale
appartiene la terra affittata.
Il registro è in buono stato di conservazione e la scrittura è ben visibile, regolare, curata ed
elegante, ad eccezione del primo documento, sbiadito in alcune frasi.
CAPITOLO II
LA RELIGIONE DI SAN DOMENICO
La scoperta di un fondo archivistico nell'Archivio di Stato di Milano ha reso possibile, pur
tenendo conto delle cose già scritte da Fossati 3
per Toscolano e da Lonati 4
per Maderno, di
affrontare la storia delle due località con un'ottica nuova.
Il Lonati aveva visto l'archivio del comune di Maderno, ma non conosceva questa grande
documentazione. A far luce sulla storia di Toscolano non è dunque una fonte comunale e
pubblica, ma un'istituzione religiosa. Il fondo in questione appartiene ad un ente religioso,
di cui si conosceva
3
Fossati D., Benacum, in Memorie dell'Ateneo di Salò, Toscolano, 1941.
4
Lonati G., La pieve e il comune di Maderno, in Memorie dell'Ateneo di Salò, Toscolano, 1933.
5

l'esistenza, ma nessuno, purtroppo, aveva approfondito il discorso. Il Guerrini, nel 1932 5
, ne
aveva parlato riportando alcuni regesti di documenti, ma l'impressione che ne deriva è che
non avesse effettivamente in mano quelle carte e ne ignorasse dunque l'effettivo
contenuto.
Il fondo, ricchissimo, è costituito da 66 pergamene sciolte che vanno dal 1279 al 1449 e da
due registri di 190 documenti che vanno dal 1340 al 1451 per un totale di 250 atti sulla
storia della religione di Toscolano e sulla storia economica e sociale della comunità.
Lo spaccato che si ottiene non è politico, ma quello della vita reale del paese, degli uomini e
del loro lavoro, in un periodo difficile anche per l'imperversare delle pestilenze, di cui quella
del 1348 non dovette avere particolare virulenza a Toscolano, a giudicare dal numero
elevato (59) di contratti agrari che si continuarono a stipulare in questo periodo, mentre più
aggressiva fu quella del 1361, come si evince dall' esiguo numero di contratti stipulati (1 nel
1361 e 10 nel 1362) e dalla riduzione a due confratelli più il preposito esistenti alla
religione nel 1362 da sei più il preposito che vi si trovavano nel 1360.
É lecito chiedersi come mai questa importante documentazione sia stata ritrovata a Milano.
Alla fine del Settecento, in particolare durante la Repubblica Cisalpina ed il periodo
napoleonico, la figura del monaco era notevolmente decaduta e tra le grandi riforme di fine
secolo vi fu quella che aboliva gli ordini monastici ed incamerava tutte le terre rivendendole
poi ad una classe sociale più redditizia: la borghesia.
La religione era passata ai canonici di San Salvatore di Brescia nel 1562 e, una volta
soppressi gli ordini monastici nel 1772, venne venduta a Giovanni Torre fu Francesco,
rivenduta a Angelo Olivari Fantoni e poi incamerata nel demanio napoleonico, mentre i
documenti vennero destinati all'Archivio di Milano.
Il fondo tuttavia racchiude solamente le carte di gestione, non quelle di acquisizione delle
proprietà, per cui è difficile conoscere con precisione quando e come la religione sia venuta
in possesso di così numerosi appezzamenti di terra.
Il fondo è dedicato a San Domenico. Il Guerrini ha cercato di dare una spiegazione a questa
intitolatura legando il monastero e la storia della religione ai Domenicani, frati Predicatori
che intorno al 1221 si stabilirono a Brescia 6
; a Domenico e agli uomini a lui affiancati, venne
5
Guerrini P., Canoniche e priorati agostiniani nel territorio bresciano, in Bollettino storico agostiniano, VIII,
1932, pag. 70.
6
Guerrini P., San Domenico e i Domenicani a Brescia, Centenario di San Domenico. Bollettino mensile, II, n. 5,
fasc. XVII, dicembre 1921.
6

affidato il compito di predicare la dottrina, di portare il messaggio della verità evangelica
mediante la parola e l'esempio di una vita umile e povera e di suscitare così nelle città
infestate dall'eresia un rinnovamento collettivo.
Non c'è dubbio che i Domenicani abbiano svolto un ruolo importante nelle lotte politiche e
nelle fazioni cittadine del periodo. L'ipotesi del Guerrini è interessante ma non trova
riscontro nei documenti: egli immagina, d'accordo con Lonati, che lo stanziamento dei
Domenicani a Toscolano fosse stato ritenuto necessario già dal vescovo domenicano Guala
(1229 - 1244). Egli sostiene che fossero stati chiamati per arginare l'eresia catara, diffusa
specialmente tra gli straccivendoli attorno alle cartiere, anticipando così la loro fondazione
alla prima metà del secolo XIII. Ciò è difficilmente sostenibile, dato che le prime cartiere
risalgono alla seconda metà del Trecento. Il più antico documento che faccia parola
dell'industria cartaria risale, infatti, al 1381 ed è un "instrumentum" di divisione delle
acque del fiume Toscolano tra i comuni di Toscolano e di Maderno, pubblicato per la prima
volta nel Codice Diplomatico del Bettoni 7
, in cui vengono nominati i "fulli a papyro".
Probabilmente Guerrini non conosceva gli studi pubblicati dal Grundmann 8
sui movimenti
religiosi nel Medioevo tra XII e XIII secolo.
Il termine con cui si indica la presenza di questo ente a Toscolano è "religio", nome che è
rimasto tutt'oggi ad indicare la località. Nel diritto canonico perchè una società possa
definirsi "religione" bisogna che "...sia ordinata secondo una propria regola o costituzione
approvata formalmente e positivamente dalla competente autorità ecclesiastica... che essa
comporti vita comune intesa come stabile coabitazione o dimora sotto lo stesso tetto e
partecipazione alle generali attivitàò sotto il governo del legittimo superiore e secondo le
norme fissate dallo statuto; che i componenti abbiano pronunciato i voti pubblici" 9
.
É probabile che la religione fosse inizialmente un gruppo spontaneo e che, più tardi, sia
entrato nell'ordine degli Agostiniani 10
. Un documento del
7
Bettoni F., Storia della Riviera di Salò, Brescia, 1880.
8
Grundmann H., Movimenti religiosi nel Medioevo. Ricerche sui nessi storici tra l'eresia, gli ordini mendicanti
e il movimento religioso femminile nel XII e XIII secolo, e sulle origini storiche della mistica tedesca, Bologna,
1974.
9
AA.VV., Diritto canonico, Napoli, 1978.
10
Violante C., La chiesa bresciana dall'inizio del secolo XIII al dominio veneto, in Storia di Brescia, Brescia,
1963.
7

1388 ricorda un frate Giovannino de Vergiate "sindicus ordinis heremitarum sancti
Augustini Mediolanensi" 11
.
Il gruppo della religione era piuttosto consistente; era formato da un preposito e una
comunità da sei persone in media fino al 1309, quando il numero variava tra i cinque e i
sette membri nella canonica. Gradenigo riporta un decreto sinodale del vescovo Federico
Maggi nel quale disponeva la presenza di due sacerdoti nella canonica di Toscolano.
Il numero dei religiosi nella fondazione rimase di sei/sette persone fino al 1356.
Nel 1367 il preposito Jacobus de Fortis de Castenedulo affermava "se esse totum capitulum
dicte religionis"; da quel momento la religione non fu più un centro organizzativo spirituale,
ma economico.
É probabile che la religione fosse stata abbandonata in questo periodo a causa delle
difficoltà create dalle pestilenze e dalle guerre, trasformandosi poi in luogo di commenda di
un cardinale avignonese, Filippo de Alenconis, eletto cardinale dal papa Urbano VI il 18
settembre del 1378 12
.
Solo ai primi del Quattrocento si prospettò una ripresa. In un documento del 1405 13
compare il preposito Giovanni de Benedictis de Savallo che rappresentava l'intero capitolo
della religione e del monastero. Proprio a questo intraprendente personaggio si deve la
riorganizzazione delle terre e della produzione industriale; nello stesso documento, infatti,
affitta ad un contadino del luogo un appezzamento di terra con "fullum unum a papiro" o
cartiera, con l'impegno di ricostruirla e rimetterla in funzione.
La ripresa è dimostrata anche dalla stesura di un nuovo tipo di contratto, della durata di sei
o nove anni, ma con l'obbligo "ad laborandum et usufructandum" le terre "secundum usum
et consuetudinem boni et recti laboreri comunis de Tusculano".
Il fitto non viene più richiesto in olio ma in frutto non lavorato.
La documentazione ci aiuta dunque a capire la crescita avvenuta nella prima metà del
Quattrocento, finchè dopo il 1448 la religione ritorna ad una solida struttura economica,
attirando l'attenzione della Repubblica veneta alla quale dal 1426 si era consegnata la
Riviera del Garda in cambio del mantenimento degli antichi privilegi di cui godeva.
Bartolomeo Maripetro fu commendatario della religione dal 1448; e lo era ancora nel 1451,
data dell'ultimo contratto del registro II.
11
A:S:M., F.R.P., cart. 96, 1388 aprile 21.
12
A.S.M., F.R.P., cart. 96, 1388 aprile 21.
13
A.S.M., F.R.P., cart. 96, 1405 febbraio 7.
8

Nel 1483 la religione di Toscolano verrà data in commenda al monastero delle Benedettine
di Santa Croce della Giudecca di Venezia. Le monache ottennero dal papa Sisto IV di
vendere i beni della religione ai monaci di San Salvatore di Brescia nel 1562 per risarcire i
gravi danni provocati da un incendio che aveva distrutto case e masserizie del loro
monastero.
Il possesso da parte di questi ultimi è testimoniato anche da tre documenti del I registro
redatti nel 1639 e 1640.
I frati, chiamati Canonici Regolari Lateranensi di S. Afra, rimasero alla religione fino al 1772,
anno in cui venne soppresso l'ordine.
L'anno seguente il Senato veneto vendette il monastero con tutti i suoi beni a Giovanni
Torre fu Francesco che nel 1793 lo rivendette ad Angelo Olivari fu Gio Antonio di Salò per L.
260.000. Nel 1815 il monastero venne acquistato dalla famiglia Visintini di Morgnaga di
Gardone Riviera.
CAPITOLO III
L'OLIVO ED IL SUO PREZIOSO PRODOTTO.
Nell'Alto Medioevo l'olivicoltura ha rivestito un ruolo molto importante nel territorio
gardesano, in un periodo nel quale la precarietà dei commerci aveva spinto i grandi enti
ecclesiastici ad interessarsi dei possessi nelle zone prealpine per il rifornimento e la
produzione di olio. Nei registri della religione di San Domenico emerge chiaramente quale
significativa posizione avesse la coltura dell'olivo e la produzione dell'olio, allora
indispensabile ai fini liturgici, alimentari e commerciali. Nella zona del Garda l'olivicoltura
era praticata sin dall'antichità, come dimostrano alcuni ritrovamenti a Pacengo sulla sponda
veronese 14
, mentre nulla si conosce per l'età romana e i primi secoli dell'Alto Medioevo. Per
i secoli IX e X giungono abbondanti notizie soprattutto dagli inventari dei conventi di San
Colombano di Bobbio e di Santa Giulia di Brescia 15
, sui cui dominici delle corti gardesane,
infatti, questa coltura era praticata con notevole intensità.
14
G.M. Varanini, L'olivicoltura e l'olio gardesano nel Medioevo, in Un lago, una civiltà: Il Garda, a cura di G.
Borelli, Verona, 1983.
15
Inventari altomedievali di terre, coloni e redditi, Roma 1980, a c. rispettivamente di A. Castagnetti (pp.119-
92) e G. Pasquali (pp. 41-94)
9

Il Pasquali 16
attesta per Santa Giulia un totale di 2528 libbre d'olio annue, alle quali se ne
aggiungono 163 provenienti dal reddito dei frantoi e del "massaricio", mentre i dati
elaborati dall'Hartmann danno un totale di 2790 libbre d'olio sul complesso dell'inventario,
provenienti dalla grande corte gardesana di "Summolacu", corrispondente al settore
settentrionale del lago.
Purtroppo, al di là delle notizie forniteci dagli inventari, la documentazione altomedievale
offre sull'olivicoltura gardesana scarsi elementi; poche sono anche le attestazioni per l'XI
secolo, così che alcuni importanti problemi, come quelli posti da Varanini 17
, non trovano
soluzione. Cosa si intende ad esempio con il termine "oliveta" o col suo probabile
diminutivo "olivetum"? Quale realtà agraria e paesaggistica rappresenta e quali erano le
modalità con cui il suolo veniva sfruttato e reso produttivo? Questo termine compare infatti
spessissimo nella documentazione, raramente si trova "terra cum olivis". E' inoltre difficile
definire un numero minimo di alberi che giustifichi l'uso del termine "olivetum", dato che
anche una terra con solo 6 piante viene così classificata nell'VIII secolo sul lago di Lugano; di
37 olivi è quello di proprietà del monastero di Santa Maria di Monte Velate (lago di Como) e
composto di due arie 18
.
Forse più semplicemente il termine suole indicare che la risorsa principale di queste terre,
pur in altro modo produttive, era comunque l'olivo.
Da un gruppetto di documenti che provengono dall'archivio di San Pietro in Monte di Serle (
1040-1045) sembra che la diffusione dell'olivo sulle terre dei proprietari laici o privati fosse
tuttavia scarsa. Si tratta di donazioni provenienti da ecclesiastici e da laici che rafforzano i
beni di quest'ente a Maderno e nelle zone limitrofe.
Varanini osserva che alcune volte viene offerto solamente "ollivum unum cum sua
ablaciatura" o addirittura una terra con "medietate de arbore uno que nominatur olivo", ad
indicare dunque il grande valore che aveva anche la singola pianta, indipendentemente
dalla vastità della terra.
La presenza di questo tipo di pianta può aver incentivato la donazione.
Nei documenti privati il termine "olivetum" è assente, perciò appare specifico della grande
proprietà ecclesistica, inoltre è raro che gli olivi,
16
G Pasquali , Olivi e olio nella Lombardia prealpina. Contributo allo studio delle rese agricole altomedievali,
Studi medievali, s. 3° , XIII (1972) , pp. 257-65.
17
G.M. Varanini, L'olivicoltura e l'olio gardesano nel Medioevo, cit..
18
Doc. cit. da: Montanari, L'alimentazione contadina nell'Alto Medioevo, Napoli, 1979, p. 396.
10

(poco numerosi sulle terre dei privati e più fitti su quelle del dominico) compaiano uniti
nell'Alto Medioevo all'arativo, così come invece avviene regolarmente nella collina
prealpina.
Mentre nelle fonti del IX-X secolo nella riviera gardesana la proprietà dell'albero d'olivo
appare distinta da quella del terreno circostante, col passare del tempo diventa più forte
l'utilizzazione ad arativo delle terre olivate.
Inizialmente l'olivo viene donato, venduto o locato "cum sua ablaciatura" 19
cioè col terreno
soggetto alla scalzatura o zappatura che si estendeva dai 3 ai 5 piedi, probabilmente 60-
100cm. Si faceva anche una certa attenzione nel distinguere gli "arbores olivorum", adulti e
già produttivi, dalle "plante olivorum", di più recente impianto.
In documenti veronesi si accenna ad una "consuetudo" che riguarderebbe la nostra zona:
"secundum usum gardesane ad plantulum" 20
, probabilmente corrispondente al prelievo di
un terzo delle olive e in qualche caso abbinato a quello di un quarto per le viti. I registri di
san Zeno 21
, della prima metà del XIII secolo, ad esempio, rivelano terreni con alberi tenuti
"ad plantulum" in numerose località della gardesana.
Un contratto del 1222 stipulato tra due laici "nomine locationis plantuli in perpetuum" per
delle terre in Garda, prevede infatti che i concessionari debbano tenere le terre "secundum
usum et bonam consuetudinem plantuli...et ponere debeant olivos in ea terra... in omnibus
lociis ubi necesse fuerit et lotare dictos olivos in omni tercio anno..." 22
.
Scorrendo i contratti d' investitura nelle pergamene sciolte della religione di San Domenico
ho ritrovato una simile situazione: il 21 dicembre 1419 il preposito Giovanni de Benedictis
de Savallo ha dato in locazione per nove anni ad Antonio fu Bartolomeo detto Tosera due
appezzamenti di terra a Toscolano, in cambio di metà produzione annua di uva ed olive e
parte di altri frutti secondo alcune ben precise disposizioni: " item quod ipse conductor
teneatur laborare per hunc modum videlicet arare et ligonizare/ ter omni anno temporibus
congruis ipsas pecias terre et quamlibet earum
19
ASV, Ospitale civico, perg. 25. A Maderno nel 1023 "la ablaciatura" risulta di 3 piedi: AV,NV perg. 2619.
20
L'espressione compare ad esempio in una locazione "nomine manentatico di un manso bobbiese di
Bardolino, il manso deve essere retto: ad bene laborandum, scilicet debet (conductor) habere suprascriptam
terram cum olivis secundum usum Gardesane ad plantulum sicuti habuit pater eius" più sotto è specificata la
corresponsione di un terzo delle olive e dell'uva. AST, mazzo 12; 1175 feb. 9).
21
ASV, S. Zeno, reg. 1.6, cc. 217-225, passim.
22
ASV, S. Caterina Martire, perg. 11, 1222 dic. 3. Brevano, come riportato in Varanini, L'olivicoltura e l'olio
gardesano nel medioevo, cit., nota 78.
11

secundum usum et consuetudinem boni et recti/ laborerii comunis de Tusculano; item
mundare et purgare semel omni tercio anno omnes olivas ipsarum peciarum terre; item
letaminare semel omni anno; item quod debeat planctare quolibet anno in dictis/ peciis
terre duodecim planctas olivarum sufficientes." 23
In un contratto più recente, del 17 maggio 1346, appartenente al primo registro della
religione di San Domenico, viene stipulato un patto tra il confratello Benvenuto de
Matarinis e un certo Gracioto fu Nasimpaci che evidenzia l'importanza della coltura
dell'olivo e della vite e la cura particolare dedicata a queste piante: " ...quod aliquis eorum
non possit nec debeat/ alevare nec plantare nec plantari facere aliquas arbores nisi olivos
vel vites intra confines infrascriptarum peciarum terre vel prope confines earum ad sex
bra/chia, ab aliqua parte prope confines inter eos inter dictas pecias terre et si ex nunc est
aliqua arbor quod debeat retondari ita et taliter quod non sit alta/ supra teram nisi sex
brachis nisi essent olivis vel vitis que non debeant incidi vel devastari et in quod debeant
scorzari ita et taliter quod/ sichentur preter quam olivi et vites que pecie terre sunt hec et
iacentes in teratorio de Tusculano..."
Chi non avesse osservato le disposizioni fissate sarebbe stato costretto a pagare una multa
di quaranta soldi imperiali: "...sub pena et in pena quatraginta soldorum imperialium inter
eos stipulatione promisa...".
In generale nei documenti sono poco frequenti gli accenni al tipo di olivo diffuso sulle coste
gardesane; non di rado si trova quello detto "raça" o "raza" 24
pregiato e di grandi
dimensioni. Così forse anche quella razia che compare nella carta designationis dell'8 marzo
1341 a Toscolano: "In primis unam peciam terre cum una razia, iacentem in contrata
Malzanigi..." anche se accanto alla definizione del Varanini ve n'è un'altra assai più
probabile, cioè quella di "canale artificiale" 25
.
Le carte designationis aprono la lunghissima serie dei contratti livellari del primo registro
datate, 7 marzo 1341 per Gargnano, 8-9 marzo 1341 per Toscolano, 10 marzo 1341 per
Maderno e 11-12 marzo 1341 per Gardone. In esse viene fatto un resoconto di tutte le terre
della religione di San Domenico nelle suddette località, riportando per ognuna, salvo
qualche eccezione, l'estensione in tavole, piedi e piò.
23
A.S.M., F.R.P., cart. 96, doc. 1419 dic. 21.
24
Varanini G.M. L'olivicoltura e l'olio gardesano nel medioevo, cit..
25
Du Cange, Glossarium mediae et infimae latinitatis, Niort, 1883/87. Ad vocem.
12

La maggior parte delle terre è olivata; raramente queste sono o solo prative o solo rosive o
solo vegre. In alcuni casi si trova un accenno al numero delle piante in esse contenute:
"una pecia terre cum tribus pedibus olivorum" (3 volte);
"cum quinque pedibus olivorum" (1 volta);
"cum una nuce" (1 volta);
"cum duobus pedibus nucium" (1 volta);
"cum duobus nucibus" (1 volta);
"una cola cum duabus vitibus" (1 volta);
"una pecia terre olivata et costiva cum treginta septem pedibus olivorum" (1 volta),
mentre è comune l'espressione "cum aliis arboribus" senza ulteriore specificazione.
Nel contratto di livello, al momento di definire quale sia il fitto annuo da pagare per gli
appezzamenti o le case concesse, compaiono costantemente le bazete, le gallette ed il
moggio, ossia le misure di capacità usate per l'olio 26
. La bazzetta o bazeda così chiamata
ancor oggi in Riviera era 1/30 del moggio, la galletta 1/8 del moggio e si divideva in quattro
bande, il moggio corrispondeva a 9 pesi d'olio raffinato ed il quartaro a quattro pinte (8
boccali) cioè a l. 6,29. L'olio era dunque prodotto prezioso che si richiedeva come fitto
annuo e che veniva depositato nella "canipa" del monastero. Si richiedeva che fosse buono,
nitido e correttamente misurato (secondo il retto livello del comune o del territorio).
In una carta venditionis del 31 marzo 1349 Betino fu Ubertini aveva ceduto per 28 libre di
planete e 10 soldi imperiali dodici appezzamenti di terra a Gardone e Fasano, con i relativi
fitti, parte dei quali corrispondenti ad olio e monete insieme: "...unam bazetam et unum
terzerium bazete et quatuor imperiales de ficto quod ei reddere tenetur annuatim...".
In un documento dell'8 febbraio 1357 il fitto annuo per una casa e due appezzamenti di
terre a Toscolano è di "quatuor galetas oley et unum caponem..."; quest'ultimo è una sorta
di regalia.
Poche volte nei miei documenti si accostano all'olio, come fitto, il denaro e gli animali e
quasi mai da soli. Va ricordato un caso in cui si fa obbligo di portare: "..ad canipam dicti
monesteri sitam in dicta religione duodecim turdos bonos et sufficientes..." 27
Dodici tordi è
il fitto annuo che Geronimo fu Antoniolo de Calapis deve pagare per un appezzamento di
26
L.F.Fè D'ostiani, Brescia nel 1746. Brescia 1098, pp. 265.
27
A.S.M., F.R., R2.,car. 96, documento del 7 settembre 1450.
13

terra a Rumegnaco di Toscolano; non qualche tordo ma ben dodici, buoni e sufficienti. Già
in un contratto che appartiene al gruppo delle pergamene sciolte si chiedeva come fitto per
due terre: "galetas sex cum dimedia, unum par caponem, turdos viginti quinque".
Per turtto il Quattrocento è molto diffuso il contratto di denaro e regalie animali come
capponi e tordi e questi ultimi si catturavano con apposite reti accuratamente posizionate;
nella carta del 23 maggio 1450 infatti Bartolomeo Maripietro, commendatario della
religione di San Domenico, ha dato in affitto una terra con "una tensa a turdis".
E'interessante notare inoltre come accanto all'olio non compaia come corresponsione
annua il vino, nonostante la maggior parte delle terre affittate siano vidate e si parli della
raccolta delle olive e dell'uva; il vino resta d'uso privato del livellario e non interessa
l'ambito del commercio ove l'olio è sovrano. Pochi documenti che citano all'interno alcune
"carte debiti", come quello del 26 agosto 1347 o del 5 marzo 1348, accennano a compere di
vino: 6 libre imperiali "pro uno plaustro vini albi", o le 111 libre imperiali in cambio di 8
moggi di olio e 5 plaustri di vino chiaro e nostrano.
Dalle numerosissime carte livelli esaminate si trae l'impressione che la coltura dell'olivo sia
diffusissima, più o meno intensa per i vari territori, ma sicuramente elevata nella Riviera
occidentale a Toscolano e Maderno. Il Varanini ricorda che nel 1307, su un campione di una
cinquantina di appezzamenti della "sors" Cervano, presso Toscolano, (di varia utilizzazione
agraria: arativi, vegri costivi, dossivi...), soggetti a livello a favore del vescovo di Brescia e
della famiglia Ugoni, si riscontra un piede di olivo ogni 70 metri quadri, con punte assai più
elevate di un albero ogni 30-35 mq. 28
Nel primo registro della religione, accanto all'estensione della terra viene riportato, anche
se in soli tre casi, il numero dei piedi di olivo, così che è stato possibile, seppur
indicativamente, calcolarne la densità, che si aggira tra i 12 e i 16 mq per olivo.
Le misure variano, inoltre, tra le terre prospicenti il lago, spesso paludose, e quelle collinari,
di più antica utilizzazione agraria. I terrazzamenti artificiali soprattutto appaiono punti
privilegiati per l'olivicoltura ma va ricordato che accanto all'olio sono spesso menzionati
altre caratteristiche piante come l'alloro che è diffusissimo a Toscolano, assente invece sul
veronese e che ha lasciato tracce persino nella
28
ACVB, reg. 4, cc. 35rv e passim nelle cc. successive.
14

microtoponomastica 29
; ma anche noci, peri, castagni, questi ultimi frequentemente citati
nelle terre olivate, a dimostrazione di come l'olivo si spingesse abbastanza in alto.
Affittata una terra e stabilito che il fitto da corrispondere doveva essere in olio, la religione
richiedeva al livellario di depositarlo nella canipa 30
del monastero, ossia nel magazzino o
cantina, in occasione solitamene della festa dell'epifania.
Settia ricorda questo termine in relazione al castello deposito 31
dei secoli XII e XIII sparso in
tutta Italia ed in particolare nell'area veneta. Le canipe erano i magazzini siti nella fortezza
ove i vicini conservavano i loro beni, soddisfacendo certi obblighi come quello della
manutenzione della fortezza. Gli accordi sottoscritti nel 1195 tra il vescovo di Padova e i
rappresentanti della popolazione di San Giorgio delle Pertiche sancivano il pagamento per
ogni canipa del castello di uno staio 32
di frumento. Nel novarese una convenzione del 1140
rivela che il castello di Briona conteneva "cellaria" affittate da canonici ai vicini del luogo,
tenuti da parte loro alla custodia e manutenzione della fortezza. Più tardi il prevosto della
città di Novara investiva i consoli della vicinia di Masezzo di tutte le "caneve" esistenti nel
castello, dietro pagamento annuo d'una certa cifra di denaro per ogni superficie di una
tavola. Il castello deposito era presente anche in Lombardia, come riportano le
consuetudini milanesi del 1145-62; era sede del potere signorile e nel contempo luogo di
deposito collettivo e obbligatorio di tutti i prodotti della popolazione rurale dipendente.
Questa pratica dell'incanipare, seppur con circostanze assai diverse, riguardava anche la
religione di San Domenico, il cui magazzino raccoglieva l'affitto annuo che i livellari
pagavano per lo più in natura.
Accenno infine al fatto che nei documenti da me esaminati non compaiono quelle "sortes" 33
che il Varanini riscontra a Maderno, Toscolano e zone vicine nel cospicuo patrimonio del
vescovo di Brescia durante l'XI secolo. Il registro IV di Berardo Maggi ne ricorda ben otto;
dall'inventario dei beni, curato nel 1279 da Enrico arciprete di Maderno con altri nove
29
"Ad laurolos".
30
Du Cange, Glossarium mediae et infimae latinitatis, cit.
31
Aldo A. Settia, Castelli e villaggi nell'Italia padana. Popolamanto, potere e sicurazza tra IX e XIII secolo.
Liguori editore, 1984, pp. 441.
32
Lo staio come misura di capacità per gli aridi corrisponde a 2 mine o quattro quartari e a l. 18,27.
33
Varanini G.M., L'olivicoltura e l'olio gardesano nel medioevo, cit., pp. 132.
15

designatores 34
, assumono importanza oltre i possessi all'interno del centro abitato,
soprattutto gli introiti in olio che provengono dalle terre in "Campra Materni, in Plano et in
aliis locis que non sunt in villis" (Bornico, Vigole, Monte Materni) e dalle sortes site nel
territorio di Maderno, ampie e compatte estensioni ove i consortes, coltivatori dipendenti,
rispondevano collettivamente del fitto dovuto "debeat solvi comuniter adunatum fictum
cuiuslibet sortis et non divisim" 35
.
CAPITOLO IV
LOCALITÁ E PAESAGGIO
I molteplici possedimenti, registrati dal 1340 al 1450 36
nelle carte esaminate, che la
religione di San Domenico affitta, vende o scambia, appartengono agli odierni comuni di
Toscolano-Maderno, Gardone, Salò, Gargnano e San Felice. Dalla corrispondenza dei
toponimi antichi con quelli moderni si comprende che le terre della religione in parte
costeggiavano il lago in quella fascia che appare più ricca e produttiva, ma si estendevano
anche all'interno oltre una breve pianura, risalendo dolcemente i pendii dei colli, fino a
spingersi dentro la Valle di Surro (odierna Val di Sur).
Il paesaggio si presentava assai ricco di estese piantagioni di olivo, spesso accompagnato da
altre colture, in particolare quella della vite. Le colture miste apparivano più frequenti nella
parte settentrionale, per la natura stessa del terreno; insieme agli olivi e alle viti vi erano
prati, boschi, castagneti e campi.
Oltre alle case e alle mura erano sparsi qua e là raze (canali artificiali), due mulini nei pressi
della religione, porti ecc.
I possedimenti della religione di San Domenico sono per lo più di natura fondiaria, mentre
solo una piccola parte è costituita da immobili.
In ogni contratto agrario di investitura terriera viene specificato con cura:
34
ACVB, Mensa vescovile, reg.4, f.1 r., 1279.
35
Bettoni, Storia della riviera di salò, vol. III-IV, Forni editore, Bologna, Biblioteca istorica dell'antica e nuova
Italia, pp.71.
36
Salvo la pergamena sciolta del 1321.
16

- il tipo di coltivazione (olivata, vidata, aratoria, costiva, prativa, ortiva, boschiva, vegra,
rosiva, loriva);
- l'ubicazione del terreno (territorio e contrada);
- i confini della terra (altri proprietari, spesso il lago, il fiume Toscolano, i monti, le valli e la
stessa religione);
- la misura di superficie corrispondente (manca solo, fortunatamente, in pochi casi); le più
usate sono:
la tavola = 4 cavezzi o pertiche, 0,32 aree, 32 mq;
il piede quadro = 144 once quadre, 0,18 mq;
il piò o plodium =100 tavole di 12 piedi l'una, 32,55 aree, 3,255 mq. 37
Raramente viene indicato, oltre alla misurazione della terra, anche il numero di olivi in essa
presenti.
Qualche volta vengono numerati altri tipi di piante come fichi e noci, ma l'espressione più
comune è quella generica: "cum aliis arboribus".
La terra ceduta a livello poteva essere:
- olivata: appezzamento coltivato ad olivi,
- vidata:
“ “ a viti,
- aratoria: “ da arare,
- costiva: " su costa collinare,
- prativa: " coperto d'erba,
- ortiva: “ coltivato ad orto,
- boschiva: " ricoperto di boschi,
- vegra: " incolto,
- loriva: " coltivato ad alloro,
- rosiva: " " a roseum 38
La maggior parte delle terre è a coltivazione mista; laddove vi sia monocoltura, questa è per
lo più d'olivo.
I beni immobili della religione di Toscolano sono costituiti da "domus, cum orto, cum
sedumine et curtivio secum tenente"; tra i possessi sono segnate anche mura, aie (hera),
tese per l'uccellagione (tezollo), terreni terrazzati (cola), canali artificiali (raza), tettoie o
fienili o stalle (teyete) e un vivario.
37
Martini A., Manuale di metrologia ossia misure, pesi e monete in uso attualmente e anticamente., editrice
E.R.A., Roma, 1976, pp. 101.
38
Si tratta probabilmente dello scotano (Cotinus coggygria), rös in dialetto, arbusto coltivato perchè ricco di
tannino, sostanza usata per la concia delle pelli.
17

I censi che la religione ricavava ogni anno dalle terre (e dalle case), per lo più in occasione
della festa dell'epifania, venivano pagati solitamente in gallette, bazete, moggi e quartari di
olio:
- galletta: misura per l'olio corrispondente a 1/8 del moggio e a l. 9,83;
- bazeta: misura per l'olio corrispondente a 1/30 del moggio e a l. 2,62;
- moggio: misura per l'olio corrispondente a l. 78,60 (e per gli aridi a 8 staia o 16 mine
e a l 146,23).
- quartaro: misura per l'olio corrispondente a 4 pinte, 8 boccali e a l 6,29;
poche volte con animali (capponi e tordi); raramente in denaro.
Una sola volta nei documenti da me analizzati si richiedono esplicitamente sette soldi e
mezzo di imperiali spendibili per la comunità del Lago di Garda 39
.
I pagamenti in olio rendono alla religione di San Domenico complessivamente, nell'anno
1348:
- moggi 1
- galete 41
- bazete 237
- quartari 3 di olio e 3,5 di frumento
La durata infine del contratto di investitura ad fictum nelle carte dei due registri è di nove
anni, alla scadenza dei quali sarebbe stato certamente rinnovato. In un solo documento
sono stati presi provvedimenti nei confronti degli eredi di due livellari che per più di tre
anni non avevano pagato il fitto di un appezzamento di terra a Toscolano tra Folino e
Cabiana. Furono costretti a rinunciare alla terra e a versare alla religione 25 libre di planete.
CAPITOLO V
I "FRATRES" PRESENTI ALLA RELIGIONE .
Considerando ora i componenti della religione di San Domenico e facendo riferimento al
più antico documento pervenutoci, del 1261 40
, si osserva
39
Documento in appendice del 15 novembre 1450.
40
ASB, Fondo Ospedale Maggiore, Bolle in pergamena, filze AABB, bifoglio della Congregazione di San
Domenico, f. 2v.
18

che la "domus fratrum de Toscholano" era retta da un preposito e abitata almeno da un
altro fratre e da un converso: "..fratris Bertoldi conversi dicte domus, et fratris Sperindei de
dicta domo...".
Il preposito era nell'ambito della congregazione come un fratello maggiore, non disponeva
di una vera autorità assoluta e si occupava dell'organizzazione materiale e spirituale della
casa, testimone primo, in dignità, lavoro e carità, di una vita assolutamente regolare 41
.
Integrando i documenti da me analizzati con le pergamene sciolte appartenenti allo stesso
fondo della religione di san Domenico 42
l'elenco dei prepositi che si sono succeduti è il
seguente:
- 1279 2 febbraio: Dominus pre Delaydus.
- 1315 7 dicembre: Dominus Petrus de Materno.
- 1321 15 febbraio: Dominus frater Michael de Navis 43
, dal 3 aprile dello stesso anno
definito anche prepositus eclesia Sancti Heustachi de Cleusuris
Brixie 44
.
- 1356 27 febbraio: Dominus frater francinus de Trovegnanis de Scovolo 45
Vallis Tenesis
prepositus eclesiarum Sanctorum Dominici de Tusculano et
Heustachi de Cleusuris Brixie.
- 1365 12 febbraio: Venerabillis vir dominus frater Bertolinus de Castenedulo
prepositus eclesie Sancti Dominici de Tuschulano.
- 1367 6 febbraio: Religiosus vir dominus frater Iacobus de Fortis de Castenedulo
prepositus religionis Sancti Dominici de Tusculano et Sancti
Heustachi de Cleusuris de Brixia, dicens se esse totum capitulum
dicte religionis et dictarum eclesiarum 46 .
- 1388 21 aprile: Venerabilis vir frater Iohaninus de Vergiate
heremitarum Sancti Augustini Mediolanensi.
sindicus ordinis
- 1396 6 marzo: Venerabilis et sapiens vir decretali doctor dominus Gratianus de
Nulis prepositus religionis
41
Lippini P. , La vita quotidiana di un convento medioevale. Gli ambienti e le regole, l'orario e le mansioni dei
Frati Domenicani del XIII secolo, Bologna, Edizioni studio Domenicano, 1990, p. 315.
42
ASM, Fondo religione, La cartella 96 contiene pergamene sciolte e due registri concernenti la religione di
san Domenico di Toscolano.
43
Compare l'ultima volta nel documento in appendice del 18 maggio 1355.
44
Nel documento in appendice del 7 marzo 1341.
45
Compare l'ultima volta nel documento in appendice del 13 maggio 1362.
46
Nei miei documenti compare una sola volta il 9 novembre 1371, nelle pergamene sciolte invece l'ultima
volta il 28 agosto 1385.
19

et eclesiarum Sanctorum Dominici de Tusculano et Heustachi de
Clausurarum Brixie, dicens totum capitulum dictarum eclesiarum ad
presentem in ipso solo ressidere.
- 1400 25 aprile: Venerabilis vir dominus pre Antoniolus dictus de Lodrono
prepositus religionis Sancti Dominici de Tusculano.
- 1405 7 febbraio: Venerabilis vir dominus Iohanes de Benedictis de Pusicco de Savallo
Vallis Sabii prepositus religionis Sancti Dominici de Tusculano et
monasteri Sancti Eustachi Clausurarum Brixie rapresentans se
totum capitulum dicte religionis et monasteri et quod est in rei
veritate 47 .
- 1441 14 febbraio: Venerabilis vir dominus presbiter Antonellus de Castroromano
capellanus magnificorum dominorum fillius quondam magnifici
domini Parisii de Lodrono et prepositus monasterii Sancti Dominici
de Tusculano et Sancti Heustachi de Brixia.
- 1449 5 marzo: Magnificus et generosus vir dominus Bartholomeus Maripetro 48
comendatarius eclesie seu monesteri religionis Sancti Dominici
Riperie lacus Garde diocesis Brixiensis.
- 1449 5 marzo: Lancelotus de Claraschis de Soncino habitator religionis Sancti
Dominici de Tusculano procurator et procuratorio nomine
Bartholomei Maripetro.
Nella religione di San Domenico di Toscolano oltre al preposito operavano anche alcuni
"fratres" via via più numerosi, semplici chierici o forse solo laici 49 . Dalle pergamene sciolte e
dai due registri l'elenco dei fratres è il seguente:
- 1261 1 novembre: Frater Bertoldus conversus dicte domus et frater Sperindeus de dicta
domo et frater Bertoldus conversus de Ordine Predicatorum.
47
Compare l'ultima volta nel documento in appendice del 25 novembre 1446, nei miei documenti una sola
volta l'11 febbraio 1417.
48
Citato in tutte le carte del R2, compare l'ultima volta nel documento in appendice del 17 gennaio 1451.
49
Violante C. , La chiesa bresciana dall'inizio del secolo XIII al dominio veneto, in Storia di Brescia promossa e
diretta da Giovanni Treccani degli Alfieri, I ed., Brescia, Morcellania editrice, 1963, vol. 1, p.1091.
20

- 1279 2-6 febbraio: Amighetus, Bonapas, Mapheus, Floranus presbiter,Bonaventura,
Bonzoanus.
- 1290 20 agosto: Petrus presbiter, Amighetus, Albertus, Iustacus, Iacobus.
- 1315 7 dicembre: Bertolinus de Brixia, Verandus de Portesio presbiter, Martinus de
Pulzano, Bertolinus Goxoli.
- 1321 3 aprile: Petrus de Gardono presbiter, Martinus de Faxano, Bovardus de Portesio,
Petrus et Martinus de Polzano, Bertolinus Goxoli et Bertolinus de Discenzano.
- 1327 9 settembre: Francinus presbiter, Iacobinus clericus, Nigerbonus, Martinus de
Faxano, Dominicus de Materno, Iacobinus pre Zenarius, Nicolaus Boninsegne,
Bertolinus Gazolus, Mesagus, Martinus Revelli.
- 1340 5 marzo: Francinus de Trovegnanis, Negerbonus de Materno, Cencrethinus de Brixia,
Bertolinus Gosoli, Martinus Revelli de Pulzano, aserentes sese esse duas partes et
plures capituli et conventus dictarum eclesiarum.
- 1341 8 ottobre: Cencrethinus de Brixia presbiter, Negerbonus de Materno, Dominicus de
Materno, Benevenutus de Materno, Bertolinus Bosioti de Brixia, Desideratus de Ciis de
Salodo, asserentes sese esse maiorem partem dicti capituli.
- 1342 26 dicembre: Francinus de Trovegnanis presbiter, Negerbonus deMaterno, Nicolaus
Bosii de Tusculano, Desideratus de Ciis de Salodo, Bertolinus de Brixia, asserentes sese
esse duas partes et plures capituli dicte religionis.
- 1345 28 marzo: Negerbonus de Materno, Martinus de Pulzano, Gregorinus de Brixia,
Nicolaus de Mesaga, Benevenutus de Materno, Desideratus de Ciis de Salodo,
asserentes sese esse maiorem partem capituli et conventus dicte religionis.
- 1346 24 giugno: Francinus de Trovegnanis presbiter, Iohaninus de Brixia clericus,
Bertolinus Gosolli, Martinus Revelli, Benevenutus de Materno, Nicolaus de Mesaga,
Desideratus de Ciis de Salodo dicentes sese esse maiorem partem capituli et conventus
dicte religionis.
- 1354 13 gennaio: Francinus de Trovegnanis, Fedriginus de Brixia, Iohaninus de Brixia
presbiter, Bertolinus Gosoli, Martinus Revelli, Bertolinus Bosioti, Desideratus de Ciis de
Salodo, dicentes sese esse maiorem partem capituli et conventus dicte religionis.
- 1356 27 febbraio: Iohaninus de Brixia presbiter, Bertolinus Gosoli, Bertolinus Bosioti,
Nicolaus bosii, Benevenutus de Materno, dicentes sese esse maiorem partem capituli
et conventus dicte religionis.
21

- 1357 14 maggio: Iohaninus de Brixia presbiter, Martinus Revelli Bertolinus Gosolli,
Bertolinus Bosioti, Nicolaus de Mesaga, Desideratus de Ciis, Iacobinus de Cisano,
sicentes sese esse duas partes et plures capituli et conventus dicte religionis.
- 1358 28 novembre: Iohaninus quondam Petini Quarte de Brixia presbiter, Martinus de
Pulzano, Nicolaus de Mesaga, Bertolinus de Concessio, Desideratus de Ciis de Salodo,
Iacobinus de Cisano, aserenres sese esse totum capitulum.
- 1359 28 gennaio: Iohaninus de Brixia presbiter, Martinus Revelli, Iustachinus, Martinus
Bozii, Bertolinus Bosioti de Concessio, Nicolaus Bonzii de Mesaga, Iacobinus de Cisano
Vallis Tenesis, aserentes esse quatior partes et plures capituli et conventus dicte
religionis.
- 1360 22 novembre: Fedriginus quondam Bertolini Bosii de Brixia presbiter, Martinus
Revelli de Tusculano, Desideratus de Ciis de Salodo, Nicolaus de Mesaga de Tusculano,
Iacobinus de Cisano de Scovolo, omnes confratres dicte religionis ac dicentes sese
esseduas partes et plures capituli et conventus dicte religionis.
Scorrendo gli elenchi soprariportati si nota che mentre i prepositi della religione, per lo più
preti, non sono del luogo, (Nave, Val Tenesi, Castenedolo, Lodrone, Castelromano), i
"fratres" sono di Toscolano e delle zone vicine (Maderno, Fasano, Salò, Cisano) o di Brescia.
E' imporatante notare inoltre che mentre nel 1327 i frati menzionati sono ben 10, nel 1365
il preposito e due soli frati costituiscono l'intero capitolo.
Nel 1309 il vescovo Federico Maggi convocò una sinodo diocesana, in cui affrontò tra l'altro
il problema di stabilire il numero minimo dei canonici, monaci ed officiali di monasteri,
canoniche e chiese, indicando inoltre se vi dovessero presiedere abbati, prevosti o priori, ed
ordinando che tutti fossero preti: "..qui omnes sint presbiteri secundum modum et
numerum infrascriptum.." e così anche per Toscolano: "In eclesia Sancti Dominici de
Toscholano unus prepositus presbyter et unus frater presbyter" 50
.
50
Gradenigo G .G, Brixia Sacra, Brescia, Tipografia di Giovanni Battista Bossino, 1755, p. 297.
22

CAPITOLO VI
LA SOCIETÁ CIVILE
Dall'esame dei nomi degli affittuari, dei confinanti e dei testimoni si può tentare di tracciare
un quadro della struttura sociale di Toscolano, che a poco a poco attraverso i documenti
appare abbastanza varia ed attiva.
Nei documenti del 1300 compaiono infatti cartai, sarti, muratori, maestri, boscaioli,
panettieri, mugnai e fabbri.
Moltissimi sono i notai, soprattutto di Toscolano, e proprio il loro numero piuttosto elevato
è l'indice più evidente di questa vitalità. Costoro si occupavano della stesura degli atti di
compravendita tra proprietari, sapevano il latino e avevano le nozioni necessarie per
esercitare, forse apprese presso un magister notaio fuori paese; dovevano anche avere
possibilità economiche per intraprendere questo mestiere. Molto spesso si trattava di una
professione trasmessa di padre in figlio: il notaio Antonio che sottoscrive tutti gli
"instrumenta" del II° registro è figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno, che
proprio nelle carte iniziali conclude il contratto dicendo di aver affidato al figlio il lavoro a
lui richiesto, perchè impegnato purtroppo in altro, con la promessa tuttavia di vigilare. A
sua volta Augustino de Calapis è figlio del maestro notaio Antoniolus de Calapis de
Materno.
Verso i notai si aveva una grande stima e fiducia; nella carta del 26 agosto 1348 la religione
dà a Bartolomeo di Peterbono Bruni l'incarico di comprare, per conto del monastero, una
terra a Toscolano, versando una somma di 15 libbre imperiali. Nella carta del 14 febbraio
1359 il notaio Bartolomeo compra, ancora a nome della religione, per 8 libre di planete una
terra a Toscolano. Nella struttura sociale del paese dovevano occupare senz'altro una
posizione di riguardo.
I notai ricordati nei documenti venivano soprattutto citati tra i testimoni presenti alla
stesura dei contratti.
23

CAPITOLO VII
I CONTRATTI
Il I° registro della religione di San Domenico di Toscolano è formato da:
130 contratti livellari;
3 contraccambi;
1 "refutatio";
1 "transactio";
1 "creditus concessionis";
1 restituzione,;
1 testamento;
4 carte del 1600 relative al possesso della seriola;
28 compere;
7 carte di designazione.
Il II° registro invece, dopo 7 pagine che presentano il processo del 1449 contro il comune di
Toscolano, è costituito interamente da "carte livelli" di investitura, ed una pergamena
sciolta del 1321, inserita tra il 10° e 12° contratto.
La religione di San Domenico cede la terra ai contadini del paese attraverso un particolare
tipo di contratto agrario, il più diffuso nel Medioevo: l'investitura ad fictum (o livello 51
). Con
esso il concedente dava al livellario (ricevente) una terra in godimento per un certo periodo
di tempo, dietro corresponsione di un canone annuo in natura o in denaro. Questo tipo di
contratto era molto diffuso, a partire dalla seconda metà del XII secolo, nell'Italia
settentrionale e specialmente in Lombardia e vel Veneto 52
.
Nella forma di livello più nota l'istante curava la stesura del livello in due copie, che
venivano firmate e scambiate tra le parti, ma si trovano anche livelli scritti dal concedente
stesso oppure, congiuntamente, dalle due parti. Si tratta, quindi, non di petizione ma
piuttosto di semplici notizie dell'avvenuta concessione livellare.
Ognuno era in grado di dare terre a livello, purchè ne fosse proprietario (anche semplice
precarista, enfiteuta, beneficiato o livellario) e le maggiori concedenti di livelli durante il
Medioevo furono le chiese.
Il concedente aveva e il dovere di mantenere il livellario nella concessione fattagli, senza
pretendere censo o prestazioni maggiori di quelle convenute e di rinnovare la concessione
stessa alla scadenza; inoltre aveva il diritto alla riscossione della pensione al giorno
stabilito.
51
Così chiamato dal libello col quale chi desiderava ottenere la concessione della terra faceva la petizione.
52
G. Chittolini, I beni terrieri del Capitolo della Cattedrale di Cremona, p. 17-18; G. Giorgetti, Contadini e
proprietari , p. 58-71, p. 145.
24

Il livellario, da parte sua, doveva curare, per quanto fosse possibile, il miglioramento dei
beni ricevuti e versare alla data stabilita il canone fisso o parziario, in derrate o denaro e a
corrispondere ogni altra prestazione richiesta o consueta. Il livellario possedeva un diritto
reale e di pieno godimento sulla cosa, con la capacità altresì di trasferirlo ad altri. Era
perlopiù un uomo libero, legato al proprietario o concedente della terra solo dalle clausole
del contratto, tra le quali si sono trovate spesso anche quelle che imponevano di lavorare
direttamente la terra ricevuta e di risiedervi.
La durata della concessione era varia; in tutti i contratti da me analizzati, ove specificata, era
fissata in 9 anni, allo scadere dei quali sarebbe stata rinnovata 53
. Solo poche volte invece
non viene citata.
Silvio Pivano ha dedicato particolare attenzione a questo tipo di contratto e lo ha definito di
natura essenzialmente formale, che viene a trovare il suo carattere nei livelli scritti in un
unico tenore con la petizione del livellario; un contratto dunque dal contenuto assai vario,
spesso enfiteotico.
Altri studiosi come Schupfer e Harmann ne hanno fatto un contratto più reale,
caratterizzato non dalla forma ma dal contenuto. Harmann distingue l'enfiteusi dal livello
dal fatto che con il secondo contratto la terra resta nel patrimonio del concadente mentre
col primo la separazione avviene in modo assoluto.
Il Simoncelli afferma risolutamente che soltanto nell'enfiteusi medievale il miglioramento
del fondo avuto in concessione diventò un'obbligazione dell'enfiteuta e che così non era
invece nell'enfiteusi romana, dove costituì sempre e soltanto un diritto.
Anche nei miei documenti che sono carte di livelli, il livellario è detto enfiteuta: "..pro
quibus debeat novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare..", e si
parla dello "ius seu mellioramentum suum", per cui la differenza tra i vari tipi di contratto
può essere talvolta molto sottile.
Pivano discute inoltre, a proposito del canone di questi contratti, se si stipulasse a retta fissa
o parziaria, in denaro o in parte dei prodotti del suolo.
Nei miei documenti c'è veramente una prevalenza assoluta del canone in natura, tanto
quasi da farne una caratteristica del livello.
53
Dalle carte livelli: "..usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam.."
25

Pivano, definendo il livello come contratto formale, risponde che il canone di questo era in
natura quante volte la concessione che per esso aveva vita portava con sè il canone in
natura, ed era invece in denaro quando la natura della concessione era in denaro.
La maggior parte dei livellari del monastero di San Domenico era costituita da rustici del
paese e delle contrade vicine. Nel contratto di investitura dopo essere stati citati alcuni
testimoni, spesso notai di Toscolano, l'interessato riceveva l'affitto di una terra o di una casa
direttamente dal preposito o da un confratello (che ne faceva le veci): "..ad rectum livellum
comunis Brixie investivit ...iuris dicte religionis usque ad novem annos et ad novam
investituram fiendam ..".
L'enfiteota poteva anche rinunciare all'investitura; in questo caso il preposito, alla presenza
di un notaio e dei testimoni, ne prendeva atto, liberandolo da ogni obbligo verso la
proprietà. A questo proposito ricordo la carta del 17 maggio 1344 col la quale Giovanni fu
Ruzeni di Pulciano aveva rinunciato al diritto e al miglioramento di un appezzamento di
terra in favore del preposito della religione così che egli potesse investire Giovannino fu
Benevenuto Gracioto. Dal nuovo livellario Giovanni affermava di aver ricevuto 5 soldi
imperiali. Se avesse deciso di non rifiutare ma vendere direttamente di persona ad un altro
che non fosse il preposito, avrebbe dovuto dare a quest'ultimo due soldi. Nella carta del 29
settembre 1347 Bona, moglie di Benevenuto detto Mantello rinunciava a ogni diritto, come
quelli di dote o donazione, su un appezzamento di terra venduto ad un confratello della
religione.
Stabilito il fitto annuo da pagare, entrambi i contraenti si impegnavano a garantire
l'osservanza dei patti. Il livellario "promittens ipse, per se et suos heredes, dicto domino
preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad
dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta sub
pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus
incurentium, obligando ad hoc ei...". Il preposito "stipulatione promisit, per se et suos
successores, dicto emphiteota, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam investituram ei et
suis heredibus et cui dederit ab omni contradicenti persona et universitate legiptime
defendere, auctorizare et desbrigare sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto
emphiteota et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto emphiteota omnia bona
dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et futura pigneri ..".
26

Al livellario non si imponeva nient'altro: "quo ficto dato et soluto alia super imposita non
fiant dicto conductori", salvo che "solvat fictum in duplum in illo et de illo anno in quo non
solverit dictum fictum ad dictum terminum". Se l'enfiteota avesse voluto vendere il suo
diritto e miglioramento della terra ad altra persona che non fosse stata il preposito sarebbe
stato tenuto "primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis,
emere volentibus nomine et vice dictarum eclesiarum, dare pro quinque soldis imperialium
minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit,
preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito
vel successoribus suis inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum
emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare".
Mentre nei contratti del 1300 se l'enfiteota decideva di vendere la terra al preposito doveva
abbassare il prezzo di cinque soldi, in quelli del 1400 doveva abbassarlo di dieci soldi; se
invece decideva di vendere ad altri, al preposito spettava sempre una somma fissa di due
soldi prima e di dieci soldi poi, con cui investire un nuovo emphiteota.
Si vietava esplicitamente al conduttore di cedere la terra a un servo della chiesa o ad un
uomo potente. Nelle carte del XV secolo il divieto si allarga anche a "miserabili persone,
consoutio, discipline, hospitali vel aliis personis in quibus conditio dicti monesteri fieret
deterior".
Se il livellario che stipulava il contratto agrario con il preposito aveva meno di 25 anni e più
di 14, era tenuto a giurare di non contravvenire agli accordi per nessuna ragione: "et quia
dictus emphiteota minus erat viginti quinque annis maior tam quatuordicim ut dicitur ad
Sancta Dey Evanyelia iuravit, corporaliter tactis scripturis, non venire contra dictam
promissionem, obligationem, remissionem nec contra aliquid in isto contractu contentum
ratione minoris etatis aut alia qualibet ratione vel causa qua se tueri posset."
La carte di compera (emptio) si trovano raggruppate nella parte finale del I° registro. Sono
introdotte dall'espressione "carta religionis" (mentre i documenti precedenti cominciano
con carta livelli). Dopo l'elenco dei testimoni, il proprietario vendeva la sua terra 54
al
preposito o ad un confratello della religione, ricevendo in pagamentouna somma in denaro.
Il venditore garantiva di non dar vita ad alcuna controversia verso la religione.
54
La terra era di proprietà privata: "expeditum alodium".
27

Alla fine dei contratti di compera subentrava spesso la rinuncia da parte della moglie del
venditore di ogni suo diritto sull'appezzamneto, come quello di dote o di donazione 55
: "uxor
dicti venditoris refutavit et renunciavit confratribus dicte religionis aut alteri persone
recipienti pro dicta religione omnibus omnibus et singulis iuribus, actionibus si que habet
vel habere posset in dicta pecia terre".... "refutavit et remisit in manibus dicti fratri Nicolay
confratris religionis Sancti Dominici omne ius omnesque rationes et actiones reales et
personales quod et quas habet vel habere posset in quadam peciam terre" ... "sibi ipoticata
vel obligata pro dote vel donatione sua aut pignore generali aut alia qualibet ratione vel
causa et quod anteponens ius confratrum dicte religionis omnibus suis iuribus".
La carta "contracambi" o permuta sanciva uno scambio per lo più di terre tra due persone.
Nel documento dell'8 ottobre 1341 i confratelli Francino e Martino cedevano un
appezzamento di terra alle sorelle Margherita e Giacobina in cambio di un altro
appezzamento. Entrambe le parti promettevano di evitare liti future, di difendere la terra e
di essere pronti a pagare il doppio della stima una volta apportate ulteriori migliorie se
contravvenivano ai patti.
Le due sorelle avevano precisato inoltre che la loro terra al momento dello scambio valeva
più di quella ricevuta e per questo ottennero 40 soldi imperiali di differenza.
Nel contracambio del 1342 56
viene addirittura scambiata una pianta di olivo con un intero
appezzamento.
Con il termine "transactio" si alludeva alla stipulazione di un patto o di una convenzione.
Nella carta del 22 gennaio 1346 si fissavano alcune norme relative alla piantagione e alla
coltivazione dell'ulivo, alla potatura delle piante e alla loro altezza.
Infine nella carta dal titolo "creditus concessionis" si prendeva atto che due fratelli
dovevano alla religione di San Domenico 12 libre imperiali, 11 soldi imperiali e 4 imperiali a
pagamento di 2 moggi di olio ricevuti da frate Francino a giusto prezzo di mercato. Si
impegnavano a pagare la cifra entro 6 giorni e gli ulteriori danni se la religione fosse stata
55
Documento in appendice dell'11 settembre 1347.
56
Documento in appendice del 26 dicembre 1342.
28

costretta ad esigerli oltre il termine stabilito. Volendo sciogliere il debito i fratelli avevano
ceduto alla religione ogni loro diritto nei confronti di un livellario e dei suoi eredi 57
.
CAPITOLO VIII
IL PROCESSO DEL I449
Il II° registro si apre con un lungo processo che vede coinvolti i confratelli della religione di
San Domenico ed il comune di Toscolano, per il possesso di una terra nelle vicinanze del
monastero e per la distruzione di una seriola.
Il testo è stato diviso in tre parti:
il parere di Ambrogio de Advocatis;
il testo della condanna;
l'esecuzione della pena.
Era stato richiesto inizialmente dal podestà della Riviera e dal vicario l'ìintervento di un
esperto di diritto canonico e civile ("utriusque iuris peritus"), affinchè facesse luce sulla
questione. Così Ambrogio de Advocati, volendo rimanere il più possibile fedele ai fatti,
cominciò col presentare nella sua dissertazione le parti avverse: da un lato il procuratore
Lanceloto de Claraschis ed il comendatario della religione Bartolomeo Maripietro, dall'altro
il comune e gli uomini di Toscolano.
Il motivo della contesa era la terra denominata le Gere di fra, situata nelle vicinanze del
monastero e che sarebbe stata per lungo tempo di dominio dei frati fino a quando non fu
invasa ed occupata dal comune. Per primo Lanceloto aveva fatto richiesta al podestà ed al
vicario perchè con definitiva sentenza si dichiarasse la suddetta terra di proprietà
unicamente del monastero, che venisse subito restituita con tutti i frutti e i redditi allora
percepiti e che gli uomini di Toscolano venissero condannati.
Il 5 marzo 1449 venne presentata a Salò, di fronte al vicario, la petizione, in assenza però
della parte avversa. Ambrogio de Advocatis, a questo punto, cita gli assenti ed intima loro di
presentarsi entro 6 giorni.
57
Documento in appendice del 26 agosto 1347.
29

L'11 marzo il ministro pubblico Fructus Sayolo presentò al notaio informandolo di aver
consegnato una petizione a Comino di Bondono presso la sua abitazione e tre giorni prima
al console di Toscolano Bartolomeo Faustini.
Il 15 marzo si tenne una nuova udienza e fu ripresentata la petizione da parte del
procuratore Lanceloto, insieme al documento del mandato, sottoscritto dal notaio Raynino
de Goicis il 29 dicembre 1448.
La parte avversa era nuovamente assente.
L'avvocato della parte avversa prsentava al vicario la posizione e la risposta dei suoi clienti,
sostenendo che non vi fosse quasi bisogno di procedere ulteriormente perchè nè il
procuratore nè il comendatario della religione erano legalmente tali, non avendo
presentato le prove dei loro mandati.
Le notizie contenute nella petizione erano state definite "dubia, varia, incerta, cavilosa,
generalis frustatoris incepta, intricata, captiosa, calumniosa, contraria, contradditoria,
impertinencia, male concepita" ed inoltre veniva ricordato che da cinquant' anni e forse più
la terra in questione era rimasta in possesso del comune che l'aveva data in enfiteusi a
Comino di Bondono con un fitto e una pensione di nove gallette all'anno.
Il 20 marzo il sindaco di Toscolano Giovanni fu Domenico presentò questa risposta insieme
a Comino di Bondono. Il vicario, uditi i presenti, dichiarò che il commendatario della
religione Bartolomeo Maripietro non era tenuto a pagare i danni richiesti dalla parte
avversa.
Nella seconda parte del processo Ambrogio de Advocatis precisava di aver letto tutte le
carte relative alla causa, di aver ascoltato entrambe le parti e di essersi recato
personalmente sul luogo per maggiore chiarezza.
Così il 21 luglio 1449 riportava la sua sentenza dichiarando che David e Comino di Bondono
dovevano restituire la terra alla chiesa e al monastero con tutti i frutti e i redditi avuti e
percepiti dal tempo della lite.
Il 23 luglio il vicario Laurenzio de Paterno, alla presenza di alcuni testimoni,
del procuratore Lanceloto e di David, assente invece Comino, lesse la sentenza.
Nel testo della condanna viene stabilita la pena pecuniaria promulgata da Pietro Balastro a
Salò, nella sala grande dove simili cause si discutavano in pubblico arengo.
Il capitano e provvisore soprannominato il 9 settembre del 1444 espose l'accusa contro i
"temerarios et delinquentes" e la loro condanna.
Gli accusati erano:
30

Giovanni Lanterno, console del comuna di Toscolano;
Giovanni Domenico di Cecina e il figlio Pietro;
David fu Antoniolo de Pizonis;
Aloysio Pillati di Gaino e suo figlio Giovanni;
Domenico Morani;
Augusto fu Antoniolo de Mazotis;
Iacopo Pillati;
Requiliano Beloni;
Pietro Pensaboni;
Colosio Dantie;
Iacopo Colletti di Pulzano;
Antoniolo Malacarni di Cecina.
Costoro, nonostante il commendatario della religione Bartolomeo Maripietro fosse in
possesso della chiesa e delle terre del monastero di San Domenico pacificamente da tre
anni, lo attaccarono ingiustamente.
Da tanto tempo erano stati costruiti nei muri e nelle pareti del monastero quattro robusti
cardini di ferro a sorreggere una grossa porta. Da due anni la porta era chiusa anche da un
catenaccio. Gli uomini del comune, con armi, badili, scuri e asce l'attaccarono e in malo
modo la buttarono a terra distruggendola in tante piccole parti.
Costrinsero poi con la forza lo stesso Maripetro a collaborare nonostante questi
apertamente contradicesse l'impresa. Ricevette minacce e fu costretto a non intervenire.
Con l'intento di provocare maggiori danni al commendatario, non contenti di ciò che
avevano fatto, si recarono alla seriola del monastero che da più di cinquant'anni conduceva
l'acqua ai campi e agli edifici della cartiera e dei mulini; la riempirono di sassi, così che non
vi potesse più scorrere acqua arrecando grandissimo danno alla religione.
Il provvisore, non volendo che questi "delinquentes" si gloriassero ulteriormente delle loro
"male gesta", li condannò al pagamento di 200 libbre piccole da versare metà alla comunità
e metà a Bartolomeo Maripetro e, affinchè più nessuno avesse l'intenzione di molestare o
turbare il commendatario, attaccando nuovamente porta e seriola, altre 300 libbre piccole.
Il 24 novembre alla presenza di quattro testimoni 58
, Bartolomeo Maripetro presentò al
console del comune e agli uomini di Maderno la lettera del
58
Accanto al vicario vi erano un cartario e un mugnaio, a testimonianza dell'importanza che queste professioni
rivestivano a quel tempo.
31

podestà e del vicario, con cui si ordinava la restituzione della terra chiamata Le gere dei frà
con tutti i frutti percepiti dal tempo della lite.
Il console obbedì e diede a Bartolomeo il dovuto seguendo il seguente rito: diede in mano a
Bartolomeo pietre, erba e fronde con le quali percorse in lungo e in largo l'intero
appezzamento.
CAPITOLO IX
CRITERI DI TRASCRIZIONE
Nella trascrizione dei documenti ho seguito alcune norme paleografiche comunemente
adottate:
- punteggiatura secondo i criteri attuali ;
- lettera maiuscola dopo il punto, con i nomi propri di persona e di luogo, con i sostantivi
riferiti ad istituzioni ;
- la presenza del "signum tabellionis" indicata dalla sigla (S.T.) ;
- tutte le abbreviazioni sono sciolte ;
- intergrazione di lacuna indicata da parentesi uncinata < > ;
- ove la parola appare incomprensibile la parentesi è tonda con tre puntini (...) ;
- l'interruzione del testo è segnata è posta in nota ;
- dove l'interpretazione della parola è ipotizzata utilizzo la parentesi tonda ( ) ;
- rimanendo fedele al testo non ho segnato dittonghi, "ae";
- con una barretta inclinata si indica la fine di riga;
- in nota sono riportate le eventuali sottolineature e cancellature dello scriba .
32

APPENDICE I
TRASCRIZIONE DEI DOCUMENTI
REGISTRO I
Nota como habiamo fato l' instrumento del contracambio fece ser Charlo de Pecini sin del
1494 el qual habiamo confermado (...) / publico instrumento (...) Lodovicho Segala tudor del dictio
ser Charlo che fo adi 3 zugno 1497 (...) Zaneti noder/ sta a Salò de una pezia de terra con una pianta
de olivo et duo pie de veda et una piantella de olivo/ al (nostro) de una de olivo e lire diexe di
imperiali e di questo fazo io Zuina de Montorio et pro/ dicto monesterio de Sancta Croce de la
Zudecha civido esse questo monesterio de santo Domenego dela religione/ nota per (...) (...) el qual
contra (...) contra de l 'Onglarino cavano l'agua verso la seriola 59
.
In Christi nomine. Rubricha designamenti de religionis Sancti Dominici de Tusculano.
Imprimis Iohanes quondam fratris Peterboni de Pelacanibus. ..............................................car.I
Yolus quondam Benevenuti Capre de Viaveteri....................................................................... "
Iacobinus quondam Bonomi de Boyaco. ................................................................................. "
Marithata de Viaveteri............................................................................................................ "
Berardinus quondam Domini Arcili. ........................................................................................ "
In Tusculano
Nicolaus quondam Martini Biaqui de Secina. ....................................................................... car.II
Martinelus quondam Franchini Biaqui. ................................................................................... "
Bertolinus Franceschi de Mornaga.......................................................................................... "
Heredes Iohanis Tasche de Benethaga.................................................................................car.III
Zelana quondam Agelini de Secina.......................................................................................... "
Copinus Ogerii de Secina. ....................................................................................................... "
Heredes quondam Paseti Scaye de Secina. ............................................................................. "
Iacobinus quondam Zele de Plano. ......................................................................................... "
Martinus Iacobini de Paytono. ................................................................................................ "
Boyolus molinarius. ............................................................................................................ car. IV
Magister Iohanes ferarius quondam Salvagni.......................................................................... "
Heredes Materni de Ordaninis................................................................................................. "
Tusculanus quondam Iohanis qui dicitur Maninus................................................................... "
Delaydus quondam Franceschini Manere. .............................................................................. "
Franceschinus qui dicitur Zengus quondam Veteli. ................................................................. "
Dominicus quondam Pasquetini de Plano. .............................................................................. "
Heredes Peteni de Gagino. ..................................................................................................car. V
Heredes Iohanis Brachi de Folino............................................................................................ "
Martinus qui dicitur Zochella de Gagino. ................................................................................ "
Bertolameus quondam fratris Iohanis Riche. .......................................................................... "
Nicolaus Dorche de Gayno...................................................................................................... "
Heredes Arloti de Castro......................................................................................................... "
Zoanetus quondam Martini Bonzii.......................................................................................... "
Bertelus Mori de Pulzano........................................................................................................ "
Iohanes Ruzeni. .................................................................................................................car.V/VI
Iohanes Benevenuti Gratioti. .................................................................................................. "
Nicolaus Corveti...................................................................................................................car.VI
Aquistabenus Gandolfini......................................................................................................... "
In Materno
Nicolaus Petri Bertoni............................................................................................................. "
Beterius Petri de Ordaninis..................................................................................................... "
Heredes Franceschi Delaych Manere. ..................................................................................... "
59
Testo riportato sulla copertina del I registro.
33

Heredes Delaych qui dicitur Ceresa......................................................................................... "
Heredes Grandey qui dicebatur Carlasarius. ....................................................................... car.VII
Peterbonus Case..................................................................................................................... "
Heredes Petri de Ordaninis..................................................................................................... "
Heredes Bertolini Monaci. ...................................................................................................... "
Heredes Iacobi Coazo. ............................................................................................................ "
Heredes Baldoyni Scapini de Senico........................................................................................ "
Cicinus quondam Conti. .......................................................................................................... "
Heredes Iacopi de Grapis. ....................................................................................................... "
Heredes Martini Fregamilii. .................................................................................................... "
Heredes domine Flordeyeme.................................................................................................. "
Bertolomeus qui dicitur Panethellus de Senico. ...................................................................... "
Heredes Martini de Ordaninis................................................................................................. "
Brixianinus quondam Iohanis Faye.......................................................................................... "
Binus quondam regis de Senico. ............................................................................................. "
Heredes Dalmiani de Guzapalis...........................................................................................car.VIII
Dominicus Bontempi Froyerii.................................................................................................. "
Benevenutus qui dicitur Spigocius de Vigolis........................................................................... "
Heredes Nasceti de Subtilis..................................................................................................... "
Franceschinus Ture Uberini..................................................................................................... "
Dumdurelus Maschare............................................................................................................ "
Tomasius Gavardini de Buzethino........................................................................................... "
Peterzolus de Zonclaelis............................................................................................... "
Franceschinus qui dicitur Zucheta........................................................................................... "
Iohanes Cavali......................................................................................................................... "
Franceschinus quondam Avantini Bayamonti.......................................................................... "
Bertolinus quondam Cavali. .................................................................................................... "
Zaninus quondam Martini Bonaverii. ...................................................................................... "
Iohaninus quondam Antonioli ser Henrici. .............................................................................. "
In Gardono
Brixianinus Molinarius. ........................................................................................................car.IX
Iacobinus quondam Delaydi Malexardi. .................................................................................. "
Benevenutus quondam Rizardini. ........................................................................................... "
Bonus quondam Gratioli de Supiana....................................................................................... "
Bertolinus Boture. .................................................................................................................. "
Benevenutus quondam Pasetti. .............................................................................................. "
Mundinus quondam Gracioli................................................................................................... "
Malgarita Salturie. .................................................................................................................. "
Aymericus quondam Bosii de Fasano...................................................................................... "
Gema quondam Mafey Casarii................................................................................................ "
Francinus quondam Brixiani Bertoldi. ..................................................................................... "
Zontre quondam Iohanis Mande.......................................................................................... car.X
Pizonus quondam Miorini....................................................................................................... "
Heredes Francini Pelegrini. ..................................................................................................... "
Heredes Ziliani Amadey. ......................................................................................................... "
Iohanes qui dicitur Zafonus quondam Venture. ...................................................................... "
Bertocius quondam Malesardi. ............................................................................................... "
Zonus de Malesardis. .............................................................................................................. "
Heredes Petri de Malesardis. .................................................................................................. "
Rubrica de livelis.
In Gargnano
Iacobinus quondam Bonomi de Bonomi de Boyaco. ............................................................car.XI
Yolus quondam Benevenuti Capre. ......................................................................................... "
Peterzolus quondam Dominici Tasche de Benethaga .......................................................... car.XII
Mafezolus quondam Petri Tache. ...................................................................................... "
Franceschinus Zilberti Tasche. ............................................................................................car.XIII
Nicolaus qui dicitur Bozola...................................................................................................... "
Richarigentii. .................................................................................................................... car.LXVII
34

in Scovolo carta Iohanes quondam (Belan) de Manerva carta XIV et alia Avanzini Iacobini Salodini de
Sancto Felice et carta XV alia Iacobini Fachini Benaie. 60
in Tusculano
Boyolus molinarius. ...........................................................................................................car.XVIII
Martinus de Paytono. ............................................................................................................. "
Tusculanus Manini Sole.......................................................................................................car.XIX
Iacobinus qui dicitur Carenta quondam Zele........................................................................... "
Delaydus quondam Franceschini Manere. .......................................................................... car.XX
Nicolaus Martini Biaqui........................................................................................................... "
Martinelus Franchini Biaqui. ...............................................................................................car.XXI
Zelana quondam Agnelini. ...................................................................................................... "
Copinus Ozerii. .................................................................................................................. car.XXII
Iohaninus quondam Iohanis Ruzeneli...................................................................................... "
Iohanes qui dicitur Salvagnolus Ferarius. ...........................................................................car.XXIII
Iohaninus quondam Nicolay Dorche. ...................................................................................... "
Martinus qui dicitur Zochela. .............................................................................................car.XXIV
Guyelmini fratres fillii Iohanis Peteli. ...................................................................................... "
Iacobinus. ............................................................................................................................... "
Tavera Peteni..................................................................................................................... car.XXV
Antoniolus Oderici Castegne................................................................................................... "
Bertelus quondam Mori de Pulzano...................................................................................car.XXVI
Iohanes Martini Bonzii............................................................................................................ "
Nicolaus Corveti de Castro. ............................................................................................... car.XXVII
Iohanes Ruzeni de Pulzano. .................................................................................................... "
Franceschinus quondam Brixianini de Folino. ...................................................................car.XXVIII
Betinus quondam Benevenuti de Bolono. ............................................................................... "
Iohanes qui dicitur Parolus de Castro.................................................................................car.XXIX
Pasquinus Benamati de Folino. ............................................................................................... "
Bertazolus de Mornaga...................................................................................................... car.XXX
Dominicus quondam Pasquetini ser Iacobi.........................................................................car.XXXI
Andriolus quondam Pasquetini Petenati. ................................................................................ "
Iohanes qui dicitur Zoelus de Secina. ................................................................................ car.XXXII
Nicolaus quondam Scaye. ....................................................................................................... "
Benedictus quondam Bertolameii Riche. ..........................................................................car.XXXIII
Columba quondam Pugneti de Folino. .................................................................................... "
Iohaninus quondam Benevenuti Gracioti de Gagino. ........................................................ car.LXVII
In Materno
Imprimis Petrus quondam Iohanis Casarii de Zonclareclis. ................................................. car.XLII
Heredes Cerese de Materno. .................................................................................................. "
Iohanes Francini de Portesio................................................................................................... "
Nicolaus Materni Colse. ..................................................................................................... car.XLIII
Tomasinus Tomasii de Buzethino. ........................................................................................... "
Franceschinus qui dicitur Cicinus. ........................................................................................... "
Benevenutus quondam Iacobi de Grapis............................................................................car.XLIV
Heredes Tomasii Dalmiani de Marclino.............................................................................. car.XLV
Beterius de Ordaninis. .......................................................................................................car.XLVI
Heredes Petri de Ordaninis..................................................................................................... "
Aquistabenus quondam Franceschini Gandolfini............................................................... car.XLVII
Heredes Bertolini quondam Monaci de Senico. ...................................................................... "
Heredes Materni de Ordaninis..........................................................................................car.XLVIII
Bertolameus Baldoini Scapini.................................................................................................. "
Heredes Valenti Scapini de Senico. .................................................................................... car.XLIX
Iohaninus quondam Antonioli ser Henrici. .............................................................................. "
Peterbonus quondam Case. ................................................................................................. car.L
Heredes Iacobini Coaze de Senico........................................................................................... "
Benevenuta quondam Secaseni. .......................................................................................... car.LI
60
Scrittura posteriore, tardo quattrocentesca "umanistica".
35

Iohaninus quondam Materni Bonaverii................................................................................... "
Cresinus quondam Iacobi de Grapis. ................................................................................... car.LII
Benevenutus Rizardini de Buzethino....................................................................................... "
In Gardono.
Imprimis Iacobinus Malasardi. ........................................................................................... car.LXII
Bertolinus Boture. .................................................................................................................. "
Bonus Gratioli.
Brixianinus Franceschi Molinarii.
Benevenutus Paseti de Gardono.
Bertramus Bosii de Faxano.
Mundinus Gratioli.
Margarita Salturie.
Gema Mafeii Casarii.
Francinus Brixiani Bertoldi.
Conter Iohanis Mande.
Pizonus Mignorini.
Heredes Francini Pelegrini.
Zeliarius Amadei Bertoldi.
Rivanus qui dicitur Zafonus quondam Venture.
Petrus fratres et fillii quondam Malesardi.
Delaydus.
Bertotius.
Iacobinus. dictus Bozolus carta 63 et (...)
Da carta 66 sino a carta 81 vi sonno molte compere et permutazioni./ A carta 98 sunt solutiones
facte pro vase sariole de anno 1351 et 1352/ et due emptiones facte in Thusculano in Gardis de
anno 1352./ A carta 99 investitura in permuta quondam Pederzoli de Materno de anno 1371./ A
carta 100 investitura religio cum comune de Thusculano ab abbate Sancti Petri in Monte/ solvuntur
unam bazetam olei pro quolibet eorum del 1417.
1
CARTA LIVELLI
1356 Febbraio 27 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Giovannino fu Zano di Olzano di Liano un appezzamento di terra in
territorio di Olzano in cambio di due bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo sexto, indicione nona.
CARTA IOHANINI ZANI DE VULZANO
(S.T.) In Christi nomine. Die penultimo februarii, in Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici,
praesentibus: Nicolao quondam Martini Biacqui,/ Iohanino filio dicti Nicolaii, Michelino filio
Iohanini de Folino, notario pro secundo notario, omnibus de Tusculano, testibus rogatis./ Ibi
religiosus vir dominus frater Franciscus de Trovegnanis, prepositus religionis eclesiarum sanctorum
Dominici de Tusculano/ et Sancti Heustachii de Cleusuris Brixie, verbo et consensu infrascriptorum
confratrum, videlicet: fratris Iohanini de Brixia, fratris Bertoli/ni Gosolli, fratris Martini Revelli,
fratris Nicolaii Bosii, fratris Bertolini Bosioti et fratris Benevenuti de Materno, omnium et
confratrum/ dicte religionis ac in omnibus et singulis in isto contractu contentis consentientium per
se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis et capituli/ et conventus eiusdem, per
lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie,
36

investivit Iohaninum quondam Zanni de/ Olzano de Liano de una pecia terre iuris dicte religionis
iacente in teratorio de Olzano in contrata Liani sive Runchi, cui coheret a mane Niger/ quondam
Chiuchery in parte et in parte Iohaninus Peterzoli Dolzebelli, a meridie Otebonus et Iohanes Martini
de Liano, a sero dictus Otebonus/ et Iohanes in parte et in parte Iohaninus et Ziliolus Peterzoli, a
monte dictus Iohaninus conductor, salvis omnibus aliis coherentiis. Tali modo dictus dominus/
prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum
Iohaninum, ita quod ipse et sui haeredes et cui dederit deinceps in per/petuum habeat, teneat,
gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat iure livelli, sine
contraditione dicti domini prepositi et/ confratrum dicte religionis, cum omnibus et singulis que
intra predictos continentur confines vel allios si qui forent et cum accessibus, ingressibus/ et
regressibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra
se, intra se seu infra se in integrum et cum/ omni iure et actione, usu seu requisitione dicte
religionis et confratrum dicte religionis modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse/
Iohaninus, per se et suos haeredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania
Domini vel in octava duas bazetas oley, nomine ficti/ boni et pulcri et bene mensurati ad rectam
mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis. Quo ficto dato et
soluto,/ alia super imposita non fiant dicto conductori, praeter quod solvat fictum in duplum in illo
et de illo anno in quo non solverit dictum fictum/ ad dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si
dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, tene/atur primo
dictum dominum prepositum vel confratres dictarum eclesiarum apellare et eis, emere volentibus
nomine et vice dicte religionis, dare/ pro quinque soldis minus quam alteri persone; alioquin vendat
ius seu melioramentum suum cui voluerit, praeter servo eclesie vel potenti homini/ quibus nullo
modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos pro
quibus debeant novum emphiteotam/ investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens
ipse Iohaninus, per se et suos haeredes, dicto domino preposito,/ pro se et suis successoribus
stipulanti, dare, reddere, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere (-)
omnia et singula/ in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte religioni
et confratrum eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto domino/ preposito, stipulanti et
recipienti pro se et suis successoribus et nomine et vice dicte religionis et confratrum eiusdem, se
personaliter et omnia sua bona/ presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus,
nomine quo ut supra, (-) stipulatione promisit, per se et suos successores,/ dicto Iohanino, pro se et
suis haeredibus stipulanti, dictam peciam terram et dictam investituram eiusdem ei et suis
haeredibus et cui dederit, vel habere/ statuerit, ab omni persona et universitate legiptime
defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde/ dicto Iohanino et
suis haeredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Iohanino omnia bona dicte religionis presentia
et futura pigneri./ De qua pecia terre ex nunc dictus Iohaninus confitetur esse in possessione pro
dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instru/menta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesimo sexto, indicione nona./ Ego Bartolameus filius Peterboni
Bruni de Plano Tusculani, notarius sacri/ palacii, hiis omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
37

2
CARTA LIVELLI
1348 Ottobre 26 Gavardo, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della chiesa di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio di
Brescia, ha dato in affitto a Requiliano fu Bersanino de Cortis un appezzamento di terra in territorio
di Gavardo in contrada Corti in cambio di tre quartari e mezzo di frumento all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
INVESTITURA IN TERRITORIO DE GAVARDO
Charta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Requilianum de Cortis de Gavardo. Die
vigesimo sexto octubrii, in Tusculano, in domibus/ religionis Sancti Dominici de Tusculano,
praesentibus: Maternino Lanzete de Materno, Pasino quondam Bonincontri Flordente, notario pro
secundo notario, ambobus/ de Materno, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael
de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti/ Dominici de Tusculano et Sancti Heustachii de
Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis/ et capituli et
conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie,
investivit Re/quilianum quondam Bersanini de Cortis de Gavardo de una pecia terre iacente in
teratorio de Gavardo in contrata de Cortis, cui coheret/ a mane fosatum, a meridie Materninus
Lanzete de Materno et heredes Benamati Lanzete, a sero via, a monte heredes Avanzini de
Me/thallo, salvis aliis coherentiis. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit
dictam investituram de dicta pecia terre/ in dictum Requilianum, ita quod ipse Requilianus et sui
heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam/
peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat (-) iure livelli, sine contraditione dicti domini
prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis/ que intra predictos continentur
confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas et cum/ omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se, seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione dicte/ religioni et confratribus eiusdem
ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Requilianus, per se et
suos/ heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in festo Sancte Marie vel in octava
tres quarterias et dimidiam 61
nomine ficti/ boni et pulchri et bene mensurati ad rectam mensuram
comunitatis Riperie in terra de Salodo super mercato bladi et (...) daret et solveret/ dictum fictum
super dicto mercato in dicto termino quod ipse teneatur portare suis propriis expensis dictum
frumentum in terram de Tusculano,/ ad canipam dicte religionis, suis propris espensis, sub pena
dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempo vellet/ vendere ius seu
melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos succesores apellare
et eis, emere vole/ntibus nomine et vice dicte religionis, dare pro quinque soldis minus quam alteri
persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum/ cui voluerit, praeter servo eclesie vel
potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito (-) vel suis successoribus, inde/
habentibus duos soldos pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem
tenore firmare. Promittens/ ipse Requilianus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro
se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum/ ad dictum terminum et
atendere et observare omnia et singula in isto
61
A margine è aggiunta la speciicazione "frumenti".
38

contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde/ dicto domino preposito et
confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro
dicta religione et confratribus eiusdem,/ se personaliter et omnia sua bona presentia et futura
pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos soccesso/res, dicto
Requiliano, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem
ei et suis heredibus et cui dederit, ab/ omni persona et universitate legiptime defendere,
auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Requiliano/ et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Requiliano omnia bona dicte religionis presentia et
futura pigneri. De qua pecia terre/ ex nunc dictus Requilianus confitetur esse in tenuta et corporali
possessione pro dicta religione et sum rogatus unum et plura/ facere instrumenta uno
tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius/ sacri palacii, hiis omnibus affuy et,
rogatus, scripsi.
3
CARTA DESIGNATIONIS
1341, Marzo 7, Villavetro di Gargnano, prope domus Bartolamei dictus Sinella.
Pietro di ser Gavardo, Bartolomeo detto Sinella, Antoniolo di Masato Arloti e Iolo di Benvenuto,
scelti dal vicario del comune di Gargnano Maternino fu Materno de Albertonibus, hanno designato
a Michele di Nave, preposito delle chiese dei santi Domenico di Toscolano e Eustacchio delle
Chiusure di Brescia, i possessi livellari di dette chiese esistenti nel territorio di Gargnano, con
l'indicazione dei confinanti, dei possessori e delle estensioni.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
ADSIT PRINCIPIO MEDIO ET FINI SANCTA MARIA MEIS
IN TERRITORIO DE GARGNANO
(S.T.) In Crhisti nomine amen. Hec sunt brevarie Aquistaboni quondam Francischi Gandolfini de
Materno notari,/ de anno currente millesimo trecentesimo quatragesimo primo, indicione (-)
nona./ Die septimo mensis marcii, in villa de Viaveteri de Gargnano, prope domum Bertolamei qui
dicitur Sinella quondam Bonomi,/ presentibus: Gaforino de Rubeis de Manerva, notario pro
secundo notario, Bonanno quondam Federici Loli de Viaveteri et Scolario Gapelle/ de Zovino et
Bertoloto quondam Comerii habitatore de Viaveteri, omnibus testibus rogatis. Ibi Petrus quondam
ser Gavardi, Bertola/meus qui dicitur Sinella, Antoniolus quondam Masatii Arloti et Iolus quondam
Benevenuti Capre, omnes de Viaveteri/ de Gargnano, designatores electi et eciam sacramento
astricti per Materninum quondam Materni de Albertonibus de Materno,/ tunc vicarium comunis et
hominum de Gargnano, ad designandum domino fratri Michaeli de Navis, preposito/ eclesiarum
sanctorum Dominici de Tusculano et Heustachi de Cleusuris Brixie, nomine dictarum eclesiarum et
confratrum/ earumdem vel suo certo nuncio, omnes et singulas possesiones bona res ficta et
iurisdictiones spectantes et pertinentes/ dictis eclesis et confratribus earumdem existentes in
teratorio de Gargnano cum coherentiis veteribus et novis, cum nominibus et pronominibus/
possidencium et per mensuram. Qui Materninus vicarius predictus habebat in mandatis omnia et
singula suprascripta et infrascripta fieri/ facienda a domino Petro de Lambertinis de Bononia,
doctori legum, iudice et vicario coliterali, nobilis viri/ domini
39

Petri de Morexinis de Veneciis, tocius Riperie Lachus Garde brixiensis potestatis et cetera ut
continetur in qua/dam litera sigellata, transmissa, porecta et aprehensa ex parte dicti domini Petri,
iudici et vicari et cetera, dicto Maternino,/ vicario et cetera, data die vigesimo sexto februari, nona
indicione, et subscripta per Michelinum filium Turacie de Tus/culano, notarium et oficialem dicti
domini vicari et eius voluntate et a me notario vissa et lecta. Unde predicti designatores in/ comuni
concordio designaverunt suprascripto domino fratri Michaeli, preposito, recipienti pro se nomine et
vice suprascriptarum eclesiarum/ et confratrum earumdem, omnes et singulas infrascriptas
possesiones livelarias, iurisdictionis dictarum eclesiarum et confratrum earumdem/ et per
mensuram et nomina et pronomina posidencium iacentes in teratorio de Gargnano in infrascriptis
contratis cum infrascriptis coherentis, videlicet:/ imprimis unam peciam terre olivatam, vidatam et
prativam cum aliis arboribus iacentem prope villam de Viaveteri, cui coheret undique via/ et est per
mensuram novem tabulas. Iohanes quondam fratris Peterboni de Castro de Pelacanibus tenet et
possidet eam;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam et ortivam iacentem in Capra de
Viaveteri, cui coheret a mane Otebonus quondam Arigeti de Pelacanibus,/ a meridie Iacobinus
quondam rebusi de Viaveteri, a sero (-) Otebonus quondam Antonii ser Zilli de Viaveteri et a monte
heredes domini Lafran/chi de Rothina et est per mensuram novem tabule et novem pedes;/ item
unam peciam terre olivatam, vidatam et aratoriam iacentem ibi prope in dicta contrata, cui coheret
a mane Otebonus quondam Arigeti de Pelacanibus, a meridie/ heredes quondam domini Guielmi
de Rothina, a sero Otebonus quondam Antonii ser Zillii in parte et in parte heredes dicti domini
Guielmi et a monte Iacobinus/ quondam rebusi de Viaveteri et est per mensuram sedecim tabule et
dimidiam;/ item unam peciam terre olivatam iacentem ad Grestolum, cui coheret a mane, a
meridie et a sero heredes Cervini Capre et a monte strata comunis et/ est per mensuram viginti
duo pedes;/ item unam peciam terre olivatam et vidatam iacentem in contrata Molendini, cui
coheret a mane et a meridie heredes quondam domini Guielmi de Rothina, a sero/ via et a monte
Nigrinus Cantaclerii de Rothina et est per mensuram tres tabule;/ item unam peciam terre olivatam
et vidatam iacentem super domus de Viaveteri, cui coheret a mane et a meridie via, a sero et a
monte heredes quondam ser Ugi notari/ et est per mensuram octo tabule et dimidiam;/ item unam
peciam terre olivatam iacentem in costa Sancti Petri, cui coheret (-) a meridie via, a sero heredes
quondam Martini Oderici de/ Boiaco et a mane Nicolaus qui dicitur Bonana et a monte Iohanetus
Bertoldi et est per mensuram viginti unum pedes./ Benevenuti Capre de Viaveteri tenet et possidet
suprascriptas pecias terre;/ item unam peciam terre olivatam iacentem in costa Sancti Petri cum
tribus pedibus olivorum, cui coheret a monte strata, a mane, a meridie et a sero/ Iacobinus
quondam Bonomi de Boiaco et est per mensuram sedecim pedes;/ item unam peciam terre
olivatam iacentem in dicta contrata ibi prope cum quinque pedibus olivorum, cui coheret undique
Iacobinus quondam Bonomi/ de Boiaco et est per mensuram due tabule et dimidiam et
fosatum in medio;/ item unam peciam terre olivatam iacentem sub eclesia Sancti Petri in Frasolis
cum tribus pedibus olivorum et una fichu, cui coheret/ undique Iacobinus predictus et est per
mensuram decem pedes. Iacobinus quondam Bonomi de Boiaco tenet et possidet suprascriptas
pecias terre;/ item unam peciam terre olivatam et vidatam iacentem post villam de Viaveteri, cui
coheret a mane Iohaninus Zerbini et a meridie dictus Iohaninus/ in parte et in parte heres Zonte de
Viaveteri, a sero dicta heres, a monte Iohaninus Zerbini predictus in parte et in parte predicta
heres/ (-) Zonte et est per mensuram tres tabule;/ item unam peciam terre olivatam et vidatam
iacentem in dicta contrata, cui coheret a mane Iacobinus Bonomi de Boiaco, a meridie heres Zonte/
de Viaveteri, a sero heredes Larducii de Viaveteri et a monte Antonia quondam Bertolamei
40

Peterboni in parte et in parte heredes quondam/ Libardi et est per mensuram decem tabule cum
uno raveroto./ Marithata quondam Ioli tenet et possidet suprascriptas pecias terre;/ item unam
peciam terre olivatam et vidatam cum una nuce iacentem in morenis, cui coheret a mane via, a
meridie et a sero solebat esse heredes/ quondam Peterboni Bonincontri et modo de novo est
Berardinus quondam domini Arcili et a monte solebat esse heredes quondam Ugonis et modo/ est
dictus Berardinus./ Berardinus suprascriptus quondam domini Arcili de Viaveteri tenet et possidet
suprascriptam peciam terre.
4
CARTA DESIGNATIONIS
1341, Marzo 8, Cecina di Toscolano, prope eclesiam Sancti Nicolay.
Paolo fu Giovanni de Boxelis, regolio fu Pasqueto de Boxelis, Nicola fu Berete e Francesco fu
Bonomo, scelti dal console di Toscolano Franceschino di Nicola Berete di Cecina, hanno designato a
Michele di Nave, preposito delle chiese dei santi Domenico di Toscolano ed Eustacchio delle
Chiusure di Brescia, i possessi livellari di dette chiese esistenti nel territorio di Toscolano, con
l'indicazione dei confinanti, dei possessori e delle estensioni.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
IN TERRITORIO DE TUSCULANO
.II.
Die octavo mensis marcii, in villa de Secina de Tusculano, prope eclesiam Sancti Nicolay,
presentibus: Belolo quondam Bontempi,/ ministrali comunis de Tusculano, Martino Franceschini
Biacqui de Tusculano et Gaforino quondam Rubeis de Ma/nerva, notario pro secundo notario,
omnibus testibus rogatis. Ibi Paulus quondam domini Iohanis de Boxelis, regolius quondam domini
Pas/queti de Boxellis, Nicolaus quondam Berete, omnes de Secina de Tusculano et Francischus
quondam Bonomi de Mornaga de/ Tusculano, omnes designatores electi et eciam sacramento
astricti per Franceschinum filium Nicolay Berete de (-) Secina/ de Tusculano, tunc consulem et
oficialem dicti comunis de Tusculano, ad designandum domino fratri Michaeli de Navis, prepo/sito
eclesiarum sanctorum Dominici de Tusculano et Heustachi de Cleusuris Brixie, nomine dictarum
eclesiarum et confratrum/ earumdem vel suo certo nuncio, omnes et singulas possessiones, bona
res, ficta et iurisdictiones spectantes et pertinentes dictis/ eclesiis et confratribus earumdem,
existentes in teratorio de Tusculano cum coherentiis veteribus et novis, cum nominibus et
pronominibus/ possidencium et per mensuram. Qui Franceschinus, consul suprascriptus, habebat in
mandatis omnia et singula suprascripta et infrascripta/ fieri facienda a domino Petro de Lambertinis
de Bononia, doctori legum, iudice et vicario coliterali nobilis/ viri domini Petri de Morexinis de
Veneciis, tocius Riperie Lachus Garde brixiensis potestatis et cetera, ut continetur in/ quadam litera
sigellata, transmissa, porecta et aprehensa ex parte dicti domini (-) Petri, iudicis et vicari et cetera,
dicto/ Franceschino quondam et cetera, data die vigesimo sexto februari, nona indicione et
subscripta per Michelinum filium/ Turacie de Tusculano, (-) notarium et oficialem dicti domini vicari
et eius voluntate, et a me notario vissa et lecta. Unde/ predicti designatores, in comuni concordio,
designaverunt domino fratri Francino de Trovegnanis de Scovolo, presbi/tero et confratre
suprascriptarum eclesiarum, recipienti pro se nomine et vice suprascriptarum eclesiarum et
confratrum (-) earumdem et
41

tamquam/ nuncio et procuratori sindicis suprascriptarum eclesiarum et confratrum earumdem ad
hoc et alia fieri facienda, ut continetur in carta illius procurationis/ et sindicatus facta per
Girardinum de Leno, notarium civem Brixie, die vigesimo septimo mensis iulii, millesimo
trecentesimo/ quadragesimo, octava indicione et a me notario vissa et lecta, omnes et singulas
infrascriptas possessiones live/larias iurisdictionis dictarum eclesiarum et confratrum earumdem et
per mensuram et nomina et pronomina possidencium iacentes in/ teratorio de Tusculano in
infrascriptis contratis cum infrascriptis coherentiis, videlicet:/ imprimis unam peciam terre cum una
razia iacentem in contrata Malzanigi, cui coheret a mane et a meridie plebes de Tusculano,/ a sero
et a monte Paulus quondam domini Iohanis de Secina de Tusculano et est per mensuram duabus
tabule;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam et prativam iacentem ibi prope in dicta
contrata, cui coheret a mane Paulus suprascriptus in parte et in parte/ Nicolaus Martini Biaqui, a
meridie et a sero via, a monte dictus Nicolaus (-) et est per mensuram quindecim tabule et/ novem
pedes;/ item unam peciam terre olivatam et vidatam iacentem in dicta contrata, cui coheret a
mane heredes Giunzai, a meridie via, a sero Paulus suprascriptus,/ a monte Nicolaus Martini Biaqui
et cum tribus pedibus olivorum ibi foris in via et est per mensuram novem tabule et unum pedem;/
item unam peciam terre olivatam, vidatam, aratoriam et prativam iacentem in dicta contrata, cui
coheret a mane Martinus Francischi magistri Biaqui,/ a meridie heredes Iustachi Garnetii, a sero
fosatum et a monte via et est per mensuram viginti duabus tabule et dimidiam;/ item unam peciam
terre olivatam, vidatam et prativam iacentem in dicta contrata in pratis de Malzanico, cui coheret a
monte Bertolameus quondam ser/ Zenelli de Tegaciis, a meridie Paulus quondam domini Iohanis, a
sero heredes Contrini Pili et a monte heredes Petri quondam domini Iohanis in parte et/ in parte
heredes Mafeii Iustachi et est per mensuram viginti tribus tabule et octo pedes et vassus vadit per
ipsam./ Nicolaus quondam Martini Delaydi Biaqui, Martinellus filius quondam Franceschini
quondam suprascripti Martini, predicti de Secina de Tusculano, tenent et possident predictas pecias
terre;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam et prativam iacentem in contrata de Romarzolo,
cui coheret a mane et a monte Inselminus quondam domini Pasqueti/ in parte et in parte Graciolus
Tomassii, a meridie heredes Mafeii Iustachi et fosatum et a sero heredes dicti Mafey et est per/
mensuram quindecim tabule et novem pedes;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam et
prativam iacentem in contrata Malzanigi, cui coheret a mane Paulus quondam domini Iohanis, a
meridie Bonomus/ Baldoyni Mori, a sero heredes Giunzagi in parte et in parte Iohanes Secinelli et a
monte dictus Iohanes et est per mensuram septem/ tabule;/ item unam peciam terre olivatam
iacentem in Malzanico supra costam, cui coheret a mane Richa uxor Seme de Boyaco, a meridie
plebs de/ Tusculano, a sero religio Sancti Dominici de Tusculano et a monte heredes Petri domini
Iohanis de Boxellis et est per mensuram/ quinquaginta quattuor tabule./ Bertolinus Francischi de
Mornaga de Tusculano tenet et possidet suprascriptas pecias terre;/ item unam peciam terre
olivatam, vidatam et aratoriam iacentem in contrata Polastri prope Mornagam, cui coheret a mane
Francischus Bonomi,/ a meridie heredes Morandini Sayoti, a sero ecclesia Sancti Nicolay, a monte
Zanonus qui dicitur Ochelus quondam Beteye et est per mensuram/ viginti tabule;/ item unam
peciam terre olivatam, vidatam et aratoriam iacentem a mane parte ville de Mornaga, cui coheret
a mane heredes Boturelle et Zanonus/ Beteye, a meridie Bertazolus Francischi pro suprascripta
religione, a monte via, a sero Francischus Bonomi et heredes Pasini Malfati/ pro una razia et est per
mensuram viginti duabus tabule;/ item unam peciam terre olivatam iacentem prope villam de
Mornaga a mane parte, cui coheret a mane Blanchinus filius Franceschi, a meridie via, a sero/ et a
monte domus heredis Boturelle de
42

Mornaga et est per mensuram octo tabule et tribus pedes;/ item unam raziam que est in una pecia
terre Franceschi Bonomi iacentem a sero parte ville de Mornaga, cui coheret a mane et a meridie
via./ Heres quondam Martini Biaqui de Secina de Tusculano tenet et possidet;/ item unam peciam
terre olivatam, vidatam et aratoriam iacentem a monte parte ville de Mornaga, cui coheret a mane
Zenonus Beteye, a meridie heredes Mar/tini (-) Malfati et a monte Nicolaus Martini Biaqui pro
suprascripta religione et a sero Francischus Bonomi et est per mensuram/ quatuordecim tabule./
Bertazolus Francischi Bonomi de Mornaga de Tusculano tenet et possidet eam,/
.III.
item unam peciam terre aratoriam, olivatam et vidatam iacentem a sero parte ville de Mornaga,
cui coheret a mane et a monte Francischus Bonomi de Mornaga,/ a meridie via, a sero Bertolinus
filius suprascripti Francischi et est per mensuram decem et septem tabule et dimidiam;/ item unam
peciam terre olivatam iacentem in Casamblis in contrata Panaze, cui coheret a mane via, a meridie
et a sero Francischus Bonomi/ de Mornaga et (-) a monte Baldoinus domini Arigeti et est per
mensuram duodecim tabule et duobus pedes;/ item unam peciam terre aratoriam, olivatam et
vidatam iacentem ad Zossum in contrata Mornage, cui coheret a mane heredes Pasini Franceschini
Mal/fati, a meridie via, a sero heredes Boturelle de Mornaga et heredes Garzoni de Viaveteri et a
monte Blanchinus Francischi et Bene/venutus Mafeii de Stignaga et est per mensuram viginti tabule
et decem pedes;/ item unam peciam terre aratoriam et olivatam iacentem in contrata de Zaynis,
cui coheret a mane fosatum de Zaynis, a meridie et a monte heredes Vechuli/ de Hano, a sero
Zilianus Calze et est per mensuram sex tabule;/ item unam peciam terre olivatam et aratoriam
iacentem in dicta contrata de Zaynis, cui coheret a mane et a meridie Martinus Francischi, a sero
fosatum/ et a monte Zilianus Calze et est per mensuram quatuor tabule et octo pedes;/ item unam
peciam terre olivatam, aratoriam et costivam iacentem ibi prope, cui coheret a mane et a meridie
Zilianus Calze, a sero fosatum et a monte/ filius Guathagnini Nigri et est per mensuram tribus
quarteriis plodii./ Heres Iohanis Tasche de Benethaga de Gargnano tenet et possidet suprascriptas
pecias terre;/ item unam peciam terre prativam cum duobus pedibus nucium iacentem ad paludes
sive ad Canellum, cui coheret a mane Ventu/ratus clerichus, a meridie et a sero heredes Iustachi et
a monte regolius ser Pasqueti et est per mensuram quinque tabule et/ decem pedes;/ item unam
peciam terre prativam cum duabus nucibus iacentem in dicta contrata, cui coheret a monte
heredes Boninsegne Bosseii, a meridie via et a sero/ Venturatus clerichus et a monte fosatum et est
per mensuram quadraginta quatuor tabule;/ item unam peciam terre aratoriam et olivatam
iacentem ad Gazios, cui coheret a mane et a meridie heredes Bertolasii de Viaveteri, a sero
Pelacanus/ quondam domini Aceboni et a monte via et est per mensuram duodecim tabule et
decem pedes./ Zelana Agnoli de Secina de Tusculano tenet et possidet suprascriptas pecias terre;/
item unam peciam terre olivatam, aratoriam et costivam iacentem ubi dicitur ad Zapellum, cui
coheret a mane Zelana Zenoli, a meridie Lachus/ Garde, a sero Nicholaus Stefanini et a monte
heredes Contrini Pili et est per mensuram quinquaginta tabule./ Copinus Oyerii de Secina de
Tusculano tenet et possidet eam,/ item unam peciam terre olivatam, aratoriam et rossivam
iacentem in contrata Sancti Nicolay de Secina, cui coheret a monte Iacobus quondam domini/
Iohanis, a meridie Iohaninus quondam Bonomi Sinelle, a monte Nicolaus quondam Berete et a sero
in parte et in parte eclesia Sancti Nicolay/ et est per mensuram unum plodium et quatuordecim
tabule./ Nicolaus et Franceschinus fratres et filii
43

quondam Paxeti qui dicebatur Scaya de Secina de Tusculano tenent et possident eam.
5
CARTA DESIGNATIONIS
1341, Marzo 8, Toscolano, sub porticu domus religionis Sancti Dominici.
Peterbono detto Penetello fu Bruno, Bono fu Giovanni Riche, e Bono fu Nicolino de Zanebellis,
scelti dal console di Toscolano Franceschino di Nicola Berete di Cecina, hanno designato a Michele
di Nave, preposito delle chiese dei santi Domenico di Toscolano e Eustacchio delle Chiusure di
Brescia, i possessi livellari di dette chiese esistenti nel territorio di Toscolano, con l'indicazione dei
confinanti, dei possessori e delle estensioni.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
IN TERRITORIO DE TUSCULANO
Die octavo mensis marcii, in Tusculano, sub porticu domus religionis Sancti Dominici de Tusculano,
presentibus: Ga/forino de Rubeis de Manerva, notario pro secundo notario, Pasarino filio domini
Richessii de Seniga et Belolo quondam/ Vage de Tusculano, omnibus testibus rogatis. Ibi
Peterbonus qui dicitur Panetellus quondam Bruni, Bonus quondam fratris Iohanis/ Riche et Bonus
quondam Nicolini de Zanebellis, omnes de Tusculano, designatores electi et eciam sacramento
astricti/ per Franceschinum filium Nicolaii Betete de Secina de Tusculano, tunc consulem et
oficialem comunis et hominum de Tusculano,/ ad designandum domino fratri Michaeli de Navis,
preposito eclesiarum Sanctorum Dominici de Tusculano et Heu/stachi de Cleusuris Brixie, nomine
dictarum eclesiarum et confratrum earumdem vel suo certo nuncio, omnes et singulas/
possesiones, bona res, ficta et iurisdictiones spectantes et pertinentes dictis eclesiis et confratribus
earumdem existentes/ in teratorio de Tusculano cum coherentiis veteribus et novis, cum nominibus
et pronominibus posidencium et per mensuram. Qui/ Franceschinus, consul predictus, habebat in
mandatis omnia et singula suprascripta et infrascripta fieri facienda a domino Petro de/ Lambertinis
de Bononia, doctori legum iudice et vicario colaterali nobilis viri domini Petri de Morexinis/ de
Veneciis, tocius Riperie Lachus Garde brixiensis potestatis et cetera, ut continetur in quadam litera
sigellata transmissa,/ porecta et aprehensa ex parte dicti domini Petri, iudicis et vicari et cetera,
dicto Franceschino quondam et cetera, data die vigesimo/ sexto februarii, nona indicione et
subscripta per Michelinum filium Turazie de Tusculano, notarium et oficialem dicti domini/ vicari et
eius verbo et a me notario vissa et lecta. Unde predicti designatores in comuni concordio
designaverunt/ suprascripto domino fratri Michaelli, preposito, recipienti pro se nomine et vice
suprascriptarum eclesiarum et confratrum earumdem, omnes/ et singulas infrascriptas possesiones
livelarias iurisdictionis dictarum eclesiarum et confratrum earumdem et per mensuram/ et nomina
et pronomina posidencium iacentes in teratorio de Tusculano in infrascriptis contratis cum
infrascriptis coherentis, videlicet:/ imprimis unam peciam terre olivatam, aratoriam iacentem in
contrata de Ronchethellis, cui coheret a mane Belinus infrascriptus et similiter et a sero Belinus/ de
Pulzano et a monte heredes Iohanis quondam ser Iacobi et est per mensuram quadraginta quinque
tabule./ Iacobinus quondam Delayti Dolzeboni de Grecenico de Tusculano tenet et possidet eam;/
item unam peciam terre olivatam, vidatam, aratoriam et
44

costivam iacentem in contrata de Gardis, cui coheret a mane heredes Iacobini Requiliani in/ parte
et in parte heredes Iacobini Rosselli, a meridie Bertellus Mori, a sero Iacobinus Zele in parte et in
parte magister Io/hanes Rosseli de Bissonibus et a monte heredes Bertolini Rigencini et est per
mensuram unum plodium./ Martinus quondam Iacobini de Paytono, habitator de Tusculano, tenet
et possidet eam;/ item unam peciam terre vidatam et ortivam iacentem in villa de Grecenico, cui
coheret a mane et a meridie (-) via, a monte infrascriptus Boyo/lus in parte et in parte dicta via et a
sero Betinus Valenti et est per mensuram decem tabule et sex pedes et tres onzes;/ item unam
peciam terre olivatam et vidatam iacentem ibi prope, cui coheret a mane, a meridie et a monte
Iohanes de Hano et a sero via et est per/ mensuram tres pedes et tres unzes;)/ item unam peciam
terre olivatam et vidatam iacentem ibi prope dictam villam, cui coheret a mane via, a meridie
Aventuratus clerichus/
.IIIIor.
in parte et in parte Iohanes Salvagni, a monte et a sero dictus Iohanes Salvagni et est per
mensuram duo tabule et duo pedes./ Boyolus molinarius de Lomasso epischopatu Tridenti,
habitator terre de Tusculano, tenet et possidet suprascriptas pecias terre;/ item unam domum
copatam et soleratam iacentem in villa de Grecenico, cui coheret a mane et a monte via, a sero et a
meridie Iohanes de/ Hano et est per mensuram quatuor tabule et dimidiam;/ item unam peciam
terre olivatam et vidatam iacentem sub mediam Capram, cui coheret a mane et a monte Margarita
domine Flordelicis, a meridie/ Boyolus, a sero via et est per mensuram due tabule et novem
pedes./ Boyolus suprascriptus tenet et possidet suprascriptas,/ item unam domum copatam
iacentem in dicta villa , cui coheret a mane heredes Lafranchini de Lecartis, a
meridie et a sero via,/ a monte heredes Bertoli Bonomi et est per mensuram unam tabulam et duos
pedes./ Martinus de Paytono predictus tenet et possidet eam domum;/ item unam peciam terre
olivatam, vidatam et aratoriam iacentem in contrata Plothe, cui coheret a mane via, a meridie
strata, a sero religio Sancti/ Dominici et a monte heredes Contrini Pili de Secina et est per
mensuram quadraginta duas tabule et dimidiam;/ item unam peciam terre olivatam et (-) ortivam
iacentem ad (-) Mediam Campagnam a mane, cui coheret a monte Nocolaus Bertoli Bonomi,/ a
meridie Iohanes Salvagni pro dicta religione, a sero dictus Iohanes in parte et in parte via, a monte
heredes Bertoli Bonomi et/ est per mensuram duodecim tabule et dimidia;/ item unam peciam
terre aratoriam et vidatam iacentem ad Mediam , cui coheret a mane infrascriptus
Iohanes pro dicta religione, a meridie (..),/ a sero via in parte et in parte Nicolaus Peterboni et a
monte heredes Contrini Pili, salvis omnibus aliis coherentiis et est triginta unum tabule;/ item (-)
duas domos copatas cum sedumine et curtivio et unam muram sechum tenentem iacentes in
Media/ Campagna, cui coheret a mane Nicolaus Bertoli Bonomi, a meridie strata comunis, a sero
via et a monte dictus Iohanes pro/ dicta religione et est per mensuran decem et novem tabule et
tres pedes;/ item unam peciam terre olivatam et aratoriam cum alliis arboribus iacentem in dicta
contrata cui coheret a mane dicta religio in parte et in parte heredes/ Avancini Ianelle, a meridie
heredes Iohanis ser Iacobi, a sero via, a monte Iacobinus Zelle et est per mensuram novem tabule./
Iohanes quondam Salvagni de Materno, habitator de Tusculano, tenet et possidet suprascriptas
domus et peciam terre;/ item unam peciam terre aratoriam, olivatam et vidatam iacentem in
contrata de Posis sive domum Capre, cui coheret a mane Floriolus Noysii,/ a meridie via, a sero
Bertolamey Gosoli et via in parte, a monte Floriolus suprascriptus in parte et in parte Boyolus
molinarius/ et est per mensuram triginta novem tabule./ Heredes quondam Materni Ordanini de
Materno tenent et possident eam;/ item unam peciam terre aratoriam, olivatam et vidatam
iacentem in Capra ad
45

Montecullum sive ad Zucham, cui coheret a mane Bonus de Zane/bellis, a meridie fratres Sancti
Dominici, a sero heredes fratris Iohanis Riche in parte et in parte Francischus Vethelli et/ a monte
via et est per mensuram dimidium plodium./ Iacobinus quondam Zelle de Tusculano tenet et
possidet eam;/ item unam peciam terre cum duabus muris, vidatam et cum alliis arboribus
iacentem in contrata de Gazollo, cui coheret a mane/ (Item unam peciam terre olivatam, vidatam
et costivam iacentem in contrata de Ronchethellis, cui coheret a mane Ognabeni Feri, a meridie
via,/ a monte ser Iacobinus Bertoldi de Tegaciis, a sero heredes Mazie quondam Mocii et esse
potest dimidium plodium vel circha./ Tusculanus quondam Iohanis qui dicebatur Mainus tenet et
possidet eam;) a mane Delaydus Streve in parte et in parte heredes Delaydi Manere, a meridie
religio Sancti Dominici de Tusculano, a sero heredes/ fratris Iohanis Riche in parte et in parte
Francischus Vethelli, a monte dicti fratres Iohanis Riche et est per mensuram/ septem tabule./
Heres Francischini Delaydi Manere de Tusculano tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre
olivatam et vidatam iacentem in contrata de Gazollo, cui coheret a mane et a meridie
Franceschinus Vethelli, a sero et a monte/ via et est per mensuram tres tabule et duo pedes;/ item
unam colam cum duobus vitibus in contrata Gazolli, cui coheret a mane/ Zoanetus Martini, a
meridie Bertolameus Zanelli, a monte dictus Zoaneta,/ a sero Belinzanius Lafranchini./
Francischinus Vethelli de Tusculano tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre aratoriam,
olivatam et vidatam iacentem ad Mediam Capram sive in Cruce de via, cui coheret a mane via,/ a
meridie Vigorinus filius Cissani Vigorii, a sero heredes Zeni fratris Iohanis, a monte Bolus quondam
Nicolini de Zanebellis et est/ per mensuram triginta septem tabule et dimidiam./ Dominicus
Pasquetini de Plano de Tusculano tenet et possidet eam.
6
CARTA DESIGNATIONIS
1341, Marzo 9, Cuzaga di Toscolano, davanti alla casa dagli eredi di Antoniolo Rabelli.
Michelino Turazie, Tomaso fu Legni, Martino detto Zuchella e Giovanni detto Tavera, scelti dal
console di Toscolano Franceschino di Nicola Berete, hanno designato a Michele di Nave, preposito
delle chiese dei santi Domenico di Toscolano e Eustachio delle Chiusure di Brescia, i possessi
livellari di dette chiese esistenti nel territorio di Toscolano, con l'indicazione dei confinanti, dei
possessori e delle estensioni.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
IN TERRITORIO DE TUSCULANO
Die nono mensis marcii, in villa de Cuzaga de Tusculano, ante domum habitationem heredis
quondam Antonioli/ Rabelle, presentibus: Gaforino de Rubeis de Manerva, notario pro secundo
notario, Franceschino quondam ser Benevenuti Mocii,/ Lochto quondam Batayoli et Belolo
quondam Bontempi, misso dicti comunis de Tusculano, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi
Mi/chelinus notarius filius Turazie Pizolboni, Tomassius quondam Legni, Martinus qui dicitur
Zochella et Iohanes qui dicitur Tavera/ quondam Petri, omnes de Tusculano, designatores electi et
eciam sacramento astricti per Franceschinum filium Nicolai Berete de Seci/na de Tusculano, tunc
consulem et oficialem comunis et hominum de Tusculano, ad designandum domino fratri Michaelli
de/ Navis, preposito eclesiarum Sanctorum Dominici de Tusculano et Heustachi de Cleusuris
46

Brixie, nomine dictarum eclesiarum et/ confratrum earumdem vel suo certo nuncio, omnes et
singulas possesiones, bona res, ficta et iurisdictiones spectantes et/ pertinentes dictis eclesiis et
confratribus earumdem existentes in teratorio de Tusculano cum coherentiis veteribus et novis,/
cum nominibus et pronominibus posidencium et per mensuram. Qui Franceschinus consul
predictus habebat in mandatis omnia et singula/ suprascripta et infrascripta fieri facienda a domino
Petro de Lambertinis de Bononia doctori legum, iudice et vicario colaterali/ nobilis viri domini Petri
de Morexinis de Veneciis, tocius Riperie Lachus Garde brixiensis potestatis et cetera,/ ut continetur
in quadam litera sigellata, transmissa, porecta et aprehensa ex parte dicti domini Petri, iudicis et
vicari et cetera/ dicto Franceschino quondam et cetera, data die vigesimo sexto februarii, nona
indicione et subscripta per Michelinum filium/ Turacie de Tusculano, notarium et oficialem dicti
domini vicari et eius voluntate et a me notario vissa et lecta. Unde predicti/ designatores in comuni
concordio designaverunt domino fratri Francino de Trovegnanis de Scovolo, presbitero et
confratre/ suprascriptarum eclesiarum, recipienti pro se nomine et vice suprascriptarum
eclesiarum et confratrum earumdem et tamquam nuncio procuratori et/ sindico dictarum
eclesiarum et confratrum earumdem ad hoc et alia fieri facienda, ut continetur in carta illius
procurationis et sindicatus,/ facta per Girardinum de Leno, notarium, civem Brixie, die vigesimo
septimo mensis iullii, millesimo trecentesimo qua/drayesimo, octava indicione et a me notario vissa
et lecta, omnes et singulas infrascriptas possesiones livelarias iu/risdictionis dictarum eclesiarum et
confratrum earumdem et per mensuram et nomina et pronomina posidencium iacentes in
teratorio/ de Tusculano in infrascriptis contratis cum infrascriptis coherentiis, videlicet:/ imprimis
unam peciam terre vidatam, rossivam et vegram iacentem in Castro in contrata de Aquis, cui
coheret a mane Benamatus Bertola/sii, a meridie, a monte (-) et a sero via et est per
unum plodium et quatuor tabule;/ item (-) unam peciam terre vidatam iacentem in contrata de
Lumenis, cui coheret a mane (-) Manegessius filius quondam Bonaventure, a meridie (-)/ Turazia
Pizolboni, a sero et a monte flumen et est per mensuram triginta tabule;/ item unam peciam terre
olivatam, vidatam et aratoriam iacentem supra villam de Gagino a sero parte, cui coheret a mane
Nicolaus Dorche, a meridie/ heredes Iohanis Zampogni, a sero heredes fratris Ambrossii de Folino
et a monte via et est per mensuram duodecim tabule et tres/ pedes;/ item unam peciam terre
olivatam et aratoriam iacentem in contrata de Sumis Dossibus de Gagino ubi dicitur ad Tezolum, cui
coheret a mane/ et a meridie Bonaventura Manegessii in parte et in parte Martinus Zochela, a sero
Bonaventura suprascriptus et a monte via et est per/ mensuram novem tabule et decem octo
pedes;/ item unam peciam terre olivatam et vidatam iacentem in contrata de Valibus recheline, cui
coheret a mane heredes Fostenelli in parte et in parte Toma/sius Legni, a meridie et a sero
Martinus Zochella et a monte suprascriptus Tomasius Legni et est per mensuram decem et octo/
tabule;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam, aratoriam et costivam iacentem in contrata de
Digolis, cui coheret a mane via in parte et in/ parte Iohaninus Gracioti, a meridie rillus, a sero
Nicolaus Dorche in parte pro dicta religione et Benamatus Bertola/sii in parte et a monte via et est
per mensuram quinquaginta tabule et via vadit per eam./ Heredes quondam Pecteni de Gagino de
Tusculano tenent et possidet suprascriptas pecias terre;/ item unam peciam terre aratoriam,
vidatam et vegram iacentem in contrata de Castro ubi dicitur ad Aquas, cui coheret a mane
Franceschinus/ de Gayno, a meridie Benamatus Bertolassii, a sero Tavera pro dicta religione Sancti
Dominici de Tusculano et a monte via et est per/ mensuram sexaginta tabule;/ item unam peciam
terre vegram et (-) castegnivam iacentem in Castello in dicta contrata, cui coheret a mane via,/ a
meridie et a sero Francischinus Pizolboni, a monte Benamatus Bertolassii in parte et in
47

parte via et est per mensuram/ tres quarteris plodii./ Heres Iohanis Brachi ;/ item unam peciam terre vidatam et rosivam iacentem in contrata de Carpenetha, cui
coheret a mane et a monte Martinus Zochela, a meridie et a sero/ via et est per mensuram sedecim
tabule./ Martinus Zochella de Gagino de Tusculano tenet (-) et possidet eam;/ item unam peciam
terre iacentem in Dragona, cui coheret a mane via, a sero magister Iohanes medicus, a monte
heredes Iohanis ser Iacobi et a meridie Nicolaus Castelani;/ item unam peciam terre aratoriam et
olivatam iacentem ad Persichum, cui a mane et a meridie Bertolameus Riche, a sero via
et a monte Zoatus;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam et aratoriam iacentem ad
Scanzanum infra ravacias, cui coheret a mane heredes Zane fratris Iohanis, a meridie Delaydus
Streve, a monte via./ Bertolameus quondam fratris Iohanis Riche de Tusculano tenet et possidet
suprascriptas pecias terre;/ item unam peciam terre vidatam et costivam iacentem in contrata
Pantoclerii sive de Pacio, cui coheret a mane via in parte et/ in parte Benevenutus Subtili, a meridie
Iohaninus Venture, a sero flumen et a monte heredes Pasquetini de Folino in/ parte et in parte
Benamatus Bertolassii et Iohaninus de Cuzaga;/ item unam peciam terre vidatam et costivam
iacentem in contrata de Lumenis, cui coheret a mane heredes Iohanis Zampogni pro dicta/
religione, a meridie Turazia Pizolboni, a sero flumen et est per mensuram sexaginta tabule;/ item
unam domum copatam et solaratam cum sedumine, curtivio et ortu sechum tenente iacentem in
villa de/ Gagino, cui coheret a mane heredes Caponi in parte et in parte heredes Requiliani
Frasseni, a meridie heredes Boze in parte et in/ parte Nicolaus Dorche, a sero via, a monte Ventura
quondam Manegessii et est per mensuram decem et octo tabule;/ item unam peciam terre
vidatam et ortivam iacentem in contrata Sumidossi, cui coheret a mane via, a sero et a monte
heredes Betesii/ Marceti, a meridie heredes Girardi Gazete et est per mensuram due tabule;/ item
unam peciam terre olivatam, aratoriam et costivam iacentem ad Digolos, cui coheret a mane
heredes Pecteni pro dicta religione,/ a meridie via, a sero heredes Iohanis ser Iacobi, a monte
Berardus de Tegaciis et est per mensuram octuaginta tabule./ Nicolaus Dorche de Gagino de
Tusculano tenet et possidet suprascriptas;/ item unam peciam terre vidatam et costivam iacentem
in Luseno, cui coheret a mane Iohanes Panetelli, a monte et a sero via, a meridie/ Nicolaus Petri
Bertoni et fossatum vadit per medium et esse potest dimidium plodium./ Heres Beloti de Castro
Sancti Michaelis de Tusculano tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre vidatam iacentem in
contrata Flumenis, cui coheret a mane et a meridie Bonfathinus Totheschi, a monte flumen,/ a sero
heredes Rizardi Zampogni et esse potest quinquaginta tabule./ Iohanetus Martini Bonzii de Pulzano
de Tusculano tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre vidatam et costivam cum alliis
arboribus iacentem in contrata de Valibus, cui coheret a meridie via, a sero Bertel/lus Mori ipse et a
sero dictus Bertellus pro dicta religione, a mane Riminatum sive Richa Peterzini de Pulzano et esse/
potest unum plodium;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam et costivam iacentem in dicta
contrata, cui coheret a mane dictus Bertellus pro dicta religione,/ a meridie Bertellus Mori et via, a
sero et a monte flumen et esse potest per mensuram unum plodium./ Bertellus Mori de Tusculano
tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam, aratoriam et costivam
iacentem in contrata Legarde, cui coheret a monte Bonaventura quondam Mane/ssii, a meridie
eclesia Sancti Nicolay de Secina, a sero et a mane via et est per mensuram septuaginta tabule;/
item unam peciam terre olivatam, aratoriam et costivam iacentem in contrata de Comnigonibus,
cui coheret a mane, a meridie et a sero via et/ a monte heredes Petri Bertoli in parte et in parte
Benamatus Bertolassii et in parte heredes Iohanis ser Iacobi de Bontemptius et est per/ mensuram
duo plodia et treginta tres tabule./ Iohaninus Benevenuti Gracioti de Gayno tenet et possidet
;/
48

.VI.
item unam peciam terre olivatam et costivam cum treginta septem pedibus olivorum iacentem in
costa sub Sanctum Michaelem/ et senterium per medium, cui coheret a mane heredes (-)
Nicolay Tegacii, a meridie Petrus Totheschi, a sero heredes/ Iohanis Totheschi, a monte heredes
Gargnanini Corveti;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam et aratoriam iacentem ad
Ronchum, cui coheret a mane heredes Iohanis Rosseli in parte et/ in parte heredes Baldoini Tegacii,
a meridie heredes Iohanis Rosseli, a sero Zanolinus Marcheti de Mesaga et a monte/ heredes
Baldoini ser Tegacii et est per mensuram sedecim tabule et dimidiam./ Iohanes Ruzeni de Pulzano
de Tusculano tenet et possidet suprascriptas pecias terre;/ item unam peciam terre olivatam,
vidatam, aratoriam et costivam iacentem in contrata de Digolis, cui coheret a mane Berardus
Nicolay/ Tegacii, a meridie via, a sero et a monte Nicolaus Corveti et est per mensuram viginti tres
tabule;/ item peciam terre olivatam, vidatam, aratoriam et costivam iacentem in dicta
contrata de Digolis sive Alegrei, cui coheret a mane/ heredes Caponi in parte et in parte Nicolaus
Corveti, a meridie Iacobinus Begnachi, a sero dictus Nicolaus in/ parte et in parte Tavera Pecteni et
a monte via et est per mensuram triginta novem tabule./ Nicolaus Corveti de Castro Sancti
Michaelis de Tusculano tenet et possidet suprascriptas pecias terre.
7
CARTA DESIGNATIONIS
1341, Marzo 10, Maderno, in domo habitationis Bertolini quondam Case.
Pietro fu Giovanni Matarini, Bono fu Bertolino, Bartolomeo fu Iacopo Coacia e Ugolino fu
Bonvesino, scelti dal console di Maderno Betino fu Valente, hanno designato a Michele di Nave,
preposito delle chiese dei santi Domenico di Toscolano e Eustacchio delle Chiusure di Brescia, i
possessi livellari di dette chiese esistenti nel territorio di Maderno, con l'indicazione dei confinanti,
dei possessori e delle estensioni.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
IN TERRITORIO DE MATERNO TERRARUM PETIE
Die decimo mensis marcii, in Materno, in domo habitationis Bertolini quondam Case sartoris de
Materno,/ presentibus: Gaforino de Rubeis de Manerva, notario pro secundo notario, Peterbono
quondam Case sartoris, notario/, pro secundo notario, Bertolino suprascripto, Requiliano Bendacii
de Materno, testibus rogatis. Ibi Petrus quondam Iohanis/ Matarini, Bonus quondam Bertolini de
Porgnaga, Bertolameus quondam Iacobi Cohacie et Ugolinus quondam Bonvesini,/ omnes de
Materno, designatores electi et eciam sacramento astricti per Betinum quondam Valenti de
Materno, tunc consulem/ et oficialem comunis et hominum de Materno ad designandum domino
fratri Michaeli de Navis, prepositus eclesiarum/ Sanctorum Dominici de Tusculano et Heustachi de
Cleusuris Brixie, nomine dictarum eclesiarum et confratrum earumdem/ vel suo certo nuncio,/
omnes et singulas possesiones, bona res, ficta et iurisdictiones spectantes et pertinentes/ dictis
eclesiis et confratribus earumdem existentes in teratorio de Materno, cum coherentiis veteribus et
novis, cum/ nominibus et pronominibus posidencium et per mensuram. Qui Betinus consul
predictus habebat in mandatis omnia et singula/ suprascripta et infrascripta fieri facienda a domino
Petro de Lambertinis de Bononia, doctori legum, iudice
49

et vicario/ nobilis viri domini Petri de Morexinis de Veneciis, tocius Riperie Lachus Garde brixsiensis
potestatis et cetera,/ ut continetur in quadam litera sigellata, transmissa, porecta et aprehensa ex
parte dicti domini Petri, iudicis et vicari et cetera,/ dicto Betino, consuli et oficiali et cetera, data die
vigesimo sexto februarii, nona indicione et subscripta per Michelinum/ filius Turacie de Tusculano,
notarium et oficialem dicti domini vicari et eius volontate, et a me notario vissa et lecta. Unde/
predicti designatores in comuni concordio designaverunt domino fratri Francino de Trovegnanis de
Scovolo, presbitero/ et confratre suprascriptarum eclesiarum, recipienti pro se nomine et vice
suprascriptarum eclesiarum et confratrum earumdem et tanquam nuncio procuratori/ et sindico
suprascriptarum eclesiarum et confratrum earumdem ad hoc et alia ficti facienda, ut continetur in
carta illius procurationis et/ sindicato facta per Girardinum de Leno, notarium, civem Brixie, die
vigesimo septimo mensis iulli, millesimo trecente/simo quadragesimo, octava indicione et a me
notario vissa et lecta, omnes et singulas infrascriptas posessiones/ livelarias iurisdictionis dictarum
eclesiarum et confratrum earumdem et per mensuram et nomina et pronomina posidencium/
iacentes in teratorio de Materno in infrascriptis contratis cum infrascriptis coherentiis, videlicet:/
imprimis unam peciam terre olivatam et aratoriam iacentem in contrata de Bornico, cui coheret a
mane lachus sive ripa, a meridie heredes/ quondam Avancini Bayamonti, a sero Atiginus ser Henrici
et a monte Bertolinus Boture et est per mensuram viginti una tabule./ Bertolinus quondam Boture
Monarii de Faxano de Gardono tenet et possidet eam;/ item unam domum copatam cum curtivio
sechum tenente iacentem in Materno in contrata Archus, cui coheret a mane Dominicus/ Carnerii,
a meridie strata comunis, a sero Petrus Bonati et a monte infrascriptus Aquistabonus et est per
mensuram quatuor tabule et dimidiam./ Aquistabonus quondam Francischi Gandolfini de Materno,
notarius predictus, tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre aratoriam et olivatam
iacentem in Scardevera, cui coheret a mane Nicolaus infrascriptus, a meridie heredes Iohanis
Bonati,/ a sero Rigetinus barberius in parte et in parte Bontempus de Albertonibus, a monte
Marchetus quondam Antonioli de Magistris et est/ per mensuram treginta tabule./ Nicolaus
quondam Petri Bertoni de Tusculano tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre olivatam et
aratoriam iacentem in Capra Materni in contrata de Gleris, cui coheret a mane Cicinus Conti, a
meridie/ heredes de Tomassiis, a sero via (-) et a monte Delaydus quondam Bonuxancie de Fonte et
est per mensuram septem tabule;/ item unam peciam terre olivatam et aratoriam iacentem in
Capra in contrata Bordoni, cui coheret a mane via, a meridie heredes Bertolini Razolli, a sero/
heredes quondam (..) Benamati, a monte Bertolinus quondam Guardi fabri et est per mensuram
triginta tres tabule et dimidiam;/ item unam peciam terre rosivam, cum uno tezollo et area
iacentem in contrata Ronchi Sancti Martini, cui coheret a mane, a monte et a sero/ (...) heres
Bertoldi Monegi in parte et a meridie dicta heres in parte et in parte heredes Bonadei de Quatroclis
et est/ per mensuram duo plodia et decem octo tabule./ Bertolinus quondam Petri de Ordaninis de
Materno tenet et possidet suprascriptas pecias terre;/ item unam peciam terre aratoriam et
olivatam iacentem in contrata de Onglarino, cui coheret a mane heredes Delaydi Manere, a meridie
heredes/ (...) de Pergamo, a sero heredes Bertolamei Usarii et a monte religiossi de Sancto
Dominico de Tusculano in parte et a mane/ (...) in parte et est per mensuram sexaginta due
tabule./ Heres Franceschini Delaydi Manere de Tusculano tenet et possidet eam;/ item duas domus
copatas cum sedumine et curtivio sechum tenente iacentes in Materno in contrata Burgi, cui
coheret/ a mane heredes magistri Peterboni Ferarii, a meridie et a monte via, a sero Zohana
quondam Mafeii Mocii et est per mensuram quinque tabule/ et octo pedes./ Filius quondam
Delaydi
50

qui dicebatur Ceressa quondam Graciadei Tane de Materno tenent et possident eas;/
.VII.
item terciam partem unius domus copate iacentem in burgo Materni prope portam Picagaye, cui
coheret dicte/ domus de super toto, a mane et a meridie via, a sero et a monte Gisapa quondam
Revelli et est per mensuram de super toto dicta domus/ tres tabule et dimidiam;/ item terciam
partem unius pecie terre olivate, vidate et aratorie iacentem in contrata Burcii, cui coheret a mane
Iohanes Salvagni in parte et in parte Lonardus/ quondam Iohanis Bonati, a meridie vassus Burcii, a
sero heredes Benamati Lanzete, a monte Materninus quondam Delaydi Gazane et est/ per
mensuram quinquaginta sex tabule de super toto;/ item unam peciam terre olivatam et rossivam
cum duobus tezolis et areys iacentem in contrata de Mandolis, cui coheret a mane heredes/
Paganini Persevalli in parte et in parte heredes Iacobi Cohacie, a meridie, a sero et a monte via et
est per mensuram unum plodium/ et tres tabule;/ item unam peciam terre vidatam, rossivam et
boschivam iacentem in contrata Vahelane, cui coheret a mane et a meridie Iacobinus Calapi, a
monte/ via, a sero Peterbonus quondam Iacobini Bonvesini et potest esse viginti tabule./ Heredes
Graciadei qui dicebatur Eulixarius de Materno tenent et possident suprascriptas;/ item unam
peciam terre olivatam, vidatam et aratoriam iacentem ad Zolinum, cui coheret a mane heredes
Iohanis Belomi, a meridie et a sero Benedictus/ Tane et a monte via et est per mensuram viginti
novem tabule./ Peterbonus quondam Case sartoris de Materno tenet et possidet eam;/ item unam
peciam terre olivatam, vidatam et costivam iacentem in contrata/ Ceruduli, cui coheret a mane
Franzonus ser Henrici in parte et in/ parte heredes Petri de Ordaninis et Duchinus Tane, a meridie
via, a sero heredes Nicolai Clerici filli Bontempi de Albertonibus,/ a monte heredes Baldoini Scapini
Zufrede et Iohanes Maze Osmererii et est per mensuram duo plodia et septem/ tabule et est in
dicta pecia terre una mura cum una hera./ Bertolinus domini pre Asiati habet de suprascripta pecia
terre triginta septem tabule et pro bazete oley. Bertolinus Materni Ordanini habet de suprascripta
pecia terre Ceruduli decem octo tabule pro (...) bazete oley./ Heredes Petri de Ordaninis de
Materno tenent et possident eam;/ item unam peciam terre olivatam, rossivam et aratoriam
iacentem in contrata de Crosiclis, cui coheret a mane heredes Bertolini Monegi,/ a meridie Petrus
Taroni, a sero fosatum, a monte heredes Betini Druti et est per mensuram quadraginta octo
tabule./ Heredes quondam Bertolini quondam Delaydi qui dicebatur Monegus de ser Massiis de
Materno tenent et possident eam;/ item unam peciam terre aratoriam, olivatam et rossivam
iacentem in contrata de Crosiclis, cui coheret a mane via, a meridie (-) heredes Delaydi/ ser Massii,
a sero via vicinorum et a sero et a monte heredes Iacobi Cohacie et est per mensuram viginti tres
tabule;/ item unam domum copatam cum curtivio et uno ortu vidato sechum tenente iacentem in
villa de Sanicho,/ quibus coheret a mane heredes Iacobi Cohacie in parte et in parte heredes
Avancini Galine, a meridie plebes de Materno in parte/ et in parte via, a sero dicta plebes et a
monte via et est per mensuram decem tabule;/ item unam peciam terre rosivam iacentem in
Massana, cui coheret a mane heredes Bertolini Delaydi ser Massii, a meridie heredes Lombardi/
Berle, a sero fosatum et a monte via et esse potest per mensuram unum plodium./ Heredes Iacobi
Cohacie de Sanicho de Materno tenent et possident suprascriptas;/ item unam peciam terre
aratoriam, olivatam, vidatam et rossivam iacentem in contrata de Crosiclis, cui coheret a mane via,
a meridie heredes Betini Druti,/ a sero et a monte Scapinus Zufrede et est per mensuram unum
plodium et viginti septem tabule./ Heredes Baldovini Scapini, heredes Valenti Scapini de Materno
et Apoloninus (...)
51

de Brixia, habitantes de Materno, tenent et possident eam;/ item unam peciam terre vidatam et
rossivam iacentem in Masana, cui coheret a mane heredes Delaydi ser Massii, a meridie via, a sero
fosatum/ et a monte heredes Lombardi Berle et esse potest per mensuram tres quarteris plodii./
Cicinus quondam Conti de Materno tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre rossivam et
castegnivam iacentem in contrata de Ortello, cui coheret a mane et a meridie fosatum, a sero
heredes Bonincase/ de Burganis pro religione Sancti Dominici de Tusculano et a monte heredes
Mazole Bazete pro heredibus Gualdi fabri./ Heredes quondam Iacobi de Grapis de Vigolis de
Materno tenent et possident eam;/ item unam peciam terre prativam iacentem in contrata
Splazole sive vallis Cohalucolis, cui coheret a mane heredes quondam Bosie Boneti,/ a meridie via, a
sero heredes Iohanis Riche et a monte comune de Materno et esse potest duo plodia./ Heredes
quondam Martini Fregamillii de Cuvegnana de Materno tenent et possident eam;/ item unam
peciam terre rossivam et vegram iacentem in contrata de Ortello, cui coheret a mane fosatum, a
meridie et a monte via, a sero heredes Bene/venuti Tripolaii et esse potest per mensuram
dimidium plodium./ Heredes domine Flordeieme uxoris quondam Bayamonti de Materno tenent et
possident eam;/ item unam peciam terre rossivam et costivam iacentem in contrata Ortelli, cui
coheret a mane et a sero heredes Iacobi de Grapis, a meridie/ fosatum, a monte heredes
Benevenuti Tipolai et esse potest per mensuram tria plodia./ Bertolameus qui dicitur Panetellus
quondam ser Bonzani de Formaga de Gargnano, habitator de Materno, tenet et possidet eam;/
item unam peciam terre prativam iacentem (-) in contrata super Dossum Barbii, cui coheret a mane
gandinus, a meridie heredes Materni Bona/verii pro dicta religione Sancti Dominici, a sero et a
monte comune de Materno et esse potest duo plodia./ Heredes quondam Materni de Ordaninis de
Materno tenent et possident eam;/ item unam peciam terre prativam iacentem in contrata Prathe,
cui coheret a mane heredes quondam Avancini Bayamonti, a meridie via,/ a sero fratres dicte
religionis et a monte Soye et potest esse dimidium plodium;/ item unam peciam terre rosivam et
boschivam iacentem in teratorio/ de Materno in contrata Opolli, cui coheret a mane et a monte
comune de/ Materno, a meridie heredes Dominici Carnerii, a sero heredes Petri Bonati./ Heredes
dicti Iohanis Bertoldi tenent./ Bersaninus quondam Iohanis Saye de Materno tenet et possidet
eam;/ item unam peciam terre rossivam iacentem in Ortello, cui coheret a mane heredes regis de
Sanico, a meridie et a monte via, a sero fosatum/ et esse potest per mensuram dimidium plodium./
Binus quondam regis de Sanico de Materno tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre
vidatam, rossivam, vegram et costivam iacentem in Bolparolis, cui coheret a mane via, a meridie
senterium,/ a sero heredes Nastabeni Boninsegne et a monte heredes Boneti Bosie et esse potest
per mensuram quatuor plodia;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam, aratoriam et rossivam
iacentem in Premarzano, cui coheret a mane Petrus quondam Benevenuti Guzapali, a meridie
heredes/
.VIII.
Bontempi Dardari, a sero Maternus quondam Martini Fregamillii et a monte Peterbonus Case et est
per mensuram viginti quinque/ tabule et quatuor pedes./ Heredes quondam Dalmiani Guzapali de
Stina de Materno tenent et possident suprascriptas pecias terre;/ item unam peciam terre olivatam
et rossivam iacentem in Premarzano, cui coheret a mane Iohanes Cavali, a meridie et a sero fratres
Sancti/ Luche de Brixia, a monte magister Franceschinus de Grapis et est per mensuram quinque
tabule./ Dominicus Bontempi Freyerii de Vigolis de Materno tenet et possidet eam;/ item unam
domum copatam cum curtivio sechum tenente vidato et cum uno muro iacentem in villa de Vigolis,
cui/ coheret a mane Benevenutus Marcii, a
52

meridie et a sero via, a monte Nicolaus Guathagnini et est per mensuram quatuor/ tabule et
dimidiam./ Benevenutus qui dicitur Spigocius quondam Marcii de Vigolis de Materno tenet et
possidet eam;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam et aratoriam iacentem in valle de Vigolis,
cui coheret a mane Iohanes Benati, a meridie Petrus/ quondam Iohanis Manini Fregamillii, a sero et
a monte dictus Iohanes Benati et est per mensuram duodecim tabule et dimidiam./ Heredes
quondam Naseti de Subtilibus de Vigolis de Materno tenent et possident eam;/ item unam peciam
terre olivatam, vidatam et cum alliis arboribus iacentem in Gazolo, cui coheret a mane et a monte
Francinus Galine, a meridie/ (-) Petrus Benevenuti Guzapali et a sero heredes Boni Henrici et est
per mensuram triginta sex tabule./ Franceschinus quondam Ture Teberini et Romana uxor Iacobini
Maschare de Materno tenent et possident eam;/ item unam peciam terre olivatam et vidatam
iacentem in Gazolo, cui coheret a mane et a sero (-) via, a meridie heredes Iacobi Vulpi et a monte/
Benevenutus quondam Iacobi de Grapis et est per mensuram sedecim tabule./ Benevenutus qui
dicitur Spigocius quondam Marcii de Vigolis de Materno tenet et possidet eam;/ item unam peciam
terre olivatam, vidatam et rossivam iacentem in Pezolis, cui coheret a mane et a meridie via, a sero
et a monte Bontempus de Alber/tonibus et est per mensuram quadraginta quinque tabule./
Bondutellus quondam Maschare de Materno tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre
aratoriam et olivatam iacentem sub villa de Buzathino, cui coheret a mane Petrus Vitalis in parte et
in parte via,/ a meridie Bertolameus Vitalis, a sero et a monte via et est per mensuram treginta
septem tabule et dimidiam./ Tomasius quondam Gavardini Bone de Buzathino de Materno tenet et
possidet eam;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam et aratoriam iacentem in Clusuris prope
Dossum de Marclino, cui coheret a mane,/ a meridie heredes Formentoni, a sero Petrus Casarii, a
monte Iacobinus Casarii et est per mensuram quadraginta due tabule./ Peterzollus de Zonchareclis
de Marclino de Materno tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam,
aratoriam et costivam iacentem super Prochum, cui coheret a mane Iacobus Gazani, a meridie
Aquista/bonus quondam Francischi Gandolfini in parte et in parte Girardus quondam Tebladi Obici,
a sero heredes Tomassii Dabuvani Freie/rii et a monte via et est per mensuram sexaginta quinque
tabule./ Franceschinus qui dicitur Zucheta quondam Nicolini de Fonte de Materno tenet et possidet
eam;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam et aratoriam iacentem ad Provam, cui
a mane et a meridie Iohanes Benati pro canonicis, a sero via,/ a monte dominus pre Maternus
quondam Bertolini Negerboni et est per mensuram viginti novem tabule./ Iohanes quondam Cavali
de Vigolis de Materno tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam et
aratoriam iacentem in Compresso, cui coheret a mane Petrus Prodomini, a meridie et a sero
Franceschinus/ quondam Avancini Bayamonti, a monte heredes Bontempi Matarini et est per
mensuram sedecim tabule et dimidiam./ Franceschinus quondam Avancini Bayamonti de Materno
tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre olivatam et aratoriam iacentem ad Vulpariam, cui
a mane, a sero et a monte heredes Pagani Persavali, a meridie via/ et est per mensuram
undicim tabule./ Bertolus quondam Cavali de Vigolis de Materno tenet et possidet eam;/ item
unam peciam terre olivatam, vidatam et aratoriam iacentem in Pizio, cui coheret a mane
Castelanus de Gargnano pro Alena eius uxore/ in parte et in parte Cicinus Conti, a meridie dictus
Cicinus in parte et in parte heredes Buze Terre et in parte Riginus Serici, a sero via/ et a monte
Betinus Valenti in parte et in parte Cicinus suprascriptus et est per mensuram (-) treginta octo
tabule./ Zaninus quondam Materni Bonaverii de Materno tenet et possidet eam;/ item unam
peciam terre aratoriam iacentem super Dossum Barbii, cui coheret a mane heredes Pezie
Benamati,/ a monte heredes Materni Ordanini et a sero Comune de Materno;/ item unam peciam
terre aratoriam, olivatam et
53

ossivam iacentem super Costam Zampasti, cui coheret a mane Pasinus Prandini, a meridie via/ in
parte et in parte Bontempus de Albertonibus, a sero heredes Deloni Fregamillii, a monte Petrus
Bonati et est per mensuram dimidium plodium./ Iohaninus Antonioli Serici de Materno tenet et
possidet eam.
8
CARTA DESIGNATIONIS
Marzo 12, Supiane di Gardone, in domo Boni quondam Gracioli de Supiana.
Bono Gracioli, Giacobino fu Delaido Malexardi e Inardo di Ture Bertolini, scelti dal vicario di
Gardone Riviera Bonaventura di Benvenuto detto Pitardo di Salò, hanno designato a Michele di
Nave, preposito delle chiese dei santi Domenico di Toscolano e Eustacchio delle Chiusure di Brescia,
i possessi livellari di dette chiese esistenti nel territorio di Gardone, con l'indicazione dei confinanti,
dei possessori e delle estensioni.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
IN GARDONO TERRARUM PETIE
(S.T.) Die duodecimo mensis marcii, in villa de Supiana de Gardono, in domo Boni quondam Gracioli
de Supiana, presentibus:/ Gafurino de Rubeis de Manerva, notario pro secundo notario, Vitalo filio
Dominici Vitalis de Buzathino de Materno et/ Tonolo filio Otolini Gracioli de Supiana de Gardono,
omnibus testibus rogatis. Ibi Bonus quondam Gracioli de Supiana, Iacobinus/ quondam Delaydi
Malexardi et Ysuardus filius Ture Bertolini notarius, omnes de Gardono, designatores electi et
eciam/ sacramento astricti per Bonaventuram filius ser Benevenuti qui dicitur Picardus de Salodo,
tunc vicarium comunis et hominum de/ Gardono, ad designandum domino fratri Michaelli de Navis,
preposito eclesiarum Sanctorum Dominici de Tusculano/ et Heustachi de Cleusuris Brixie, nomine
dictarum eclesiarum et confratrum earumdem vel suo certo nuncio, omnes et/ singulas possesiones
bona res ficta et iurisdictiones spectantes et pertinentes dictis eclesiis et confratribus earumdem/
exixtentes in teratorio de Gardono, cum coherentis veteribus et novis, cum nominibus et
pronominibus possidencium et per mensuram,/ qui Bonaventura vicarius predictus habebat in
mandatis omnia et singula suprascripta et infrascripta fieri facienda a domino Petro de/ Lambertinis
de Bononia, doctori legum, iudici et vicario coliterali nobilis viri domini Petri de Morexinis de
Ve/neciis, tocius Riperie Lacus Garde brixiensis potestatis et cetera, ut continetur in quadam litera
sigellata, transmissa,/ porecta et aprehensa ex parte dicti domini Petri, iudici et vicari et cetera,
dicto Bonaventure vicario et cetera, data/
.VIIII.
die vigesimo sexto februari suprascripto, nona indicione et subscripta per Michelinum filium Turace
de Tusculano, notarium et oficialem/ dicti domini vicari et eius volontate et a me notario vissa et
lecta. Unde predicti designatores, in comuni concordio, desi/gnaverunt suprascripto domino fratri
Michaelli, preposito, recipienti pro se nomine et vice suprascriptarum eclesiarum et confratrum/
earumdem, omnes et singulas infrascriptas possesiones livelarias iurisdictionis dictarum eclesiarum
et confratrum earumdem et per/ mensuram et nomina et pronomina posidencium iacentes in
teratorio de Gardono in infrascriptis contratis cum infrascriptis coherentiis, videlicet:/ imprimis
unam peciam terre
54

olivatam, vidatam, ortivam et cum alliis arboribus iacentem in contrata de Scasina, cui coheret a
mane heredes/ Blanchi Socii, a meridie Parissius Iacobi, a sero Pizonus Miorini in parte et in parte
plebe de Salodo, a monte Pizonus Miorini/ in parte et in parte Petrus Malexardi pro uxore eius et
est per mensuram septem tabule./ Bersaninus molinarius quondam Francischi de Faxano de
Gardono tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre aratoriam, olivatam et vidatam iacentem
in Cusano, cui coheret a mane Betinus Vaseli, a meridie heredes Bersani Bertoldi,/ a sero fosatum
et a monte Zafonus quondam Venture et est per mensuram sexaginta unam tabule et dimidiam;/
item unam peciam terre olivatam, vidatam et ortivam iacentem in contrata Lagerii super Carariis,
cui coheret a mane fosatum, a meridie et a monte Betinus/ Bordoni pro eius uxore, a sero Martinus
Mayi in parte et in parte Betinus Bordoni et est per mensuram treginta quinque tabule et tres
pedes;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam et aratoriam iacentem in contrata Lagri, cui
coheret a mane fosatum, a meridie Mandellus Becharius de Salodo/ in parte et in parte Magnocha
Seroti de Gardono, a sero via, a monte Petrus Seroti in parte et in parte Iohanes Petri de
Morgnaga/ pro uxore eius et in parte Francinus Iohanis Buffe et est per mensuram quadraginta tres
tabule;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam et aratoriam cum alliis arboribus et una teyete
et costivam iacentem in Planzolis sive ad/ Ronzelios, cui coheret a mane via, a meridie heredes
Grandoni, a sero Belza quondam Valenti in parte et in parte Iacopus Cavagnathe/ et in parte
Nasinbenus Cite, a monte Bonaventura quondam Zoveni in parte et in parte Francinus quondam
magistri Federici Naseti et est/ per mensuram duo plodia et viginti unam tabule et dimidiam./
Iacobinus quondam Delaydi Malexardi de Gardono tenet et possidet suprascriptas pecias terre;/
item unam peciam terre olivatam et aratoriam iacentem in Vivario, cui coheret a mane Petrus filius
domini Venturini de Carsinis, a meridie et/ a sero via, a monte Petrus quondam Iohanis de Supiana
et est per mensuram sedecim tabule et tres pedes./ Benevenutus quondam Rizardini de Buzathino
de Materno tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam et aratoriam
iacentem in contrata Soveye sub villa de Supiana, cui coheret a mane via, a meridie/ Benaxutus
Boture de Faxano in parte et in parte heredes Zamboni de Abiono, a sero heredes Prodomini
Filiberii de Materno,/ a monte dicta religio Sancti Dominici de Tusculano et est per mensuram
unum plodium et duodecim tabule./ Bonus quondam Gracioli de Supiana de Gardono tenet et
possidet eam.
9
CARTA DESIGNATIONIS
Marzo 11, Gardone, in domo heredis quondam Spigoci.
Martino fu Bonaventura Freri e Bersano fu Rivano, scelti dal vicario di Salò Pietro di Carvano, hanno
designato a Michele di Nave, preposito delle chiese dei santi Domenico di Toscolano e Eustacchio
delle Chiusure di Brescia, i possessi livellari di dette chiese esistenti nel territorio di Gardone, con
l'indicazione dei confinanti, dei possessori e delle estensioni.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
IN TERRITORIO DE GARDONO
In Christi nomine. Die undecimo marcii, in burgo de Gardono, in domo habitationis heredis
quondam Spigocii de Gardono, presentibus: Bertolameus quondam/ Paseti de Buarno, notario pro
secundo notario, Andriolo de Carvano, habitatore Gardoni, et Bertozio quondam Malesardi de
55

Gardono, testibus rogatis./ Ibi Martinus quondam Bonaventure Freri et Bersanus quondam Rivani,
ambo de Gardono, designatores electi et in sacramento/ astricti per Petrum de Carvano de Salodo,
vicarium comunis et hominum de Gardono (...) (...)/ comunitatis Riperie pro ducali dominio ad
designandum religiosso viro domino fratri Michaelli, preposito religionis/ Sancti Dominici de
Tusculano vel confratribus eiusdem religionis, omnes et singulas domus et possessiones que (...)
omnes infrascripti tenebant et habebant/ ad livellum a Beterio de Ugonibus, ut continetur in carta
livelli inde factis, cum coherenciis veteribus et novis et nominibus possessorum dictas domus/ et
possessiones in teratorio de Gardono, qui vicarius habebat in mandato a dicto domino potestate
facere fieri predicta et infrascripta ut/ continetur in litera dicti domini potestatis, data et presentata
dicto vicario. Die nono marcii, ut continetur in carta presente facta per me notarium
infrascriptum,/ die nono marcii millesimo trecentesimo quinquagesimo, indicione tercia. Unde dicti
designatores in comuni concordio designaverunt omnes et singulas/ domus et possessiones
infrascriptas iacentes in teratorio de Gardono in infrascriptis contratis cum infrascriptis coherenciis,
nomina possessorum dictas domum et pecias terre et/ per mensuram illarum fratri Bertolino
Gosoli, confratri dicte religionis ut inferius legitur:/ imprimis unam peciam terre olivatam iacentem
in teratorio de Gardono in contrata ubi dicitur in fosato de Perniga, cui coheret a mane fosatum, a
sero/ Garbonus Raynaldi, a monte Ricastant quondam Delayti Ucii, a meridie heredes domini
Coradi, que est per mensuram decem tabule vel circa./ Benevenutus Paseti de Gardono vel
habentes causam ab eo tenet eam;/ item unam peciam terre vidatam et aratoriam et olivatam
iacentem in teratorio de Gardono ubi dicitur in Calmarina apud viam de (.)avero,/ cui coheret a
mane et a monte via, a sero heredes quondam Vianesii Pezolli et est per mensuram sedicim tabule
et dimidiam;/ item unam peciam terre olivatam, vidatam iacentem in dicto teratorio et contrata,
cui coheret a monte Mondinus Graciolli in parte et in parte Lonar/dus Gey, a mane via, a meridie
Zuchellus Zenelli sive heredes in parte et in parte dictus Mondinus, a sero heredes Martini Uberti,/
et est per mensuram septuaginta octo tabule quas tenet et possidet./ Iohanes Mondini Gracioli de
Gardono tenet et possidet eas et est invistitus;/ item unam peciam terre rossivam iacentem in
teratorio de Gardono in Valle Suri ubi dicitur in Fulzinagla, cui coheret a mane glera,/ a monte
Fraserius Pasete sive heredes, a meridie Delaytus Manegoldi, a sero heredes Beloni et est per
mensuram triginta sex tabule./ Malgarita Salturie de Gardono tenet et possidet eam et est
investita;/ item unam peciam terre olivatam et vidatam iacentem in dicto teratorio in pertinenciis
de Faxano ubi dicitur in Valibus, cui coheret a mane fosatum, a meridie heredes Bertola/mey
Stancharie, a sero dossum sive via in parte et in parte Aymericus Bosii, a monte heredes domini
Ugolini de Ugonibus sive habentes causam ab/ eis et est per mensuram triginta quinque tabule./
Aymericus quondam Bosii de Faxano de Gardono tenet et possidet eam pro Benevenuto quondam
eius fratre et est investitus;/ item unam peciam terre vidatam iacentem in dicto teratorio in
contrata ubi dicitur ad Bolzonum, cui coheret a mane via, a meridie Martinus Ferarii, a sero et/ a
monte heredes Ridane et Massarie de Salodo et est per mensuram duodecim tabule et novem
pedes./ Gema Mafei Casarii tenet et possidet eam et est investita;/ item unam peciam terre
olivatam iacentem in dicto teratorio in contrata ubi dicitur in Cusano, cui coheret a sero Betinus de
Ugonibus, a monte Desideratus Acari/ni in parte et in parte Francinus quondam Bersani Bertoldi, a
meridie heredes Iohanini Quiatini de Salodo sive habentes causam ab eis et est per men/suram
quinque tabule et tres pedes./ Francinus quondam Bersani Bertoldi de Gardono tenet et possidet
eam./
56

.X.
Item medietatem unius pecie terre sedumate, cum una domo copata iacente in villa de Monchuco,
cui coheret de supertoto a mane Iacobinus quondam Lafranchi,/ a meridie Petrus quondam
Francharii, a sero Francinus Vaselli, a monte dictus Francinus in parte Iacobinus
Lafranchi que est per mensuram de supertoto/ tres tabule et octo pedes et dimidium./ Conter
Iohanis Mande de Monchucho de Gardono tenet et possidet eam et est investitus per
Bertolameum Peterboni;/ item unam peciam terre aratoriam, vidatam iacentem in teratorio de
Gardono in contrata ubi dicitur ad Sablonum sive ad Campum Ordani, cui coheret a meridie
Dalfinus/ quondam Adami, a mane heredes quondam domine Bonafemine Pizameye de Salodo sive
habentes causam ab eis, a sero et a monte Avinant uxor Rubei Pasini/ et est per mensuram decem
novem tabule et dimidiam./ Pizonus quondam Miorini de Gardono tenet et possidet eam et est
investitus per Bertolameum Peterboni;/ item unam peciam terre in dicto teratorio et est aratoriam
et vidatam iacentem in contrata de Valibus, cui coheret a mane Bozinus/ Vaxoli in parte et in parte
Ysuar/dus Ture, a meridie heres Francini Pelegrini, a sero fosatum, a monte Graciolus et est per
mensuram septuaginta tabule./ Heres Francini Pelegrini tenet et possidet eam est investitus
per magistrum Bertolameum Peterboni;/ item unam peciam terre olivatam et aratoriam iacentem
in dicto teratorio in contrata ubi dicitur ad Olivos Donegos, cui coheret a mane Martinus
suprascriptus/ et esse consueverat Papalardus de Salodo, a meridie lacus, a monte strata comunis
Brixie, a sero heredes Zilliani Amadey et est per mensuram/ treginta una tabule et decem pedes et
dimidiam./ Heres Zilliani Amadey de Gardono tenet et possidet eam;/ item unam peciam terre
aratoriam, olivatam et vidatam iacentem in teratorio de Gardono in contrata de Fongtis, cui
coheret a mane Nasimbenus Iohanis Rubey,/ a meridie heredes quondam Beloni, a sero et a monte
via et est per mensuram quinquaginta tabule./ Rivanus qui dicitur Zafonus Venture tenet et
possidet eam;/ item unam peciam terre vidatam et aratoriam iacentem in dicto teratorio in
contrata ubi dicitur ad Marclinum, cui coheret a mane et a meridie heredes Iacobi Bomartini/ de
Gardono, a monte et a sero dominus Ziliolus de Ugonibus et est per mensuram triginta tres tabule
et novem pedes;/ item unam peciam terre vegram supra burgum de Gardono ubi
dicitur ad Lerarberum, cui coheret a mane heredes Bertolini de Bonzanus, a monte/ heredes
Avancini, a sero heredes domini Coradi de Ugonibus./ Bertozius de Malesardis de Gardono tenet et
possidet predictas duas pecias terre;/ item unam peciam terre olivatam iacentem in dicto teratorio
in contrata Pernige, cui coheret a mane Petrus Seroti, a sero et a monte Betinus domini Uber/tini
de Ugonibus, a meridie Petrus Racii et est per mensuram decem septem tabule et dimidiam./
Nasimbeninus Nasimbeni de Tresenico de Gardono possidet et est investitus per Bertolameum
Peterboni;/ item unam peciam terre olivatam et vidatam iacentem in dicto teratorio in contrata
Prathe, cui coheret a mane via, a sero et a meridie Bazolus Rivani,/ a monte Iacobus Lafranchi et est
per mensuram triginta novem tabule./ Heres Petri de Malesardis de Gardono tenet et possidet
eam./ Iacobinus qui dicitur Bazolus tenet suprascriptam peciam terre et est investitus, per
Bertolameum Peterboni.
10
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 13 Toscolano, in curtivio domuum religionis de Tusculano.
57

Michele di Nave, preposito delle chiese di S. Domenico di Toscolano e di S. Eustachio di Brescia, ha
dato in affitto per nove anni a Giacobino fu Bonomo di Bogliaco di Gargnano tre appezzamenti di
terra in territorio di Gargnano in cambio di una bazeta di olio all'anno .
Notaio: Bertolameo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
IN GARGNANO
.XI.
(S.T.) In Christi nomine amen. Hec sunt brevarie de livellis et aliis contractibus religionis eclesiarum
Sancti Dominici de Tusculano/ et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, scripte per me Bertolameum
filium Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarium/ ut inferius legitur./
CARTA IACOBINI QUONDAM BONOMI DE BOYAGO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iacobinum Bonomi de Boyaco de
Gargnano. Die tercio decimo ianuarii, in Tusculano, in curtivio/ domuum religionis de Tusculano,
presentibus: Iacobino filio Peterboni Bruni notario, Franceschino notario filio Iohanis Peterboni,
utroque rogato hanc/ cartam subscribere, Iohane quondam Ruzeni de Pulzano, omnibus de
Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepo/situs
eclesiarum religionis Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et
suos successores et nomine et vice dictarum eclesiarum/ et capituli et conventus earumdem, per
lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Iacobinum
quondam Bonomi de/ Boyaco de Gargnano de infrascriptis peciis terre iuris dictarum eclesiarum
usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam per dictum dominum preposi/tum vel
per suos successores in dictum Iacobinum vel in suos heredes de infrascriptis peciis terre pro
infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre olivata iacente/ in teratorio de Gargnano in Costa
Sancti Petri cum tribus pedibus olivorum, cui coheret a monte strata, a mane, a meridie et a sero
dictus Iacobinus conductor et est per/ mensuram sedicim pedes; item de una pecia terre olivata
iacente in dicto teratorio et contrata ibi prope, cum quinque pedibus olivorum, cui coheret
undique/ dictus Iacobinus et est per mensuram due tabule et dimidiam et fosatum in
medio; item de una pecia terre olivata iacente in dicto teratorio sub eclesia/ Sancti Petri in Frasolis
cum tribus pedibus olivorum et una fichu, cui coheret undique dictus Iacobinus et est per
mensuram decem pedes./ Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam
investituram de dictis peciis terre in dictum Iacobinum, ita quod ipse Iacobinus/ et sui heredes et
cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis
quidquid voluerit faciat sine contradi/tione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum
omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum
accessibus,/ ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que
dicte pecie terre et quelibet earum habet supra se, intra se, seu infra/ se in integrum et cum omni
iure et actione, usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis ex dictis peciis terre modo aliquo
pertinentibus seu spectantibus./ Dando et solvendo annuatim in epifania Domini vel in octava dictis
eclesiis unam bazetam oley, nomine ficti boni et pulcri et bene/ mensurati ad rectam mensuram de
Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis et eclesiarum, sub pena dupli. Et in eo
salvo/ quod, si dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum,
teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos/ successores apellare et eis, emere
volentibus, dare pro quinque soldis
58

imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melio/ramentum suum cui
voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito
vel suis succe/ssoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum
emphiteotam/ investire et breve simille eodem tenore firmare./ Promittens ipse Iacobinus, per se
et suos heredes, dicto domino preposito, recipienti pro se et suis successoribus et dictis eclesiis,
dare, solvere/ et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia
singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni/ et dispendi inde dicto domino
preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad hoc ei recipienti, nomine quo ut supra se
personaliter et omnia/ sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus,
nomine et vice dictarum eclesiarum, stipulatione promisit,/ per se et suos successores, dicto
Iacobino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram earumdem
ei et suis/ heredes et cui dederit, ab omni contradicenti persona et universitate legiptime
defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni/ et dispendi inde dicto Iacobino et
suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Iacobino omnia bona dictarum eclesiarum
presentia et/ futura pigneri. De quibus peciis terre dictus Iacobinus ex nunc confitetur esse in
tenuta et corporali possessione pro dictis eclesiis. renunciando/ predicti contrahentes omni
exceptioni non sic vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et cetera. Et inde sum
rogatus unum et/ plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano,
notarius, scripsi.
11
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 13 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici de Tusculano.
Michele di Nave, preposito delle chiese di S. Domenico di Toscolano e di S. Eustachio di Brescia, ha
dato in affitto per nove anni a Oiolo fu Benevenuto Capra di Villavetro sei appezzamenti di terra in
territorio di Gargnano in cambio di dieci bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA YOLI QUONDAM BENEVENUTI CAPRE
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Yolum Benevenuti Capre de Viaveteri de
Gargnano. Die tercio decimo ianuarii, in Tusculano, in curtivio domuum reli/gionis Sancti Dominici
de Tusculano, presentibus: Iacobino Peterboni notario, Franceschino filio Iohanis Peterboni, notario
utroque rogato hanc cartam subscribere,/ Iohane quondam Ruzeni, omnibus de Tusculano, testibus
rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti/
Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores et dicte
religionis et capituli et conventus eiusdem,/ per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum
livellum comunis Brixie, investivit usque ad novem annos et ad novam investituram/ fiendam, per
dictum dominum prepositum vel per suos successores in infrascriptum Oyolum de infrascriptis
peciis terre, iuris dicte religionis, Yolum quondam Benevenuti/ Capre de Viaveteri de Gargnano:
imprimis de una pecia terre olivata, vidata, ortiva iacente in Campra de Viaveteri teratorii de
Gargnano, cui coheret a mane Ot/ebonus quondam Arigeti de Pelacanibus,
59

a meridie Iacobinus quondam rebusi de Viaveteri, a sero Otebonus quondam Antonii ser Zillii de
Viaveteri, a monte heredes domini/ Lafranchi de Rotina et est per mensuram novem tabule et
novem pedes; item de una pecia terre iacente in dicto teratorio et contrata olivata, vidata et
aratoria,/ cui coheret a mane Otebonus quondam domini Arigeti de Pelacanibus, a meridie heredes
quondam domini Guielmi de Rothina, a sero Otebonus quondam Antonii ser Zillii/ in parte et in
parte heredes dicti domini Guielmi et a monte Iacobinus quondam rebussi de Viaveteri et est per
mensuram sedicim tabule et dimidiam; item de una/ pecia terre olivata iacente in dicto teratorio in
contrata ubi dicitur ad Grostolum, cui coheret a mane et a meridie et a sero heredes Cervini Capre
et a monte strata comunis et est per men/suram viginti duo pedes; item de una pecia terre olivata,
vidata iacente in dicto teratorio in contrata Molendini, cui coheret a mane et a meridie heredes
quondam domini Gui/elmi de Rothina, a sero via, a monte Nigrinus Cantaclerii de Rothina et est per
mensuram tres tabule; item de una pecia terre olivata, vidata iacente/ in dicto teratorio supra
domus de Viaveteri, cui coheret a mane et a meridie via, a sero et a monte heredes quondam
Serugi (-) et est per mensuram octo tabule/ et dimidiam; item de una pecia terre olivata iacente in
dicto teratorio in Costa Sancti Petri, cui coheret a meridie via, a sero heredes quondam Martini
Oderici de Boyaco/ et a mane Nicolaus qui dicitur Bonana et a monte Iohanetus Bertoldi et est per
mensuram viginti unum pedes, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent./ Tali modo dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis peciis terre in dictum
Oyolum, quatenus ipse Oyolus et sui/ heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat,
gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis quidquid voluerit faciat iure livelario,/ sine
contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra
predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum/ accessibus, ingressibus et regressibus
suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre et quelibet earum
habet/ supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione
sibi et dictis eclesiis ex dictis peciis terre modo aliquo/ pertinente seu spectante. Solvendo ipse
Oyolus, per se et suos heredes, dictis eclesiis annuatim in epifania Domini vel in octava, decem/
bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in
terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis,/ sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum/
dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice
dictarum eclesiarum et dicte religionis, dare/ pro quinque soldis imperialium minus quam alteri
persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie/ vel
potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde
habentibus duos soldos imperialium pro quibus/ debeat novum emphiteotam investire et breve
simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Oyolus, per se et suos/ heredes, dicto domino
preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum
terminum/ et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis
dampni et dispendi. Inde dicto domino preposito et/ suis successoribus incurentium, obligando ad
hoc ei recipienti pro dictis eclesiis, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura/ pigneri.
Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Oyolo,
pro se et suis heredibus stipulanti, pre/dictas pecias terre et quamlibet earum ei et suis heredibus
et cui dederit vel habere statuerit ab omni contradicenti persona et universitate/ legiptime
defendere, auctorizare et desbrigare (-) sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Oyolo et suis
heredibus incurentium,/ obligando ad hoc dicto Oyolo omnia bona dictarum
60

eclesiarum presentia et futura pigneri. De quibus pecis terre ex nunc dictus Oyolus/ confitetur esse
in tenuta et corporali possessione pro dictis eclesiis. Renuntiando predicti non
sic facti dicti contractus et non ita vera esse omnia/ in isto contractu contenta et cetera et omni
legum auxilio et cetera. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno
Domini millesimo trecentesimo quatragessimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
12
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 13 Gargnano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici de Tusculano.
Michele di Nave, preposito delle chiese di S. Domenico e di S. Eustachio di Brescia, ha dato in affitto
per nove anni a Peterzolo fu Domenico Giovanni Tasca di Benetaga due appezzamenti di terra in
territorio di Toscolano presso Mornaga in cambio di sette bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA PETERZOLI QUONDAM DOMINICI TASCHE DE BENETHAGA
IN GARGNANO
.XII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano Peterzolum Dominici Iohanis Tasche de
Benethaga de Gargnano. Die tercio decimo ianuarii, in Tusculano,/ in curtivio domuum religionis
Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Lesiolo filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo
notario, Turela/ quondam Tosine de Fornico, Bertazollo quondam Franceschi Bonomi de Mornaga,
omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus/ frater Michael de Navis,
prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris
Brixie,/ per se et suos successores ac nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis et
capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis ma/nibus tenebat ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Peterzolum quondam Dominici Iohanis Tasche de Benethaga de
Gar/gnano de infrascriptis peciis terre iuris dictarum eclesiarum usque ad novem annos et ad
novam investituram fiendam per dictum dominum prepo/situm vel per suos successores pro
infrascripto ficto in dictum Peterzolum vel in suos heredes: imprimis de una pecia terre aratoria,
olivata et vida/ta iacente in teratorio de Tusculano, a sero parte ville de Mornaga, cui coheret a
mane et a monte heredes Franceschi Bonomi de Mornaga, a meridie/ via, a sero Bertolinus qui
dicitur Bertazolus Franceschi et (-) est per mensuram decem septem tabule et dimidiam; item de
una pecia terre aratoria, olivata et vi/data iacente in dicto teratorio in contrata ubi dicitur ad
Zessum prope Mornaga, cui coheret a mane heredes Pasini Franceschini Malfati, a meridie/ via, a
sero heredes Boturelle de Mornaga in parte et in parte heredes Garzoni de Viaveteri, a monte
Berlachinus Franceschi in parte et in parte Benevenutus/ Mafey de Stignaga et est per mensuram
viginti tabule et decem pedes, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus
dominus prepo/situs fecit dictam investituram de dictis peciis terre in dictum Peterzolum, quatenus
ipse Peterzolus et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat,/ teneat, gaudeat et
possideat dictas pecias terre et de eis quidquid voluerit faciat iure livelario, sine contraditione dicti
domini prepositi suorumque succ/essorum, cum omnibus et singulis que intra predictos
61

continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque/
in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra
se in integrum et cum omni iure et/ actione, usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis et dicte
religionis ex dictis peciis terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo/ ipse Peterzolus,
per se et suos heredes, dictis eclesiis et religioni annuatim in epifania Domini vel in octava septem
bazetas oley, nomine fic/ti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in
terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis. Quo ficto da/to et soluto, alia superimposita non
fiant dicto conductori, preter quod solvat fictum in duplum in illo et de illo anno in quo non solverit
dictum/ fictum ad dictum terminum. Et in eo salvo quod, si dictus Peterzolus emphiteota aliquo
tempore vellet vendere ius seu meliora/mentum suum, teneatur primo dictum dominum
prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dictarum/
eclesiarum, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius
seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie/ vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro
quibus deb/eat novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens
ipse Peterzolus, per se et suos heredes/ dicto domino preposito, pro se et suis successoribus
stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare
omnia/ et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino
preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad/ hoc dicto domino preposito, recipienti
pro dictis eclesiis, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus
dominus prepositus/ stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Peterzolo, pro se et suis
heredibus stipulanti, predictas pecias terre et dictam investituram earumdem/ ei et suis heredibus
et cui dederit, ab omni contradicenti persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena omnis/ dampni et dispendi inde dicto Peterzolo et suis heredibus incurentium,
obligando ad hoc dictus dominus prepositus dicto Peterzolo omnia bona dictarum ecle/siarum
presentia et futura pigneri. De quibus peciis terre dictus Peterzolus ex nunc confitetur esse in
tenuta et corporali possessione pro dictis eclesiis/ et dicta religione. Renuntiando predicti non sic facti dicti contractus et non ita vera esse omnia et singula in isto
contractu contenta et omni legum auxilio et cetera./ Et quia dictus Peterzolus minor erat
vigintiquinque annis, maior tam quatuordicim ut dicitur, ad Sancta Dei Evanyelia/ corporaliter
iuravit tactis scripturis non venire contra dictam promissionem, obligationem, renunciationem nec
contra aliquid in isto contractu con/tentum, ratione minoris etatis aut alia qualibet ratione vel
causa et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo
trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de
Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
13
CARTA LIVELLI
1340 Gennaio 13 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici de Tusculano.
Michele di Nave, preposito delle chiese di S. Domenico e di S. Eustachio di Brescia, ha dato in affitto
per nove anni a Mafezolo fu Pietro Giovanni Tasca un appezzamento di terra in territorio di
Toscolano in contrada Casaberlis in cambio di tre bazete e mezza di olio all'anno.
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Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA MAFEZOLI QUONDAM PETRI TASCHE
IN TERRITORIO DE TUSCULANO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Mafezolum quondam Petri Iohanis
Tasche de Benethaga de Gargnano. Die tercio decimo Ianu/arii, in Tusculano, in curtivio domuum
religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Lesiolo filio Iohanis Salvagni, notario pro/
secundo notario, Turella quondam Tosine de Fornico, Bertazolo quondam Franceschi de Mornaga,
omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi reli/giossus vir dominus frater Michael de Navis,
prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heu/stachi de Cleusuris
Brixie, per se et suos successores et nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis et
capituli et conventus/ eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Mefezolum quondam Petri/ Iohanis Tasche de Benethaga de Gargnano de
una pecia terre iuris dictarum eclesiarum usque ad novem annos et ad novam in/vestituram
fiendam, per dictum dominum prepositum in dictum Mefezolum vel in suos heredes pro
infrascripto ficto, videlicet de una pecia terre/ olivata iacente in teratorio de Tusculano in contrata
de Casaberlis ad Panaciam, cui coheret a mane via, a meridie et a sero heredes Franceschi Bonomi
de/ Mornaga, a monte heredes Baldoini domini Arigeti et est per mensuram duodecim tabule et
duo pedes, salvis omnibus aliis coherentiis/ si que forent. Tali modo dictus dominus prepositus,
nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum Mafezolum
qua/tenus ipse Mafezolus et sui heredes et cui dederit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam
peciam terre et de ea quidquid voluerit/ faciat iure livelario sine contraditione dicti domini
prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur
confines vel alios si qui/ forent et cum accessibus,ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet/ supra se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis et dicte re/ligioni ex
dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Mafezolus, per se et suos
heredes, dictis eclesiis/ et dicte religionis annuatim in epifania Domini vel in octava tres bazetas et
dimidiam oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensu/rati ad rectam mensuram de Tusculano in
terra de Tusculano, ad canipam dictarum eclesiarum et dicte religionis. Quo ficto dato et so/luto,
alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod solvat fictum in duplum in illo et de illo
anno in quo non solverit/ dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu mel/ioramentum suum, teneatur primo dictum
dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine/ et vice
dictarum eclesiarum, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin
vendat ius seu melioramentum suum cui/ voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus
nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde ha/bentibus duos soldos
imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore
firmare/. Promittens ipse Mafezolus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere/ dictum fictum ad dictum terminum et atendere
et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi/ inde
dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad hoc dicto domino
preposito, recipienti pro dictis eclesiis et dicta/ religione, se personaliter et omnia sua bona
presentia et futura pigneri. Insuper dictus
63

dominus prepositus stipulatione promisit, per se et/ suos successores, dicto Mafezolo, pro se et suis
heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et
cui/ dederit, ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub
pena omnis dampni et dispendi inde/ dicto domino Mafezolo et suis heredibus incurentium,
obligando ad hoc dicto Mafezolo omnia bona dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et
futura pigneri/ De qua pecia terre dictus Mafezolus ex nunc confitetur esse in tenuta et corporali
possessione pro dictis eclesiis et dicta religione. renunciando predicti non sic/ facti dicti contractus
et non ita vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et cetera. Et quia dictus Mafezolus
minor erat vigintiq/uinque annis, maior tam quatuordicim ut dicitur, ad Sancta Dey Evanyelia
iuravit, corporaliter tactis scripturis, non venire contra / dictam promissionem, obligationem nec
contra aliquid in isto contractu contentum, ratione minoris aut alia qualibet ratione vel causa qua
se/ tueri posset. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi. R...odit de suprascripta pecia terre et de suprascripto
ficto Dominicus Bertazoli de Mornaga de Tusculano ut continetur in carta facta per Bertolameum
Peterboni notarium, die primo madii, millesimo tre/centesimo quinquagesimo septimo, indicione
decima et est in folio.
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CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 13 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici de Tusculano.
Michele di Nave, preposito delle chiese di S. Domenico e di S. Eustachio di Brescia, ha dato in affitto
per nove anni a Franceschino fu Zilberto Giovanni Tasca di Benetaga tre appezzamenti di terra in
territorio di Toscolano in contrata Zaini in cambio di sette bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
IN TERRITORIO DE TUSCULANO
IN GARGNANO
.XIII.
CARTA FRANCESCHINI ZILBERTI TASCHE
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Franceschinum Zilberti Iohanis Tasche de
Benethaga de Gargnano. Die tercio decimo ianuarii, in Tusculano, in curtivio/ domuum religionis
Sancti Dominici, presentibus: Lesiolo filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario, Turella
quondam Tosine de Fornico, Bertazollo/ quondam Franceschi Bonomi de Mornaga, omnibus de
Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus/ religionis
eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos
successores ac nomine et vice dictarum/ eclesiarum et dicte religionis et capituli et conventus
eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit/
Franceschinum quondam Zilberti Iohanis Tasche de Benethaga de Gargnano de infrascriptis peciis
terre iuris dictarum eclesiarum usque ad novem annos/ et ad novam investituram fiendam, per
dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum Franceschinum vel in suos
heredes pro infrascripto/ ficto: imprimis de una pecia terre aratoria et olivata
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iacente in teratorio de Tusculano in contrata de Zaynis, cui coheret a mane fosatum de Zaynis, a
meridie et/ a monte heredes Vecoli de Hano, a sero Zilianus Calze et est per mensuram sex tabule;
item de una pecia terre olivata et aratoria iacente in dicta contrata de/ Zaynis, cui coheret a mane
et a meridie Martinus Franceschi, a sero fosatum, a monte Zilianus Calze et est per mensuram
quatuor tabule et octo pedes;/ item de una pecia terre olivata et aratoria et costiva iacente ibi
prope, cui coheret a mane et a meridie Zilianus Calze, a sero fosatum, a monte filius Guatha/gnini
Nigri et est per mensuram tribus quarteriis plodii, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali
modo dictus dominus prepositus,/ nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis peciis
terre in dictum Franceschinum, quatenus ipse Franceschinus et sui heredes et cui/ dederit vel
habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis quidquid voluerit
faciat iure livelario sine contraditione dicti/ domini prepositi suorumque successorum; cum
omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum
accessibus,/ ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que
dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra/ se in integrum et cum omni iure et actione, usu
seu requisitione sibi et dictis eclesiis et dicte religioni ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente/
seu spectante. Solvendo ipse Franceschinus, per se et suos heredes, dictis eclesiis et dicte religioni
annuatim in epifania Domini/ vel in octava septem bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene
mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de/ Tusculano, ad canipam dictarum
eclesiarum et dicte religionis. Quo ficto dato et soluto, alia superimposita non fiant dicto/
conductori, preter quod solvat fictum in duplum in illo et de illo anno in quo non solverit dictum
fictum ad dictum terminum/ et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore vellet
vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo/ dictum dominum prepositum vel suos
successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dictarum eclesiarum,/ dare pro
quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum
suum cui voluerit, preter servo/ eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino
preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium/ pro quibus debeant
novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse
Fran/ceschinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus
stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum/ terminum et atendere et observare
omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino
preposito et suis suc/cessoribus incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti
pro se et dictis eclesiis, se personaliter et omnia bona presentia et futura pi/gneri. Insuper dictus
dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Franceschino, pro se et
suis heredibus stipulanti,/ dictas pecias terre et dictam investituram earumdem ei et suis heredibus
et cui dederit, ab omni contradicenti persona et universitate legiptime defendere,/ auctorizare et
desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Franceschino et suis heredibus
incurentium, obligando ad hoc/ ei omnia bona dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et
futura pigneri. De quibus peciis terre ex nunc dictus Franceschinus confi/tetur esse in tenuta et
corporali possessione pro dicta religione. Et quia dictus Franceschinus minor erat vigintiquinque
annis,/ maior tam quatuordicim ut dicitur, ad Sancta Dey Evanyelia iuravit, corporaliter tactis
scripturis, non venire contra dictam/ promissionem, obligationem nec contra aliquid in isto
contractu contentum, ratione minoris etatis aut alia qualibet ratione vel causa. renunciando
predicti/ omni exceptioni non sic facti dicti contractus et non ita vera esse omnia super contenta et
cetera. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
65

millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1349 Aprile 11 Gargnano, in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano, in camara domini
prepositi.
Michele di Nave, preposito delle chiese di S. Domenico e di S. Eustachio di Brescia, ha dato in affitto
per nove anni a Nicola detto Bozola fu Francesco di Tremosine due appezzamenti di terra in
territorio di Gargnano in cambio di tre bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo nono, indicione secunda.
CARTA NICOLAY QUI DICITUR BOZOLA DE VIAVETERI
IN TERRITORIO DE GARGNANO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Nicolaum qui dicitur Bozolla de Viaveteri
de Gargnano. Die undecimo aprilis, in Tusculano, in/ domibus religionis Sancti Dominici de
Tusculano, in camara domini prepositi infrascripti, presentibus: Iambello ser Bertolasii notario,
Iohanino quondam/ ser Nasimpacis, notario utroque rogato hanc cartam subscribere, ambobus de
Tusculano, Bertolameo qui dicitur Betelonus quondam Martini Corde de Gargnano,/ omnibus
testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum
Sancti Dominici de Tusculano/ et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac
nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis et capituli et conventus earumdem,/ per
lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Nicolaum qui
dicitur Bozola quondam Franceschi/ de Tremosigno, habitatorem ville di Viaveteri de Gargnano, de
infrascriptis peciis terre iuris dicte religionis usque ad novem annos et ad novam inve/stituram
fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum Nicolaum vel in suos
heredes de infrascriptis peciis terre/ pro infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre olivata et
vidata iacente in teratorio de Gargnano post villam de Viaveteri, cui coheret a mane/ heres Iohanini
Zerbini in parte et in parte heres Zonte, a sero dict/a heres Zonte, a monte dicta heres Iohanini
Zerbeni in parte et est per mensuram/ tres tabule; item de una pecia terre aratoria, olivata et
vidata iacente in dicto teratorio et contrata, cui coheret a mane Iacobinus Bonomi de Boya/co, a
meridie heres Zonte, a sero heredes Larducii de Viaveteri, a monte Antonia Bertolamey Peterboni
in parte et in parte heredes Libardi et est per mensuram/ decem tabule cum uno raveroto. Quas
pecias terre Marithata quondam Yoli habebat et tenebat pro dicta religione, salvis omnibus aliis/
coherentis si que forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam
investituram de dictis peciis terre in dictum Nico/laum, ita quod ipse Nicolaus et sui heredes et cui
dederit vel habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et/ de eis
quidquid voluerit faciat sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum
omnibus et singulis que intra predictos con/tinentur et cum accessibus, ingressibus et regressibus
suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis et qualibet earum habent supra se, intra se
seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione dicte religioni et
confratribus/
66

eiusdem modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo
dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel/ in octava tres bazetas oley,
nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de
Tusculano/ ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota
aliquo tempore vellet vendere ius/ seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum
prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus/ nomine et vice dicte religionis,
dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius sum cui
voluerit, preter/ servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito
vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus/ debeat novum
emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Nicolaus, per se et
suos/ heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et
atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare/ omnia et singula in isto
contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis
successoribus incurentium, obligando/ ad hoc dicto domino preposito, stipulanti et recipienti pro se
et suis successoribus, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri./ Insuper dictus
dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Nicolao, pro se et suis
heredibus stipulanti, dictas pecias/ terre et dictam investituram earumdem ei et suis heredibus et
cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare/ et desbrigare, sub
pena omnis dampni et dispendi inde dicto Nicolao et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc
dicto Nicolao/ omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus peciis terre ex
nunc confitetur esse in tenuta et corporali possessione de/ dictis pecis terre pro
dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragesimo nono, indicione secunda./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Tusculano, notarius sacri palacii, hiis omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1353 Agosto 11 Gargnano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico e della chiesa di S. Eustachio di Brescia,
ha dato in affitto a Giovannino fu Beloti di Nazazzo due appezzamenti di terra in territorio di
Gargnano in contrada Pletoe in cambio di otto bazete di olio all'anno.
Notaio: Bertolameo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio.
CARTA IOHANIS QUONDAM BELUTI DE NAVACIO
IN TERRITORIO DE GARGNANO
.XIIIIor.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iohanem quondam Beluti de Navacio de
Gargnano, habitatorem Luparie de Gargnano./ Die undecimo augusti, in Tusculano, in domibus
religionis Sancti Dominici, presentibus: Paulo quondam domini Iohanis notario, Alesiollo/ fillio
Iohanis Salvagni, notario utroque rogato hanc cartam subscribere, ambobus de Tusculano, Bonzano
quondam Iohanis Seroti de
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Tro/vegnanis de Scovolo, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de
Navis, prepositus religi/onis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de
Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine/ et vice dicte religionis et confratrum ac
capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum/ livellum
comunis Brixie, investivit Iohanem quondam Beluti de Navacio de Gargnano habitatorem Burgi
Lupaire de Gargnano de/ infrascriptis peciis terre iacentibus in teratorio de Gargnano in contrata de
Pletoe: primo de una pecia terre aratoria, olivata, costiva et vidata iacente/ in dicto teratorio et
contrata de Pletoe, cui coheret a mane via in parte et in parte Mazorinus, a meridie via, a sero
Valle; item de una/ pecia terre iacente in dicta contrata et teratorio, cui coheret a mane et a sero
via, a meridie heredes Avondini, a monte heredes Zoalorii, salvis omnibus allis/ coherentiis, si que
forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de
dictis/ peciis terre in dictum Iohanem ita quod ipse Iohanes et sui heredes et cui dederit vel habere
statuerit deinceps in perpe/tuum habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis
quidquid voluerit faciat (-) iure livelario/ sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios/ si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et
singulis/ que dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione sibi/ et dicte religioni et confratribus eiusdem ex dictis pecis terre
modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Iohanes,/ per se et suos heredes, dicte
religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava octo bazetas/ oley,
nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de
Tusculano, ad canipam/ dicte religionis, sub pena dupli et cetera. Et in eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore vellet ven/dere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum
dominum prepositum vel suos successores apellare/ et eis, emere volentibus nomine et vice dicte
religionis, dare pro quinque soldis minus quam alteri persone; alioquin ven/dat ius seu
melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo/
vendat, dicto domino preposito vel successoribus suis inde habentibus duos soldos pro quibus
debeant novum/ emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse
Iohanes, per se et suos/ heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti,
dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum/ et atendere et observare omnia et
singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde confratribus dicte/
religionis incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione et
confratribus eiusdem, se personaliter/ et omnia bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit/ dicto Iohani, pro se et suis
heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram earumdem ei et suis heredibus et
cui dederit/ ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub
pena (-) omnis dampni et dispendi/ inde dicto Iohani et suis heredibus incurentium, obligando ad
hoc dicto Iohani omnia bona dicte religionis presentia/ et futura pigneri. De quibus peciis terre ex
nunc dictus Iohanes confitetur esse in tenuta et corporali possesione pro dicta re/ligione. Et inde
sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quinquagesimo tercio, indicione sexta./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano,
notarius sacri palacii, hiis omnibus affuy , rogatus, scripsi.
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17
CARTA LIVELLI
1356 Marzo 25 Scovolo, in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico e della chiesa di S. Eustachio di Brescia,
ha dato in affitto a Avanzino fu Iacobino Salodino di San Felice di Scovolo sette appezzamenti di
terra in cambio di un moggio di olio o otto galete all'anno.
Notaio: Bertolameo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno domini millesimo trecentesimo quinquagesimo sexto, indicione nona.
IN TERRITORIO DE SCOVOLO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano et Avancini quondam Iacobini Salododini de
Sancto Felice. Die vigesimo quinto marcii, in Tusculano,/ in domibus religionis Sancti Dominici de
Tusculano, presentibus: Bonzano quondam Iohanis Seroti de Trovegnanis, Lesiolo filio Iohanis
Salvagni,/ habitatore Materni, notario, Iacobino filio Bertolamei ser Zani de Tusculano, notario pro
secundo notario, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Fran/cinus de
Trovegnanis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachii de
Cleusuris Brixie, verbo et consensu fratris Iohanini/ de Brixie presbiteri, fratris Bertolini Gosoli,
fratris Martini Revelli, fratris Bertolini Bosioti, fratris Desiderati de Ciis et fratris Iustachini/ de
Pulzano, omnium confratrum dicte religionis (-) ibi presentium et omnibus et singulis in isto
contractu contentis consentientium, per lignum quod in suis manibus tene/bat ad rectum livellum
comunis Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus
eiusdem investivit/ Avancinum quondam (-) Iacobini Salododini de Sancto Felice de Scovolo de
infrascriptis peciis terre iuris dicte religionis iacentibus in teratoriis infrascriptis: imprimis de una
pecia terre aratoria et olivata iacente in teratorio de Scovolo, in contrata de Carmizena, cui coheret
a mane Mayfredus Negerboni/, a meridie dictus Mayfredus, a sero Rabonus Turini Tomere; item de
una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in dicto teratorio in contrata/ ubi dicitur ad
montem de Cintius, cui coheret a mane Bertolinus de Trovegnanis, a meridie Salodinus Iacobini de
Cerclinis, a sero dictus pre Petrus/ archipresbiter plebis Valis Tenesis, a monte Iohanes Stefenini
Zani de Cintius; item de una pecia terre aratoria et olivata iacente in teratorio de La Rasa (La Rafa)/
in contrata Cisay, cui coheret a meridie Fragondinus de Fregondino, a sero Balest de Cavallis de
Calvazesio, a monte Bertolinus quondam Ayolfi de La/ Rasa; item de una pecia terre aratoria,
olivata iacente in dicto teratorio de La Rasa in contrata de Casanova sive de Tezolis, cui coheret a
sero et a monte/ monasterium Sancte Iulie de Brixia, a meridie heredes quondam Bertolati
Caligarii; item de una pecia terre aratoria, olivata iacente in dicto teratorio in contrata Sancti
Iohanis,/ cui coheret a mane et a meridie via, a sero Petribonus de Trovegnanis, a monte dictum
monasterium Sancte Iulie;/ item de una pecia terre aratoria, olivata/ et vidata iacente in dicto
teratorio sub Sancto Iohane, cui coheret a mane via coriva, a meridie heredes Nigri Panigallis, a
sero Bertolinus Vivaze, a monte/ Iohanes Sguaragnayte de Portesio; item de una pecia terre
aratoria, olivata (-) iacente in dicto teratorio in contrata de Conugrus, cui coheret a mane/
Francinus Aymerici de Sancto Felice, a meridie heredes Ridasii de Trovegnanis, a sero Cisanus
Tomere de Sancto Felice, a monte Petrus Pestalaii in parte/ et in parte via, salvis omnibus aliis
coherentiis veteribus et novis si que forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut
supra, fecit dictam investi/turam de dictis peciis terre in dictum Avancinum, ita quod ipse et sui
heredes et cui dederit deinceps
69

habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas/ pecias terre et de eis quidquid voluerit faciat iure livelli
sine contraditione dicti domini prepositi et confratrum dictarum eclesiarum, cum omnibus et
singulis que intra pre/dictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus,
ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus/ et singulis que dicte pecie
terre habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu
requisitione dicte religioni et/ confratribus eiusdem ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente
seu spectante. Solvendo ipse Avancinus, per se et suos heredes, dicte religioni annuatim/ in
epifania Domini vel in octava unum modium oley videlicet octo galetas boni et pulcri et
bene mensurati ad rectam mensuram de Sco/volo in terra de Scovolo in villa de Trovegnanis ad
canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si dictus/ emphiteota aliquo
tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum
prepositum vel suos succe/ssores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis,
dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat/ ius seu
melioramentum suum cui voluerit, (-) preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito/ vel suis successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus
debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem/ tenore firmare. Promittens ipse
Avancinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti,
dare, solvere/ et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et
singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi/ inde dicto domino
preposito et confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito,
recipienti pro dicta religione et confratribus/ eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia
et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit,
per se/ et suos successores, dicto Avancino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et
dictam investituram ei et suis heredibus et cui dederit/ ab omni persona et universitate legiptime
defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Avancino/ et
suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Avancino omnia bona dicte religionis presentia
et futura pigneri. De quibus pecis terre ex nunc/ dictus Avancinus confitetur esse in possessione pro
dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesimo sexto, indicione nona./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
18
CARTA LIVELLI
1360 Novembre 22 Scovolo, in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico e della chiesa di S. Eustachio di Brescia,
ha dato in affitto a Giacobino fu Fachino Benaye di Cisano di Scovolo quattro appezzamenti di terra
in territorio di Scovolo in cambio di due galete di olio o di otto bazete di olio all'anno.
Notaio: Bertolameo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo, indicione tercia decima.
IN TERITORIO DE SCOVOLO
.XV.
70

Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano et Iacobini Fachini Benaye de Cisano de
Scovolo/. Die vigesimo secundo novembris, in Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de
Tusculano, presentibus: Requiliano/ fillio Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario, Iohanino
quondam Tusculani, ambobus de Tusculano, Petro quondam Boturi/ni Bonafidey de Manerva,
omnibus testibus rogatis. Ibi congregato et convocato capitulo religionis Sancti Dominici/ de
Tusculano, voce campanelli more solito illius religionis, de mandato religiossi viri domini fratris/
Francini (-) de Trovegnanis, preposito illius religionis in quo quidem capitulo ad herant omnes
infrascripti confratres,/ videlicet: dictus dominus prepositus, frater Fedriginus quondam Bertolini
Bosii de Brixie presbiter, frater Martinus Reveli/ de Tusculano, frater Desideratus De Ciis De Salodo,
frater Nocolaus de Mesaga de Tusculano et frater (-) Iacobinus/ de Cisano de Scovolo, omnes
confratres dicte religionis ac in dicentes sese esse duas partes et plures capituli et con/ventus dicte
religionis ac in omnibus et singulis in isto contractu contentis consencientes. Unde dictus
prepositus, per/ se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus
eiusdem, per lignum quod in suis ma/nibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit
Iacobinum quondam Fachini Benaye de Cisano de/ Scovolo de infrascriptis peciis terre iuris dicte
religionis iacentis in teratorio de Scovolo in infrascriptis contratis: imprimis (-) de una pecia terre
aratoria iacente in dicto teratorio in contrata Fiutegerii, cui coheret a mane Petrus Dolzeti, a
meridie via, a monte heredes/ Iohanis Bataye, a sero Mayfredinus Uberti; item de una pecia terre
aratoria et olivata iacente in dicto teratorio et contrata, cui coheret/ a mane via, a meridie et a sero
Petrus De Ciis de Salodo, a monte Adaminus Bertoni; item de una pecia terre aratoria et vidata
iacente/ in dicto teratorio in contrata de Zenestis, cui coheret a mane Iohaninus magister Iacobi de
Ciis de Salodo, a meridie Cisanus Tomere/, a sero et a monte Iohanes Bertoni; item de una pecia
terre aratoria et olivata iacente in dicto teratorio in contrata de Ronchis, cui coheret/ a mane
Iohaninus de Scaragnaytis, a meridie Nasimbenus de Ciis de Salodo in parte, a sero Bonetus
Daynesii, a monte Iohanes de/ Sintegerio, salvis aliis coherentiis. Tali modo dictus dominus
prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis/ peciis terre in dictum
Iacobinum, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat, teneat,
gaudeat et/ possideat dictas pecias terre et de eis quidquid voluerit faciat iure livelli sine
contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum,/ cum omnibus et singulis que intra
predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus
suis usque in/ vias publicas et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre habent supra se, intra
se seu infra se in integrum et cum omni/ iure et actione, usu seu requisitione dicte religioni et
confratribus eiusdem ex dictis peciis terre modo aliquo pertinente seu/ spectante. Dando,
reddendo et solvendo ipse Iacobinus, per se et
71

suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annu/atim in epifania Domini vel in octava
duas galetas oley videlicet octo bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene/ mensurati ad
rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli./
Et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum
suum, teneatur/ primo apellare dictum dominum prepositum vel suos successores et eis, emere
volentibus nomine et vice dictarum eclesiarum, dare/ pro quinque soldis planetorum minus quam
alteri persone; alioquin vendat ius suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini/
quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus (-)
quinque soldos pro quibus/ debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore
firmare. Promittens ipse Iaco/binus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, stipulanti et
recipienti nomine quo ut supra, dare, solvere et atendere dictum fictum ad/ dictum terminum et
atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi/ inde dicte religioni et confratribus incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito
recipienti, nomine quo ut supra se personaliter et omnia/ sua bona presentia et futura pigneri.
Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit dicto Iacobino/, pro
se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram ei et suis heredibus et cui
dederit, ab omni persona et universitate/ legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto Iacobino et suis heredibus incurentium,/ obligando ad hoc
dicto Iacobino omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. (-) De quibus peciis terre ex
nunc dictus Iacobinus/ confitetur esse pro dicta religione. Insuper dictus dominus
prepositus, nomine quo ut supra, dictus Iacobinus, per se fecit,/ constituit (...) Simonem Zimolini et
Marchetum Martinelli, ambos de Mesaga de Tusculano et quemlibet in (...) suos/ certos nuncios
procuratores et sindicos ad facendum registrari hoc instrumentum et cetera. Promittens de ratio
habendo et obligando renunciare./ Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo, indicione
tercia decima. Ego Bertolameus/ fillius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
19
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 1 Toscolano, in curtivio sub porticu domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico e della chiesa di S. Eustachio di Brescia,
ha dato in affitto a Boiolo Molinario di Lamasso tre appezzamenti di terra e una casa in territorio di
Toscolano in villa di Grecenico in cambio di tredici bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
IN VILLA DE GREZENIGO, IN TUSCULANO
.XVIII.
(S.T.) In Christi nomine amen. Haec sunt brevarie de livellis et aliis contractibus religionis Sancti
Dominici de Tusculano, scripte per Bertolameum filium/ Peterboni Bruni de Tusculano ut inferius
legitur.
CARTA BOIOLI MOLINARII
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Boyolum habitatorem ville de Grezenico
de Tusculano. Die primo ianuarii, in Tusculano, in curtivio religionis Sancti Do/minici, sub porticu
domuum dicte religionis, presentibus: Iacobino filio Peterboni Bruni, notario pro secundo notario,
Maternino quondam Plasini, ambobus de Plano/ Tusculani, Bertolameo qui dicitur Betelonus
quondam Martini Corde de Gargnano, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater
Michael de Navis, pre/positus religionis Sancti Dominici de Tusculano, per se et nomine et vice dicte
religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus/ tenebat ad rectum
livellum comunis Brixie, investivit Boyolum Molinarium de Lamasso episcopatus Tridenti,
habitatorem Tusculani Riperie Brixie de in/frascripta domo et peciis terre iuris dicte religionis,
iacentibus in teratorio de Tusculano in infrascriptis
72

contratis usque ad novem annos et ad novam investituram/ fiendam per dictum prepositum vel per
suos successores in dictum Boyolum de infrascriptis pecis terre et domo pro infrascripto ficto:/
imprimis de una domo copata et/ solarata iacente in teratorio de Tusculano in villa de Grezenico,
cui coheret a mane et a monte via, a meridie et a sero heredes Iohanis de Ano, habitator dicte ville
et est per mensuram/ quattuor tabule et dimidiam; item de una pecia terre vidata et ortiva iacente
in dicta villa de Grezenico, cui coheret a mane et a meridie via, a monte dictus Boyolus in parte/et
in parte via, a sero Betinus Valenti et est per mensuram decem tabule et sex pedes et tres onze;
item de una pecia terre olivata et vidata iacente ibi prope dictam villam, /cui coheret a mane via, a
meridie Aventuratus clericus in parte et in parte Iohanes Salvagni, a sero et a monte dictus Iohanes
Salvagni et est per mensuram due tabule et duo/ pedes; item de una pecia terre olivata et vidata et
aratoria iacente in Plano Tusculani sub media Campagna, cui coheret a mane et a monte Malgarita
domine Flor/delicis, a meridie dictus Boyolus conductor, a sero via et est per mensuram due tabule
et novem pedes, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent veter/es vel nove. Tali modo dictus
dominus prepositus, per se et nomine et vice dicte religionis et confratrum eiusdem, fecit dictam
investituram de dicta do/mo et dictis peciis terre in dictum Boyolum, ita ipse Boyolus et sui
heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat/ dictam domum et
dictas pecias terre et de eis quidquid voluerit faciat sine contraditione dicti domini prepositi
suorumque successorum; cum omnibus et/ singulis que intra predictos continentur confines vel
alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias/ publicas, et cum
omnibus et singulis que dicta domus et dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione/ usu seu requisitione sibi et dicte religioni ex dictis pecis
terre et domo modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Boyo/lus, per se et suos
heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava tredicim
bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam/ mensuram de Tusculano in
terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis. Quo ficto dato et soluto, alia superimposita non
fiant dicto/ conductori, preter quod solvat fictum in duplum in illo et de illo anno in quo non
solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et in eo sa/lvo quod, si dictus emphiteota aliquo
tempore velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum
vel/ suos successores apellare eis, emere volentibus nomine dicte religionis, dare pro quinque
soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin/ vendat ius suum cui voluerit, preter servo
eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis/
successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam
investire et breve simille eodem tenore firm/are. Promittens ipse Boyolus, per se et suos heredes,
dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere/ dictum
fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta,
sub pena omnis dampni et dispendi inde/ dicto domino preposito et suis successoribus
incurentium, obligando ad hoc dictus Boyolus dicto domino preposito, recipienti pro se et dicta/
religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri.
Insuper dictus dominus prepositus stipulatione/ promisit, per se et suos successores, dicto Boyolo,
pro se et suis heredibus stipulanti, dictam domum et dictas pecias terre et dictam investituram
earum/dem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni contradicenti persona et universitate
legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis/ dampni et dispendi inde dicto
Boyollo et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc/ dicto Boylo omnia bona dicte religionis
presentia et futura pigneri. De qua domo et de quibus peciis terre dictus
73

Boyolus ex nunc confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dicta/ religione. Et inde sum
rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragessimo octavo, indicione prima.
20
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 1 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici, sub porticu.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico ha dato in affitto a Martino fu Giacobino
di Paitone un appezzamento di terra in contrada Garde in cambio di undici bazete di olio e una casa
in villa di Grezenico in cambio di sei bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
IN TERITORIO DE TUSCULANO CARTA MARTINI DE PAYTONO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Martinum quondam Iacobini de Paytono,
habitatorem Tusculani. Die primo ianuarii, in Tusculano, in curtivio domuum religionis sub porticu,
presentibus: Iacobino filio Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notario pro secundo notario,
Mater/nino filio quondam Plasini Vigorii, ambobus de Plano Tusculani, Bertolameo qui dicitur
Betelonus quondam Martini Corde de Gargna/no, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir
dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis Sancti Domi/nici de Tusculano, per se et
suos successores et nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum
quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Martinum quondam
Iacobini de Paytono, habitatorem/ Tusculani, usque ad novem annos et ad novam
fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum Mar/tinum vel in suos
heredes de infrascripta domo et pecia terre pro infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre
aratoria, olivata, vidata et/ costiva iacente in teratorio de Tusculano in contrata de Gardis, cui
coheret a mane heredes Iacobini Requiliani in parte et in parte heredes Iacobini Roselli, a meridie/
Bertellus Mauri, a sero Iacobinus Zelle in parte et in parte magister Iohanes de Bisonibus, a monte
heredes Bertolini regentini et est per mensu/ram unum plodium; item de una domo copata iacente
in dicta villa de Grezenico de Tusculano, cui coheret a mane heredes Lafranchini Acar/tis, a meridie
et a sero via, a monte heredes Petri Bertoli Bonomi et est per mensuram una tabula et duo pedes,
salvis omnibus aliis coherentiis si qui/ forent. Tali modo dictus dominus prepositus, per se et suos
successores, fecit dictam investituram de dicta domo et pecia terre in dictum Martinum,/ quatenus
ipse Martinus et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat
dictam domum/ et peciam terre et de eis quidquid voluerit faciat sine contraditione dicti domini
prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que/ intra predictos continentur
confines vel alios si quforent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias/
publicas, et cum omnibus que dicta domus et pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione,/ usu seu requisitione sibi et dicte religioni et confratribus
eiusdem ex dicta domo et pecia terre modo aliquo pertinente seu spec/tante. Solvendo ipse
Martinus, per se et suos heredes, dicte religioni et capitulo et conventui eiusdem annuatim in
epifania Domini/ vel in
74

octava decem septem bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam
mensuram de Tusculano in terra de Tusculano ad/ canipam dicte religionis videlicet sex bazetas
oley de dicta domo et undicim bazetas oley de dicta pecia terre iacente in Gardis. Quo ficto dato/
et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod solvat fictum in duplum in illo
et de illo anno in quo non solve/rit dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si
dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu me/lioramentum suum, teneatur primo
dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine/ et vice
dicte religionis, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius
suum cui voluerit, preter servo/ eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino
preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos/ imperialium pro quibus debeant
novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse/ Martinus
conductor per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti,
dare, solvere et aten/dere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et
singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni/ et dispendi inde dicto domino
preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti
pro se et dicta religi/one et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et
futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit,/ per se et suos successores,
dicto Martino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam domum et peciam terre et dictam
investituram earumdem ei et suis / et cui dederit vel habere statuerit ab omni persona
et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena/ omnis dampni et dispendi
inde dicto Martino et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Martino omnia bona dicte
religio/nis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre et domo Martinus ex nunc confitetur esse
in tenuta et corporali poss/essione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore/. Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione
prima.
21
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 1 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici, sub porticu.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico ha dato in affitto per nove anni a
Toscolano fu Giovanni detto Manino un appezzamento di terra in contrada Ronchetelli di Toscolano
in cambio di cinque bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA TUSCULANI MANINI SOLE
IN TUSCULANO
.XVIIII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Tusculanum Iohanis Petri Solle. Die primo
ianuarii, in Tusculano, in domibus religionis Sancti/ Dominici de Tusculano, sub porticu, presentibus:
Iacobino filio Peterboni Bruni, notario pro secundo notario, Maternino quondam Plasini, ambobus/
de Plano Tusculani, Bertolameo quondam Martini Corde de Gargnano, omnibus testibus rogatis. Ibi
religiossus vir dominus frater Micha/el de Navis, prepositus religionis Sancti Dominici de Tusculano,
per
75

se et successores suos et nomine et vice et dicte religionis/ et capituli et conventus eiusdem, per
lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Tusch/ulanum
quondam Iohanis qui dicebatur Maninus, habitatorem ville de Grezenico de Tusculano, usque ad
novem annos et ad novam investituram/ fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos
successores in dictum Tusculanum vel in suos heredes pro infrascripto ficto de infrascripta pecia
terre/ videlicet de una pecia terre iuris dicte religionis olivata, vidata et costiva iacente in teratorio
de Tusculano in contrata ubi dicitur/ in Ronchetellis, cui coheret a mane Iohanes Ognabeni Feri, a
meridie via, a sero heredes Macie Surdi pro heredibus Bozie, a monte Baldoinus/ Bertoldi de
Tegaciis de Pulzano, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus dominus
prepositus, nomine/ quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum
Tusculanum, quatenus ipse Tusculanus et sui heredes et cui/ dederit vel habere statuerit habeat,
teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat sine
contraditione/ dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra
predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum/ accessibus, ingressibus et regressibus
suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra/ se, intra se
seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dicte religioni ex
dicta/ pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Tusculanus, per se et suos
heredes, dicto domino preposito et dicte/ religioni annuatim in epifania Domini vel in octava
quinque bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati/ ad rectam mensuram de
Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis. Quo ficto dato et soluto, alia
superimposita non/ fiant dicto conductori, preter quod solvat fictum in duplum in illo et de illo
anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum termi/num. Et in eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo/ dictum
dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine dicte
religionis, dare pro quinque/ soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu
melioramentum suum cui voluerit, preter servo Ec/lesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus/ duos soldos imperialium
pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare.
Pro/mittens ipse Tusculanus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, sol/vere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere
et observare omnia et singula in isto con/tractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde
dicto domino preposito et suis successoribus incurentium,/ obligando ad hoc dicto domino
preposito, recipienti pro se et dicta religione, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura/
pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto
Tusculano, pro se et/ suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem
ei et suis heredibus et cui dederit vel habere statuerit/ ab omni contradicenti persona et
universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dam/pni et dispendi
inde dicto Tusculano et suis heredibus incurrentium obligando ad hoc dicto Tusculano conductori/
omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre dictus Tusculanus ex
nunc confitetur/ esse in tenuta et corporali possessione pro dicta religione. Renuntiando predicti
omni exceptioni non sic facti dicti contractus et non/ ita vera esse omnia et singula in isto contractu
contenta et omni legum auxilio et cetera. Et inde sum rogatus unum et plura fa/cere instrumenta
uno tenore/. Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima. Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni, notarius, scripsi.
76

22
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 1 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici, sub porticu.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico e della chiesa di S. Eustachio di Brescia,
ha dato in affitto per nove anni a Giacobino detto Carenta fu Delaito Dolzeboni due appezzamenti
di terra in territorio di Toscolano, una in contrada Monticolo e l'altra in contrada Ronchetelli, in
cambio di quattordici bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
IN TERRITORIO DE TUSCULANO
CARTA IACOBINI QUI DICITUR CARENTA
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iacobinum Zele. Die primo ianuarii, in
Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici, sub porticu dictarum domuum, presentibus:
Iacob/ino filio Peterboni, notario pro secundo notario, Maternino quondam Plasini Vigorii,
ambobus de Plano Tusculani, Bertolameo quondam Martini Corde de Gargnano,/ omnibus testibus
rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis Sancti Dominici de
Tusculano et Sancti He/ustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores et nomine et vice
dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis/ manibus tenebat ad
rectum livellum comunis Brixie, investivit Iacobinum qui dicitur Carenta quondam Delayti Dolzeboni
de Grezenico de/ Tusculano de infrascriptis duabus peciis terre iuris dicte religionis usque ad
novem annos et ad novam investituram fiendam per dictum dominum/ prepositum vel per suos
successores in dictum Iacobinum vel in suos heredes pro infrascripto ficto: imprimis de una pecia
terre aratoria, olivata et/ vidata iacente in teratorio de Tusculano in Campra Plani in contrata ubi
dicitur ad Monticulum sive ad zucham, cui coheret a mane Bonus de Zanebellis,/ a meridie
confratres dicte religionis, a sero heredes fratris Iohanis Riche in parte et in parte Franceschus
Vetelli et est per mensuram dimidium/ plodium; item de una pecia terre aratoria, olivata et vidata
et costiva iacente dicto teratorio in contrata de Ronchethellis, cui coheret a mane et a sero
dictus/ Iacobinus conductor, a monte heredes quondam Iohanis ser Iacobi et est per mensuram
quadraginta quinque tabule, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent./ Tali modo dictus
dominus prepositus modo et nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis peciis terre in
dictum Iacobinum, ita quod ipse Ia/cobinus et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit
habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis quidquid voluerit fa/ciat sine
contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra
predictos continentur confines vel alios si qui/ forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus
suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre habent supra/ se, intra
se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dicte religioni et
capitulo et conventui eiusdem/ ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente seu spectante.
Solvendo ipse Iacobinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito et dicte religioni/
annuatim in epifania Domini vel in octava quatuordicim bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et
bene mensurati ad rectam mensuram de Tusc/hulano in terra de Tusculano, ad canipam dicte
religionis videlicet novem bazetas oley de dicta pecia terre iacente in Ronchethelis et quinque
bazetas oley pro infrascripta pecia terre iacente in Campra ad Monticulum. Quo ficto dato et
soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod solvat/ fictum in duplum in illo et
de illo anno in
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quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota/
aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum
prepositum vel suos successores apellare et eis, emere/ volentibus nomine et vice dicte religionis,
dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu
melioramentum suum/ cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos/ soldos imperialium
pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare.
Promittens ipse Iacobinus/ per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis heredibus
stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et obser/vare
omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino
preposito et suis successoribus incurentium,/ obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti
pro se et dicta religioni et capitulo et conventu eiusdem, se personaliter et omnia sua bona
presentia et fu/tura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos
successores, dicto Iacobino, pro se et suis heredibus/ stipulanti, dictas pecias terre et dictam
investituram earumdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni contradicenti persona et
universitate legiptime de/fendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi
inde dicto Iacobino conductori et suis heredibus incurentium, obligando/ ad dicto Iacobino
omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. Renuntiaverunt predicti contrahentes omni
exceptioni non sic facti dicti contractus/ et non ita vera esse omnia et singula in isto contractu
contenta et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie et cetera. Et inde sum rogatus unum et
plura facere/ instrumenta uno tenore. De quibus pecis terre ex nunc dictus Iacobinus confitetur
esse in tenuta et corporali possessione pro dicta religione./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragessimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani,
notarius et rogatus, scripsi.
23
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 1 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico e della chiesa di S. Eustachio di Brescia,
ha dato in affitto per nove anni a Delaito figlio di Franceschino Mesethaye due appezzamenti di
terra, uno in contrada Gazolo di Toscolano e l'altro in contrada Onglereto di Maderno, in cambio di
dieci bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA DELAYTI QUONDAM MANERE
IN TUSCULANO
.XX.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Delaytum quondam Franceschini
Mesethaye de Grezenico de Tusculano. Die primo ianuarii, in Tusculano, in curtivio domuum
religi/onis Sancti Dominici, presentibus: Iacobino filio Peterboni Bruni, notario pro secundo notario,
Bersanino qui dicitur Lolus quondam Nicolini, Benedicto quondam Bertolamei fratris/ Iohanis,
omnibus de Plano Tusculani, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis,
prepositus/ religionis Sancti Dominici de Tusculano/ et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie,
78

per se et suos successores et nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per
lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum/ livellum comunis Brixie, investivit Delaytum filium
Franceschini Mesethaye de Grezenico de Tusculano de infrascriptis duabus peciis terre iuris dicte
re/ligionis (-) usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam per dictum dominum
prepositum vel per suos successores in dictum Delaytum de infrascriptis/ peciis terre pro
infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre cum duabus muris vidata cum aliis arboribus iacente
in teratorio de Tusculano in contrata Gazoli, cui coheret a mane/ heredes Streve Ruzeni in parte et
in parte dictus conductor, a meridie dicta religio Sancti Dominici, a sero heredes fratris Iohanis
Riche in parte et in parte Franceschus Vetelli,/ a monte heredes fratris Iohanis et est per mensuram
septem tabule; item de una pecia terre aratoria et olivata iacente in teratorio de Materno in
contrata Onglarethi in Campra,/ cui coheret a mane dictus Delaytus conductor, a meridie similiter
dictus Delaytus *** 62
./ Tali modo dictus dominus prepositus, nomine et vice quo ut supra, fecit
dictam investituram de dictis peciis terre in dictum Delaytum, quatenus ipse Delaytus et sui
heredes/ et cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre
sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et/ singulis que
intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et
regressibus suis usque in vias publicas, et cum/ omnibus et singulis que dicte pecie terre habent
supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et
confratribus dicte reli/gionis ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo
ipse Delaytus, per se et suos heredes, dicte religioni annuatim in epifania/ Domini vel in octava
decem bazetas oley, nomine ficti videlicet octo bazetas oley de pecia terre iacente in teratorio de
Materno in Onglaretho et duas bazetas/ oley de pecia terre iacente in teratorio de Tusculano in
contrata Gazoli, boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de
Tusculano ad/ canipam dicte religionis. Quo ficto dato et soluto, alia superimposita non fiant dicto
conductori, preter quod solvat fictum in duplum in illo/ et de illo anno in quo non solverit dictum
terminum. Et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu
meli/oramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare
et eis, emere volentibus nomine et vice religionis/ dare pro quinque soldis imperialium
minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo
eclesie vel potenti homini quibus/ nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis
successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam
investire/ et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Delaitus, per se et suos heredes,
dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti/ dare, solvere et atendere dictum
fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta,
sub pena omnis dampni/ et dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus
incurentium, obligando ad hoc ei, recipienti , pro se et suis successoribus, se personaliter et omnia
sua/ bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per
se et suos successores, dicto Delayto, pro se et suis heredibus/ stipulanti predictas pecias terre et
dictam investituram earumdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni contradicenti persona
et universitate legiptime defendere,/ auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi
inde dicto Delayto et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Delayto omnia/ bona dicte
religionis presentia et futura pigneri. De quibus peciis terre ex nunc dictus Delaytus confitetur esse
in tenuta et
62
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corporali possessione pro dicta re/ligione. Et quia dictus (-) Delaytus minor erat viginti quinque
annis, maior tam quatuordecim ut dicitur, ad Sancta Dey Evanyelia iuravit, corporaliter tactis
scripturis, non venire contra dictam promissionem, obligationem, confessionem nec contra aliquid
in isto contractu/ contentum, ratione minoris etatis aut alia qualibet ratione vel causa qua se tueri
posset in contrarium. Et inde sum/ rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno
Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Tusculano, notarius et rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 6 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico e della chiesa di S. Eustachio di Brescia,
ha dato in affitto per nove anni a Nicola fu Martino Biaqui cinque appezzamenti di terra in contrada
Malzanico di Toscolano in cambio di otto bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA NICOLAY MARTINI BIAQUI
IN TERRITORIO DE TUSCULANO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Nicolaum Martini Biaqui de Secina de
Tusculano. Die sexto ianuarii, in Tusculano, in curtivio/ domuum religionis Sancti Dominici,
presentibus: Bertolameo quondam Iohanis Cozie de Pulzano, Iacobino Martini Bonzii, Iacobino filio/
Bertolamey ser Zani, notario pro secundo notario, omnibus de Pulzano de Tusculano, testibus
rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael/ de Navis, prepositus religionis Sancti Dominici de
Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos success/ores et nomine et vice
dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad
rectum livellum/ comunis Brixie, investivit Nicolaum quondam Martini Biaqui de Secina de
Tusculano de infrascriptis peciis terre iuris dicte religionis usque/ ad novem annos et ad novam
investituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum
Nicolaum vel/ in suos heredes de infrascriptis peciis terre pro infrascripto ficto: imprimis de una
pecia terre cum una racia iacente in teratorio de Tusculano in contrata Malza/nichi, cui coheret a
mane et a meridie plebs de Tusculano, a sero et a monte Paulus quondam domini Iohanis de Secina
de Tusculano et est per mensuram due tabule;/ item de una pecia terre olivata et vidata et prativa
iacente in dicto
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teratorio et contrata, cui coheret a mane Paulus suprascriptus in parte et in parte dictus Nicolaus
emphiteota,/ a meridie et a sero via, a monte dictus Nicolaus et est per mensuram quindecim
tabule et novem pedes; item de una pecia terre olivata et vidata iacente in dicto/ teratorio et in
dicta contrata, cui coheret a mane heredes Giunzaii, a meridie via, a sero Paulus suprascriptus, a
monte dictus Nicolaus et cum tribus pedibus olivorum ibi foris/ in via et est per mensuram novem
tabule et unus pes; item de una pecia terre olivata et vidata et prativa iacente in dicto teratorio et
contrata in pratis de Mal/zanico, cui coheret a mane Bertolameus quondam ser Zanelli de Tegaciis,
a meridie Paulus quondam domini Iohanis, a sero heredes Contrini Pilli, a monte heredes
quondam/ Petri domini Iohanis in parte et in parte heredes Mafey Iustachi et est per mensuram
viginti tres tabule et octo pedes et vassus vadit per eam; item de una pecia terre olivata, vidata et
aratoria iacente in dicto teratorio a mane parte ville de Mornaga, cui coheret a mane heredes
Boturelle in parte et in parte Zan/onus Beteye, a meridie Bertazolus Franceschi pro infrascripta
religione, a monte via, a sero heredes Franceschi Bonomi in parte et in parte heredes Pasini/
Malfati pro una racia et est per mensuram viginti due tabule. Tali modo dictus dominus prepositus,
nomine quo ut supra, fecit dictam/ investituram de dictis peciis terre in dictum Nicolaum, ita quod
ipse Nicolaus et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat, ga/udeat et
possideat dictis peciis terre et de eis quidquid voluerit faciat sine contraditione dicti domini
prepositi suorumque successorum; cum omnibus et/ singulis que intra predictos continentur
confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus suis usque in vias publicas et cum
omnibus/ et singulis que dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum
omni iure et actione, usu seu requisitione sibi ex/ dictis pecis terre modo aliquo pertinente seu
spectante. Solvendo ipse Nicolaus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem /
annuatim in epifania Domini vel in octava octo bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene
mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in/ terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis.
Quo ficto dato et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod/ solvat fictum
in duplum in illo et de illo anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et in eo
salvo quod, si/ dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum,
teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos/ successores apellare et eis, emere
volentibus nomine dicte religionis, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri
persone;/ alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel
potenti homini quibus nullo modo/ vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde
habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteo/tam investire et breve
simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Nicolaus, per se et suos heredes, dicto domino/
preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum
terminum et atendere et observare/ omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis
dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus/ incurentium, obligando ad
hoc dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione et per eum dicte religioni, se personaliter
et omnia sua bona presentia/ et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione
promisit, per se et suos successores nomine dicte religi/onis, dicto Nicolao, pro se et suis heredibus
stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram earumdem ei et suis heredibus et cui dederit,
ab/ omni contradicenti persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub
pena omnis dampni et dispendi inde/ dicto Nicolao et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc
dicto Nicolao. recipienti pro se et suis heredibus, omnia bona dicte religionis presentia/ et futura
pigneri. De quibus peciis terre dictus Nicolaus confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro
dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta/. Anno Domini millesimo
trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima. Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de
Plano Tusculani, notarius, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 6 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico e della chiesa di S. Eustachio di Brescia,
ha dato in affitto per nove anni a Martinello fu Franceschino Martino Biaqui cinque appezzamenti
di terra e una raza in
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territorio di Toscolano in cambio di sette bazete e tre quarteri di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA MARTINELI FRANCESCHI BIAQUI
IN TUSCULANO
.XXI.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Martinellum quondam Franceschini
Martini Biaqui de Secina de Tusculano. Die sexto ianuarii, in cur/tivio domuum religionis Sancti
Dominici de Tusculano, presentibus: Bertolameo quondam Iohanis Cozie, Iacobino quondam
Martini Bonzii, Iacobino filio/ Bertolamey ser Zanni, notario pro secundo notario, omnibus de
Pulzano de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis,/
prepositus religionis Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et
nomine et vice dicte religionis et capituli/ et conventus eiusdem, ad rectum livellum comunis Brixie,
per lignum quod in suis manibus tenebat,/ investivit Martinellum quondam Franceschini Martini
Biaqui de Secina de Tusculano de infrascriptis peciis terre usque ad novem annos et ad/ novam
investituram fiendam de infrascriptis peciis terre in dictum Martinellum vel in suos heredes per
dictum dominum prepositum vel per suos successores pro/ infrascripto ficto: imprimis de una pecia
terre olivata, vidata, aratoria et prativa iacente in teratorio de Tusculano in contrata Malzanigi, cui
coheret a mane Martinus/ predictus, a meridie heredes Iustachi Garnerii, a sero fosatum, a monte
via et est per mensuram viginti due tabule et dimidiam; item de una pecia terre olivata,/ vidata et
prativa iacente in dicto teratorio et contrata, cui coheret a mane Paulus quondam domini Iohanis, a
meridie Bonomus Baldoyni Mauri, a sero heredes/ Giunzayi in parte et in parte Iohanes Secinelli et
a monte dictus Iohanes et est per mensuram septem tabule; item de una pecia terre olivata,
vidata/ et prativa iacente in dicto teratorio in contrata de Romarzolo, cui coheret a mane et a
monte heredes Anselmini quondam domini Pasqueti in parte et in parte Gra/ciolus Tomasii, a
meridie heredes Mafey Iustachi et fosatum et a sero heredes dicti Mafey et est per mensuram
quindicim tabule et/ novem pedes; item de una pecia terre olivata, vidata et aratoria iacente in
dicto teratorio in contrata Polastri prope villam de Mornaga, cui coheret a mane heredes
Frances/chi Bonomi, a meridie heredes Morandini Sayoti, a sero eclesia Sancti Nicolay, a monte
Zanonus qui dicitur Ochellus Beteye et est per mensuram viginti/ tabule; item de una pecia terre
olivata iacente prope villam de Mornaga a mane parte, cui coheret a mane Berlachinus quondam
Franceschi Bonomi, a meridie/ via, a sero et a monte domus heredis Boturelle de Mornaga et est
per mensuram octo tabule et tres pedes; item de una racia que/ est in una pecia terre heredis
Franceschi Bonomi iacente a sero parte ville de Mornaga, cui coheret a mane et a meridie via,
salvis/ omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut
supra, fecit dictam investituram de dictis peciis terre in dictum Martinellum/ ita quod ipse
Martinellus et sui heredes et cui dederit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et
de eis quidquid voluerit faciat sine con/traditione dicti domini prepositi suorumque successorum;
cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum/
accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que
dicte pecie terre habent supra se, intra se seu/ infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu
seu requisitione sibi et dicte religioni ex dictis peciis terre modo aliquo pertinente seu/ spectante.
Solvendo ipse Martinellus, per se et suos heredes, dicte religioni annuatim in epifania Domini vel in
octava septem
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azetas oley et/ tria quarteria oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam
mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte/ religionis, sub pena dupli. Et in eo
salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum,
teneatur/ primo dictum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere
volentibus nomine dicte religionis, dare pro quinque soldis imperialium minus quam/ alteri
persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti
homini quibus nullo modo/ vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus
duos soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve/ simille
eodem tenore firmare. Promittens ipse Martinellus, per se et suos heredes, dicto domino
preposito, pro se et dicta religione stipulanti,/ dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum
terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis
dampni et/ dispendi inde dicto domino preposito et dicte religioni incurentium, obligando ad hoc
dictus Martinellus dicto domino preposito recipienti pro dicta religione/, se personaliter et omnia
sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per
se et suos successores, dicto Martine/llo, pro se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et
dictam investituram earumdem ei et suis heredibus ab omni persona et universitate legiptime
defendere, auctori/zare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Martinello et
suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Martinello omnia/ bona dicte religionis
presentia et futura pigneri. De quibus peciis terre dictus Martinellus ex nunc confitetur esse in
tenuta et corporali possessione/ pro dicta religione. Et quia dictus Martinellus minor minor erat
vigintiquinque annis, maior tam quatuordicim ut dicitur, ad Sancta/ Dey Evanyelia iuravit,
corporaliter tactis scripturis, non venire contra dictam promissionem, obligationem nec contra
aliquid in isto contractu contentum/ ratione minoris etatis aut alia ratione qua se tueri poset. Et
inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo
trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima. Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de
Plano Tusculani scripsi.
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CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 6 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico e della chiesa di S. Eustachio di Brescia,
ha dato in affitto per nove anni a Zelana fu Agnelino di Cecina tre appezzamenti di terra in
territorio di Toscolano in cambio di nove bazete e mezza di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA ZELANE AGNELINI
IN TERRITORIO DE TUSCULANO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Zelanam Agnelini de Secina de Tusculano.
Die sexto ianuarii, in Tusculano, in curtivio domuum religionis Sancti Do/minici de Tusculano,
presentibus: Bertolameo quondam Iohannis Cozie, Iacobino quondam Martini Bonzii, Iacobino filio
Bertolamey ser Zanni, notario pro secundo notario,/ omnibus de Pulzano de Tusculano, testibus
rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti
Dominici/ de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos
83

successores et nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum/ quod in
suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Zelanam quondam Agnelini de
Secina de Tusculano de infrascriptis peciis terre usque/ ad novem annos et ad novam investituram
fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum Zelanam vel in eius
heredes de dictis/ peciis terre pro infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre prativa cum
duobus pedibus nuchum iacente in teratorio de Tusculano in contrata ubi dicitur ad Paludes/ sive
ad Canellum, cui coheret Aventuratus clericus, a meridie et a sero heredes Iustachi Garnerii, a
monte Regoyus ser Pasqueti et est per mensuram/ quinque tabule et decem pedes; item de una
pecia terre prativa cum duabus nucibus iacente in dicto teratorio et contrata, cui coheret a mane
heredes Boninsegne/ Bosii, a meridie via, a sero Aventuratus clericus, a monte fosatum et est per
mensuram quatraginta quatuor tabule; item de una pecia terre prativa et olivata/ iacente in dicto
teratorio in contrata ubi dicitur ad Gacios, cui coheret a mane et a meridie heredes Bertolasii de
Viaveteri, a sero Pelacanus quondam domini Azeboni et a monte/ via et est per mensuram
duodicim tabule et decem pedes, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus
dominus prepositus, nomine/ quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis peciis terre in dictum
Zelanam, ita quod ipse Zelana et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit/ habeat, teneat,
gaudeat et possideat dictis peciis terre et de eis quidquid voluerit faciat sine contraditione dicti
domini prepositi suorumque successorum,/ cum omnibus et singulis que intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque
in/ vias publicas et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra
se in integrum et cum omni iure et actione, usu/ seu requisitione sibi et dicte religioni et
confratribus eiusdem ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse
Zelana, per se/ et suos heredes, dicto domino preposito et dicte religioni annuatim in epifania
Domini vel in octava novem bazetas et dimidiam oley, nomine ficti boni/ et pulcri et bene
mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis.
Quo ficto dato et soluto,/ alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod solvat fictum
in duplum in illo et de illo anno in quo non solverit dictum fictum/ ad dictum terminum. Et in eo
salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum,
teneatur/ primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere
volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro/ quinque soldis imperialium minus quam alteri
persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel/
potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde
habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant/ novum emphiteotam investire et breve
simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Zelana, per se et suos heredes,/ dicto domino
preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum
terminum et atendere et observare omnia et singula in/ isto contractu contenta, sub pena omnis
dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad
hoc ei, recipienti pro se et dictis/ eclesiis, se personaliter et omnia bona presentia et futura pigneri.
Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto/ Zelane,
pro se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram earumdem ei et suis
heredibus et cui dederit ab omni contradicenti persona et universitate le/giptime defendere,
auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Zelane et suis heredibus
incurentium, obligando ad hoc dicto Ze/lane omnia bona dictarum eclesiarum presentia et futura
pigneri. De quibus peciis terre ex nunc dictus Zelana confitetur esse in tenuta et
84

corporali possessione/ pro dictis eclesiis. Renuntiando predicti non sic facti dicti
contractus et non ita vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et omni legum auxilio et
cetera. Et/ inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quadragessimo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni
de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 6 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico e della chiesa di S. Eustachio di Brescia,
ha dato in affitto per nove anni a Copino fu Ogneri di Cecina un appezzamento di terra in Toscolano
in contrata Zapellum, cambio di una bazeta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA COPINI OGNERII
IN TUSCULANO
.XXII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Copinum Oyerii de Secina de Tusculano.
Die sexto ianuarii, in Tusculano, in curtivio domuum religionis Sancti/ Dominici de Tusculano,
presentibus: Bertolameo quondam Iohanis Cozie, Iacobino quondam Martini Bonzii, Iacobino filio
Bertolamey ser Zanni, notario pro secundo/ notario, omnibus de Pulzano de Tusculano, testibus
rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus eclesiarum religionis/ Sancti
Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac
nomine et vice dicte religionis et capituli/ et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus
tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Copinum quondam Oyerii de Secina/ de
Tusculano usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam per dictum dominum
prepositum vel per suos successores in dictum Copinum/ vel in suos heredes de infrascripta pecia
terre iuris dicte religionis pro infrascripto ficto, videlicet de una pecia terre aratoria et olivata et
costiva iacente in teratorio de Tu/sculano in contrata ubi dicitur ad Zapellum, cui coheret a mane
Zelana Agnelini, a meridie Lacus Garde, a sero heredes Nicolay Stefanini, a monte heredes Con/trini
Pilli et est per mensuram quinquaginta tabule, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali
modo dictus dominus prepositus, nomine/ quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia
terre in dictum Copinum, ita quod ipse Copinus et sui heredes et cui dederit habeat, teneat,
gaude/at et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat sine contraditione dicti
domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis/ que dicta pecia terre habet
supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omnibus et singulis que intra predictos
continentur confines vel alios si qui/ forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque
in vias publicas, et cum omni iure et actione, usu seu requi/sitione sibi et dicte religioni ex dicta
pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Copinus, per se et suos heredes,
dicte/ religioni annuatim in epifania Domini vel in octava unam bazetam oley, nomine ficti boni et
pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram/ de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam
dicte religionis. Quo ficto dato et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori,/ preter quod
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solvat fictum in duplum in illo et de illo anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum
terminum. Et eciam eo salvo quod,/ si dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu
melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos/ successores apellare
et eis, emere volentibus nomine dicte religionis, dare pro quinque soldis imperialium minus quam
alteri persone; alioquin/ vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel
potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino prepo/sito vel suis successoribus inde
habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve
simille/ eodem tenore firmare. Promittens ipse Copinus, per se et suos heredes, dicto domino
preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum/ fictum ad
dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto domino pre/posito et confratribus dicte religionis incurentium,
obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro se et suis successoribus, se personaliter et
omnia sua bona/ presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione
promisit, per se et suos successores, dicto Copino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam/ pecia
terre et dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit vel habere statuerit ab
omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et/ desbrigare, sub pena omnis
dampni et dispendi inde dicto Copino et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Copino
omnia bona dicte re/ligionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre dictus Copinus ex nunc
confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dicta religione./ Et inde sum rogatus unum et
plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quadragessimo octavo,
indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 6 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Giovannino fu Giovanni Ruzenelli un appezzamento di
terra in territorio di Toscolano in contrata Pradalini, in cambio di otto bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA IOHANINI IOHANIS RUZENELI
IN TERRITORIO DE TUSCULANO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iohanini quondam Iohanis Ruzenelli de
Grezenico de Tusculano. Die sexto ianuarii, in Tusculano, in curtivio/ domuum religionis Sancti
Dominici de Tusculano, presentibus: Bertolameo quondam Iohanis Cozie, Iacobino quondam
Martini Bonzii, Iacobino filio Ber/tolomei ser Zani, notario pro secundo notario, omnibus de Pulzano
de Tuscolano, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepo/situs
eclesiarum religionis Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et
suos successores ac nomine et vice dicte reli/gionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum
quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Iohaninum/ quondam
Iohanis Ruzenelli de Grezenico de Tusculano de una pecia terre iuris dicte religionis usque ad
novem annos et ad novam inve/stituram fiendam per dictum dominum
86

prepositum vel per suos successores in dictum Iohaninum vel in suos heredes de infrascripta pecia
terre videlicet de una/ pecia terre aratoria, olivata, vidata et loriva et costiva iacente in teratorio de
Tusculano in Plano in contrata Pradalini, cui coheret a mane heredes Bonin/segne Bosii, a meridie
heredes magistri Baldrici, a sero dicta religio in parte et in parte heredes Macie Surdi, a monte
Iacobinus Martini Bonzii/ de Pulzano, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo
dictus dominus prepositus, nomine et vice quo ut supra, fecit dictam/ investituram de dicta pecia
terre in dictum Iohaninum, ita quod ipse Iohaninus et sui heredes et cui dederit habeat, teneat,
gaudeat et possideat/ dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat sine contraditione dicti
domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis/ que intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque
in/ vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra
se in integrum et cum omni iure/ et actione, usu seu requisitione sibi et dicte religioni ex dicta
pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Iohaninus, per se et suos heredes,
dicte religioni annuatim in epifania Domini vel in octava octo bazetas oley, nomine ficti boni et/
pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam
dicte religionis. Quo ficto dato/ et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod
solvat fictum in duplum in illo et de illo anno in quo non solverit/ dictum fictum ad dictum
terminum. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu
mel/ioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare
et eis, emere volentibus/ nomine et vice dicte religionis, dare pro quinque soldis imperialium minus
quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melio/ramentum suum cui voluerit, preter servo
eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel/ suis
successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam
investire et breve simille eodem/ tenore firmare. Promittens ipse Iohaninus, per se et suos heredes,
dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti,/ dare, solvere et atendere dictum
fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta,
sub pena omnis/ dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus
incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro se et/ dicta religione, se
personaliter et omnia bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus
stipulatione promisit, per se et suos su/ccessores et dicta religione, dicto Iohanino, pro se et suis
heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui
dederit/ ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto Iohanino et/ suis heredibus incurentium, obligando ad hoc
dicto Iohanino omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc/
dictus Iohaninus confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dicta religione. Et quia dictus
Iohaninus minor erat vigintiquinque/ annis, maior tam quatuordecim ut dicitur, ad Sancta Dey
Evanyelia iuravit, corporaliter tactis scripturis, non venire contra dictam promissionem,
obligationem nec contra aliquid in isto contractu contentum ratione minoris etatis aut alia qualibet
ratione vel causa qua se tueri/ posset in contrarium. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore. Qua pecia terre est per mensuram triginta tres tabule./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragessimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 6 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Giovanni detto Salvagnolo fu Salvagno quattro
appezzamento di terra e due case in territorio di Toscolano, in cambio di un moggio o di ventidue
bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA IOHANIS QUI DICITUR SALVAGNELUS.
IN TUSCULANO
.XXIII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iohanem Salvagni de Plano Tusculani. Die
sexto ianuarii, in Tusculano, in curtivio domum religionis/ Sancti Dominici, presentibus: Iacobino
filio Iohanis Peterboni notario, Maternino quondam Plasini, ambobus de Plano Tusculani, Petro filio
Baldoini/ de Faxano de Gardono, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael
de Navis, prepositus eclesiarum religionis Sancti/ Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de
Cleusuris Brixie, per se et suos successores et nomine et vice dicte religionis et capituli/ et
conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie,
investivit Iohanem qui dicitur Salvagne/lus quondam Salvagni, habitatorem Plani Tusculani, de
infrascriptis pecis terre et domibus iuris dicte religionis usque ad novem annos et ad novam/
investituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum
Iohanem vel in suos de dictis pecis terre et infrascriptis/ domibus pro infrascripto ficto:
imprimis de una pecia terre olivata, vidata et aratoria iacente in teratorio de Tusculano in Plano in
contrata Mezacampa/gne sive Plothe, cui coheret a mane via, a meridie strata comunis Brixie, a
sero dicta religio pro infrascripta ultima pecia terre, a monte heredes Contrini/ Pilli de Secina et est
per mensuram quatraginta due tabule et dimidiam; item de una pecia terre olivata et ortiva iacente
in dicta contrata Mezacam/pagne, cui coheret Nicolaus Bertoli Bonomi, a meridie Iohanes Salvagni
pro dicta religione, a sero dictus Iohanes in parte et in parte via, a monte/ heredes Bertoli Bonomi
et est per mensuram duodecim tabule et dimidiam; item de duabus domibus copatis cum
sedumine et curtivio/ et una mura secum tenente iacente in dicto teratorio et contrata, quibus
domibus et sedumini et curtivo coheret a mane Nicolaus Berto/li Bonomi, a meridie strata comunis
Brixie, a sero via, a monte dictus Iohanes pro dicta religione et sunt per mensuram decem novem
tabule/ et tres pedes; item de una pecia terre olivata, aratoria cum aliis arboribus iacente in dicta
contrata, cui coheret a mane dicta religio in parte/ et in parte heredes Avancini Yianelle, a meridie
heredes Iohanis ser Iacobi, a sero via, a monte Iacobinus Zelle et est per mensuram novem tabule;/
item de una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in dicto teratorio in contrata Plothe, cui
coheret a mane suprascriptus Iohanes pro dicta relig/ione, a meridie strata comunis Brixie in parte
et in parte Peterbonus Bruni pro una racia, a sero consueverat esse Nicolaus Petribertoni/ in toto et
modo est dictus Nicolaus in parte et in parte Boyolus molinarius, a monte heredes Contrini Pilli et
est per mensuram triginta/ novem tabule, salvis aliis coherentiis. Tali modo dictus dominus
prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis peciis terre et domibus/ in
dictum Iohanem, ita quod ipse Iohanes et sui heredes et cui dederit habeat, teneat, et possideat
dictas pecias terre et de eis quidquid
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voluerit/ faciat sine contraditione dicti domini usque in vias publicas, cum omnibus et singulis que
intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et
regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre et do/mus
habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione
sibi et dicte religioni ex dictis/ peciis terre et domibus modo aliquo pertinente seu spectante.
Solvendo ipse Iohanes, per se et suos heredes, dicte religioni annuatim in/ Epifania Domini vel in
octava unum modium oley, nomine ficti videlicet viginti duas bazetas oley de omnibus suprascriptis
peciis terre et domi/bus preter quod de ultima pecia terre que est triginta novem tabule de qua
debet solvere alias decem bazetas oley, nomine ficti boni et/ pulcri et bene mensurati ad rectam
mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena/ dupli. Et
eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu mel/ioramentum
suum, teneatur primo dictum dominum prepo/situm vel suos successores apellare et eis, emere
volentibus, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius
seu/ melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel suis successo/ribus inde habentibus duos soldos imperialium
pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare.
Promit/tens ipse Iohanes, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum/ terminum et atendere
et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde
dicto domino preposito et suis/ successoribus incurentium, obligando ad hoc . recipienti pro dicta religione, se personaliter et omnia bona presentia et futura pigneri.
Insuper/ dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Iohani,
pro se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et domus/ et dictam investituram earumdem
ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni contradicenti persona et universitate legiptime
defendere, auctorizare et/ desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Iohani et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Iohani omnia bona dicte/ religionis presentia et
futura pigneri. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragessimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 8 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni ai fratelli Giovannino e Pietro fu Nicola Dorche detto
Cagnola quattro appezzamenti di terra in territorio di Toscolano e una casa in villa di Gaino in
cambio di ventisei bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA IOHANINI QUONDAM NICOLAY DORCHE
IN TERRITORIO DE TUSCULANO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iohaninum Cagnole et Petrum eius
fratrem de Gayno de Tusculano. Die octavo ianuarii, in Tusculano, in curtivio domuum/ religionis
Sancti Dominici,
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presentibus: Iohanino filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario, Iohanino quondam Iohanis
Ruzenelli, ambobus de Plano Tusculani,/ Martino Zochella de Gargnano, habitatore ville de Gayno
de Tusculano, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis,
prepositus/ religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris
Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis/ et capituli et conventus
earumdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit
Iohaninum quondam Nicolay Dorche qui dice/batur Cagnola, recipientem pro se et Petro eius frater
et fillius quondam dicti Nicolay pro quo se personaliter et omnia sua bona obligavit se facturum et
curaturum quod dictus Pe/trus habebat firma et rata omnia et singula in isto contractu contenta
usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam per dictum dominum prepositum/ vel
per suos successores in dictum Iohaninum et Petrum aut in suos heredes de infrascriptis peciis
terre et domo pro infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre vidata/ et costiva iacente in
teratorio de Tusculano in contrata Patoclerii sive in Pacio, cui coheret a mane via in parte et in
parte Benevenutus Setilli, a meridie Iohaninus Bona/venture, a sero flumen, a monte heredes
Pasquetini de Folino in parte et in parte Benamatus Bertolasii et in parte Iohaninus de Cuzaga; item
de una pecia terre vidata et costi/va iacente in dicto teratorio in contrata Delumis, cui coheret a
mane heredes Iohanis Zapogni pro dicta religione, a meridie heredes Turacie Pizolboni, a sero
flumen/ et est per mensuram sexaginta tabule; item de una domo copata et solarata cum
sedumine, curtivio et orto secum tenente iacente in/ dicto teratorio in villa de Gayno, cui coheret a
mane heredes Caponi in parte et in parte heredes Requiliani Fraseni, a meridie heredes Bozie in
parte et pro parte dicti conductores,/ a sero via, a monte Bonaventura Manegesii est per
mensuram decem octo tabule; item de una pecia terre vidata et ortiva iacente in dicto teratorio/
supra villa de Gayno in contrata Sumidossi, cui coheret a mane via, a meridie heredes Gazere, a
sero et a monte heredes Botessi Marzeti et est per mensuram/ due tabule; item de una pecia terre
olivata, aratoria et costiva iacente in dicto teratorio in contrata ubi dicitur ad Digollas, cui coheret a
mane heredes Peteni pro dicta/ religione, a meridie via, a sero heredes Iohanis ser Iacobi, a monte
Berardus de Tegaciis et est per mensuram octuaginta tabule. Tali modo dictus/ dominus prepositus,
nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis pecis terre et domo in dictum Iohaninum,
recipientem pro se et dicto fratre suo, ita quod/ ipse Iohaninus et Petrus et sui heredes et cui
dederint vel habere statuerint habeant, teneant, gaudeant et possideant dictas pecias terre et
domum et de eis/ quidquid voluerint faciant sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel/ alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et
singulis que/ dicte pecie terre, domus, ortus et sedumen habent supra se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione sibi et dicte religioni ex dictis/ rebus modo aliquo pertinente
seu spectante. Dando, solvendo annuatim dictis eclesiis et confratribus earumdem (-) viginti sex/
bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in
terra de Tusculano, ad canipam dicte re/ligionis, sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si predicti
emphiteote aliquo tempore vellent vendere ius seu melioramentum,/ teneantur primo dictum
dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine dicte religioni,
dare pro quinque/ soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu
melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo/
vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro
quibus debeant novum emphiteotam investire et/ breve simille eodem
90

tenore firmare. Promittens ipse Iohaninus, per se nomine et vice dicti Petri fratris eius et suos
heredes et cuiuslibet eorum/ dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare,
solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare/ omnia et singula
in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis
successoribus incurentium, obligando/ ad hoc, se personaliter et omnia sua bona et bona dicti
fratris sui et cuiuslibet earum presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus
stip/ulatione promisit, per se et suos successores et nomine et vice dicte religionis, dicto Iohanino,
pro se et dicto Petro fratre suo et suis heredibus,/ dictas pecias terre et dictam domum,
seduminem, curtivium et ortum (-) et dictam investituram earumdem eis et suis heredibus et cui
dederint/ ab omni contradicenti persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dictis/ Iohanino et Petro et suis heredibus
incurentium, obligando ad hoc dicto Iohanino, recipienti pro se et dicto fratre suo, omnia bona
dicte religionis/ presentia et futura pigneri. De quibus pecis terre dictus Iohaninus ex nunc
confitetur esse, una cum dicto Petro fratre suo, in tenuta et corpo/rali possessione pro dicta
religione. Et quia dictus Iohaninus minor erat vigintiquinque annis, maior tam quatuordecim ut
dicitur,/ ad Sancta Dey Evanyelia iuravit, corporaliter tactis scripturis, non venire contra dictam
promissionem, obligationem nec contra aliquid in isto contractu contentum/ ratione minoris etatis
aut alia ratione qua se tueri posset. Renuntiaverunt predicti contrahentes et cetera. Et inde sum
rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragessimo octavo, indicione prima. Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano,
notarius, scripsi.
31
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 8 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Martini detto Zochela un appezzamento di terra in
territorio di Toscolano in contrata Carpenetha in cambio di mezza bazeta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA MARTINI QUI DICITUR ZOCHELLA
IN TUSCULANO
.XXIIIIor.
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Martinum Zochella de Gayno. Die octavo ianuarii, in
Tusculano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici/ de Tusculano, presentibus: Iohanino filio
Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario, Iohanino quondam Iohanis Ruzenelli, ambobus de
Plano, Iohanino quondam Nicolay/ Dorche de Gayno, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi
religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti/ Dominici de
Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores et nomine et vice
dicte religionis et capituli et conventus/ eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad
rectum livellum comunis Brixie, investivit Martinum qui dicitur Zochela de Gargnano,/ habitatorem
ville de Gayno de Tusculano, de una pecia terre iuris dictarum eclesiarum usque ad novem annos et
ad novam investituram fiendam per dictum/ dominum
91

prepositum vel per suos successores in dictum Martinum vel in suos heredes de infrascripta pecia
terre pro infrascripto ficto videlicet de una pecia terre/ vidata et rosiva iacente in teratorio de
Tusculano in contrata ubi dicitur in Carpenetha, cui coheret a mane et a monte dictus Martinus
conductor, a meridie et a sero via/ et est per mensuram sedicim tabule, salvis omnibus aliis
coherentiis, si que forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam/
investituram de dicta pecia terre in dictum Martinum, quatenus ipse Martinus et sui heredes et cui
dederit vel habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et/ possideat dictam peciam terre et de ea
quidquid voluerit faciat sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum
omnibus et singulis que intra predictos/ continentur confines vel alios si qui forent et cum
accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que
dicta/ dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione,
usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis ex dicta pecia terre modo/ aliquo pertinente seu
spectante. Solvendo ipse Martinus, per se et suos heredes, dictis eclesiis annuatim in epifania
Domini vel in octava dimediam/ bazetam oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad
rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis./ Quo ficto dato
et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod solvat fictum in duplum in illo
et de illo anno in quo/ non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et in eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu meli/oramentum suum, teneatur primo dictum
dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte
re/ligione, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu
melioramentum suum cui voluerit, preter/ servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium/
pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare.
Promittens ipse Martinus, per se et suos heredes,/ dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum et
atendere et observare omnia/ et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obligando/ ad hoc dicto
domino preposito, recipienti pro se et dictis eclesiis et capitulo earumdem , se personaliter et
omnia bona presentia et futura pigneri. Insuper/ dictus dominus prepositus, nomine ut
supra, stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Martino, pro se et suis heredibus
stipulanti, dictam/ peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit
vel habere statuerit ab omni contradicenti persona et universitate legiptime/ defendere,
auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Martino et suis heredibus
incurentium, obligando ad hoc dicto Mar/tino omnia bona dictarum eclesiarum presentia et futura
pigneri. De qua pecia terre dictus Martinus ex nunc confitetur esse in tenuta et corporali
possessione/ pro dicta religione. Renuntiaverunt predicti contrahentes et cetera. Et inde sum
rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore et cetera./ Anno Domini millesimo
trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Petrerboni Bruni de
Tusculano, notarius, scripsi.
92

32
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 8 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni ai fratelli Guglielmino e Giacobino fu Giovanni detto
Petone un intero appezzamento di terra in contrada di Lume e parte di due appezzamenti di terra
in contrata Digoli e Acque, a Toscolano in cambio di quattro bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
IN TERITORIO DE TUSCULANO
CARTA GUIELMINI ET IACOBINI IOHANIS PETENI
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Guielminum et Iacobinum Pethoni de
Gayno de Tusculano. Die octavo ianuarii, in Tusculano, in cur/tivio domuum religionis Sancti
Dominici de Tusculano, presentibus: Iohanino filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario,
Bertello Iohanis/ Mauri Tavera quondam Peteni, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi
religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus/ religionis eclesiarum Sancti Dominici de
Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores et nomine et/ vice
dictarum eclesiarum et dicte religionis et capituli et conventus earumdem, per lignum quod in suis
manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, in/vestivit Guielminum et Iacobinum fratres et
fillios quondam Iohanis qui dicebatur Pethonus Zapogni de Gayno de Tusculano de infrascriptis/
peciis terre iuris dictarum eclesiarum usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam
per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictos Gui/elminum et Iacobinum vel
in suos heredes de infrascriptis peciis terre pro infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre vidata
iacente in teratorio de Tusculano in contrata/ de Lumis, cui coheret a mane Maegosius fillius
Bonaventure, a meridie heredes Turacie Pizolboni, a sero et a monte flumen et est per mensuram
triginta/ tabule; item de medietate a mane parte unius pecie terre olivate, vidate et aratorie et
costive iacente in teratorio de Tusculano in contrata de Digolis, cui coheret/ de supertoto a mane
via in parte et in parte Iohaninus Benevenuti Gracioti, a meridie rillus, a sero heredes Nicolay
Dorche in parte pro dicta religione et/ Benamatus Bertolasii in parte et a monte via et est tota per
mensuram quinquaginta tabule et vadit via per eam, ita quod sunt investiti de vi/ginti quinque
tabule dicte pecie terre et de aliis viginti quinque tabule Tavera Peteni; item de una parte unius
pecie terre vidate, rosive/ et vegre iacente in teratorio de Tusculano in Castello in contrata de
Aquis, cui coheret undique via, que pars est quinque tabule et aliam partem/ pecie terre posidet
Tavera Peteni pro dicta religione, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus
dominus prepositus, nomine et vice/ quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis pecis terre et
in quemlibet eorum in solidum, ita quod ipsi Guielminus et Iacobinus et eorum/ heredes et cui
dederint habeant, teneant, gaudeant et possideant dictas pecias terre et de eis quidquid voluerint
faciant iure livelli sine/ contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus
et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent/ et cum accessibus,
ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicte pecie
terre et quelibet/ earum habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et
actione sibi et dictis eclesiis ex dictis pecis terre modo aliquo perti/nente seu spectante. Solvendo
et reddendo omni anno in epifania Domini vel in octava dictis
93

eclesiis et confratribus earumdem/ quatuor bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene
mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano ad cani/pam dicte religionis,
sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si dicti emphiteote aliquo tempore velent vendere ius
suum/ teneantur primo dictum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere
volentibus, dare pro quinque soldis imperialium minus/ quam alteri persone; alioquin vendant ius
seu melioramentum suum cui voluerint preter servo eclesie vel potenti homini quibus/ nullo modo
vendant, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium
pro quibus debeant/ novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare.
Promittens ipse Guielminus et Iaco/binus, per se et suos heredes et cuiuslibet eorum, dicto domino
preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et/ atendere et observare omnia et
singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino
preposito/ et suis successoribus incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito recipienti,
nomine quo ut supra se personaliter et eorum bona/ et cuiuslibet eorum presentia et futura
pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos succe/ssores, dictis
Guielmino et Iacobino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et quamlibet earum et
dictam invest/ituram earumdem eis et suis heredibus et cui dederint ab omni contradicenti
persona et universitate legiptime defendere, auctori/zare et desbrigare, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dictis Guielmino et Iacobino et suis heredibus incurentium, obligando/ ad hoc eis
omnia bona dictarum eclesiarum presentia et futura pigneri. De quibus peciis terre dicti Guielminus
et Iacobinus ex nunc con/fitentur esse in tenuta et corporali possessione pro dictis eclesiis.
Renuntiando predicti non sic facti dicti contractus et cetera et maxime dicti
Gui/elminus et Iacobinus beneficio novo constitutionis et epistole divi Adriani ita quod quilibet
eorum in solidum teneatur/ ad predicta et cetera. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragessimo octavo, indicione
prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
33
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 8 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Tavera fu Peteno parte di due appezzamenti di terra
nelle contrade Acque e Digoli in territorio di Toscolano in cambio di una galeta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA TAVERE QUONDAM PETENI
IN TUSCULANO
.XXV.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Taveram Peteni de Gayno de Tusculano.
Die octavo ianuarii, in Tusculano, in curtivio domuum religionis/ Sancti Dominici de Tusculano,
presentibus: Iohanino filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario, Guielmino Iohanis
Zampogni, Antoniolo quondam Oderici,/ omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiossus vir
dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici/ de Tusculano et
Sancti Heustachi de
94

Cleusuris Brixie, per se et suos successores et nomine et vice dictarum eclesiarum et capituli et
conventus earumdem,/ per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis
Brixie, investivit Taveram quondam Peteni de Gayno de Tusculano/ usque ad novem annos et ad
novam investituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum
Taveram vel in suos/ heredes de infrascriptis peciis terre iuris dicte religionis pro infrascripto ficto:
imprimis de una pecia terre vidata et rosiva et vegra iacente in teratorio de Tusc/ulano in contrata
Casteli ubi dicitur ad Aquas, cui coheret a mane Benamatus, a maridie, a sero et a monte via que
per mensuram nonaginta novem/ tabule et de aliis quinque tabule que super abundant dicte
pecie terre que est de supertoto unum plodium et quatuor tabule sunt investiti Guiel/minus et
Iacobinus Iohanis Zapogni de Gayno; item de medietate unius pecie terre a sero parte iacente in
dicto teratorio in contrata ubi dicitur ad Digolos/ et est aratoria, olivata et costiva, cui coheret de
supertoto a mane via in parte et in parte Iohaninus Benevenuti Gracioti, a meridie rillus, a sero
Nicolaus Dorche/ in parte et in parte Benamatus Bertolasii, a monte via et via vadit per eam, que
pecia terre est tota per mensuram quinquaginta tabule ita quod est investi/tus de viginti quinque
tabule et de aliis viginti quinque sunt investiti Guielminus et Iacobinus Iohanis Zampogni. Tali modo
dictus dominus pre/positus, nomine quo supra, fecit dictam investituram de dictis pecis terre
in dictum Taveram, ita quod ipse Tavera et sui heredes et cui dederit vel habere/ statuerit iure
livelario habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis quidquid voluerit faciat
sine contraditione dicti domini/ prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que
intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus,/ ingressibus et
regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre habent
supra se, intra seu infra se/ in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et
dictis eclesiis et religioni ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente/ seu spectante. Solvendo ipse
Tavera, per se et suos heredes, dictis eclesiis et religioni annuatim in epifania Domini vel in octava
unam/ galetam oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de
Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam/ dicte religionis. Quo ficto dato et soluto, alia
superimposita non fiant dicto conductori, preter quod solvat fictum in duplum/ in illo et de illo
anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si dictus
emphiteo/ta aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum
dominum prepositum vel suos successores ap/elare et eis, emere volentibus nomine dictarum
eclesiarum, dare quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius
seu/ melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel/ suis successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus
debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem/ tenore firmare. Promittens ipse
Tavera, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti,/
dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et
singula in isto contractu contenta, sub pena/ omnis dampni et dispendi inde dicto domino
preposito et dictis eclesiis et confratribus (-) earumdem incurentium, obligando ad hoc dicto/
domino preposito recipienti, nomine quo ut supra se personaliter et omnia bona sua presentia et
futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus/ stipulatione promisit, per se et suos successores,
dicto Tavere, pro se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram/
earumdem ei et suis heredibus ab omni contradicenti persona et universitate legiptime defendere,
auctorizare et desbrigare, sub pena/ omnis dampni et dispendi inde dicto Tavere et suis heredibus
incurentium, obligando ad hoc dicto Tavere omnia bona
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dictarum ecle/siarum et dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus pecis terre ex nunc
dictus Tavera confitetur esse in tenuta et cor/porali possessione pro dictis eclesiis et dicta religione.
Renuntiaverunt predicti contrahentes et cetera. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno/ tenore./ Anno Domini millesimo (-) trecentessimo quatragessimo octavo,
indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius et rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 8 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni ad Antoniolo fu Oderico Castegne per conto della moglie
Agnesina un appezzamento di terra a Sumidosso e parte di un altro a Valli Richeline in territorio di
Toscolano in cambio di due bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA ANTONIOLI QUONDAM ODERICI CASTEGNE
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Agnesinam Rizardi Zampogni de Gayno et
uxorem Antonioli Oderici. Die octavo ianuarii, in Tusculano, in cur/tivio domuum religionis Sancti
Dominici de Tusculano, presentibus: Iohanino filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario,
Bertello Iohanis Mauri,/ Tavera quondam Peteni, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi
religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis ecle/siarum Sancti Dominici de
Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores et nomine et vice
dictarum eclesiarum/ et dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis
manibus tenebat ad rectum livellum, investivit Antoniolum/ quondam Oderici Castegne de Pulzano
de Tusculano, habitatorem ville de Gayno de Tusculano, recipientem nomine et vice Agnesine eius
uxore et fillie/ quondam Rizardi Zapogni de Gayno, pro qua se personaliter et omnia sua bona
presentia et futura obligavit se facturum et curaturum pro dicta Agnesina/ habebit firma et rata
omnia et singula in isto contractu contenta usque ad novem annos et ad novam investituram
fiendam per dictum dominum/ prepositum vel per suos successores in dictam Agnesinam vel in
suos heredes de infrascriptis pecis terre pro infrascripto ficto: imprimis de una/ pecia terre olivata,
aratoria iacente in teratorio de Tusculano in contrata de Sumidossis supra villa de Gaino ubi dicitur
ad Tezolum, cui coheret a mane et a meridie Bonaven/tura Manegesii in parte et in parte Martinus
Zochella, a sero Bonaventura suprascriptus et a monte via et est per mensuram novem tabule et
octo/ pedes; item de una parte vidate de undicim tabule a monte parte unius pecie terre olivata,
vidata iacente in dicto teratorio in contrata de Valibus/ Richeline, cui coheret de supertoto a mane
heredes Fostinelli in parte et in parte Tomasius Ligni, a meridie et a sero Martinus Zochella, a
monte suprascriptus/ Tomasius Ligni et superflum dicte pecie terre que est tota decem octo tabule
tenet Betinus de Bolono, habitator Gayni de Tusculano, pro dicta/ religioni pro superpluum est
septem tabule, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus prepositus, nomine
quo ut supra, fecit/ dictam investituram de dictis pecis terre in dictum Antoniolum, recipientem pro
dicta Agnesina uxore sua, ita quod ipsa Agnesina et sui heredes et cui de/derit vel habere statuerit
habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre
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et de eis quidquid voluerit faciat iure livelario sine contraditione dicti/ domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus/ et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et
singulis que dicte pecie terre et quelibet earum habent supra se, intra se seu infra se in/ integrum
et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis ex dictis pecis terre modo
aliquo pertinentibus seu spec/tantibus. Solvendo ipsa Agnesina, per se et suos heredes, dictis
eclesiis annuatim in epifania Domini vel in octava duas bazetas/ oley, nomine ficti boni et pulcri et
bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dictarum
eclesiarum/ sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dicta Agnesina aliquo tempore vellet vendere ius
seu melioramentum suum, teneatur primo dictum/ dominum prepositum vel suos successores
apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dictarum eclesiarum, dare pro quinque soldis
imperialium minus/ quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui
voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo/ vendat, dicto domino preposito
vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum
emphiteotam investire/ et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Antoniolus, per se
et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis succ/essoribus stipulanti se facturum et
curaturum quod dicta Agnesina dabit, solvet et atendet dictum fictum ad dictum terminum et
quod/ atendet et observabit omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto domino preposito et suis succe/ssoribus incurentium, obligando ad hoc dicto
domino preposito, recipienti pro se et suis successoribus, se personaliter et omnia sua bona
presentia et futura pigneri./ Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos
successores, dicto Antoniolo, stipulanti et recipienti pro dicta Agnesina/ et suis heredibus, dictam
peciam terre et dictam investituram earumdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni
persona et universitate legiptime defendere,/ auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicte Agnesine et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Antoni/olo.
recipienti pro dicta Agnesina, omnia bona dictarum eclesiarum presentia et futura pigneri. De
quibus pecis terre ex nunc dictus Antoniolus confitetur/ pro dicta Agnesina esse in tenuta et
corporali possessione pro dictis eclesiis. Renuntiando predicti non sic facti dicti
contractus et non ita vera esse omnia omnia et/ singula in isto contractu contenta et cetera. Et inde
sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quadragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano,
notarius rogatus, scripsi.
35
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 8 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Bertolino detto Bertello fu Giovanni Mauri due
appezzamenti di terra a Valli di Toscolano in cambio di una galeta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
97

CARTA BERTELLI QUONDAM MORI DE PULZANO
IN TUSCULANO
.XXVI.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Bertellum Iohanis Mauri de Pulzano de
Tusculano. Die octavo ianuarii, in Tusculano, in curtivio/ domuum religionis Sancti Dominici,
presentibus: Iohanino filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo , Antoniolo quondam
Oderici Castegne, Guielmino quondam Ioha/nis Zapogni, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi
religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Do/minici de
Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores et nomine et vice
dictarum eclesiarum et capituli et conventus earumdem,/ per lignum quod in suis manibus tenebat
ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Bertolinum qui dicitur Bertellus Iohanis Mauri de
Pul/zano de Tusculano usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam per dictum
dominum prepositum vel suos successores in dictum Bertoli/num vel in suos heredes de
infrascriptis pecis terre iuris dictarum eclesiarum pro infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre
vidata, costiva cum aliis arbo/ribus iacente in teratorio de Tusculano in contrata de Valibus, cui
coheret a meridie via, a sero dictus Bertolinus in parte, pro se et a sero dictus Bertolinus pro dicta
religione,/ a mane Ruynatum sive Richa Peterzini de Pulzano et esse potest per mensuram unum
plodium; item de una pecia terre vidata, costiva iacente/ in dicto teratorio et contrata, cui coheret
a mane dictus Bertellus pro dicta religione, a meridie Bertellus suprascriptus, pro se et a sero via et
a monte fl/umen et esse potest per mensuram unum plodium, salvis omnibus aliis coherentiis, si
que forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut/ supra, fecit dictam investituram
de dictis pecis terre in dictum Bertolinum, quatenus ipse Bertolinus et sui heredes et cui dederit
habeat, teneat, gau/deat et possideat dictas pecias terre et de eis quidquid voluerit faciat iure
livelario sine contraditione dicti domini prepositi successorum, cum/ omnibus et
singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et accessibus,
ingressibus et regressibus suis usque in vias pub/licas, et cum omnibus et singulis que dicte pecie
terre et quelibet earum habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et
actione,/ usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente seu
spectante. Solvendo ipse Bertol/inus, per se et suos heredes, dictis eclesiis et confratribus
earumdem annuatim in epifania Domini vel in octava unam galetam oley, nomine/ ficti boni et
pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam
dictarum eclesiarum et/ dicte religionis. Quo ficto dato et soluto, alia superimposita non fiant dicto
conductori, preter quod solvat fictum in duplum/ in illo et de illo anno in quo non solverit dictum
fictum ad dictum terminum. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo/ tempore vellet
vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos
successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dictarum eclesiarum, dare pro
quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat/ ius seu melioramentum
suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino
prepo/sito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant
novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Bertellus,
per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis su/ccessoribus stipulanti, dare,
solvere et atendere et observare dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare
omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino
preposito et suis successoribus incurentium, obligando
98

ad/ hoc dicto domino preposito, recipienti pro dictis eclesiis, se personaliter et omnia sua bona
presentia et futura pigneri. Insuper dictus/ dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos
successores, dicto Bertolino predictas pecias terre et dictam investituram earumdem ei et suis
heredibus et cui dederit vel habere statuerit ab omni contradicenti persona et universitate
legiptime defendere, auctorizare et desbriga/re sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto
Bertolino et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Bertolino omnia bona dictarum/
eclesiarum et dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus pecis terre dictus Bertolinus ex
nunc confitetur esse in tenuta et cor/porali possessione pro dicta religione. Renuntiando predicti non sic facti dicti contractus et non ita vera esse omnia et singula in isto
contractu contenta/ et omni legum auxilio et cetera. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragessimo octavo, indicione
prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
36
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 13 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Giovanni detto Zoaneta fu Martino Bonzi un
appezzamento di terra in contrada Fiume a Toscolano in cambio di una bazeta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA IOHANIS QUONDAM MARTINI BONZII
IN TUSCULANO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iohanem qui dicitur Zoaneta Martini
Bonzii de Pulzano de Tusculano. Die tercio decimo ianuarii, in Tusculano, in cur/tivo domuum
religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Lesiolo filio Iohanis Salvagni, notario pro
secundo notario, de Plano, Turela/ Tosine de Fornico, Zanino quondam Beloti de Castro Sancti
Michaelis, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Mich/ael de
Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de
Cleusuris Brixie, per se et suos succe/sores et nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis
et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum/ livellum
comunis Brixie, investivit Iohanem qui dicitur Zoaneta quondam Martini Bonzii de Pulzano de
Tusculano de una pecia terre iuris/ dictarum eclesiarum usque ad novem annos et ad novam
investituram fiendam per dictum dominum prepositum in dictum Iohanem vel in suos/ heredes pro
infrascripto ficto, videlicet de una pecia terre vidate iacente in teratorio de Tusculano in contrata
ubi dicitur Flumen, cui coheret a mane et a meridie heredes Bonfathini To/deschi de Pulzano, a
monte flumen, a sero heredes Rizardi Zapogni et potest esse per mensuram quinquaginta tabule,
salvis omnibus aliis coherentiis, si que/ forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut
supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre quatenus ipse Iohanes et sui heredes/ et cui
dederit vel habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea
quidquid voluerit faciat iure livelario sine contraditione/ dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum/ accessibus, ingressibus et
99

egressibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra
se, intra se seu infra/ se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dictis
eclesiis ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante./ Solvendo ipse Iohanes, per se
et suos heredes, dictis eclesiis et dicte religioni annuatim in epifania Domini vel in octava unam
bazetam/ oley boni et pulcri nomine ficti et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano, ad
canipam dictarum eclesiarum et dicte religionis/ in terra de Tusculano. Quo ficto dato et soluto, alia
superimposita non fiant dicto conductori, preter quod solvat (-) fictum in/ duplum in illo et de illo
anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore vellet/ vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum
dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine/ dictarum
eclesiarum, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius
seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie/ vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium (-)
pro quibus/ debeat novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare.
Promittens ipse Iohanes per se et suos/ heredes, dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere
et observ/are omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde
dicto domino preposito et dictis eclesiis incurentium,/ obligando ad hoc dicto domino preposito,
recipienti pro se et dictis eclesiis, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri.
Insuper dictus/ dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Iohani,
pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram/ eiusdem ei et suis
heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena omnis/ dampni et dispendi inde dicto Iohani et suis heredibus incurentium,
obligando ad hoc dicto Iohani omnia bona dictarum eclesiarum et dicte religionis/ presentia et
futura pigneri. De qua pecia terre dictus Iohannes ex nunc confitetur esse in tenuta et corporali
possessione/ pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno
tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, rogatus, scripsi.
37
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 13 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Nicola fu Corveto di Castello di San Michele due
appezzamenti di terra a Digoli di Toscolano in cambio di quattro galete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA NICOLAY QUONDAM CORVETI
IN TUSCULANO
.XXVII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Nicolaum Corveti de Castro Sancti
Michaellis de Tusculano. Die tercio decimo ianuarii, in Tusculano,/ in curtivio domuum religionis
Sancti Dominici de
100

Tusculano, presentibus: Iacobino filio Peterboni Bruni, notario, Franceschino filio Io/hanis
Peterboni, notario utroque rogato hanc cartam subscribere, Boldana quondam Gaye, Columba
quondam Pugneti, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi rel/igiosus vir dominus frater Michael
de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de/
Cleusuris Brixie, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, per se
et suos successores, investivit Nicolaum quondam Corveti de/ Castro Sancti Michaellis de Tusculano
de infrascriptis peciis terre iuris dictarum eclesiarum usque ad novem annos et ad novam
investituram/ fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum
Nicolaum vel in suos heredes pro infrascripto ficto: imprimis de una/ pecia terre olivata et costiva,
aratoria et vidata iacente in teratorio de Tusculano in contrata de Digolis, cui coheret a mane
Berardus Nicolay Tegacii, a meridie via,/ a sero et a monte dictus Nicolaus conductor et est per
mensuram viginti tres tabule; item de una pecia terre aratoria, olivata, vidata et costiva iacente in/
dicto teratorio et in dicta contrata sive Alegrey, cui coheret a mane heredes Petri Requiliani in
parte et in parte dictus Nicolaus conductor, a meridie heredes Iacobini Begn/achi, a sero dictus
Nicolaus in parte et in parte Tavera Peteni, a monte via et est per mensuram triginta novem tabule,
salvis omnibus al/iis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut
supra, fecit dictam investituram de dictis pecis terre in dictum Nico/laum, ita quod ipse Nicolaus et
sui heredes et cui dederit habeat, teneat, gaudeat dictas pecias terre et de eis quidquid voluerit
faciat/ sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis
que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent/ et cum accessibus, ingressibus et
regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre habent
supra se, intra se seu in/fra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et
dictis eclesiis et dicte religioni ex dictis pecis terre modo aliquo/ pertinente seu spectante. Solvendo
ipse Nicolaus, per se et suos heredes, dictis eclesiis et dicte religioni annuatim in epifania Domini
vel in/ octava quatuor galetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam
mensuram de Tusculano in terra de Tusculano ad ca/nipam dictarum eclesiarum et dicte religionis.
Quo ficto dato et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod solv/at fictum
in duplum in illo et de illo anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo
salvo quod, si dictus/ emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu melioramentum suum,
teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos successores ap/elare et eis, emere volentibus
nomine et vice dictarum eclesiarum, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri
persone; alioquin vendat ius/ seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel
potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis/ successoribus inde
habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve
simille eodem tenore/ firmare. Promittens ipse Nicolaus, per se et suos heredes, dicto domino
preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et aten/dere dictum fictum ad
dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena
omnis dampni et dispendi/ inde dicto domino preposito et suis successoribus incurentium,
obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro dictis eclesiis et dicta reli/gione, se
personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus
stipulatione promisit, per se et suos successores,/ dicto Nicolao, pro se et suis heredibus stipulanti,
dictas pecias terre et dictam investituram earumdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni
persona/ et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto Nicolao et suis/ heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto
101

Nicolao omnia bona dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus
peciis terre/ ex nunc dictus Nicolaus confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dictis
eclesiis. Renuntiaverunt predicti contrahentes non sic facti dicti con/tractus et non ita vera esse
omnia et singula in isto contractu contenta et cetera. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione
prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni, notarius sacri palacii rogatus, scripsi.
38
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 13 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Giovanni fu Ruzeni tre appezzamenti di terra in
territorio di Toscolano in cambio di ventidue bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA IOHANIS RUZENI
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iohanem Ruzeni de Pulzano de
Tusculano. Die tercio decimo ianuarii, in Tusculano, in curtivio domuum/ religionis Sancti Dominici
de Tusculano, presentibus: Iacobino filio Peterboni Bruni, notario, Franceschino filio Iohanis
Peterboni,/ notario utroque rogato hanc cartam subscribere, Boldana Gaye, Columba Pugneti,
omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiosus/ vir dominus frater Michael de Navis,
prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris/
Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis et
capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in su/is manibus tenebat ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Iohanem quondam Ruzeni de Pulzano de Tusculano usque ad novem/
annos et ad novam investituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos
successores in dictum Iohanem vel in suos heredes de infrascriptis/ peciis terre iuris dictarum
eclesiarum pro infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in
teratorio de Tusculano in contrata/ (L...), cui coheret a monte Bonaventura Manegessi, a meridie
plebs Sancti Nicolay de Secina, a sero et a mane via et est per mensuram septua/ginta tabule; item
de una pecia terre olivata et costiva cum triginta septem pedibus olivorum iacente in dicto
teratorio sub Sancto Michaele et/ senterium vadit per medium, cui coheret a mane heredes Nicolay
Tegacii, a meridie Petrus Todeschi, a sero heredes Iohanis Todeschi, a monte heredes/ Gargnanini
Corveti; item de una pecia terre olivata, aratoria et vidata iacente in dicto teratorio in contrata ubi
dicitur ad Ronchum, cui co/heret a mane heredes Iohanis Roseli in parte et in parte heredes
Baldoyni Tegacii, a meridie heredes Iohanis Roseli, a sero heredes Marcheti de/ Mesaga, a monte
heredes Baldoyni ser Tegacii et est per mensuram sedecim tabule et dimidiam, salvis omnibus aliis
coherentiis, si que forent/. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam
investituram de dictis pecis terre in dictum Iohanem ita quod ipse Iohanes/ et sui heredes et cui
dederit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis quidquid voluerit faciat
iure livelario sine/ contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et
singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et/ cum accessibus,
ingressibus et regressibus suis usque
102

publicas, et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre et quelibet earum habent supra
se,/ intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dictis
eclesiis modo aliquo pertinente seu spectante./ Solvendo ipse Iohanes, per se et suos heredes,
dictis eclesiis annuatim in epifania Domini vel in octava viginti duas bazetas oley, nomine/ ficti boni
et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam
dicte religionis. Quo fic/to dato et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod
solvat fictum in duplum in illo et de illo anno in/ quo non solverit dictum fictum ad dictum
terminum. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu/
melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare
et eis, emere volentibus nomine/ et vice dictarum eclesiarum, dare pro quinque soldis imperialium
minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum/ cui voluerit, preter
servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis
successoribus/ inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam
investire et breve simille eodem tenore fir/mare. Promittens ipse Iohanes, per se et suos heredes,
dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, sol/vere et atendere dictum
fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta,
sub pena omnis/ dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus
incurentium, obligando ad hoc ei, recipienti pro dictis eclesiis, se personaliter/ et omnia sua bona
presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos
successores, dicto/ Iohani, pro se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam
investituram earumdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni/ contradicenti persona et
universitate sub pena omnis dampni et dispendi
inde dicto Iohani et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Ioh/ani omnia bona
dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus pecis terre ex nunc
dictus Iohanes confitetur/ esse in tenuta et corporali possessione pro dicta religione. Renuntiando
predicti non sic facti dicti contractus et non ita vera esse omnia/ et singula in
isto contractu contenta et omni legum auxilio et cetera. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno te/nore. / Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione
prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
39
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 13 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Franceschino detto Corto fu Bersanino di Folino per nove anni un
appezzamento di terra in contrada Calcarolis in territorio di Toscolano in cambio di una bazeta e
mezza di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA FRANCESCHINI QUONDAM BRIXIANI DE FOLINO
IN TUSCULANO
.XXVIII.
103

Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Franceschinum qui dicitur Cortus
quondam Bersanini de Folino de Tusculano. Die tercio decimo ianuarii, in Tu/sculano, in curtivio
domuum religionis Sancti Dominici, presentibus: Iacobino filio Peterboni Bruni, notario,
Franceschino filio Iohanis/ Peterboni, notario utroque rogato hanc cartam subscribere, Boldana
quondam Gaye, Columba quondam Pugneti, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religi/osus
vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano
et Sancti Heustachi de Cleusu/ris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dictarum
eclesiarum et dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum/ quod in suis manibus
tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Franceschinum qui dicitur Cortus quondam
Bersanini de Folino de Tusculano usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam per
dictum dominum prepositum vel per suos succes/sores in dictum Franceschinum vel in suos
heredes de infrascripta pecia terre pro infrascripto ficto, videlicet de una pecia terre cum una
mura, vidata, vegra et prativa/ iacente in teratorio de Tusculano in Plano in contrata de Calcarolis,
cui coheret a mane heres Bersanini magistri Degelguardi in parte et in parte Iacob/inus Martini
Bonzii, a meridie dictus Franceschinus in parte et in parte dictus Iacobinus et in parte via sive ripa
lacus, a sero heredes dicti Bersanini/ in parte et in parte dictus Iacobinus Martini Bonzii, a monte
dicta heres Bersanini in parte (-), salvis omnibus aliis/ coherentiis, si que forent. Tali modo dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre et mura in
dictum/ Franceschinum, ita quod ipse Franceschinus et sui heredes et cui dederit vel habere
statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam/ peciam terre et muram et de ea quidquid
voluerit faciat sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et
singulis que intra/ predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus,
ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas et cum/ omnibus et singulis que dicta pecia
terre et mura habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu
requisiti/one sibi et dictis eclesiis ex dicta pecia terre et mura modo aliquo pertinente seu
spectante. Solvendo ipse Franceschinus, per se et suos/ heredes, dicto domino preposito, pro se et
suis successoribus annuatim in epifania Domini vel in octava unam bazetam et dimidiam oley,
nomine ficti boni/ et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de
Tusculano, ad canipam dictarum eclesiarum et dicte religionis. Quo ficto/ dato et soluto, alia
superimposita non fiant dicto Franceschino preter quod solvat fictum in duplum in illo et de illo
anno in quo non/ solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu meliora/mentum suum, teneatur primo dictum
dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice
dictarum ec/lesiarum, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin
vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie/ vel potenti homini quibus
nullo modo vendat, dicto domino preposito vel successoribus suis inde habentibus duos soldos
imperialium pro quibus debeant no/vum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore
firmare. Promittens ipse Franceschinus, per se et suos heredes, dicto domino/ preposito, pro se et
suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et
atendere et observare omnia et singula in isto/ contractu contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad hoc ei,
recipienti pro se et dictis/ eclesiis, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri.
Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto/
Franceschino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam muram et
104

dictam investituram ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni contradicenti/
persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto Franceschino et suis heredibus/ incurentium, obligando ad hoc dicto
Franceschino omnia bona dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et futura(-) pigneri. De
qua pecia terre et mu/ra dictus dominus Franceschinus ex nunc confitetur esse in tenuta et
corporali possessione pro dicta religione. Renuntiando predicti non sic facti dicti
contractus/ et non ita vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et omni legum
et cetera. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragessimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
40
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 13 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Betino fu Benevenuto de Bolono per nove anni due appezzamenti di
terra sopra villa di Gaino e in contrada Valli Richeline in territorio di Toscolano in cambio di due
bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA BETINI QUONDAM BENEVENUTI DE BOLONO
IN TERRITORIO DE TUSCULANO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Betinum Benevenuti de Bolono,
habitatorem Tusculani. Die tercio decimo ianuarii, in Tusculano, in curtivio/ domuum religionis
Sancti Dominici, presentibus: Iohanino filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario, Turela
Tosine, Zanino quondam/ Beloti, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus
frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti/ Dominici de Tusculano et Sancti
Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores et nomine et vice dictarum eclesiarum et
dicte re/ligionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad
rectum livellum comunis Brixie, investivit/ Betinum quondam Benevenuti de Bolono, habitatorem
ville de Gayno de Tusculano, de infrascriptis peciis terre iuris dictarum eclesiarum usque ad novem/
annos et ad novam investituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores
in dictum Betinum vel in suos heredes/ pro infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre aratoria,
olivata et vidata iacente in teratorio de Tusculano supra villam de Gayno a sero parte, cui coheret/
a mane heredes Nicolay Dorche, a meridie heredes Iohanis Zapogni, a sero heredes fratris Ambrosii
de Folino, a monte via et est per mensuram duodecim tabule et tres/ pedes; item de una parte
vidata de septem tabulle de una pecia terre a meridie parte que pecia terre est olivata et vidata et
iacet in dicto teratorio in contrata/ Valibus Richeline, cui coheret a mane heredes Fostinelli in parte
et in parte Tomasius Ligni, a meridie et a sero Martinus Zochella, a monte suprascriptus To/masius
Ligni, que pecia terre est de supertoto decem octo tabule, ita quod dictus Betinus est investitus de
septem tabule et Agnesina Rizardi/ Zapogni est investita de superfluis undicim tabule a monte
parte, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus dominus prepositus,/ nomine
quo ut supra, fecit dictam
105

investituram de dictis pecis terre in dictum Betinum, ita quod ipse Betinus et sui heredes et cui
dederit vel/ habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis
quidquid voluerit faciat iure livelario sine contraditione/ dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum/ accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et
singulis que dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra/ se in integrum et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente/ seu
spectante. Solvendo ipse Betinus, per se et suos heredes, dictis eclesiis et dicte religioni annuatim
in epifania Domini vel in octava/ duas bazeteas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati
ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam/ dicte religionis. Quo ficto
dato et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod solvat fictum in dup/lum
in illo et de illo anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et in eo salvo quod, si
dictus emphiteota/ aliquo tempore velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo
dictum dominum prepositum vel suos successores ap/elare et eis, emere volentibus nomine et vice
dictarum eclesiarum, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin/
dictus Betinus vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti
homini quibus nullo/ modo vendat, dicto domino preposito inde habente duos soldos imperialium
pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve si/mille eodem tenore firmare.
Promittens ipse Betinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis/
successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere
et observare omnia et sing/ula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde
dicto domino preposito et suis successoribus in/curentium obligando ad hoc ei, recipienti pro se et
dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia/ et futura
pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto
Betino,/ pro se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram earumdem ei
et suis heredibus et cui dederit, ab omni/ contradicenti persona et universitate legiptime
defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi/ inde dicto Betino et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Betino omnia bona dictarum eclesiarum presentia
et futura pigneri. De quibus pecis terre ex nunc confitetur esse in tenuta et
corporali possessione pro dictis eclesiis et dicta religione. Renuntiando predicti/
non sic facti dicti contractus et non ita vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et omni
legum auxilio et cetera. Et inde sum/ rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno
Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
41
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 13 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Giovannino detto Parolo fu Beloto Zardi per nove anni un
appezzamento di terra in contrada Luseti in territorio di Toscolano in cambio di una bazeta di olio
all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
106

Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA IOHANIS QUI DICITUR PAROLUS DE CASTRO
IN TUSCULANO
.XXVIIII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Iohaninum qui dicitur Parolus Beloti de Castro Sancti
Michaellis de Tusculano. Die tercio decimo ianuarii,/ in Tusculano, in curtivio domuum religionis
Sancti Dominici, presentibus: Lesiolo filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario, Turella
quondam Tosi/ne de Fornico, Bertazolo quondam Franceschi de Mornaga, omnibus de Tusculano,
testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael/ de Navis, prepositus religionis
eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos
succe/ssores et nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis et capituli et conventus
eiusdem, per lignum quod in suis manibus teneb/at ad rectum livellum comunis Brixie, investivit
Iohaninum qui dicitur Parolus quondam Beloti Zardi de Castro Sancti Micha/elis de Tusculano de
infrascripta pecia terre iuris dictarum eclesiarum usque ad novem annos et ad novam investituram
fiendam per dictum/ dominum prepositum vel per suos successores in dictum Iohaninum pro
infrascripto ficto, videlicet: de una pecia terre vidata et costiva iacente/ in teratorio de Tusculano in
contrata Luseii, cui a mane Iohanes Peterboni, a monte et a sero via, a meridie Nicolaus
Petri Bertoni et fosatum vad/it per medium et esse potest dimidium plodium, salvis omnibus aliis
coherentiis, si que forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine/ quo ut supra, fecit dictam
investituram de dicta pecia in dictum Zaninum, ita quod ipse Zaninus et sui heredes et cui
dederit habeat, teneat,/ gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat
sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum, cum/ omnibus et singulis que
intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et
regressibus suis/ usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet
supra se, intra se seu infra se in integrum et cum/ omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et
dictis eclesiis ex dicta pecia terre, modo aliquo pertinente seu spectante./ Solvendo ipse Iohaninus,
per se et suos heredes, dictis eclesiis et dicte religioni annuatim in epifania Domini vel in octava/
unam bazetam oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de
Tusculano in terra de Tusculano/ ad canipam dictarum eclesiarum et dicte religionis. Quo ficto dato
et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori,/ preter quod solvat fictum in duplum in illo
et de illo anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam/ eo salvo quod, si
dictus emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo
dictum dominum pre/positum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus, dare pro
quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin/ vendat ius seu melioramentum
suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino/
preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant
novum emphiteotam investire et breve si/mille eodem tenore firmare. Promittens ipse Iohaninus,
per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis succe/ssoribus stipulanti, dare,
solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula
in isto contractu/ contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis
successoribus incurentium, obligando ad hoc dicto/ domino preposito, recipienti pro se et dicta
religione, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus/
prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Iohanino, pro se
107

et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam/ investituram eiusdem ei et suis
heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare/ et
desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Iohanino et suis heredibus incurentium,
obligando ad hoc ei/ omnia bona dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et futura pigneri.
De qua pecia terre dictus Iohaninus ex nunc confit/etur esse in tenuta et corporali possessione pro
dictis eclesiis. Renuntiando predicti non sic facti dicti contractus et non ita vera/
esse omnia et singula in isto contractu contenta et omni legum auxilio et cetera. Et inde sum
rogatus unum et plura facere instrumenta uno/ tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani,
notarius rogatus, scripsi.
42
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 13 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Pasquino di Benamato Grioli per nove anni un appezzamento di terra
in Valle di Folino in cambio di cinque bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA PASQUINI BENAMATI DE FOLINO
IN TUSCULANO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Pasquinum Benamati Grioli de Folino de
Tusculano. Die tercio decimo ianuarii, in Tusculano, in curtivio dom/uum religionis Sancti Dominici,
presentibus: Lesiolo filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario, Iohanino filio dicti Iohanis
Salvagni, utroque/ notario et rogato hanc cartam subscribere, Iohane Martini Bonzii, omnibus de
Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Mi/chael de Navis, prepositus religionis
Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac/
nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum
quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum/ comunis Brixie, investivit Pasquinum filium
Benamati Grioli de Folino de Tusculano, recipientem verbo et consensu dicti Benamati pa/tris sui,
ibi presentis et ei ad omnia et singula infrascripta parabolam dantis, de infrascripta pecia terre iuris
dictarum eclesiarum usque ad novam inve/stituram fiendam per dictum dominum prepositum vel
per suos successores in dictum Pasquinum vel in suos heredes pro infrascripto ficto, videlicet de
una/ pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de Tusculano in vale Folini, cui
coheret a mane Casalinus Casali, a meridie Iohaninus Benevenuti Mo/zii, a sero Colinus Bonisegne,
a monte dictus Benamatus Grioli, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus
dominus/ prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum
Pasquinum, ita quod ipse Pasquinus et sui heredes et cui de/derit vel habere statuerit habeat,
teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat iure livelario sine
contra/dicione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra
predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum ac/cessibus, ingressibus et regressibus
suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se
108

seu in/fra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis et
dicte religioni ex dicta pecia terre modo aliquo perti/nente seu spectante. Solvendo ipse Pasquinus,
per se et suos heredes, dictis eclesiis et dicte religioni et confratribus earumdem annua/tim in
epifania Domini vel in octava quinque bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad
rectam mensuram de/ Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis. Quo ficto dato
et soluto, alia superimposita non fiant dicto/ conductori, preter quod solvat fictum in duplum in illo
et de illo anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et/ eciam eo salvo quod, si
dictus Pasquinus emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur
pri/mo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine
et vice dicte religionis, dare/ pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin
vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie/ vel potenti homini quibus
nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habente duos soldos
imperialium pro quibus/ debeat novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore
firmare. Promittens ipse Pasquinus, per se et suos/ heredes, dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et aten/dere
et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde
dicto domino preposito et suis suce/soribus incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito,
recipienti pro se et dictis eclesiis, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri./
Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Pasquino,
pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre/ et dictam investituram eiusdem ei et suis
heredibus et cui dederit, ab omni contradicenti persona et universitate legiptime defendere,
auctorizare/ et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Pasquino et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc ei omnia bona dictarum/ eclesiarum presentia et futura
pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Pasquinus confitetur esse in tenuta et corporali
possessione pro dictis ec/lesiis et que pecia terre est per mensuram viginti quatuor tabule vel circa.
Renuntiando predicti non sic facti dicti contractus et non ita vera esse omnia et/
singula in isto contractu contenta et omni legum auxilio et statutis et cetera. Et inde sum rogatus
unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo
octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus,
scripsi.
43
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 13 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Bertlolino detto Bertazzolo fu Francesco Bonomi per nove anni due
appezzamenti di terra in contrada Malzanigo in territorio di Toscolano in cambio di due bazete di
olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA BERTAZOLI DE MORNAGA
IN TUSCULANO
.XXX.
109

Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Bertolinum qui dicitur Bertazolus
Franceschi de Mornaga de Tusculano. Die tercio de/cimo ianuarii, in Tusculano, in curtivio domuum
religionis Sancti Dominici, presentibus: Iohanino filio Iohanis/ Salvagni, notario pro secundo notario,
Turella quondam Tosine de Fornico, Iohanino qui dicitur Parolus quondam Beloti de Castro Sancti
Michaelis,/ omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de
Navis, prepositus religionis Sancti Dominici de Tusc/ulano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie,
per se et suos successores ac nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis et/ capituli et
conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie,
investivit Bertolinum qui/ dicitur, Bertazolus quondam Franceschi Bonomi de Mornaga de
Tusculano de infrascriptis peciis terre dictarum eclesiarum usque ad novem/ annos et ad
novam investituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum
Bertolinum vel in suos heredes/ pro infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre olivata iacente in
teratorio de Tusculano in contrata Malzanigi supra Castro, cui coheret/ a mane Richa uxor Seme de
Boyaco, a meridie plebs de Tusculano, a sero dicta religio Sancti Dominici, a monte heredes Petri
domini Iohanis de Bo/xellis et est per mensuram quinquaginta quatuor tabule; item de una pecia
terre aratoria, olivata et vidata iacente in dicto teratorio a mane parte/ ville de Mornaga, cui
coheret a mane Zanonus Beteye, a meridie heredes Martini Malfati, a monte Nicolaus Martini
Bia/qui pro dicta religione, a sero heredes Franceschi Bonomi et est per mensuram quatuordicim
tabule, salvis omnibus aliis coherentiis/ si qui forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine
quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis pecis terre in dictum Berto/linum, ita quod ipse
Bertolinus et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat
dictas pecias terre et/ de eis quidquid voluerit faciat iure livelario sine contraditione dicti domini
prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis/ que intra predictos continentur
confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias/
publicas, et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu/ seu requisitione sibi et dictis eclesiis et dicte religioni ex
dictis pecis terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Bertolinus, per se et suos
heredes, dictis eclesiis et dicte religioni annuatim in epifania Domini vel in octava septem bazetas
et unum/ quarterium oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de
Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam/ dictarum eclesiarum et dicte religionis. Quo ficto
dato et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod sol/vat fictum in duplum
in illo et de illo anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et in eo salvo/ quod, si
dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo
dictum dominum prepositum/ vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice
dictarum eclesiarum, dare pro quinque soldis/ imperialium minus quam alteri persone; alioquin
vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini/ quibus
nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos
imperialium pro quibus debeant nov/um emphiteotam investire et breve simille eodem tenore
firmare. Promittens ipse Bertolinus, per se et suos heredes, dicto domino/ preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere/
et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde
dicto domino preposito et suis/ successoribus incurentium, obligando ad hoc ei, recipienti pro dictis
eclesiis et dicta religione, se personaliter et omnia sua bona/ presentia et futura pigneri. Insuper
dictus dominus prepositus stipulatione promisit,
110

per se et suos successores et dicta religione, dicto Bertolino, pro se/ et suis heredibus stipulanti,
dictas pecias terre et dictam investituram earumdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni
contradicenti persona/ et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto Bertolino et suis heredibus/ incurentium, obligando ad hoc ei
omnia bona dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus pecis
terre ex nunc/ dictus Bertolinus confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dictis eclesiis
et dicta religione. Renuntiando predicti non sic facti/ dicti contractus et non ita
vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et omni legum auxilio et cetera. Et inde sum
rogatus unum/ et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano,
notarius rogatus, scripsi.
44
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 15 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Francesco detto Zengo Betelli per nove anni un appezzamento di
terra e una "cola" in contrada Gazolo in territorio di Toscolano in cambio di due bazete di olio
all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA FRANCESCHI QUI DICITUR CENGUS
IN TUSCULANO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Franceschum Vetheli de Grezenico de
Tusculano. Die quinto decimo ianuarii, in Tusculano, in cur/tivio domuum religionis Sancti Dominici,
presentibus: Iacobino filio Iohanis Salvagni de Tusculano, notario pro secundo notario, Anto/niolo
filio Bertolamey Iohanis Cozie de Pulzano de Tusculano, Bonzoano de Baldoino, habitatore Materni,
omnibus testibus rogatis. Ibi religi/ossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis
Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris/ Brixie, per se et suos successores et
nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum
quod in/ suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Franceschum qui dicitur
Zengus Vetelli de Grezenico/ de Tusculano usque ad novem annos et ad novam investituram
fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum Franceschum vel in
suos heredes de infrascriptis peciis terre pro infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre olivata,
vidata iacente in teratorio de Tuscul/ano in Capra Plani in contrata Gazoli, cui coheret a mane et a
meridie dictus Franceschus conductor, a sero et a monte via et est per mensuram tres/ tabule et
duo pedes; item de una cola cum duabus vitibus in dicta contrata Gazoli, cui coheret a mane
Zoanetus Martini Bonzii,/ a meridie Bertolameus Zanelli, a monte dictus Zoanetus, a sero
Belenzanus Lafranchini, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali/ modo dictus dominus
prepositus, nomine quo ut supra, investivit dictum Franceschum de dictis pecis terre, quatenus ipse
France/schus et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat
dictas pecias terre et de eis quidquid voluerit/ faciat iure livellario sine contraditione dicti domini
111

prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur
confines/ vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas, et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre/ habent supra se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis et dicte re/ligioni et
confratribus eiusdem ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse
Franceschus, per se et suos heredes, dictis/ eclesiis et confratribus earumdem annuatim in epifania
Domini vel in octava duas bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mens/urati ad rectam
mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dictarum eclesiarum et dicte religionis.
Quo ficto dato/ et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod solvat fictum
in duplum in illo et de illo anno in quo non solve/rit dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam
eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu me/lioramentum suum,
teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus
nomine/ et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis, dare pro quinque soldis imperialium minus
quam alteri persone; alioquin vendat ius seu meliora/mentum suum cui voluerit, preter servo
eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis/
successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam
investire et breve simille eodem/ tenore firmare. Promittens ipse Franceschus, per se et suos
heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti,/ dare, solvere et atendere
dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu
contenta,/ sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus
incurentium, obligando ad hoc dicto domino/ preposito, recipienti pro dicta religione et
confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus
dominus/ prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores et dicta religione, dicto
Francescho, pro se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam/ investituram
earumdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime
defendere, auctorizare et desb/rigare sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Francescho et
suis heredibus incurentium, obligando ad hoc ei omnia bona/ dictarum eclesiarum presentia et
futura pigneri. De quibus pecis terre dictus Franceschus ex nunc confitetur esse in tenuta et
corpo/rali possessione pro dictis eclesiis. Renuntiando predicti non sic facti dicti
contractus et non ita vera esse omnia et singula in isto contrac/tu contenta et omni legum auxilio et
cetera. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo
trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de
Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
45
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 16 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Domenico fu Pasquetino Giovanni per nove anni un appezzamento di
terra in Capra di Toscolano in Croce di via in cambio di una bazeta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
112

CARTA DOMINICI QUONDAM PASQUETINI SER IACOBI
IN TUSCULANO
.XXXI.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Dominicum Pasquetini Iohanis ser Iacobi
de Plano Tusculani. Die sexto decimo ianuarii, in Tusculano,/ in curtivio domuum religionis Sancti
Dominici, presentibus: Iohanino Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario, Bertolino filio Boyoli,
ambobus/ de Plano Tusculani, Petro quondam Rubey Carlasarii de Materno, omnibus testibus
rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Nav/is, prepositus religionis eclesiarum Sancti
Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac
nomine/ et vice dictarum eclesiarum et capituli et conventus earumdem, per lignum quod in suis
manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Dominicum quondam Pasquetini
Iohanis (-) de Plano Tusculani de infrascripta pecia terre iuris dictarum eclesiarum et dicte religionis
usque/ ad novem annos et ad novam investituram fiendam per dictum dominum prepositum vel
per suos successores in dictum Dominicum vel in suos/ heredes pro infrascripto ficto, videlicet: de
una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de Tusculano in Campra Plani ubi
dicitur in Cruce vie, cui/ coheret a mane via, a meridie Vigorinus Cisani, a sero heredes Zeni fratris
Iohanis, a monte Lolus Nicolini, salvis omnibus aliis coherentiis et est per mensuram/ triginta
septem tabule et dimidiam. Quam peciam terre heres Nicolini consueverat habere ad livellum a
dicta religione, si qui forent. Tali modo dictus dominus prepositus,/
nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis pecis terre in dictum Dominicum, ita quod
ipse Dominicus et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat,/ gaudeat et
possideat dictam peciam terre et de eis quidquid voluerit faciat iure livelario sine contraditione
dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis/ que intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque
in vias publicas, et cum omnibus et/ singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra
se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis ex/ dicta pecia
terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Dominicus, per se et suos heredes, dictis
eclesiis et dicte religioni annua/tim in epifania Domini vel in octava unam bazetam oley, nomine
ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de/ Tusculano, ad
canipam dictarum eclesiarum et dicte religionis. Quo ficto dato et soluto, alia superimposita non
fiant dicto conductori, preter quod/ solvat fictum in duplum in illo et de illo anno in quo non
solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si dictus emph/iteota aliquo
tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum
prepositum vel suos successores apel/are et eis, emere volentibus nomine et vice dictarum
eclesiarum, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius/
seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel/ suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium
pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem/ tenore firmare.
Promittens ipse Dominicus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, solv/ere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere
et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni/ et dispendi inde
dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad hoc ei, recipienti pro se et
suis successoribus, se personaliter/ et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus
dominus prepositus
113

stipulatione promisit, per se et suos successores et dicta religione, dicto Do/minico, pro se et suis
heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui
dederit, ab omni contradicenti persona/ et universitate legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Dominico et suis heredibus/ incurentium,
obligando ad hoc ei omnia bona dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et futura pigneri.
De qua pecia terre ex nunc dictus/ Dominicus confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro
dictis eclesiis et dicta religione. Renuntiando predicti non sic facti dicti
contractus et/ non ita vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et omni legum auxilio et
cetera. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno/ tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
46
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 16 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Andriolo fu Pasquetino Petenati per nove anni due appezzamenti di
terra in Valle di Cussaga in territorio di Toscolano in cambio di due bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96
CARTA ANDRIOLI PASQUETINI PETENATI
IN TUSCULANO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Andriolum Pasquetini Petenati de Cuzaga
de Tusculano. Die sexto decimo ianuarii, in Tusculano, in curtivio dom/uum religionis Sancti
Dominici, presentibus: Iohanino quondam Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario, Maternino
quondam Plasini, ambobus de Plano Tusculani,/ Petro qui dicitur Galvagnus quondam Bocadolze de
Materno, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus/
religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et
suos successores et nomine et vice dictarum/ eclesiarum et dicte religionis et capituli et conventus
eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie,/ investivit
Andriolum quondam Pasquetini Petenati de Cuzaga de Tusculano de infrascriptis peciis terre iuris
dictarum eclesiarum usque ad/ novem annos et ad novam investituram fiendam per dictum
dominum prepositum vel per suos successores in dictum Andriolum vel in suos/ heredes pro
infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de
Tusculano in vale Cuzage, cui coheret a mane Iusta/chinus Mafey Iustachi, a monte a meridie et a
sero Franceschinus Benvenuti (-) et est per mensuram due tabule et quatuor pedes; item de una/
pecia terre aratoria et olivata iacente in dicto teratorio et contrata, cui coheret a mane et a meridie
Iacobinus Frichignaldi, a sero heres Baldrici Bertoli de Mesaga, a monte/ solum dicta heres et est
per mensuram tres tabule, salvis omnibus aliis coherentiis. Tali modo dictus dominus prepositus,
nomine quo/ ut supra, fecit dictam investituram de dictis pecis terre in dictum Andriolum, ita quod
ipse Andriolus et sui heredes et cui dederit vel habere sta/tuerit habeat, teneat, gaudeat et
possideat dictas pecias terre et de eis quidquid voluerit faciat iure livelli
114

sine contraditione dicti domini prepositi suorum/que successorum; cum omnibus et singulis que
intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum omnibus accessibus et
ingressibus/ et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicte pecie
terre habent supra se, intra se seu infra se in integrum/ et cum omni iure et actione, usu seu
requisitione sibi et dictis eclesiis ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente seu spectante.
Solvendo/ ipse Andriolus, per se et suos heredes, dicto domino et dicte religioni annuatim in
epifania Domini vel in octava duas bazetas oley/ nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad
rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dictarum eclesiarum et/ dicte
religionis. Quo ficto dato et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod solvat
fictum in duplum in/ illo et de illo anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et
in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore/ vellet vendere ius seu melioramentum
suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, em/ere
volentibus nomine et vice dictarum eclesiarum, dare pro quinque soldis imperialium minus quam
alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramen/tum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel
potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis success/oribus inde
habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve
simille eodem tenore firmare. Pro/mittens ipse Andriolus, per se et suos heredes, dicto domino
preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad
dictum/ terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis suc/cessoribus incurentium,
obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro se et dictis eclesiis, se personaliter et
omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper/ dictus dominus prepositus stipulatione
promisit, per se et suos successores et dicta religione, dicto Andriolo, pro se et suis heredibus
stipulanti, dictas pecias terre et dictam in/vestituram earumdem ei et suis heredibus et cui dederit
vel habere statuerit, ab omni contradicenti persona et universitate legiptime defendere
auctori/zare sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Andriolo et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Andriolo omnia sua bona presentia et/ futura
pigneri. De quibus pecis terre dictus Andriolus ex nunc confitetur esse in tenuta et corporali
possessione pro dictis eclesiis. Insuper dictus/ Andriolus, in presentia dictarum testium, confitetur
esse maior viginti quinque annis. Renuntiando omni exceptioni non sic facti dicti contractus et non
ita/ vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et omni legum auxilio et cetera. Et inde
sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentessimo
quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani,
notarius rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 17 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Giovanni detto Zoello di Mafeo Asmini per nove anni un
appezzamento di terra in contrada di San Nicola in territorio di Toscolano in cambio di una galletta
di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
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CARTA IOHANIS QUI DICITUR ZOELLUS
IN TUSCULANO
.XXXII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iohanem qui dicitur Zoellus Mafey Asmini
de Secina de Tusculano. Die decimo septimo ianuarii, in Tusculano, in cur/tivio domuum religionis
Sancti Dominici, presentibus: Iohanino filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario, Nicolao
quondam Scaye de Se/cina, ambobus de Tusculano, Franceschino quondam Antonii qui dicebatur
Dentus de Materno, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater/ Michael de Navis,
prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris
Brixie, per se et suos/ (-) successores ac nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis et
capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad/ rectum livellum
comunis Brixie, investivit Iohanem qui dicitur Zoellus Mafey Asmini de Secina de Tusculano de
infrascripta pecia terre iuris dictarum ecle/siarum usque ad novem annos et ad novam investituram
fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum Iohanem de ea pro/
infrascripto ficto, videlicet de una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de
Tusculano in contrata Sancti Nicolay, cui coheret a mane Nicolaus Scaye pro/ dicta religione, a
meridie heredes Sinelle, a sero Nicolaus Berete, a monte via in parte et in parte Nicolaus Berete et
esse potest per mensuram sexaginta tabule./ Quam peciam terre habet ad livellum heres Scaye
cum una alia pecia terre de qua investitus est Nicolaus Scaye, salvis omnibus aliis coherentiis, si que
forent./ Tali modo dictus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia
terre in dictum Iohanem, ita quod ipse Iohanes et sui heredes/ et cui dederit vel habere statuerit
habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat iure
livelli sine/ contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis
que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent./ Et cum accessibus, ingressibus et
regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra
se, intra/ se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dictis
eclesiis ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente/ seu spectante. Dicto Iohane vel eius heredes
dante et solvente dicto domino preposito vel suis successoribus annuatim in Epifa/ domini vel
in octava unam galetam oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram
de Tusculano in/ terra de Tusculano, ad canipam dictarum eclesiarum et dicte religionis. Quo ficto
dato et soluto, alia superimposita non fiant/ dicto conductori, preter quod solvat fictum in duplum
in illo et de illo anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum et/ eciam eo salvo
quod, si dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur
primo dictum/ dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine
et vice dicte religionis, dare pro quinque/ soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin
vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel po/tenti homini quibus
nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos
imperialium pro quibus/ debeat novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore
firmare. Promittens ipse Iohanes, per se/ et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum/ et atendere
et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde
dicto domino preposito et suis/ successoribus incurentium, obligando ad hoc ei, recipienti pro se et
dictis eclesiis, se personaliter et omnia bona presentia et futura pigneri./ Insuper dictus dominus
prepositus stipulatione
116

promisit, per se et suos successores, dicto Iohani, pro se et suis heredibus stipulanti,/ dictam
peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni
contradicenti persona et universitate legiptime defendere,/ auctorizare et desbrigare, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto Iohani et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto
Iohani/ omnia bona dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia
terre ex nunc dictus Iohanes confitetur esse in/ tenuta et corporali possessione pro dicta religione.
Renuntiando predicti non sic facti contractus et non ita vera esse omnia
et singula in isto/ contractu contenta et omni legum auxilio et stant et cetera. Et inde sum rogatus
unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo
octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus,
scripsi.
48
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 17 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Nicola detto Banzaga fu Scaia per nove anni tre appezzamenti di terra
in contrada San Nicola in territorio di Toscolano in cambio di una galletta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA NICOLAY SCAYE
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Nicolaum Scaye de Secina de Tusculano. Die decimo
septimo ianuarii, in Tusculano, in curtivio domuum religionis Sancti Do/minici, presentibus:
Iohanino filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario, Iohane qui dicitur Zoellus quondam
Mafey Asmini de Secina, ambobus/ de Tusculano, Franceschino qui dicitur Dentellus quondam
Antonii de Sanico de Materno, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater/ Michael
de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de
Cleusuris Brixie, per se et suos suc/cesores ac nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis
et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat/ ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Nicolaum qui dicitur Banzaga quondam Scaye de Secina de Tusculano de
infrascriptis peciis terre iuris d/ictarum eclesiarum usque ad novem annos et ad novam
investituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores/ in dictum
Nicolaum vel in suos heredes pro infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre aratoria, olivata et
vidata iacente in teratorio de Tusculano in contrata/ Sancti Nicolay, cui coheret a mane heredes
domini Iohanis Raiveie, a meridie heredes Iacobi domini Iohanis, a sero Iohanes Mafey pro dicta
religione,/ a monte via; item de una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in dicto teratorio
in dicta contrata, cui coheret a mane heredes Iacobi domini Iohanis, a meridie/ Michelinus Secinelli
in parte et in parte heredes Iacobi domini Iohanis, a sero Stefaninus Sinelle, a monte Zoelus Mafey
pro dicta religione;/ item de una pecia terre et est olivata et aratoria iacente in dicto teratorio et
contrata, cui coheret Iohanes suprascriptus pro dicta religione, a meridie Iohaninus
Sinelle,/ a sero eclesia Sancti Nicolay, a monte Nicolaus Berete; que tres pecie terre possunt esse
per mensuram sexaginta tabule, salvis omnibus aliis/ coherentiis, si que forent. Tali modo dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit
117

dictam investituram de dictis pecis terre in dictum Nicolaum, ita quod/ ipse Nicolaus et sui heredes
et cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis
quidquid voluerit/ faciat iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios/ si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et
singulis que dicte pecie terre habent supra se,/ intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione sibi et dicte religioni ex dictis pecis terre modo aliquo pertin/ente seu
spectante. Solvendo ipse Nicolaus, per se et suos heredes, dictis eclesiis et dicte religioni annuatim
in epifania Domini vel in/ octava unam galetam oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati
ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam/ dictarum eclesiarum et dicte
religionis. Quo ficto dato et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod solvat
fictum/ in duplum in illo et de illo anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et
in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo/ tempore vellet vendere ius seu melioramentum
suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis,/ emere
volentibus nomine et vice dictarum eclesiarum, dare pro quinque soldis imperialium minus quam
alteri persone; alioquin vendat ius seu mel/ioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel
potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis succ/essoribus inde
habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve
simille eodem tenore/ firmare. Promittens ipse Nicolaus, per se et suos heredes, dicto domino
preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et aten/dere dictum fictum ad
dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena
omnis dampni et dispendi/ inde dicto domino preposito et suis successoribus incurentium,
obligando ad hoc dictus Nicolaus dicto domino preposito, recipienti pro se et dictis/ eclesiis, se
personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus
stipulatione promisit, per se et suos suc/cessores, dicto Nicolao, pro se et suis heredibus stipulanti,
dictas pecias terre et quamlibet earum et dictam investituram earumdem ei et suis heredibus et
cui/ dederit, ab omni contradicenti persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto/ Nicolao et suis heredibus incurentium,
obligando ad hoc dicto Nicolao omnia bona dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et
futura pigneri./ De quibus pecis terre ex nunc dictus Nicolaus confitetur esse in tenuta et corporali
possessione pro dicta religione. Renuntiando predicti domini non sic facti dicti
contractus/ et non ita vera esse omnia in isto contractu contenta et omni legum auxilio et cetera. Et
inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo
trecentesimo quatragesio octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano
Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
49
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 17 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto ai fratelli Benedetto e Antoniolo fu Bartolomeo Riche per nove anni tre
appezzamenti di terra in Capra di Toscolano, in contrada Trangoni, Persico e Scanzani, in cambio di
una bazeta di olio all'anno.
118

Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA BENEDICTI QUONDAM BERTOLOMEI RICHE
IN TUSCULANO
.XXXIII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Benedictum et Antoniolum fratres et
fillios quondam Bertolomey fratris Iohanis Riche de Grezenico de Tus/culano. Die decimo septimo
ianuarii, in Tusculano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici, presentibus: Iohanino filio
Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario,/ Nicolao quondam Guathagnini, Iohane qui dicitur
Zoanetus Martini Bonzii, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater
Micha/el de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti
Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et/ vice dictarum eclesiarum et
dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad
rectum livellum comunis Brixie, inve/stivit Benedictum filium Bertolomey fratris Iohanis de
Grezenico de Tusculano, recipientem pro se et Antoniolo fratre suo et fillio quondam dicti
Bertolamey, pro quo se/ personaliter et omni sua bona presentia et futura obligavit se facturum
quod dictus Antoniolus habebit firma et rata omnia et singula in isto contractu contenta et/ quod in
(...) in isto contractu contentis contravenienti, usque ad novem annos et ad novam investituram
fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos succesores/ in dictos Benedictum et
Antoniolum vel in suos heredes de infrascriptis peciis terre iuris dictarum eclesiarum pro
infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre aratoria, olivata/ et vidata iacente in teratorio de
Tusculano in Campra Plani in contrata Trangoni, cui coheret a mane via, a sero magister Iohanes
medicus, a monte heredes Iohanis ser Iacobi, a meridie/ Iacobina uxor Nicolay Castelane de
Materno; item de una pecia terre aratoria et olivata iacente in dicto teratorio et in dicta Capra in
contrata ubi dicitur ad Persicum,/ cui coheret a mane et a meridie dicti conductores, a sero via, a
monte Zoatus ser Fathini; item de una pecia terre olivata, vidata et aratoria iacente in dicto
teratorio in Campra pre/fata in contrata Scanzani iusta Raverias, cui coheret a mane heredes Zeni
fratris Iohanis, a meridie Delaytus Streve, a sero et a monte via, salvis omnibus aliis/ coherentiis, si
que forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram
de dictis pecis terre in dictum Benedictum, recipientem/ pro se et dicto fratre suo, ita quod ipsi et
eorum heredes et cui dederint habeant, teneant, gaudeant et possideant dictas pecias terre et de
eis quidquid voluerint faci/ant iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui/
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et
singulis que dicte pecie terre habent supra se, in/tra se seu infra se in integrum et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis et confratribus earumdem ex dictis pecis terre
mo/do aliquo pertinente seu spectante. Dantibus et solventibus ipsis Benedicto et Antoniolo dicto
domino preposito et dictis eclesiis annuatim/ in epifania Domini vel in octava unam bazetam oley,
nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de/
Tusculano, ad canipam dictarum eclesiarum et dicte religionis. Quo ficto dato et soluto, alia
superimposita non fiant dictis conductoribus, preter/ quod solvant fictum in duplum in illo et de illo
anno in quo non solverint dictum fictum ad dictum terminum. Eteciam eo salvo quod, si dicti
emphiteote aliquo tempore vellent vendere ius seu melioramentum suum, teneantur primo dictum
dominum prepositum vel suos successores ape/lare
119

et eis, emere volentibus nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis, dare pro quinque
soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendant/ ius seu melioramentum suum cui
voluerint, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendant, dicto domino
preposito vel suis/ successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant
novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Prom/ittens ipse Benedictus,
per se et suos heredes, et nomine et vice dicti Antonioli fratris sui, dare, solvere et atendere dictum
fictum ad dictum termi/num et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta,
sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis suc/cessoribus
incurentium, obligando ad hoc ei, recipienti pro se et suis successoribus, se personaliter et omnia
sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus/ dominus prepositus stipulatione promisit, per
se et suos successores, dicto Benedicto, pro se et dicto fratre suo et eorum heredes stipulanti,
dictas pecias/ terre et dictam investituram earumdem eis et suis heredibus et cui dederint ab omni
contradicenti persona et universitate legiptime defendere, auctoriz/are et desbrigare, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dictis Benedicto et Antoniolo et suis heredibus et cuiuslibet eorum
incurentium obl/igando ad hoc dicto Benedicto, recipienti pro se et dicto fratre suo omnia bona
dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et futura pigneri./ Et inde sum rogatus unum et
plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo,
indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus,
scripsi.
50
CARTA LIVELLI
1349 Gennaio 20 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici, in camara domini prepositi.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Nasimbeno detto Colomba fu Pugneto un
appezzamento di terra tra Folino e Cabiana in territorio di Toscolano in cambio di quattro gallette
di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA COLUMBE DE FOLINO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Columbam Pugneti de Folino. Die
vigesimo ianuarii, in Tusculano, in domibus religionis Sancti/ Dominici, in camara infrascripti domini
prepositi, presentibus: Bono quondam fratris Iohanis, notario pro secundo notario, Petro quondam
Benevenuti Corveti de/ Castro Sancti Michaellis, Bertolino quondam Tusculani de Plano, omnibus
de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Micha/el de Navis, prepositus
religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et
suos successo/res ac nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis et capituli et conventus
eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad/ rectum livellum comunis Brixie, investivit
Nasimbenum qui dicitur Columba quondam Pugneti de Folino de Tusculano usque ad novem/
annos et ad novam investituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores
in dictum Nasimbenum qui dicitur/ Columba vel in suos heredes de infrascripta pecia terre iuris
dictarum eclesiarum pro infrascripto ficto, videlicet de una pecia terre
120

aratoria, olivata et vidata/ iacente in teratorio de Tusculano in contrata Folini intra Folinum et
Cabianam supra paludes, cui coheret a mane et a monte Graciotus ser Nasimpacis, a meridie/ via, a
sero Benamatus ser Bertolasii et esse potest per mensuram quinquaginta due tabule vel circa, salvis
omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali/ modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut
supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum Nasibenum, ita quod ipse
Nasim/benus et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat
dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faci/at sine contraditione dicti domini prepositi
suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios
si qui/ forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum
omnibus et singulis que dicta pecia terre habet/ supra se, intra se seu infra se in integrum et cum
omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dicte religioni et confratribus/ eiusdem ex dicta
pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante./ Dicto Nasimbeno et suis heredibus dante et
solvente dicto domino prepo/sito et suis successoribus et confratribus dicte religionis annuatim in
epifania Domini vel in octava quatuor galetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad
rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte reli/gionis. Quo ficto dato
et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod solvat fictum in duplum in/ illo
et de illo anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si
dictus Nasimbenus/ aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo
dictum dominum prepositum vel suos succ/esores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice
dicte religionis, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; ali/oquin vendat
ius suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo
modo vendat, dicto domino prepo/sito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos
imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve/ simille eodem tenore
firmare. Promittens ipse Nasimbenus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et
suis/ successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et
atendere et observare omnia et singula/ in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obli/gando ad hoc dicto
domino preposito, recipienti pro se et dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et
omnia sua bona presentia et futura pi/gneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione
promisit, per se et suos successores, dicto Nasimbeno, pro se et suis heredibus/ stipulanti, dictam
peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona
et universitate legiptime defendere, aucto/rizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi
inde dicto Nasimbeno et suis heredibus incurentium, obligando ad/ hoc dicto Nasimbeno omnia
bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus dominus
Nasimbenus/ ex nunc confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dicta religione.
Renuntiantes predicti omni exceptioni non sic facti dicti contractus et/ non ita vera esse omnia et
singula in isto contractu contenta et omni legum auxilio et cetera. Et inde sum rogatus unum et
plura facere instrumenta/ uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo nono,
indicione secunda./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
121

51
CARTA LIVELLI
1350 Marzo 8 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Franceschino detto Ordano fu Antoniolo Rabelle un
appezzamento di terra in contrada Monticolo in Capra di Toscolano in cambio di cinque bazete di
olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo, indicione tercia.
CARTA FRANCESCHINI QUI DICITUR ORDANUS
.XXXIIIIor.
(S.T.) Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Franceschinum qui dicitur Ordanus de Cuzaga./ In
Christi nomine. Die octavo marcii, in Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici, presentibus:
Iohane molinario/ quondam Francini de Gardono, Delayto qui dicitur Portesius de Portesio,
habitatore Tusculani, Michaelle fratris/ Marchesii de Secina de Tusculano, notario pro secundo
notario, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater/ Michael de Navis, prepositus
religionis eclesiarum sanctorum Dominici de Tusculano et Heustachi de Cleusuris Brixie,/ per se et
suos successores ac nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus et confratrum eiusdem,
per lignum quod in/ suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit
Franceschinum qui dicitur Ordanus quondam Antonio/li Rabelle de Cuzaga de Tusculano de una
pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de Tusculano in/ Campra Plani in contrata
ubi dicitur ad Monticulum sive ad Zucham, cui coheret a mane Bonus Nicolini, a meridie fratres
religionis/ Sancti Dominici, a sero heredes fratris Iohanis sive habentes causam ab eis (-) in parte et
in parte Franceschus Vetelli, a monte/ via, salvis aliis coherentiis, quam peciam terre
consueverat habere ad livellum Iacobinus Zelle. Tali modo dictus dominus prepositus,/ nomine quo
ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum Franceschinum, ita quod ipse
Franceschinus et sui heredes/ et cui dederit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam
terre et de ea quidquid voluerit faciat iure livelario sine contra/ditione dicti domini prepositi
suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios
si qui/ forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum
omnibus et singulis que dicta/ pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum
omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et confratribus/ dicte religionis ex dicta pecia terre
modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Franceschinus, per se et suos/ heredes, dicte
religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava quinque bazetas oley,
nomine/ ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de
Tusculano, ad canipam dicte religionis,/ sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota
aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum/ suum, teneatur primo dictum dominum
prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis,
dare pro/ duobus soldis planetorum imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius
suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat,/ dicto domino
preposito vel suis successoribus inde habentibus quinque soldos planetorum pro quibus debeant
novum emphiteotam investire et breve/ simille eodem tenore firmare. Promittens ipse
Franceschinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro
122

se et suis successoribus stipulanti, dare,/ solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et
atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi/ inde dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad hoc ei,
recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia
et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos
successores, dicto Franceschino, pro se et/ suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam
investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate/ (-)
legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto
Franceschino et suis heredibus incurentium,/ obligando ad hoc ei omnia bona et dicte religionis
presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Franceschinus confitetur/ esse in
tenuta et corporali possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo, indicione tercia./
Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
52
CARTA LIVELLI
1350 Agosto 29 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Giovanni detto Barberio fu Noysio un appezzamento di
terra in contrada Ronchetelli in territorio di Toscolano in cambio di nove bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96
CARTA IOHANIS QUI DICITUR BARBERIUS NOYSI
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Barberium Noysii de Pulzano de
Tusculano. Die vigesimo nono/ augusti, in Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de
Tusculano, presentibus: Franceschino filio Iohanis Peter/boni Bruni de Plano Tusculano, notario pro
secundo notario, Peterbono filio Iohanis ser Fathini de dicto loco,/ Delayto qui dicitur Portesius de
Portesio, habitatore Tusculani, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater/ Michael
de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de
Cleusuris Brixie,/ per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis et confratrum
eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat/ ad rectum livellum comunis Brixie, investivit
Iohanem qui dicitur Barberius quondam Noysii ser Sayoli de Pulzano, habitatorem Plani/ Tusculani,
de una pecia terre aratoria, olivata et vidata et costiva iacente in teratorio de Tusculano in contrata
ubi dicitur ad Ronchetellos,/ cui coheret a mane et a sero dictus conductor, a monte heredes
Iohanis ser Iacobi et est per mensuram quatraginta quinque tabule, salvis/ omnibus aliis
coherentiis, si que forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam
investituram/ de dicta pecia terre in dictum Iohanem, ita quod ipse Iohanes et sui heredes et cui
dederit vel habere statuerit habeat, teneat,/ gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea
quidquid voluerit faciat iure livelario sine contraditione dicti domini prepo/siti suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et/ cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias
123

publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia/ terre habet supra se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et confratribus dicte religionis ex
dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Quam peciam terre Iacobinus Zelle/ habet
ad livellum cum una alia pecia terre a dicta religione. Solvendo ipse Iohanes, per se et suos heredes,
dicte/ religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava novem bazetas
oley nomine ficti boni/ et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de
Tusculano, ad canipam dicte religionis./ Quo ficto dato et soluto, alia superimposita non fiant dicto
conductori, preter quod solvat fictum in/ duplum in illo et de illo anno in quo non solverit dictum
fictum ad dictum terminum. Et in eo salvo quod, si/ dictus emphiteota aliquo tempore vellet
vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum/ prepositum vel suos
successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro/ quinque
soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui
voluerit,/ preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito
vel suis succes/oribus inde habentibus quinque soldos planetorum pro quibus debeant novum
emphiteotam investire et breve simille/ eodem tenore firmare. Promittens ipse Iohanes, per se et
suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis succes/oribus stipulanti, dare, solvere et
atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula/ in isto
contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis
successoribus incurentium,/ obligando ad hoc ei, recipienti pro se et dicta religione, se personaliter
et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper/ dictus dominus prepositus, nomine quo ut
supra, stipulatione promisit dicto Iohani, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et
dictam/ investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit vel habere statuerit ab omni
persona et universitate legiptime defendere,/ auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto Iohani et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc/ ei omnia bona dicte
religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Iohanes confitetur esse in
te/nuta et corporali possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo, indicione tercia.
Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de/ Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
53
CARTA LIVELLI
1353 marzo 18 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Giovanni fu Bonzano due appezzamenti di terra in
contrada Pidosso e Acque in territorio di Toscolano in cambio di diciotto bazete e un quarterio di
olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio.
CARTA IOHANIS QUONDAM BONZANI DE GAYNO
.XXXV.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iohanem quondam Bonzany de Gayno de
Tusculano. Die decimo octavo marcii, in
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Tusculano,/ in domibus religionis Sancti Dominici, presentibus: Bertolino quondam Boture de
Faxano de Gardono, Venturino quondam Iacobini/ Vaye de Cabiana de Tusculano, notario pro
secundo notario, Conigeto de Salodo, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater/
Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi
de Cleusuris/ Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dictarum eclesiarum et capituli et
conventus earumdem, per lignum quod in suis/ manibus tenebat ad rectum livellum comunis
Brixie, investivit Iohanem quondam Bonzany de Gayno de Tusculano de infrascriptis duabus peciis
terre iuris dicte religionis: prima est vidata cum aliis arboribus et iacet in teratorio de Tusculano in
contrata Pugayni ubi dicitur Pudosum, cui coheret a mane Lumbardus Bere in parte et in parte
Manegesius Bonaventure, a meridie, a sero/ et a monte via, salvis aliis coherentiis; secunda iacet in
dicto teratorio in contrata ubi dicitur ad Aquas, cui coheret ab una parte Baselus/ Franceschini, a
meridie heredes Tavere Peteni pro dicta religione, a sero et a monte via, salvis omnibus aliis
coherentiis. Que pecie terre sunt per mensuram,/ videlicet: pecia terre iacente ad Pudossum est
centum triginta quinque tabule et tres pedes et pecia terre iacente ad Aquas est per mensuram
sexaginta tabule. Tali modo dictus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de
dictis peciis terre in dictum Iohanem, ita quod/ ipse Iohanes et sui heredes et cui dederit vel habere
statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias/ terre et de eis quidquid
voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum
omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum
accessibus, ingressibus et regressibus suis/ usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que
dicte pecie terre et quelibet earum habet supra se, intra se seu infra se in inte/grum et cum omni
iure et actione, usu seu requisitione sibi et dicte religioni et confratribus eiusdem ex dictis pecis
terre modo aliquo/ pertinente seu spectante. Solvendo ipse Iohanes, per se et suos heredes, dicte
religioni et confratribus eiusdem decem octo baz/etas oley et unum quarterium oley annuatim in
epifania Domini vel in octava, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rec/tam mensuram
de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis. Videlicet sedicim bazetas de pecia
terre iacente ad Pudossum/ et duas bazetas et unum quarterium de pecia terre iacente ad Aquas,
sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si dictus/ emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu
melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos/ successores apellare
et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro quinque soldis minus quam alteri/
persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti
homini/ quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus
duos soldos pro quibus/ debeat novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore
firmare. Promittens/ ipse Iohanes, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, solvere et/ atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere
et observare omnia et singula in isto contractu contenta,/ sub pena omnis dampni et dispendi inde
dicto domino preposito et confratribus dicte religionis incurentium/ obligando ad hoc dicto domino
preposito, recipienti pro se et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et
futura/ pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit dicto
Iohani, pro se et suis heredibus/ stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram eiusdem ei et
suis heredibus et cui dederit vel habere statuerit ab omni persona et universitate legiptime
defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto/ Iohani et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Iohani omnia bona dicte religionis presentia et
futura/ pigneri. De quibus peciis terre
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ex nunc dictus Iohanes confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dicta religione./ Et
inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo
trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta/. Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de
Tusculano, notarius Sacrii Palacii, hiis omnibus affuy rogatus, scripsi. Antoniolus quondam
Oderici Castegne de Tusculano R. de infrascripis peciis terre que est investitus.
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CARTA LIVELLI
1353 febbraio 22 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Giovanni fu Bertolino Regencini un appezzamento di
terra in contrada Mezzacapagna in territorio di Toscolano in cambio di una galletta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta.
CARTA IOHANIS QUONDAM BERTOLINI RIGECINI
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iohanem Bertolini Regentini de
Grezenico de Tusculano. Die vigesimo secundo februarii, in Tus/culano, in domibus religionis Sancti
Dominici, presentibus: Nicolao quondam Petri ser Bertoni, notario pro secundo notario, Bonzanino
filio Facioli Mese,/ ambobus de Grezenico de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus
frater Michael de Navis, prepositus religionis Sancti/ Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de
Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis/ et capituli et
conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus ad rectum livellum comunis Brixie,
investivit Iohanem quondam Bertolini/ Regencini de Grezenico de Tusculano de una pecia terre
iuris dicte religionis aratoria, olivata et vidata et loriva iacente in Pl/ano Tusculani in contrata
Mezacampagne, cui coheret a mane heredes Petri Bertoli in parte et in parte heredes Zeni fratris
Iohanis, a meridie/ heredes Petri Bertoli in parte et in parte heredes Boyoli pro dicta religione, a
sero heredes Boyoli in parte pro dicta religione in parte via et in parte/ Iohanes quondam Ognabeni
Seri, a monte dictus Iohanes in parte et in parte Dominicus Pasquetini, salvis omnibus aliis
coherentiis, si que/ forent. Que potest esse per mensuram viginti una tabule. Tali modo dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investi/turam de dicta pecia terre in dictum
Iohanem, ita quod ipse Iohanes et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps/ in
perpetuum habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit
faciat (-) iure/ livelario sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum
omnibus et singulis que intra predictos continentur confines/ vel alios si qui forent et cum
accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus/ et singulis que
dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu
seu requi/sitione sibi et dictis eclesiis et dicte religioni ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente
seu spectante. Solvendo ipse Iohanes, per se/ et suos heredes, dicte religioni et confratribus
eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava unam galetam/ oley, nomine ficti boni et pulcri
et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano
126

ad ca/nipam dicte religionis, sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo
tempore velet/ vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum
prepositum vel suos successores ape/lare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis,
dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone;/ alioquin vendat ius suum cui
voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat,/ dicto domino preposito
vel suis successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus debeant novum/ emphiteotam
investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Iohanes, per se et suos/ heredes,
dicto domino preposito, pro se et suis successoribus et dicta religione et confratribus eiusdem
stipulanti, dare, solvere et aten/dere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare
omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena/ omnis dampni et dispendi inde dicto domino
preposito et confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto/ domino preposito,
stipulanti et recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua
bona presentia/ et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra,
stipulatione promisit dicto Iohani/ dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis
heredibus et cui dederit vel habere statuerit ab omni contradicenti persona/ et universitate
legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde/ dicto
Iohani et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Iohani omnia bona dicte religionis
presentia/ et futura pigneri. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta./ Ego Bertolameus
filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius Sacrii Palacii, hiis omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1354 Gennaio 5 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Giovanni fu Bottura un appezzamento di terra in
contrada De Possis nel Piano di Toscolano in cambio di dieci bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinuagesimo quarto, indicione septima.
CARTA IOHANIS QUONDAM BOTURE DE GACIO
.XXXVI.
(S.T.) In Christi nomine. Die quinto ianuarii, in Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici,
presentibus: Franceschino filio/ Iohanis Peterboni, notario pro secundo notario, Floriolo quondam
Noysii ser Faxoli, Galvagno quondam magistri Baldrici/ medici, omnibus de Tusculano, testibus
rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus re/ligionis eclesiarum Sancti
Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, verbo et consensu fratris Francini
de/ Trovegnanis, fratris Iohanini de Brixia, presbiterorum, fratris Bertolini Gosoli, fratris Benevenuti
de Materno et fratris Desiderati/ de Ciis de Salodo, omnium confratrum dicte religionis, ibi
presentium dicentium sese esse maiorem partem capituli et conventus/ dicte religionis ac in
omnibus et singulis infrascriptis consentientium per se et suos successores ac nomine et vice dicte
reli/gionis et capituli et conventus eiusdem, per
127

lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie in/vestivit Iohanem
quondam Boture de Gacio de Tusculano, habitatorem Plani Tusculani, de una pecia terre iuris dicte
religionis/ aratoria, olivata et vidata iacente in Plano Tusculani in contrata de Possis, cui coheret a
mane heredes quondam Bontempi Iohanis ser Iacobi,/ a meridie eclesia Sancti Petri plebis de
Tusculano in parte et in parte Barberius Noysii, a sero Iohanes Benevenuti Mozii, a monte
Bertolinus/ Streve, salvis omnibus aliis coherentiis et est per mensuram viginti novem tabule et
dimidiam, vel circa. Tali modo dictus/ dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam
investituram de dicta pecia terre in dictum Iohanem, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel
habere statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et/ de ea
quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus/ suis usque in vias publicas, et cum omnibus et
singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in in/tegrum et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione dicte religioni et confratribus eiusdem ex dicta pecia terre modo/
modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Iohanes, per se et suos heredes, dicte
religioni et confratribus/ eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava decem bazetas oley,
nomine ficti boni et pulcri/ ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam
dicte religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si/ dictus emphiteota aliquo tempore velet
vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos/
successores apelare et eis, emere volentibus nomine dicta religionis, dare pro duobus soldis
planetorum minus quam alteri persone; alioquin/ vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit,
preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat,/ dicto domino preposito vel suis
successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus debeant novum emphiteotam/ investire et
breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Iohanes, per se et suos heredes, dicto
preposito, pro se/ et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere (-) dictum fictum ad
dictum terminum et atendere et ob/servare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et confratribus dicte religi/onis incurentium,
obligando ad hoc dicto domino preposito, stipulanti et recipienti nomine et vice dicte religionis et
confratrum eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit/ dicto Iohani, pro se et suis
heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et
cui dederit/ ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub
pena omnis dampni et dispendi/ inde dicto Iohani et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc
ei, se personaliter omnia (-) bona dicte religionis presentia/ et futura pigneri. De qua pecia terre
dictus Iohanes ex nunc confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dicta religione. Et/
inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo
trecentesimo quinquagesimo quarto, indicione septima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de
Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
56
CARTA LIVELLI
1354 Gennaio 5 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
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Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Pasquetino di Bono Pasqueti un appezzamento di terra
in contrada Camantili in territorio di Toscolano in cambio di cinque bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA PASQUETINI FILII BONI PASQUETI DE MESSAGA
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Pasquetinum Boni. Die quinto ianuarii, in
Tusculano, in domibus/ religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Franceschino filio
Iohanis Peterboni, notario pro secundo notario, Floriolo/ quondam Noysii ser Faxoli, Galvagno
quondam magistri Baldrici, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus/ frater
Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi
de Cle/usuris Brixie, verbo et consensu infrascriptorum confratrum, videlicet Francini de
Trovegnanis, fratris Iohanini de Brixia, presbiterorum,/ fratris Bertolini Gosolli, fratris Benevenuti de
Materno, fratris Desiderati de Ciis de Salodo, ibi presentium, confratrum/ dicte religionis et
dicentium sese esse maiorem partem capituli et conventus dicte religionis ac/ in omnibus et
singulis infrascriptis consentientium per se et suos successores ac nomine et vice dicte reli/gionis et
capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum/
comunis Brixie, investivit Pasquetinum filium Boni Pasqueti de Mesaga de Tusculano, dicentem/ et
aserentem se facere et exercere facta sua per se et stare et habitare scorsum a dicto patre suo
tamquam/ paterfamilias pater, de una pecia terre iuris dicte religionis iacente in teratorio de
Tusculano/ in contrata Camantili et est olivata, vidata et aratoria, cui coheret a mane heredes Gracii
Tomasii in parte et in/ parte Michael Bosii, a meridie Nicolaus Boni, a sero Zilianus Calze, a monte
via, salvis aliis coherentiis et/ est per mensuram duodicim tabule et duo pedes, vel
circa. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit/ dictam investituram de
dicta pecia terre in dictum Pasquetinum, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere
statu/erit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid
voluerit iure livelli sine/ contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum
omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel a/alios si qui forent et cum
accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas et/ cum omnibus et singulis que
dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione/ usu
seu requisitione dicte religioni et confratribus eiusdem modo aliquo ex dicte pecia terre pertinente
seu spec/tante. Solvendo ipse Pasquetinus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus
eiusdem annuatim/ in epifania Domini vel in octava quinque bazetas oley, nomine ficti boni et
pulcri et bene men/surati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam
dicte religionis, sub pena/ dupli. Et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore vellet
vendere ius seu melioramentum suum te/neatur primo dictum dominum prepositum vel suos
successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religi/onis, dare pro quinque
soldis plnetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui
vo/luerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito
vel suis successoribus inde/ habentibus duos soldos planetorum pro quibus debeant novum
emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare./ Promittens ipse Pasquetinus, per se
et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare,/
129

solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula
in isto contractu contenta,/ sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis
successoribus incurentium, obligando ad hoc/ dicto domino preposito, stipulanti et recipienti pro
dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia/ et futura
pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit dicto
Pasquetino, pro se et suis/ heredibus stipulanti, eiusdem (-) dictam peciam terre et dictam
investituram eiusdem ab omni persona et universitate legiptime defendere, aucto/rizare et
desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Pasquetino et suis heredibus
incurentium, obligando/ ad hoc dicto Pasquetino omnia bona dicte religionis presentia et futura
pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus/ Pasquetinus confitetur esse in possessione pro dicta
religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesimo quarto, indicione septima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius sacri palacii, rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1354 Gennaio 5 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Guglielmino fu Bertolino Zampogni un appezzamento
di terra in contrada Valli in territorio di Toscolano in cambio di dieci bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA GUIELMINI ZAMPOGNI DE GAYNO
.XXXVII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Guielminum Pethoni de Gayno de
Tusculano. Die quinto ianuarii,/ in Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici, presentibus:
Iacobino filio Bertolamey ser Zani de/ Pulzano de Tusculano, notario pro secundo notario, Amigeto
de Salodo, ambobus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus/ frater Michael de Navis de Brixia,
prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti/ Heustachi de Cleusuris
Brixie, verbo et consensu infrascriptorum confratrum dicte religionis, videlicet: fratris Francini/ de
Trovegnanis, fratris Iohanini de Brixia, presbiterorum, fratris Bertolini Gosolli, fratris Nicolai de
Mesaga, fratris Mar/tini Revelli, fratris Desiderati de Ciis de Salodo, fratris Benevenuti de Materno,
ibi presentium et dicentium sese esse/ maiorem partem capituli et conventus dicte religionis ac in
omnibus et singulis in isto contractu contentis consentientium/ per se et suos successores ac
nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis/ manibus
tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Guielminum quondam Bertolini Zapogni de
Gayno/ de Tusculano de una pecia terre iuris dicte religionis et est aratoria, olivata et vidata iacente
in teratorio de Tusculano in contrata/ de Levalibus, cui coheret a mane Cerutus Benevenuti Corveti,
a meridie heredes Zoaneti Martini Bonzii, a sero via, a monte dictus Cerutus, salvis omnibus aliis
coherentiis./ Et est per mensuram quinquaginta quinque tabule, novem pedes et decem onzas vel
circa. Tali modo/ dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de
dicta pecia terre in dictum Guielminum, ita quod ipse et sui heredes/ et cui dederit deinceps
habeat, teneat, gaudeat et
130

possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat iure livelli sine/ contraditione dicti
domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur
confines vel alios si qui/ forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet/ supra se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione dicte religioni et confratribus eiusdem/
ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Guielminus, per se et suos
heredes, dicte religioni et/ confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava decem
bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri/ et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in
terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli./ Et in eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur/ primo dictum
dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus (-) nomine et vice/
dicte religionis, dare pro quinque soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat ius
seu melioramentum suum/ cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel suis suc/cesoribus inde habentibus duos soldos planetorum pro
quibus debeant novum emphiteotam investire et breve sim/ille eodem tenore firmare. Promittens
ipse Guielminus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis/ successoribus
stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare
omnia/ et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino
preposito et confratribus dicte reli/gionis incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito,
recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia/ sua bona presentia
et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit/
dicto Guielmino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram
eiusdem ei et suis heredibus et cui de/derit, ab omni persona et universitate legiptime defendere,
auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi/ inde dicto Guielmino et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Guielmino omnia bona dicte religionis/ presentia et
futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Guielminus confitetur esse in possessione pro
dicta religione./ Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesimo quarto, indicione septima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
58
CARTA LIVELLI
1354 Gennaio 6 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Benedetto di Francesco Vetelli un appezzamento di
terra in contrada Pradalino in Piano di Toscolano in cambio di nove bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA BENEDICTI FRANCESCHI VETHELI
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Benedictum Zegni. Die (-) sexto ianuarii, in Tusculano,
in domibus re/ligionis Sancti Dominici, presentibus: Avancino quondam Requiliani Bozie de Gayno,
notario pro
131

secundo notario, Graciolo quondam Malegni/ Todeschi, Requiliano filio Iohanis Ruzeni, ambobus de
Pulzano, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus/ frater Michael de Navis,
prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris/
Brixie, verbo et consensu infrascriptorum confratrum, videlicet: fratris Francini de Trovegnanis,
fratris Iohanini de Brixia, presbiterorum, fratris/ Bertolini Gosoli, fratris Benevenuti de Materno et
fratris Desiderati de Ciis de Salodo et fratris Nicolay Boninsegne de Tusculano,/ omnium confratrum
dicte religionis, ibi presentium et dicentium sese esse maiorem partem capituli et conventus dicte
religionis ac in/ omnibus et singulis in isto contractu contentis et consentientium per se et suos
successores ac nomine et vice dicte religionis et capituli/ et conventus eiusdem, per lignum quod in
suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Bene/dictum filium Franceschi
Vetelli de Grezenico de Tusculano, recipientem verbo et consensu dicti Franceschi patris sui, ibi/
presentis, et ei ad omnia et singula in isto contractu contenta parabolam dantis, de una pecia terre
iuris dicte religionis/ aratoria, olivata, vidata et loriva iacente in teratorio de Tusculano in contrata
Pradalini in Plano, cui coheret a mane et a monte via,/ a meridie heredes Avancini Yianelle, a sero
Iohanes Salvagni pro dicta religione in parte et in parte Dominicus Pasquetini,/ salvis omnibus aliis
coherentiis. Et est per mensuram viginti septem tabule vel circa. Tali modo dictus dominus
prepositus, nomine/ quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum
Benedictum, ita quod ipse et sui heredes et cui de/derit vel habere statuerit deinceps habeat,
teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat/ iure livelli sine
contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra
predictos continentur/ confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus
suis usque in vias publicas, et cum/ omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se
seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu/ seu requisitione dicte religioni et
confratribus eiusdem ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante./ Solvendo ipse
Benedictus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem, annuatim in epifania/
Domini vel in octava novem bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam/
mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et in eo
sal/vo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu melioramentum suum,
teneatur primo dictum/ prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine
et vice dicte religionis, dare pro quinque/ soldis minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu
melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie/ vel potenti homini (-) quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel suis successo/ribus inde habentibus duos soldos pro quibus
debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem te/nore firmare. Promittens ipse
Benedictus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis succe/soribus stipulanti,
dare, solvere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto/
contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et
confratribus dicte religionis incurentium,/ obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro
dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona pre/sentia et futura
pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, promisit dicto
Benedicto, pro se et suis/ heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem
ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate/ legiptime defendere,
auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto (-) Benedicto et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Benedicto omnia bona dicte religionis presentia et/
futura pigneri.
132

De qua pecia terre ex nunc dictus Benedictus confitetur esse in possessione pro dicta religione. Et
inde sum/ rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo
trecentesimo quinquagesimo quarto, indicione septima. Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni/ de
Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
59
CARTA LIVELLI
1354 Gennaio 6 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Pasino detto Ordano fu Toscolano un appezzamento di
terra in contrada Pratello in territorio di Toscolano in cambio di otto bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA PASINI QUI DICITUR ORDANUS
.XXXVIII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Ordanum Tusculani. Die sexto ianuarii, in
Tusculano, in domibus religionis Sancti/ Dominici de Tusculano, presentibus: Avancino quondam
Requiliani Bozie de Gayno, notario pro secundo notario, Graciolo quondam Malegni Todeschi,
Re/quiliano filio Iohanis Ruzeni, ambobus de Pulzano
, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Micha/el de Navis,
prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris
Brixie, verbo et consen/su infrascriptorum confratrum, videlicet: fratris Francini de Trovegnanis,
fratris Iohanini de Brixia, presbiterorum, fratris Bertolini Gosoli, fratris/ Benevenuti de Materno,
fratris Desiderati de Ciis de Salodo, fratris Nicolay Boninsegne de Tusculano, omnium confratrum
dicte religionis, ibi/ presentium et omnibus et singulis in isto contractu contentis consentientium ac
indicentium sese esse mai/orem partem capituli et conventus dicte/ religionis per se et suos
successores ac nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in
suis ma/nibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Pasinum qui dicitur Ordanus
quondam Tusculani ser Fathini de Plano Tusculani/ de una pecia terre iuris dicte religionis olivata,
vidata et aratoria et costiva et rosiva iacente in teratorio de Tusculano in contrata/ ubi dicitur ad
Prathellum, cui coheret a mane Floriolus Noysii in parte et in parte heredes fratris Iohanis, a monte
dictus Floriolus, in parte/ et in parte Petrus ser Baldoyni et in parte via, a sero
Mancabellus Tusculani, salvis aliis coherentiis et est per mensuram septuaginta sex/ tabule vel
circa. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram in
dictum Pasinum, ita/ quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat,
teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quid/quid voluerit faciat iure livelli sine
contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que/ intra
predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus
suis usque in vias/ publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se
seu infra se in integrum et cum omni/ iure et actione, usu seu requisitione dicte religioni et
confratribus eiusdem ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spec/tante. Solvendo ipse
Pasinus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus, annuatim in epifania Domini vel in/
octava octo bazetas
133

oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano/ in
Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore/ velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum
dominum prepositum vel suos successores apelare/ et eis, emere volentibus nomine et vice dicte
religionis, dare pro quinque soldis minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu/
melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino prepo/sito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus
debeant novum emphiteotam investire et breve si/mille eodem tenore firmare. Promittens ipse
Pasinus, per se et suos heredes, dicto (-) domino preposito, pro se et suis/ successoribus stipulanti,
dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et
singula/ in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et
confratribus eiusdem incurentium, obligando ad/ hoc dicto domino preposito, stipulanti et
recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia
et/ futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, promisit
dicto Pasino, pro se et suis heredibus stipulanti,/ dictam peciam terre et dictam investituram
eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime defendere,/
auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Pasino et suis heredibus
incurentium, obligando ad hoc/ dicto Pasino omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri.
De qua pecia terre ex nunc dictus Pasinus confitetur esse in possessione et tenuta pro dicta
religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesimo quarto, indicione septima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
60
CARTA LIVELLI
1354 Gennaio 13 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Bertolino detto Maroco fu Streve Ruzeni due
appezzamenti di terra sotto Gazolo in territorio di Toscolano in cambio di dodici bazete di olio
all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo quarto, indicione septima.
CARTA BERTOLINI QUI DICITUR MAROCHUS STREVE
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Bertolinum Streve. Die tercio decimo
ianuarii, in Tusculano, in domibus religionis Sancti/ Dominici, presentibus: Iohanino quondam
Bontempi de Plano, notario pro secundo notario, Peterzolo quondam Mafey Asmini, Bertello
quondam Zoelli, ambobus de Secina,/ omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiosus vir
dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti/ Dominici de Tusculano et
Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, verbo et consensu infrascriptorum confratrum, videlicet: fratris
Francini,/ fratris Fethrigini de Brixia, fratris Iohanini de Brixia, presbiterorum, fratris Bertolini
Gosoli, fratris Martini Revelli, fratris/ Bertolini Bosioti, fratris Desiderati et fratris Benevenuti de
Materno, ibi
134

presentium et di/centium sese esse maiorem partem capituli et conventus dicte religionis ac in
omnibus et singulis in isto contractu contentis/ consentientium per se et suos successores ac
nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per/ lignum quod in suis manibus
tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Bertolinum qui dicitur Marochus/ quondam
Streve Ruzeni de Grezenico de Tusculano de infrascriptis duabus peciis terre iuris dicte religionis
iacentibus in tera/torio de Tusculano in Capra Plani in contrata ubi dicitur sub Gazolo: prima est
aratoria, olivata et vidata, cui coheret a mane/ heredes Benedicti fratris Iohanis in parte Floriolus Noysii, a meridie Iacobinus Tomasii in parte et in parte heredes Boni fratris/ Iohanis
et in parte dictus Floriolus, a sero dictus Floriolus in parte et in parte Benamatus ser Bertolasii, a
monte dictus/ Benamatus in parte et in parte magister Bertolameus filius Peterboni Bruni et est per
mensuram sexaginta una tabule, undicim pedes vel circa; secunda iacet in dicta contrata et est
aratoria, olivata et vidata, cui coheret a mane et a meridie dictus Benamatus, a sero via, a monte
magister Bertolameus de Bisonibus, salvis aliis coherentiis et est per mensuram sex tabule et tres
pedes. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investi/turam de
dictis peciis terre in dictum Bertolinum, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere
statuerit deinceps/ habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis quidquid
voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini/ prepositi suorumque successorum; cum
omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum
accessibus, ingressibus/ et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que
dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra/ se in integrum et cum omni iure et actione, usu
seu requisitione dicte religioni et confratribus eiusdem ex dictis pecis terre modo/ aliquo
pertinente. Solvendo ipse Bertolinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito et
confratribus dicte religionis annuatim/ in epifania Domini vel in octava duodicim bazetas oley,
nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam/ mensuram de Tusculano in terra de
Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus/ emphiteota
aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum prepositum
vel suos suc/cessores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte , dare pro
quinque soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin/ vendat ius seu melioramentum
suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo ven/dat, dicto domino
preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant
novum emphiteotam/ investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Bertolinus,
per se et suos heredes, dicto domino preposito,/ pro se et suis successoribus stipulanti, dare,
solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia/ et singula
in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus
eiusdem incurentium, obligando/ ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione (-),
se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus/ prepositus,
nomine quo ut supra promisit dicto Bertolino, pro se et suis heredibus stipulanti,
dictas (-) pecias terre et dictam investituram ei/ et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona
et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis/ dampni et dispendi
inde dicto Bertolino et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Bertolino omnia bona
dicte religionis/ presentia et futura pigneri. De quibus peciis terre ex nunc dictus Bertolinus
confitetur esse in possessione pro dicta religione. Et quia dictus Berto/linus minor erat viginti
quinque annis, maior tam quatuordicim ut dicitur, iuravit ad Sancta Dey Evanyelia, corporaliter
tactis/ scripturis, non venire contra dictam promissionem, obligationem
135

nec contra aliquid in isto contractu contentum, ratione minoris etatis aut alia qualibet ratione vel/
causa. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo
trecentesimo quinquagesimo quarto, indicione septima. Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de
Plano,/ notarius rogatus, scripsi.
61
CARTA LIVELLI
1354 Gennaio 14 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Toscolano fu Benvenuto detto Botaro un
appezzamento di terra in contrada Campolungo in territorio di Toscolano in cambio di cinque
bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA TUSCULANI QUONDAM BOTARI
.XXXVIIII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Tusculanum Botari. Die quartodecimo ianuarii, in
Tusculano, domibus religionis Sancti Dominici, in camara/ infrascripti domini prepositi,
presentibus: Iohanino Bontempi, notario pro secundo notario, de Tusculano, Delayto quondam
Iohanis Malfati de Benethaga de/ Gargnano, ambobus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus
frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici/ de Tusculano et Sancti
Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis et
capituli et conventus/ eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Tusculanum quondam Benevenuti/ qui dicebatur Botarus ser Faxoli de
Pulzano de Tusculano de pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de
Tusculano in/ contrata Camplongi, cui coheret ab una parte heres Tegacii, ab alia parte heres
Iohanis Roselli, ab alia parte Nicolaus Malcani, ab/alia parte via, salvis aliis coherentiis et est per
mensuram decem septem tabule, septem pedes et dimidium. Tali modo dictus dominus prepositus,
nomine quo ut supra,/ fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum Tusculanum, ita
quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit de/inceps habeat, teneat, gaudeat et
possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti/
domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur
confines vel alios si qui forent et cum acce/sibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra/ se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione dicte religioni et confratrum eiusdem ex
dicta pecia terre/ modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Tusculanus, per se et suos
heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annu/atim in epifania Domini vel in octava quinque
bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad/ rectam mensuram de Tusculano in
terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena du/pli. Et eciam eo salvo quod, si dictus (-)
emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum/ suum, teneatur primo dictum
dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice/ dicte
religionis, dare pro quinque soldis minus quam alteri persone; alioquin vendat ius suum cui voluerit,
preter servo eclesie/ vel potenti homini
136

quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos
soldos/ pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare.
Promittens ipse Tuscu/lanus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fic/tum ad dictum terminum et atendere
et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni/ et dispendi inde
dicto domino preposito et confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto domino
preposito, sti/pulanti et recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et
omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper/ dictus dominus prepositus, nomine quo ut
supra, stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Tusculano, pro se et suis/ heredes
stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit,
ab omni persona et universitate legiptime/ defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis
dampni et dispendi inde dicto Tusculano et suis heredibus incurentium,/ obligando ad hoc dicto
Tusculano omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc/
dictus Tusculanus confitetur esse in possessione et tenuta pro dicta religione. Et inde sum rogatus
unum et plura facere/ instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quinquagesimo quarto, indicione septima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano,
notarius rogatus, scripsi.
62
CARTA LIVELLI
1354 Febbraio 9 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Martinello fu Francesco Martino Biacqui di Cecina restituisce a Michele di Nave, preposito della
religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio di Brescia, due appezzamenti di
terra siti presso Mornaga in territorio di Toscolano, che il preposito da in affitto a Giovannino fu
Bertolino detto Bertazolo in cambio di quattro bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta livelli Iohanini Bertazoli de Mornaga. Die nono februarii, in Tusculano, in domibus religionis
Sancti Dominici/ de Tusculano, presentibus: Oriolo quondam Iacobini Calapi de Materno, notario,
Iohanino quondam Bontempi de Tusculano, notario utroque/ rogato hanc cartam subscribere,
Requiliano quondam Nicolay Pasqueti de Cabiana de Tusculano, omnibus (-) testibus rogatis. Ibi
Martinellus quondam Franceschini Martini Biaqui de Secina de Tusculano, per lignum quod in suis
manibus/ tenebat, refutavit infra manus religiossi viri domini fratris Michaellis de Navis, prepositi
reli/gionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie,
recipientis pro se et nomine et vice/ dicte religionis et capituli et conventus eiusdem omne ius et
omne melioramentum quod ipse Martinellus habet vel habere/ posset in infrascriptis duabus peciis
terre, videlicet: in una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de Tusculano/ in
contrata Polastri prope villam de Mornaga, cui coheret a mane heredes Franceschi Bonomi, a
meridie heredes Moran/dini Sayoti, a sero eclesia Sancti Nicolay, a monte Zanonus qui dicitur
Ochellus Beteye, salvis aliis coherentiis et est per/ mensuram viginti duo tabule; item in una alia
pecia terre olivata iacente in dicto teratorio a mane parte ville de/ Mornaga, cui coheret a mane
Berlachinus Franceschi, a meridie via, a sero et a monte (-) domus heredis Boturelle et est per
mens/uram octo tabule et tres pedes, salvis
137

omnibus aliis coherentiis. Quam refutationem fecit dictus Martinellus in dictum/ dominum
prepositum ad hoc ut ipse dominus prepositus, nomine et vice dicte religionis, investivit Iohaninum
condam/ Bertolini qui dicebatur Bertazolus de Mornaga de Tusculano de dictis duabus peciis terre
et pro infrascripto ficto, quas/ duas pecias terre dictus Martinellus habeat ad livellum a dicta
religione cum certis aliis peciis terre ut continetur in/ carta livelli inde factis. Et ibi in continenti in
presentia dictorum testium dictus dominus prepositus, per se et/ suos successores ac nomine et
vice dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in su/is manibus tenebat ad
rectum livellum comunis Brixie, investivit dictum Iohaninum quondam dicti Bertolini/ qui dicebatur
Bertazolus de dictis duobus pecis terre. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra,
fecit dictam inve/stituram de dictis peciis terre in dictum Iohaninum, ita quod ipse et sui heredes et
cui dederit vel habere statuerit deinceps/ habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre
et de eis quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione/ dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui/
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et
singulis que dicte pecie terre habent supra se,/ intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione dicte religioni ex dictis pecis terre modo aliquo/ pertinente seu
spectante. Solvendo ipse Iohaninus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem,
annuatim in epifania/ Domini vel in octava quattuor bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et
bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano/ in terra de Tusculano, ad canipam dicte
religionis, sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore/
vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos
successores apellare et eis, emere/ volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro quinque
soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat ius suum/ cui voluerit, preter servo
eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus
inde/ habentibus duos soldos pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille
eodem tenore firmare. Pro/mittens ipse Iohaninus, per se et suos heredes, dicto domino preposito,
pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere/ dictum fictum ad dictum
terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis
dampni et dispendi/ inde dicte religioni et confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc
dicto domino preposito, stipulanti et recipienti pro dicta religione et/ confratribus eiusdem, se
personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus prepositus, nomine quo
ut supra, promisit dicto/ Iohanino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias
terre et dictam investituram ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate/
legiptime defendere et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto (-) Iohanino et
suis heredibus incurentium, obligando ad hoc/ dicto Iohanino omnia bona dicte religionis presentia
et futura pigneri. De quibus peciis terre ex nunc dictus Iohaninus confitetur esse in possessione pro
dicta/ religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesima quarto, indicione septima. Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Plano/ Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
138

63
CARTA LIVELLI
1354 Febbraio 15 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Alberto fu Giovanni detto Manino due appezzamenti di terra in
contrada Balnico in territorio di Toscolano in cambio di tre bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA ALBERTI QUONDAM MANINI SOLE
IN PLANO TUSCULANI IN CONTRATA BALNICI
.XL.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Albertum Manini. Die quinto decimo
februarii, in Tusculano, in domibus religionis/ Sancti Dominici, in camara infrascripti domini
prepositi, presentibus: (-) Iacobino quondam Iohanis Omerii, Galvagno magistri Baldrici, ambobus/
de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus
religionis eclesiarum Sancti Dominici de/ Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, verbo et
consensu fratris Bertolini Gosoli, fratris Martini Revelli, fratris/ Nicolay, confratrum dicte religionis
ibi presentium ac in omnibus et singulis in isto contractu contentis consentientium per se et suos
succe/sores ac nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in
suis manibus tenebat ad rectum/ livellum comunis Brixie, investivit Albertum quondam Iohanis qui
dicebatur Maninus de Anno, habitatorem ville de Grezenico de Tusculano,/ de infrascriptis duabus
peciis terre iuris dicte religionis iacentibus in Plano Tusculani in contrata Balnici: prima est vidata
et/ loriva, cui coheret a mane via perticipum, a meridie dicti confratres in parte et in parte
Francinus Pini, a sero heredes Bontempi in parte et in parte/ Francinus Pini, a monte eclesia Sancti
Nicolay et est per mensuram undicim tabule et sex pedes vel circa; item de una alia/ pecia terre
secundum quod terminata est iacente in dicta , cui coheret a mane via perticipum, a
meridie et a sero dicti confratres pro heredibus Bertolamey/ Gosoli et est per mensuram 63
vel circa.
Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam inve/stituram de dictis
peciis terre in dictum Albertum, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit
deinceps in/ perpetuum habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis quidquid
voluerit faciat iure livelli sine contraditione/ dicti domini prepositi suorumque successorum; cum
omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent/ et cum
accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que
dicte pecie terre/ habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu
seu requisitione dicte religioni et/ confratribus dicte religionis ex dictis pecis terre modo aliquo
pertinente seu spectante. Solvendo ipse Albertus, per se et suos/ heredes, dicte religioni et
confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava tres bazetas oley, nomine/ ficti
boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad
canipam dicte reli/gionis sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore
vellet vendere ius seu melioramentum/ suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel
suos successores (-) et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis,/ dare pro
quinque soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin
63
Manca l'idicazione della misura.
139

vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo/ eclesie vel potenti homini(-) quibus
nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis suc/cesoribus inde habentibus duos soldos pro
quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem te/nore firmare. Promittens
ipse Albertus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus
stipulanti,/ dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare
omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena/ omnis dampni et dispendi inde dicte religioni
et confratrum eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro dicta/
religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri.
Insuper dictus prepositus,/ nomine quo ut supra, promisit dicto Alberto, pro se et
suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram ei et suis heredibus et cui/
dederit, ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto Alber/to et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto
Alberto omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus/ peciis terre ex nunc
dictus Albertus confitetur esse in possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et
plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo quarto,
indicione septima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
64
CARTA LIVELLI
1354 Febbraio 15 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Giacobino fu Giovanni fu Omero due appezzamenti di terra nelle
contrade Ronchetelli sopra Monte Remignaco e Balnico in territorio di Toscolano in cambio di due
bazete e mezza di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo quarto, indicione septima.
CARTA GACII DE GACIO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iacobinum Iohanis Omerii de Gacio. Die
quinto decimo februarii, in Tusculano, in (-)/ domibus religionis Sancti Dominici, in camara
infrascripti domini prepositi, presentibus: Alberto quondam Iohanis de Ano, habitatore ville de
Grezenico/ de Tusculano, Galvagno quondam magistri Baldrici medici, de Tusculano, testibus
rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Michael de/ Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti
Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, verbo et consensu fratris/ Bertolini
Gosoli, fratris Martini Revelli et fratris Nicolay, confratrum dicte religionis ibi presentium et
omnibus et singulis infrascriptis/ consentientium per se et suos successores ac nomine et vice dicte
religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod/ in suis tenebat ad rectum
livellum comunis Brixie, investivit Iacobinum quondam Iohanis Omerii de Gacio de Tusculano,/
habitatore ville de Grezenico de Tusculano, de infrascriptis duabus peciis terre iuris dicte religionis
iacentibus in teratorio de Tusculano/ in infrascriptis contratis: prima est olivata, vidata et aratoria
iacente in dicto teratorio in contrata de Ronchethellis (-) supra monte/ de Remignaco, cui coheret a
mane heredes Zameti Martini
140

Bonzii, a sero Petrus Bozie, a meridie et a monte via et est per mensuram decem/ tabule vel circa;
secunda in dicto teratorio in contrata Balnici, cui coheret a meridie et a sero Albertus
Manini, a mane confratres/ dicte religionis et est per mensuram decem septem tabule vel circa,
salvis aliis coherentiis. Tali modo dictus dominus prepositus,/ nomine quo ut supra, fecit dictam
investituram de dictis peciis terre in dictum Iacobinum, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit
vel/ hinc statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis
quidquid voluerit faciat iure livelli/ sine contraditione dicti domini prepositi suorumque (-)
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines/ vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et/
singulis que dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et
actione, usu seu requisi/tione dicte religioni et confratribus eiusdem ex dictis pecis terre modo
aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Ia/cobinus, per se et suos heredes, dicte religioni et
confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava duas/ bazetas et dimediam oley,
nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in/ terra de
Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota
aliquo tempore/ vendere voluerit ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum
prepositum vel suos successores apelare/ et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis,
dare pro quinque soldis (-) planetorum minus quam alteri persone; alioquin/ vendat ius seu
melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto/ domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos planetorum pro
quibus debeant novum emphiteotam investire/ et breve simille eodem tenore firmare. Promittens
ipse Iacobinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se/ et suis successoribus
stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare
omnia/ et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino
preposito et confratribus dicte religionis in/curentium, obligando ad hoc dicto domino preposito,
recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia/
et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, promisit
dicto Iacobino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictas/ pecias terre ei et suis et (-)
dictam investituram ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub/ pena omnis dampni et dispendi inde dicto Iacobino et suis heredibus incurentium,
obligando ad hoc dicto Iacobino omnia bona presentia et/ futura pigneri. De quibus peciis terre ex
nunc dictus Iacobinus confitetur esse in possessione et tenuta pro dicta religione. Et inde sum/
rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quinquagesimo quarto, indicione septima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, (-)
notarius rogatus, scripsi.
65
CARTA LIVELLI
1354 Maggio 1 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Giovanni detto Barberio Noysii un appezzamento di terra in contrada
Calcaroli in territorio di Toscolano in cambio di una bazeta e mezza di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
141

Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA BARBERII NOYSII
IN PLANO TUSCULANI, IN CALCHAROLIS.
.XLI.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Barberium Noysii. Die primo madii, in
Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici/ de Tusculano, presentibus: Delayto qui dicitur
Tosirolus de Turi, habitatore Materni, Benedicto filio Franceschi Vetelli, Galvagno quondam
magistri/ Baldrici, ambobus de Tusculano, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus
frater Michael de Navis, prepositus reli/gionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti
Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dicte/ religionis et
capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Iohanem qui dicitur Barberius Noysii de Pulzano de Tusculano,
habitatorem Plani de Tusculano, de una pecia terre cum una mura iuris dicte religionis/ iacente in
Plano Tusculani in contrata de Calcarolis, cui coheret a mane dictus Iohanes pro heredibus
Bersanini in parte et in parte heres Iacobini Martini/ Bonzii, a meridie dictus conductor in parte et
in parte dicta heres dicti Iacobini Martini (-) et in parte via sive ripa lacus, a sero dictus conductor
in/ parte et in parte dicta heres Iacobini Martini, a monte dictus conductor, salvis aliis coherentiis.
Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra,/ fecit dictam investituram de dicta
pecia terre in dictum Iohanem, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit
deinceps habeat, te/neat gaudeat et possideat dictam peciam terre et dictam muram et de eis
quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi/ suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus/ suis usque in vias publicas, et cum omnibus et
singulis que dicta pecia terre et mura habet supra se, intra se seu infra se in integrum./ Et cum
omni iure et actione, usu seu requisitione dicte religioni ex dicta pecia terre et mura modo aliquo
pertinente seu spectante./ Solvendo ipse Iohanes, per se et suos heredes, dicte religioni et
confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava/ unam bazetam et dimidiam oley,
nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de/
Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota
aliquo tempore velet/ vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum prepositum
vel suos successores apellare et eis, emere/ volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro
quinque soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu/ melioramentum
suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino
preposito/ vel suis successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus debeant novum
emphiteotam investire et breve simille/ eodem tenore firmare. Promittens ipse Iohanes, per se et
suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere/ et
atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto
contractu contenta, sub pena omnis dampni et
142

dispendi inde/ dicte religioni et confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto domino
preposito, stipulanti et recipienti nomine et vice dicte religionis,/ se personaliter et omnia sua bona
presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione
promisit dicto/ Iohani, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam muram et
dictam investituram ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni/ persona et universitate legiptime
defendere, (-) auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Iohani et
suis heredibus/ incurentium, obligando ad hoc dicto Iohani omnia bona dicte religionis presentia et
futura pigneri. De qua pecia terre et mura dictus Iohanes/ ex nunc confitetur esse in possessione
pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno
Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo quarto, indicione septima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
66
CARTA LIVELLI
1356 Febbraio 27 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francesco de Trovegnanis, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Nicola fu Martino Biaqui un appezzamento di terra in
contrada Malzanico in territorio di Toscolano in cambio di otto bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo sexto, indicione nona.
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Nicolaum Martini Biaqui de Secina de Tusculano. Die
penultimo februarii, in Tusculano, in domibus religionis Sancti/ Dominici de Tusculano, presentibus:
Michelino filio Iohanini de Folino, notario pro secundo notario, de Tusculano, Iohanino Zani de
Vulzano, Iohanino molina/rio de Gardono, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir frater
Francinus de Trovegnanis, prepositus religionis eclesiarum sanctorum Dominici/ de Tusculano et
Heustachi de Cleusuris Brixie, verbo et consensu fratris Iohanini de Brixia, presbiteri, fratris
Bertolini Gosoli, fratris Bertoli/ni Bosioti, fratris Nicolay Bosii, fratris Benevenuti de Materno,
omnium confratrum dicte religionis ibi presentium et dicentium sese esse maiorem partem/
capituli et conventus dicte religionis ac in omnibus et singulis in isto contractu contentis per se et
suos successores ac nomine et vice dicte religionis/ et capituli et conventus eiusdem, per lignum
quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Nicolaum quondam
Martini/ Biaqui de Secina de Tusculano de una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in
teratorio de Tusculano in contrata Malzanigi sive ad Molinellum,/ cui coheret a mane Iohaninus
Bertazoli sive habentes causam ab eo pro dicta religione, a meridie eclesia Sancti Petri plebis de
Tusculano in parte et in parte Paulus/ domini Iohanis et in parte dictus Nicolaus conductor, a sero
heredes Bonaventure Petri, a monte Nicolaus dictus Bozola de Viaveteri, salvis aliis/ coherentiis et
est octaginta unum tabule. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam
investituram de dicta pecia terre in dictum Nicolaum, ita quod ipse Nicolaus/ et sui heredes et cui
dederit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid
voluerit faciat iure livelli sine/ contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum
omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum
accessi/bus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que
dicta pecie terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu
seu requisitione dicte religioni et confratribus eiusdem ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente
seu spectante./ Solvendo ipse Nicolaus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus
eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava octo/ bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et
bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano,
143

ad canipam dicte reli/gionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo
tempore vellet vendere ius seu melioramentum/ suum, teneatur primo dictum dominum
prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis,/
dare pro quinque soldis minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum
cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti/ homini quibus nullo modo vendat, dicto domino
preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus debeant novum
emphi/teotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Nicolaus, per se et
suos heredes, dicto domino pre/posito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et
atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia/ et singula in isto
contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus eiusdem
incurentium, obligando ad hoc/ dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione et
confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus
dominus/ prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit dicto Nicolao, pro se et suis
heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et/ suis heredibus et
cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub
pena omnis dampni et dispendi/ inde dicto Nicolao et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc
dicto Nicolao omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc
dictus Nicolaus confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dicta religione. Et inde sum
rogatus unum/ et plura facere instrumenta uno tenore./ Que pecia terre est per mensuram
octoginta unum tabule vel circa. Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo sexto,
indicione nona./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
67
CARTA LIVELLI
1337 Febbraio 27 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Pietro di Giovanni Casari di Zoncarecle un appezzamento di terra in
contrada Chiusure di Maderno in cambio di mezzo moggio di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
IN MATERNO
.XLII.
(S.T.) In Christi nomine amen. Hec sunt brevarie de negociis eclesiarum religionis Sancti Heustachi
de Cleusuris Brixie et Sancti Dominici/ de Tusculano ut inferius legitur, scripte per me Bertolameum
filium Peterboni Bruni de Plano Tusculani infrascriptis millesimis et cetera.
CARTA PETRI DE ZONCLARECLIS 64
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Petrum de Zonchareclis de Materno. Die
undecimo februarii, in Tusculano, in domibus/ religionis Sancti Dominici, presentibus: domino pre
Tomasio, presbitero eclesie Sancti Petri plebis de Tusculano, fratre Mantuano de Tusculano,
May/fredo de Placiis de Gavardo, Menino quondam Casole de
64
Il testo è cancellato volutamente con righe trasversali.
144

Materno, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis,/ prepositus
religionis eclesiarum Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie et Sancti Dominici de Tusculano, verbo et
consensu fratris Francini de Trovegnanis,/ fratris Negerboni de Materno, fratris Martini Revelli,
fratris Iohanini de Brixia, fratris Dominici de Materno, fratris Bertolini Gosoli, fratris/ Nicolay de
Mesaga, ibi presentium et dicentium sese esse duas partes capituli et conventus dicte religionis ac
in consentientium omnibus et singulis/ infrascriptis ad rectum livellum comunis Brixie ac nomine et
vice dictarum eclesiarum, per lignum quod in suis manibus tenebat investivit Petrum/ quondam
Iohanis Casarii de Zochareclis de Marclino de Materno de una pecia terre aratoria, olivata et vidata
iacente in teratorio de Materno in contrata/ de Clesuris, cui coheret a mane domina Agnes uxor
quondam Bertolini Patere, a meridie heredes Avancini Bayamonti, a monte Iacobinus quondam
Iohanis Casarii,/ a sero dictus Petrus conductor pro domino Gerardo de Ugonibus, salvis omnibus
aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus dominus prepositus,/ nomine quo ut supra, fecit
dictam investituram de dicta pecia terre in dictum Petrum, ita quod ipse Petrus et sui heredes et
cui dederit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit
faciat sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et/ singulis
que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et
cetera et cum omnibus iuribus et actionibus dicte reli/gioni et confratribus eiusdem modo aliquo
pertinentibus. Solvendo ipse Petrus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem/
annuatim in epifania Domini vel in octava dimedium modium oley boni et pulcri et bene mensurati
ad rectam mensuram de Tus/culano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena
dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore/ vellet vendere ius seu
melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare
et eis/ emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro duobus soldis imperialium minus
quam alteri persone; alioquin vendat ius suum cui/ voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini
quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde haben/tibus
duodicim imperiales pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem
tenore firmare. Promittens/ ipse Petrus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et
suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum/ terminum et
atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto domino preposito et suis/ successoribus incurentium, obligando ad hoc dicto
domino preposito, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia
sua bona/ presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, per se et suos
successores, stipulatione promisit dicto Petro, pro se et suis/ heredes stipulanti, dictam peciam
terre et dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et
universitate legiptime de/fendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi/
inde dicto Petro et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Petro omnia bona dicte
religionis presentia et futura pigneri. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno
tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo trigesimo septimo, indicione quinta.
Cassata et cancelata, quia investitus est alius idoneus et/ sufficiens emphiteota seu livelarius de
infrascripta pecia terre (...) devastata erat in nic(...) preteribat. Et ideo dominus prepositus,/ volens
bona predicte religionis in bonam partem et bonum statum reducere, de presenti pecie
145

terre solemnem investituram facit in duabus/ galetis oley considerando per de ipso nil reddebatur
et cetera 65
.
millesimo trecentesimo septuagesimo primo, indicione nona,/ die nono mensis
novembris earum/ lata fuit presente investitura/ vigore tenute, accepte per/ (...) (...) dominum pre
Iacobum de/ Fortis de Castenedulo prepo/situm eiusdem religionis et/ scripte per Tusculanum
Florioli/ de Tusculano, notarium, die primo/ mensis presentis infrascripti et eciam/ vigore
investitura facta per/ ipsum dominum prepositum mi/ Petrum filium quondam Peterzoli de
Zoncha/reclis de Materno de predicta/ pecia terre de duabus galetis/ oley annuatim vendidi per
ipsum/ Petrum eidem religioni eam predictam peciam terre nihilominus/ cesserat, nolens ius
predicte/ religionis in malam partem/ procedere de qua (in...)/ patet instrumento publico ro/gato
per me Iohaninum de/ Matarinis de Materno,/ notarium, die nono mensis suprascripti/ et (...)
suprascriptorum. 66
68
CARTA LIVELLI
1340 Marzo 5 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni ai fratelli Negerbono e Bartolomeo fu Delayto detto
Ceresa, per conto anche dei fratelli Pietro e Giovannino, una casa in contrada Borgo in località
Solario a Maderno in cambio di tre bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA HEREDUM CERESE
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra heredes Cerese de Materno. Die quinto marcii, in
Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano/, presentibus: Mafezolo Martinelli
fabri de Navacio de Gargnano, Perzevallo quondam Gasani de Pulzano de Tusculano, testibus
rogatis. Ibi religiosus vir/ dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti
Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris/ Brixie, verbo et consensu domini fratris
Francini de Trovegnanis, fratris Negerboni de Materno, fratris Cencrethini de Brixia, fratris
Bertolini/ Gosoli, fratris Martini Revelli de Pulzano de Tusculano, ibi presentium et aserentium sese
esse duas partes et plures capituli et conven/tus dictarum eclesiarum ibi congregatorum sono
campanelli, more solito illius conventus, et omnibus et singulis infrascriptis consentientium per/ se
et confratres dicte religionis ac nomine et vice dictarum eclesiarum, per lignum quod in suis
manibus tenebat ad rectum livellum/ comunis Brixie, investivit Negerbonum et Bertolameum
fratres et filios quondam Delayti qui dicebatur Ceresa de Burgo de Materno,/ stipulantes et
recipientes pro sese et nomine et vice Petri et Iohanini fratrum suorum et filiorum quondam dicti
Delayti, de una domo copata et solarata cum/ sedumine secum tenente iacente in teratorio de
Materno in contrata Burgi ubi dicitur ad Solarium, cui coheret a mane heredes Peterboni fabri, a
meridie/ et a monte via, a sero heredes Mafey Mozii, salvis omnibus aliis coherentiis. Tali namque
modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut
65
Testo inserito nella seconda, terza, quarta, quinta e sesta interlinea.
66
Regesto posto accanto al testo cancellato e sostituito dallo stesso o come semplice rimando al penultimo
contratto riportato al foglio ... che cita il medesimo nome: Petrus de Zonclereclis.
146

supra, fecit dictam/ investituram de dicta domo et sedumine in dictos Negerbonum et
Bertolameum, recipientes pro sese et dictis Petro et Iohanino fratribus suis, usque ad novem annos
proximos futuros et ad novam investituram fiendam de dicta domo et sedumine in dictos
Negerbonum, Petrum, Bertola/meum et Iohaninum pro infrascripto ficto, ita quod de cetero dicti
fratres habeant, teneant, gaudeant et possideant dictam domum et sedumen et de ea/ quidquid
voluerint faciant sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et
singulis que intra predictos continentur confines/ et cetera. Et cum accessibus, ingressibus et cetera
et cum omnibus iuribus et actionibus dicte religioni et confratribus eiusdem ex dicta domo et
sedumine pertinentibus./ Solvendo ipsi Negerbonus, Petrus, Bertolameus et Iohaninus, per se et
suos heredes et cuiuslibet eorum, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim/ in epifania
Domini vel in octava tres bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam
mensuram de Tusculano in terra de/ Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et
eciam eo salvo quod, si dicti emphiteote aliquo tempore vellent vendere/ ius seu melioramentum
suum, teneantur primo dictum dominum prepositum vel suos successores apelare et eis, emere
volentibus/ nomine et vice dicte religionis, dare pro duobus soldis imperialium minus quam alteri
persone; alioquin vendant ius suum cui voluerint preter servo/ eclesie vel potenti homini quibus
nullo modo vendant, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duodicim
imperiales pro/ quibus debeat novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore
firmare. Promittentes ipsi Negerbonus et Berto/lameus, per sese et suos heredes, dicto domino
preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum
terminum/ et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta. Et in facere et
curare quod Petrus et Iohaninus eorum fratres habebunt firmum/ et ratum omne in isto contractu
contentum sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus
incurentium, obligando/ ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione et
confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua et cuiuslibet eorum bona presentia et futura/
pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dictis
Negerbono et Bertolameo, stipul/antibus et recipientibus, pro sese et Petro et Iohanino et suis et
cuiuslibet eorum heredes, dictam domum et sedumen et dictam investituram eiusdem eis et suis
heredibus ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub
pena omnis dampni inde dictis Ne/gerbono, Petro, Bertolameo et Iohanino et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc dictus dominus prepositus dictis Negerbono et
Bertolameo,/ recipientibus, pro sese et dictis fratribus suis, omnia bona dicte religionis presentia et
futura pigneri. Renuntiaverunt predicti non sic facte dicte promissionis/ et non ita vera esse omnia
et singula in isto contractu contenta et beneficio nove constitutionis et epistole divi Adriani et
cetera. Et inde/ sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragesimo, indicione octava.
69
CARTA LIVELLI
1345 Marzo 28 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Giovanni di Francino Bruni un appezzamento di terra in contrada
Valle Caseline in territorio di Scovolo in cambio di tre bazete di olio all'anno.
147

Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA IOHANIS FRANCINI DE PORTESIO
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Iohanem Francini Bruni de Portesio. Die vigesimo
octavo marcii, in Tusculano, in domibus religi/onis Sancti Dominici, presentibus: Michaele qui
dicitur Rubenus, Delayto fratribus et filiis quondam Boninsegne Bosii de Mesaga de Tusc/ulano,
Paganino de Bagnolo, habitatore burgi Sancti Alexandri civitatis Brixie, omnibus testibus rogatis. Ibi
religiosus vir dominus frater Michael/ de Navis, prepositus eclesiarum religionis (-) Sancti Dominici
de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, verbo et consensu/ fratris Negerboni de
Materno, fratris Martini de Pulzano de Tusculano, fratris Gregorini de Brixia, fratris Nicolay de
Mesaga de/ Tusculano, fratris Benevenuti de Materno, fratris Desiderati de Ciis de Salodo, ibi
presentium et dicentium et aserentium sese esse maiorem/ partem capituli et conventus dicte
religionis ac in consentientium omnibus et singulis infrascriptis per se et suos successores et
nomine et vice dicte/ religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus
tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit/ Iohane Francini Bruni de Portesio de Scovolo
Valis Tenesis de una pecia terre olivata dicte religionis iacente in teratorio de/ Scovollo in contrata
Valis Caseline, cui coheret a mane et a meridie Cataney de Rovethello, a monte Iohaninus
Rambaldi, a sero via, salvis/ omnibus aliis coherentiis. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine
quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum Iohanem,/ ita quod ipse
Iohanes et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat
dictam peciam terre et de ea quid/quid voluerit faciat sine contraditione dicti domini prepositi
suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur/
.XLIII.
IN MATERNO
confines vel alios et cetera. Et cum accessibus, ingressibus et cetera et cum omnibus et singulis
iuribus et actionibus dicte religioni et confratribus eiusdem ex dicta pecia/ terre modo aliquo
pertinententibus seu spectantibus. Solvendo ipse emphiteota, per se et suos , dicte
religioni et confratribus eiusdem annuatim in epi/fania Domini vel in octava tres bazetas oley,
nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de
Tusculano, ad/ canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota
aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum/ suum, teneatur primo dictum dominum
prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus, dare pro duobus soldis
imperialium minus quam/ alteri persone; alioquin vendat ius suum cui voluerit, preter servo eclesie
vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel/ suis successoribus inde
habentibus duodicim imperiales pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille
eodem tenore firmare/ (-). Promittens ipse Iohanes, per se et suos heredes, dicto domino
preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad
dictum/ terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis/ successoribus incurentium,
obligando ad hoc ei, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia
sua bona presentia et futura pigneri. Insuper/ dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per
se et suos successores, dicto Iohani, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et
dictam
148

investi/turam eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime
defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni/ et dispendi inde dicto Iohani et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Iohani omnia bona dicte religionis presentia et
futura pigneri. Et inde/ sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore. Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragesimo quinto, indicione (-) tercia decima.
70
CARTA LIVELLI
1346 Giugno 24 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Nicola fu Maderno Colse un appezzamento di terra in
contrada Aflesco in territorio di Materno in cambio di una bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA NICOLAY MATERNI COLSE
IN MATERNO, IN CONTRATA AFLESCHO UBI DICITUR AD PELATUM.
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Nicolaum Materni Colse de Materno. Die vigesimo
quarto iunii, in Tusculano, in domibus religionis Sancti/ Dominici, presentibus: Iohanino filio Iohanis
Salvagni (-), notario pro secundo notario, Iacobo fratris Iohanis, ambobus de Plano Tusculani,
magistro Francischo/ de Grapis de Materno, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus
frater Michael de Navis, prepositus religionis Sancti Dominici de Tusculano,/ verbo et consensu
fratris Francini presbiteri, fratris Iohanini de Brixie clerici, fratris Bertolini/ Gosolli, fratris Martini,
fratris Benevenuti de Materno,/ fratris Nicolay de Mesaga, omnium confratrum dicte religionis, ibi
presentium et dicentium sese esse maiorem partem capituli et conventus eiusdem ac in/
consentientium omnibus et singulis infrascriptis per se nomine et vice dicte religionis et capituli et
conventus eiusdem ad rectum livellum comunis Brixie, per lignum/ quod in suis manibus tenebat
investivit Nicolaum quondam Materni Colse de Sanico de Materno usque ad novem annos et ad
novam in/vestituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum
Nicolaum de infrascripta pecia terre pro infrascripto ficto, videlicet de una pecia terre/ gazia
iacente in teratorio de Materno in contrata Aflesco ubi dicitur ad Pelatum, cui coheret a mane
heredes Nozoli Benamati, a meridie via, a sero Petrus/ frater dicti conductores, a monte dictus
Petrus. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de
dicta pecia terre in dictum Nico/laum, ita quod ipse Nicolaus et sui heredes et cui dederit vel
habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid
vo/luerit faciat sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et
singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent/ et cetera et cum accessibus,
ingressibus et cetera, cum omnibus iuribus et actionibus et cetera. Solvendo ipse Nicolaus, per se et
suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem,/ annuatim in epifania Domini vel in octava
unam bazetam oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de
Tusculano in terra de/ Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et in eo salvo quod, (-
) si dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu/ melioramentum suum, teneatur
primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis,
149

emere volentibus nomine et vice dicte relogi/onis dare pro duobus soldis imperialium minus quam
alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie/ vel
potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde
habentibus duodicim imperiales pro quibus debeant no/vum emphiteotam investire et breve
simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Nicolaus, per se et suos heredes, dicto domino
prepo/sito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad
dictum terminum et atendere et observare omnia et singula/ in isto contractu contenta, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus incurentium,
obligando ad hoc ei,/ recipienti pro se et dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et
omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus/ stipulatione
promisit, per se et suos successores, dicto Nicolao, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam
peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis/ heredibus et cui dederit, ab omni
contradicenti persona defendere et guarentare sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto
Nicolao et suis heredibus/ incurentium, obligando ad hoc ei omnia bona dicte religionis presentia et
futura pigneri. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragesimo sexto, indicione quarta decima.
71
CARTA LIVELLI
1346 Novembre 11 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Tommaso di Tommaso Gavardini un appezzamento di
terra sotto Bezzuglio in territorio di Maderno in cambio di una galletta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA TOMASINI DE BUZETHINO
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Tomasium filium Tomasii Gavardini de Buzathino de
Materno. Die undecimo novembris,/ in Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de
Tusculano, presentibus: Petro Bonati, Dominico filio Requiliani Peterboni quondam/ Iohanis Rigeti,
notario pro secundo notario, ambobus de Materno, testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater
Michael de Navis,/ prepositus eclesiarum et religionis Sancti Dominici de Tusculano, verbo et
consensu fratris Francini presbiteri, fratris Iohanini clerici, fratris/ Martini Revelli, fratris Bertolini
Gosoli, fratris Benevenuti de Materno, fratris Desiderati de Ciis de Salodo, omnium confratrum/
dicte religionis ac in consentientium omnibus et singulis infrascriptis per se et nomine et vice dicte
religionis et confratrum eiusdem, per lignum quod in suis manibus teneb/at ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Tomasium filium Tomasii Gavardini de Buzathino de Materno,
recipientem verbo et consensu/ dicti Tomasii patris sui, ibi presentis et ei ad omnia et singula
infrascripta parabolam dantis, de una pecia terre iuris dicte religionis aratoria, olivata et vidata/
iacente in teratorio de Materno sub villa de Buzathino, cui coheret a mane via in parte et in parte
Petrus Vitalis, a sero et a monte via, a meridie Bertolameus/ Vitalis, salvis omnibus aliis coherentiis,
si que forent. Quam investituram dictus dominus prepositus fecit usque ad novem annos et ad
novam inve/stituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum
Tomasium
150

pro infrascripto ficto. Que pecia terre est per mensuram triginta septem/ tabule cum dimidia. Tali
modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia
terre in dictum Tomasium,/ ita quod ipse Tomasius et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit
habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit/ faciat sine
contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra
predictos continentur confines et cetera et cum accessibus, ingressibus et/ regressibus suis usque in
vias publicas et cetera et cum omnibus iuribus et actionibus dicte religionis et confratribus eiusdem
ex dicta pecia terre modo aliquo/ pertinentibus. Solvendo ipse Tomasius, per se et suos heredes,
dicte religioni et confratribus eiusdem, annuatim in epifania Domini vel in octava unam/ galetam
oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de
Tusculano, ad canipam dicte religionis,/ sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota
aliquo tempore velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo/ dictum dominum
prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus, dare pro duobus soldis
imperialium minus quam alteri persone; alioquin/ vendat ius suum cui voluerit, preter servo eclesie
vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis suc/cessoribus inde
habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve
simille eodem tenore fir/mare. Promittens ipse Tomasius, per se et suos heredes, dicto domino
preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum/ ad
dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus/ incurentium,
obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se
personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus/ dominus prepositus
stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Tomasio, pro se et suis heredibus stipulanti,
dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis/ heredibus et cui dederit, ab omni
persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto Tomasio/ et suis heredibus incurentium, obligando dicto Tomasio
omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. Et quia dictus Tomasius emphiteota mi/nor
erat viginti quinque annis, maior tam quatuordecim ut dicitur, ad Sancta Dey Evanyelia iuravit,
corporaliter tactis scripturis, non/ venire contra dictam promissionem, obligationem,
renunciationem nec contra aliquid in isto contractu contentum ratione minoris etatis aut alia
qualibet ratione vel causa qua/ se tueri posset. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo sexto, indicione
quarta decima.
72
CARTA LIVELLI
1346 Novembre 18 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Franceschino detto Cicino tre appezzamenti di terra
nelle contrade Massane, Proa e Volparia in territorio di Maderno in cambio di otto bazete e mezza
di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
151

CARTA FRANCESCHINI QUI DICITUR CICINUS
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Cicinum Conti, habitatorem Materni. Die
decimoctavo novembris, in Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de/ Tusculano,
presentibus: Ognabeno de Usariis de Materno, notario pro secundo notario, Arigino quondam
Antonioli Serici, ambobus de Materno, Ognabeno filio Iohanis/ Ognabeni Feri de Plano Tusculani,
omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis
eclesiarum Sancti Dominici/ de Tusculano, per se et suos successores, verbo et consensu fratris
Francini presbiteri, fratris Fedrigini de Brixia, fratris Iohanini de Brixia, clericorum, fratris Martini
Rev/elli de Pulzano, fratris Desiderati de Ciis de Salodo, omnium confratrum dicte religionis, ibi
presentium et omnibus et singulis infrascriptis consentientium ac indicentium sese esse/ maiorem
partem capituli et conventus dicte religionis, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum
livellum comunis Brixie, investivit Franceschi/num qui dicitur Cicinus Conti, habitatorem Materni,
de infrascriptis peciis terre usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam per dictum
dominum prepositum vel per suos/ successores in dictum Franceschinum pro infrascripto ficto:
imprimis de una pecia terre vidata et rosiva iacente in teratorio de Materno in contrata Ma/sane,
cui (-) consueverat esse a mane heres Delayti ser Masii et modo est heres Monaci de Sanico, a
meridie via, a sero fosatum, a monte heredes Berle et/ potest esse per mensuram septuaginta
quinque tabule vel circa; item de una alia pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in dicto
teratorio in contrata ubi dicitur/ ad Proam, cui coheret a mane et a meridie heredes Benati, a sero
via, a monte dominus pre Maternus quondam Bertolini Negerboni sive heredes et est per
mensuram viginti novem/ tabule; item de una alia pecia terre iacente in dicto teratorio in contrata
ubi dicitur ad Volpariam et est olivata et costiva, cui coheret a mane, a sero et a monte heredes
Paganini/ Perzevalli, a meridie via et est per mensuram undicim tabule, salvis omnibus aliis
coherentiis, si que forent. Tali modo dictus prepositus, nomine quo ut supra,/ fecit dictam
investituram de dictis peciis terre in dictum Franceschinum, quatenus ipse Franceschinus et sui
heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat,/ teneat, gaudeat dictas pecias
terre sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis
que intra predictos et cetera, et cum accessibus,/ ingressibus et regressibus suis et cetera, et cum
omnibus iuribus et actionibus dicte religioni et confratribus eiusdem ex dictis pecis terre modo
aliquo pertinentibus. Solven/do ipse Franceschinus, per se et suos heredes, dicte religioni et
confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava octo bazetas et dimidiam oley/
nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de
Tusculano, ad canipam dicte religionis (-), sub pena/ dupli. Et in sub isto pacto quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore velet vendere ius suum, teneatur primo dictum dominum prepositum/
.XLIIII.
IN MATERNO
vel suos successores apelare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro
duobus soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius suum cui vo/luerit,
preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis
successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum/ emphiteotam
investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Franceschinus, per se et suos
heredes, dicto domino preposito, pro se et suis su/ccessoribus stipulanti, dare, solvere
152

et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto
contractu contenta, sub pena omnis dampni/ et dispendi inde dicto domino preposito et suis
successoribus incurentium, obligando ad hoc ei, recipienti pro dicta religione et confratribus
eiusdem, se personaliter et omnia sua bona/ presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus
prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Franceschino, pro se et suis
heredibus stipulanti,/ dictam investituram dictarum peciarum terre et dictas pecias terre ei et suis
heredibus et cui dederit vel habere statuerit ab omni persona et universitate legiptime defendere,
auctorizare et de/sbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Franceschino et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Franceschino omnia bona dicte religionis presentia
et/ futura pigneri. De quibus peciis terre dictus Franceschinus ex nunc confitetur esse in tenuta et
corporali possessione pro dictis eclesiis, et inde sum rogatus unum et plura/ facere instrumenta
uno tenore. Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo sexto, indicione quarta decima.
73
CARTA VENDITIONIS
1347 Febbraio 7 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Benvenuto fu Giacomo de Grapis ha venduto a Michele di Nave, preposito della religione di S.
Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio di Brescia, una casa con cortile a Vigole e un
appezzamento di terra in contrada Gazolo in territorio di Maderno per ventotto libre imperiali.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA RELIGIONIS SANCTI DOMINICI
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano. Die septimo februarii, in Tusculano, in domibus
religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: magistro Francescho de Grapis de/ Materno,
Tomasio filio Michaellis Petri Begnami de Secina de Tusculano, notario pro secundo notario,
Martino Iacobini de Paytono, habitatore ville de/ Grezenico de Tusculano, omnibus testibus rogatis.
Ibi Benevenutus quondam Iacobi de Grapis de Materno, iure proprio in perpetuum videlicet ad
mundum/ purum et expeditum alodium, dedit, vendidit et tradidit religiosso viro domino fratri
Michaelli de Navis, preposito religionis Sancti/ Dominici de Tusculano, ementi nomine et vice dicte
religionis et propriis denariis dicte religionis, unam domum copatam cum curtivio secum tenente/
iacente in teratorio de Materno in villa de Viglis, cui coheret a mane Cresinus quondam Iacobi de
Grapis de Materno, a meridie et a sero via, a monte dictus venditor;/ item unam peciam terre
aratoriam, olivatam et vidatam iacentem in dicto teratorio supra Monte in contrata
Gazoli, cui coheret a mane senterium, a meridie heredes Spigocii, a sero via, a monte/ Iohanes
Benati, salvis omnibus aliis coherentiis; ad habendum, tenendum et possidendum et ad quidquid
sibi et confratribus dicte religionis deinceps placuerit proprio/ facendum, cum omnibus et singulis
que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et
regressibus suis usque in vias/ publicas et cum omnibus et singulis que dicta domus, curtivium et
peciam terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu/
requisitione sibi ex dicta domo, curtivio et pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Hoc
autem fecit nominatim dictus (-) venditor pro viginti octo/ libris imperialium monete nunc curentis
in
153

Riperia brixiensi quas confessus et manifestus fuit se recepisse et habuisse a dicto domino
preposito, dante et solvente/ nomine et vice dicte religionis et confratrum eiusdem et de propris
denariis dicte religionis. Renuntiando omni exceptioni non date, non recepte et non bene
mensur/ate pecunie et omni legum et statutis comunis Brixie factis et fiendis. Quas quidem
domum, curtivium et peciam terre dictus venditor se dicte religionis et confratrum/ eiusdem
nomine constituit possessorem donec confratres dicte religionis acciperint tenutam et corporalem
possessionem quam accipiendi et retinendi dictus venditor dicto/ domino preposito, recipienti pro
dicta religione et confratribus eiusdem, omnimodam licentiam contulit atque dedit promittens ipse
venditor, per se/ et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus et
confratribus dicte religionis stipulanti, litem nec controversiam dicte religioni vel confratribus
eiusdem/ ullo tempore non infere nec inferenti consentire in toto nec in parte sed dictam domum,
curtivium et peciam terre dicte religioni et confratribus eiusdem/ ab omni persona et universitate
tam in proprietate quam in possessione legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena
dupli extimationis dicte domus/ et pecie terre cum pro tempore plus valuerit vel fuerit meliorata et
omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus incurentium,
obligando/ ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro se et suis successoribus et confratribus
dicte religionis, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri./ Quibus omnibus et
singulis suprascriptis Malgarita quondam Iacobini de Zonchareclis de Marclino de Materno et uxor
dicti Benevenuti venditoris, verbo et/ consensu dicti viri sui ei ad omnia et singula infrascripta
parabolam dantis, predicte venditioni, traditioni, promisioni et obligationi et omnibus et singulis
infrascriptis consensit,/ refutavit et remisit in manibus dicti viri sui venditoris et dicti emptoris
omne ius omnisque rationes et actiones quod et quas habet vel habere posset in bonis et
here/ditate dicti viri sui et in manibus dicti domini prepositi, recipientis pro dicta religione et
confratribus eiusdem, et quod habet in dicta domo et pecia terre sibi obligavit/ vel ypoticata pro
dote vel donatione sua aut pignore generali vel speciali, anteponens ius dicti domini prepositi et
dicte religionis et confratrum eiusdem/ dicto suo iure. Renuntiando omni exceptioni non sic facte
dicte refutationis et non ita vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et omni legum
auxilio et statutis comunis/ Brixie factis et fiendis et beneficio novorum autenticorum ypoticarum
et veliani senatus consulti de quibus fuit per me notarium bene certificata quid sint renunciare
predictis./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo septimo, indicione, quinta decima.
74
CARTA LIVELLI
1347 Febbraio 19 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Benvenuto fu Giacomo de Grapis una casa a Vigole e un
appezzamento di terra in contrada Gazolo in territorio di Maderno in cambio di quattro gallette di
olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA BENEVENUTI DE GRAPIS
154

Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Benevenutum Iacobi de Grapis de
Materno. Die decimo nono februarii, in Tusculano, in domibus religionis/ Sancti Dominici de
Tusculano, presentibus: magistro Francischo de Grapis de Materno, Dominico quondam Pasquetini,
Iohanino quondam Bontempi, notario/ pro secundo notario, ambobus de Plano Tusculani, omnibus
testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum/
Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, verbo et consensu fratris
Francini et fratis Bertolini Gosoli, confratrum dicte reli/gionis, ibi presentium et omnibus et singulis
infrascriptis consentientium per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis et
confratrum et capituli et/ conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum
livellum comunis Brixie, investivit Benevenutum condam Iacobi de/ Grapis de Materno de una
domo cum curtivio secum tenente iacente in teratorio de Materno in villa de Viglis, cui coheret a
mane Cresinus Iacobi/ de Grapis, a meridie et a sero via, a monte dictus Benevenutus conductor;
item de una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in dicto teratorio super Montem Materni/
in contrata Gazoli, cui coheret a mane senterium, a meridie heredes Spigocii pro dicta religione, a
sero via, a monte Iohanes Benati, salvis omnibus aliis coherentiis. Tali modo dictus dominus
prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta domo, curtivio et pecia terre in
dictum Benevenutum, ita quod ipse Benevenutus et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit
habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam domum, curtivium et peciam terre et de eis quidquid/
voluerit faciat sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et
singulis que intra predictos continentur confines et cetera, et cum acce/sibus ingressibus et
regressibus et cetera, et cum omnibus iuribus et actionibus dicte religioni et confratribus eiusdem
ex dictis domo, curtivio et pecia terre/ modo aliquo pertinentibus. Solvendo ipse Benevenutus, per
se et suos heredes, dicte religioni et confratribus annuatim in epifania Domini vel in octava/
quatuor galetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de
Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam/ dicte religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo
quod, si dictus emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu melioramen/tum suum, teneatur
primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine
et vice dicte religionis,/ dare pro duobus soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin
vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie/ vel potenti homini quibus
nullo modo vendat, dicto domino preposito vel successoribus suis inde habentibus duos soldos
imperialium pro quibus debeant/ novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore
firmare. Promittens ipse Benevenutus, per se et suos heredes, dicto domino/ preposito, pro se et
suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et
atendere et observare omnia/ et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad hoc/ dicto
domino preposito, recipienti pro se et suis successoribus et confratribus dicte religionis, se
personaliter et omnia sua bona presentia et futura/ pigneri. Insuper dictus dominus prepositus
promisit, per se et suos successores, dicto Benevenuto, pro se et suis heredibus stipulanti,/ dictam
domum, curtivum et peciam terre ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et
universitate legiptime defendere, auctorizare et desbri/gare, sub pena omnis dampni et dispendi
inde dicto (-) Benevenuto et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Benevenuto omnia
bona dicte/ religionis presentia et futura pigneri. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo septimo, indicione
quinta decima.
155

75
CARTA VENDITIONIS
1347 Marzo 18 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
I fratelli Bertolino, Dalmiano e Domenico, fu Tomaso Dalmiani hanno venduto a Michele di Nave,
preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio di Brescia, un
appezzamento di terra a Bezzuglio di Maderno per cinquanta libre imperiali.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA RELIGIONIS SANCTI DOMINICI
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano. Die decimo octavo marcii, in Tusculano, in domibus
religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus:/ magistro Francescho de Grapis de Materno,
Iacobino filio Iohanis Peterboni Bruni, notario pro secundo notario, Iacobino quondam Iohanis/
Omerii de Gacio, ambobus de (-) Tusculano, omnibus testibus rogatis. Ibi Bertolinus, Dalmianus et
Dominicus fratres et filii quondam Tomasii Dalmiani de/ Marclino de Materno et quilibet eorum in
solidum iure proprio in perpetuum videlicet ad mundum purum et expeditum alodium dederunt,/
vendiderunt religiosso viro frater Michaelli de Navis, preposito religionis Sancti Dominici de
Tusculano, ementi et recipienti/ nomine et vice dicte religionis et confratrum eiusdem et de propris
denaris dicte religionis, unam peciam terre aratoriam, olivatam et vidatam et rosivam iacentem in
teratorio de Materno in contrata de Buzathino ubi dicitur ad Arusum, cui coheret a mane via, a
meridie Dominicus Gavardini, a sero Tomasius Gavardini, a monte via,/ salvis omnibus aliis
coherentiis;/ ad habendum tenendum et possidendum et ad quidquid sibi et confratribus dicte
religionis et cui dederint deinceps pla/cuerint perpetuo faciendum, cum omnibus et singulis que
intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et
regressibus/ suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet
supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi ex
dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Hoc autem fecerunt nominatim dicti/
venditores pro quinquaginta libris imperialium monete nunc curentis in Riperia brixiensi quas
confessi et manifesti fuerunt se recipisse/ et habuisse a dicto domino preposito, dante et solvente
nomine et vice dicte religions et confratrum eiusdem et de propris denaris dicte religionis./
Renuntiando omni exceptioni non date, non recepte dicte pecunie et omni legum auxilio et statutis
comunis Brixie factis et fiendis. Quam quidem peciam terre dicti/ Bertolinus, Dalmianus et
Dominicus et quilibet eorum in solidum se dicti domini prepositi et confratrum dicte religionis
constituerunt possidere/ donec ipsi dicti confratres acciperint tenutam et corporalem
possessionem quam accipiendi et retinendi deinceps dicto domino preposito, recipienti/ pro dicta
religione et confratribus eiusdem, omnimodam licentiam contulerunt atque dederunt.
Promittentes ipsi domini Bertolinus, Dalmi/anus et Dominicus, per se et suos heredes et cuiuslibet
eorum dicto domino preposito, pro se et suis successoribus et confratribus dicte religionis sti/
pulanti, litem nec controversiam dicte religioni aut confratribus eiusdem ullo tempore non infere
nec inferenti consentire de dicta pecia/ terre in toto nec in parte, sed dictam peciam terre ei et suis
successoribus et confratribus dicte religionis ab omni persona et universitate legiptime defendere,/
auctorizare et desbrigare, sub pena dupli extimationis dicte pecie terre cum pro tempore plus
156

valuerit vel fuerit meliorata/ et omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et
confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito,/
IN MATERNO
.XLV.
recipienti pro se et suis successoribus et confratribus dicte religioni, se personaliter et omnia sua et
cuiuslibet eorum bona presentia et futura pigneri. Et quia/ dicti venditores minores erant viginti
quinque annis, maiores tam quatuordicim ut dicunt ad Sancta Dey Evanyelia iuraverunt,
cor/poraliter tactis scripturis, non venire contra dictam dationem venditionem, traditionem,
promissionem et obligationem nec contra aliquid in isto contractu contentum ratione minoris etatis
aut alia qualibet ratione vel causa qua se tueri posent in contrarium. Renuntiando predicti non sic facti dicti con/tractus et non ita vera esse omnia et singula in isto
contractu contenta et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie et comunitatis Riperie factis et
fiendis et bene/ficio nove costitutionis et epistole divi Adriani et omnibus aliis suis iuribus, ita quod
quilibet eorum in solidum teneant ad predicta./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo
septimo, indicione quinta decima./
76
CARTA LIVELLI
1347 Marzo 25 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto ai fratelli Bertolino, Dalmiano e Domenico fu Tomaso Dalmiani un
appezzamento di terra a Bezzuglio di Maderno in cambio di sei gallette di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA HEREDIBUS TOMASII DALMIANI DE MARCLINO
IN MATERNO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Bertolinum, Dalmianum et Dominicum
fratres et filios quondam Tomasii Dalmiani de Marcli/no de Materno. Die vigesimo quinto marcii, in
Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: magistro Francescho/
de Grapis de Materno, Iacobino filio Iohanis Peterboni, notario pro secundo notario, Iohane
quondam Ognabeni Feri, ambobus de Plano Tusculani, omnibus/ testibus rogatis. Ibi religiosus vir
dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et
Sancti Heusta/chi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores et nomine et vice dicte religionis et
capituli et conventus eiusdem ad rectum livellum comunis/ Brixie, per lignum quod in suis manibus
tenebat Bertolinum, Dalmianum et Dominicum fratres et filios quondam Tomasii Dal/miani de
Marclino de Materno de una pecia terre aratoria, olivata et vidata et rosiva iacente in teratorio de
Materno in contrata de Buzathi/no ubi dicitur ad Arusum, cui coheret a mane et a monte via, a
meridie Dominicus Gavardini, a sero Tomasius Gavardini, salvis omnibus aliis coherentiis, si que/
forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de
dicta pecia terre in dictos Bertolinum, Dal/mianum et Dominicum, ita quod ipsi et eorum heredes
et cui dederint vel habere statuerint habeant, teneant,
157

gaudeant et possideant/ dictam peciam terre et de ea quidquid voluerint faciant sine contraditione
dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis/ que intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque
in vias publi/cas et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra
se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et confratribus/ dicte religionis
ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Dando, solvendo omni anno in epifania
Domini vel in octava (-) sex ga/letas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam
mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis,/ sub pena dupli. Et
eciam eo salvo quod, si dicti emphiteote aliquo tempore velent vendere ius seu melioramentum
suum,/ teneantur primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere
volentibus nomine et vice dicte religionis,/ dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri
persone; alioquin vendant ius seu melioramentum suum cui voluerint, preter servo eclesie/ vel
potenti homini quibus nullo modo vendant, dicto domino preposito vel suis successoribus inde
habentibus duos soldos imperialium pro quibus deb/eat novum emphiteotam investire et breve
simille eodem tenore firmare. Promittentes ipsi Bertolinus, Dalmianus et Dominicus,/ per sese et
suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et
atendere dictum fictum ad dictum terminum/ et atendere et observare omnia et singula in isto
contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis
suc/cessoribus incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro se et suis
successoribus et confratribus dicte religionis, se personaliter/ et omnia sua et cuiuslibet eorum(-)
bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et
suos suc/cesores, dictis Bertolino, Dalmiano et Dominico, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam
peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus/ et cui dederit, ab omni persona
et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi
inde/ dictis Bertolino, Dalmiano et Dominico et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dictis
Bertolino, Dalmiano et Dominico omnia bona/ dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua
pecia terre dicti fratres ex nunc confitentur esse in (-) tenuta et corporali possessione/ pro dicta
religione. Et quia dictus Bertolinus, Dalmianus et Dominicus minores erant viginti quinque annis,
maiores tam quatu/ordicim ut dicunt, ad Sancta Dey Evanyelia iuraverunt, tactis scripturis, non
venire contra dictam promissionem, obligationem nec contra aliquid/ in isto contractu contentum
ratione minoris etatis aut alia qualibet ratione vel causa qua se tueri possent in contrarium. Et inde
sum/ rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragesimo septimo, indicione, quinta decima.
77
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 15 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Bartolomeo detto Beterio fu Pietro Ordanini tre
appezzamenti di terra nelle contrade di Glere, Bordone e Ronchi di San Martino, in territorio di
Maderno, in cambio di sei gallette di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
158

(S.T.) In Christi nomine amen. Hec sunt brevarie de negociis religionis Sancti Dominici de Tusculano
scripte per me Bertolameum filium Peterboni Bruni/ de Plano Tusculani Riperie Brixie, millesimo et
indicione infrascriptis ut inferius legitur.
CARTA BETERII DE ORDANINIS
IN MATERNO
.XLVI.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Bertolameum qui dicitur Beterius Petri
Ordanini de Materno. Die quinto decimo ianuarii, in Tusculano, in curtivio do/muum religionis
Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Iacobino filio Peterboni Bruni, notario pro secundo
notario, Lumbardo quondam Bere, ambobus de Tusculano, Aqui/stabeno quondam Franceschi
Gandolfini de Materno, notario, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Michael
de Navis, prepositus reli/gionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de
Cleusuris Brixie, per se et suos successores et nomine et vice dictarum eclesiarum et/ dicte
religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum
livellum comunis Brixie, investivit Bertola/lameum qui dicitur Beterius quondam Petri Ordanini de
Burgo de Materno de infrascriptis peciis terre iuris dictarum eclesiarum usque ad novem annos et
ad novam/ investituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in
dictum Bertolameum vel in suos heredes pro infrascripto ficto: imprimis de una/ pecia terre
aratoria et olivata iacente in teratorio de Materno in contrata de Gleris in Campra, cui coheret a
mane Cicinus Conti, a meridie heredes de Tomasiis, a sero via, a monte De/laytus quondam
Bonusantie de Fonte et est per mensuram septem tabule; item de una pecia terre olivata et
aratoria iacente in dicto teratorio et Campra in contrata Bordoni, cui/ coheret a mane via, a meridie
heredes Bertolini Rozoli, a sero heredes Pecie Benamati, a monte Bertolinus qui dicitur Maurus
Gualdi faber et est per mensuram triginta/ tres tabule et dimidiam; item de una pecia terre rosiva
cum uno tezolo et area iacente in dicto teratorio in contrata Ronchi Sancti Martini, cui coheret/ a
monte et a sero via et a sero heres Bertolini Monegi in parte, a meridie dicta heres in parte et in
parte heredes Bonadey de Quatroclis et est per mensuram duo plodia/ et decem octo tabule, salvis
omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra,
fecit dictam investituram/ de dictis peciis terre in dictum Bertolameum, ita quod ipse Bertolameus
et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et/ possideat dictas pecias
terre et de eis quidquid voluerit faciat sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra/ predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et
singulis que dicte/ pecie terre habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis ex dictis pecis terre modo aliquo/ pertinente seu
spectante. Solvendo ipse Bertolameus, per se et suos heredes, dicto domino preposito et suis
successoribus annuatim in epifania Domini/ vel in octava sex galetas oley, nomine ficti boni et
pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano ad ca/nipam
dictarum eclesiarum et dicte religionis. Quo ficto dato et soluto, alia superimposita non fiant dicto
conductori, preter quod solvat fictum in d/uplum in illo et de illo anno in quo non solverit dictum
fictum ad dictum terminum. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore ve/let
vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum
159

dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volen/tibus nomine et vice
dictarum eclesiarum et dicte religionis, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri
persone; alioquin vendat ius seu melioramentum/ suum cui voluerit, preter servo eclesie vel
potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde
habente/ duodicim imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam investire et
breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Bertola/meus, per se et suos heredes, dicto
domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere solvere et atendere dictum
fictum ad dictum terminum/ et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta,
sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis suc/cesoribus incurentium,
obligando ad hoc dictus Bertolameus dicto domino preposito, recipienti pro dictis eclesiis et dicta
religione, se personaliter/ et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus
prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Bertolameo,/, pro se et suis
heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram earumdem ei et suis heredibus et
cui dederit, ab omni contradicenti persona et universitate legiptime/ defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Bertolameo et suis heredibus
incurentium, obligando ad hoc dicto/ Bertolameo omnia bona dictarum eclesiarum presentia et
futura pigneri. De quibus peciis terre dictus Bertolameus ex nunc confitetur esse in tenu/ta et
corporali possessione pro dictis eclesiis. Renuntiando predicti non sic facti dicti
contractus et non ita vera esse omnia et singula in isto contractu contenta/ et omni legum auxilio et
statutis comunis Brixie factis et fiendis. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno
tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
rendit Bertolinus quondam domini pre Asiati de suprascripto ficto tres bazetas pro triginta septem
tabule de pecia terre iacente in Cerudullo ut continetur in carta facta per magistrum Bertolameum.
rendit Bertolinus quondam Materni Ordanini de suprascripto ficto unam bazetam pro decem octo
tabule de pecia terre iacente in Cerudo ut continetur in carta facta per magistrum Bertolameum.
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CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 15 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto ai fratelli Bartolomeo detto Beterio, Pasino e Ordanino, figli del fu
Pietro Ordanini e ai loro nipoti Nicola e Iacopo un appezzamento di terra in contrada Cerudoli in
territorio di Maderno in cambio di tre gallette di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA HEREDUM PETRI DE ORDANINIS.
IN MATERNO, IN CONTRATA CEREDELI.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Bertolameum qui dicitur Beterius,
Pasinum et Ordaninum et heredes Bersani, fratres et fillios quondam Petri Ordanini/ de Ordaninis
de Materno. Die quinto decimo ianuarii, in Tusculano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici
de Tusculano, presentibus: Iacobino fi/lio Peterboni Bruni,
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notario pro secundo notario, Lumbardo quondam Bere, ambobus de Tusculano, Aquistabeno
quondam Franceschi Gadolfini de Materno, notario et/ rogato hanc cartam subscribere,
omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis
ecl/esiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos
successores ac nomine et vice dictarum eclesiarum et/ dicte religionis et capituli et conventus
eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit
Ber/tolameum qui dicitur Beterius, Pasinum et Ordaninum fratres et fillios quondam Petri Ordanini
de Materno et quemlibet eorum in solidum recipientes/ per sese et nomine et vice Nicolay et
Iacobi fratrum et filliorum quondam Bersani quondam fratris dictorum Bertolamey, Pasini et
Ordanini, pro quibus/ sese et quemlibet eorum in solidum et omnia sua bona et cuiuslibet eorum,
obligaverunt sese facturos et curaturos quod dicti Iacobus et Nicolaus/ eorum nepotes habebunt
firma et rata hanc investituram et omnia et singula in isto contractu contenta et quod in nullo
contrafacient vel venient/ aliqua ratione vel causa de infrascripta pecia terre iuris dictarum
eclesiarum et dicte religionis usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam/ per
dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictos emphiteotes pro infrascripto ficto,
videlicet de una pecia terre olivata et vidata et costiva iacente in terato/rio de Materno in contrata
Ceruduli, cui coheret a mane Franzonus ser Henrici in parte et in parte heredes Petri de Ordaninis,
videlicet dicti conductores et/ in parte Duchinus Tane, a meridie via, a sero heredes Nicolay Clerici
fili Bontempi de Albertonibus, a monte heredes Baldoyni Scapini Zufrede/ et Iohanes Mazie
Osmererii et est per mensuram duo plodia et septem tabule et est in dicta pecia terre una mura
cum una area,/ salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus dominus prepositus,
nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre/ in dictos Bertolameum,
Pasinum et Ordaninum, recipientes pro se et dictis nepotibus suis, ita quod ipsi et eorum heredes
et cui dederint vel habere/ statuerint habeant, teneant, gaudeant et possideant dictam peciam
terre et de ea quidquid voluerint faciant iure livelli sine contraditione dicti domini/ prepositi
suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios
si qui forent et cum acce/sibus ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum
omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum,/ et cum
omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis et dicte religioni ex dicta pecia terre
modo aliquo pertinente seu spectante. Sol/ventibus ipsis Bertolameo, Pasino et Ordanino, Nicolao
et Iacobo dicto domino preposito et confratribus dicte religionis annuatim in epifania/ Domini vel in
octava tres galetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de
Tusculano in terra de Tusculano,/ ad canipam dictarum eclesiarum et dicte religionis. Quo ficto
dato et soluto, alia superimposita non fiant dictis conductoribus preter quod solvant fic/tum in
duplum in illo et de illo anno in quo non solverint dictum fictum ad dictum terminum. Et in eo salvo
quod, si dicti emphiteote ali/quo tempore vellent vendere ius seu melioramentum suum, teneantur
primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare/ et eis, emere volentibus nomine
et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis, dare pro quinque soldis imperialium minus quam
alteri persone; alioquin vend/ant ius seu melioramentum suum cui voluerint, preter servo eclesie
vel potenti homini quibus nullo modo vendant, dicto domino preposi/to vel suis successoribus inde
habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve
simille eodem/ tenore firmare. Promittentes ipsi Bertolameus, Pasinus et Ordaninus, per sese et
suos heredes et nomine et vice dictorum Nicolay et Iacob/ini nepotum suorum, dicto domino
preposito, pro se et suis successoribus stipulanti,
161

dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et/ atendere et observare omnia et
singula in isto contractu contenta,/ sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino
preposito et suis succe/soribus incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti
pro se et suis successoribus, se personaliter et omnia sua bona presentia et fu/tura pigneri. Insuper
dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dictis conductoribus,
pro sese et dictis ne/potibus suis et eorum heredes et cuiuslibet eorum, dictam peciam terre et
dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederint ab omni contradicenti persona/ et
universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi
inde dictis conductoribus et suis heredibus incurentium,/ obligando ad hoc eis recipientibus, pro
sese et dictis nepotibus suis, omnia bona dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et futura
pigneri. De/ qua pecia terre predicti Bertolameus, Pasinus et Ordaninus ex nunc confitentur esse in
possessione et tenuta pro dicta religione. Renuntiando predicti non sic facti/
dicti contractus et non ita vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et cetera et maxime
beneficio nove constitutionis et epistole divi Ad/riani, ita quod quilibet eorum in solidum teneatur
ad predicta. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragessimo octavo, indicione prima. Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
79
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 15 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni ad Aquistabeno fu Francesco Gandolfini una casa in
contrada Arco in territorio di Maderno in cambio di una galletta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA AQUISTABENI GANDOLFINI
IN MATERNO
.XLIII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Materno contra Aquistabenum quondam Franceschi
Gandolfini. Die quinto decimo ianuarii, in Tusculano, in curtivio do/muum religionis Sancti Dominici,
presentibus: Iacobino filio Peterboni Bruni, notario pro secundo notario, Lumbardo quondam Bere,
ambobus de Tusculano, Bete/rio et Pasino fratribus et filiis quondam Petri Ordanini de Burgo de
Materno, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater/ Michael de Navis, prepositus
religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et
suos/ successores ac nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis et capituli et conventus
eiusdem, per lignum quod in suis manibus te/nebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit
Aquistabenum quondam Franceschi Gandolfini de Materno usque ad/ novem annos et ad novam
investituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum
Aquistabenum vel in suos/ heredes de infrascripta domo pro infrascripto ficto, videlicet de una
domo copata cum curtivio secum tenente iacente in teratorio de Materno/ in contrata de Archu,
cui coheret a mane Dominicus Belenzani Carnerii, a meridie strata comunis Brixie, a sero heredes
Petri Bonati, a monte dictus Aquistabe/nus
162

conductor et est per mensuram quatuor tabule et dimidiam. Tali modo dictus dominus prepositus,
nomine quo ut supra, fecit dictam inve/stituram de dicta domo et curtivio in dictum Aquistabenum,
ita quod ipse Aquistabenus et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit/ habeat, teneat,
gaudeat et possideat dictam peciam terre iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi
suorumque successorum; cum omnibus /et singulis que intra predictos continentur confines vel
alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas/ et cum
omnibus et singulis que dicta domus et curtivium habent supra se, intra se seu infra se in integrum
et cum omni iure et actione, usu seu/ requisitione sibi et dictis eclesiis et dicte religioni ex dicta
domo et curtivio modo aliquo pertinente. Dante et solvente ipso/ Aquistabeno, per se et suos
heredes, dicto domino preposito et dictis eclesiis annuatim in epifania Domini vel in octava unam
galetam oley,/ nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in
terra de Materno, ad canipam dicte religionis, preter/ quod solvat fictum in duplum in illo et de illo
anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et in eo salvo quod, si dictus/
emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum
prepositum vel suos succe/ apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dictarum
eclesiarum, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin ven/dat ius
seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino/ preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium
pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simi/le eodem tenore firmare.
Promittens ipse Aquistabenus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus/ stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere
et observare omnia et singula in isto contractu conten/ta, sub pena omnis dampni et dispendi inde
dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad hoc ei, recipienti/ pro se et
dicta religione, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus
dominus prepositus stipulatione promi/sit, per se et suos successores, dicto Aquistabeno, pro se et
suis heredibus stipulanti, dictam domum et curtivium ab omni persona/ et universitate legiptime
defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Aquistabeno/
et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc ei omnia bona dictarum eclesiarum et dicte
religionis presentia et futura pigneri. De qua domo/ et curtivio dictus Aquistabenus ex nunc
confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dicta religione. Renuntiando predicti non sic/ facti dicti contractus et non ita vera esse omnia et singula in isto
contractu contenta et omni legum auxilio et cetera. Et inde sum rogatus/ unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione
prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
80
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 15 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Dalmiano fu Bertolino Monaci, per conto proprio e dei
fratelli Antoniolo e Requiliano, un appezzamento di terra in contrada de Croseclis in territorio di
Maderno in cambio di una galletta di olio all'anno.
163

Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA HEREDUM BERTOLINI QUONDAM MONACI DE SENICO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Dalmianum, Antoniolum et Requilianum
fratres et filios quondam Bertolini Monegi de Sanico de/ Materno. Die quinto decimo ianuarii, in
Tusculano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Iacobino filio
Pe/terboni Bruni, notario pro secundo notario, Lumbardo quondam Bere, Martino quondam
Iacobini de Paytono, habitatore Tusculani, omnibus testibus rogatis./ Ibi religiosus vir dominus
frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti/
Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dictarum eclesiarum et
dicte religionis et capituli et con/ventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad
rectum livellum comunis Brixie, investivit Dalmianum fili/um quondam Bertolini Monegi de Sanico
de Materno, recipientem pro se et Antoniolo et Requiliano fratribus suis et filiis quondam dicti/
Bertolini Monegi pro quibus, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura obligavit se
facturum et curaturum quod dicti fratres sui ha/bebunt firma et rata omnia in isto contractu
contenta de una pecia terre iuris dictarum eclesiarum usque ad novem annos et ad novam/
investituram fiendam per dictum prepositum vel per suos successores in dictos Dalmianum,
Antoniolum et Requilianum vel in suos heredes/ pro infrascripto ficto, videlicet de una pecia terre
aratoria, olivata et rosiva iacente in teratorio de Materno in contrata de Croseclis, cui coheret a
mane dicti/ conductores, a meridie Petrus Taroni, a sero fossatum, a monte heredes Betini Druti et
est per mensuram quatraginta octo tabule, salvis omni/bus aliis coherentiis. Tali modo dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum
Dal/mianum, quatenus ipse Dalmianus et dicti fratres sui et eorum heredes et cuiuslibet eorum et
cui dederint vel habere statuerint habeant,/ teneant, gaudeant et possideant dictam peciam terre
et de ea quidquid voluerint faciant iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi/ suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus/ et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et
singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum/ et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione dictis eclesiis et dicte religioni ex dica pecia terre modo aliquo
pertinente/ seu spectante. Dictis Dalmiano, Antoniolo et Requiliano dantibus et solventibus dicto
domino preposito et dicte religioni annuatim in ep/ifania Domini vel in octava unam galetam oley,
nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de
Tusculano, ad/ canipam dicte religionis Quo ficto dato et soluto, alia superimposita non fiant dictis
conductoribus preter quod solvant in duplum in/ illo et de illo anno in quo non solverint
dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si dicti emphiteote aliquo tempore/
velent vendere ius seu melioramentum suum, teneantur primo dictum dominum prepositum vel
suos successores apellare et eis, emere vol/entibus, dare pro quinque soldis imperialium minus
quam alteri persone; alioquin vendant ius seu melioramentum suum cui voluerint, preter servo
eclesie/ vel potenti homini quibus nullo modo vendant, dicto domino preposito vel suis
successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant no/vum emphiteotam
investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Dalmianus, per se et suos heredes
et nomine et vice/ dictorum Requiliani et Antonioli fratrum suorum, dicto preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum/ fictum ad dictum terminum et atendere
et
164

observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde
dicto domino/ preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad hoc dicto domino
preposito, recipienti pro se et dicta religione, se personaliter et omnia sua bona presentia/ et futura
pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto
Dalmiano, pro se et dictis fratribus/ suis et eorum heredes stipulanti, dictam peciam terre et dictam
investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederint ab omni contradicenti persona et
univer/sitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi
inde dictis Dalmiano, Antoniolo et Re/quiliano et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc ei,
recipienti pro se et dictis fratribus suis, omnia bona dicte religionis et dictarum eclesiarum/
presentia et futura pigneri. De qua pecia terre dictus Dalmianus ex nunc confitetur esse in tenuta et
corporali possessione pro dicta religione cum dictis/ fratribus suis. Renuntiando
predicti non sic facti dicti contractus et non ita vera esse omnia et singula in isto contractu contenta
et omni legum auxilio et cetera. Et inde/ sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno
tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
81
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 15 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Peterbono fu Maderno Ordanini, per conto proprio e
dei fratelli Pietro e Giovanni, due appezzamenti di terra nelle contrade Pozze a Toscolano e Ortello
a Maderno in cambio di sette bazete e mezza di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA HEREDUM MATERNI DE ORDANINIS
IN MATERNO
.XLIIII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Peterbonum, Petrum et Iohanem fratres
et filios quondam Materni Ordanini de Burgo de Materno. Die decimo quinto/ ianuarii, in
Tusculano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici, presentibus: Iacobino Peterboni Bruni,
notario pro secundo notario, Maternino Plasini, ambobus de Plano Tus/culani, Dalmiano Bertolini
Monegi de Sanico de Materno, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Michael
de Navis, prepositus re/ligionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de
Cleusuris Brixie, per se et suos successores et nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte
reli/gionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum
livellum comunis Brixie, investivit Peterbonum quondam Mater/ni Ordanini de Burgo de Materno,
recipientem pro se et Petro et Iohane fratribus suis et filiis quondam dicti Materni, pro quibus se
personaliter et omnia sua bona presentia et/ futura obligavit se facturum et curaturum quod dicti
Petrus et Iohanes habebunt firma et rata omnia et singula in isto contractu contenta de infrascriptis
peciis terre iuris/ dictarum eclesiarum usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam
per dictum dominum prepositum vel per suos successores pro infrascripto ficto/ in dictos
Peterbonum, Petrum et
165

Iohanem vel in suos heredes: imprimis de una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in
teratorio de Tucul/ano in contrata ubi dicitur ad Poffas in Campra, cui coheret a mane Floriolus
Noysii, a meridie via in parte et in parte heres Gosoli, a sero dicta heres Gosoli in parte et/ in parte
via, a monte dictus Floriolus in parte Boyolus molinarius et est per mensuram triginta
novem tabule; item de una pecia terre prativa iacente/ in teratorio de Materno in contrata Orteli in
montibus de Materno supra costam Barbii, cui coheret a mane gandinus, a meridie heredes
Materni Bonaverii pro dicta/ religione, a sero et a monte comune de Materno et esse potest per
mensuram duo plodia vel circa, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali/ modo dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis peciis terre in dictum
Petribonum, recipientem pro se et dictis fratribus/ suis, ita quod ipsi et eorum heredes et cui
dederint vel habere statuerint habeant, teneant, gaudeant et possideant dictas pecias terre et de
eis quidquid vol/uerint faciant iure livelario sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confi/nes vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et
singulis que dicte pecie terre habent/ supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis ex dictis pecis terre modo aliquo/ pertinente seu
spectante. Dando et solvendo dicto domino preposito et dictis eclesiis annuatim in epifania Domini
vel in octava septem/ bazetas et dimidiam oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad
rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte/ religionis. Quo ficto dato
et soluto, alia superimposita non fiant dictis conductoribus, preter quod solvant fictum in duplum in
illo/ et de illo anno in quo non solverint dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo
quod, si dicti emphiteote aliquo tempore velent/ vendere ius seu melioramentum suum,teneantur
primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere vo/lentibus, dare
pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendant ius seu
melioramentum suum cui voluerint, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo/ modo
vendant, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium
pro quibus debeant novum emphiteotam investire/ et breve simille eodem tenore firmare.
Promittens ipse Peterbonus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus/ stipulanti, dare, solvere et atendere et observare dictum fictum ad dictum
terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu con/tenta, sub pena omnis
dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad
hoc dicto domino preposito,/ recipienti pro se et dictis eclesiis et dicta religione, se personaliter et
omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus/ stipulatione
promisit, per se et suos successores, dicto Peterbono, pro se et suis heredibus et dictis Petro et
Iohani et (-) heredibus suis et eorum heredibus/ stipulanti, dictas pecias terre et dictam
investituram earumdem eis et suis heredibus et cui dederint ab omni contradicenti persona et
universitate legip/time defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi
inde dictis Peterbono, Iohane et Petro et suis heredibus/ incurentium, obligando ad hoc ei,
recipienti pro se et dictis fratribus suis, omnia bona dictarum eclesiarum et dicte religionis
presentia et futura/ pigneri. De quibus peciis terre ex nunc dictus Petribonus quod ipse et dicti
fratres sui sunt in tenuta et corporali possessione pro dicta religione./ Renuntiando predicti non sic facti dicti contractus et non ita vera esse omnia et singula in isto
contractu contenta et omni legum auxilio et statutis comunis/ Brixie factis et cetera. Et inde sum
rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
166

quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani,
notarius rogatus, scripsi.
82
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 15 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Bartolomeo fu Baldoino Scapini tre parti di un appezzamento di terra
in contrada de Crosiclis in territorio di Maderno, in cambio di quattro bazete e mezza di olio
all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA BERTOLAMEI BALDOYNI SCAPINI
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Bertolameum Baldoyni Scapini de Sanico.
Die quinto decimo ianuarii, in Tusculano, in curtivio do/muum religionis Sancti Dominici de
Tusculano, presentibus: Iacobino filio Peterboni Bruni, notario pro secundo notario, Lumbardo
Bere, ambobus de Tusculano,/ Dalmiano quondam Bertolini Monegi de Sanico de Materno,
omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Michael de Navis,/ prepositus religionis
Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores et
nomine et vice dictarum ec/lesiarum et dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum
quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, in/vestivit Bertolameum quondam
Baldoyni Scapini de Sanico de Materno de tribus partibus a meridie parte unius pecie terre aratorie,
olivate, vidate et rosi/ve iacentis in teratorio de Materno in contrata de Crosaclis, cui coheret de
supertoto a mane via, a meridie heredes Betini Druti, a sero et a monte heredes/ Scapini Zufrede et
est tota per mensuram unum plodium et viginti septem tabule. Ita quod dictus Bertolameus
investitus est de tribus/ partibus dicte pecie terre et Requilianus Valenti Scapini investitus est de
quarta parte dicte pecie terre, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Quam in/vestituram
dictus dominus prepositus fecit usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam per
dictum dominum prepositum vel per suos succe/sores in dictum Bertolameum vel in suos heredes
pro infrascripto ficto. Tali modo dictus dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit
dictam/ investituram de dictis tribus partibus dicte pecie terre in dictum Bertolameum, ita quod
ipse Bertolameus et sui heredes et cui dederit vel habere stat/uerit habeat, teneat, gaudeat et
possideat dictas tres partes dicte pecie terre et de eis quidquid voluerit faciat sine contraditione
dicti domini prepositi/ suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus/ suis usque
in vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicte tres partes dicte pecie terre habent supra se,
intra se seu infra se in integrum et/ cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dictis
eclesiis ex dictis tribus partibus dicte pecie terre modo aliquo pertinente seu/ spectante. Dicto
Bertolameo dante et solvente per se et suos heredes, dicte religioni et dictis eclesiis annuatim in
epifania Domini vel in/ octava quatuor bazetas et dimidiam oley, nomine ficti boni et pulcri et bene
mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tu/sculano, ad canipam dicte religionis.
Quo ficto dato et soluto, alia superimposita fiant dicto conductori, preter quod solvat fictum
in duplum in illo/ et de illo anno in
167

quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota
aliquo tempore velet vendere ius/ seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum
prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volenti nomine et vice dictarum/
eclesiarum, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius
seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo ec/lesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel successoribus suis inde habentibus duos soldos imperialium pro
quibus/ debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens
ipse Bertolameus, per se et suos/ heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus
stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et obser/vare
omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino
preposito et suis successoribus incuren/tium, obligando ad hoc ei, recipienti pro se et dictis eclesiis,
se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus/ prepositus
stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Bertolameo, pro se et suis heredibus
stipulanti, dictas tres partes dicte pecie terre/ et dictam investituram ei et suis heredibus et cui
dederit, ab omni contradicenti persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et
desb/rigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Bertolameo et suis heredibus
incurentium, obligando ad hoc dicto Bertolameo omnia bona/ dictarum eclesiarum presentia et
futura pigneri. De quibus tribus partibus dicte pecie terre ex nunc dictus Bertolameus confitetur
esse in tenuta et corp/orali possessione pro dicta religione. Insuper quia dictus Bertolamus minor
erat viginti quinque annis, maior tam quatuordecim ut/ dicitur, ad Sancta Dey Evanyelia iuravit,
corporaliter tactis scripturis, predictam promissionem, obligationem et omnia et singula in isto
contractu/ contenta perpetuo firma et rata habere et tenere et non contrafacere vel venire ratione
minoris etatis aut alia qualibet ra/tione vel causa qua se tueri poset in contrarium. Renuntiando
predicti non sic facti dicti contractus et non ita vera esse omnia et singula in isto
contractu/ contenta et omni legum auxilio et cetera. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione
prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
83
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 15 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Requiliano fu Valente Scapini, per conto proprio e di
suo fratello Bartolomeo, la quarta parte di un appezzamento di terra in contrada de Crosiclis in
territorio di Maderno, in cambio di una bazeta e mezza di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA HEREDIS VALENTI SCAPINI DE SANICO
IN MATERNO
.XLVIIII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Requilianum Valenti Scapini de Sanico de
Materno. Die quinto decimo ianuarii,/ in
168

Tusculano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici, presentibus: Iohanino filio Iohanis
Salvagni, notario pro secundo notario, Antoniolo/ filio Bertolamey Iohanis Cozie, notario, ambobus
de Tusculano, Bonzoano de Bardolino, habitatore Materni, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus/
dominus frater Michael de Navis, prepositus eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et
Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie,/ per se et suos successores et nomine et vice dictarum
eclesiarum et dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis ma/nibus
tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Requilianum quondam Valenti Scapini de
Sanico de Materno, recipientem/ per se et nomine et vice Bertolamey fratris eius et fili quondam
dicti Valenti Scapini, pro quo, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura/ obligavit se
facturum et curaturum quod dictus Bertolameus habebit firma et rata omnia et singula in isto
contractu contenta usque ad/ novem annos et ad novam investituram fiendam per dictum
dominum prepositum vel per suos successores in dictos Requilianum et Bertolam/eum vel in suos
heredes pro infrascripto ficto de infracripta pecia terre sive parte unius pecie terre, videlicet de
quarta parte a monte parte unius pecie terre/ aratorie, olivate, vidate et rosive iacentis in teratorio
de Materno in contrata de Croseclis, cui pecie terre coheret de supertoto a mane via, a meridie
heredes Be/tini Druti, a sero et a monte heredes Scapini Zufrede, qua pecia terre de supertoto est
per mensuram unum plodium et viginti septem tabule. Ita/ quod dictus Requilianus investitus est
de quarta parte dicte pecie terre et Bertolameus Baldoyni Scapini investitus est de aliis tribus/
partibus dicte pecie terre ut supra in carta continetur, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent.
Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut (-)/ supra, fecit dictam investituram de dicta
quarta parte dicte pecie terre ita quod ipse Requilianus et Bertolameus et eorum heredes et cui
dederint/ vel habere statuerint habeant, teneant, gaudeant et possideant dictam quartam partem
dicte pecie terre a monte parte et de ea quidquid voluerint/ faciant sine contraditione dicti domini
prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur
confines vel alios si/ qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas, et cum omnibus et singulis que dicta quarta parte/ dicte pecie terre habet supra se, intra
se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis et
dicte/ religioni ex dicta quarta parte dicte pecie terre modo aliquo pertinente seu spectante. Dando
et solvendo annuatim in epi/fania Domini vel in octava unam bazetam oley et dimidiam, nomine
ficti boni et/ pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad
canipam dicte religionis. Quo ficto dato/ et soluto, alia superimposita non fiant dictis (-)
conductoribus, preter quod solvant fictum in duplum in illo et de illo anno in quo non/ solverint
dictum fictum ad dictum terminum. Et in eo salvo quod, si dicti emphiteote aliquo tempore velent
vendere ius/ seu melioramentum suum, teneantur primo dictum dominum prepositum vel suos
successores apellare et eis, emere volentibus/ nomine et vice dicte religionis, dare pro quinque
soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendant ius seu melio/ramentum suum cui
voluerint, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendant, dicto domino
preposito vel su/is successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant
novum emphiteotam investire et breve simille eo/dem tenore firmare. Promittens ipse Requilianus,
per se et suos heredes, nomine et vice dicti Bertolamey (-), dicto domino preposito,/ pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, solvere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare
omnia et singula/ in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dictis eclesiis
et dicte religioni incurentium, obligando ad hoc dicto/ domino preposito, recipienti pro se et suis
successoribus, se personaliter et omnia sua bona presentia et
169

futura pigneri. Insuper dictus dominus/ prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores,
dicto Requiliano, pro se et dicto Bertolameo et eorum heredibus stipulanti,/ dictam quartam
partem dicte pecie terre et dictam investituram eiusdem eis et suis heredibus et cui dederint ab
omni contradicenti persona/ et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub
pena omnis dampni et dispendi inde dicto Requiliano et/ Bertolameo et eorum heredes
incurentium, obligando ad hoc dicto Requiliano, recipienti pro se et dicto Bertolameo et eorum
heredibus, omnia bona/ dictarum eclesiarum presentia et futura pigneri. De qua quarta parte dicte
pecie terre dictus Requilianus ex nunc cum dicto Bertolameo, fratre/ suo, confitetur esse in tenuta
et corporali possessione pro dicta religione. Renuntiando predicti non sic facti
dicti contractus et omni legum auxilio et cetera. Et/ inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione
prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
84
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 16 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Giovannino fu Antoniolo di ser Enrico un
appezzamento di terra sopra Costa Zampasti in territorio di Maderno, in cambio di una galletta di
olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA IOHANINI QUONDAM ANTONIOLI SER HENRICI
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iohaninum quondam Antonioli ser
Henrici de Materno. Die sexto decimo ianuarii, in Tusculano, in cur/tivio domuum religionis Sancti
Dominici de Tusculano, presentibus: Iohanino filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario,
Maternino/ quondam Plasini Vigorii, ambobus de Plano Tusculani, Petro qui dicitur Galvagnus
quondam Bocadolze de Materno, omnibus testibus rogatis. Ibi religi/ossus vir dominus frater
Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti
Heusta/chi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dictarum eclesiarum et
dicte religionis et capituli et conventus/ earumdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad
rectum livellum comunis Brixie, investivit Iohaninum quondam Antonioli ser/ Henrici de Materno
usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam per dictum dominum prepositum in
dictum Iohaninum/ vel in suos heredes de infrascripta pecia terre iuris dictarum eclesiarum pro
infrascripto ficto, videlicet de una pecia terre aratoria, olivata et rosiva iacente in/ teratorio de
Materno supra costam Zampasti, cui coheret a mane Coradinus (Bruna.hi) pro Pasino Pradini, a
meridie via in parte et in/ parte dominus pre Nicolaus, (-) archipresbiter plebis de Materno, pro
Bontempo de Albertonibus, a sero heredes Deloni Fregameyi, a monte heredes Petri/ Bonati et est
per mensuram dimidium plodium, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus
dominus prepositus,/ nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum
Iohaninum, ita quod ipse Iohaninus et sui heredes et cui dederit dictam/ peciam terre habeat,
teneat, gaudeat et possideat eam et de ea quidquid voluerit faciat sine contraditione dicti domini
prepositi suorumque successorum;/ cum omnibus
170

et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus,
ingressibus et regressibus (-) suis usque in/ vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia
terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione/ usu seu
requisitione sibi ex dicta pecia terre et dictis eclesiis modo aliquo pertinente seu spectante. Dicto
Iohanino dante et/ solvente, per se et suos heredes, dicto domino preposito et dicte religioni
annuatim in epifania Domini vel in octava unam galetam/ oley, nomine ficti boni et pulcri et bene
mensurati ad recta mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dictarum/
eclesiarum et dicte religionis. Quo ficto dato et soluto, alia superimposita non fiant dicto
conductori, preter quod solvat fic/tum in duplum in illo et de illo anno in quo non solverit dictum
fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si dictus emp/hiteota aliquo tempore vellet
vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos
suc/cessores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte
religionis, dare pro quinque soldis imperialium minus/ quam alteri persone; alioquin vendat ius
suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat,/ dicto domino
preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant
novum emphiteotam investire/ et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Iohaninus,
per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et/ suis successoribus stipulanti, dare,
solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula/
in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis
successoribus incurentium, obligando/ ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro se et dictis
eclesiis, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper/ dictus dominus
prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Iohanino, pro se et suis heredibus
stipulanti, dictam/ peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit,
ab omni contradicenti persona et universitate legiptime defendere,/ auctorizare et desbrigare, sub
pena omnis dampni et dispendi inde dicto Iohanino et suis heredibus incurentium, obligando ad
hoc/ dicto Iohanino omnia bona dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et futura pigneri.
Renuntiando predicti non sic facti/ dicti contractus et non ita vera esse omnia et
singula in isto contractu contenta et omni legum auxilio et cetera. De qua pecia terre ex nunc
dictus/ Iohaninus confitetur esse in tenuta et corporali possesione pro dicta religione. Et inde sum
rogatus unum et plura facere instrumenta uno/ tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani,
notarius rogatus, scripsi.
85
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 17 Maderno, in domo Marcheti qui dicitur Codagnellus.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Peterbono fu Cresembeno detto Casa un
appezzamento di terra in contrada Solino in territorio di Maderno in cambio di una galletta di olio
all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
171

CARTA PETERBONI QUONDAM CASE DE MATERNO
IN MATERNO
.L.
Carta livelli religionis Sancti Dominici. Die decimo septimo ianuarii, in Materno in domo habitationis
Marcheti qui dicitur Codagnellus, presentibus: Iohane filio Pe/terboni Bruni de Tusculano, notario,
Pasino quondam Flordetere de Materno, notario, Manno filio Boseti de Faxano de Gardono, notario
utroque rogato hanc/ cartam subscribere, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus
frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum sanctorum Dominici/ de Tusculano et
Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores et nomine et vice dictarum eclesiarum et
dicte religionis et capituli et conventus/ eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad
rectum livellum comunis investivit Peterbonum quondam Cresembeni qui dicebatur Casa,
sartor/ de Burgo de Materno, de una pecia terre iuris dictarum eclesiarum usque ad novem annos
et ad novam investituram fiendam per dictum dominum prepo/situm vel per suos successores in
dictum Peterbonum vel in suos heredes pro infrascripto ficto, videlicet de una pecia terre aratoria,
olivata, vidata iacente in/ teratorio de Materno in contrata Zolini, cui coheret a mane heredes
Iohanini Belomini, a meridie et a sero Benedictus Tanne, a monte via, salvis omnibus aliis/
coherentiis, si que forent et est per mensuram viginti novem tabule. Tali modo dictus dominus
prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam invest/ituram de dicta pecia terre in dictum
Peterbonum, ita quod ipse Peterbonus et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat,
teneat, gaudeat et/ possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat iure livelario
sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et sing/ulis que
intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et
regressibus suis usque in vias publicas et/ cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra
se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dictis
ecle/siis ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Dando et solvendo dicto
domino preposito et suis successoribus et dictis eclesiis/ annuatim in epifania Domini vel in octava
unam galetam oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de/
Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dictarum eclesiarum et dicte religionis. Quo ficto dato
et soluto, alia superimposita non fiant dicto con/ductori, preter quod solvat fictum in duplum in illo
et de illo anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si/
dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo
dictum dominum prepositum vel suos suc/cesores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice
dicte religionis, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin ven/dat
ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo
modo vendat, dicto domino preposito/ vel suis successoribus inde habentibus duos soldos
imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem/ tenore
firmare. Promittens ipse Peterbonus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti,/ dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere
et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena/ omnis dampni et dispendi inde
dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad hoc dicto domino
preposito, recipienti/ pro dictis eclesiis et dicta religione, se personaliter et omnia sua bona
presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione/ promisit, per se et suos
successores, dicto Peterbono, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam
investituram eiusdem ei et suis/ heredibus et cui dederit vel
172

habere statuerit ab omni contradicenti persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena/ omnis dampni et dispendi inde dicto Peterbono et suis heredibus
incurentium, obligando ad hoc dicto Peterbono omnia bona dictarum eclesiarum/ et dicte religionis
presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Peterbonus confitetur esse in tenuta
et corporali possessione/ pro dictis eclesiis et dicta religione. Renuntiando
predicti non sic facti dicti contractus et non ita vera esse omnia et singula in isto contractu
contenta/ et omni legum auxilio et cetera. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta
uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
86
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 21 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Contrino fu Iacobo detto Coacie due appezzamenti di
terra a Maderno nelle contrade Crosecli e Masane e una casa con orto a Sanico, in cambio di undici
bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA CONTRINI QUONDAM IACOBI COAZE DE SENICO
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Contrinum Coacie de Materno. Die
vigessimo primo ianuarii, in Tusculano, in curtivio domuum re/ligionis Sancti Dominici, presentibus:
magistro Benedicto Caligario quondam Tane, Bertolameo qui dicitur Manus Coacie, ambobus de
Materno, Tomas/io filio Michaelis Petri Begnami de Secina de Tusculano, notario pro secundo
notario, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater/ Michael de Navis, prepositus
religionis eclesiarum sanctorum Dominici de Tusculano et Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et
suos suc/cessores et nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis et capituli et conventus
eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad/ rectum livellum comunis Brixie, investivit
Contrinum quondam Iacobi qui dicebatur Coacia de Sanico de Materno de infrascriptis peciis terre
et do/mo iuris dictarum eclesiarum usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam per
dictum dominum prepositum vel per suos succes/sores in dictum Contrinum vel in suos heredes
pro infrascripto ficto: imprimis de una pecia terre aratoria, olivata et rosiva iacente in teratorio de
Ma/terno in contrata de Croseclis, cui coheret a mane via, a meridie heredes Delayti ser Masii, a
sero via vicinorum et a sero

Contrinum, ita quod ipse Contrinus et sui heredes et cui dederit vel habere st/atuerit habeat,
teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre, domum et ortum et de eis quidquid voluerit faciat
sine contraditione dicti/ domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que
intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum acessi/bus, ingressibus et
regressibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre et domus
habent supra se, intra se/ seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione
sibi et dictis eclesiis ex dictis pecis terre domo et orto/ modo aliquo pertinente seu spectante. Dicto
Contrino vel suis heredibus dante et solvente dicto domino preposito et dictis ecl/esis annuatim in
epifania Domini vel in octava undicim bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensu/rati
ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dictarum eclesiarum et dicte
religionis. Quo ficto dato/ et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori, preter quod
solvat fictum in duplum in illo et de illo anno in quo non so/lverit dictum fictum ad dictum
terminum. Et eciam eo salvo quod, si dictus Contrinus emphiteota aliquo tempore vellet vendere
ius/ seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos successores
apellare et eis, emere volentibus nomine/ et vice dictarum eclesiarum, dare pro quinque soldis
imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum/ cui
voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito
vel suis successoribus inde habentibus/ duos soldos imperialium pro quibus debeant novum
emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens/ ipse Contrinus, per se et
suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et
atendere et observare omnia/ et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus incurrenti/um, obligando ad hoc dicto
domino preposito, stipulanti et recipienti nomine et vice dictarum eclesiarum, se personaliter et
omnia sua bona presentia/ et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione
promisit, per se et suos successores, dicto Contrino, pro se et suis/ heredibus stipulanti, dictas
pecias terre, domum et ortum ei et suis heredibus et dictam investituram ab omni contradicenti
persona et universitate/ legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto Contrino et suis heredibus incurentium,/ obligando dicto Contrino
omnia bona dictarum eclesiarum et dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus peciis
terre et domo et or/to dictus Contrinus ex nunc confitetur esse in tenuta et corporali possessione
pro dictis eclesiis. Renuntiando predicti non sic facti dicti contractus/ et non ita
vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et omni legum auxilio et cetera. Et inde sum
rogatus unum et plura facere instrumenta/ uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani,
notarius rogatus, scripsi.
87
CARTA LIVELLI
1348 Febbraio 15 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Benvenuta fu Bertolino detto Secaseno fu Carlasarii, col
consenso del marito Bonzoano, parte di una casa presso la porta Picagaye al Borgo di Maderno e
parti di appezzamenti di terra nelle contrade Borgo, Valle piana
174

e Mandola in territorio di Maderno, in cambio di cinque soldi imperiali e due imperiali all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA BENEVENUTE QUONDAM SECASENI
IN MATERNO
.LI.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Benevenutam quondam Bertolini qui
dicebatur Secasenus Carlasarii de Materno et uxorem Bonzoani,/ habitatorem Materni. Die
quintodecimo februarii, in Tusculano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici, presentibus:
Andriolo filio Petri Ve/coli de Ano, notario pro secundo notario, Bono quondam Nicolini de
Tusculano (-), Lonardo de Specianis de Verona, omnibus testibus rogatis. Ibi re/ligiosus vir dominus
frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum sanctorum Dominici de Tusculano et
Heustachi de/ Cleusuris Brixie, per se et suos successores et nomine et vice dictarum eclesiarum et
dicte religionis et capituli et conventus earumdem, per lignum/ quod in suis manibus tenebat ad
rectum livellum comunis Brixie, investivit Benevenutam quondam Bertolini qui dicebatur
Secasenus/ quondam Carlasarii de Burgo de Materno de infrascriptis domo et peciis terre usque ad
novem annos et ad novam investituram fiendam per/ dictum dominum prepositum vel per suos
successores in dictam Benevenutam vel in suos heredes pro infrascripto ficto, dicta Benevenuta
reci/piente dictam investituram, verbo et consensu Bonzoani de Bardolino habitatoris Materni viri
dicte Benevenute ibi presentis et/ ei ad omnia et singula infrascripta parabolam dantis: imprimis de
medietate a mane parte tercie partis unius domus copate iacente/ in teratorio de Materno in Burgo
prope portam Picagaye, cui coheret de supertoto a mane et a meridie via, a sero et a monte Gisapa
quondam Revelle,/ que domus de supertoto est per mensuram tres tabule et dimidiam; item de
medietate tercie partis unius pecie terre a mane parte unius pecie terre/ olivate, vidate et aratorie
iacente in teratorio de Materno in contrata Burcii, cui coheret de supertoto a mane Iohanes
Salvagni in parte et in parte Lonardus quondam Iohanis/ Bonati, a meridie Vassus Burcii, a sero
heredes Benamati Lanzete, a monte Materninus quondam Delayti Gazane, que pecia terre de
supertoto est per mensuram quinqua/ginta sex tabule; item de quatraginta duabus tabule unius
pecie terre a mane parte iacente in teratorio de Materno in contrata ubi dicitur ad Mandoles, cui
coheret/ a mane heredes Paganini Perzevalli in parte et in parte heredes Iacobi Coacie, a meridie a
sero et a monte via; item de medietate unius pecie terre (-) a sero parte vidate, ro/sive et boschive
iacente in dicto teratorio in contrata Valplane, cui coheret a mane et a meridie heredes Iacobini
Calapi, a monte via, a sero heredes Peterboni Iaco/bini Bonvesini, que pecia terre potest esse de
supertoto viginti tabule, salvis omnibus omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo/ dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis domo et peciis terre
in dictam Benevenutam ita quod ipsa Benevenuta et sui heredes et/ cui dederit habeat, teneat,
gaudeat et possideat dictam partem dicte domus et dictas partes dictarum peciarum terre et de eis
quidquid voluerit faciat sine/ contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum
omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum
acce/sibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas et cum (-) omnibus et singulis que
dicte partes dictarum domus et peciarum terre habent supra/ se, intra se seu infra se in integrum
et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dictis eclesiis ex dictis partibus dictarum
domus/ et peciarum terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipsa
175

Benevenuta, per se et suos heredes, dicti domino preposito et confratribus dicte re/ligionis
annuatim in epifania Domini vel in octava quinque soldos imperialium et duos imperiales monete
nunc curentis in Riperia brixi/ensi, ad canipam dicte religionis in terra de Tusculano, sub pena dupli.
Et eciam in eo salvo quod, si dicta Benevenuta aliquo tempore vellet ven/dere ius suum, teneatur
primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine
dicte religionis, dare pro quinque/ soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat
ius suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat,/ dicto
domino preposito inde habente duos soldos imperialium pro quibus debeat novum (-)
emphiteotam investire et breve simille eodem tenore/ firmare. Promittens ipsa Benevenuta, per se
et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et
atendere/ dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto
contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi/ inde dicto domino preposito et suis
successoribus incurentium, obligando ad hoc ei, recipienti pro dictis eclesiis et confratribus
earumdem se pers/onaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus
prepositus stipulatione promisit, nomine quo ut supra, (-) dicte Be/nevenute, pro se et suis
heredibus stipulanti, predictas partes dictarum peciarum terre et dicte domus et dictam
investituram earumdem ei et suis heredibus/ et cui dederit, ab omni contradicenti persona et
universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi/
inde dicte Benevenute et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc ei omnia bona dictarum
eclesiarum presentia et futura pigneri. De quibus partibus dictarum peciarum terre/ et domus dicta
Benevenuta ex nunc confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dictis eclesiis.
Renuntiando predicta femina omni exceptioni non ita/ vera esse omnia et singula in isto contractu
contenta et omni legum auxilio et cetera et beneficio novorum autenticorum ypoticarum et veliani
sen/atus consulti de quibus fuit per me notarium bene certificata. Et inde sum rogatus unum et
plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimi octavo,
indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
88
CARTA LIVELLI
1349 Febbraio 5 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Giovannino detto Zella fu Maderno Bonaveri due
appezzamenti di terra in contrada del Pizio e sopra il Dosso del Barbio in territorio di Maderno in
cambio di nove bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo nono, indicione secunda.
CARTA IOHANINI QUONDAM MATERNI BONAVERII
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iohaninum qui dicitur Zella quondam
Materni Bonaverii de Burgo de Materno. Die quinto februarii, in/ Tusculano, in curtivio domuum
religionis Sancti Dominici, presentibus: Nicolao quondam Petri ser Bertoni de Plano Tusculani,
notario pro secundo notario, Antoniolo/ condam Oderici Castegne, Guielmino
176

quondam Pethoni, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Michael
de Navis,/ prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti (-) Heustachi de
Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac no/mine et vice dictarum eclesiarum et dicte
religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum/
livellum comunis Brixie, investivit Iohaninum qui dicitur Zella quondam Materni Bonaverii de Burgo
de Materno usque ad novem annos et ad novam/ investituram fiendam per dictum dominum
prepositum vel per suos successores in dictum Iohaninum vel in suos heredes de infrascriptis pecis
terre/ iuris dictarum eclesiarum pro infrascripto ficto 67
: imprimis de una pecia terre aratoria, olivata
et vidata iacente in teratorio de Materno in/ contrata Pizii, cui consueverat esse a mane Castelanus
de Gargano pro Aleva eius uxore et modo est Bertolinus qui dicitur Tricisola de Burgo de Mater/no
in parte et in parte Cicinus Conti, a meridie dictus Cicinus in parte et in parte heredes Buze Tere in
parte Riginus ser Henrici, a sero via, a monte Betinus/ Valenti in parte et in parte suprascriptus
Cicinus et est per mensuram triginta octo tabule; item de una pecia terre prativa iacente in
montibus de Materno supra/ Dosso Barbii, cui coheret a mane heredes Petie Benamati, a monte
heredes Materni Ordanini, a sero comune de Materno, salvis omnibus aliis coherentiis/. Tali modo
dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis peciis terre in
dictum Iohaninum, ita quod ipse Ioh/aninus et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit
habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis quidquid voluerit/ faciat sine
contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra
predictos continentur confines vel alios/ si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus
suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre et quelibet/ earum
habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione
sibi et suis successoribus et/ confratribus dicte religionis ex dictis pecis terre modo aliquo
pertinente seu spectante. Solvendo ipse Iohaninus, per se et suos heredes,/ dicte religioni et
confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava novem bazetas oley, nomine ficti
boni et/ pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad
canipam dicte religionis. Quo ficto da/to et soluto, alia superimposita non fiant dicto conductori,
preter quod solvat fictum in duplum in illo et de illo anno in quo/ non solverit dictum fictum ad
dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere/ ius
seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos successores
apellare et eis, emere vo/lentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro (-) quinque soldis
imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius suum/ cui voluerit, preter servo eclesie
vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde/
habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve
simille eodem tenore firmare. Promittens/ ipse Iohaninus, per se et suos heredes, dicto domino
preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum/ ad
dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto domino/ preposito et suis successoribus incurentium,
obligando ad dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem,
se personaliter/ et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus
stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto/ Iohanino, pro se et suis heredibus stipulanti,
dictas pecias terre et dictam investituram earumdem ei et suis heredibus et cui dederit vel
67
Da "usque" a "ficto" il testo è sottolineato con un tratteggio.
177

habere statuerit/ ab omni contradicenti persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto/ Iohanino et suis heredibus incurentium,
obligando dicto Iohanino omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De
quibus peciis terre ex nunc dictus Iohaninus/ confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro
dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragessimo nono, indicione secunda./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Plano Tusculani, notarius, omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
89
CARTA LIVELLI
1349 Febbraio 7 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Cresino fu Iacopo de Grapis un appezzamento di terra
in contrada Ortello in territorio di Maderno in cambio di due bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
CARTA CRESINI QUONDAM IACOBI DE GRAPPIS
IN MATERNO
.LII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Cresinum Iacobi de Grapis de Materno.
Die septimo februarii, in Tusculano, in domibus religionis Sancti/ Dominici de Tusculano
presentibus: Martino de Paytono, habitatore Tusculani, Bertolino quondam Streve de Grezenico de
Tusculano, Materno Veronesii de Mater/no, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus
frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti
Heu/stachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dictarum eclesiarum et
capituli et conventus earumdem, per lignum quod in/ suis manibus tenebat ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Cresinum quondam Iacobi de Grapis de Materno usque ad novem/ annos
et ad novam investituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in
dictum Cresinum vel in suos heredes de/ infrascripta pecia terre pro infrascripto ficto, videlicet 68
de
una pecia terre rosiva et castegniva iacente in teratorio de Materno in contrata Ortelli, cui coheret
a mane/ et a meridie fosatum, a sero heredes Bonincase de Burganis pro dicta religione (-), a
monte heredes Mazole Bazete pro heredibus Gualdi fabri, salvis/ omnibus aliis coherentiis, si que
forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de
dicta pecia terre/ in dictum Cresinum, ita quod ipse Cresinus et sui heredes et cui dederit vel
habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et possideat/ dictam peciam terre et de ea quidquid
voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum
omnibus/ et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum
accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas,/ et cum omnibus et singulis que
dicta pecie terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu
seu requisitione dicte/ religioni ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante.
Solvendo ipse Cresinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito et confratribus dicte/
religionis annuatim
68
Da "usque" a "videlicet" il testo è sottolineato.
178

in epifania Domini vel in octava duas bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad
rectam/ mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis. Quo ficto dato
et soluto, alia superimposita non/ fiant dicto conductori, preter quod solvat fictum in duplum in illo
et de illo anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum./ Et in eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore vellet (-) vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum
dominum/ prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte
religionis, dare pro quinque soldis imperialium mi/nus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu
melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus/ nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos imperialium pro
quibus debeant novum emphi/teotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens
ipse Cresinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se/ et suis successoribus
stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere/ et observare
omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto
preposito et confratribus dicte religionis incurentium,/ obligando ad hoc dicto domino
preposito, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem et per eum dicte religioni, se
personaliter et omnia sua/ bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus
stipulatione promisit, per se et successores suos heredes, dicto Cresino, pro se et suis/ heredibus
stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit,
ab omni contradicenti persona et universitate legiptime defendere/ auctorizare et desbrigare, sub
pena omnis dampni et dispendi inde dicto Cresino et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc
ei omnia/ bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre dictus Cresinus ex
nunc confitetur esse in tenuta et corporali/ possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus
unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragessimo nono, indicione secunda./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano
Tusculani, notarius hiis omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
90
CARTA LIVELLI
1349 Febbraio 5 Toscolano, in curtivio domuum religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Benvenuto fu Rizardino di Bezzuglio un appezzamento
di terra in contrada Vivario in territorio di Gardone Riviera in cambio di una bazeta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo nono, indicione secunda.
CARTA BENEVENUTI RIZARDINI
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Benevenutum Rizardini de Buzayhino de Materno. Die
quinto februarii in Tusculano, in curtivio/ domuum religionis Sancti Dominici, presentibus: Nicolao
quondam Petri ser Bertoni, notario pro secundo notario, Antoniolo quondam Oderici Castegne,
Gui/elmino quondam Pethoni, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus
frater Michael de Navis, prepositus/ religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti
Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine/ et vice dictarum eclesiarum
179

et dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad
rectum/ livellum comunis Brixie, investivit Benevenutum quondam Rizardini de Buzathino de
Materno de infrascripta pecia terre iuris/ dicte religionis usque ad novem annos et ad novam
investituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos/ succesores in dictum
Benevenutum vel in suos heredes pro infrascripto ficto, videlicet 69
: de una pecia terre iacente in
teratorio de Gardono in con/trata Vivarii, cui coheret a mane heredes domini Veturini de Carsinis
de Brixia, a meridie et a sero via, a monte Iohanes Petri de Supiana/ et est per mensuram sedicim
tabule et tres pedes, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus dominus
prepositus,/ nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum
Benevenutum, ita quod ipse Benevenutus et sui heredes et cui/ dederit vel habere statuerit habeat,
teneat, gaudeat et possideat dictam pecia terre et de ea quidquid voluerit faciat sine/ contraditione
dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos
continentur confines vel alios/ si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque
in vias publicas, et cum omnibus et singulis que/ dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra
se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et/ confratribus dicte religionis
ex dicta pecia terre (-) modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Benevenutus,/ per se
et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava
unam bazetam/ oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de
Tusculano in terra de Tusculano ad ca/nipam dicte religionis. Quo ficto dato et soluto, alia
superimposita non fiant dicto conductori, preter quod/ solvat fictum in duplum in illo et de illo
anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo/ dictum
dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte
re/ligionis, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius
suum cui voluerit, preter/ servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino
preposito vel suis successoribus inde/ habentibus duos soldos imperialium pro quibus debeant
novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore/ firmare. Promittens ipse
Benevenutus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus
stipulanti,/ dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare
omnia et singula in isto contractu contenta, sub/ pena omnis dampni et dispendi in dicto domino
preposito et confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto/ domino preposito,
recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia
et futura pigneri. Insuper dictus/ dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos
successores, dicto Benevenuto, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam/
investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime
defendere, auctorizare et/ desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Benevenuto
et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Bene/venuto omnia bona dicte religionis
presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Benevenutus confitetur esse in
te/nuta et corporali possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo nono, indicione
secunda./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius sacri palacii, hiis omnibus
affuy et, rogatus, scripsi.
69
Da "de infrascripta" a "videlicet" il testo è sottolineato.
180

91
CARTA LIVELLI
1352 Marzo 26 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Bertolino fu Maderno Ordanini quattro appezzamenti di terra nelle
contrade: Glere, Bordone, Ronchi di San Martino e Cerudolo, in territorio di Maderno, in cambio di
venticinque bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo secundo, indicione quinta.
.LIII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Bertolinum Materni de Ordaninis de Materno. Die
vigesimo sexto marcii, in Tusculano, in domibus/ religionis Sancti Dominici de Tusculano,
presentibus: Iacobino filio Pasquini Nicolay ser Baldoyni de Pulzano de Tusculano, notario pro
secundo/ notario, Iacobino quondam Pezini de Agnosigno, habitatore Tusculani, Bersanino
quondam Iohanis Saye de Materno, omnibus testibus . Ibi rever/endus vir dominus frater
Michael de Navis, prepositus religionis Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de/
Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis et dictarum eclesiarum
et capituli et conventus earumdem,/ per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Bertolinum quondam Materni Ordanini de Orda/ninis de Burgo de
Materno de infrascriptis peciis terre iuris dictarum eclesiarum iacentibus in teratorio de Materno:
imprimis de una pecia terre/ olivata et aratoria iacente in teratorio de Materno in Campra in
contrata de Gleris, cui coheret a mane Petrus Bertolini Regentini pro Cicino Conti,/ a meridie Maria
uxor quondam Rigini Beni pro heredibus Tomasiarum, a sero via, a monte Delaytus Bonusancie et
est per mensuram septem tabule/; item de una pecia terre olivata et vidata iacente in dicta Campra
Materni in contrata de Bordoni, cui coheret a mane via, a meridie heredes Iohanini ser Henrici/ pro
heredibus Bertolini Rozoli, a sero dominus pre Nicolaus, archipresbiter plebis de Materno pro
heredibus Pecie, a monte heredes Bertolini Gualdi et est/ per mensuram triginta tres tabule; item
de una pecia terre rosive iacente in dicto teratorio in contrata Ronchi Sancti Martini, cui coheret/ a
mane et a monte via, a sero via in parte et in parte heredes Bertolini Monegi et in parte heredes
Franceschi Coacie, a meridie heredes Bertolini Monegi/ in parte et in parte Bertolameus Requiliani
Temporali pro heredibus Bonadey Quatrocyholi et est per mensuram duo plodia et decem octo/
tabule; item de una parte videlicet de decem octo tabulis unius pecie terre vidate iacente in dicto
teratorio in contrata Zeruduli secundum/ quod terminata est, cui coheret a mane heredes Franzoni
ser Henrici in parte et in parte heredes Ordanini quondam Petri de Ordaninis, a meridie et a sero
heredes condam/ Ordanini de Ordaninis pro dicta religione, a monte Millayus quondam Bersani de
Ordaninis pro dicta religione, salvis omnibus aliis coherentiis./ Quas primas tres pecias terre
Bertolinus qui dicebatur Beterius quondam Petri Ordanini habebat ad livellum a dicta religione ut
continetur/ in carta livelli. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam
investituram de dictis peciis terre in dictum/ Bertolinum, ita quod ipse Bertolinus et sui heredes et
cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat/ dictas pecias terre
et de eis quidquid voluerit faciat iure livellario sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum;/ cum omnibus et singulis que intra
181

predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus
suis usque/ in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre et quelibet earum
habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni/ iure et actione, usu seu requisitione
sibi et dictis eclesiis et confratribus eiusdem ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente seu/
spectante. Solvendo ipse Bertolinus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem
annuatim in epifania Domini/ vel in octava viginti quinque bazetas oley, nomine ficti, videlicet
viginti quatuor bazetas de tribus primis peciis terre, videlicet de pecia/ terre iacente in Gleris et de
pecia terre iacente ad Bordonum et de pecia terre iacente in Roncho Sancti Martini et unam
bazetam oley de pecia terre iacente in/ Cerudullo, boni et pulcri et bene mensurati ad rectam
mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub/ pena dupli. Et in eo
salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore voluerit vendere ius seu melioramentum suum,
teneatur/ primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere
volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro duobus/ soldis imperialium minus quam alteri
persone; alioquin vendat ius suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo
modo/ vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus habentibus inde duos soldos pro
quibus debeant novum emphiteotam inve/stire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens
ipse Bertolinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis/ successoribus
stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare
omnia et singula in isto contractu/ contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino
preposito et confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto domino/ preposito,
stipulanti et recipienti nomine et vice dicte religionis et confratrum eiusdem, se personaliter et
omnia sua bona presentia et futura pigneri./ Insuper dictus dominus prepositus stipulatione
promisit, per se et suos successores, dicto Bertolino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictas/
pecias terre et dictam investituram earumdem ei et suis heredibus et cui dederit vel habere
statuerit ab omni persona et universitate legiptime/ defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto Bertolino et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc ei
omnia/ bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus peciis terre dictus Bertolinus ex
nunc confitetur esse in tenuta et corporali po/ssessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus
unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quinquagesimo secundo, indicione quinta./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano
Tusculani, notarius sacri palacii, hiis omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
92
CARTA LIVELLI
1352 Marzo 26 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Bersanino fu Giovanni Saye due appezzamenti di terra a Prada e a
Oppoli sui monti di Maderno, in cambio di tre quarteri di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo secundo, indicione quinta.
182

Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Bersaninum quondam Iohanis Saye de
Materno. Die vigesimo sexto marcii, in Tusculano, in/ domibus religionis Sancti Dominici,
presentibus: Iacobino filio Pasquini Nicolay ser Baldoyni de Pulzano de Tusculano,/ notario pro
secundo notario, Bertolino quondam Materni Ordanini de Materno, Iohanino quondam Pezini de
Agnosigno, habitatore Tusculani, omnibus/ (-) testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater
Michael de Navis, prepositus (-) religionis eclesiarum Sancti Do/minici de Tusculano et Sancti
Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dictarum eclesiarum/ et
capituli et conventus earumdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit/ Bersaninum quondam Iohanis Saye de Materno de infrascriptis peciis
terre iuris dictarum eclesiarum et dicte religionis iacentibus in teratorio de Materno/: imprimis de
una pecia terre prativa et costiva iacente in teratorio de Materno in montibus in Pratha, cui coheret
a mane heredes Avanci/ni Bayamonti, a meridie via, a sero dicta religio, a monte Soye et potest
esse per mensuram dimidium plodium vel circa; item de una pecia terre bo/schiva et rosiva iacente
in teratorio (-) de Materno in contrata Opolli, cui coheret a mane et a monte comune de Materno,
a meridie heredes Dominici Carne/rii, a sero heredes Petri Bonati, salvis aliis coherentiis. Tali modo
dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis peciis terre in/
dictum Bersaninum, ita quod ipse Bersaninus et sui heredes et cui dederit vel habere
deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre/ et de eis quidquid voluerit faciat
(-) iure livelario sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus/ et
singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus,
ingressibus et regressibus suis usque in vias/ pubblicas, et cum omnibus et singulis que dicte pecie
terre habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu/ seu
requisitione sibi et confratribus dicte religionis ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente seu
spectante. Solvendo ipse Bersani/nus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus
eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava tria quarteria bazetas oley/ nomine ficti boni et
pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam
dicte religionis,/ sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore voluerit
vendere ius suum, teneatur primo dictum/ dominum prepositum vel suos successores apellare et
eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro duobus/ soldis minus quam alteri
persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti
homini/ quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus
duos soldos pro quibus debeant/ novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore
firmare. Promittens ipse Bersaninus, per se et suos heredes,/ dicto domino archipresbitero, pro se
et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et
atendere/ et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus/ incurentium, obligando ad hoc domino
preposito, stipulanti et recipienti nomine et vice dicte religione et confratrum eiusdem, se
personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus
stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Ber/sanino, pro se et suis heredibus
stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni
persona et universitate/ legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto Bersanino et suis heredibus incurentium,/ obligando ad hoc dicto Bersanino
omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus peciis terre ex nunc dictus
Bersaninus/ confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dicta
183

eligione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesimo secundo, indicione quinta./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
93
CARTA LIVELLI
1352 Marzo 27 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Bertolino fu pre Asiati parte di un appezzamento di terra in contrada
Cerudulo in territorio di Maderno in cambio di tre bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LIIIIor.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Bertolinum quondam domini pre Asiati de
Materno. Die vigessimo septimo marcii, in Tusculano, in domibus religionis/ Sancti Dominici de
Tusculano, presentibus: Iacobino filio Pasquini Nocolay de Pulzano de Tusculano, notario pro
secundo , Combono quondam Belone de Burgo de Mater/no, omnibus testibus rogatis. Ibi
religiosus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis Sancti Dominici de Tusculano et
Sancti Heustachi de/ Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dictarum
eclesiarum et capituli et conventus earumdem, ad rectum livellum comunis Brixie, per/ lignum
quod in suis manibus tenebat investivit Bertolinum quondam domini pre Asiati de Materno de una
parte unius pecie terre iacente in teratorio de/ Materno, videlicet de triginta septem tabulis
iacentibus in teratorio de Materno in contrata Cerudulli cui coheret a mane heredes Duchini, a
meridie via, a sero heredes Nico/lay de Albertonibus, a monte Milanus quondam Bersani Petri de
Ordaninis pro dicta religione, salvis omnibus aliis coherentiis. Quam partem dicte pecie terre heres
quondam Petri de Orda/ninis de Materno habeat ad livellum a dicta religione cum aliis partibus
dicte pecie terre iacentibus in Cerudullo ut continetur in carta livelli/ inde factis. Tali modo dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum
Bertolinum, ita quod ipse Ber/tolinus et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps
habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid vol/uerit faciat iure
livelario sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis
que intra predictos continentur/ confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et
regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia/ terre habet
supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et
dicte religioni/ et confratribus eiusdem ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante.
Solvendo ipse Bertolinus, per se et suos heredes, dicte reli/gioni et confratribus eiusdem annuatim
in epifania Domini vel in octava tres bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati/ ad
rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli.
Et in eo salvo quod, si/ dictus emphiteota aliquo tempore voluerit vendere ius seu melioramentum
suum, teneatur primo dictum dominum prepositum/ vel suos successores apellare et eis, emere
volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro duobus soldis minus quam alteri/ persone;
alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui
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voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo ven/dat, dicto domino preposito
vel suis successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus debeant novum emphiteotam
investire/ et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Bertolinus, per se et suos (-)
heredes, dicto domino preposi/to, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere
dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia/ et singula in isto contractu
contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus
incurentium,/ obligando ad hoc dicto domino preposito, stipulanti et recipienti pro dicta religione
et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia/ et futura pigneri. Insuper
dictus dominus prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicto Bertolino, pro se/
et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram ei et suis heredibus et cui
dederit, ab omni persona et universitate legiptime/ defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto Bertolino et suis heredibus incurentium, obligando ad/ hoc
dicto Bertolino omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc
dictus Bertolinus confitetur esse in/ tenuta et corporali possessione pro dicta religione. Et inde sum
rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quinquagesimo secundo, indicione quinta./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano
Tusculani, notarius sacri/ palacii, hiis omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
94
CARTA RECEPTIONIS
1353, Febbraio 9, Maderno, in eclesia Sancti Andree.
Nicola di Messaga, frate della religione di San Domenico di Toscolano, ha ricevuto una galletta di
olio quale fitto annuo da Tommasino figlio di Tommaso Gavardini.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici, die nono februari, in Materno, in ecclesia Sancti Andree,
presentibus: Antoniolo qui dicitur Ceriotus Bozie, Nicolao filio Iohanis Nicolay, omnibus/ de
Tusculano, testibus rogatis. Ibi frater Nicolaus de Mesaga de Tusculano, confrater religionis Sancti
Dominici de Tusculano ac in (...) dicte religionis et massarius ut dicitur, nomine et vice dicte
religionis, confessus et manifestus fuit se recepisse a Tomasino filio Tomasii Gavardini de Buzathino
de Materno unam/ galetam oley, nomine ficti pro ficto anni pro (...) preteriti quod fictum dictus
Tomasinus dare et solvere tenetur annuatim dicte religioni ut confessus fuit, renuntiando omni
exceptioni (-) non dati non habiti dicti oley et omni legum auxilio et cetera. Anno Domini millesimo
trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de
Tusculano, notarius, scripsi.
95
CARTA LIVELLI
1353 Gennaio 17 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Pietro fu
185

Benvenuto Guzapalli di Stina un appezzamento di terra a Premarzano di Maderno in cambio di una
bazeta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Petrum Benevenuti Guzapalli de Stina de
Materno. Die decimo septimo ianuarii,/ in Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de
Tusculano presentibus: domino pre Iohane presbitero eclesie Sancti Bertola/mey de Cleusuris
Brixie, Amigeto de Salodo, Galvagno quondam magistri Baldrici medici de Tusculano, omnibus
testibus rogatis./ Ibi religiosus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis Sancti
Dominici de Tusculano et Sancti Heusta/chi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac
nomine et vice dicte religionis et confratrum et capituli et conventus/ eiusdem, per lignum quod in
suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Petrum quondam Bene/venuti
Guzapalli de Stina de Materno de una pecia terre aratoria, olivata, vidata et rosiva iacente in
teratorio de Ma/terno in contrata ubi dicitur in Premarzano, cui coheret a mane dictus conductor, a
meridie heredes Nicolay Castelane, a sero heredes Nicolay,/ a monte Iohanes Cavalli, salvis
omnibus aliis coherentiis. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit/ dictam
investituram de dicta pecia terre in dictum Petrum, ita quod ipse Petrus et sui heredes et cui
dederit vel habere statuerit/ deinceps in perpetuum habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam
peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat iure livelli/ sine contraditione dicti domini prepositi
suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel
alios/ si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum
omnibus et singulis que dicta pecia terre/ habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum
omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et dicte religioni et/ confratribus eiusdem ex dicta
pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Petrus, per se et suos heredes,
dicto domino/ preposito et suis successoribus et confratribus dicte religionis annuatim in epifania
Domini vel in octava unam bazetam/ oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam
mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte/ religionis, sub pena dupli. Et in eo
salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu me/lioramentum suum,
teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere
volentibus/ nomine et vice dicte religionis, dare pro quinque soldis minus quam alteri persone;
alioquin vendat ius seu meliora/mentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini
quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel/ suis successoribus inde habentibus duos
soldos pro quibus debeant novum emphiteotam investire et/ breve simille eodem tenore firmare.
Promittens ipse Petrus, per se et suos heredes, dicto domino preposito,/ pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere
et/ observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde
dicto domino preposito/ et confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto
domino preposito, stipulanti et recipienti pro dicte reli/gione et confratribus eiusdem, se
personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus,/
nomine quo ut supra promisit dicto Petro, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre
et dictam investituram eiusdem/ ei et suis heredibus et cui dederit vel habere statuerit ab omni
persona et universitate legiptime defendere, auctorizare/ et desbrigare, sub pena (-) omnis dampni
et dispendi inde dicto Petro et suis heredibus
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incurentium, obligando ad hoc/ dicto Petro omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri.
De qua pecia terre ex nunc dictus Petrus confitetur/ esse in tenuta et corporali possessione pro
dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Tusculano, notarius sacri/ palacii, hiis omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
96
CARTA LIVELLI
1353 Gennaio 24 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Yema vedova Maffei e alla nuora Domenica vedova Pasini Maffei, per
conto di Giovannino, Bartolomeo e Maffeo, figli di Domenica, un appezzamento di terra presso la
porta Picagaye al Borgo di Maderno in cambio di due bazete di olio e trenta planete all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LV.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Mafeum, Iohaninum et Bertolameum
fratres et filios quondam Pasini Rubey Carlasarii de Materno. Die vigesimo quarto/ ianuarii, in
Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici, presentibus: Stefanino filio Iohanis Salvagni,
notario pro secundo notario, Iacobino quondam Iohanis Omerii,/ ambobus de Tusculano, testibus
rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti
Dominici de Tusculano/ et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac
nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod/ in suis manibus
tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit dominam Yemam quondam uxorem Mafey
qui dicebatur Rubeus Carlasarii/ de Burgo de Materno et Dominicam quondam uxorem Pasini
quondam dicti Mafey Carlasarii de Burgo de Materno et quemlibet earum in solidum recipientes
nomine/ et vice Iohanini, Bertolamey et Mafey (-) fratrum et filiorum quondam suprascripti Pasini
Mafey pro quibus obligaverunt se personaliter et earum bona presentia et futura/ pigneri sese
facturas et curaturas quod ipsi Iohaninus, Mafeus et Bertolameus habebunt firma et rata omnia et
singula in isto/ contractu contenta et quod in nullo contravenient de tercia parte unius domus
copate iacente in Burgo Materni prope portam Picagaye, cui coheret de/ supertoto a mane et a
meridie via, a sero et a monte Gisapa Revelli, que domus de supertoto est per mensuram tres
tabule et dimidiam, salvis aliis coherentiis./ Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut
supra, fecit dictam investituram in dictas dominam Gemam et Dominicam (-) recipientes,/ nomine
quo ut supra, ita quod dicti Iohaninus, Bertolameus et Mafeus et eorum heredes et cui dederint
deinceps habeant, teneant, gau/ deant et possideant dictam terciam partem dicte domus et de ea
quidquid voluerint faciant iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi/ suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus/ et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et
singulis que dicta tercia pars dicte domus habet supra se, intra se seu infra/ se in integrum et cum
omni iure et actione, usu seu requisitione dicte religioni et confratribus dicte religionis ex dicta
tercia parte/ dicte
187

domus, modo aliquo pertinente seu spectante. Dictis Iohanino, Bertolameo et Mafeo dantibus et
solventibus dicte religioni et/ confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava duas
bazetas oley et triginta planetos monete nunc curentis in Riperia brixiensi/ boni et pulcri et bene
mensurati oley ad rectam mensuram de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et
eciam/ eo salvo quod, si dicti Iohaninus, Mafeus et Bertolameus aliquo tempore velent vendere ius
seu melioramentum suum, teneantur/ primo dictum dominum prepositum vel suos successores
apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis,/ dare pro quinque soldis minus
quam alteri persone; alioquin vendant ius seu melioramentum suum cui voluerint, preter servo
eclesie/ vel potenti homini quibus nullo modo vendant, dicto domino preposito vel suis
successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus/ debeant novum emphiteotam investire et
breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse femine, per sese/ et suos heredes ac in
nomine et vice dictorum Iohanini, Mafey et Bertolamey, sese facturas et curaturas quod dicti
Iohaninus,/ Mafeus et Bertolameus dabunt, solvent et atendent dictum fictum ad dictum terminum
et atendent et observabunt omnia/ et singula in isto contractu contenta et quod in nullo
contravenient, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus/ dicte
religionis incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro se dicta religione et
confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua/ et cuiuslibet earum et dictorum Iohanini,
Mafey et Bertolamey presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus sti/pulatione
promisit (-), per se et suos successores, dicte domine Geme et dicte Dominice, recipientibus
nomine et vice/ dictorum Iohanini, Mafey et Bertolamey et per eas dictis Iohanino, Mafeo et (-)
Bertolameo, dictam terciam partem dicte domus/ et dictam investituram eis et eorum heredibus
ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena/ omnis
dampni et dispendi inde dictis Iohanino, Mafeo et (-) Bertolameo et suis heredibus incurentium,
obligando ad hoc dictis/ domine Geme et Dominice, recipientibus nomine et vice dictorum
Iohanini, Mafey et Bertolamey, omnia bona dicte reli/gionis presentia et futura pigneri. De qua
tercia parte domus dicte femine ex nunc confitentur esse in possessione dicte tercie partis/ dicte
domus (-) nomine dictorum Iohaninii, Mafey et Bertolamey pro dicta religione. Renuntiando omni
exceptioni non sic facti dicti/ contractus et non ita vera esse omnia et singula in isto contractu
contenta et omni legum auxilio et cetera et beneficio novorum auten/ticorum ypiticarum et veliani
senatus consulti et beneficio nove constitutionis de fideiusoribus, ita quod quelibet earum/ in
solidum teneatur ad predicta et cetera. De quibus fuerunt per me notarium bene certificate quid sit
renunciare predictis. Et/ inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno
Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius sacri palacii, hiis omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1353 Dicembre 8 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto ad Antoniolo fu Iacopo Coacia un appezzamento di terra a Sanico di
Maderno in cambio di due bazete e mezza di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
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Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Antoniolum quondam Iacobi Coacia de
Sanico de Materno. Die octavo decembris, in Tusculano, in domibus/ religionis Sancti Dominici de
Tusculano, presentibus: Nicolao quondam Petri, notario pro secundo notario, Franceschino filio
Iohanis Peterboni, rogato hanc cartam/ subscribere, Iohanino filio Franceschi Vetelli,
omnibus de Plano Tusculani, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater/ Michael de
Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de
Cleusuris Brixie, per se/ et suos successores ac nomine et vice dicte religionis et capituli et
conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat/ ad rectum livellum comunis Brixie,
investivit Antoniolum quondam Iacobi Coacia de Sanico de Materno de una pecia terre iuris dicte
religionis iacente in teratorio de Materno in contrata Sanici ad fontem et est aratoria, olivata et
rosiva, cui coheret a mane Iohanes/ Salvagni, a meridie dictus conductor, a sero Bertolameus
Baldoyni Scapini, a monte Requilianus Bendacii, salvis aliis coherentiis, si que forent et/ est per
mensuram triginta vel circa tabule. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra,
fecit dictam investituram de dicta pecia terre in/ dictum Antoniolum, ita quod ipse et sui heredes et
cui dederit vel habere statuerit deinceps in perpetuum habeat, teneat, gaudeat/ et possideat
dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat iure livelario sine contraditione dicti domini
prepositi suorumque successorum,/ cum omnibus et singulis que intra predictos continentur
confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque/ in vias
publicas et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione/ usu seu requisitione sibi et confratribus dicte religionis ex
dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo/ ipse Antoniolus, per se et suos
heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava (-)/ duas
bazetas et dimidiam oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de
Tusculano in terra de/ Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli, Quo ficto dato et
soluto, vel non (-) predicta omnia et singula/ nichilominus habeat firmitatem. Et in eo salvo quod, si
dictus emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu melio/ramentum suum, teneatur primo
dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice/
dicte religionis, dare pro quinque soldis minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu
melioramentum suum cui volu/erit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde/ habentibus duos soldos pro quibus
debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare./ Promittens ipse
Antoniolus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti,
dare, solvere et/ atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et
singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni/ et dispendi inde dicto domino
preposito et confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito,
recipienti pro dicta/ religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia
et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit,/ per se et suos
successores, dicto Antoniolo, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam
investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui/ dederit, ab omni persona et universitate legiptime
defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Antoniolo et
suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Antoniolo omnia bona dicte religionis presentia
et futura pigneri. De qua pecia terre/ ex nunc dictus Antoniolus confitetur esse in tenuta et
corporali possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et/ plura facere instrumenta
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uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius/ sacri palacii, hiis omnibus affuy et,
rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1353 Dicembre 21 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto ai fratelli Peterbono e Peterzolo fu Materno Ordanini un appezzamento
di terra in contrada Onglarino in territorio di Maderno in cambio di cinque gallette di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LVI.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Peterbonum et Peterzolum quondam
Materni Ordanini de Burgo de Materno. Die vigesimo primo decembris, in Tusculano, in domibus
religionis Sancti Dominici, presentibus: Dominico filio Iohanini Boninsegne/ Bosii de Mesaga,
notario pro secundo notario, Galvagno quondam magistri Baldrici, ambobus de Tusculano, Iohanino
quondam Fathini de Gardono,/ Amigeto de Salodo, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir
dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti/ Dominici de Tusculano et
Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, verbo et consensu infrascriptorum confratrum dicte religionis
videlicet fratris/ Francini de Trovegnanis, fratris Iohanini de Brixia, presbiterorum, fratris
Benevenuti de Materno, fratris Bertolini Gosoli, fratris/ Desiderati de Ciis de Salodo, fratris Nicolay
de Mesaga et fratris Martini Revelli, ibi presentium et dicentium sese esse maiorem/ partem
capituli et conventus dicte religionis ac in omnibus et singulis in isto contractu contentis
consentientium et parabolam dantium per se/ et suos successores ac nomine et vice dicte religionis
et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat/ ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Peterbonum et Peterzolum fratres et filios quondam Materni Ordanini de
Burgo de Materno/ de una pecia terre iuris dicte religionis iacente in teratorio de Materno in
contrata Onglarini, cui coheret a mane clusa comunis de Materno,/ a meridie heredes Bertolamey
Scacii, a sero et a monte via, salvis aliis coherentiis et est per mensuram octuaginta due tabule et
octo pedes vel circa/. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam
investituram de dicta pecia terre in dictos Peterbonum et Peterzolum,/ ita quod ipsi et eorum
heredes et cui dederint vel habere statuerint deinceps habeant, teneant, gaudeant et possideant
dictam peciam terre et de ea/ quidquid voluerint faciant iure livelli sine contraditione dicti domini
prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra/ predictos continentur
confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas, et cum/ omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione/ dicte religioni et confratribus eiusdem
ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipsi Peterbonus et Peterzolus,/
per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in
octava quinque galetas oley/ nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de
Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis,/ sub pena
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dupli. Et in eo salvo quod, si dicti emphiteote aliquo tempore vellent vendere ius seu
melioramentum suum,/ teneantur primo dictum dominum prepositum vel suos successores
apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis/ dare pro quinque soldis minus
quam alteri persone; alioquin vendant ius suum cui voluerint preter servo eclesie vel potenti
homini quibus/ nullo modo vendant, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus
duos soldos pro quibus debeant novum emphiteotam/ investire et breve simille eodem tenore
firmare. Promittens ipse Peterbonus , per se et suos heredes, dicto domino
preposito, pro se/ et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad
dictum terminum et atendere et observare omnia et si/ngula in isto contractu contenta, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus dicte religionis incurentium, obligando
ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem se
personaliter et omnia sua et cuiuslibet eorum bona/ presentia et futura pigneri. Insuper dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit dictis Peterbono et Peterzolo, pro
sese et suis/ heredes stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis
heredibus et cui dederint ab omni persona et universitate legiptime defendere, auc/torizare et
desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dictis Peterbono et Peterzolo et suis heredibus
incurentium, (-) obligando/ ad hoc dictis Peterbono et Peterzolo omnia bona dicte religionis
presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dicti Peterbonus/ et Peterzolus confitentur
esse in possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno
tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius sacri/ palacii, hiis omnibus affuy et,
rogatus, scripsi.
99
CARTA LIVELLI
1354 Aprile 5 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Milano fu Bersano Pietro di Ordanino due parti di un appezzamento
di terra in contrada Cerudoli in territorio di Maderno in cambio di quattro bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo quinquagesimo quarto, indicione septima.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Milanum quondam Bersanini de
Ordaninis de Materno. Die quinto aprilis,/ in Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de
Tusculano, presentibus: Aquistabeno quondam Franceschi de Gandolfinis/ de Materno, notario pro
secundo notario, Delayto qui dicitur Tosirolus de Turi diocesis veronensis, habitatore Materni,
Amigeto de Biccio/ de Salodo, habitatore Tusculani, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir
dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis/ eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et
Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dicte/ religionis et
capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum
comunis Brixie, inve/stivit, renovando investituram, Milanum quondam Bersani Petri de Ordaninis
de Burgo de Materno de duabus partibus/ unius pecie terre, secundum quod terminate sunt, iuris
dicte religionis
191

iacentibus in teratorio de Materno in contrata Cerutholli:/ prima est vidata et olivata, cui coheret a
mane heredes Franzoni quondam Antonioli ser Henrici de Materno in parte et in parte heredes
Ordanini quondam Petri/ Ordanini pro dicta religione, a meridie Bertolinus quondam domini pre
Asiati pro dicta religione, a sero heredes quondam Nicolay de Albertonibus, a monte/ Bertolinus
quondam Materni de Ordaninis pro dicta religione; item de una alia parte iacente in dicto teratorio
et contrata, cui/ coheret a mane heredes Franzoni suprascripti, a meridie suprascriptus Bertolinus
Materni pro dicta religione, a sero Combonus Iohanis Zuchi, a monte heredes/ suprascripti Ordanini
pro dicta religione, que due parte pecie terre posunt esse sexaginta novem tabule vel circa, salvis
omnibus aliis/ coherentiis. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam
investituram de dictis peciis terre in dictum Milanum, ita/ quod ipse et sui heredes et cui dederit
vel habere statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de/ eis
quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus/ et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque/ in vias publicas, et cum omnibus et
singulis que dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra se in integrum/ et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione dicte religioni et confratribus eiusdem ex dictis pecis terre modo
aliquo pertinen/tibus. Solvendo ipse Milanus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus
eiusdem annuatim in epifania/ domini vel in octava quatuor bazetas oley, nomine ficti boni et
pulcri et bene mensurati ad rectam mensu/ram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam
dicte religionis, sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si/ dictus emphiteota aliquo tempore vellet
vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum/ prepositum vel suos
successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare/ pro quinque
soldis minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit,
preter/ servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis
successoribus inde/ habentibus duos soldos planetorum pro quibus debeant novum emphiteotam
investire et breve simille eodem/ tenore firmare. Promittens ipse Milanus, per se et suos heredes,
dicto domino preposito, pro se et suis successoribus/ stipulanti, dare, solvere et atendere dictum
fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto/ contractu contenta,
sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte religionis et confratribus eiusdem incurentium,
obligando/ dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione et conftatribus eiusdem
et per eum dicte religionis et confratribus eiusdem,/ se personaliter et omnia sua bona presentia et
futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione pro/misit dicto
Milano, pro se et suis heredibus stipulanti, ei defendere dictas pecias terre et dictam investituram
ei/ et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime defendere,
auctorizare et desbrigare, sub pena/ omnis dampni et dispendi inde dicto Milano et suis heredibus
incurentium, obligando ad hoc dicto Milano omnia/ bona dicte religionis presentia et futura
pigneri. De quibus peciis terre dictus Milanus ex nunc confitetur esse in possessione/ pro dicta
religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesimo quarto, indicione septima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1356 Marzo 25 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino di Trovegnani, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Pasqueto detto Savora fu Benvenuto detto Spigocio una
casa con orto a Vigole di Maderno in cambio di quattro bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo sexto, indicione nona.
.LVII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Pasquetum qui dicitur Savora Spigocii de Materno. Die
vigesimo quinto marcii, in Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici,/ presentibus: Iacobino
filio Bertolamey ser Zanni, notario pro secundo notario, de Tusculano, Iohanino quondam Benamati
Lanzete de Materno, Iohanino quondam domini Bontempi/ de Albertonibus de Materno, omnibus
testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Francinus de Trovegnanis, prepositus religionis
eclesiarum sanctorum/ Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos
successores ac nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus/ eiusdem, per lignum quod in
suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Pasquetum qui dicitur Savora
condam Bene/venuti qui dicebatur Spigocius Marcii de Viglis de Materno de una domo et uno orto
et uno moro secum tenente iacente in/ teratorio de Materno in villa de Viglis, cui coheret a meridie
et a sero via, a monte heredes Nicolay Guathagnini, salvis aliis coherentiis. Et est per/ mensuram
quatuor tabule et dimidiam. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit
dictam investituram de dicta domo et orto in/ dictum Pasquetum, ita quod ipse et sui heredes et
cui dederit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam domum et dictum ortum/ et eis
quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra/ predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que/
dicta domus et ortus habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione,
usu seu requisitione dicte religioni et/ confratribus eiusdem ex dicta domo et orto, modo aliquo
pertinente seu spectante. Solvendo ipse Pasquetus, per se et suos heredes, dicte re/ligioni et
confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava quatuor bazetas oley, nomine ficti
boni et pulcri et bene men/surati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad
canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et in eo salvo/ quod, si dictus emphiteota aliquo tempore
velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel
suos/ successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro
quinque soldis minus quam alteri/ persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui
voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo/ vendat, dicto domino preposito
vel suis successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus debeant novum emphiteotam
investire/ et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Pasquetus, per se et suos
heredes, dicto domino preposito, pro se et suis/ successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere
dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu
contenta, sub/ pena omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus
193

eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione/ et
confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, (-) stipulatione/ promisit predicto Pasqueto, pro se et
suis heredibus stipulanti, dictam domum et dictum ortum ei et suis heredibus et cui dederit/ ab
omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis
dampni et dispendi inde dicto Pasqueto et/ suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto
Pasqueto omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua domo/ et orto ex nunc
dictus Pasquetus confitetur esse in possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et
plura facere instrumenta uno/ tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo sexto,
indicione nona./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius, (-) hiis
omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
101
CARTA LIVELLI
1356 Agosto 14 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino di Trovegnani, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Bersanino fu Giovanni Saye un appezzamento di terra a
Prada sui monti di Maderno in cambio di una bazeta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo sexto, indicione nona
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano et Bersanini Iohanis Saye de Materno. Die
quarto decimo augustii, in Tusculano, in/ domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano,
presentibus: Bertolameo ser Zani de Tusculano, Requiliano quondam Franceschini/ Avancini et
Iacobo filio Avancini Dondurelli, notario, ambobus de Materno, omnibus testibus rogatis. Ibi
religiosus vir/ dominus frater Francinus de Trovegnanis, prepositus religionis eclesiarum sanctorum
Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de/ Cleusuris Brixie, verbo et consensu fratris Iohanini de
Brixia, presbiteri, fratris Bertolini Gosoli, fratris Martini Revelli,/ fratris Bertolini Bosioti et fratris
Desiderati de Ciis de Salodo, omnium confratrum dicte religinis, ibi presentium ac in omnibus/ et
singulis in isto contractu contentis consentientium ac in dicentium sese esse maiorem partem
confratrum capituli dicte religionis, per se et/ suos successores ac nomine et vice dicte religionis et
capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus/ tenebat ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Bersaninum quondam Iohanis Saye de Materno de una pecia terre
pra/tiva et costiva iuris dicte religionis iacente in teratorio de Materno in montibus in Pratha, cui
coheret a mane dictus/ Bersaninus conductor pro dicta religione, a meridie via, a sero magister
Franceschus de Grapis, a monte Oriolus Iacobini Calapi,/ salvis aliis coherentiis. Tali modo dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum
Bersaninum,/ ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps in perpetuum
habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre/ et de ea quidquid voluerit faciat iure
livelli sine contraditione dicti domini prepositi et confratrum dicte religionis, cum omnibus et
singulis/ que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus,
ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas/ et cum omnibus et singulis que
194

dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu
seu requisi/tione dicte religioni et confratribus eiusdem ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente
seu spectante. Solvendo ipse Bersaninus, per se et/ suos heredes, dicte religioni et confratribus
eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava unam bazetam oley, nomine/ ficti boni et pulcri
et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte
religionis,/ sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore velet
vendere ius seu melioramentum/ suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos
successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte/ religionis, dare pro quinque
soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui
voluerit/ preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito
vel suis successoribus inde habentibus/ duos soldos planetorum pro quibus debeant novum
emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Pro/mittens ipse Bersaninus, per se
et suos heredes, dicto domino preposito, stipulanti et recipienti nomine et vice dicte religionis et
confratrum/ eiusdem, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et
observare omnia et singula in isto contractu/ contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde
dicte religioni et confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto domino/ preposito,
stipulanti et recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua
bona presentia et futura pigneri./ Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra,
promisit stipulatione dicto Bersanino, stipulanti pro se et suis heredibus, dictam peciam terre et
dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate
legiptime defendere, auctorizare/ et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto (-)
Bersanino et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Bersanino omnia bona dicte
religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus/ Bersaninus confitetur esse
in possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno
tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo sexto, indicione nona./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius sacri palacii,/ hiis omnibus affuy et,
rogatus, scripsi.
102
CARTA LIVELLI
1357 Marzo 19 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino di Trovegnani, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Francino fu Giovanni detto Benatino una casa a Vigole e un
appezzamento di terra a Gazolo in territorio di Maderno in cambio di sei bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LVIII.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo septimo, indicione decima
Carta livelli religionis Sancti Dominici et Francini Benatini de Materno. Die decimo nono marcii, in
Tusculano, in domi/bus religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Bono quondam
Nicolini, Galvagno quondam magistri Baldrici, ambobus de Tus/chulano, Iohane quondam Boturini
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Bonafidey de Materno, omnibus testibus rogatis. Ibi religiosus vir dominus frater Franci/nus de
Trovegnanis, prepositus religionis eclesiarum sanctorum Dominici de Tusculano et Heustachi de
Cleusuris Brixie,/ per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis et confratribus
eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat/ ad rectum livellum comunis Brixie, investivit
Francinum quondam Iohanis qui dicebatur Benatinus de Viglis de Materno de infrascripta domo et
pecia terre iuris dicte religionis: imprimis de una domo copata iacente in teratorio de Materno in
villa de Viglis,/ cui coheret a mane et a monte Cresinus Iacobi de Grapis, a meridie et a sero via;
item de una pecia terre olivata et vidata iacente in dicto teratorio de/ Materno in contrata ubi
dicitur in Gazolo, cui coheret a mane senterium, a meridie heredes Spigozii pro dicta religione, a
sero via, a monte dictus/ conductor salvis aliis coherentiis. Tali modo dictus dominus prepositus,
nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre et domo, ita quod ipse et sui
heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam
domum et peciam terre/ et de eis quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini
prepositi et confratrum dicte religionis, cum omnibus et singulis/ que intra predictos continentur
confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas/ et cum omnibus et singulis que dicta domus et pecia terre habet supra se, intra se seu
infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu re/quisitione dicte religioni et confratribus
eiusdem ex dicta domo et pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Dando, red/dendo et
solvendo ipse Francinus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in
epifania Domini vel/ in octava sex bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad
rectam mensuram de Tusculano in terra de/ Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli.
Et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore velet/ vendere ius seu
melioramentum suum, teneatur primo apellare (-) dictum dominum prepositum vel suos
successores/ et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro quinque soldis minus
quam alteri persone; alioquin vendat/ ius suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini
quibus nullo modo vendat, confratribus dicte religionis/ inde habentibus duos soldos pro quibus
debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare./ Promittens ipse
Francinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti et
recipienti nomine quo ut supra, dare, solvere et atendere/ dictum fictum ad dictum terminum et
atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis/ dampni et
dispendi inde dicte religioni et confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto domino
preposito, stipulanti/ et recipienti, nomine quo ut supra, se personaliter et omnia sua bona
presentia et futura . Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra,/
stipulatione promisit dicto Francino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam domum et peciam
terre ei et suis heredibus et cui/ dederit vel habere statuerit ab omni persona et universitate
legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena/ omnis dampni et dispendi inde dicto
Francino et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Francino omnia bona dicte/
religionis presentia et futura pigneri. De quibus domo et pecia terre ex nunc dictus Francinus
confitetur esse in possessione pro dicta/ religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo septimo, indicione
decima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius sacri palacii, rogatus,
scripsi.
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103
CARTA LIVELLI
1357 Agosto 1 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino di Trovegnani, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Franceschino fu Bonaventura dei Pelacani due
appezzamenti di terra in contrada Cingoli Asse a Prade sui monti di Maderno, in cambio di sette
bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta livelli religionis Sancti Dominici et Franceschini qui dicitur Zinus, habitatoris Materno. Die
primo augustii, in Tusculano, in/ domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus:
fratre Richebono et fratre Pelacano, confratribus ordini Sancti Fran/ceschi, Iohane Bertolini
Regencini de Tusculano, Amistato quondam Perzevalli, habitatore Materni, omnibus testibus
rogatis. Ibi re/ligiossus vir dominus frater Francinus de Trovegnanis, prepositus religionis eclesiarum
sanctorum Dominici de Tusculano/ et Heustachi de Cleusuris Brixie, verbo et consensu
infrascriptorum confratrum, videlicet fratris Martini Revelli, fratris/ Bertolini Bosioti, fratris
Benevenuti de Materno et fratris Iacobini de Cisano, omnium confratrum dicte religionis ac in/
omnibus et singilis in isto contractu contentis (-) et consentientium per se et suos successores ac
nomine et vice dicte reli/gionis et confratrum eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad
rectum livellum comunis Brixie, investivit/ Franceschinum quondam Bonaventure de Pelacanibus,
habitatorem Materni, de duabus peciis terre iuris dicte religionis prativis/ et costivis, iacentibus in
teratorio in montibus in Pratha: prima iacet in contrata Cingoli Asse, cui coheret a
mane/ et a meridie comune de Materno, a monte heres Bersanini Florioli, a sero via; secunda pecia
terre coheret ab una parte Benevenutus/ Rizardini, ab alia parte Dominicus Pasquetini de
Tusculano, ab alia parte Bertolinus Malacati, ab alia parte/ Niger Pacis de Materno, salvis aliis
coherentiis. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam/ investituram
de dictis peciis terre in dictum Franceschinum, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere
sta/tuerit deinceps in perpetuum habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis
quidquid voluerit faciat/ iure livelli sine contraditione confratrum dicte religionis, cum omnibus et
singulis que intra predictos continentur confines vel/ alios si qui forent et cum accessibus,
ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis/ que dicte pecie
terre habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu
requisitione dicte religionis et confratribus eiusdem ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente
seu spectante. Dando, reddendo et solvendo/ ipse Franceschinus, per se et suos heredes, dicte
religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in/ octava septem bazetas oley,
nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano/ in terra de
Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli et cetera. Et eciam eo salvo quod, si dictus
emphite/ota aliquo tempore velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo apellare
confratres dictarum eclesiarum et/ dicte religionis et eis, emere volentibus nomine et vice dictre
religionis, dare pro quinque soldis planetorum minus quam alteri/ persone; alioquin vendat ius
suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat,/ confratribus
dicte religionis inde habentibus duos soldos planetorum pro quibus debeant novum emphiteotam
investire et/ breve simile eodem tenore firmare. Promittens ipse Franceschinus, per se et suos
heredes, dicto domino preposito,/
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stipulanti et recipienti nomine quo ut supra, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum
terminum et atendere et observare/ omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis
dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus eiusdem/ incurentium, obligando ad hoc ei,
recipienti nomine quo ut supra, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri.
Insuper/ dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit dicto Franceschino,
pro se et suis heredibus stipulanti, dictas/ pecias terre et dictam investituram earumdem ei et suis
heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime defendere,/ auctorizare sub
pena omnis dampni et dispendi in dicto Franceschino et suis heredibus incurentium, obligando ad
hoc/ dicto Franceschino omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus peciis
terre ex nunc dictus/ Franceschinus confitetur esse in possessione pro dictis eclesiis et dicta
religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta/ . Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesimo septimo, indicione (-) decima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1360 Febbraio 25 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino di Trovegnani, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Maderno fu Maderno di Boxelli un appezzamento di terra
in territorio di Maderno in contrada Matina detta Ronco Malfrugeno, in cambio di sedici bazete di
olio ossia quattro gallette di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LVIIII.
Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo, indicione tercia decima.
Carta livelli religionis Sancti Dominici et Materni quondam Materni de Boxellis de Materno. Die
vigesimo quinto februarii, in Tusculano, in domibus reli/gionis Sancti Dominici de Tusculano in
capitulo dicte religionis, presentibus: Ognabeno quondam Iohanis Feri, Iacobino quondam Iohanis
Omerii, ambobus de Tusculano,/ Aymerico qui dicitur Mazia quondam Nigri, habitatore Materni,
omnibus testibus rogatis. Ibi congregato capitulo religionis Sancti Dominici de Tusculano, de
mandato religiosis/ viri domini fratris Francini de Trovegnanis, prepositi dicte religionis, voce
capanelli more solito illius religionis, in quo quidem capitulo/ adherant dictus dominus
prepositus et omnes infrascripti confratres, videlicet frater Fedriginus quondam Bertolini Bosii de
Brixia, presbiter, frater Martinus Reveli,/ frater Nicolaus Bosii, frater Iustachinus, omnes de
Tusculano, frater Bertolinus Bosioti de Concesio, frater Benevenutus de Materno, frater/ Iacobinus
de Cisano, omnes confratres dicte religionis, dicentes et aserentes sese esse totum capitulum dicte
religionis ac in consentientes/ omnibus et singulis infrascriptis. Unde dictus dominus prepositus,
verbo et consensu et auctoritate omnium suprascriptorum confratrum, per se et nomine et vice
dicte religionis/ et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad
rectum livellum comunis Brixie, investivit Maternum quondam Materni/ de Boxellis de Materno de
una pecia terre iuris dicte religionis olivata, vidata et rosiva, boschiva et vegra iacente in teratorio
de Materno/ in contrata Mathine ubi dicitur ad Runchum Malfrugenum, cui coheret a mane plebs
de Materno in parte et in parte fosatum, a meridie
198

dicta plebs/ in parte et in parte Albertus quondam Benevenuti Chuchi, a sero dictus Albertus, a
monte fosatum, salvis aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus dominus/ prepositus, nomine
quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in (-) dictum Maternum, ita quod ipse et
sui heredes et cui dederit deinceps/ habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de
ea quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi suorumque/
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel allios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias/ publicas et cum omnibus et
singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et
actione, usu seu/ requisitione dicte religioni et confratribus eiusdem ex dicta pecia terre modo
aliquo pertinente seu spectante. Dando, reddendo et solvendo atque con/ducendo ipse Maternus,
per se et suos heredes, dicte religioni et capitulo et confratribus eiusdem annuatim in epifania
Domini vel in octava sedicim/ bazetas oley, videlicet quatuor galetas oley, nomine ficti boni et
pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra/ de Tusculano, ad canipam
dicte religionis, sub pena dupli et cetera. Et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo
tempore velet/ vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo apellare dictum dominum
prepositum vel suos successores et eis, emere/ volentibus nomine dicte religionis, dare pro duobus
soldis minus quam alteri persone; alioquin vendat ius suum cui voluerit, preter servo/ eclesie vel
potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde
habentibus duos soldos pro quibus/ debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem
tenore firmare. Promittens ipse Maternus, per se et suos heredes,/ dicto domino preposito,
stipulanti et recipienti nomine quo ut supra, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum
terminum et atendere et observare omnia/ et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis
dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus et capitulo eiusdem incurentium, obligando
ad hoc/ dicto domino preposito, stipulanti et recipienti nomine quo ut supra, se personaliter et
omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus/ prepositus, nomine quo ut
supra, stipulatione promisit dicto Materno, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre
et dictam investituram ei et suis heredibus/ et cui dederit vel habere statuerit ab omni persona et
universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare et atendere et observare/ omnia et
singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Materno et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc/ dicto Materno omnia bona dicte religionis presentia et
futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Maternus confitetur esse in possessione / religione. Insuper dictus (-) dominus prepositus, nomine quo ut supra, et dictus Maternus
omnibus modo iure forma et causa quibus melius (-)/ fecerunt, constituerunt et ordinaverunt
Fedriginum Orioli et Franceschinum filium Contrini Nasimbeni, ambos de Materno, et quemlibet
eorum in solidum suis et dicte/ religionis certos nuntios et procuratores et sindicos speciales
specialiter et expresse ad presente hoc instrumento cuilibet registrato, depu/tato ad registrandum
instrumenta et ad faciendum registrari in libro registri secundum de certum et ordinamenta
magnifici et excelsi/ domini Bernabonis et est procurator de ratio habendo et obligando et
renuntiando. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo sexagesimo, indicione tercia decima./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
In qua pecia terre sunt viginti quatuor olivi.
199

105
CARTA LIVELLI
1362 Gennaio 16 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino di Trovegnani, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Bertello di Ugolino de Bonvesinis un appezzamento di terra
in contrada dei Mulini in Capra di Maderno in cambio di tre gallette di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo, indicione quinta decima.
Carta livelli religionis Sancti Dominici et Bertelli Golini de Burgo de Materno. Die sexto decimo
ianuarii, in Tusculano, in domibus religionis/ eclesiarum Sanctorum Dominici de Tusculano et
Heustachii de Cleusuris Brixie, presentibus: Delayto qui dicitur Tosirolus de Turi, habitatore Materni,
Iohanino/ quondam Fachini de Gardono, Benevenuto quondam Iohanis Benevenuti de Manerva,
omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir Dominus frater Francinus de Trove/gnanis, prepositus
religionis predicte, per se et suos successores ac nomine et vice confratrum capituli et conventus
dicte religionis, per lignum quod/ in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie,
investivit Bertellum filium Ugolini de Bonvesinis de Burgo de/ Materno, dicentem et asserentem se
stare et habitare scorsum a dicto patre suo et facere et exercere facta sua per se tamquam
peterfami/lias, de voluntate dicti patris sui, de una pecia terre iuris dicte religionis aratoria, olivata
et vidata iacente in teratorio de Materno in Campra/ in contrata de Molinis, cui coheret a mane, a
meridie et a sero via, a monte clusa, salvis aliis coherentiis. Tali modo dictus dominus prepositus,
nomine quo ut/ supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum Bertellum, ita quod
ipse et sui heredes et cui dederit/ vel habere statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et
possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti
domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur
confines vel alios si qui forent et cum accessibus,/ ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in
in/tegrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione dicte religioni et confratribus eiusdem
modo aliquo pertinente seu spectante. Dando,/ reddendo et solvendo ipse Bertellus, per se et suos
heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini/ vel in octava tres
galetas oley, nomine ficti boni pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in
terra de Tusculano,/ ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore velet vendere ius/ seu melioramentum suum, teneatur primo apellare
dictum dominum prepositum vel confratres dicte religionis et eis, emere/ volentibus nomine dictre
religionis, dare pro quinque soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat ius
suum/ cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino
preposito vel suis/ successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus debeant novum
emphiteotam investire et breve simille eodem/ tenore firmare. Promittens ipse Bertellus, per se et
suos heredes, dicto domino preposito, stipulanti et recipienti nomine et vice/ dicte religionis et
confratrum eiusdem, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et
observare/ omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde
confratribus dicte religionis incurentium, obligando/ ad hoc dicto domino preposito, stipulanti et
recipienti pro
200

dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et/ futura
pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit dicto
Bertello, pro se et suis/ heredes stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem ei
et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime/ defendere, auctorizare
et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Bertello et suis heredibus incurentium,
obligando ad hoc dicto Bertello omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua
pecia terre ex nunc dictus/ Bertellus confitetur esse in possessione pro dicta religione. Et inde sum
rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
sexagesimo secundo, indicione quinta decima./ Ego Bertolameus quondam Peterboni Bruni de
Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1362 Febbraio 2 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino di Trovegnani, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Requiliano fu Bertolino Monaci un appezzamento di terra a
Masane in territorio di Maderno in cambio di una bazeta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo fu Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LX.
Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo.
Carta livelli religionis Sancti Dominici et Requiliani quondam Bertolini Monegi de Sanico de
Materno. Die secundo februarii, in Tusculano, in domibus reli/gionis Sancti Dominici de Tusculano,
presentibus: Dalmiano quondam Bertolini Monegi de Sanico de Materno, Iohanino quondam
Fachini de Gardono, Be/nevenuto quondam Iohanis Benevenuti de Manerva, omnibus testibus
rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Francinus de Trovegnanis, prepositus/ religionis eclesiarum
sanctorum Dominici de Tusculano et Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac
nomine et vice/ dicte religionis, confratrum capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis
manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie in/vestivit Requilianum quondam Bertolini
Monegi de Sanico de Materno de una pecia terre rosive iacente in teratorio de/ Materno in
contrata Masane, cui coheret a mane dictus conductor, a meridie via, a sero fosatum, a monte
Bona quondam Lumbardi Berle, salvis aliis/ coherentiis et est per mensuram septuaginta quinque
tabule vel circa. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam/
investituram de dicta pecia terre in dictum Requilianum, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit
vel habere statuerit deinceps/ habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea
quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini pre/positi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus/ et regressibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et
singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in in/tegrum et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione dicte religioni et confratribus eiusdem ex dicta pecia terre modo
aliquo pertinente/ seu spectante. Dando, reddendo et solvendo ipse Requilianus, per se et suos
heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim/ in epifania Domini vel in octava unam
bazetam oley, nomine ficti boni et pulcri et
201

ene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in/ terra de Tusculano, ad canipam dicte
religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore/ velet
vendere ius suum, teneatur primo apellare dictum dominum prepositum vel suos successores et
eis, emere volentibus nomine dicte/ religionis, dare pro quinque soldis minus quam alteri persone;
alioquin vendat ius suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini/ quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus
debeant novum emphiteo/tam investire et breve simile eodem tenore firmare. Promittens ipse
Requilianus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, stipulanti/ et recipienti, nomine quo ut
supra, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare
omnia et singula in isto contractu/ contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte religioni
et confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, stipulanti/ et
recipienti, nomine quo ut supra, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri.
Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra,/ stipulatione promisit dicto Requiliano,
pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem ei et suis
heredibus et cui/ dederit vel habere statuerit ab omni persona et universitate legiptime defendere,
auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi/ inde dicto Requiliano et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc ei omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri.
De qua pecia terre ex nunc/ dictus Requilianus confitetur esse in possessione pro dicta religione et
confratribus eiusdem. Insuper dictus dominus prepositus, nomine dicte religionis et dictus/
Requilianus, per se omnibus modo iure, forma et causa quibus melius Bononum Iohanini de
Cuzaga de Tusculano certum nuntium, procuratorem et sindicum speci/alem ad facendum registrari
hoc instrumentum et cetera. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore/.
Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo, indicione quinta decima./ Ego
Bertolameus quondam Peterboni Bruni de Tusculano, notarius sacri palacii, hiis omnibus affuy et,
rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1362 Febbraio 2 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino di Trovegnani, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Benasuta fu Nicola Dorche, moglie di Giovanni fu Antoniolo
Rigeti un appezzamento di terra in contrada Digoli in territorio di Toscolano in cambio di otto
bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo fu Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano et Benasute quondam Nicolay Dorche. Die
secundo februarii, in Tusculano, in domibus/ religionis Sancti Dominici, presentibus: Girardino et
Petro fratribus et filliis Nasimbeni de Ciis, Iustachino quondam Berteloni de Ciis, omnibus/ de
Salodo, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Francinus de Trovegnanis, prepositus
religionis eclesiarum sanctorum Dominici/ de Tusculano et Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et
suos successores ac nomine et vice dicte religionis, confratrum, capituli et conventus/ dicte
religionis, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum
202

comunis Brixie, investivit Benasutam quondam Nico/lay Dorche de Gayno de Tusculano et uxorem
Iohanis quondam Antonioli Rigeti de Burgo de Materno de una pecia terre iuris dicte religionis/
iacente in teratorio de (-) Tusculano in contrata ubi dicitur ad Digolos, cui coheret a mane heredes
Peteni de Gayno pro dicta religione,/ a meridie via, a sero heredes Iohanis ser Iacobi sive habentes
causam ab eis, a monte heredes Berardi de Tegaciis et est per mensuram octuaginta tabule,/ salvis
aliis coherentiis. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam
investituram de dicta pecia terre in dictam/ Benasutam, ita quod ipsa et sui heredes et cui dederit
vel habere statuerit, deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre/ et de ea
quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra/ predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et/
singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione/ dicte religioni et confratribus eiusdem ex dicta pecia terre modo
aliquo pertinente seu spectante. Dando, reddendo et solvendo/ ipsa Benasuta, per se et suos
heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava octo/
bazetas oley, nomine ficti boni, pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in
terra de Tusculano, ad canipam/ dicte religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si (-) dicta
femina aliquo tempore velet vendere ius/ seu melioramentum suum, teneatur primo apellare
dictum dominum prepositum vel confratres dicte religionis et eis, emere/ volentibus nomine dicte
religionis dare pro quinque soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat ius
suum/ cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino
preposito vel confratribus dicte/ religionis inde habentibus duos soldos planetorum pro quibus
debeant novum emphiteotam investire et breve simile/ eodem tenore firmare. Promittens ipsa
femina, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus/ stipulanti,
dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et
singula in isto contractu/ contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde confratribus dicte
religionis incurentium, obligando ad hoc dicto domino/ preposito, stipulanti et recipienti, nomine
quo ut supra, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus/
dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit dicte Benasute, pro se et suis
heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam/ investituram ei et suis heredibus et cui
dederit, ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbri/gare, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicte femine et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicte
Benasute/ omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri (-). De qua pecia terre ex nunc
dicta femina confitetur esse in/ possessione pro dicta religione. Renuntiando omni exceptioni non
sic facte dicte promisionis et obligationis et non ita vera esse omnia/ et singula in isto contractu
contenta et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie et beneficio novorum autenticorum
ypoti/carum et veliani senatus consulti de quibus fuit per me notarium bene certificata quid sit
renunciare predictis. Et inde sum rogatus/ unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno
Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo, indicione quinta decima./ Ego Bertolameus
quondam Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1362 Febbraio 2 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino di Trovegnani, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Bartolomeo detto Negrone fu Cicino Conti due
appezzamenti di terra nelle contrade Bolpere e Proa sui monti di Maderno, in cambio di sei bazete
e mezza di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo fu Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LXI.
Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano et Bertolamey qui dicitur Negronus quondam
Cicini Conti de Materno. Die secundo februarii, in Tusculano, in/ domibus religionis Sancti Dominici
de Tusculano, presentibus: Iohane quondam Antonioli Iohanis Rigeti, Mafeo filio Iacobi Mafey,
Crescembeno/ quondam Peterboni Case, omnibus de Materno, testibus rogatis. Ibi religiossus vir
dominus frater Francinus de Trovegnanis, prepositus religionis/ eclesiarum Sanctorum Dominici de
Tusculano et Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dicte
religionis, con/fratrum, capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad
rectum livellum comunis Brixie, investivit Barto/lameum qui dicitur Negronus quondam Cicini Conti
de Materno de infrascriptis peciis terre iuris dicte religionis in teratorio de Materno in in/frascriptis
contratis supra Montem Materni: prima est aratoria, olivata et costiva iacente in contrata Bolpere,
cui coheret a mane et a sero Petrus condam/ Bazete, a meridie via, a monte heredes Francini
Galine in parte et in parte dictus Petrus Bazete; item de una pecia terre aratoria, olivata et vidata
iacente/ in dicto teratorio in contrata ubi dicitur ad Proam, cui coheret a mane Petrus Bazete, a
meridie Amistatus Perzevalli, a sero via, a monte domina Benevenuta/ (-) quondam uxor Bersanini
Florioli et est per mensuram viginti novem tabulle. (-) Prima pecia terre est undicim tabule, salvis
aliis coherentiis./ Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam
investituram de dictis peciis terre in dictum Bertolameum, ita quod ipse et sui heredes et cui
dederit vel habere statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de
eis/ quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra/ predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum/ omnibus et
singulis que dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et
actione, usu/ seu requisitione dicte religioni et confratribus eiusdem ex dictis pecis terre modo
aliquo pertinente seu spectante (-)./ Dando, reddendo et solvendo ipse Bertolameus, per se et suos
heredes, annuatim in epifania Domini vel in octava/ dicte religioni et confratribus eiusdem sex
bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati/ ad rectam mensuram de Tusculano in
terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et eciam/ eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur/ primo apellare
dictum dominum prepositum vel confratres dictarum eclesiarum et eis, emere volentibus nomine
dicte/ religionis, dare pro quinque soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat
ius suum cui voluerit,/ preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto
domino preposito vel suis successoribus/ inde habentibus duos soldos pro quibus debeant novum
emphiteotam investire
204

et breve simile eodem tenore/ firmare. Promittens ipse Bertolameus, per se et suos heredes, dicto
domino preposito, pro se et suis successoribus/ stipulanti, dare, solvere (-) dictum fictum ad dictum
terminum et atendere et observare omnia et singula in isto con/tractu contenta, sub pena omnis
dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus eiusdem incurentium,/ obligando ad hoc
dicto domino preposito, stipulanti et recipienti, nomine quo ut supra, se personaliter et omnia sua
bona presentia et futura/ pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra,
stipulatione promisit dicto Bertolameo, pro se et suis/ heredes stipulanti, dictas pecias terre et
dictam investituram earum ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et univer/sitate
legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto
Bertolameo/ et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Bertolameo omnia bona dicte
religionis presentia et futura pigneri./ De quibus peciis terre ex nunc dictus Bertolameus confitetur
esse in possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus/ unum et plura facere instrumenta uno
tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo, indicione quinta decima./ Ego
Bertolameus quondam Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius, scripsi.
109
CARTA LIVELLI
1348 Gennaio 17 Toscolano, sub porticu hospitalis Sancti Benedicti.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Giacobino fu Malesardi quattro appezzamenti di terra
nelle contrade Cusano, Lagerio, Lagri e Planzolo in territorio di Gardone Riviera in cambio di venti
gallette di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
IN GARDONO
.LXII.
(S.T.) In Christi nomine amen. Hec sunt brevarie scripte et rogate per Bertolameum Peterboni Bruni
de Plano Tusculani de negociis religionis Sancti Dominici de/ Tusculano ut inferius legitur.
CARTA IACOBINI MALEXARDI
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iacobinum Malexardi de Gardono. Die
decimo septimo ianuarii, in Tusculano, sub porticu hospitalis Sancti Be/nedicti, presentibus: Iohane
filio Peterboni Bruni de Plano, notario pro secundo notario, Dominico quondam Pasquetini de
Plano, Bertolino quondam Tusculani de Plano, Guizar/do quondam Bonacorsii de Secina, omnibus
de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus
eclesiarum Sancti Dominici de/ Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos
successores et nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis et capituli et conventus/
eiusdem, per ligum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit
Iacobinum quondam Malesardi de Gardono de infrascriptis/ peciis terre iuris dictarum eclesiarum
usque ad novem annos et ad novam investituram fiendam de dictis peciis terre per dictum
dominum prepositum vel per suos successores in dictum/ Iacobinum vel in suos heredes pro
infrascripto ficto, videlicet: imprimis de una pecia terre aratoria, olivata
205

ed vidata iacente in teratorio de Gardono in/ contrata ubi dicitur in Cusano, cui coheret a mane
Betinus Vaselli, a meridie heredes Bersani Bertoldi, a sero fosatum, a monte Zafonus quondam
Venture et/ est per mensuram sexaginta unam tabule et dimidiam; item de una pecia terre olivata,
vidata et ortiva iacente in dicto teratorio in/ contrata Lagerii supra Cararias, cui coheret a mane
fosatum, a meridie et a monte Betinus Bordoni pro eius uxore, a sero Martinus Mayi sive/ heredes
in parte et in parte Betinus Bordoni et est per mensuram triginta quinque tabule et tres pedes; item
de una pecia terre olivata, vidata/ et aratoria iacente in dicto teratorio in contrata Lagri, cui coheret
a mane fosatum, a meridie Madellus Bedarius de Salodo in parte et in parte/ Magnocha Seroti de
Gardono, a sero via, a monte Petrus Seroti in parte et in parte Iohanes Petri de Morgnaga pro uxore
eius et in parte Fran/cinus Iohanis Buffe et est per mensuram quatraginta tres tabule; item de una
pecia terre olivata, vidata et aratoria cum aliis/ arboribus et una tegete et costiva iacente in dicto
teratorio in Planzolis sive ad Ronzelios, cui coheret a mane via, a meridie heredes/ Grandoni, a sero
Belya quondam Valenti in parte et in parte Iacopus Gavagnathe et in parte Nasimbenus Zite, a
monte Bonaventura condam/ Zoveni in parte et in parte heredes Francini magistri Federici Nasceti
et est per mensuram duo plodia et viginti una tabule et dimidiam,/ salvis omnibus aliis coherentis si
que forent. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram/
de dictis peciis terre in dictum Iacobinum, ita quod ipse Iacobinus et sui heredes et cui dederit vel
habere statuerit deinceps/ in perpetuum habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et
quemlibet earum et de eis quidquid voluerit faciat sine contraditione/ dicti domini prepositi
suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios
si qui forent et/ cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum
omnibus et singulis que dicte pecie terre et que/libet earum habet supra se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et confratribus dicte re/ligionis ex
dictis pecis terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Iacobinus, per se et suos
heredes, dicte religioni/ et confratribus eiusdem (-) annuatim in epifania Domini vel in octava
viginti galetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene/ mensurati ad rectam mensuram de
Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et in eo sal/vo quod, si
dictus emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo
dictum dominum prepositum vel/ suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice
dicte religionis, dare pro quinque soldis imperialium minus quam alteri/ persone; alioquin vendat
ius seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo
modo vendat,/ dicto domino preposito inde habente vel suis successoribus duos soldos imperialium
pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve/ simile eodem tenore firmare.
Promittens ipse Iacobinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti,/ dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere
et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena/ omnis dampni et dispendi inde
dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad hoc dicto domino
preposito, recipienti pro se et dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua
bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus stipulatione promisit,/ per se et
suos successores, dicto Iacobino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam
investituram earumdem ei et suis heredibus et cui/ dederit, ab omni contradicenti persona et
universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi
inde/ dicto Iacobino et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Iacobino omnia bona
dicte religionis
206

presentia et futura pigneri. De quibus/ peciis terre ex nunc dictus Iacobinus confitetur esse in
tenuta et corporali possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo, indicione
prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
110
CARTA LIVELLI
1349 Gennaio 27 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Bertolino detto Tolino Boture un appezzamento di
terra in contrada Bornico in territorio di Maderno in cambio di sei bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo nono, indicione secunda.
CARTA BERTOLINI QUONDAM BOTURE
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Bertolinum qui dicitur Tolinus Boture de
Faxano de Gardono. Die vigesimo septimo ianuarii, in Tusculano, in do/mibus religionis Sancti
Dominici de Tusculano, in camara domini prepositi infrascripti, presentibus: Martino de Paytono,
habitatore ville de Grezenico de Tusculano,/ Antoniolo quondam Iacobini de Corno de Faxano,
habitatore dicte ville de Grezenico, Bertolino quondam Tusculani de Plano Tusculani, omnibus
testibus rogatis./ Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis
eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi/ de Cleusuris Brixie, per se et suos
successores ac nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte religionis et capituli et conventus
eiusdem, per lignum quod in/ suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit
Bertolinum qui dicitur Tolinus Boture de Faxano de Gardono usque ad novem/ annos et ad novam
investituram fiendam per dictum dominum prepositum vel per suos successores in dictum
Bertolinum vel in suos heredes de infrascripta/ pecia terre iuris eclesiarum pro
infrascripto ficto, videlicet de una pecia terre aratoria, olivata iacente in teratorio de Materno in
contrata de Bornico, cui coheret a mane lacus/ sive ripa, a meridie heredes Avanzini Bayamonti, a
sero Ariginus quondam Antonioli, a monte Bertolinus conductor, salvis aliis coherentiis et est per
men/suram viginti una tabule. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit
dictam investituram de dicta pecia terre in dictum Ber/tolinum, ita quod ipse Bertolinus et sui
heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat/ dictam
peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra/ predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus/ et
singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione sibi et/ confratribus dicte religionis ex dicta pecia terre modo aliquo
pertinente seu spectante. Solvendo per se et suos heredes, dicto domino preposito et/ suis
successoribus annuatim in epifania Domini vel in octava sex bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri
et bene mens/urati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte
religionis. Quo ficto dato et soluto, alia super/imposita non fiant dicto conductori,
207

preter quod solvat fictum in duplum in illo et de illo anno in quo non solverit dictum fictum ad/
dictum terminum. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu
melioramentum suum, teneatur/ primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare
et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro quinque/ soldis imperialium minus
quam alteri persone; alioquin vendat ius suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini
quibus nullo modo/ vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde habentibus duos
soldos imperialium pro quibus debeant novum emphiteotam inve/stire et breve simile eodem
tenore firmare. Promittens ipse Bertolinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se
et suis/ successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et
atendere et observare omnia et singula in isto contractu/ contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad hoc dicto
domino/ preposito, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia
sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus/ prepositus stipulatione promisit, per
se et suos successores, dicto Bertolino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et/
dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit vel habere statuerit ab omni
persona et universitate legiptime/ defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto Bertolino et suis heredibus incurentium,/ obligando ad hoc dicto Bertolino
omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus
Bertolinus/ confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dicta religione. Et inde sum
rogatus unum et plura facere instrumenta uno/ tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragesimo nono, indicione secunda./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani,
notarius, hiis omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
111
CARTA LIVELLI
1353 Gennaio 17 Gardone, in curtivio domuum eclesie Sancti Nicolai.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Iacobino detto Bazolo fu Rivano un appezzamento di terra in località
Prada in territorio di Gardone Riviera in cambio di una bazeta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
GARDO
.LXIII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iacobinum Rivani qui dicitur Bazolus de
Gardono. Die decimo septimo ianuarii, in Gardono, in/ curtivo domuum eclesie Sancti Nicolay de
Gardono, presentibus: Martino quondam Bonaventure Zoveni, Nicolao quondam Bertolini Pelegrini,
notario pro secundo/ notario, domino pre Iohane, presbitero (-) eclesie Sancti Nicolai de Gardono,
suprascriptis Nicolao et Martino de Gardono, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus/ vir dominus
frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sacti
Heustachi de Cleusuris Brixie,/ per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis, capituli
et conventus et confratrum eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat/ ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Iacobinum qui dicitur Bazolus quondam Rivani de Gardono de una pecia
terre iuris dicte religionis/
208

olivata et vidata iacente in teratorio de Gardono in contrata ubi dicitur ad Pretham, cui coheret a
mane via, a meridie et a sero dictus conductor, a monte/ consueverat esse Iacobus (-) quondam
Lafranchi et modo est (-) heres Petri Rivani in parte et in parte via, salvis aliis coherentiis et est per
men/suram triginta novem tabule. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit
dictam investituram de dicta pecia terre in dictum/ Iacobinum, ita quod ipse Iacobinus et sui
heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps in perpetuum habeat, teneat, gaudeat/ et
possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat sine contraditione dicti domini
prepositi iure livelario suorumque successorum;/ cum omnibus et singulis que intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque/
in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se
in integrum et cum omni iure et actione/ usu seu requisitione sibi et confratribus dicte religionis ex
dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Iacobi/nus, per se et suos
heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava unam
bazetam oley, nomine ficti/ boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Gardono, ad
canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et in eo/ salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore
velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum/ vel
suos successores apellare et eis, emere volentibus (-) nomine dicte religionis, dare pro quinque
soldis minus/ quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit,
preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo/ modo vendat, dicto domino preposito vel suis
successoribus inde habentibus duos soldos planetorum pro quibus debeant novum/ emphiteotam
investire et breve simile eodem tenore firmare. Promittens ipse Iacobinus, per se et suos heredes,/
dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum
fictum ad dictum terminum/ et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta,
sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino (-) pre/posito et confratribus dicte religionis
incurentium, obligando ad hoc se dicto domino preposito, stipulanti et recipienti nomine et vice
dicte relig/ionis et per eum se dicte religioni, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura
pigneri. Insuper dictus dominus prepositus,/ nomine quo ut supra, stipulatione promisit dicto
Iacobino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram/ eiusdem
ei et suis heredibus et cui dederit vel habere statuerit ab omni persona et universitate legiptime
defendere, aucto/rizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Iacobino et
suis heredibus incurentium, obligando/ ad hoc dicto Iacobino omnia bona dicte religionis presentia
et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus/ Iacobinus confitetur esse in tenuta et corporali
possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta/ uno
tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius sacri palacii,/ hiis omnibus affuy et,
rogatus, scripsi.
112
CARTA LIVELLI
1353 Gennaio 17 Gardone, in curtivio domuum eclesie Sancti Nicolai.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Morino fu Pizono un appezzamento di terra nelle contrada detta Al
Sabbione o Campo
209

di Ordano, in territorio di Gardone Riviera in cambio di due bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Morinum Pizoni de Gardono. Die decimo
septimo ianuarii, in Gardono, in curtuvio domuum eclesie/ Sancti Nicolay de Gardono, presentibus:
domino pre Iohane, presbitero dicte eclesie Sancti Nicolay, Martino quondam Bonaventure Zoveni,
Bertozio Malesardi, Nicolao/ quondam Bertolini Pelegrini, notario pro secundo notario, omnibus de
Gardono, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus/ religionis
eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos
successores ac nomine et vice dicte religi/onis et capituli, conventus et confratrum eiusdem, per
lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Morinum/
quondam Pizoni de Gardono de una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de
Gardono in contrata ubi dicitur ad Sablonum sive ad Campum Ordani,/ cui coheret a meridie
Dalfinus Dalfini Ordani, a mane heredes domine Bonafemine Pizameye sive habentes causam ab
eis, a sero et a monte Avinant Ru/bey Pasini, salvis omnibus aliis coherentiis si qui forent. Que pecia
terre est per mensuram decem novem tabule et dimidiam. Tali modo dictus dominus pre/positus,
nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum Morinum, ita quod
ipse Morinus et sui heredes et cui dederit/ vel habere statuerit deinceps in perpetuum habeat,
teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat/ iure livelario
sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que
intra predictos continentur confines/ vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et
regressibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que/ dicta pecie terra habet supra
se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et
confratribus/ dicte religionis ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo
ipse Morinus, per se et suos heredes, dicte/ religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania
Domini vel in octava duas bazetas oley, nomine ficti boni et/ pulcri et bene mensurati ad rectam
mensuram de Gardono in terra de Gardono, ad canipam dicte religionis,/ sub pena dupli. Et eciam
eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu melio/ramentum suum,
teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere
volentibus/ nomine et vice dicte religionis, dare pro quinque soldis planetorum minus quam alteri
persone; alioquin vendat ius seu me/lioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel
potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino prepo/sito vel suis successoribus inde
habentibus duos soldos pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve/ simille eodem
tenore firmare. Promittens ipse Morinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro/ se et
suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et
atendere et observare/ omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicte dicto domino preposito et suis succe/soribus incurentium, obligando ad hoc
dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter/ et
omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut
supra, stipulatione pro/misit, per se et suos successores, dicto Morino, pro se et suis heredibus
stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem/ ei et suis heredibus et cui dederit
vel habere statuerit ab omni persona
210

et universitate legiptime defendere, auctorizare/ et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi
inde dicto Morino et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto/ Morino omnia bona dicte
religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Morinus confitetur esse in/
tenuta et corporali possessione pro dicta religione. Et quia dictus Morinus minor erat viginti
quinque annis, maior/ tam quatuordicim ut dicitur, iuravit ad Sancta Dey Evanyelia, corporaliter
tactis scripturis, non venire contra dictam promi/sionem, obligationem nec contra aliquid in isto
contractu contentum ratione minoris etatis aut alia qualibet ratione vel causa qua se tueri/ poset in
contrarium. Et inde sum (-) rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Tusculano, notarius sacri palacii, hiis omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
113
CARTA LIVELLI
1352 Gennaio 17 Gardone, in curtivio domus eclesie Sancti Nicolay.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Meierata fu Giovannino Zordani, vedova Francino Pellegrini, per
conto proprio e dei figli Giovanni e Iacopo, un appezzamento di terra in località Valli in territorio di
Gardone Riviera in cambio di due bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LXIIIIor.
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Iohaninum et Iacobum fratres et filios quondam
Francini Pelegrini de Gardono. Die decimo septimo ianuarii, in Gardono,/ in curtivio domus eclesie
Sancti Nicolay de Gardono, presentibus: Bertocio quondam Malesardi, Nicolao quondam (-)
Bertolini Pelegrini, notario pro secundo notario,/ Martino quondam Bonaventure Zoveni, omnibus
de Gardono, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepo/situs
eclesiarum religionis Sancti Dominici de Tusculano et Sancti (-) Heustachi de Cleusuris Brixie, per se
et suos successores ac no/mine et vice dicte religionis et capituli et conventus earumdem, per
lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie,/ investivit dominam
Meyeratam quondam Iohanini Zordani de Salodo et quondam uxorem Francini Pelegrini de
Gardono, recipientem nomine et vice/ Iohanis et Iacobi fratrum et filiorum quondam (-) Francini
Pelegrini de Gardono, quorum est tutrix ut dicitur contineri in carta tutele/ facta per Delaytum
Contri qui dicitur Scolarius de Morgnaga de Gardono, pro quibus (-) Iohanino et Iacobo, se
personaliter et omnia sua bona presentia et futura/ obligavit se facturam et curaturam quod dicti
Iohaninus et Iacobus habebunt firma et rata omnia et singula in isto contractu contenta et quod in
nullo/ contravenient, de una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de Gardono
in contrata ubi dicitur in Valibus, cui coheret a mane Bozinus Vaselli/ in parte et in parte Ysuardus
Ture, a meridie dicti Iohaninus et Iacobus, a sero fosatum, a monte Graciolus Casse, salvis omnibus
aliis coherentiis et est per mensuram/ septuaginta tabulle. Tali modo dictus dominus prepositus
fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictam dominam Meyeratam, recipientem/
nomine et vice dictorum Iohanini et Iacobi, ita quod ipsi et eorum heredes et cui dederint vel
habere statuerint habeant, teneant, gaudeant et possideant dictam/ peciam terre et de ea quidquid
211

voluerint faciant iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum
omnibus et singulis/ que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum
accessibus, ingressibus (-) et regressibus suis usque in vias publi/cas et cum omnibus et singulis que
dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, dicte religioni/ et confratribus eiusdem (-) modo aliquo ex dicta pecia terre
pertinente seu spectante. Dictis Iohanino et Iacobo vel eorum heredibus dantibus/ et solventibus et
dare et solvere debeant dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in
octava/ duas bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de
Gardono in terra de Gardono,/ ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod,
si dicti Iohaninus et Iacobus aliquo tempore/ voluerint vendere ius seu melioramentum suum,
teneantur primo dictum dominum prepositum vel suos successores ape/lare et eis, emere
volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro quinque soldis minus quam alteri persone;
alioquin vendant/ ius suum cui voluerint, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendant, dicto domino preposito vel suis succe/ssoribus inde habentibus duos soldos pro quibus
debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare./ Promittens ipsa
femina, nomine et vice dictorum Iohanini et Iacobi et eorum heredes, dicto domino preposito,
stipulanti et recipienti nomine et/ vice dicte religionis et confratribus eiusdem, dare, solvere et
atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia/ et singula in isto
contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis
successoribus et confratribus/ dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto domino
preposito, recipienti pro se et dicta religione, omnia bona dictorum Iohanini et Iacobi/ presentia et
futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, per se et nomine et vice dicte religionis,
stipulatione promisit dicte domine/ Meyerate, stipulanti et recipienti pro dictis Iohanino et Iacobo,
(-) dictam peciam terre et dictam investituram eiusdem eis et cui dederint vel habere/ statuerint ab
omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis
dampni et dispendi inde dictis Io/hanino et Iacobo incurentium, obligando ad hoc dicte domine
Meyerate, recipienti pro dictis Iohanino et Iacobo, omnia bona dicte religi/onis presentia et futura
pigneri. De qua pecia terre ex nunc dicta domina Meyerata dicit quod ipsa pro dictis Iohanino et
Iacobo est in tenuta/ et corporali possessione pro dicta religione. Insuper dicta domina Meyerata
stipulatione promisit, per se et suos heredes, dicto domino prepo/sito, pro se et suis successoribus
stipulanti, se facturam et curaturam quod dicti Iohaninus et Iacobus habebunt firma et rata omnia/
et singula in isto contractu contenta et quod in nullo contravenient et quod confirmabunt omnia in
isto contractu contenta, sub pena omnis dampni/ et dispendi inde dicto domino preposito et
confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, stipulanti et
recipienti/ pro se et suis successoribus, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura
pigneri. Renuntiando omni exceptioni non sit facte dicte promisionis et non/ ita vera esse omnia et
singula in isto contractu contenta et omni legum (-) auxilio et cetera et beneficio novorum
autenticorum ypoticarum/ et veliani senatus consulti de quibus fuit per me notarium bene
certificata quid sit renunciare predictis. Et inde sum rogatus unum et plura/ facere instrumenta uno
tenore. Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo secundo, indicione quinta./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius sacri palacii, hiis omnibus affuy et,
rogatus, scripsi.
212

114
CARTA LIVELLI
1353 Gennaio 17 Gardone, in curtivio domuum eclesie Sancti Nicolay.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Aimerico fu Bosio un appezzamento di terra in località Valli a Fasano
di Gardone Riviera, in cambio di tre quarteri di bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta livelli (-) religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Aymericum quondam Bosii de Faxano.
Die decimo septimo ianuarii, in Gardono, in curtivio (-) domuum eclesie Sancti Nicolay, presentibus:
Bertocio Malesardi, Nicolao quondam Bertolini Pelegrini, notario pro secundo notario,/ Martino
quondam Bonaventure Zoveni, omnibus de Gardono, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus
frater Michael de Navis, prepositus/ religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti
Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice/ dicte religionis et
capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Aymericum/ quondam Bosii de Faxano de Gardono de una pecia terre
olivata et vidata iacente in teratorio de Gardono in contrata Faxani in Valibus, cui coheret a mane/
fosatum, a meridie heredes Bertolamey Stancharii, a sero dossum sive via in parte et in parte dictus
Aymericus, a monte heredes domini Ugolini de Ugonibus/ sive habentes causam ab eo, salvis
omnibus aliis coherentiis veteribus sive novis et est per mensuram triginta quinque tabule. Tali
modo dictus dominus/ prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia
terre in dictum Aymericum, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statu/erit
deinceps in perpetuum habeat, teneat, gaudeat et possideat et de ea
quidquid voluerit faciat (-) iure livelli sine contraditione/ dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus,/ ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et
singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in inte/grum et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione sibi et dicte religioni ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu
spectante./ Solvendo ipse Aymericus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem
annuatim in epifania Domini vel in octava/ tria quarteria bazete oley, nomine ficti boni et pulcri et
bene mensurati ad rectam mensuram de Gardono in terra de Gardono/ ad canipam dicte religionis,
sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore velet vendere ius/ seu
melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos successores apellare
et eis, emere volentibus/ nomine et vice dicte religionis, dare pro quinque soldis planetorum minus
quam alteri persone; alioquin vendat ius seu meliora/mentum suum cui voluerit, preter servo
eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis/
successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus debeant novum emphiteotam investire et
breve simille eodem te/nore firmare. Promittens ipse Aymericus, per se et suos heredes, dicto
domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti,/ dare, solvere et atendere dictum fictum
ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub/
pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et confratribus dicte religionis
incurentium, obligando ad hoc dicto domino/ preposito, recipienti pro se et (-) confratribus dicte
religionis, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus/ dominus
prepositus, nomine dicte religionis, promisit
213

stipulatione dicto Aymerico, pro se et suis heredibus stipulanti, (-) dictam/ peciam terre et dictam
investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime
defendere, aucto/rizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Aymerico et
suis heredibus incurentium, obligando/ ad hoc dicto Aymerico omnia bona dicte religionis presentia
et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus/ Aymericus confitetur esse in tenuta pro dicta
religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore. Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Plano Tusculani, notarius sacri/ palacii, hiis omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
115
CARTA LIVELLI
1353 Gennaio 17 Gardone, in curtivio domuum eclesie sancti Nicolay.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Giovanni Mondini Gracioli due appezzamenti di terra in Calmaina di
Gardone Riviera in cambio di tre bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LXV.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iohanem quondam Mondini Gracioli de
Gardono. Die decimo septimo ianuarii, in Gardono, in curtivio domuum/ eclesie Sancti Nicolay,
presentibus: Bertocio quondam Malexardi, Nicolao quondam Pelegrini, notario pro secundo
notario, Martino quondam Bonaventure Zoveni, omnibus de Gar/dono, testibus rogatis. Ibi
religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de
Tusculano/ et Sancti (-) Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice
dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, ad/ rectum livellum comunis Brixie, per lignum
quod in suis manibus tenebat investivit Iohanem Mondini Gracioli de Gardono de duabus/ pecis
terre iuris dicte religionis iacentibus in teratorio de Gardono in Calmaina: prima iacet in dicto
teratorio et contrata, cui coheret a mane et a monta via, (-)/ a sero heredes quondam Vianesii et
est per mensuram sedicim tabule et dimidiam; secunda (-) iacet in dicto teratorio et contrata et est
aratoria, olivata et vidata, cui coheret/ a monte dictus conductor in parte et in parte Lonardus Geyi,
a mane via, a meridie Zuchellus (-) Zenelli sive heredes in parte et in parte dictus conductor, a sero
heredes Mar/tini Uberti, salvis omnibus aliis coherentiis et est per mensuram septuaginta tabule.
Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam inve/stituram de dictis
pecis terre in dictum Iohanem, ita quod ipse Iohanes et sui heredes et cui dederit vel habere
statuerit deinceps habeat, teneat, gau/deat et possideat dictas pecias terre et de eis quidquid
voluerit faciat (-) iure livellario sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum;/
cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum
accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias/ publicas et cum omnibus et singulis que
dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu
seu re/quisitione dicte religioni ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente seu spectante.
Solvendo ipse Iohanes, per se et suos heredes, dicto domino/ preposito et dicte religioni et
confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in
214

octava (-) tres bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene/ mensurati ad rectam mensuram de
Gardono in terra de Gardono, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et in eo salvo/ quod, si
dictus emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo
dictum dominum prepositum vel suos/ successores et eis, emere volentibus nomine et
vice dicte religionis, dare pro quinque soldis minus quam alteri persone; alioquin vendat/ ius seu
melioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito/ vel suis successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus
debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem/ tenore firmare. Promittens ipse
Iohanes, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti,
dare,/ solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et
singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et/ dispendi inde dicto domino
preposito et dicte religioni incurentium, obligando ad hoc ei, recipienti pro dicta religione et
confratribus eiusdem, se personaliter et/ omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus
dominus prepositus, per se et suos successores, stipulatione promisit dicto Iohani, pro se/ et suis
heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui
dederit, ab omni persona et universitate legiptime/ defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto Iohani et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc/ ei
omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus pecis terre ex nunc dictus Iohanes
confitetur esse in tenuta pro dicta reli/gione, et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta
uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius/ sacri palacii, hiis omnibus affuy et,
rogatus, scripsi.
116
CARTA LIVELLI
1353 Gennaio 17 Gardone, in prelatura comunis de Gardono.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Margherita fu Maffeo Casari, agli eredi di Gemma Casari e agli eredi
di sua madre Yema, un appezzamento di terra in località Bolzono di Gardone Riviera in cambio di
una bazeta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Margaritam quondam Mafei Casarii de
Gardono. Die decimo septimo ianuarii,/ in Gardono, in prelatura comunis de Gardono, (-)
presentibus: Bertozio quondam Malesardi, Nicolao quondam (-) Bertolini Pelegini,/ notario pro
secundo notario, Martino quondam Bonaventure Zoveni, omnibus de Gardono, testibus rogatis. Ibi
religiossus vir dominus frater Mich/ael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de
Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successo/res ac nomine et vice
dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad
rectum/ livellum comunis Brixie, (-) investivit Margaritam quondam Mafei Casarii et heredes Geme
Casarii de (-)/ Cargnaco de Gardono (-) et heredes quondam domine Yeme quondam matris eius et
uxorem Comboni Marende de Portesio, de una pecia/ terre vidata iacente in teratorio de Gardono
in contrata ubi dicitur ad Bolzonum, cui coheret a mane via, a meridie Martinus Fe/rarii, a sero
215

et a monte heredes Ridane et Masarie de Salodo, salvis omnibus aliis coherentiis et est per
mensuram duodicim tabulle/ et novem pedes. Tali (-) modo dictus dominus prepositus, nomine quo
ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre/ in dictam Margaritam, ita quod ipsa
Margarita et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat/ et
possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti
domini prepositi suorumque succe/sorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur
confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus/ suis usque in vias
publicas et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in
integrum/ et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et confratribus dicte religionis ex
dicta pecia terre modo aliquo per/tinente seu spectante. Solvendo ipsa Margarita, per se et suos
heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim/ in epifania Domini vel in octava unam
bazetam oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam/ mensuram de Gardono in
terra de Gardono, ad canipam dicte religionis, (-) sub pena dupli. Et in eo salvo/ quod, si dicta
femina aliquo tempore velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum
dominum prepositum/ vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte
religionis, dare pro duobus soldis minus/ quam alteri persone; alioquin vendat ius suum cui
voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo/ vendat, dicto domino preposito
vel suis successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus debeant novum emphiteo/tam
investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipsa femina, per se et suos heredes,
dicto/ (-) domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum
fictum ad dictum terminum/ et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta,
sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito/ et suis successoribus incurentium
obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro se et dicta religione et confratribus
eiusdem,/ se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper ipse dictus
prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores, dicte domine Margarite, pro se et suis
heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram/ eiusdem ei et suis heredibus et
cui dederit vel habere statuerit ab omni persona et universitate legiptime/ defendere, auctorizare
et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte femine et/ suis heredibus incurentium,
obligando ad hoc dicte femine omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri./ De qua
pecia terre ex nunc dicta Margarita confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dicta
religione./ Renuntiando dicta femina omni legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis
et beneficio novorum autenticorum ypo/tecarum et veliani senatus consulti de quibus fuit per me
notarium bene certificata quid sit renunciare predictis. Et inde/ sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione
sexta./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius sacri palacii, hiis/
omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
117
CARTA CONTRACAMBI
1341 Ottobre 8 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Trovegnanis e Martino Revelli, a nome della religione di S. Domenico di Toscolano,
hanno dato alle sorelle Margherita e Giacobina fu Baldrici un appezzamento di terra presso Villa
Curtarecii a Toscolano e
216

quaranta soldi imperiali, in cambio di un altro appezzamento di terra ai Ronchetelli di Toscolano.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LXVI.
(S.T.) In Christi nomine amen. Hec sunt brevarie scripte et rogate per me Bertolameum Peterboni
Bruni de Plano Tusculani, de negociis religionis/ Sancti Dominici de Tusculano ut inferius legitur./
Carta contracambii facti inter confratres religionis Sancti Dominici de Tusculano et Iacobinam et
Margaritam quondam magistri Baldrici. Die octavo octubri, in Tusculano, in domi/bus religionis
Sancti Dominici in capitulo dicte religionis presentibus: domino pre Benevenuto, presbitero eclesie
(-) Sancti Petri plebis de Tusculano, Michelino filio quondam/ Turacie de Gayno, notario pro
secundo notario, Franceschino filio Iohanis Peterboni, Francescho qui dicitur Zengus quondam
Vetelli de Plano, omnibus de Tuscul/ano, testibus rogatis. Permutatio bone fidei noscitur esse
contractus placuit itaque et bona voluntate convenit inter fratrem Francinum de Trovegnanis,
presbi/terum et confratrem religionis Sancti Dominici de Tusculano, nuncium et procuratorem dicte
religionis ut dicitur contineri in carta procurationi facta per Girardum Zamboni de/ Leno, notarium,
die vigesimo septimo iulii millesimo trecentesimo quatragesimo, indicione octava et fratrem
Martinum Revelli de Pulciano et permutatorem/ dicte religionis per se et nomine et vice dicte
religionis et confratrum eiusdem et de confessu et plana voluntate fratris Cencrethini de Brixia,
presbiteri et/ fratris Megerboni de Materno et fratris Dominici de Materno, fratris Benevenuti de
Materno, fratris Bertolini Bosioti de Brixia, fratris Desiderati/ de Ciis de Salodo, omnium confratrum
dicte religionis, ibi presentium et congregatorum ad capitulum voce vel sonitu capanelli more
solito/ illius religionis et asserentium et dicentium sese esse maiorem partem dicti capituli hac
nomine et vice dicte religionis et confratrum/ eiusdem, ex una parte et Iacobinam et Margaritam,
sorores et filias quondam magistri Baldrici de Bisonibus de Turi, habitatri/ces Plani Tusculani, ex
altera parte, infrascriptas pecias terre sibi ad indicem permutare. Dederunt igitur dicti frater
Francinus et frater/ Martinus, nomine et vice dicti capituli et conventus, dictis Margarite et
Iacobine unam peciam terre aratoriam, olivatam iacentem in teratorio de Tusc/ulano prope villam
Cortaretii a sero parte dicte ville in forte Cortarecii, cui coheret a mane heredes Bazio pro eclesiis
Sancti Iohanis/ Baptiste, a meridie Iohanes Peterboni pro dictis eclesiis, a monte Cisanus Vigorii, a
sero heredes Ricoli, salvo iure eclesiarum Sancti Iohanis/ Baptiste, Grisantis et Darie, civitatis Brixie.
Et in contracambium et pro contracambio dicte pecie terre dicta Iacobina et Margarita dederunt/
dicto fratri Francino et fratri Martino, recipientibus pro dicta religione et confratribus eiusdem,
unam aliam peciam terre olivatam, costivam, rosivam/ iacentem in dicto teratorio de Tusculano in
contrata ubi dicitur ad Ronchethellos, cui coheret a mane Iohanes Ognabeni Feri, a meridie via, a
sero Macia/surdus pro heredibus Bozie, a monte Baldoini quondam Bertoldi ser Baldoyni de
Pulzano, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo et ordine/ dicti frater Francinus et
frater Martinus et dicta Iacobine et Margarita fecerunt dictam permutationem de dictis pecis terre
sic inter se perm/utatis, ita quod dicti frater Francinus et frater Martinus et confratres dicte
religionis habeant, teneant et possideant dictam peciam terre/ acceptam in comutationem et dicte
Iacobina et Margarita similiter habeant, teneant et possideant dictam peciam terre quam
acceperunt a dictis/ confratribus in comutationem dicte sue pecie terre, cum omnibus et singulis
que intra predictos continentur confines
217

vel alios si qui forent et cum accessi/bus, ingressibus et regressibus suis et cuiuslibet dictarum
peciarum terre usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que quelibet dictarum peciarum
terre/ habet supra se, intra seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu
requisitione alicui dictarum per eum ex illa pecia terre quam/ dedit alteri in comutationem modo
aliquo pertinente seu spectante. Quas quidem pecias terre sic inter sese permutatas dicti
confratres/ et dicte sorores Margarita et Iacobina constituerunt sese possessores dictam peciam
terre quam dedit una pars alteri in comutationem donec quelibet/ pars acciperit tenutam et
corporali possessionem quam accipiendi et retinendi inter sese omnimodam licentiam contulerint
atque pro/mittentes dicti frater Francinus et frater Martinus, nomine et vice dicte religionis, per
sese et confratres dicte religionis, dictis/ Iacobine et Margarite, pro sese et suis heredibus
stipulanti, litem nec controversiam ei nec suis heredibus nec cui dederint ullo tempore non in/fere
nec inferenti consentire de dicta pecia terre sed dictam peciam terre ei et suis heredibus et cui
dederint in toto et in parte ab omni persona et universitate/ legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena dupli extimationis dicte pecie terre cum pro tempore plus valuerit vel fuerit/
meliorata et omnis dampni et dispendi inde dictis Iacobine et Margarite et eorum heredibus
incurentium, obligando ad hoc dicti frater Francinus/ et frater Martinus dictis Iacobine et Margarite
omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. Et dicta Iacobina/ et Margarita stipulatione
promiserunt, per sese et suos heredes, dictis confratribus, stipulantibus et recipientibus nomine et
vice dicte religi/onis et confratrum eiusdem, litem nec controversiam eis nec eorum successoribus
ullo tempore non infere nec inferenti consentire de dicta pecia/ terre in toto nec in parte sed
dictam peciam terre eis et suis successoribus ab omni persona et universitate legiptime defendere,
auctorizare/ et desbrigare, sub pena dupli extimationis dicte pecie terre cum pro tempore plus
valuerit vel fuerit meliorata et omnis/ dampni et dispendi inde dictis confratribus et dicte religioni
vel confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc dictis fratri Francino et/ fratri Martino,
recipientibus pro se et confratribus dicte religionis, omni sua bona presentia et futura pigneri. Et
quia illa pecia terre quam/ dicta Iacobina et Margarita dederunt dictis confratribus in
comutationem illius pecie terre quam acceperunt ab eis, valebat plus quam illa pecia terre quam
dicte femine acceperunt a dictis confratribus quatraginta soldos imperialium bone monete
brixiensis ut ibi ipsi dixerunt et/ apreciaverunt, ideo dicti confratres dederunt dictis Iacobine et
Margarite dictos quatraginta soldos imperialium de propris denariis dicte religionis,/ quos denarios
dicta Iacobina et Margarita confesse et manifeste fuerunt sese recepisse et habuisse pro dicto
melioramento/ dicte pecie terre quam dederunt dictis confratribus. Renuntiando omni exceptioni
non sic verum esse in totum et non date, non recepte pecunie et omni legum auxilio et statutis/
comunis Brixie factis et fiendis et beneficio novorum autenticorum ypoticarum et veliani senatus
consulti de quibus fuerunt per me notarium bene certi/ficate quid sit renunciare predictis. Et quia
dicta Iacobina et Margarita minores erant viginti quinque annis, maiores tam/ quatuordicim ut
dicunt ad Sancta Dei Evanyelia, iuraverunt corporaliter tactis scripturis, sese non venire contra
aliquid in isto contractu con/tentum et quod non dicent nec oponent quod sit decepte in aliqua
quatenus pecunie, ratione minoris etatis aut alia qualibet ratione vel/ causa que dici vel cogitari
possit. Renuntiaverunt predicti confratres et dicte femine non sic facti dicti contractus et non ita
vera esse omnia et singula in/ isto contractu contenta et omni legum auxilio et cetera et specialiter
dicti confratres de certis literis decretalibus et rescriptis Domini Pape et Romane/ Curie. Et inde
sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragesimo
218

primo, indicione nona. Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus,
scripsi.
118
CARTA CONTRACAMBI
1342 Dicembre 26 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave preposito della religione di S. Domenico di Toscolano, ha dato a Iacobo fu frate
Giovanni Riche un appezzamento di terra in contrada Gazolo in Capra di Toscolano, in cambio di un
olivo giacente appezzamento di terra della religione in contrada Mezzacampagna di Toscolano.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta contracambii facti inter confratres religionis Sancti Dominici et Iacobum Iohanini Riche. Die
vigesimo sexto decembris, in Tusculano, in domibus/ religionis Sancti Dominici, presentibus:
Mafezolo quondam Martinelli, fabri de Navacio, Antoniolo quondam Samoelli de Formaga,
ambobus de Gargnano,/ testibus rogatis. Permutacio bone fidei noscitur esse contractus placuit
itaque et bona voluntate convenit inter religiossum virum dominum fratrem/ Michaellum de Navis,
prepositum religionis Sancti Dominici de Tusculano, agentem nomine et vice dicte religionis et
confratrum eiusdem ex una/ parte et Iacobum quondam fratris Iohanis Riche de Plano Tusculano ex
altera parte, infrascriptas res sibi ad invicem permutare dedit igitur dictus/ dominus prepositus, per
se et suos successores et nomine et vice dicte religionis et confratrum eiusedem ac in verbo et
consensu fratris Francini/ de Trovegnanis, presbiteri, fratris Negerboni de Materno, fratris Nicolay
Bosii de Tusculano, fratris/ Benevenuti de Materno, fratris/ Desiderati de Ciis de Salodo, fratris
Bertolini de Brixia, omnium confratrum dicte religionis et ibi presentium et omnibus et singulis
infrascriptis/ consentientium ac indicentium sese esse duas partes et plures capituli dicte religionis
dicto Iacobo unam peciam terre cum/ vite et una olivo iacentem in teratorio de Tusculano in
Campra Plani in contrata Gazoli, cui coheret a mane Bertolameus ser Zani, a meridie/ et a sero
raparia sive dicta religio, a monte Bertolameus fratris Iohanis in parte et in parte via. Et in
contracambium et pro contracambio dicte/ pecie terre dictus Iacobus dedit dicto domino
preposito, recipienti pro se et suis successoribus et confratribus dicte religionis, unam olivum/
quam dictus Iacobus habet in quadam peciam terre dicte religionis iacentem in teratorio de
Tusculano in Plano in contrata ubi dicitur/ ad Mezacampagnam, quam peciam terre Iohanes
Salvagni habet ad livellum a dicta religione et cui pecie terre coheret de supertoto a mane via,/ a
meridie strata comunis Brixie in parte et in parte Peterbonus Bruni, a sero Nicolaus Petri, a monte
heredes Contrini Pilli, salvis aliis coherentiis./ Que pecie terre et que olivus sunt ad alodium. Tali
modo dicti contrahentes fecerunt dictam permutationem inter sese de dictis rebus, ita quod
quelibet/ dictarum partium habeant illam rem quam accepit ab alia in comutationem, cum
omnibus et singulis que quelibet dictarum rerum comutatarum/ habet supra se et cetera. Et cum
omnibus iuribus et actionibus alicui dictarum parcium ex aliqua re data alteri parti in comutationem
modo aliquo/ pertinente seu spectante. Quas quidem res dicte partes constituerunt sese una pars
nomine alterius et altera nomine alterius posidere,/ videlicet quilibet illam rem quam dedit alteri in
comutationem donec quilibet eorum acciperit tenutam et corporalem possessionem de illa re
quam/ accepit ab altero in comutationem quam accipiendi inter sese sibi vicisim omnimodam
licentiam
219

contulerunt et cetera. Promittentes dicti/ contrahentes sibi vicisim, videlicet dictus prepositus dicto
Iacobo et dictus Iacobus dicto preposito, recipienti pro se et dicta religione,/ dictas res sic inter se
permutatas ab omni persona et universitate legiptime defendere, videlicet quilibet eorum illam
peciam terre quam dedit alteri in/ permutationem, sub pena omnis dampni inde alicui predictorum
incurentium, obligando ad hoc sibi vicissim videlicet dictus Ia/cobus dicto domino preposito,
recipienti pro dicta religione, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri et dictus
dominus/ dicto Iacobo omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. Renuntiando predicti non sic facti dicti contractus et non ita vera esse omnia et singula/ in isto
contractu contenta et omni legum auxilio et statutis et cetera. Et inde sum rogatus unum et plura
facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo secundo,
indicione secunda. Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
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CARTA LIVELLI
1344 Febbraio 28 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Richa fu regencio Baldrici un appezzamento di terra con un pero in
contrada Villavetro di Gargnano in cambio di cinque bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LXVII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Richam quondam Regentii, uxorem
Peterboni Iohanis fratris Peterboni de Castro Pelacanorum de Tusculano. Die ultimo/ februarii, in
Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici, presentibus: domino pre Benevenuto, presbitero
eclesie Sancti Petri plebis de Tusculano, Crespino quondam/ Vanini notario, Peterbono notario filli
Zanini de Castro Sancti Michaellis, utroque rogato hanc cartam subscrivere, Bertello filio Pezalde,
omnibus/ de Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiossus dominus frater Michael de Navis, prepositus
religionis Sancti Dominici de Tusculano, verbo et consensu fratris Bene/venuti de Materno, fratris
Gregorini de Brixia, fratris Nicolay de Mesaga de Tusculano, confratrum dicte religionis ibi
presentium et consentientium/ omnibus et singulis infrascriptis per se et nomine et vice capituli et
confratrum dicte religionis, per cartam quam in suis manibus tenebat ad rectum live/llum comunis
Brixie, investivit Richam quondam Regencii Baldrici de Plano Tusculani, uxorem Peterboni filii
Iohanis fratris Peterboni de Castro Pelacano/rum, recipientem verbo et consensu dicti viri sui ibi
presentis et ei ad omnia et singula infrascripta parabolam dantis, de una pecia terre olivata
prativa cum una/ piro iacente in teratorio de Gargnano in contrata de Viaveteri, cui coheret
undique via. Tali modo dictus dominus prepositus, per se et nomine et/ vice dicte religionis et
capituli et conventus eiusdem fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictam Richam,
quatenus ipsa Richa et sui heredes/ et cui dederit habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam
peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat sine contraditione dicti domini prepositi suorumque/
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque/ in vias publicas et cum omnibus et
singulis que (-) dicta pecia terre habet supra se, intra
220

se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, sibi et confratribus/
dicte religionis ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipsa Richa, per
se et suos heredes, dicto domino preposito et suis/ successoribus annuatim in epifania Domini vel
in octava quinque bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensu/ram
de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis. Quo ficto dato et soluto, alia
superimposita non fiant dicte conductori,/ preter quod solvat fictum in duplum in illo et de illo
anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo/ quod, si ipsa aliquo
tempore velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum
vel suos successores/ apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro
duobus soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius/ suum cui voluerit,
preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis
successoribus inde/ habentibus duodecim imperiales pro quibus debeant novum emphiteotam
investire et cetera. Promittens ipsa Richa, per se et suos heredes, dicto domino/ preposito, pro se
et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et
atendere et observare omnia et singula/ in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obligando ad hoc dicto
domino/ preposito, recipienti pro dicta religione, se personaliter et omnia sua bona presentia et
futura pigneri. Et inde dictus dominus prepositus stipulatione promi/sit, per se et confratres dicte
religionis, dicte Riche, pro se et suis heredibus stipulanti, dare dictam peciam terre et dictam
investituram dicte pecie terre ei et/ suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate
legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde/ dicte
Riche et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dictus dominus prepositus dicte Riche omnia
bona dicte religionis presentia et/ futura pigneri. Renuntiando dicta femina omni exceptioni non sic
facti dicti contractus et non ita vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et/ omni
legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis et beneficio novorum autenticorum
ypoticarum et veliani senatus consulti/ de quibus fuit per me notarium bene certificata quid sit
renunciare predictis. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno/ tenore./ Anno
Domini millesimo trecentesimo quatragesimo quarto, indicione duodecima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius et, rogatus, scripsi.
120
CARTA REFUTATIONIS
1344 Maggio 17 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Giovanni fu Ruzeni riceve cinque soldi imperiali da Giovannino fu Benvenuto Gracioti in cambio
della rinuncia ad un appezzamento di terra sito in contrada Comnigono a Toscolano del quale sarà
investito da Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di
S. Eustachio di Brescia, per un moggio di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iohaninum Benevenuti Gracioti de Gayno
de Tusculano. Die decimo septimo madii, in Tusculano, in domibus religionis/ Sancti Dominici de
Tusculano, presentibus: Peterbono filio Iacobi Rochesani de Materno, notario pro secundo notario,
Iohane Bertolini Regencini de Grezenico, France/schino
221

qui dicitur Mugancia quondam Peterzini de Folino, ambobus de Tusculano, omnibus testibus
rogatis. Ibi Iohanes quondam Ruzeni de Pulzano de Tusculano pro quinque/ soldis imperialium quos
confessus et manifestus fuit se recipisse et habuisse a Iohanino quondam Benevenuti Gracioti de
Gaino de Tusculano pro infrascripta refutatione, renunciatione/ omni exceptioni non habitorum
dictorum denariorum et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis, per cartam
quam in suis manibus tenebat, refutavit in/fra manus domini fratris Michaellis de Navis, prepositi
religionis Sancti Dominici de Tusculano, recipientis pro se et nomine et vice confratrum dicte
religionis/ et capituli et conventus eiusdem, omne ius et omne melioramentum quod habet vel
habere poset in quadam pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de Tusculano in
contrata ubi dicitur ad Comnigonos, cui coheret a mane, a meridie et a sero via, a monte heredes
Iohanis ser Iacobi in parte et in parte heredes Petri Bertoli, quam peciam terre dictus Iohanes/
habebat et tenebat ad livellum a dicta religione pro uno modio oley de ficto ut continetur in carta
livelli facta per me notarium infrascriptum, die decimo augusti/ millesimo trecentesimo trigesimo
octavo, indicione sexta. Quam refutationem fecit dictus Iohanes in dictum dominum prepositum ad
hoc ut ipse dominus prepositus inve/stiat Iohanino Benevenuti Gracioti de Gayno de (-) Tusculano
pro infrascripto ficto. Et ibi incontinenti dictus dominus prepositus, verbo et consensu fratris
Franci/ni de Trovegnanis prepositi, fratris Nicolay de Mesaga de Tusculano, fratris Bertolini,
confratrum dicte (-) religionis ibi presentium et consentientium omnibus et singulis/ infrascriptis,
per se et nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per cartam quam in suis
manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, inve/stivit dictum Iohaninum Benevenuti
Gracioti de infrascripta pecia terre. Tali modo dictus dominus prepositus, per se et nomine et vice
dicte religionis et capituli et conventus/ eiusdem, fecit dictam investituram in dictum Iohaninum,
ita quod ipse Iohaninus et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat, gaudeat et
possideat/ dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat sine contraditione dicti domini
prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur
confines/ vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se,/ intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et confratribus dicte religionis ex
dicta pecia terre modo aliquo pertinente/ seu spectante. Solvendo ipse Iohaninus Benevenuti, per
se et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem, annuatim in epifania Domini vel in
octava unum/ modium oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de
Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub/ pena dupli et cetera. Et in eo
salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, (-)
teneatur primo dictum dominum/ prepositum vel suos successores apellare et eis, emere
volentibus, dare pro duobus soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu
me/lioramentum suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde/ habentibus duos soldos imperialium
pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare.
Promittens ipse Iohaninus,/ per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis
successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere/
et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde
dicto domino preposito et suis successoribus incurentium, obligando/ ad hoc dicto domino
preposito, recipienti pro se et dicta religione, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura
pigneri. Insuper dictus dominus prepositus/ stipulatione promisit, per se et suos
222

successores, dicto Iohanino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam
investituram eiusdem ei et suis heredibus et/ cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime
defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto/ Iohanino et
suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Iohanino omnia bona dicte religionis presentia
et futura pigneri. Renuntiando predicti non sic facti dicti/ contractus et non ita
vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et omni legum auxilio et statutis comunis
Brixie factis et fiendis. Et inde sum rogatus/ unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno
Domini millesimo trecentesimo quatragesimo quarto, indicione duodecima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
121
TRANSACTIO
1346 Gennaio 22 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Frate Benvenuto de Materinis, col consenso di frate Francino de Trovegnanis e di alcuni confratelli
della religione di S. Domenico di Toscolano, si è accordato con Gracioto fu Nasimpacis che sopra le
paludi tra Folino e Cabiana nessuno pianti o faccia piantare alberi, se non olivi o viti, entro i confini
delle terre o nelle immediate vicinanze per una misura di sei braccia e se vi fosse una pianta alta sei
braccia dal terreno questa sia solo di olivo o di vite che non possono essere incise nè tagliate, sotto
pena di quaranta soldi imperiali.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LXVIII.
Carta religionis Sancti Dominici et Gracioti Nasimpacis de quibusdam pactis. Die vigesimo secundo
ianuarii, in Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici, presentibus: Iohanino/ quondam ser
Nasimpacis de Tusculano, notario pro secundo notario, Franceschino qui dicitur Dentellus quondam
fratris Antonii de Malosellis, Perino Rubey Carlasarii/, ambobus de Materno, omnibus testibus
rogatis. Ibi frater Benevenutus de Matarinis de Materno, confrater religionis Sancti Dominici de
Tusculano et procurator dicte/ religionis, verbo et consensu domini fratris Francini de Trovegnanis,
presbiteri, fratris Bertolini Gosolli, fratris Martini Revelli, confratrum/ dicte religionis ibi presentium
et omnibus et singulis infrascriptis consentientium, per se et nomine et vice dicte religionis, ex una
parte et Graciotus quondam Nasim/pacis de Cabiana de Tusculano ex altera parte, fecerunt inter
sese infrascripta pacta et conventiones, videlicet quod aliquis eorum non possit nec debeat/ alevare
nec plantare nec plantari facere aliquas arbores nisi olivos vel vites intra confines infrascriptarum
peciarum terre vel prope confines earum ad sex bra/chia ab aliqua parte prope confines inter eos
inter dictas pecias terre et si ex nunc est aliqua arbor quod debeat retondari ita et taliter quod non
sit alta/ supra teram nisi sex brachiis nisi essent olivis vel vitis que non debeant incidi vel devastari
et in quod debeant scorzari ita et taliter quod/ sichentur, preter quam olivi et vites, que pecie terre
sunt hec et iacentes in teratorio de Tusculano in contrata ubi dicitur supra paludes (-) inter Folinum
et Cabia/nam et pecie terre fratrum, coheret a mane et a monte dictus Graciotus, a meridie via, a
sero Benamatus ser Bertolasii, pecie vero terre Gracioti coheret a mane Pas/inus Romani in parte
et in parte Casalinus Casali et in parte Andriolus Pasquetini Petenati, a monte Iohanes ser Mazeti, a
meridie via in parte et in parte/ dicti confratres
223

pro sua pecia terre (-), a sero dicti fratres in parte et in parte Benamatus ser Bertolasii; item dictus
Graciotus non possit plantare nec plantari facere/ aliquam arborem in una alia sua pecia terre
prope via usque ad sex brachia que pecia terre iacet in dicto teratorio in contrata que est sub via
predicta, salvo quod/ ipse possit plantare olivos vel vites, cui coheret a mane Iohanes ser Mazeti, a
meridie, a sero et a monte via, et si aliqua esset quod debeat incidere et taliter scorzare quod
sichetur. Promittentes dicti contrahentes sibi vicissim, videlicet dictus frater Benevenutus, per se et
nomine et vice dicte religionis/ et confratrum eiusdem, dicto Gracioto, pro se et suis heredibus
stipulanti et dictus Graciotus, per se et suos heredes, dicto fratre Benevenuto, recipienti pro se et
nomine et vice/ dicte religionis, predicta pacta et conventiones et omni et singula in isto contractu
contenta perpetuo firma et rata habere et tenere et non contrafacere vel/ venire aliqua ratione vel
causa, sub pena et in pena quatraginta soldorum imperialium inter eos stipulatione promisa que
pena tociens possit exigi per partem/ observantem predicta a parte non observante, quociens
contrafactum fuerit qua pena soluta vel non predicta omnia et singula suprascripta nichilominus/ in
sua firmitate perdurent et omnis dampni et dispendi inde alicui ex predictis incurentium, obligando
ad hoc sibi vicissim, videlicet dictus frater/ Benevenutus dicto Gracioto omnia bona dicte religionis
presentia et futura pigneri et dictus Graciotus dicto fratri Benevenuto, (-) se personaliter et omnia
sua bona/ presentia et futura pigneri. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno
tenore/. Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo sexto, indicione quarta decima. Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
122
EMPTIO
1346 Gennaio 11 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Giovannino fu Giacobini de Zonchareclis ha ceduto a Michele di Nave, preposito della religione di S.
Domenico di Toscolano, un appezzamento di terra in contrada Prata sui monti di Maderno, in
cambio di dodici libre imperiali e quindici soldi imperiali..
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici de una pecia terre prativa iacente in montibus de Materno quam
emit a Iohanino Iacobini de Zonchareclis de Marclino de Materno. Die/ (-) undecimo ianuarii, in
Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Iohane qui dicitur
Cavalinus quondam Cavalli de Viglis/ de Materno, Tomasio filio Michaellis Petri Begnami de Secina,
notario pro secundo notario, Martino de Paytono, habitatore Plani Tusculani,/ omnibus testibus
rogatis. Ibi Iohaninus quondam Iacobini de Zonchareclis de Marclino de Materno iure proprio in
perpetuum videlicet ad mundum purum et ex/peditum alodium dedit, vendidit et tradidit religiosso
viro domino fratri Michaellis de Navis, preposito religionis Sancti Dominici de/ Tusculano, emempti
pro se et nomine et vice dicte religionis et de propris denariis dicte religionis, unam peciam terre
prativam et costivam iacentem in teratorio/ de Materno in montibus in contrata Prate, cui coheret
a mane et a meridie comune de Materno, a sero via, a monte Bersaninus Florioli de Buzathino de
Materno,/ salvis omnibus aliis coherentiis, ad habendum tenendum et possidendum et ad quidquid
sibi et suis successoribus et confratribus dicte religionis et cui dederit/ deinceps placuerit perpetuo
faciendum,
224

cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum
accessibus, ingre/ssibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que
dicta pecia terre et cetera. Hoc autem fecit nominatim dictus pro duodecim/ libris
imperialium et quindicim soldis imperialium monete nunc curentis in Riperia brixiensi quas
confessus et manifestus fuit se recepisse et habuisse a dicto domino prepo/sito, dante et solvente
nomine et vice dicte religionis et de propris denariis dicte religionis. Renuntiando omni exceptioni
non date, non recepte dicte/ pecunie et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et
fiendis. Quam quidem peciam terre dictus venditor se, nomine dicte religionis et confratrum
eiusdem,/ constituit possessorem donec ipsius rei corporalem acciperint possessionem quam
accipiendi et retinendi deinceps ei, recipienti nomine dicte religionis et confratrum/ eiusdem,
omnimodam licentiam contulit atque dedit. Promittens ipse venditor, per se et suos heredes, dicto
domino preposito, pro se et suis successoribus sti/pulanti, litem nec controversiam dicte religioni
vel confratribus eiusdem ullo tempore non infere nec inferenti consentire de dicta pecia terre in
toto nec in parte sed/ dictam peciam terre dicte religioni et confratribus eiusdem ab omni persona
et universitate tam in proprietate quam in possessione legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare,/ sub pena dupli extimationis dicte pecie terre et cetera et omnis dampni et dispendi et
cetera obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione/ et confratribus
eiusdem, se personaliter et omnia sua bone presentia et futura pigneri. Quibus omnibus et singulis
suprascriptis Dominica uxor dicti Iohanini venditoris/ et fillia quondam pre Domini de Materno ibi
presens, verbo et consensu dicti viri sui ei ab omnia et singula infrascripta parabolam dantis,
predicte venditioni,/ traditioni, promisioni, obligationi et omnibus et singulis suprascriptis,
consensit, refutavit et remisit in manibus dicti viri sui venditoris et dicti domini prepositi,/
recipientis pro dicta religione et confratribus siusdem, omne ius omnesque rationes et actiones
reales et personales quod et quas habet vel habere poset in dicta pecia terre sibi obligata vel
ypoticata pro dote vel donatione sua aut pignore generali vel speciali. Anteponens ius dicte
religionis in/ dicta pecia terre. Renuntiando omni exceptiono non sic facte dicte refutationis et non
ita vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et omni legum auxilio et cetera et
beneficio novorum autenticorum ypoticarum et veliani senatus consulti de quibus fuit per me
notarium bene certificata quid sit renunciare predictis./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragesimo sexto, indicione quarta decima. Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano
Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
123
CARTA CREDITUS CUM CESSIONE
1347 Agosto 26 Materno, in eclesia Sancti Andree plebis de Materno.
I fratelli Francesco e Giovanni fu Stefanino Zani de Citernis hanno ceduto al frate Francino de
Trovegnanis ogni loro diritto nei confronti di Bortolomeo detto Zolo e dei suoi eredi, per il
pagamento di due moggi di olio.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano de certis iuribus aquisitis a Francescho et Iohanino,
fratribus et fillis quondam Stefanini Zani de Citernis quondam Zolini de Manerva. Die vigesimo/
sexto augustii, in Materno, in eclesia Sancti Andree plebis de Materno, presentibus:
225

Franceschino filio Nicolay Berete de Secina de Tusculano, (-)/ Nicolino de Cazago, habitatore
Materni, utroque notario et rogato hanc cartam subscrivere, Iohane qui dicitur Revellus quondam
ser Glanini, Bertolino Paste, ambobus/ de Gayno de Tusculano, testibus rogatis. Ibi Franceschus et
Iohanis fratres et filli quondam Stefanini Zani de Citernis de Scovolo et quilibet eorum in solidum
stipulatione/ promiserunt domino fratri Francino, confratre religionis Sancti Dominici de Tusculano,
stipulanti et recipienti nomine et vice dicte religonis et per eum ipsi/ religioni, dare et solvere dicte
religioni et confratribus eiusdem (-) aut suo certo nuntio hinc ad quindicim dies proximos duodecim
libras imperialium,/ undicim soldos imperialium et quatuor imperiales monete nunc curentis in
Riperia brixiensi et reficere dicte religioni omne dampnum et expensas quod et quas/ faciet ultra
dictum terminum pro dictis denariis expensis, credendo omnes expensas in dicto confratrum dicte
religionis sine sacramento et alia probatione./ Et quod non probabunt solutionem, pactum et finem
aut remissionem huius debiti tocius vel partis nisi per hanc cartam atestatam eis redditam,/ incisam
vel per aliam de solutione a bono et ydoneo notario factam in concordio confratrum dicte
religionis, obligando ad hoc dicto fratre Francino, recipienti/ nomine et vice dicte religionis, se
personaliter et omnia sua bona et cuiuslibet eorum presentia et futura pigneri. Hoc autem fecerunt
nominatim dicti debitores/ pro duobus modeys oley quod confessi et manifesti fuerunt sese
recipisse et habuisse a dicto fratre Francino, dante de proprio oleo dicte religionis,/ nomine mercati
illo precio. Renuntiando omni exceptioni non dati non recepti dicti oley et omni legum auxilio et
statutis comunis Brixie factis et fiendis. Et ibi incon/tinenti in solutione et pro solutione dictorum
denariorum dicti Franceschus et Iohaninus dederunt, cesserunt et concesserunt dicto fratre
Francino, recipienti pro dicta reli/gione et confratribus eiusdem, omne ius omnesque rationes et
actiones reales et personales quod et quas/ habent vel habere posent seu eis spectare poterat
contra/ Bertolameum qui dicitur Zolus quondam Boninsegne de Cruce de Manerva et contra eius
heredes et contra eius bona et contra tenentes et possidentes de suis bonis in aliis duo/decim libris
imperialium, undicim soldis imperialium et quatuor imperialis monete predicte, quas dictus
Bertolameus dictus Zolus dare et solvere tenebatur dicto France/scho et Iohanino, tamquam
heredes dicti Stefanini, patris eorum, ut continetur in quibusdam instrumentis, videlicet, primo sex
libras imperialium monete nunc curentes/ in Riperia brixiensi pro uno plaustro vini albi nostrani, ut
continetur in carta debiti facta per Bertolinum ser Azerbi de Puvegnago et subscripta/ per
Benevenutum Petri Chizole de Sancto Felice, notarium, die tercio decimo ianuarii millesimo
trecentesimo quatragesimo quarto, indicione duodecima; item/ quatuor libras imperialium et
sedicim imperiales dicte monete quas dictus Bertolameus qui dicitur Zolus dare et solvere
tenebatur dicto Stefanino pro/ mercato unius modey oley ut continetur in carta dicti debiti facta
per Petrum Sinelli de Manerva, notarium, die sexto decembris millesimo trecente/simo
quatragesimo quarto, indicione duodecima et subscripta per Franceschinum Rambaldini de
Manerva; item triginta sex soldos imperialium dicte/ monete quas dictus Bertolameus dare et
solvere tenebatur dicto Stefanino pro mercato trium galetarum oley ut continetur in carta debiti
facta per/ Petrum Sinelli de Manerva, notarium, die vigesimo sexto madii, millesimo trecentesimo
quatragesimo quarto, indicione duodecima et subscipta/ per Avancinum de Morgnaga de Gardono,
notarium; item quatuordicim soldos imperialium dicte monete quas dictus Bertolameus dare et
solvere tenebatur/ dicto Stefanino ut continetur in quodam instrumento cesionis facto per
Brixianinum de Salganio de Manerva, notarium, die vigesimo quarto/ iulii, millesimo trecentesimo
quatragesimo septimo, indicione quinta decima. Quas denarios dictus Bertolameus dare et solvere
tenebatur/ Iacobino Bonomi de Boyaco pro mercato unius brachii panni blavete, ut continetur in
carta debiti
226

facta per Bertolameum notarium/ quondam Martini de Tusculano, habitatorem Boyachi, die
decimo septimo mensis madii, millesimo trecentesimo quatragesimo quinto, indicione tercia
decima./ Quos quatuordicim soldos imperialium dictus Stefaninus solvit dicto Iacobino de Boyacho,
fideiusorio nomine dicti Bertolamey, ut continetur in instru/mento dicte cesionis superius
nominato. Que omnia instrumenta debiti et cesionis fuerunt ibi visa et lecta a me notario
infrascripto consti/tuendo dictum fratrem Francinum, recipientem nomine et vice dicte religonis,
suum certus nuncium et procuratorem, ponendo eum in ipsis in/ suum locum tamquam in suam
rem propriam. Tali modo dicti Franceschus et Iohaninus fecerunt dictam cesionem et concesionem
in dictum/ fratrem Francinum, recipientem pro dicta religione et confratribus eiusdem, ita quod
dicta religio et confratres et capitulum dicte religionis deinceps/ posit agere et exigere, petere et
recipere dictum debitum et expensas in toto et in parte et cartam solutionis facere unicuique
persone/ solventi dictum debitum et expensas in toto et in parte, quemadmodum dictus
Franceschus et Iohaninus (...) poterunt. Renuntiaverunt predicti Frances/chus et Iohaninus omni
exceptioni non sic facte dicte cessionis et promissionis et non ita vera esse omnia et singula in isto
contractu contenta et omni/ legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis et beneficio
nove constitutionis et epistole divi Adriani, ita quod quilibet eorum in so/lidum teneatur ad
predicta et cetera. Et quia dicti Franceschus et Iohaninus minores erant viginti quinque annis,
maiores tam qua/tuordicim ut dicunt, ad Sancta Dey Evanyelia iuraverunt, tactis scripturis, non
venire contra dictam promissionem, obligationem nec contra/ aliquod in isto contractu contentum,
ratione minoris etatis aut alia qualibet ratione vel causa qua se tueri possent in contrarium./ Anno
Domini millesimo trecentesimo quatragesimo septimo, indicione quinta decima./ Ego Bertolameus
filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius sacri palacii,/ hiis omnibus affuy et, rogatus,
scripsi.
124
EMPTIO
1347 Settembre 27, Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Bortolomeo detto Zolo Boninsegne ha venduto a Francino de Trovegnanis confrate della religione
di S. Domenico di Toscolano un appezzamento di terra in contrada Pratelli di Manerva.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LXVIIII.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano, de una pecia terre iacente in teratorio de Manerva
quam emit a Bertolameo qui dicitur Zolus Bonin/segne de Cruze de Manerva. Die vigesimo septimo
septembris, in Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus:/
Iohanino filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario, magistro Oderico qui dicitur Boyolus,
Dominico filio dicti magistri Oderici, habitatore Plani Tusculani, Bertolameo qui dicitur Betelonus de
Gargnano, omnibus testibus rogatis. Ibi Bertolameus qui dicitur Zolus quondam Boninsegne de
Cr/uce de Manerva, iure proprio in perpetuum videlicet ad mundum purum et expeditum alodium
insolutum, dedit, vendidit et tradidit/ fratri Francino de Trovegnanis, confratri religionis Sancti
Dominici de Tusculano, ementi et recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem,/ unam
peciam terre prativam iacentem in teratorio de Manerva in contrata de Pratellis, cui coheret a
mane via, a meridie
227

heredes Capelini de Salodo, a sero/ Nicolaus et Iacobus Puye, a monte heredes Naconi de Gazanis
in solutione et pro solutione viginti quinque libras imperialium monete nunc curentis/ in Riperia
brixiensi, quas dictus Bertolameus dare et solvere tenebatur confratribus religionis Sancti Dominici
de Tusculano, ut continetur in quibusdam cartis cessio/num iuris plenius continetur, videlicet
duodecim libras imperialium, undecim soldos imperialium et quatuor imperiales, quas dictus
Bertolameus dare tenebatur dicte re/ligioni ut continetur in carta cesionis iuris facta per me
notarium infrascriptum, die vigesimo sexto augustii, millesimo et indicione infrascriptis et
subscripta/ per Franceschinum Nicolay Berte; item sex libras imperialium monete nunc curentis in
Riperia brixiensi, quas dicti confratres religionis predicte debebant/ habere a dicto Bertolameo ut
continetur in carta cesionis facte dictis confratribus per Petrum qui dicitur Rubeus Richeti de
Monticulo de Ma/nerva, quam cartam dicte cesionis fecit Gaforinus de Rubeys de Manerva, die
vigesimo quarto augusti, millesimo et indicione inrascriptis/ ibi visa a me notario infrascripto; item
sex libras imperialium monete predicte quas dictus Bertolameus dare tenebatur dicte religioni/ pro
iusta extimatione duarum somarum frumenti, quas dictus Bertolameus dare tenebatur dicte
religioni ut continetur in carta cessionis/ facta per Gaforinum de Rubeis de Manerva et subscripta
per Franceschinum Rambaldini notarium, die vigesimo quarto augustii, millesimo indicione
infrascripis;/ item novem soldos imperialium et octo imperiales pro expensis factis per dictos
confratres dicte religionis nomine dicti Bertolamey ut dictus Bertolameus ibi/ confessus fuit et quos
denarios predictus Bertolameus tenebatur predicte religioni ut in dictis cartis plenius
continetur. Tali modo dictus Barto/lameus fecit dictam dationem, venditionem et in solutione
dationem dicto fratri Francino, recipienti pro dicta religione et capitulo et conventu eiusdem,/ ita
quod dicta religio, confratres et capitulum eiusdem habeant, teneant, gaudeant et possideant
dictam peciam terre et de ea quidquid voluerint faciant/ sine contraditione dicti Bertolamey aut
alterius persone, cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum/ accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et
singulis iuribus sibi ex dicta pecia terre pertinentibus./ Hoc autem fecit nominatim dictus
Bertolameus pro dictis viginti quinque libris imperialium, quas dictus Bertolameus tenebatur dare/
dicte religioni ut in cartis cesionum superius niminatis plenius continetur. Que instrumenta
cessionum remanent penes confratres dicte religionis sana et integra per pactum inter eos factum,
quatenus ex eis eiusdem dationis insolutum pateat/ ut per illa et cum illis dicta religio, capitulum et
confratres eiusdem dictam peciam terre defendere posit contra omnes creditores ipsi Barto/lamey
si qui pro tempore aliqui aperent, aperuerint et non ut ex eis ulterius fiat exactionem debitorum
nisi in casu ementionis dicte pecie/ terre si sequeretur de ipsa vel de parte pro rata volens et
mandans dictus frater Francinus, nomine dicte religionis, ex nunc omne casa/ et nullius valoris
atque momenti et habita in eficacia et canzelata in omnibus aliis casibus, preterquam in predictis.
Quam/ quidem peciam terre dictus Bartolameus se, dicte religionis et confratrum et capituli et
conventus eiusdem nomine, constituit possessorem donec ipsius rey/ dicta religio et capitulum et
confratres eiusdem acciperint tenutam et corporalem possesionem quam accipiendi et retinendi
deinceps dictus Bertolameus/ dicto fratre Franzino, recipienti nomine quo ut supra, omnimodam
licentiam contulit atque dedit. Promittens ipse Bertolameus, per se et suos/ heredes, dicto fratre
Franzino, pro se et dicta religione et confratribus eiusdem stipulanti, litem nec controversiam dicte
religioni aut confratribus eiusdem ullo/ tempore non infere nec inferenti consentire de dicta pecia
terre in toto nec in parte sed dictam peciam terre dicte religioni et confratribus eiusdem/ ab omni
persona et universitate tam in proprietate quam in possessione legiptime
228

defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena dupli extim/ationis dicte pecie terre cum pro
tempore plus valuerit vel fuerit meliorata et omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et
confratribus/ eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto Francino, recipienti pro dicta religione,
se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri./ Anno Domini millesimo
trecentesimo quatragesimo septimo, indicione quinta decima./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
125
EMPTIO
1347 Settembre 11 Salò, in domo habitationis Franceschini de Presegis.
Benevenuto detto Mantello vende a frate Nicola di Toscolano, confrate della religione di San
Domenico di Toscolano, un appezzamento di terra in contrada Pratelli a Manerba per trenta libre
imperiali. Bona fu Romanino Baruselli, moglie del venditore, rinuncia ai propri diritti sulla terra in
favore della religione.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici de una pecia terre iacente in teratorio de Manerva in contrata de
Pratellis quam emit a Benevenuto qui dicitur Mantellus. Die undecimo setembris, in Salodo,/ in
Burgo, in domo habitationis Franceschini de Presegis, habitatoris dicti Burgi de Salodo, presentibus:
Bertolino quondam Pelegrini de Gardono, notario, Girardino de Ciis de Salodo,/ notario utroque
rogato hanc cartam subscrivere, Federico et Otino fratribus et filiis quondam Uberti de Cruce de
Manerva, omnibus testibus rogatis. Ibi Benevenutus qui dicitur/ Mantellus filius Iohanini domini
Pasini de Rubeys de Manerva, verbo et consensu dicti patris sui ibi presentis et ei ad omnia et
singula infrascripta parabolam dantis,/ iure proprio in perpetuum videlicet ad mundum purum et
expeditum alodium, dedit, vendidit et tradidit fratri Nicolao de Tusculano, confratre religionis/
Sancti Dominici de Tusculano, ementi nomine et vice dicte religionis et de propris denariis dicte
religionis et capituli et conventus eiusdem, unam peciam terre aratoriam, olivatam iacentem in
tera/torio de Manerva in contrata de Pratellis, cui coheret a mane Iacobus Puye, a meridie et a sero
Mocha de Salodo, a monte Benevenutus Bonnoti, salvis omnibus aliis coherentiis,/ ad habendum,
tenendum et possidendum et ad quidquid sibi et confratribus dicte religionis deinceps placuerit
perpetuo faciendum, cum omnibus et singulis que intra predictos/ continentur confines vel alios si
qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus
et singulis que dicta/ pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure
et actione, usu seu requisitione sibi ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante./ Hoc
autem fecit nominatim dictus venditor (-) pro triginta libris imperialium monete nunc curentis in
Riperia brixiensi, quas confessus et manifestus fuit/ se recipisse et habuisse a dicto fratre Nicolao,
dante et solvente nomine et vice dicte religionis et de propris denariis dicte religionis. Renuntiando
omni exceptioni non date,/ non recepte et non bene numerate dicte pecunie et omni legum auxilio
et statutis comunis Brixie factis et fiendis. Quam quidem peciam terre dictus venditor se dicte
relig/ionis et capituli eiusdem nomine constituit possessorem donec ipsius rey corporalem acciperit
possesionem quam accipiendi et retinendi deinceps ei, recipienti nomine et vice dicte/ religionis,
omnimodam licentiam contulit atque dedit. Promittens ipse venditor, per se et suos heredes, dicto
fratre Nicolao, pro
229

se et suis confratribus/ dicte religionis stipulanti, litem nec controversiam ei nec confratribus dicte
religionis ullo tempore non infere nec inferenti consentire de dicta pecia terre in toto/ nec in parte
sed dictam peciam terre ei et (-) confratribus dicte religionis ab omni persona et universitate
legiptime defendere, auctorizare/ et desbrigare, sub pena dupli extimationis dicte pecie terre cum
pro tempore plus valuerit vel fuerit meliorata et omnis dampni et dispendi et inde dicto/ fratri
Nicolao et confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto fratre Nicolao,
recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et/ omnia sua bona presentia
et futura pigneri. Insuper dictus venditor stipulatione promisit, per se et suos heredes, dicto fratri
Nicolao, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem,/ (-) se facturum et curaturum quod
domina Bona, uxor dicti venditoris et filia quondam Romanini/ Baruselli de Manerva, refutabit et
renunciabit confratribus dicte religionis aut alteri persone, recipienti pro dicta religione, omnibus et
singulis iuribus, actionibus/ si que habet vel habere posset in dicta pecia terre aliqua dicta. Et quod
renuntiabit omnibus iuribus et legum auxilio et maxime beneficio novorum autenticorum
ypoticarum/ et veliani senatus consulti et cetera et omnibus aliis suis iuribus./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragesimo septimo, indicione quinta decima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
126
CARTA REFUTATIONIS
1347 Settembre 29 Manerva in Villa de Solorollo, in curtivio heredis quondam Romanini Baruselli.
Bona fu Romanino Baruselli, moglie di Benevenuto detto Mantello, ha rifiutato ogni diritto
sull'appezzamento di terra sito in contrada Pratelli di Manerva a favore della religione di San
Domenico di Toscolano.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici sicut Bona uxor Benevenuti qui dicitur Mantellus refutavit omne ius
quod ipsa habere posset in suprascripta pecia terre. Die penultimo setembris, in ter/atorio de
Manerva in Villa de Solorollo, in curtivio heredis quondam Romanini Baruselli, presentibus:
Gaforino quondam domini Pasini de Rubeys, notario pro secundo notario,/ Bertolameo qui dicitur
Zolus quondam Boninsegne de Cruce, Bernardo quondam Framondini, omnibus de Manerva,
testibus rogatis. Ibi domina Bona quondam Romanini Baruselli de Maner/va et uxor (-) Benevenuti
qui dicitur Mantellus de dicto loco, verbo et consensu dicti viri sui ibi presentis et ei ad omnia et
singula infrascripta parabolam dantis,/ refutavit et remisit in manibus fratris Nicolay, confratris
religionis Sancti Dominici de Tusculano, recipientis nomine et vice dicte religionis et confratrum/
eiusdem, omne ius omnesque rationes et actiones reales et personales quod et quas habet vel
habere posset in quadam pecia terre iacente in teratorio de Manerva in contrata/ de Pratellis, cui
coheret a mane Iacobus Puye, a meridie et a sero Mocha de Salodo, a monte Benevenutus Bonnoti,
salvis omnibus aliis coherentiis sibi ypoticata/ vel obligata pro dote vel donatione sua aut pignore
generali aut alia qualibet ratione vel causa et quod anteponens ius confratrum dicte reli/gionis
omnibus suis iuribus. Renuntiando omni exceptioni non sic facte dicte (-) refutationis et non ita
vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et/ omni legum auxilio et statutis comunis
Brixie factis et fiendis et beneficio novorum autenticorum ypoticarum et veliani senatus consulti
230

de quibus/ fuit per me notarium bene certificata quid sit renunciare predictis./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragesimo septimo, indicione quinta decima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
127
EMPTIO
1347 Settembre 25 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano.
Pinamonte detto Pontello fu Bonaventura ha venduto per ventotto libre imperiali a Francino de
Trovegnanis, confratello della religione di San Domenico di Toscolano, la metà di un appezzamento
di terra in contrada Brayda a Manerba.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LXX.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano de una pecia terre iacente in teratorio de Manerva
quam emit a Pontello. Die vigesimo quinto setembris, in Tu/sculano, in domibus religionis Sancti
Dominici de Tusculano, presentibus: Alesiolo filio Iohanis Salvagni, notario pro secundo notario, de
Plano Tusculani,/ Tosirollo de Turi, habitatore Materni, Franceschino quondam Antonii de Materno,
testibus rogatis. Ibi Pinamontus qui dicitur Pontellus quondam domini Bona/venture de Rivoltella,
iure proprio in perpetuum videlicet ad mundum purum et expeditum alodium, dedit, vendidit et
tradidit fratri Francino de/ Trovegnanis, confratri religionis Sancti Dominici de Tusculno, ementi
nomine et vice dicte religionis et per eum dicte religioni et capitulo et conventui/ eiusdem,
medietatem unius pecie terre secundum quod terminata est a meridie parte aratorie, olivate,
prative et vidate iacentis in teratorio de Manerva in contrata ubi dicitur in Brayda,/ cui coheret a
mane Mocha Zordani de Salodo in parte et in parte Pedezoche de Brixia, a meridie et a sero
heredes Rambaldini de Manerva, a monte dictus venditor, salvis omnibus aliis/ coherentiis, ad
habendum, (-) possidendum et tenendum et ad quidquid sibi et confratribus dicte religionis
deinceps placuerit perpetuo faciendum, cum omnibus et singulis que intra predictos/ continentur
confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas/ et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra/ se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi ex dicta medietate dicte pecie terre
modo aliquo pertinente seu spectante. Hoc autem/ fecit nominatim dictus venditor pro viginti octo
libris imperialium (-) et decem soldis imperialium monete nunc curentis in Riperia brixiensi, quas
confessus et manifestus fuit/ se recipisse et habuisse a dicto fratre Francino, dante et solvente
nomine et vice dicte religionis et de propris denariis dicte religionis. Renuntiando omni exceptioni/
non date, non recepte dicte pecunie et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et
fiendis. Quam quidem peciam terre dictus venditor se, dicte religionis et confratrum/ eiusdem
nomine, constituit possessorem donec confratres dicte religionis acciperint tenutam et corporalem
possesionem dicte pecie terre quam accipiendi et retinendi dictus venditor/ dicto fratre Francino,
recipienti nomine quo ut supra, omnimodam licentiam contulit atque dedit. Promittens ipse
venditor, per se et suos heredes, dicto fratre Fran/cino, recipienti pro dicta religione et confratribus
231

eiusdem, litem nec controversiam ei nec confratribus dicte religionis ullo tempore non infere nec
inferenti consentire/ de dicta medietate dicte pecie terre sed dictam medietatem dicte pecie terre
dictis confratribus dicte religionis et capitulo et conventui eiusdem ab omni persona et
univer/sitate tam in proprietate quam in possessione legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena dupli extimationis dicte medietate dicte pecie terre cum 70
/ quantum est, pro
se et suo facto et alter modo videlicet si apereret eum vendidisse, obligavisse vel alienavisse et
aliter modo sub pena omnis dampni et dispendi inde/ confratribus dicte religionis incurentium,
obligando ad hoc dictus Pinamontus venditor dicto fratre Francino, recipienti pro dicta religione et
confratribus eiusdem, se personaliter et omnia/ sua bona presentia et futura pigneri./Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragesimo septimo, indicione quinta decima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
128
EMPTIO
1347 Settembre 29 Manerva in Villa de Solarolo, in curtivio heredis Romanini Baruselli.
Bernardo fu Framondini ha ceduto ogni suo diritto e venduto per quaranta soldi imperiali a Nicola,
confratello della religione di San Domenico di Toscolano, un appezzamento di terra in contrada
Brede a Manerba. La moglie Stefanina fu Romanini Baruselli, ha rinunciato a sua volta a tutti i suoi
diritti territoriali in favore della religione di San Domenico. Framondino, fratello di Bernardo,
testimonia dell'esistenza del diritto di prendere acqua per irrigare l'appezzamento di terra appena
venduto dalla fonte esistente in un terreno limitrofo, venduto tempo addietro da Framondino a
Pinamonte detto Pontello.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici sicut Bernardus et Framondinus Framondini de Manerva
refutaverunt ius quod habent in suprascripta pecia terre. Die penultimo setembriis, in Manerva,/ in
villa de Solarolo, in curtivio heredums Romanini Baruselli, presentibus: Gaforino quondam ser
Pasini de Rubeis, notario pro secundo notario, Pecino quondam Moschete, Bertola/meo qui dicitur
Zolus quondam Boninsegne de Cruze, Framondino quondam Framondini, omnibus de Manerva,
testibus rogatis. Ibi Bernardus quondam Framondini de Manerva/ ad (-) alodium in perpetuum
dedit, vendidit et tradidit, cesit et concessit fratri Nicolao, (-) confratri religionis Sancti Dominici de
Tusculano, ementi/ nomine et vice dicte religionis et per eum dicte religioni, omne ius omnesque
rationes et actiones reales et personales quod et quas habet vel habere posset/ in una pecia terre
aratoria, olivata, vidata et prativa iacente in teratorio de Manerva in contrata Brayde, cui coheret a
mane Mocha de Salodo in parte et in/ parte Pedezoche de Brixia, a meridie et a sero heredes
Rambaldini de Manerva, a monte Pinamontus qui dicitur Pontellus de Rivoltella, salvis aliis
coherentiis. Tali/ modo quod dicti confratres dicte religionis et capitulum et conventus eiusdem
habeant, teneant, gaudeant et possideant dictam peciam terre sine contraditione dicti Bernardi,
cum/ omnibus et singulis que intra predictos continentur confines et cetera, et cum omnibus
iuribus et cetera. Hoc autem fecit nominatim dictus Bernardus pro quatraginta soldis imperialium
mo/nete nunc curentis in Riperia
70
Da "sub" a "cum" il testo è sottolineato con un tratteggio.
232

ixiensi, quas confessus et manifestus fuit se recepisse et habuisse a dicto fratre Nicolao, dante et
solvente nomine et vice et de propriis denariis/ dicte religionis. Renuntiando omni exceptioni non
date, non recepte, dicte pecunie et omni legum auxilio et cetera. Quam quidem peciam terre dictus
Bernardus constituit se possessorem, nomine/ dicte religionis donec ipsius rey corporalem acciperit
et cetera. Promittens ipse Bernardus, per se et suos heredes, dicto fratre Nicolao, recipienti pro
dicta religione/ et confratribus eiusdem, dictam peciam terre ei defendere ab omni contradicenti
persona, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus eiusdem
incurentium,/ obligando ad hoc dictus Bernardus dicto fratre Nicolao, recipienti pro dicta religione,
se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper domina/ Stefanina quondam
Romanini Baruselli de Manerva et uxor dicti Bernardi venditoris, ibi presens, verbo et consensu dicti
viri sui, ei ad omnia et singula/ infrascripta parabolam dantis, predicte venditioni cesioni et
concesioni et omnibus et singulis suprascriptis consensit, refutavit et remisit in manibus dicti viri/
sui venditoris et dicti fratris Nicolay, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, omne ius
omnesque rationes et actiones reales et personales/ quod et quas habet vel habere posset in dicta
pecia terre aliqua de causa, de iure vel de facto, anteponens ius dicte religionis omnibus suis iuribus
si que habet vel habere posset in dicta pecia terre quod non credit. Renuntiando omni exceptioni
non sic facte dicte refutationis et non ita vera esse omnia et singula in isto contractu contenta/ et
omni legum auxilio et cetera, et beneficio novorum autenticorum ypoticarum et veliani senatus
consulti de quibus fuit per me notarium bene certificata quid sit/ renunciare predictis. Et quia dicta
domina Stefanina minor erat viginti quinque annis, maior tam quatordecim ut dicitur, ad Sancta
Dey Evanyelia/ iuravit, corporaliter tactis scripturis, non venire contra dictam refutationem nec
contra aliquid in isto contractu contentum, ratione minoris etatis aut alia/ qualibet ratione vel
causa qua se tueri posset. Insuper dictus Framondinus, testes suprascriptus, dixit et confessus fuit
quod tempore quo dictus Bernardus dimisit dictam peciam terre/ cum illa pecia terre que est a
monte parte dicte pecie terre quam possidet Pinamontus qui dicitur Pontellus et quam peciam
terre dictus Framondinus vendidit dicto Pinamonto, ut dicitur contineri in carta venditionis/, factum
fuit pactum inter eos quod dictus Bernardus sive illa persona cui daret vel venderet dictam peciam
terre, posset accipere et reducere de aqua fontis qui est in illa pecia terre dicti/ Pontelli que tunc
erat dictorum fratrum Bernardi et Framondini, causa aquandi dictam peciam terre et pratum
eiusdem, secundum quod in dicto fonte esset de aqua, ita quod posset ac/cipere medietatem aque
dicti fontis. Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo septimo, indicione quinta decima.
129
EMPTIO
1347 Settembre 29 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Bertolino detto Rubeo fu Giovanni ha venduto per sei libre imperiali a Francino de Trovegnanis,
confratello della religione di San Domenico, quattro appezzamenti di terra nelle contrade Piseneris
e Busche di Manerba.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano, de quattuor peciis terre iacentibus in teratorio de
Manerva, quas emit a Rubeo Nicolini de
233

Manerva. Die ultimo setembris, in/ Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano,
presentibus: Bono quondam fratris Iohanis de Tusculano, notario pro secundo notario, Federico
quondam Uberti/ de Manerva, Bertolameo qui dicitur Zolus quondam Boninsegne de Cruce de
Manerva, testibus rogatis. Ibi Bertolinus qui dicitur Rubeus quondam Iohanis ser Bonomi/ de
Manerva, iure proprio in perpetuum videlicet ad mundum purum et expeditum alodium dedit,
vendidit et tradidit fratri Francino de Trove/gnanis, confratre religionis Sancti Dominici de
Tusculano, ementi nomine et vice dicte religionis et confratrum eiusdem et de propris denariis
dicte religionis, infrascriptas/ pecias terre iacentes in teratorio de Manerva in infrascriptis contratis:
prima est aratoria et olivata et iacet in dicto teratorio in contrata de Piseneris, cui coheret a mane/
Iohanes fratris Veturini, a meridie via, a sero Bonfacinus de Manerva in parte
Bertonus Aputeo, a monte Guardinus Mosnere; secunda pecia terre est olivata/ et aratoria et iacet
in dicta contrata et teratorio cui coheret a meridie Bonfacinus de Manerva, a mane Nothaiolus de
Sabio, a sero via, a monte Bertola/meus domini Bachini: tercia pecia terre est olivata et aratoria et
iacet in dicto teratorio et contrata, cui coheret a mane Iacobus Puye, a meridie heredes Nicoli/ni
Rubey, a sero via, a monte Bertolameus domini Bachini: quarta pecia terre est aratoria et olivata et
iacet in dicto teratorio in contrata Busche, cui/ coheret a mane heredes Delayti Brancarelli, a
meridie Iohanes Nigri de Puteo, a sero via, a monte Chichinus Rambaldini de Manerva, salvis/
omnibus aliis coherentiis. Ad habendum, tenendum et possidendum et ad quidquid dicte religioni
et confratribus eiusdem deinceps placuerit perpetuo faciendum, cum omnibus/ et singulis que intra
predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus
suis usque in vias publicas, et cum/ omnibus et singulis que dicte pecie terre et quelibet earum
habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione
sibi/ ex dictis pecis terre modo aliquo pertinente seu spectante. Hoc autem fecit nominatim dictus
venditor pro nonaginta sex libris imperialium et decem soldis/ imperialium monete nunc curentis in
Riperia brixiensi, quas confessus et manifestus fuit se recepisse ibi presentialiter in denariis
numeratis in presentia dictorum te/stium. Renuntiando omni exceptioni non date, non recepte et
non bene mensurate dictorum denariorum et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et
fiendis./ Quam quidem peciam terre dictus venditor se, dicte religionis et confratrum eiusdem
nomine, constituit posidentem donec confratres eiusdem acciperint tenutam et corpora/lem
acciperint possesionem de dictis pecis terre quam accipiendi et retinendi dictus Bertolinus venditor
dicto fratri Francino, recipienti pro dicta reli/gione et confratribus eiusdem sua auctoritate,
omnimodam licentiam contulit atque dedit. Promittens ipse venditor, per se et suos/ heredes, dicto
fratre Francino, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, litem nec controversiam
dicte religioni vel confratribus eiusdem ullo/ tempore non infere nec inferenti consentire de dictis
pecis terre nec aliqua earum in toto nec in parte sed dictas pecias terre dicte religioni et
confratribus/ eiusdem ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena dupli extimationis illius pecie terre de qualis/ moventur et omnis dampni et
dispendi inde dicte religionis et confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto fratre
Francino, re/cipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem et per eum dicte religioni et
confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura/ pigneri./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragesimo septimo, indicione quinta decima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
234

130
EMPTIO
1347 Novembre 7 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Meyerata fu Giovannino Zordani vedova Francino Pelegrini ed il figlio Bertolino, tutori di Giacobino,
Giovannino, Bonafemina e Anantis, come riportato dal testamento del marito, hanno venduto per
venticinque libre imperiali a Francino , confratello della religione di S. Domenico,
due appezzamenti di terra in contrada Pernige di Gardone.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano de duabus pecis terre iacentibus in teratorio de
Gardono quas emit ab herede Francini Pelegrini de Gardono. Die septimo/ novembris, in Tusculano,
in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: domino Iohane de Boxellis de
Tusculano, Delayto qui dicitur Scolarius de/ Morgnaga de Gardono, notario pro secundo notario,
magistro Iohane de Bisonibus, medico habitatore Tusculani, Bono de Supiana de Gardono, Iohanino
filio/ Iohanis Salvagni de Tusculano, notario pro secundo notario, omnibus testibus rogatis. Ibi
domina Meyerata quondam Iohanini Zordani de Salodo et uxor quondam Francini Pelegrini de
Gardono et Bertolinus quondam dicti Pelegrini de Gardono, tutores Iacobini et Iohanini fratrum et
filiorum quondam dicti Francini Pelegrini,/ et Bonafemine et Anantis filiarum quondam dicti
Francini, ut dicitur, contineri in testamento dicti Francini, scripto per suprascriptum Delaytum qui
dicitur Scola/rius, nomine et vice dictorum Iohanini et Iacobini pupilorum, iure proprio in
perpetuum videlicet ad mundum purum et expeditum alodium/ dederunt, vendiderunt et
tradiderunt fratri Francino, presbitero et confratre religionis Sancti Dominici de Tusculano, ementi
nomine et vice dicte/ religionis et de propris denariis dicte religionis, infrascriptas pecias terre
iacentes in teratorio de Gardono in infrascripta contrata: prima est aratoria et olivata/ et iacet in
dicto teratorio in contrata Pernige, cui coheret a mane et a meridie heredes Lioni sive Contrinus
Zivete, a sero Bonus quondam Contri de Morgnaga, a monte/ dominus Federicus de Cataneys de
Salodo; secunda pecia terra iacet in dicto teratorio et contrata quasi ibi prope et est aratoria et
olivata, cui coheret (-) a mane/ et a monte dicta religio Sancti Dominici, a meridie dictus dominus
Federicus de Cataneis, a sero heredes Locheti Cazete sive Picardus Lumbarde/ de Salodo, salvis
omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo et ordine dicta domina Meyerata et Bertolinus,
nomine et vice dictorum pupilorum,/ fecerunt dictam dationem, venditionem et traditionem
dictarum peciarum terre in dictum fratrem Francinum, recipientam nomine et vice dicta religionis
et capituli/ et conventus eiusdem, ita quod dicta religio capitulum et conventus eiusdem habeat,
teneat et possideat dictas pecias terre et de eis quidquid volu/erit faciat sine contraditione
dictorum Iohanini et Iacobine suorumque heredum, cum omnibus et singulis que intra predictos
continentur confines vel alios/
.LXXI.
si qui forent, et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum
omnibus et singulis que dicte pecie terre et quelibet/ eorum habet supra se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione dictis Iacobino et Iohanino ex/ dictis
pecis terre modo aliquo pertinente seu spectante. Hoc autem fecit nominatim dicti domina
Meyerata et Bertolinus pro viginti quinque libris imperialium monete/ nunc curentis in Riperia
brixiensi, quas confessi et manifesti fuerunt sese recipisse et habuisse a dicto fratre Francino, dante
235

et solvente nomine/ et vice dicte religionis et de propris denaris dicte religionis. Renuntiando omni
exceptioni non date, non recepte et non bene mensurate dicte pecunie et omni/legum auxilio et
statutis comunis Brixie factis et fiendis. Quas quidem pecias terre dicta domina Meyerata et dictus
Bertolinus, nomine dictorum pupilorum, sese pro/ confratribus dicte religionis constituerunt
possessores donec confratres dicte religionis acciperint tenutam et corporalem possesionem
dictarum peciarum terre quas accipiendi/ et retinendi dicta domina Meyerata et dictus Bertolinus,
nomine dictorum Iacobini et Iohanini, dicto fratre Francino, recipienti pro dicta religione/ et
confratribus eiusdem, omnimodam licentiam contulerunt atque dederunt. Promittentes dicta
domina Meyerata et dictus Bertolinus, nomine et vice/ dictorum Iohanini et Iacobini, per eos et
eorum heredes, dicto fratre Francini, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, litem
nec controversiam/ dicte religioni vel confratribus eiusdem ullo tempore non infere nec inferenti
consentire de dictis pecis terre in toto nec in parte, sed dictas pecias terre et quam/libet eorum ab
omni persona et universitate tam in proprietate quam in possesione legiptime defendere,
auctorizare et desbrigare dictas pecias terre ab omni contradicen/ti persona, sub pena dupli
extimationis dictarum peciarum terre cum pro tempore plus valuerit vel fuerit meliorate et omnis
dampni et dispendi/ inde confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto fratre
Francino, recipienti nomine quo ut supra, dictos Iohaninum et Ioacobinum perso/naliter et omnia
eorum et cuiuslibet eorum bona presentia et futura pigneri. Insuper dicta domina Meyerata et
Bertolinus et quilibet eorum in soli/dum stipulatione promiserunt, per sese et suos heredes, dicto
Francino, recipienti pro dicta religioni et confratribus eiusdem, sese facturos et cura/turos omni
ocasione remota quod dictus Iohaninus et Iacobinus cum fuerint quatuordicim annorum
confirmabunt, aprobabunt et ratifi/cabunt dictam venditionem et traditionem dictarum peciarum
terre et dictam promisionem, obligationem et renunciationem et quod promittent confratribus
dicte religionis/ eis defendere dictas pecias terre ab omni contradicenti persona et quod
obligaverunt se personaliter et omnia sua bona et cuiuslibet eorum dictis confratribus dicte/
religionis ad defensionem et pro defensione dictarum peciarum terre et quod iurabunt ad Sancta
Dey Evanyelia, corporaliter tactis scripturis, habere firmam/ dictam venditionem, promissionem,
obligationem et omnia et singula in isto contractu contenta et quod confitebunt et dicent sese
habuisse per eum quo vendite sunt/ pecie terre et esse conversum in suam utilitatem et quod
facent omnes promisiones, obligationes et renunciationes utilles et necessarias ad defensionem/ et
pro defensione dictarum peciarum terre, sub pena omnis dampni et dispendi inde confratribus
dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicta domina Meyerata/ et dictus Bertolinus dicto
fratre Francino, recipienti pro dicta religioni et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia
eorum bona et cuiuslibet eorum presentia et futura/ pigneri. Renuntiando
predicti non sic facte dicte promisionis, obligationis et non ite vera esse omnia et singula in isto
contractu contenta et omni legum auxilio et statutis/ comunis Brixie factis et fiendis et beneficio
nove constitutionis et epistole Divi Adriani, ita quod quilibet eorum in solidum teneat ad predicta./
Insuper dicta domina Meyerata renuntiavit beneficio novorum autenticorum ypoticarum et veliani
senatus consulti, de quibus fuit per me notarium/ bene certificata quid sit renunciare predictis./
Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo septimo, indicione quinta decima./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius, scripsi.
236

131
EMPTIO
1348 Febbraio 13 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Bonaventura fu Zoveni ha venduto a Michele di Nave, preposito della religione delle chiese di San
Domenico di Toscolano e di Sant' Eustacchio delle Chiusure di Brescia, un appezzamento di terra in
contrada Pernige a Gardone Riviera per venti libre imperiali e quindici soldi imperiali.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano, de una pecia terre quam emit a Bonaventura Zoveni
de Gardono. Die tercio decimo februarii, in Tusculano, in domibus relig/ionis Sancti Dominici,
presentibus: Bono quondam Gracioli de Supiana de Gardono, Iohanino filio Iohanis Salvagni de
Plano Tusculani, notario pro secundo notario,/ Galvagno quondam magistri Baldrici, medici
habitatore Tusculani, omnibus testibus rogatis. Ibi Bonaventura quondam Zovegni de Gardono, iure
proprio in per/petuum videlicet ad mundum purum et expeditum alodium, dedit, vendidit et
tradidit religiosso viro domino fratri Michaelli de Na/vis, preposito religionis eclesiarum sanctorum
Dominici de Tusculano (-) et Eusctachi de Clausuris Brixie, ementi pro se et dictis eclesiis et
confratri/bus et capitulo et conventu earumdem et de propris denariis dicte religionis, unam
peciam terre aratoriam, olivatam iacentem in teratorio de Gardono in contrata/ Pernige, cui
coheret a mane Bocazinus Belone in parte et in parte heres Daye, a meridie dictus Bocazinus in
parte et in parte dicta heres Daye, a sero/ Girardus Iohanini Zordani de Salodo, a monte Rubeus de
Coyo pro uxore, habitator Salodi in parte et in parte dictus Bocazinus et in parte Petrus Ber/tozii,
salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Ad habendum, tenendum et possidendum et ad
quidquid dicto domino preposito et confratribus dicte re/ligionis deinceps placuerit perpetuo
faciendum, cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent/
et cum accessibus, ingressibus et cetera, et cum omnibus et singulis iuribus et cetera./ Hoc autem
fecit nominatim dictus venditor pro viginti/ libris imperialium et quindecim soldis imperialium
monete nunc curentis in Riperia brixiensi, quos denarios dictus venditor confessus et manifestus
fuit/ se recipisse (-) et habuisse a dicto domino preposito, dante et solvente nomine et vice dicte
religionis et de propris denaris dicte religionis. Renuntiando omni/ exceptioni non date, non
recepte dicte pecunie et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis. Quam
quidem peciam terre dictus venditor se, dicte religionis/ et confratribus eiusdem nomine, constituit
possessorem donec ipsius rey dicta religio et (-) confratres eiusdem acciperint tenutam et
corporalem possesionem quam accipiendi et retinendi/ dictus venditor dicto domino preposito,
recipienti nomine quo ut supra, sua auctoritate, omnimodam licentiam contulit atque dedit.
Promittens ipse ven/ditor, per se et suos heredes, dicto domino preposito, recipienti pro dicta
religione et confratribus eiusdem, litem nec controversiam ei nec confratribus dicte religionis vel
cui/ dederint (-) ullo tempore non infere nec inferenti consentire de dicta pecia terre in toto nec in
parte sed dictam peciam terre dicte religioni et confratribus eiusdem ab omni/ persona et
universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena dupli extimationis dicte pecie
terre cum pro tempore plus valuerit vel fu/erit meliorata et omnis dampni et dispendi inde dicto
preposito et confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto preposito, recipienti/
pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura
pigneri. Renuntiando omni exceptioni non sic facte dicte venditionis, promisionis,/ obligationis et
non ita vera esse omnia et singula in isto contractu
237

contenta et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis./ Anno Domini millesimo
trecentesimo quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de
Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
132
CARTA CESSIONIS
1348 Marzo 5 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Pietro detto Puya fu Bocasante in cambio di nove plaustri di vino bianco solano ha ceduto a
Michele di Nave, preposito delle chiese di S. Domenico di Toscolano e Sant' Eustachio delle
chiusure di Brescia, ogni suo diritto nei confronti di Bonino fu Macagno e dei suoi eredi, ossia di
contrarre un debito di centoundici libre e otto soldi imperiali.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano, de certis iuribus acquisitis contra Boninum Macagno
de plebe de Manerva. Die quinto marcii, in Tusculano,/ in domibus religionis Sancti Dominici, in
camara religiossi viri domini fratris Michaellis de Navis, prepositi dicte religionis, presentibus:
Simone/ quondam Boneti de Sancto Felice de Scovolo, notario pro secundo notario, Iacobino
quondam Iohanis Omerii de Gacio de Tusculano, Bertolameo quondam Martini Corde/ de
Gargnano, Bonino quondam Macagni de plebe de Manerva, habitatore Sancti Felicis de Scovolo,
omnibus testibus rogatis. Ibi Petrus qui dicitur Puya quondam Boca/sante de Moscolinis
stipulatione promisit religiosso viro domino fratri Michaelli de Navis, preposito religionis eclesiarum
sanctorum Dominici de Tusculano/ et Heustachi de Cleusuris Brixie, recipienti pro se et dictis
eclesiis et capitulo et conventu earumdem et per eum dicte religioni et confratribus eiusdem, dare
et solvere ei/ et dicte religioni et confratribus eiusdem hinc ad octo dies proximos futuros centum
undicim libras et octo soldos imperialium monete nunc curentis in Riperia brixiensi/ et reficere ei
vel suo certo nuntio et dicte religionis omne dampnum et expensas quod et quas faciet ultra
dictum terminum predicti (...) (...) (...) ei et/ confratribus dicte religionis omnes expensas in suo
dicto sine facto et alia probatione. Et quod non probabit ei solutione pactum, finem aut
remi/sionem huius debiti tocius vel partis nisi per hanc cartam atestatam vel per aliam de solutione
a bono et ydoneo notario factam in concordio dicti domini pre/positi et confratrum dicte religionis.
Obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro se et confratribus dicte religionis, se
personaliter et omnia sua bona presentia et/ futura pigneri. Hoc autem fecit nominatim dictus
Petrus debitor pro novem plaustris vini solani quod confessus et manifestus fuit se recipisse/ et
habuisse a dicto domino preposito, dante de proprio vino dicte religionis. Renuntiando omni
exceptioni non dati, non recepti dicti vini et omni legum auxilio et/ statutis comunis Brixie factis et
fiendis. Et ibi incontinenti in solutione et pro solutione dictorum denariorum dictus Petrus dedit,
cessit et concessit dicto domino preposito, recipienti/ pro dicta religione et confratribus eiusdem,
omne ius omnesque rationes et actiones reales et personales ut illas et directas quod et quas habet
vel habere posset aut ei pertinere/ et spectare poterat contra Boninum quondam Macagni
Ferarium de plebe de Manerva, habitatorem Sancti Felicis de Scovolo, et contra eius bona et contra
heredes eius et contra tenentes (-) et posidentes/ de suis bonis in aliis centum undicim libras et
octo silidos imperialium quas dictus Boninus dare
238

et solvere tenebatur dicto Petro, ut in pluribus instrumentis continetur,/ videlicet: quatuor libras
imperialium quas dictus Boninus dare et solvere tenebatur dicto Petro pro uno modio oley, ut
continetur in carta debiti facta per Simonem/ Boneti de Sancto Felice de Scovolo, die tercio octubri
millesimo trecentesimo quatragesimo secundo, indicione decima et subscripta per Benevenutum
Petri Chizole (-)/ notarium; et decem octo libras imperialium et octo soldos imperialium quas dictus
Boninus dare et solvere tenebatur dicto Petro pro tribus plaustris vini albi nostrani, ut continetur
in/ carta debiti facta per Antoniolum filium Simonis quondam Boneti de Sancto Felice de Scovolo,
die quinto augusti, millesimo trecentesimo quatragesimo quarto,/ indicione duodecima et
subscripta per dictum Simonem Boneti, notarium; et octo libras imperialium quas dictus Boninus
dare et solvere tenebatur dicto Petro pro uno mo/dio et dimidium oley, ut continetur in carta
debiti facta per suprascriptum Simonem, die quarto decimo novembris, millesimo trecentesimo
quatragesimo sexto, indicione quarta decima/ et subscripta per Vasalinum Peterboni Cerclini; et sex
libras imperialium quas dictus Boninus dare et solvere tenebatur dicto Petro pro uno modio oley,
ut/ continetur in carta debiti facta per Simonem suprascriptum et subscripta per Antoniolum eius
filium, die vigesimo quinto marcii, millesimo trecentesimo quatragesimo septimo,/ indicione quinta
decima; et viginti quattuor libras imperialium quas dictus Boninus dare et solvere tenebatur dicto
Petro pro quatuor modeis et dimidium/ oley, ut continetur in carta debiti facta per suprascriptum
Antoniolum, die vigesimo septimo aprilis, millesimo trecentesimo quatragesimo septimo, indicione
quinta decima/ et subscripta per Michaellem Iacobi Toniere, notarium; et viginti septem libras quas
dictus Boninus dare et solvere tenebatur dicto Petro pro tribus plaustriis/ vini albi nostrani, ut
continetur in carta debiti facta per (-) Antoniolum suprascriptum, die ultimo madii, millesimo
trecentesimo quatragesimo septimo, indicione/ quinta decima et subscripta per Simonem
suprascriptum; et viginti quatuor libras imperialium quas dictus Boninus dare et solvere tenebatur
dicto Petro pro quatuor modeis/ et dimidium oley, ut continetur in carta debiti facta per
Antoniolum suprascriptum, die vigesimo quarto iunii, millesimo trecentesimo quatragesimo
septimo, indicione quin/ta decima et subscripta per dictum Simonem; que omnes carte debiti
fuerunt ibi lecte per me notarium infrascriptum in presentia dictorum testium dicto Bo/nino
debitore, in nullo contradicente sed confitente omnia superius contenta esse vera. Constituendo
dictum dominum prepositum, recipientem pro dicta religi/
.LXXII.
one et confratribus eiusdem, suum certum nuntium et procuratorem ponendo eum (...) in suum
locum tamquam in suam rem propriam. Tali modo dictus Petrus/ fecit dictam dationem, cesionem
et concesionem de dictis denariis in dictum dominum prepositum recipientem, nomine quo ut
supra, ita quod a modo dictus dominus prepositus/ et confratres dicte religionis posint agere,
petere, exigere et recipere dictum debitum et expensas in toto et in parte et cartam solutionis
facere uni/cuique persone solventi dictum debitum et expensas in toto et in parte quemadmodum
dictus Petrus met poterat, qui dominus prepositus ex nunc,/ per se et nomine et vice dicte
religionis, denunciavit dicto Bonino quod a modo non debeat dare nec solvere dictas centum
undicim/ libras imperialium et octo soldos imperialium in superius dictis instrumentis contentis
dicto Petro sed confratribus dicte religionis./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo
octavo, indicione prima. Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius
rogatus, scripsi.
239

133
EMPTIO
1348 Marzo 20 Toscolano, in curtivio domus habitationis Peterboni Bruni.
Bonino fu Macagni ha dato a Francino de Trovegnanis, confratello della religione di S. Domenico,
tre appezzamenti di terra nelle contrade Plebe e Pisentiis di Manerba, pagando così il debito di
centoundici libre imperiali e otto soldi verso la religione di S. Domenico, come viene riportato nella
carta cesionis del 5 marzo 1348.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano, de duabus 71
pecis terre iacentibus in teratorio de
Manerva, quas emit a Bonino ferario. Die vigesimo marcii, in Tusculano/ in Plano Tusculani, in
curtivio domus habitationis Peterboni Bruni, presentibus: dicto Peterbono de Plano, Iacobino filio
dicti Peterboni, notario pro secundo notario,/ Barberio quondam Noysii, omnibus de Tusculano,
testibus rogatis. Ibi Boninus quondam Macagni de Plebe de Manerva, habitator Sancti Felicis de
Scovolo, iure prorio in/ perpetuum videlicet ad mundum purum et expeditum alodium, dedit,
vendidit et tradidit domino fratri Francino de Trovegnanis, confratre religionis Sancti/ Dominici de
Tusculano, ementi et recipienti nomine et vice dicte religionis, capituli et conventus eiusdem et per
eum dictis confratribus dicte religionis,/ infrascriptas pecias terre iacentes in teratorio de Manerva
in infrascriptis contratis: imprimis unam peciam terre prativam, olivatam et vidatam iacentem in
teratorio de Manerva in contrata/ de Plebe, cui coheret a mane via coriva, a meridie rillus fontis, a
sero Iohanes Boturini Zanini, a monte heredes Francini Benini; secunda iacet in dicto teratorio et in
dicta contrata et est aratoria et olivata, cui coheret a meridie et a sero via, a mane Otinus Macagni,
a monte Iohanes Macagni; tercia pecia terre iacet in dicto tera/torio in contrata de Pisentiis, cui
coheret a mane heredes Nicolini Rubey, a meridie Federicus Uberti, a monte via, a sero Zolus
Boninsegne de Cruce de Manerva,/ que pecia terre est aratoria et olivata, salvis omnibus aliis
coherentiis, si que forent. Quam venditionem et traditionem dictarum peciarum terre dictus
Boninus fecit in dictum fratrem Franci/num, recipientem pro dicta religione, in solutione et pro
solutione centumundicim libras imperialium et octo soldos imperialium quas dictus Boninus dare et
solvere/ tenebatur dicte religioni, ut continetur in quodam instrumento cesionis (in...), scripto et
rogato per me notarium infrascriptum, die quinto marcii, millesimo tre/centesimo quatragesimo
octavo, indicione prima et subscripto per Simonem Boneti de Sancto Felice de Scovolo, notarium,
ibi viso et lecto a me notario/ infrascripto et quas centumundicim libras imperialium et octo soldos
imperialium dictus Boninus dare et solvere tenebatur Petro qui dicitur Puya quondam Bocasante de
Mosco/linis ut in septem instrumentis debiti plenius continetur, videlicet: quatuor libras
imperialium quas dictus Boninus dare et solvere tenebatur dicto Petro/ pro uno modio oley, ut
continetur in carta debiti facta per Simonem Boneti, notarium de Sancto Felice de Scovolo, die
decimo octubris, millesimo trecentesimo/ quatragesimo secundo, indicione decima et subscripta
per Benevenutum Petri Chizole, notarium; et decem octo libras imperialium et octo soldos
imperialium quas dictus Boninus dare et/ solvere tenebatur dicto Petro pro tribus plaustris vini
nostrani albi, ut continetur in carta debiti facta per Antoniolum filium Simonis predicti, die/ quinto
augusti, millesimo trecentesimo quatragesimo quarto, indicione duodecima et subscripta per
dictum Simonem; et octo libras imperialium quas dictus Boninus/ dare et solvere tenebatur dicto
Petro pro uno modio
71
In realtà le terre vendute sono tre.
240

et dimidium oley, ut continetur in carta debiti facta per suprascriptum Simonem, die quarto decimo
novembris,/ millesimo trecentesimo quatragesimo sexto, indicione quarta decima et subscripta per
Vasalinum Peterboni Cerclini notarium; et sex libras imperialium quas dictus Bo/ninus dare et
solvere tenebatur dicto Petro pro uno modio (-) oley, ut continetur in carta debiti facta per dictum
Simonem, die vigesimo quinto mar/cii, millesimo trecentesimo quatragesimo septimo, indicione
quinta decima et subscripta per Antoniolum suprascriptum; et viginti quatuor libras imperialium
quas dictus/ Boninus dare et solvere tenebatur dicto Petro pro quatuor modeys et dimidium oley,
ut continetur in carta debiti facta per dictum Antoniolum,/ die vigesimo primo octubris, millesimo
trecentesimo quatragesimo septimo, indicione quinta decima et subscripta per Michealem Iacobi
Toniere,/ notarium; et viginti septem libras imperialium quas dictus Boninus dare et solvere
tenebatur dicto Petro pro tribus plaustriis vini albi (-) nostrani,/ ut continetur in carta debiti facta
per dictum Antoniolum, die ultimo madii, millesimo trecentesimo quatragesimo septimo, indicione
quinta decima/ et subscripta per dictum Simonem; et viginti qutuor libras imperialium quas dictus
Boninus dare et solvere tenebatur dicto Petro pro quatuor (-) modeys/ et dimidium oley, ut
continetur in carta debiti facta per dictum Antoniolum, die vigesimo quarto iunii, millesimo
trecentesimo quatragesimo septimo,/ indicione quinta decima per dictum Simonem
notarium. Tali modo dictus Boninus fecit dictam dationem, venditionem et in solutione dationem
de dictis/ peciis terre in dictum fratrem Francinum recipientem, nomine quo ut supra, ita quod
dicta religio et confratres eiusdem habeant, teneant, gaudeant et possideant/ dictas pecias terre et
de eys quidquid voluerint faciant sine contraditione dicti Bonini suorumque heredum, cum omnibus
et singulis que intra predictos continentur/ confines vel alios si qui forent et cum accessibus,
ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis/ que dicte pecie
terre habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu
requisitione sibi ex dictis/ peciis terre et qualibet earum modo aliquo pertinente seu spectante. Hoc
autem fecit nominatim dictus Boninus pro dictis centumundicim libris/ imperialium et octo soldis
imperialium quas dictus Boninus dare et solvere tenebatur dicte religioni, ut in dicto instrumento
cesionis iurium continetur, quod/ instrumentum cessionis remanet penes confratres dicte religionis
sanum et integrum per pactum inter eos factum. Quatenus ex eo eiusdem/ dationis in solutione
pateat et ut per illud et cum illo dicta religio capitulum et confratres eiusdem dictas pecias terre
defendere posit contra omnes creditores/ ipsi Bonino si qui pro tempore aliqui aperverint et non ut
ex eis ulterius fiat exactio debitorum nisi in causa emetionis dictarum peciarum terre si sequeietur
de ipsis/ vel de parte provata, volens et mandans dictus frater Francinus venire dicte ex nunc esse
casum et ullius valoris atque momenti et habitum inefi/cax et canzelatum in omnibus aliis casibus
preter quod in predictis. Quas quidem pecias terre dictus Boninus se, dicte religionis confratrum
capituli et conventus/ eiusdem nomine, constituit possesorem donec ipsarum rerum corporalem
acciperit possessionem quam accipiendi et retinendi deinceps dictus Boninus dicto fratri Fran/cino,
recipienti pro se et confratribus dicte religionis, omnimodam licentiam contulit atque dedit.
Promittens ipse Boninus, per se et suos heredes, dicto fratre/ Francino, recipienti pro dicta
religione et confratrebs eiusdem, litem nec controversiam dicte religioni vel confratribus eiusdem
ullo tempore non infere nec inferen/ti consentire de dictis peciis terre in toto vel in parte sed dictas
pecias terre dicte religioni et confratribus et capitulo et conventui eiusdem ab omni persona et
univer/sitate, tam in proprietate quam in possesione, legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena dupli extimationis dictarum peciarum terre cum pro tempore/ plus valurint
vel fuerint meliorate et omnis dampni et dispendi inde
241

confratribus dicte religionis et capitulo et conventui eiusdem incurentium,/ obligando ad hoc dicto
fratre Francino, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua
bona presentia et futura pigeri./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo octavo,
indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus,
scripsi.
134
EMPTIO
1348 Luglio 6 Torri, in domo Mayfredi de Sermiono.
Bonfacino detto Milza fu Benevenuto de Cataneys ha venduto per 18 libre imperiali a Bertolino di
Brescia, confratello della religione di S. Domenico di Toscolano, un appezzamento di terra in
contrada Piseneris di Manerba. Catelina moglie di Bonfacino accetta che siano anteposti ai suoi
diritti territoriali quelli della religione di S. Domenico.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano, de una pecia terre iacente in teratorio de Manerva in
contrata de Piseneriis, quam emit a Bonefacino de Manerva. Die sexto iulii,/ in Turi diocesis
veronensis, in domo domini (-) Mayfredi de Sermiono in qua habitat infrascriptus Bonifacinus
venditor, presentibus: domino pre To/masio, presbitero eclesie Sancti Petri plebis de Tusculano
diocesis Brixie, notario, Antoniolo filio Bartolomey Iohanis Cozie de Pulzano de Tusculano, notario/
utroque rogato hanc cartam subscrivere, Bertolameo qui dicitur Betelonus quondam Martini Corde
de Gargnano diocesis Brixie, Graciadeo quondam/ Dominici de Manerva, omnibus testibus rogatis.
Ibi dominus Bonifacinus qui dicitur Milza quondam domini Benevenuti de Cataneys de Manerva,
habitator terre de Turi diocesis veronensis, iure proprio in perpetuum videlicet ad mundum purum
et expeditum alodium, dedit,/ vendidit et tradidit fratri Bertolino de Brixia,/ confratre religionis
Sancti Dominici de Tusculano, ementi nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus
eiusdem et de propris denariis dicte religi/onis, unam peciam terre aratoriam et olivatam iacentem
in teratorio de Manerva in contrata de Piseneriis, cui coheret a mane heredes Uberti, a meridie
Burlamaza in parte, a sero/ dictus Burlamacia in parte et in parte confratres dicte religionis, a
meridie dicti confratres dicte religionis, salvis omnibus aliis coherentiis. Ad habendum, tenendum
et/ possidendum et ad quidquid confratribus dicte religionis deinceps placuerit perpetuo
faciendum, cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios/ si qui forent
et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis
que dicta pecia terre habet supra/ se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione,
usu seu requisitione sibi ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Hoc/ autem
fecit nominatim dictus venditor pro decem octo libris imperialium monete nunc curentis in Riperia
brixiensi, quas recepit ibi presentialiter in/ denariis in presentia dictorum testium. Renuntiando
omni exceptioni non datorum, non habitorum dictorum denariorum et omni legum auxilio et
statutis comunis Brixie factis et fiendis. Quam/ quidem peciam terre dictus venditor se, nomine
dicte religionis et confratrum et capituli eiusdem nomine, constituit possessores donec dicta religio
et confratres/ eiusdem acciperint tenutam et corporalem possesionem quam accipiendi et
retinendi dictus dominus Bonifacinus dicto fratre Bertolino, recipienti pro/ dicta religione et
confratribus eiusdem sua auctoritate, omnimodam licentiam contulit atque dedit. Promittens ipse
Bonifacinus
242

venditor,/ per se et suos heredes, dicto fratre Bertolino, recipienti pro dicta religione et
confratribus eiusdem, litem nec controversiam dicte religioni et confratribus eiusdem/ ullo
tempore non infere nec inferenti consentire de dicta pecia terre in toto nec in parte sed dictam
peciam terre dicte religioni et confratribus eiusdem et cui dederit/ ab omni persona et universitate
legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena dupli extimationis dicte pecie terre cum
pro tempore plus valuerit/ vel fuerit meliorata et omnis dampni et dispendi inde confratribus dicte
religionis incurentium, obligando ad hoc dicto fratre Bertolino, recipienti/ pro dicta religione et
confratribus eiusdem et per eum dicte religioni et capitulo et conventui eiusdem, se personaliter et
omnia sua bona presentia et futura pigneri./ Insuper domina Catelina uxor dicti domini Bonifacini
venditoris ibi presens, verbo et consensu dicti domini Bonifacini viri sui, ei ad/ omnia et singula
infrascripta parabolam dantis, predicte venditioni, dationi, traditioni, promissioni et obligationi et
omnibus et singulis suprascriptis consen/sit, refutavit et remisit in manibus dicti viri sui venditoris
et dicti fratris Bertolini, recipientis pro dicta religione et confratribus/ eiusdem, omne ius
omnesque rationes et actiones reales et personales quod et quas habet vel habere posset in dicta
pecia terre sibi obligata vel ypoti/cata pro dote vel donatione sua aut pignore generali vel speciali,
anteponens ius dicte religionis omnibus suis iuribus in dicta pecia terre/ et bonis dicti viri sui.
Renuntiando omni exceptioni non sic facte dicte renunciationis et non ite vera esse omnia et
singula in isto contractu contenta et omni legum/ auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis
et beneficio novorum autenticorum ypoticarum et veliani senatus consulti de quibus fuit per me/
notarium bene certificata quid sit renunciare predictis./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano,
notarius rogatus, scripsi.
135
TESTAMENTUM
Luglio 19 Toscolano, in domo Malgarite quondam Pasqueti Bartolamey Gosoli.
.LXXIII.
Testamentum Malgarite quondam Pasqueti Bertolamey Gosoli. Die decimo nono iulii, in Tusculano,
in Plano Tusculani in contrata Balni/ci, in domo infrascripte testatricis, presentibus: Bono quondam
fratris Iohanis notario, Iohane quondam Salvagni, Faciolo Mese, fratre Mantuano/ converso
hospitalis Sancti Benedicti, Peterbono Zoati, Lafranchino magistri Baldrici medici, Lesiolo filio
Iohanis Salvagni/ notario, Tomasio filio Michaellis Petri Begnami notario, omnibus de Tusculano,
testibus rogatis. Ibi domina Malgarita quondam Pasqueti Bertolamey/ Gosoli de Plano sive de
Balnico de Tusculano, verbo et consensu Petri qui dicitur Gazanus eius viri et ei ad omnia et singula
infrascripta parabulam/ dantis, licet, egrota corpore tam sane mentis, cupiens per nuncupationem
suum facere testamentum, in presenti testamento suorum rerum ordi/nationem disposuit in hunc
modum: imprimis, iure legati, dimisit Iacobine uxoris Tonoli Buscarelli de Folino unum pignolatum/
album ad usu dicte Malgarite; item, iure legati, dimisit et legavit Alone quondam Pezalde de Gaino
unum lectum cum pulvi/nari et unam prepontam veterem, qui lectus cum pulvinari potest esse tres
penses vel circa; item, iure legati, dimisit et legavit conventui/ Sancti Stefani de Tusculano decem
soldos imperialium in remedio anime sue; item, iure legati, dimisit et legavit quinque soldos
imperialium conventui Sancte Marie de Tusculano in remedio anime sue; item, iure legati, dimisit
et
243

legavit Malgarite Franceschini ma/gistri Vitalis de Salodo unam tonicam de blaveta sine gropetis et
unum guarnazonum de medietate viridis et violeti/ cum pelle vulpis ad usu dicte testatricis; item,
iure legati, statuit, dimisit et voluit quod unum starium fru/menti in pane et unum starium fabi
debeat dari et distribui inter pauperes de Tusculano hinc ad exitum octubris proxime/ future, quod
frumentum et fabum debeat dari et distribui per Petrum qui dicitur Gazanus Ligni eius maritum;
item, iure legati, dimisit/ et legavit dicto Petro qui dicitur Gazanus, eius viro, omnes et singulos
redditus et fructus quos dictus Petrus accipisset seu re/cipisset hactenus de aliquibus
possessionibus dicta Malgarite, ita et tali modo quod infrascripta sua heres non possit nec debeat
eum mole/stare de aliquibus redditibus quos accipisset hinc retroacto de aliqua pecia terre dicta
Malgarite testatricis; item, iure legati,/ dimisit et legavit dicto Petro marito suo omnes et singulos
redditus et fruges qui sunt super possessiones dicte Malgarite/ pro anno et in anno presente usque
ad epifaniam Domini ita et taliter quod heres dicte domine Malgarite non possit nec debeat/ eum
molestare de aliquibus redditibus existentibus in possessionibus et super possessiones dicte
testatricis pecie terre quam redditibus existentibus/ in una et super una pecia terre dicte Malgarite
iacente in teratorio de Tusculano supra Pradalinum, cui coheret fratres religionis Sancti/ Dominici, a
meridie Arcesinus Bersanini, a sero Iacobinus Zelle, quam peciam terre cum redditibus ex nunc
legat confratribus Sancti Dominici/ quos superius scriptos redditus legavit suprascripto Petro viro
suo sub isto pacto et conditione, quod ipse teneatur complere/ et solvere omnia suprascripta legata
et satisfacere omnibus de suprascriptis legatis et si non satisfaceret de dictis et pro dictis legatis vel
quod heres eius/ possit tantum recipere et petere de dictis redditibus (-) dicto viro suo quod possit
satisfacere pro dictis legatis; item, iure lega/ti, dimisit et legavit dicto Petro viro suo infrascriptas
pecias terre, domum et res cum infrascriptis pactis et conditionibus: imprimis/ unam peciam terre
aratoriam, olivatam et vidatam iacentem in teratorio de Tusculano in Capra Plani, cui coheret a
mane et a meridie via, a sero heredes No/ysii, a monte Iohanes Peterboni in parte et in parte
heredes Mazie et in parte Bastardus Bersanini; item unam domun copatam cum orto/ secum
tenente ac parte dicte domus iacentem in Plano Tusculani in contrata Balnici, cui domui et orto
coheret a mane et a meridie et a sero/ via, a monte (-)heredes Iohanis de Ano in parte et in parte
Nicolaus Petri; item unam peciam terre iacentem in dicta contrata, cui coheret a mane et a meridie
via,/ a sero heredes Iohanis ser Iacobi, a monte fratres religionis Sancti Dominici; item unam
peciam terre lorivam, olivatam et vidatam iacentem in dicta/ contrata, cui coheret a mane et a
meridie via, a sero heredes Petri Bertolli, a monte heredes Pini, salvis omnibus aliis coherentiis,
quam peciam terre et domum dicta/ domina Malgarita legavit dicto Petro viro suo sub isto pacto et
conditione, quod ipse teneatur fictum annuatim quod/ dicte pecie terre reddere tenetur de iure, et
in quod ipse Petrus (-) qui dicitur Gazanus debeat possidere dictas pecias terre et habitare in dicta
do/mo toto tempore vite sue quo dictus Petrus voluerit habitare in Riperia brixiensi et si dictus
Petrus habitaret/ ex dictam Riperiam ultra unum annum quod heres eius infrascripta possit intrare
et possidere dictam domum et pecias terre et si ipse/ intum veniret in Riperiam, quod ipse debeat
et possit possidere dictam domum et pecias terre toto tempore vite sue et post/ mortem suam
predicte res videlicet domus et pecie terre debeant devenire in heredem dicte domine Malgarite;
item, iure lega/ti, legavit dicto Petro infrascriptam masariam sub isto pacto et conditioni, quod ipse
possit tenere et possidere toto tempore/ vite sue et post mortem suam debeant devenire in
heredem dicte testatricis, videlicet unum lectum cum pulvinari et cum/ aparatu dicti lecti et cum
prepontam qui lectus cum pulvinari potest esse sex penses cum dimidium vel circa, et unum
scrivanum/ de nuce et duas vegetos de septem quartis lansii et
244

unum bezolum et unam mesam de fao et duo parolis de remio,/ unum de duabus situlis et unum
de una situla et unum lebetem de bronzio de media situla et duas catenas et unam tenollam/ ab
oleo de quatuordicim galetis et predictos omnibus et singulis (...) heredes suos; item casavit omne
testium et omnes codicilos quod et/ quos feciset hinc retro in omnibus aliis suis bonis mobilibus et
inmobilibus et maxime in livellis instituit confratres religionis Sancti Dominici de Tusculano sibi
heredes. Et hanc asseruit suam omne ultimam voluntatem quam valere voluit iure testa/menti et si
non valeret iure testamenti saltim valeat iure codicilli vel codicilorum aut altius ultime voluntatis
aut/ melius valere poterit.
136
EMPTIO
1348 Luglio 19 Toscolano, in domo habitationis heredis Pasqueti Bartolamey Gosolli.
Pietro detto Gazano fu Ligni ha venduto a Bertolino Gosolli, confratello della religione di S.
Domenico, un appezzamento di terra in contrada Mezza Capra a Toscolano per quattro libre
imperiali.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano. Die decimo nono iulii, in Tusculano, in Plano, in domo
habitationis heredis quondam Pasqueti Bertolamey/ Gosolli, presentibus: Bono fratris Iohanis,
notario, Alesiolo fillio Iohanis Salvagni, notario, ambobus de Plano, Tomasio filio Mi/chaellis Petri
Begnami de Secina, notario utroque rogato hanc cartam subscrivere, Iohane Salvagni, omnibus de
Tusculano,/ testibus rogatis. Ibi Petrus qui dicitur Gazanus quondam Ligni de Gayno, habitator Plani
Tusculani, iure proprio in perpetuum videlicet ad mundum purum/ et expeditum alodium, dedit,
vendidit et tradidit fratri Bartolino Gosolli, confratre religionis Sancti Dominici de Tusculano, ementi
et/ recipienti nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus eiusdem et de propris denariis
dicte religionis, unam peciam terre aratoriam, olivatam et/ vidatam iacentem in teratorio de
Tusculano in Plano in Campra in contrata Medie Campre sive ad Raverias, cui coheret a mane et a
meridie heredes/ Pasqueti Bartolomey Gosolli, a sero via, a monte heredes Materni Ordanini de
Materno pro dicta religione, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent./ Ad habendum,
tenendum et possidendum et ad quidquid confratribus dicte religionis deinceps placuerit perpetuo
faciendum, cum omnibus et singulis que/ intra predictos continentur confines vel alios si qui forent
et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias pub/licas et cum omnibus et singulis
que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione,
usu seu requisitione/ sibi ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Hoc autem
fecit nominatim dictus venditor pro quatuor libris imperialium monete nunc/ curentis in Riperia
brixiensi, quas confessus et manifestus fuit se recipisse et (-) habuisse a dicto fratre
245

Bertolino, dante et solvente nomine/ et vice dicte religionis et de propris denaris dicte religionis.
Renuntiando omni exceptioni non date, non recepte (-) dicte pecunie et omni legum/ auxilio et
statutis comunis Brixie factis et fiendis. Quam quidem peciam terre dictus venditor se, nomine
dicte religionis et capituli et conventus et confratrum/ eiusdem, constituit possessorem donec
confratres dicte religionis acciperint tenutam et corporalem possesionem quam accipiendi et
retinendi deinceps/ ei, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, omnimodam licentiam
contulit atque dedit. Promittens ipse venditor, per se/ et suos heredes, dicto fratre Bertolino, pro
dicta religione et confratribus eiusdem recipienti, litem nec controversiam dicte religioni nec
confratribus eius/dem ullo tempore non infere nec inferenti consentire de dicta pecia terre in toto
nec in parte sed dictam peciam terre dicte religioni et confratribus eiusdem ab/ omni persona et
universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena dupli extimationis et cetera,
et omnis dampni et dispendi inde/ confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto
fratre Bertolino, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem et per eum dicte religioni/ et
confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragesimo (-) octavo,/ indicione prima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
137
EMPTIO
1348 Agosto 26 Salò, in domo Franceschini quondam magistri Vitalis.
Malgarita figlia di Franceschino fu Vitali ha venduto per quindici libre imperiali al notaio
Bartolomeo un appezzamento di terra in contrada Mezzacampagna di Toscolano che egli riceve per
conto della religione di S. Domenico.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici. Die vigesimo sexto augusti, in Salodo, in domo Franceschini
quondam magistri Vitalis, presentibus: Bono fratris Iohanis de Plano Tusculani, notario,/ Iohanino
quondam ser Nasimpacis, notario utroque rogato hanc cartam subscrivere, Gazano quondam Ligni,
Vigorino quondam Cisani, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi Mal/garita fillia Franceschini
quondam magistri Vitalis de Salodo, verbo et consensu dicti patris sui ibi presentis et ei ab omnia
infrascripta parabo/lam dantis, iure proprio in perpetuum videlicet ad mundum purum et
expeditum alodium dedit, vendidit et tradidit mihi notario infrascripto,/ emempti et recipienti
nomine et vice religionis Sancti Dominici de Tusculano et de propris denariis dicte religionis et per
me ipsi religioni, unam/ peciam terre aratoriam, olivatam, vidatam et lorivam iacentem in teratorio
de Tusculano in Plano in contrata Mezacampagne, cui coheret a mane heredes Zeni fratris Iohanis/,
a meridie heredes Petri Bertoli in parte et in parte Boyolus molinarius, a sero dictus Boyolus in
parte et in parte via et in parte Belenzanus Lafranchini, a monte/ dictus Belenzanus in parte et in
parte Dominicus Pasquetini, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Ad habendum,
tenendum et possidendum et ad quidquid dicte/ religioni et confratribus eiusdem deinceps
placuerit perpetuo faciendum, cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel
alios si qui/ forent et cum accessibus, ingressibus et cetera et cum omni iure et actione, usu seu
requisitione sibi ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spec/tante. Hoc autem fecit
nominatim dicta venditrix pro quindicim libris imperialium monete nunc curentis in Riperia
brixiensi, quas confessa/ et manifesta fuit se recipisse et habuisse in presentia dictorum testium, a
me notario infrascripto dante et solvente nomine et vice dicte re/ligionis de propris denaris dicte
religionis. Renuntiando omni exceptioni non datorum, non habitorum (-) dictorum denariorum et
omni legum et cetera. Quam/ quidem peciam terre dicta venditrix se, nomine dicte religionis et
confratribus eiusdem, constituit possessorem donec confratres dicte religionis (-) acciper/int
tenutam et corporalem possesionem quam accipiendi et retinendi, mihi notario infrascripto
recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem et per
246

me/ ipsi religioni et confratribus eiusdem, omnimodam licentiam contulit atque dedit. Promittens
ipsa Malgarita, per se et suos heredes, mihi notario/ infrascripto, stipulanti et recipienti nomine et
vice dicte religionis et confratrum eiusdem, litem nec controversiam ei nec confratribus eiusdem
ullo tempore non/ infere nec inferenti consentire de dicta pecia terre in toto nec in parte sed
dictam peciam terre ab omni persona et universitate tam in proprietate quam in possessione
leg/iptime defendere, auctorizare et desbrigare quantum est, pro se et suo facto, videlicet si
apereret causa, vendidisse, obligavisse vel/ alio modo alienavisse et aliter non sus sub pena omnis
dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc/
mihi notario infrascripto, recipienti nomine quo ut supra, et per me dicte (-) religioni et
confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura/ pigneri. Qua Malgarita
confessa fuit se esse maiorem viginti quinque annis. Renuntiando dicta femina omni exceptioni non
sic facti dicti contractus et non/ ita vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et omni
legum auxilio et beneficio novorum autenticorum ypoticarum et veliani senatus/ consulti, de
quibus fuit per me notarium bene certificata quid sit renunciare predictis. Anno Domini millesimo
trecentesimo quatragesimo octavo,/ indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de
Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
138
EMPTIO
1348 Settembre 19 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Giacobino fu Giovanni detto Macone e il nipote Giovannino fu Bonebeli hanno venduto per
trentaquattro libre imperiali a Francino di Trovegnani, confratello della religione di S. Domenico, un
appezzamento di terra in contrada Pratelli a Manerba.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LXXIIII.
(S.T.) In Christi nomine amen. Hec sunt brevarie scripte et rogate per Bertolameum filium
Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarium,/ de negociis religionis Sancti Dominici de Tusculano
et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, ut inferius legitur.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, de uno prato
quam emit ab herede Maconi de Gazanis./ Die decimo nono setembris, in Tusculano, in domibus
religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Alesiolo filio Iohanis Salva/gni, notario pro
secundo notario, Iohane quondam Ognabeni Feri, ambobus de Plano Tusculani, Bertolameo qui
dicitur Betelonus quondam Martini Corde/ de Gargnano, omnibus testibus rogatis. Ibi Iacobinus
quondam domini Iohanis qui dicebatur Maconus de Gazanis de Vulzano et Iohaninus quondam
Bonebeli/ qui dicebatur Maconzinus quondam dicti domini Iohanis dicti Maconus et quilibet eorum
in solidum, iure proprio in perpetuum videlicet ad/ mundum purum et expeditum
dederunt, vendiderunt et tradiderunt domino fratri Francino de Trovegnanis, confratre dicte
relig/ionis, (-) emempti et recipienti nomine et vice dicte religionis Sancti Dominici et Sancti
Heustachi et (-) capituli et conventus et confratrum/ dicte religionis et per eum dicte religioni et
confratribus eiusdem, unam peciam terre prativam iacentem in teratorio de Manerva in contrata
de
247

Pra/tellis, cui coheret a mane et a monte heredes Puye de Manerva, a meridie via, a sero dicti
confratres dicte religionis, salvis omnibus aliis coherentiis, si que/ forent. Ad habendum, tenendum
et possidendum et ad quidquid confratribus dicte religionis et capitulo et conventui eiusdem
deinceps placue/rit perpetuo faciendum, cum omnibus et singulis que intra predictos continentur
confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus/ et regressibus suis usque in vias
publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in
integrum/ et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi ex dicta pecia terre et alicui eorum
modo aliquo pertinente seu spectante./ Hoc autem fecerunt nominatim dicti venditores pro triginta
quatuor libris imperialium monete nunc curentis in Riperia brixiensi, quas/ confessi et manifesti
fuerunt sese recipisse et habuisse a dicto fratre Francino, dante et solvente nomine et vice dicte/
religionis et de propris denaris dicte religionis. Renuntiando omni exceptioni non date, non recepte
pecunie et omni legum auxilio et statutis comunis/ Brixie factis et fiendis. Quam quidem peciam
terre dicti venditores sese, dicte religionis et capituli et conventus eiusdem (-) nomine et vice,/
constituerunt possessores donec confratres dicte religionis nomine dicte religionis acciperint
tenutam et corporalem possesionem quam accip/iendi et retinendi dicto fratre Francino, recipienti
nomine dicte religionis, contulerunt atque dederunt. Promittentes dicti venditores, per sese et suos
heredes et cuiuslibet eorum, dicto fratre Francino, nomine et vice dicte religionis et confratrum
eiusdem/ stipulanti et recipienti, litem nec controversiam dicte religioni vel confratribus eiusdem
ullo tempore non infere nec inferenti consentire/ de dicta pecia terre in toto nec in parte sed
dictam peciam terre dicte religioni et confratribus eiusdem in toto et in parte ab omni persona et
universitate/ tam in proprietate quam in possesione legiptime defendere, auctorizare (-) et
desbrigare, sub pena dupli/ extimationis dicte pecie terre cum pro tempore plus valuerit vel fuerit
meliorata et omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus eiusdem incurentium,
obligando ad hoc dicto fratre Francino, recipienti pro dicta religione, et per eum dicte/ religioni se
personaliter et omnia sua et cuiuslibet eorum bona presentia et futura pigneri. Renuntiando predicti non sic facti dicti contractus/ et non ita vera esse omnia et singula in isto
contractu contenta et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis et beneficio/
constitutionis et epistole divi (-) Adriani, ita quod quilibet eorum in solidum teneatur ad predicta et
convinci possit ad/ voluntatem confratrum dicte religionis. Et quia dictus Iohaninus minor erat
viginti quinque annis, maior tam quatuor/dicim ut dicitur, ad Sancta Dey Evanyelia iuravit,
corporaliter tactis scripturis, non venire contra dictam venditionem,/ traditionem, promisionem et
obligationem nec contra aliquid in isto contractu contentum ratione minoris etatis aut alia qualibet
rati/one vel causa qua se tueri posset in contrarium./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragesimo octavo, indicione prima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani,
notarius rogatus, scripsi.
139
EMPTIO
1349 Gennaio 27 Salò, in domo habitationis heredum quondam Risane.
Donna Agnese fu Perzevallo detto Menussa e moglie di Boturino Macagni ha venduto a Bertolino di
Brescia, confrate della religione delle chiese di San Domenico di Toscolano e di Sant' Eustachio delle
Chiusure di Brescia, un appezzamento di terra in contrada Pisentriis a Manerba per ventotto
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libre imperiali, diciannove soldi imperiali e sei imperiali. Durante la vendita il marito Boturino si è
prestato come garante.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano, de una pecia terre quam emit a domina Agnete uxore
Boturini Macagni Ferarii de Manerva. Die vige/simo septimo ianuarii, in Salodo in Burgo in domo
habitationis heredum quondam Risane, presentibus: domino pre Iohane, presbitero eclesie Sancte
Marie/ de Moscolinis, Iohanino quondam Turacie Pizolboni de Gayno de Tusculano, notario pro
secundo notario, Mayfredo de Carzago, Federico/ quondam Uberti de Manerva, Iohane quondam
Gaforini de Manerva, omnibus testibus rogatis. Ibi domina Agnes quondam Perzevalli qui
dicebatur/ Menussa de Manerva et uxor Boturini Macagni Ferarii de Manerva, verbo et consensu
dicti Boturini viri sui ibi/ presentis et ei ad omnia et singula infrascripta parabolam dantis, iure
proprio in perpetuum videlicet ad mundum purum/ et expeditum alodium dedit, vendidit et
tradidit fratri Bertolino de Brixia, confratre religionis eclesiarum Sancti/ Dominici de Tusculano et
Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, ememtpi nomine et vice dictarum eclesiarum et dicte
religionis/ et capituli et conventus eiusdem et confratrum dictarum eclesiarum et de propris
denariis dictarum eclesiarum, unam peciam terre aratoriam et olivatam iacentem/ in teratorio de
Manerva in contrata de Pisentriis, cui coheret a mane et a sero via, a meridie Beninus de Puteo de
Manerva, a monte/ Mocha de Salodo in parte et in parte Dominus Bertolameus domini Bachi de
Manerva, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Ad habendum, tenendum et possidendum
et ad quidquid sibi et confratribus dicte religionis deinceps placuerit perpetuo faciendum, cum
omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum
accessibus, ingressibus et regre/sibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que
dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra/ se in integrum et cum omni iure et actione, usu
seu requisitione sibi ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante./ Hoc autem fecit
nominatim dicta domina Agnes venditrix pro viginti octo libris et decem novem soldis imperialium
et sex imperialibus monete/ nunc curentis in Riperia brixiensi, quos denarios dicta venditrix
confessa et manifesta fuit se recipisse et habuisse/ a dicto fratre Bertolino, dante et solvente
nomine et vice dicte religionis et confratrum eiusdem et de propris denaris dicte religionis./
Renuntiando omni exceptioni non date, non recepte et non bene mensurate pecunie et omni
legum auxilio et statutis comunis Brixie et/ comunitatis Riperie factis et fiendis. Quam quidem
peciam terre dicta venditrix se, dicte religionis et confratrum eiusdem nomine,/ constituit
possessorem donec ipsius rey dicta religio et confratres eiusdem acciperint tenutam et corporalem
possesionem quam accipiendi/ et retinendi deinceps ei, recipienti pro dicta religione et
confratribus eiusdem, omnimodam licentiam contulit atque dedit. Promi/ttens dicta domina Agnes
venditrix, per se et suos heredes, dicto fratre Bertolino, pro se et suis confratribus dicte religionis/
stipulanti, litem nec controversiam dicte religioni vel confratribus eiusdem ullo tempore non infere
nec inferenti consentire/ de dicta pecia terre in toto nec in parte, sed dictam peciam terre
confratribus dicte religionis et cui dederint ab omni persona et universitate/ tam in proprietate
quam in possessione legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena dupli extimationis/
dicte pecie terre cum pro tempore plus valuerit vel fuerit meliorata et omnis dampni et dispendi
inde dicte religioni/ et confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto fratre Bertolino,
recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter/ et omnia sua bona presentia
et futura pigneri. Renuntiando dicta femina omni exceptioni non sic facte dicte venditionis,
confessionis, promisionis,/ obligationis et
249

non ita vera esse omnia et singula in isto contractu contenta et omni legum auxilio et statutis
comunis Brixie et cetera et beneficio/ novorum autenticorum ypoticarum et veliani senatus consulti
et omnibus aliis iuribus sibi in aliquo patrozinantibus de/ quibus fuit per me notarium bene
certificata quid sit renunciare predictis. Cuius dationis, venditionis, promissionis,/ obligationis et
tocius contractus precibus et requisitionibus dicte venditricis prefatus Boturinus maritus eius se pro
ea constituit/ fideyusorem et principalem venditorem, ita quod primo et et principaliter teneatur
ad venditionem et defensionem dicte pecie terre et con/vinci posit in omni causa emetionis ad
voluntatem confratrum dicte religionis, obligando ad hoc dicto fratre Bertoli/no, recipienti nomine
quo ut supra se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Renuntiando omni
exceptioni non sic/ facte dicte fideiusionis et non ita vera esse omnia et singula in isto contractu
contenta et omni legum auxilio et statutis/ comunis Brixie factis et fiendis et beneficio nove
constitutionis et epistole divi Adriani, ita quod primo et principaliter/ teneatur ad predicta et
convinci posit ad voluntatem confratrum dicte religionis./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragesimo nono, indicione secunda./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani,
notarius rogatus, scripsi.
140
EMPTIO
1349 Febbraio 21 Toscolano, in eclesia Sancti Dominici.
Martino fu Gnarisi e suo figlio Nasimbeno hanno venduto a Francino de Trovegnanis, confrate della
religione di San Domenico di Toscolano, tre appezzamenti di terra in contrada Crone a Salò per
cinquantasette libre di planete e dodici soldi di planete.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LXXV.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano de tribus peciis terre quas aquisivit a Nascembeno filio
Martini Gnarisii de Gardono./ Die vigesimo primo februarii, in Tusculano, in religione infrascripta in
eclesia Sancti Dominici, presentibus: Bono quondam fratris Iohanis,/ notario pro secundo notario,
Bono quondam Nicolini, ambobus de Grezenico de Tusculano, Martino quondam Iacobini de
Paytono, An/toniolo quondam Iacobini de Cornu de Faxano, ambobus habitatoribus dicte ville de
Grezenico de Tusculano, omnibus testibus rogatis. Ibi/ Martinus quondam Gnarissii de Morgnaga
de Gardono et Nasimbenus fillius dicti Martini, verbo et consensu ac in/iussu dicti Martini patris
eius ei ad omnia infrascripta parabolam dantis et quilibet eorum in solidum iure proprio/ in
perpetuum, videlicet ad mundum purum, franchum et expeditum alodium et sine conditione
decimarum dedit, ven/didit et tradidit fratri Francino de Trovegnanis, confratri religionis Sancti
Dominici de Tusculano, emempti nomine et/ vice dicte religionis et capituli et conventus eiusdem
et de propris denariis dicte religionis et per eum dicte religioni,/ infrascriptas pecias terre iacentes
in teratorio de Salodo in contrata ubi dicitur in Cronis; prima est aratoria et olivata, cui coheret a
mane heredes Ber/tolini de Bonzaninis, a meridie Iacobinus qui dicitur Mina de Splazolis pro uxore,
a sero via, a monte plebs de Salodo; secunda iacet/ in dicto teratorio et contrata et est aratoria et
olivata, cui coheret a mane Iohanes Petri Otelli, a meridie dictus Iohanes in parte et in parte
Scol/arius de Mornaga, a sero dictus Scolarius, a monte dictus Iohanes Otelli in parte;
250

tercia pecia terre iacet in dicto teratorio et contrata/ et est aratoria et olivata, cui coheret a mane
via, a meridie Iacobinus de Splazolis in parte pro uxore et in parte heredes Zanni Ordane de/ Salodo
et in parte heredes Petri de Mornaga et in parte Salodinus de Salodo de Manzinis, a sero heredes
Bertolini de Bonzaninis/ de Gardono, a monte plebs de Salodo, salvis omnibus aliis coherentiis, si
que forent. Ad habendum tenendum et possidendum et ad quidquid confratribus dicte/ religionis
et capitulo et conventui eiusdem deinceps placuerit perpetuo faciendum, cum omnibus et singulis
que intra predictos continentur confi/nes vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et
regressibus suis usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis/ que dicte petie terre et quelibet
earum habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu
requisitione/ sibi et cuilibet eorum ex dictis peciis terre seu aliqua earum modo aliquo pertinente
seu spectante. Hoc autem fecerunt nominatim dicti/ venditores pro quinquaginta septem libris
planetorum et duodecim soldis planetorum monete nunc curentis in Riperia brixiensi/ ad rationem
triginta duorum soldorum planetorum ducato et viginti quatuor planetorum ambrosanum quos
denarios receperunt ibi presencialiter in denaris/ numeratis a dicto fratre Francino, dante et
solvente nomine et vice dicte religionis et de propris denaris dicte religionis./ Renuntiando omni
exceptioni non datorum nec receptorum et non bene numeratorum dictorum denariorum et omni
legum auxilio et statutis comunis Brixie/ factis et fiendis. Quas quidem pecias terre dicti venditores
sese dicte religionis et capituli et conventus eiusdem nomine constituerunt possessores donec
con/fratres dicte religionis acciperint tenutam et corporalem possesionem quam accipiendi et
retinendi dictus venditor dicto fratri Francino,/ recipienti pro dicta religione et confratribus
eiusdem, omnimodam licentiam contulerunt atque dederunt. Promittentes dicti venditores, per
se/se et suos heredes et cuiuslibet eorum, dicto fratre Francino, recipienti pro dicta religione et
confratribus eiusdem, litem nec controversiam dicte reli/gioni vel confratribus (-) eiusdem vel cui
dederint ullo tempore non infere nec inferenti consentire de dictis peciis terre in toto nec in parte
sed/ dictas pecias terre (-) confratribus dicte religionis ab omni persona et universitate tam in
proprietate quam in possesione legiptime defendere, auctori/zare et desbrigare, sub pena dupli
extimationis illius pecie terre de qualis (mo...) cum pro tempore plus valuerit vel fuerit/ meliorata
et omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus eiusdem incurentium, obligando ad
hoc dicto fratre Francino, recipienti/ pro dicta religione et confratribus eiusdem et per eum dicte
religionis, se personaliter et omnia sua et cuiuslibet eorum bona presentia et futura pi/gneri.
Renuntiando predicti non sic facte dicte venditionis, promisionis, confessionis,
obligationis, renunciationis et non sic vera esse omnia in isto con/tractu contenta et omni legum
auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis et beneficio nove constitutionis et epist/ole divi
Adriani, ita quod quilibet eorum in solidum teneatur ad predicta. Quibus omnibus et singulis
suprascriptis domina Honerata/ quondam magistri de Cavaris de Gardono/ ibi presens, verbo et
consensu dicti Martini viri sui, ei ad omnia et singula infrascripta pa/rabolam dantis, non dollo, non
metu maloque inducta sed ex certa et spontanea voluntate predicte venditioni, promissioni,/
obligationi et omnibus et singulis suprascriptis consensit, refutavit et remissit in manibus dicti
fratris Francini recipientis, nomine quo ut supra, omne/ ius omnesque rationes et actiones, reales
et personales, quod et quas habet vel habere posset in dictis pecis terre sibi obligatis vel ypotecatis/
pro dote vel donatione sua aut pignore generali vel speciali, anteponens ius dicte religionis
omnibus suis iuribus in dictis pecis terre. Renuntiando omni exceptioni non sic facte dicte
refutationis et non ita vera esse omnia in isto contractu contenta et omni legum auxilio et statutis/
comunis Brixie factis et fiendis et beneficio
251

novorum autenticorom ypoticarum et veliani senatus consulti de quibus fuit per me notarium
bene/ certificata quid sit renunciare predictis. Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo
nono, indicione secunda./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius sacri
palacii rogatus, scripsi et omnibus suprascriptis affuy.
141
EMPTIO
1349 marzo 18 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Bernardo fu Rochesani ha venduto a Francino de Trovegnanis, confrate della religione di San
Domenico di Toscolano, un appezzamento di terra in contrada Rollo in Val di Sur a Gardone Riviera
per undici libre di planete.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano, de una pecia terre iacente in teratorio de Gardono
quam emit a Bernardo Rochesani de Faxano de Gardono. Die de/cimo octavo marcii, in Tusculano,
in domibus religionis Sancti Dominici, presentibus: Lonardo qui dicitur Geyus de Faxano, Bono
quondam Gracioli/ de (-) Supiana, ambobus de Gardono, Nicolao filio Michelini Secinelli de Secina
de Tusculano, notario pro secundo notario, omnibus/ testibus rogatis. Ibi Bernardus quondam
Rochesani de Faxano de Gardono, iure proprio in perpetuum videlicet ad mundum purum et
expedi/tum alodium, dedit, vendidit et tradidit fratri Francino, confratri religionis Sancti Dominici
de Tusculano, ememti nomine et vice/ dicte religionis et confratrum et capituli et conventus
eiusdem et de propris denariis dicte religionis, unam peciam terre costivam et castegnivam/
iacentem in teratorio de Gardono in vale Suri in contrata ubi dicitur in Rollo, cui coheret a mane
via, a meridie Venturinus frater dicti venditoris/ et fillius quondam dicti Rochesani, a sero fosatum,
a monte heredes Iohanis Gabe de Gardono, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Ad
habendum,/ tenendum et possidendum et ad quidquid sibi et confratribus dicte religionis deinceps
placuerit perpetuo faciendum, cum omnibus et singulis que/ intra predictos continentur confines
vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas/ et
cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et
cum omni iure et actione, usu seu requisitione/ sibi ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu
spectante. Hoc autem fecit nominatim dictus (-) venditor pro/ undicim libris planetorum monete
nunc curentis in Riperia brixiensi quas recepit ibi presentialiter in denariis numer/atis a dicto fratre
Francino, dante et solvente nomine et vice dicte religionis et de propris denaris dicte religionis, in
presentia/ dictorum testium et mey notari infrascripti. Renuntiando omni exceptioni non datorum,
non habitorum dictorum denariorum et omni legum auxilio et statutis comunis/ Brixie et
comunitatis Riperie factis et fiendis. Quam quidem peciam terre dictus Bernardus venditor se, dicte
religionis et confratrum/ eiusdem nomine, constituit possessorem donec confratres dicte religionis
nomine dicte religionis acciperint tenutam et corporalem possesionem/ quam accipiendi et
retinendi dicto fratre Francino, recipienti pro dicta religione et per eum dicte religioni et
confratribus eiusdem, omnimo/dam licentiam contulit atque dedit. Promittens ipse Bernardus
venditor, per se et suos heredes, dicto fratre Fran/cino, pro se et confratribus et capitulo dicte
religionis stipulanti et recipienti, litem nec controversiam dicte religioni vel confratribus/ eiusdem
ullo tempore non infere nec inferenti consentire de dicta pecia terre in toto nec in parte sed dictam
peciam terre in toto et
252

in parte/ dicte religioni et confratribus eiusdem et cui dederit ab omni persona et universitate tam
in proprietate quam in possesione legiptime defendere,/ auctorizare et desbrigare, sub pena dupli
extimationis dicte pecie terre cum pro tempore plus valuerit vel fuerit me/liorata et omnis dampni
et dispendi inde confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto fratre Francino,
re/cipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, per eum dicte religioni et confratribus
eiusdem, se personaliter et omnia sua bona/ presentia et futura pigneri./ Anno Domini millesimo
trecentesimo quatragessimo nono, indicione secunda./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de
Plano Tusculani, notarius rogatus, iis omnibus affuy et scripsi.
142
EMPTIO
1348 Febbraio 13 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Trovegnanis, prepoisito della religione di San Domenico, con alcuni confratelli, ha
venduto a Zadeo fu Otolini di Supiana un appezzamento di terra nella Val di Sur a Gardone, per
quattordici libre di planete e otto soldi di planete.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta sicut (...) religionis Sancti Dominici de Tusculano vendiderunt suprascriptam peciam terre a
Zadeo Otenini 72
. Die secundo aprilis, in Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici,
presentibus: Iohane fillio Peterboni Bruni, notario/, pro secundo notario, Bono quondam Nicolini,
ambobus de Plano Tusculani, Bertolino filio quondam Boni de Supiana de Gardono, omnibus
testibus rogatis. Ibi, congregato et convocato capitulo religionis Sancti Dominici de Tusculano, de
mandato/ religiosi viri domini fratris Michaelis de Navis, prepositi dicte religionis cum (...modi)
modum inde confratres dicte religionis possent habere (...) et dimidium, procurando unum librum
necessarium/ dicte videlicet unum mesalle pro dicta religione sive quaternos pro faciendo (...) (...)
mesale in quo quidem capitulo haderant infrascripti confratres, videlicet: dictus dominus prepositus
frater Francinus/ de Trovegnanis, frater Iohanes de Brixia, presbiter, frater Bertolinus Gosoli de
Tusculano, frater Nicolaus Bosii de Tusculano, frater Martinus Revelli de Tusculano, frater Iacobinus
de Cisano de/ Scovollo, omnes confratres dicte religionis, in comuni concordio dixerunt quod
melius erat vendere infrascriptam peciam terre iacentem in teratorio de Gardono cum omnimodi
quaternos (..cesuros) pro faciendo fieri/ decimo mesale et quod non videbant modum nec
cognoscebant unde dicti confratres vel dicta religio poset habere peciam terre cum omnimodi
dictos quaternos unde dicti fratres, videlicet dictus dominus/ prepositus una cum dictis confratribus
et dicti confratres una cum dicto domino preposito, dicentes sese esse maiorem partem capituli et
conventus dicte religionis pro meliori et (...) utiliter/ dicte religionis omnibus modo, iure, causa et
forma quibus melius potuerunt dictus dominus prepositus et dicti confratres, per sese et nomine et
vice dicte religionis, ad alodium dederunt/ et tradiderunt Zadeo quondam Otolini de Supiana de
Gardono unam peciam terre castegnivam iacentem in teratorio de Gardono in Valle Suri in contrata
ubi dicitur in Rollo, cui coheret a mane via, a meridie/ heredes Bernardi Rochesani, a sero fosatum,
a monte Iacobus Gavardini, salvis aliis coherenciis. Ad habendum, tenendum et cetera, cum
omnibus et cetera. Hoc autem fecerunt nominatim dicti dominus prepositus et/ dicti
72
I testo da "Carta" a "Otenini" è sottolineato.
253

confratres pro quatuordicim libris planetorum et octo soldis planetorum monete nunc curentis in
Riperia brixiensi, quos confessui fuerunt sese recipisse a dicto domino emptore et de quibus
denariis emerunt trigintaqua/tuor quaternos cartarum copiandi causa faciendi fieri dictum mesale
ut dictus dominus prepositus et dicti confratres dixerunt et asseruerunt sic esse. Renuntiando et
cetera et constituerunt sese possessores nomine/ ipsius et dederunt ei licentiam mutandi in
tenutam et cetera. Et promiserunt eidem emptori eiusdem defendere dictam peciam terre ab omni
persona et cetera. Obligando ad hoc se omnia bona dicte religionis presentia/ et futura pigneri.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo secundo, indicione quinta. Ego Bertolameus
filius Peterboni Bruni, notarius sacri palacii hiis omnibus affui et, rogatus, scripsi.
143
CARTA RESTITUTIONIS
1342 Ottobre 14 Toscolano, sub porticu domuum religionis Sancti Dominici.
Zadeo fu Otelini ha restituito a frate Nicola fu Boninsegna Bosii, agente per conte della religione di
San Domenico, un appezzamento di terra sita in contrada Rollo in Val di Sur di Gardone Riviera.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta sicut Zadeus restituit suprascriptam peciam terre confratribus religionis Sancti Dominici. Die
quarto decimo octubris, in Tusculano, sub porticu domuum religionis Sancti Dominici de Tusculano,
presentibus: Nicolao quondam Petri,/ notario, Franceschino fillio Iohanis Petrboni, notario utroque
rogato hanc cartam suprascriptam subscrivere, Michaele quondam Boninsegne Bosii de Mesaga de
Tusculano, omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi Zadeus quondam Otelini/ de Supiana de
Gardono ad alodium dedit, vendidit et restituit fratri Nicolao quondam Boninsegne Bosii de
Tusculano, emempti et recipienti nomine et vice dicte religionis Sancti Dominici de Tusculano,
unam peciam terre/ castegnivam iacente in teratorio de Gardono in Vale Suri in contrata de Rollo,
cui coheret a mane via, a meridie heredes Bernaldi Rochesani, a sero fosatum, a monte Iacobus
Gavardini, salvis omnibus aliis coherentiis. Ad habendum,/ tenendum et possidendum et cetera,
cum omnibus iuribus et cetera. Hoc autem fecit nominatim pro quatuordicim libris planetorum,
quas confessus et manifestus fuit se recipisse a dicto fratre Nicola, dante et solvente pro dicta
religione Sancti Dominici et de propris denariis dicte religionis. Renuntiando omni exceptioni non
date, non habite dicte pecunie et cetera et constiuit se possessorem dictam peciam terre nomine
dicte religionis donec confratres dicte religionis acciperint tenutam et cetera inde/ dicto fratri
Nicolao, recipienti pro dicte religione et confratribus eiusdem licentiam intrandi in possessionem et
cetera, et promisit dicto fratri Nicolao, recipienti pro dicta religione, defendere dictam peciam terre
ab omni persona quantum est/, pro se et suo facto hoc pacto (...) inter eos quod dictus Zadeus non
teneatur ad defensionem dicte pecie terre nec ad (...) (restit..), pro se suo facto proprio videlicet
sua per (...) cum vendidisse, donavisse vel/ alienavisse dictam peciam terre et aliter non sub pena
omnis dampni et cetera, obligando ad hoc dicto fratri Nicolao, recipienti pro dicta religione, se
personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quatragesimo secundo, indicione quarta. Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani,
notarius sacrii palacii affuy et, rogatus, scripsi.
254

144
EMPTIO
1349 Marzo 29 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Betino fu Ubertino de Ugonibus ha ceduto a Francino de Trovegnanis, confrate della religione di
San Domenico di Toscolano, il fitto di quattordici bazete di olio, un quarterio di bazete e un terzo di
quarterio di bazete d'olio e quattro imperiali, il diritto, il dominio e il possesso di dodici
appezzamenti di terra in territorio di Gardone Riviera in cambio di ventotto libre di planete e dieci
soldi di planete correnti.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LXXVI.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano, de certo ficto quod emit a Betino de Ugonibus. Die
ultimo marcii, in Tusculano, in domibus religionis/ Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Bono
quondam Gracioli de Supiana de Gardono, Mafeo fillio Cozayi de Benethaga de Garg/nano, Pegorini
fillio Avancini Dondurelli de Materno, notario pro secundo notario, omnibus testibus rogatis. Ibi
Betinus quondam domini/ Ubertini de Ugonibus de Brixia, habitator ville de Rotina de Tusculano,
iure proprio in perpetuum videlicet ad mundum purum/ et expeditum alodium, dedit, vendidit et
tradidit, cessit et concessit fratri Francino de Trovegnanis, confratri religionis/ Sancti Dominici de
Tusculano (-), emempti nomine et vice dicte religionis et capituli et conventus et confratrum
eiusdem et de propris denariis/ dicte religionis, quatuordicim bazetas oley et unum quarterium
bazete et terciam partem unius quarterii bazete oley et (-)/ quatuor imperiales ad monetam
veterem (-) de ficto et in ius, dominium et proprietatem infrascriptarum peciarum terre et domus
de quibus/ reditur dictum per infrascriptos suprascripto Betino, videlicet: unam (-) bazetam oley de
ficto quod ei redere tenetur annuatim Benevenutus Paseti de Gardono de una pecia terre olivata
iacente in teratorio (-) de Gardono in contrata ubi dicitur in Fosato de Perniga, cui/ a
mane fosatum, a sero Grandonus Raynaldi, a monte Ricastant uxor quondam Delayti Vereii, a
meridie heredes domini Coradi ut continetur in carta livelli/ facta per Pelegrinum de Gardono,
notarium, die vigesimo quarto ianuarii milesimo trecentesimo trigesimo septimo, indicione quinta
et subscripta per Iacobum Bomartini, notarium; item tres bazetas oley quas ei reddere tenetur
annuatim de ficto Mondinus quondam Gracioli de Gardono de infrascriptis/ duabus pecis terre,
videlicet de una pecia terre iacente in teratorio de Gardono in contrata ubi dicitur Calmarina apud
via de Rovero et est aratoria et/ olivata, cui a mane et a monte via, a sero heredes
quondam Biavesii Pizoli; item de una pecia terre iacente in dicto teratorio et contrata et est olivata
et vidata, cui co/heret a monte dictus Mondinus in parte et in parte Lonardus Gey, a mane via, a
meridie Zuchellus Zenelli et dictus Mondinus/ in parte, a sero heredes Marrtini Benni ut continetur
in carta livelli facta per suprascriptum Pelegrinum, die vigesimo quarto ianuarii, millesimo/
trecentessimo trigessimo septimo, indicione quinta et subscripta per Iacobinum Baldrici de
Gardono, notarium; (-) item unam bazetam et unum/ terzerium bazete et (-) quatuor imperiales ad
monetam veterem de ficto quod ei reddere tenetur annuatim Malgarita fillia quondam/ Salturie de
Gardono de Munchucho de una pecta terre rosiva iacente in teratorio de Gardono in Vale Suri ubi
dicitur in Fol/zinagla, cui coheret a mane glera, a monte Francinus Pasete, a meridie Dalaytus
Manegoldi, a sero heredes Belami ut continetur in carta livelli/ facta per dictum Pelegrinum, die
secundo februarii, millesimo trecentesimo trigesimo septimo, indicione quinta et subscripta per
Bertolinum filium/ dicti Pelegrini; item tria quarteria
255

azete que ei reddere tenetur annuatim de ficto Bertramus quondam Bosii de Faxano de/ una
pecia terre olivata et vidata iacente in dicto teratorio in pertinentiis in Faxano ubi dicitur in Valibus,
cui coheret a mane fosatum/, a meridie Bertolameus Stancharie, a sero dossum sive via, a monte
heredes domini Ugolini de Ugonibus ut continetur in carta livelli facta/ per suprascriptum
Pelegrinum, die vigesimo quarto februarii, millesimo et indicione suprascriptis et subscripta per
Iacobinum Baldrici de Gardono,/ notarium; item unam bazetam oley de ficto quod ei reddere
tenetur annuatim Gema quondam Mafey Casarii de Gardono de una/ pecia terre vidata iacente in
dicto teratorio in contrata ubi dicitur ad Bolzonum, cui coheret a mane via, a meridie Martinus
Ferarii, a sero/ aqua, a monte heredes Ridane et Masarie de Salodo ut continetur in carta livelli
facta per Pelegrinum suprascriptum, die vigesimo nono/ ianuarii, millesimo et indicione
suprascriptis et subscripta per Bonatinum Faxani de Gardono, notarium; item unam bazetam oley
quod ei reddere/ tenetur annuatim de ficto Francinus quondam Brixiani Bertoldi de Gardono de
una pecia terre olivata iacente in dicto teratorio/ in contrata ubi dicitur in Cusano, cui coheret a
sero dictus Betinus venditor, a monte Desideratus Acarini in parte et in parte dictus Franci/nus, a
meridie Iohaninus Quiatini de Salodo sive habentes causam ab eo, ut continetur in carta livelli facta
per suprascriptum Pelegrinum, die tri/gesimo ianuarii, millesimo et indicione suprascriptis et
subscripta per Iacobum Bomartini de Gardono, notarium; item dimediam bazetam de ficto quod ei
reddere tenetur Conter Iohanis Mande de Monchucho de Gardono de medietate unius pecie terre
sedumate cum una do/mo copata iacente in villa de Monchucho, cui coheret de supertoto a mane
Iacobinus Lafranchi, a meridie Petrus quondam Francharii,/ a sero Francinus Vaselli, a monte dictus
Francinus in parte et in parte Iacobinus Lafranchi ut continetur in carta livelli facta per
suprascriptum Pelegri/num, die trigesimo ianuarii, millesimo trecentesimo trigesimo septimo,
indicione quinta; item duas bazetas quas ei/ reddere tenetur annuatim de ficto Pizonus
quondam Morini de Morgnaga de Gardono de una pecia terre iacente in teratorio de Gardono/ in
contrata ubi dicitur ad Sablonum sive ad Campum Ordani, cui coheret a meridie Dalfinus quondam
Adami, a mane heredes quondam domine Bonafemine/ Pizameyi, a sero et a monte Avinant uxor
Rubey Pasini, ut continetur in carta livelli facta per suprascriptum Pelegrinum, die vigesimo/ quarto
februarii, millesimo et indicione suprascriptis et subscripta per Bonatinum Faxani; item duas
bazetas oley quas ei reddere tenetur/ annuatim de ficto heres Francini Pelegrini de Gardono de una
pecia terre iacente in dicto teratorio in contrata de Valibus, cui coheret a mane/ Bozinus Vaxoli in
parte et in parte Ysuardus Ture, a meridie dicta heres Francini, a sero fosatum, a monte Graciolus
ut dicitur contineri in carta/ livelli facta per Delaytum de Morgnaga de Gardono, notarium, die
decimo marcii, millesimo trecentesimo quatragesimo quarto, indicione duodecima; item unam
bazetam oley de ficto quam ei reddere tenetur annuatim Zilianus Amadey Bertoldi de Gardono de
una pecia terre olivata iacente in teratorio de/ Gardono in contrata ubi dicitur ad Olivos Donegos,
cui coheret a mane Martinus Ferarii (-) et esse consueverat a mane Papalardus de/ Salodo, a
meridie lacus, a monte strata comunis Brixie, a sero dictus Zilianus sive heredes ut continetur in
carta livelli facta per Pelegrinum de Gardono,/ notarium, die vigesimo nono ianuarii, millesimo
trecentesimo trigesimo septimo, indicione quinta; item tria quarteria bazete oley de fic/to que ei
reddere tenetur annuatim de ficto Rivanus qui dicitur Zafonus Venture de Gardono de una pecia
terre aratoria, olivata/ et vidata iacente in teratorio de Gardono in contrata de Fongtis, cui coheret
a mane Nasimbenus Iohanis Rubey, a meridie heredes Beloni, a sero/ et a monte via ut dicitur,
contineri in carta livelli facta
256

per *** 73
./ Tali modo dictus Betinus fecit dictam dationem, venditionem et traditionem, cesionem
et/ concessionem de dictis bazetis oley et dictis quarteriis et denariis et iuris et dominiis et
proprietatis dictarum peciarum terre et domus (-) de quibus/ redditur dictum fictum per
suprascriptos in dictum fratrem Francinum, recipientem pro dicta religione et confratribus
eiusdem, ita quod confratres et/ capitulum dicte religionis deinceps in perpetuum habeant,
teneant, gaudeant et possideant dictum fictum et ius, dominium et/ proprietatem dictarum
peciarum terre et dicte domus et de eys quidquid voluerint faciant sine contraditione dicti Betini
suorumque heredum, cum omnibus/ et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si
qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in/ vias publicas et cum omnibus
et singulis iuribus et actionibus dicto Betino ex dicto ficto et iure, dominio et proprietate dictarum/
peciarum terre et domus modo aliquo pertinentibus seu spectantibus. Hoc autem fecit nominatim
dictus venditor pro viginti octo libris/ planetorum et decem soldis planetorum monete nunc
curentis in Riperia brixiensi ad rationem triginta duorum soldorum planetorum duarum, quos/
denarios dictus venditor recepit ibi presentialiter a dicto fratre Francino, dante et solvente nomine
et vice dicte/ religionis et de propris denaris dicte religionis. Renuntiando omni exceptioni non
date, non recepte et non bene numerate pecunie/ et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie
factis et fiendis. Quas quidem res venditas, cessas et concessas dictus ven/ditor, se dicte religionis
et confratrum eiusdem nomine, constituit possessorem donec ipsarum rerum dicta religio et
confratres eiusdem acci/perit possessionem quam accipiendi et retinendi dictus Betinus dicto fratre
(-) Francino, recipienti pro dicta religione et confratribus/ eiusdem, omnimodam licentiam contulit
atque dedit. Costituendo eum recipientem pro dicta religione et confratribus eiusdem/ suum
certum nuntium et procuratorem ponendo eum recipientem pro dicta religione et confratribus
eiusdem (-)/ nomine quo ut supra in suum locum in predictis tamquam in suam rem propriam.
Promittens ipse venditor, per/ se et suos heredes, dicto fratre Francino, recipienti nomine quo ut
supra, litem nec controversiam dicte religioni vel confratribus/ eiusdem ullo tempore non infere
nec inferenti consentire de dictis rebus venditis, cessis et concessis sed dictas/ res venditas, cessas
et concessas dicte religioni et confratribus eiusdem ab omni persona et universitate tam in
proprieta/te quam in possessione legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis
dampni et dispendi inde dicte/ religioni et confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc ei,
recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et/ omnia sua bona presentia
et futura pigneri./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragessimo nono, indicione secunda./
Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
145
EMPTIO
1349 Aprile 14 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Albertino fu Ubertino de Ugonibus ha ceduto a Michele di Nave, preposito della religione delle
chiese di San Domenico e Sant' Eustachio delle Chiusure di Brescia, il fitto di cinque bazete di olio e
tre mezani di albergaria, il diritto, il dominio e il possesso di quattro appezzamenti di terra nelle
contrade Marclino, Perniga, Pretha e Leuruberio di Gardone Riviera, in cambio di dieci libre di
planete correnti.
73
Il testo risulta interrotto senza segni di cancellazione e riprende alla metà della riga successiva.
257

Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
.LXXVII.
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano. Die quarto decimo aprilis, in Tusculano, in domibus
religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Simone/ quondam Zanolini Marcheti, notario
pro secundo notario, Iohanino quondam Boninsegne Bosii, ambobus de Mesaga de Tusculano,
Iohanino Dalmiani/ Guzapalli de Stina de Materno, omnibus testibus rogatis. Ibi Albertinus
quondam domini Ubertini de Ugonibus de Brixia, habitator ville de Rotina Riper/ie brixiensis, iure
proprio in perpetuum videlicet ad mundum purum et expeditum alodium, dedit, vendidit et
tradidit, cessit et concessit/ religiosso viro domino fratri Michaelli de Navis, preposito religionis
eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et Sancti Eusctachi de/ Cleusuris Brixie, ementi nomine et
vice dicte religionis et capituli et conventus eiusdem et de propris denariis dicte religionis et
con/fratrum eiusdem, quinque bazetas oley de ficto ad rectam mensuram de Gardono et tres
mezanos de albergaria ad monetam veterem,/ quod fictum ei dare et solvere tenebatur Petrus
Delaytus, Bertocius et Iacobinus fratres et filii quondam Malesardi de Gardono de/ infrascriptis
quatuor pecis terre iacentibus in teratorio de Gardono, videlicet: imprimis de una pecia terre vidata
iacente in dicto teratorio in contrata ubi dicitur/ ad Marclinum, a mane heres Iacobi
Bomartini, a monte et a sero dictus Zilliolus de Ugonibus (-), a meridie dicta heres Iacobi; item de
una alia/ pecia terre olivata iacente in Perniga, cui coheret a mane Petrus Seroti, a sero et a monte
dictus Betinus, a meridie Petrus Razii; item de una pecia terre/ olivata et vidata iacente in dicto
teratorio ubi dicitur ad Pretham, cui coheret a mane via, a meridie et a sero Bazolus Rivani, a
monte Iacobus Lafranchi;/ item de una pecia terre iacente ad Leuruberium, cui coheret a mane
heredes Bertolini de Bonzaninis, a monte heredes Avancini, a sero heredes domini Coradi,/ salvis
omnibus aliis coherentiis ut continetur in carta livelli facta per Dominicum de Gardono, notarium,
die secundo februarii, millesimo trecentesimo/ trigesimo septimo, indicione quinta et subscripta
per Ysuardus Ture Bertolini, quod fictum predicti dare tenebantur dicto Albertino in/ tera de
Gardono ut est ad canipam dicti Albertini ut in dicto intrumento livelli continetur et eciam ius
dominium et proprietatem/ dictarum peciarum terre de quibus reditur dictum fictum per predictos
in dictum (-) Albertinum. Tali modo dictus Albertinus fecit dictam dationem,/ venditionem et
traditionem de dictis quinque bazetis oley et tribus mezanis de ficto et dominio et proprietate
dictarum peciarum terre in dictum dominum prepo/situm, recipientem pro se et dicta religione et
confratribus eiusdem, ita quod ipse dominus prepositus et confratres dicte religionis habeant,
teneant, gaude/ant (-) et possideant dictum fictum et dominium dictarum peciarum terre sine
contraditione dicti Albertini suorumque heredum, cum omnibus/ et singulis que intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque
in vias publi/cas, et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre habent supra se inter se seu infra
se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu/ requisitione sibi ex dictis venditis, cessis et
concessis modo aliquo pertinente seu spectante. Hoc autem fecit nominatim dictus/ venditor pro
decem libris planetorum monete nunc curentis in Riperia ad rationem viginti quatuor planetorum
ambrosianum et cetera. Quas confe/ssus et manifestus fuit se recipisse et habuisse ibi
presencialiter a dicto domino preposito, dante et solvente nomine et vice dicte reli/gionis et
confratrum eiusdem et de propris denaris dicte religionis. Renuntiando omni exceptioni non date,
non recepte et non bene numerate dicte/ pecunie et omni legum auxilio et
258

statutis comunis Brixie factis et fiendis. Quas quidem res venditas, cessas et concessas dictus
Albertinus se, nomine/ dicte religionis et confratrum eiusdem, constituit possessorem donec dicta
religio et confratres eiusdem acciperint tenutam et corporalem posse/sionem, quam accipiendi et
retinendi deinceps ei recipiente pro dicta religione et confratribus eiusdem omnimodam licentiam
contulit atque/ dedit. Constituendo dictum dominum prepositum recipientem, nomine quo ut
supra, suum certum et procuratorem ponendo eum recipientem/ pro dicta religione et
confratribus eiudsdem in predictis in suum locum tamquam in suam rem propriam. Promittens ipse
Albertinus, per se et/ suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti,
litem nec controversiam ei nec confratribus dicte religionis/ ullo tempore non infere de dictis rebus
venditis, cessis et concessis sed dictas venditas, cessas et concessas dicte religioni/ et confratribus
eiusdem ab omni persona et universitate tam in proprietate quam in possessione legiptime
defendere, auctorizare et desbrigare,/ sub pena omnis dampni et dispendi inde confratribus dicte
religionis incurentium, obligando ad hoc dicto preposito, recipienti pro dicta/ religione et
confratribus eiusdem et per eum dicte religioni et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia
sua bona presentia et futura pigneri./ Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo nono,
indicione secunda./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus,
omnibus suprascriptis affuy et, rogatus, scripsi.
146
EMPTIO
1349 Ottobre 6 Salò, sub porticu domus habitationis Tosere in contrata Platee.
Nicola fu Bertolino Pelegrini e Delayto detto Scolario fu Contri tutore testamentario di Pelegrino,
Disenzano, Bellina, Bona e Requiliana, fratelli di Nicola, hanno dato a frate Nicola della religione di
San Domenico, due appezzamenti di terra in contrada Albarolo di Salò per venticinque libre di
planete correnti. Donna Flos, moglie di Bertolino Pelegrini, accetta di anteporre ai suoi i diritti
territoriali della religione.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quatragesimo nono, indicione secunda.
In Christi nomine, die sexto octubri, in Salodo, sub porticu domus habitationis heredis Tosere de
Salodo in contrata Platee, presentibus: Avancino de Morgnaga/ de Gardono, notario pro secundo
notario, Laurentio filio Franceschini Benevenuti de Cuzaga de Tusculano, notario in rogato hanc
cartam subscrivere,/ Rigeto quondam Requiliani Peterboni Iohanis Rigeti de Materno, omnibus
testibus rogatis. Ibi Nicolaus quondam Bertolini Pelegrini et Delaytus qui/ dicitur Scolarius quondam
Contri de Morgnaga de Gardono, tutor testamentarius Pelegrini et Disenzanni fratrum et
pupillorum et Beline, Bone et/ Requiliane sororum et pupillarum filliorum et filliarum quondam
Bertolini Pelegrini de Gardono, ut continetur in eius testamento scripto per Avancinum/ de
Morgnaga, notarium, die (-) decimo nono mensis iunii, millesimo trecentesimo quatragesimo nono,
indicione secunda et in iudiciali decreto/ confirmatur (-) per dominum Iacobum de Bratis de
Manerva, iudicem vicarium et colateralem domini Aloysii Vitalis pro ducali domino onorabili/
potestati ut continetur in carta confirmationis dicte putelle facta aper suprascriptum Avanzinum,
die quinto octubris, millesimo et indicione infrascriptis, (-)/ (-) iure proprio
259

in perpetuum videlicet ad mundum purum et expeditum alodium, dederunt et tradiderunt et
quilibet eorum/ in solidum fratri Nicolao, confratri religionis Sancti Dominici de Tusculano ementi
nomine et vice dicte religionis et confratrum eiusdem et de propris denariis/ dicte religionis,
infrascriptas pecias terre iacentes in teratorio de Salodo in contrata Albarolli: prima est aratoria et
olivata, cui coheret a mane fosatum,/ a meridie strata comunis Brixie in parte et in parte heredes
Benevenuti ser Lafranchi de Salodo et in parte heres magistri Iohanis, medici de Tusculano, a sero
dicta heres/ magistri Iohanis, a monte heredes Stefanini de Scozollis de Salodo; secunda est aratoria
et olivata et iacet in dicta contrata et teratorio, cui coheret a mane fosatum, a meridie heredes
Mermere de Salodo, a sero Iohanes Petri de Cacaverio, a monte Benevenutus Berlachi, salvis
omnibus coherentiis. Ad habendum, tenendum et possidendum et ad quidquid/ sibi et confratribus
dicte religionis deinceps placuerit perpetuo faciendum, cum omnibus et singulis que intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent,/ et cum accessibus, ingressibus et regressibus dicto
Nicolao Pelegrini de Faxano, Beline et Bone et dictis peciis terre et expensis pertinentibus usque in
vias/ publicas et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra se
in integrum et cum omni iure et actione, usu seu/ requisitione predictis seu alicui predictorum ex
dictis pecis terre modo aliquo pertinente seu spectante. Hoc autem fecerunt nominatim pro vi/ginti
quinque libris planetorum monete nunc curentis in Riperia brixiensi, quas confessi et manifesti
fuerunt sese recipisse et habuisse/ a dicto fratre Nicolao, dante et solvente nomine et vice dicte
religionis et de propris denaris dicte religionis et quos denarios predicti Nicolaus,/ Disenzanus et
Pelegrinus et Bellina et Bona dare et solvere tenebantur tamquam heredes dicti Bertolini domino
Petro de Ugonibus de Brixia et quos predicti/ Nicolaus, Delaytus et domina Flos dederunt dicto
domino Petro ut dicitur, contineri in carta solutionis inde factis. Renuntiando omni exceptioni non/
date, non recepte dicte pecunie et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie et comunitatis
Riperie factis et fiendis. Quas quidem pecias terre predicti se dictorum/ confratrum dicte religionis
nomine constituerunt possessores donec ipsarum peciarum terre et cuiuslibet earum confratres
dicte religionis acciperint tenutam et corporalem possesionem/ quam accipiendi et retinendi dicto
fratre Nicolao, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem omnimodam licentiam nomine
quo ut supra, (-) contulerunt/ atque dederunt. Promittens predicti Nicolaus, (-) per se et suos
heredes et dictus Delaytus, nomine predictorum pupillorum,/ dicto fratre Nicolao, stipulanti et
recipienti nomine et vice dicte religionis et confratribus eiusdem, litem nec controversiam ei nec
confratribus dicte religionis/ ullo tempore non infere nec inferenti de dictis pecis
terre in toto nec in parte sed dictas pecias terre confratribus dicte religionis ab omni persona/ et
universitate tam in proprietate quam in possessione legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde confratribus dicte/ incurentium et
dupli extimationis dictarum peciarum terre cum pro tempore plus valuerint vel fuerint meliorate,
obligando ad hoc dicto fratre/ Nicolao, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem et per
eum confratribus dicte religionis, videlicet dictus Nicolaus et (-) sese/ personaliter et omnia sua
bona presentia et futura pigneri et dictus Delaytus, nomine dictorum pupillorum et pupillarum
personas eorum et/ earum et eorum bona presentia et futura pigneri. Et quia dictus Nicolaus minor
erat viginti quinque annis, maior tam/ quatuordicim, ut dicitur, iuravit ad Sancta Dey Evanyelia,
corporaliter tactis scripturis, predictam venditionem, traditionem/ et omnia suprascripta perpetuo
firma et rata habere et tenere et non contrafacere vel venire ratione minoris etatis aut alia/
qualibet ratione vel causa qua se tueri posset in contrarium. Quibus omnibus et singulis
suprascriptis
260

predicte venditioni, traditioni et omnibus et singulis suprascriptis/ domina Flos, uxor suprescripti
Pelegrini, consensit, refutavit, et remisit in manibus dicti fratris Nicolai, recipientis nomine dicte
religionis et confratrum/ eiusdem, omne ius omnesque rationes et actiones reales et personales,
utiles et directas quod et quas habet vel habere posset in dictis pecis terre sibi/ ypoticatis vel
obligatis pro dote vel donatione sua aut pigneri generali vel speciali, anteponens ius dicte religionis
omnibus/ suis iuribus in dictis pecis terre. Renuntiando omni exceptioni non sic facte refutationis et
non ita vera esse omnia et singula in isto contractu/ contenta et omni legum auxilio et statutis
comunis Brixie factis et fiendis et beneficio novorum autenticorum, ypoticarum et veliani senatus/
consulti de quibus fuit per me notarium bene certificata quid sit renunciare predictis./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quatragesimo nono, indicione secunda./ Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
147
CARTA CONTRACAMBI
1352 Agosto 8 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di San Domenico, con alcuni confratelli, ha ceduto a
Maffeo detto Arcilino fu Berardino Arcilli il fitto annuo di cinque bazete di olio, il diritto, il dominio
ed il possesso di un appezzamento di terra sita in contrada Villavetro di Gargnano in cambio del
fitto annuo di cinque bazete di olio, il diritto, il dominio ed il possesso di un altro appezzamento di
terra sita a Toscolano in contrada Campolongo.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo secundo, indicione quinta.
78
Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano, de uno contracambio facto cum Mafeo qui dicitur
Arcilinus quondam Berardini domini Arcilli de Viaveteri de Gargnano. Die octavo augusti, in
Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Iohane fillio Peterboni
Bruni, notario, Betino/ quondam domini Ubertini de Ugonibus, habitatore ville de Rotina de
Tusculano, Stefanino fillio Iohanis Salvagni de Plano Tusculani, notario utroque/ dictorum rogato
hanc cartam subscribere, omnibus testibus rogatis. Ibi, convocato capitulo religionis Sancti Dominici
de Tusculano,/ de mandato religiossi viri fratris Michaellis de Navis, prepositi dicte religionis, voce
campanelli more solito dicte reli/gionis in quo quidem capitulo ad herant dictus dominus frater
Michael prepositus, frater Francinus de Trovegnanis Vallis/ Tenesis, frater Iohaninus de Brixia,
presbiteri et confratres dicte religionis, frater Martinus Revelli, frater Nicolaus quondam
Bonin/segne Bosii, frater Iacobinus de Cisano, frater Desideratus de Ciis de Salodo, omnes
confratres dicte religionis, asserentes et/ dicentes sese esse maiorem partem capituli dicte
religionis unde dictus dominus prepositus, una cum dictis fratribus, nomine et vi/ce dicte religionis
et confratrum eiusdem ex una parte et Mafeus qui dicitur Arcilinus quondam Berardini domini
Arcilli de Viaveteri/ de Gargnano ex altera parte, fecerunt inter sese contracambium et
permutationem, ut inferius describitur, dedit, tradidit,/ igitur cessit et concessit de igitur dictus
dominus prepositus, verbo et consensu dictorum confratrum per se et suos successores ac no/mine
et
261

vice dicte religionis et confratrum eiusdem, dicto Mafeo quinque bazetas oley quas Rocha
quondam Regetii Baldrici de Plano/ Tusculani et uxor Peterboni Iohanis fratris Peterboni dare et
solvere tenetur annuatim dicte religioni et confratribus eiusdem in epifania Domini/ vel in octava
de una pecia terre cum una piro iacente in teratorio de Gargnano in contrata Viaveteri, cui coheret
a mane et a sero via, salvis/ aliis coherentiis (-) ut continetur in carta livelli facta per me notarium
infrascriptum, die ultimo februari, millesimo trecentesimo quatrage/simo quarto, indicione
duodecima, et in ius, dominium et proprietatem dicte pecie terre de qua redditur dictum fictum
per dictam/ Richam in dictam religionem seu in confratres eiusdem. Tali modo dictus dominus
prepositus, nomine quo ut supra, fecit/ dictam dationem, concesionem et contracambium in
dictum Mafeum de dictis quinque bazetis oley atque iure, domino et proprietate/ dicte pecie terre,
ita quod ipse Mafeus et sui heredes et cui dederit deinceps in perpetuum habeant, teneant,
gaudeant et possideant/ dictas quinque bazetas oley de ficto et dictum ius, dominium et
proprietatem dicte pecie terre et de eis quidquid voluerit faciat sine contradi/tione dicti domini
prepositi et confratrum dicte religionis, cum omnibus et singulis que intra predictos continentur
confines vel alios si qui forent et/ accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra/ se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et confratribus religionis ex dictis
quinque/ bazetis oley atque dominio et proprietate modo aliquo pertinente seu spectante. Quas
quidem datas, (-) et concessas/ dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra se dicti
Mafey nomine constituit posessorem donec ipsarum rerum corporalem acciperit possessionem
quam/ accipiendi et retinendi deinceps nomine quo ut supra omnimodam licentiam contulit atque
dedit. Constituendo eum suum et dicte relig/ionibus certum nuncium et procuratorem ponendo
eum in locum dicte religionis et confratrum eiusdem ut in rem propriam dicte religionis.
Promittens/ ipse dominus prepositus, nomine quo ut supra, dicto Mafeo, pro se et suis heredibus
stipulanti, litem nec controversiam ei nec suis heredibus nec cui dederit ullo/ tempore non infere
nec inferenti consentire de dictis rebus, cessis et cocessis sed dictas res concessas et permutatas
dicto (-)/ Mafeo et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime
defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena/ dupli extimationis dictarum rerum cesarum cum
pro tempore plus valuerint vel fuerint meliorate et omnis dampni et dispendi inde dicto Mafeo/ et
suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Mafeo omnia bona dicte religionis presentia et
futura pigneri. Et ibi in continenti in/ cambium et pro contracambio dictarum quinque bazetarum
oley de ficti et dicti iuris, domini et proprietatis dicte pecie terre dictus Mafeus dedit,/ cesit et
concessit dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, quinque
bazetas oley de ficto annuatim, quas Tuscu/lanus quondam Benevenuti qui dicebatur Botarus de
Pulzano de Tusculano dare et solvere tenetur annuatim dicto Mafeo de una pecia terre aratoria,/
olivata et vidata iacente in teratorio de Tusculano in contrata ubi dicitur in Camplongo, cui coheret
ab una parte heredes quondam Tegacii, ab alia parte/ heredes quondam Iohanis Roselli, ab alia
parte Nicolaus quondam Maloni, ab alia parte via, salvis aliis coherentiis ut continetur in carta livelli
facta/ per Dominicum Degani de Viaveteri de Gargnano, notarium, die nono mensis aprilis,
millesimo trecentesimo quinquagesimo secundo, indicione/ quinta, ibi visa et lecta a me notario
infrascripto. Tali modo dictus Mafeus fecit dictam dationem, cesionem de dictis quinque/ bazetis
oley, (-) iuris, dominii dicte pecie terre de qua redditur dictum fictum per dictum Tusculanum in
dictum Mafeum, ita quod ipse dominus/ prepositus et confratres dicte religionis deinceps in
perpetuum habeant, teneant, gaudeant et possideant dictas quinque
262

azetas oley de ficto/ ac ius, dominium et proprietatem dicte pecie terre et de eis quidquid
voluerint faciant sine contraditione dicti Mafey suorum heredum, cum omnibus/ et singulis que
intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et
regressibus suis usque in vias/ publicas, et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet
supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu/ requisitione sibi ex
dictis rebus venditis, cesis et concesis et permutatis modo aliquo pertinente seu spectante. Quas
quidem res cesas/ et concesas dictus Mafeus se, dicti domini prepositi et confratrum dicte religionis
nomine, constituit possessorem donec ipsarum rerum dictus dominus prepo/situs et confratres
dicte religionis corporalem acciperint possessionem quam accipiendi et retinendi dictus Mafeus
dicto domino preposito/ omnimodam licentiam contulit atque dedit. Constituendo eum et
confratres dicte religionis suos certos nuncios et procuratores ponendo/ eum recipientem pro dicta
religione et confraribus eiusdem in suum locum ut in rem suam propriam (-). Promittens ipse
Mafeus,/ per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et dicta religione et confratribus
eiusdem stipulanti, dictas res cesas et concesas atque/ permutatas ab omni persona et univesitate
legiptime defendere, auctorizare et desbrigare et non movere litem nec controversiam nec
moventi consen/tire, sub pena dupli extimationis dictarum rerum cessarum cum pro tempore plus
valuerint vel fuerint meliorate et omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et
confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro
dicta/ religione et confratribus, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri.
Renuntiando predicti non sic facti dicti contractus et non ita vera/ esse omnia et
singula in isto contractu contenta et omni legum auxilio et specialiter dictus dominus prepositus
decretis et decretalibus, literis/ et rescriptis domini Pape et Romane Curie et omnibus aliis iuribus.
Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta/ uno tenore. Anno Domini millesimo
trecentesimo quinquagesimo secundo, indicione quinta./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni,
notarius sacrii palacii, hiis omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
148
EMPTIO
1352 Ottobre 21 San Felice, ante domum habitationis Antonioli quondam Bonaventure Cerclinis.
Benvenuto detto Romagnolo fu Ordano ha venduto a Nicola, confratello della religione di San
Domenico un appezzamento di terra in contrada pozollo di Manerba per 53 libre di planete e 16
soldi di planete correnti.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta religionis Sancti Dominici de una pecia terre quam emit a Benevenuto qui dicitur Romagnolus
de Sancto Felice. Die vigesimo primo octubris,/ in Burgo Sancti Felicis, in via sive platea ante
domum habitationis Antonioli quondam domini Bonaventure de Cerclinis, presentibus: Bono
quondam/ Persone, Iohane fillio Mazoldi, ambobus de Sancto Felice, Florano molinario de Portesio,
Alesiolo filio Iohanis/ Salvagni de Tusculano, notario pro secundo notario, omnibus testibus rogatis.
Ibi Benevenutus qui dicitur Romagnolus quondam Ordani de Santo/ Felice, iure proprio in
perpetuum videlicet ad mundum purum et expeditum alodium dedit, vendidit et tradidit/ fratri
Nicolao, confratre religionis Sancti Dominici de Tusculano, emempti et recipienti nomine et
263

vice dicte religionis et de pro/pris denariis dicte religionis, unam peciam terre prativam iacentem in
teratorio de Manerva in contrata ubi dicitur in Pozollo, cui coheret/ a mane via (-), a monte
Laurentius qui dicitur Chichinus domini Rambaldini, a sero heredes Nicolini Resane de Salodo, a
meridie via/ in parte, salvis omnibus aliis coherentiis. Ad habendum tenendum et possidendum et
ad quidquid dicte religionis et confratribus eiusdem deinceps placuerit/ perpetuo faciendum, cum
omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum
accessibus, ingressibus et regressibus suis/ usque in vias publicas, et cum omnibus et singulis que
dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu
seu requi/sitione sibi ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Hoc autem fecit
nominatim dictus venditor pro quinquaginta tribus/ libris planetorum et sedicim soldis planetorum
monete nunc curentis in Riperia brixiensi quos denarios confessus et manifestus fuit se recipisse a
dicto fratre/ Nicolao dante et solvente nomine et vice dicte religionis et de propris denaris dicte
religionis. Renuntiando omni exceptioni non date, non/ recepte et non bene mensurate dicte
pecunie et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis. Quam quidem peciam
terre dictus venditor/ se, dicte religionis et confratrum eiusdem nomine, constituit possessorem
donec confratres dicte religionis dicte pecie terre acciperint tenutam et corporalem/ possesionem
quam accipiendi et retinendi deinceps dicto fratri Nicolao, recipienti nomine et vice dicte religionis
et confratrum eiusdem, omnimo/dam licentiam auctoritate sua contulit atque dedit. Promittens
ipse Benevenutus, per se et suos heredes, dicto fratre Nico/lao, recipienti nomine et vice dicte
religionis et confratrum eiusdem, litem nec controversiam dicte religioni nec confratribus eiusdem
ullo tempore non/ infere nec inferenti consentire in toto nec in parte sed dictam peciam terre dicte
religioni et confratribus eiusdem ab omni persona et universitate/ tam in proprietate quam in
possessione legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena dupli extimationis dicte pecie
terre cum/ pro tempore plus valuerit vel fuerit meliorata et omnis dampni et dispendi inde
confratribus dicte religionis incurentium, obligando/ ad hoc dicto fratri Nicolao, recipienti pro dicta
religione et confratribus eiusdem et per eum dicte religioni, se personaliter et omnia sua bona
presentia/ et futura pigneri. Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo secundo,
indicione quinta./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius sacri palacii
hiis omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
149
EMPTIO
1355 Maggio 18 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Pasino fu Giovanni Pasini ha venduto a Francino de Trovegnanis, confratello della religione di San
Domenico di Toscolano un appezzamentio di terra nei pressi di Cuvegnana di Maderno per nove
libre di planete correnti.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo quinto, indicione octava.
79
Carta fratrum religionis Sancti Dominici de una pecia terre quam emerunt a Pasino de Cuvegnana
de Materno. Die decimo octavo/ madii, in
264

Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Nicolao quondam Petri
ser Bertoni, notario/ pro secundo notario, Bono quondam Nicolini, Vigorino quondam Cisani,
omnibus de Tusculano, testibus rogatis. Ibi Pasinus quondam Iohanis/ Pasini de Navacio de
Gargnano, habitator ville de Cuvegnana de Materno, iure proprio in perpetuum/ videlicet ad
mundum purum et expeditum alodium dedit, vendidit et tradidit fratri Francino de Trovegna/nis,
confratri religionis Sancti Dominici de Tusculano, ementi nomine et vice dicte religionis et de
propris denariis dicte/ religionis, unam peciam terre vidatam, lorivam cum aliis arboribus iacentem
in teratorio de Materno a mane parte vile/ de Cuvegnana, cui coheret a mane dicti confratres dicte
religionis, a meridie heredes Delayti Martini Fregamey in parte/ et in parte dicti confratres, a sero
dictus venditor pro domo sua, a monte Benevenutus Martini Fregamey, salvis omnibus/ aliis
coherentiis. Ad habendum, tenendum et possidendum et ad quidquid dicte religioni et confratribus
eiusdem ex dicta pecia terre placuerit/ perpetuo faciendum, cum omnibus et singulis que intra
predictos continentur confines vel alios si qui forent./ Et cum accessibus, in/gressibus et regressibus
suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se
seu/ infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi ex dicta pecia terre
modo aliquo pertinente/ seu spectante. Hoc autem fecit nominatim dictus venditor pro novem
libris planetorum monete nunc curentis in Riperia brixiensi quas confessus/ et manifestus fuit se
recipisse et habuisse a dicto fratre Francino, dante et solvente nomine et vice dicte religionis et de
propris denaris dicte/ religionis, ibi presente in presentia dictorum testium. Renuntiando omni
exceptioni non date, non recepte pecunie et omni legum auxilio et statutis/ comunis Brixie factis et
fiendis. Quam quidem peciam terre dictus venditor se, dicte religionis, confratrum et capituli
eiusdem nomine, constituit possessorem/ donec ipsius rey dicta religio capitulum et confratres
eiusdem corporalem acciperit possesionem quam accipiendi et retinendi deinceps ei/ (-), recipienti
nomine quo ut supra, omnimodam licentiam contulit atque dedit. Promittens ipse venditor, per se
et suos heredes, dicto/ domino fratri Francino, stipulanti et recipienti nomine et vice dicte religionis
et confratrum eiusdem, litem nec controversiam dicte religioni/ et confratribus eiusdem ullo
tempore non infere nec inferenti consentire sed dictam
peciam terre dicte religioni et confratribus eiusdem ab omni/ persona et universitate tam in
proprietate quam in possessione legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena dupli
extimationis dicte/ pecie terre cum pro tempore plus valuerit vel fuerit meliorata et omnis dampni
et dispendi inde dicte religioni et (-) confratribus/ eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto
fratri Francino, stipulanti et recipienti nomine et vice dicte religionis et confratrum eiusdem et per/
eum dicte religioni et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura
pigneri. Quibus omnibus et singulis suprascriptis domina/ Iacobina uxor dicti venditoris (-) verbo et
consensu et auctoritate dicti viri sui ei ad omnia et singula infrascripta parabolam/ dantis dicte
venditionis, obligationis et omnibus et singulis suprascriptis consensit, refutavit et remisit in
manibus (-) dicti viri sui ven/ditoris et dicti fratris Francini, recipientis nomie et vice dicte religionis
et confratrum eiusdem, omne ius omnesque rationes et actiones/ reales et personales utilles et
directas (-) quod et quas habet vel habere poset in dicta pecia terre sibi ypotica vel obligata/
pro dote vel donatione sua, anteponens ius dicte religionis omnibus suis iuribus in dicta pecia terre.
Renuntiando omni exceptioni/ non sic facte dicte refutationis et non ita vera esse in totum et omni
legum auxilio et statutis comunis Brixie et comunitatis Riperie factis et/ fiendis et beneficio
novorum autenticorum ypoticarum et veliani senatus consulti de quibus fuit per me notarium bene
certi/ficata vulgari sermone
265

quid sit renunciare predictis./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo quinto,
indicione octava./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius sacri/ palacii
hiis omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
150
EMPTIO
1357 Dicembre 6 Toscolano,in domibus religionis Sancti Dominici.
Bortolomeo detto Cagna fu Delaito Martini Fregamey ha venduto a Francino de Trovegnanis,
preposito della religione di San Domenico di Toscolano, un appezzamento di terra presso
Cuvegnana di Maderno per nove libre di planete correnti.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo septimo, indicione secunda.
Carta religionis Sancti Dominici de una pecia terre quam emit a Bertolameo dicto Cagna. Die sexto
decembris, in Tusculano, in domibus religionis/ Sancti Dominici, presentibus: Iacombeno Iohanis
Zuchi, Materno quondam Veronesii, ambobus de Materno, Albertino quondam Iohanis Barilli de
Sancto/ Felice, notario pro secundo notario, omnibus testibus rogatis. Ibi Bertolameus qui dicitur
Cagna quondam Delayti Martini Fregamey de Cuvegna/na de Materno iure proprio, in perpetuum
videlicet ad mundum purum et expeditum alodium dedit, vendidit et tradidit religioso/ viro domino
fratri Francino de Trovegnanis, preposito religionis Sancti Dominici de Tusculano, emempti pro
dicta religione et confratribus eiusdem/ et de propris denariis dicte religionis, unam peciam terre
aratoriam, olivatam et vidatam secundum quod terminata est, iacentem in teratorio de Materno
apud/ villam de Cuvegnana a mane parte dicte ville, cui coheret a mane et a monte confratres dicte
religionis, a meridie Cicinus Conti, a sero dictus Bertolameus/ venditor, salvis aliis coherentiis. Ad
habendum, tenendum et possidendum et ad quidquid dicte religioni et confratribus earum et cui
dederit vel habere statuerit/ deinceps placuerit perpetuo faciendum, cum omnibus et singulis que
intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus/ et
regressibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra
se, intra se seu infra se in integrum/ et cum omni iure et actione, usu seu requisitione dicto
Bertolameo ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Hoc autem/ fecit
nominatim dictus (-) Bertolameus pro novem libris planetorum monete nunc curentis in Riperia
brixiensi quas confessus et manifestus fuit/ se recipisse et habuisse a dicto domino preposito in
denariis numeratis in presentia dictorum testium, dante et solvente nomine et vice/ dicte religionis
et de propris denaris dicte religionis. Renuntiando omni exceptioni non date, non recepte et non
bene numerate dicte pecunie/ et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis.
Quam quidem peciam terre dictus Bertolameus venditor se dicte religionis et/ confratrum eiusdem
nomine constituit possessorem donec ipsius rey corporalem acciperit possesionem quam accipiendi
et retinendi deinceps ei recipienti nomine/ quo ut supra omnimodam licentiam contulit atque
dedit. Promittens ipse Bertolameus venditor per se et suos heredes, dicto domino prepo/sito
recipienti, nomine quo ut supra, litem nec controversiam dicte religioni nec confratribus eiusdem
ullo tempore non infere nec inferenti consentire/ de dicta pecia terre in toto nec in parte sed
dictam peciam
266

terre dicte religioni et confratribus eiusdem et cui dederit vel habere statuerit ab omni/ persona et
universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena dupli extimationis dicte pecie
terre cum pro tempore plus va/luerit vel fuerit meliorata et omnis dampni et dispendi inde dicte
religioni et confratribus eiusdem incurentium in placito et expensis et cetera et omnis/ dampni et
dispendi inde dicte religioni et confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto domino
preposito, recipienti, nomine quo ut supra, se/ personaliter et omnia sua bona presentia et futura
pigneri. Et quia dictus Bertolameus venditor minor erat viginti quinque annis,/ maior tam viginti, ut
dicitur, iuravit ad Sancta Dey Evenyelia corporaliter tactis scripturis, non venire contra/ dictam
venditionem, promissionem, obligationem, renunciationem nec contra aliquid in isto contractu
contentum, ratione minoris etatis aut alia/ qualibet ratione vel causa. Insuper dictus prepositus,
nomine quo ut supra, et dictus Bertolameus venditor, omnibus modo, iure, forma/ et causa quibus
melius potuerint, fecerunt et constituerunt Peterbonum Bruni et Petrum Bozie de Tusculano et
quemlibet eorum in solidum/ suos nuncios et procuratores et sindicos speciales ad putandum hoc
instrumentum registratori deputato ad regi/strandum instrumenta et ad faciendum registrare hos
instrumentum./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo septimo, indicione decima./
Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius sacri palacii rogatus, debeo
suprascriptam brevariam in publicam/ formam reducere.
151
EMPTIO
1359 Febbraio 26 Scovolo, in eclesia Sancti Felicis.
Boniollo fu Bono Albertini ha venduto alla religione di San Domenico, tramite il confratello
Bertolino ed il notaio Graciadeo de Primignago, un appezzamento di terra in contrada Brayde a
Manerba, per centosei fiorini d'oro e trentadue soldi di planete. Margherita fu Giovannino Turini
moglie di Boniollo ha rinunciato ai suoi diritti territoriali in favore della religione.
Notaio: Graciadeo di Primignago.
Originale, A.S.M., F.R., R1, car. 96.
.LXXX.
In Christi nomine. Anno a nativitate eiusdem millesimo trecentesimo quinquagesimo nono,
indicione duodecima et die vigesimo sexto mensis/ februari, in eclesia Sancti Felicis de Scovollo,
presentibus: domino pre Petro de Bonzaninis, archipresbitero plebis Sancte Marie Vallis/ Tenessis,
Peterbono Iohanis de Trovegnanis, Duximo Fachanini et Michaele filio Iacobi Tomeye, notario,/
predictis tribus ultimis de Scovollo et ipso Michaele, notario rogato ad se subscribendum, testibus
rogatis. Ibi Boniollus filius condam/ Boni Albertini de Sancto Felice de Scovollo, confitens se lege
romana vivere, recepit ibi presencialiter in pecunia/ numerata centum sex floreni auri boni auri et
iusti ponderis valoris, triginta duorum soldorum planetorum/ pro quolibet floreno a fratre Bertolino
de Concessio, confratre eclesie Sancti Dominici de Tusculano, dante, solvente et numerante/
nomine et vice et de propria pecunia domini prepositi, confratrum, conventus et capituli dicte
eclesie Sancti Dominici de Tusculano/ precio et finito mercato infrascripte venditionis, traditionis et
dationis. Dedit, vendidit et tradidit iure proprio/ in perpetuum ad liberum featichum et expeditum
alodium eidem fratri Bertolino et mihi notario infrascripto/ tamquam persone publice
267

ecipientibus et ementibus nomine et vice dictorum domini prepositi, confratrum, conventus et/
capituli ac dicte eclesie et per ipsum fratrum Bertolinum et me notarium infrascriptum predictis
domino preposito, confratribus,/ conventui et capitulo ac dicte eclesie nominatim unam peciam
terre aratoriam, prativam et ollivatam iuris ipsius venditoris, ut/ asserebat iacentem in teratorio de
Manerva in contrata Brayde sive ad torcullum, cui coheret ab una/ parte via et Petrus Raynaldi de
Manerva et Iacobus Machagni, ab una alia parte dicti confratres/ seu dicta eorum eclesia et
Franceschinus Rambaldini de Manerva, ab una alia parte via et ab/ allia reliqua parte Chichinus
condam Rambaldini de Manerva, salvis aliis coherentiis. Ad habendum, tenendum/ et possidendum
et quidquid eis et eorum successoribus, nomine dicte eclesie deinceps placuerit perpetuo
faciendum, cum omnibus et/ singulis que dicta pecia terre hebet supra se, seu infra seu intra se in
integrum omnique iure, ratione et actione/ usibus, accessibus, ingressibus et egressibus, aquis et
aquaductis eidem venditori in et pro dicta re vendita quolibet/ spectantibus et pertinentibus. Dans
et contendens eidem fratri Bertolino et mihi notario predicto recipientibus et stipulantibus,
nomine/ quo ut supra, omnia iura, rationes et actiones reales et personales, utilles et directas,
mixtas et ypotecharias et allias/ quascumque sibi competens et competentes in dicta et pro dicta re
vendita ita quod predictis iuribus ipsi dominus prepositus/ confratres, capitulum et conventus ac
dicta eclesia ita possint agere, deffendere et experiri quemadmodum ipse venditor/ poterat et
posset ponendo eos in suum locum et ius in predictis ut in rem suam et ipsos nuncios et/
procuratores, pro se dicto nomine dicte eclesie constituit ad predicta tam in agendo quam in
deffendendo. Ceterum dictus/ venditor constituit se dictam peciam terre possidere et in
possessionem esse, nomine ipsorum emptorum donec ipsi emptores/, pro se et dicta eclesia
possessionem acceperint corporalem quam accipiendi (-) eorum auctoritas et retinendi/ deinceps
eisdem emptoribus, pro se et dicta eclesia licentiam contullit atque dedit. Preterea dictus venditor/
per se et suos heredes promisit predicto fratri Bertolino et michi notario predicto recipientibus et
stipulantibus nomine quo ut supra/ de dicta re vendita litem vel quistionem non inferre nec
inferenti consentire sed eisdem et eorum/ successoribus ac dicte eclesie et habentibus seu
habituris causam ab ea tam in proprietate quam in possessione/ deffendere, guarentare,
auctorizare et desbrigare ab omni persona comuni colegio et universitate tam in prima et/ secunda
causa quam in omnibus alliis ac eisdem vacuam et expeditam possessionem tradere et ipsos
emptores in ipsa re/ facere pociores omnemque litem, quistionem et causam que eisdem
emptoribus de ipsa re vendita ullo tempore moveretur in se/ suscipere et ipsam facere sine debito
terminari omni denunciatione omissa omnemque dampnum et litis expendium ac/ interest que ipsi
emptores ex inde ullo tempore pateretur in iudicio et extra eisdem emptoribus refficere sub pena
omnis/ dampni et dispendi ac inter esse inde dictis emptoribus incurentium. Et pena soluta vel non
nihilominus rata maneant/ omnia et singula suprascripta obligavit ad hoc ipse venditor, se
personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri, dicto/ fratri Bertolino et mihi notario
infrascripto recipientibus et stipulantibus, nomine quo ut supra, et renunciavit exceptioni doli, mali
et conditioni/ indebiti sine causa vel per errorem vel ex iniusta causa et omnibus legibus et iuribus
comunibus et singularibus ac cuilibet/ allio suo iuri quibus ipse venditor posset in contentum facere
vel venire. Qui Boniolus venditor iuravit/ ad Sancta Dey Evanyelia, corporaliter tactis scripturis,
predicta omnia et singula vera esse et ea omnia et singula atendere et/ observare et non
contrafacere vel venire aliqua ratione vel causa de iure vel de facto subiciens se iurisdictioni/ iudicis
eclesiastici propter huiusmodi observationem sacramenti quibus venditioni et omnibus et singulis
suprascriptis./ Margarita ibi presens filia condam Iohanini
268

Turini et uxor dicti venditoris, verbo et consensu dicti viri sui/ venditoris, consensit et certificata per
me notarium infrascriptum omnibus suis iuribus tam dotis quam donationis et cuilibet/ alteri suo
iuri ypotecario et quibuslibet alliis suis iuribus que habebat vel habere poterat seu habet/ in dicta
re vendita per pactum remisit et renunciavit. Promittens per se et suos heredes mihi notario
predicto recipienti/ et stipulanti dicto nomine de dicta re vendita ocasione ipsorum iurium litem,
quistionem vel controversiam ullo tempore non/ movere nec moveri consentire per se nec per
allium sed ipsis remissioni et renunciationi semper erit tacita et/ contenta et renunciavit beneficio
iuris autenticarum et ypotecarum et senatus consulto velegiano et/ omnibus aliis (-) iuribus quibus
posset in contrarium facere vel venire. Et insuper/ omnes et singuli suprascripti contrahentes omni
modo et iure quibus melius potuerunt, fecerunt, constituerunt et/ ordinaverunt magistrum
Bertolameum Panethelli de Tusculano, Fedriginum Orioli et Laurencinum/ Maternini et quemlibet
eorum in solidum suos et (...) eorum procuratores specialiter ad faciendum/ registrari hunc
contractum secundum formam decreti magnifici domini Bernabonis vicecomitis et cetera/ et ad
faciendum omnia et singula allia utilia et necessaria in predictis et circha predicta/ promittens
semper de ratio habendo./ Ego Graciadeus de Primignago, notarius rogatus, suprascriptum
instrumentum tradidi et eciam/ hic imbreviavi et de predictis publicum debeo confitere
instrumentum.
152
EMPTIO
1359 Febbraio 14 Toscolano, sub porticu eclesie Sancti Stefani.
Giovanni Peterbono Bruni, emancipato dal padre come riportato nella carta emancipationis del
diciotto febbraio milletrecento cinquanta cinque, ha venduto al notaio Bartolomeo Peterbono
Bruni un appezzamento di terra sita in contrada Crocevia a Toscolano, che egli riceve a nome della
religione di San Domenico, per otto libre di planete correnti.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruno.
Originale, A.S.M., F.R., R1, car. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo nono, indicione duodecima.
81
Carta religionis Sancti Dominici, die quarto decimo februarii, in Plano Tusculani sub porticu eclesie
Sancti Stefani, presentibus: Bertolino/ Tusculani ser Fathini, Benevenuto filio Barberii Noysii,
Tusculano filio Florioli Noysii, notario pro secundo notario, omnibus de Tu/sculano, testibus rogatis.
Ibi Iohanes fillius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, emancipatus a dicto patre suo ut continetur in
carta illius/ emancipationis facta me notarium infrascriptum, die decimo octavo februarii
millesimo trecentesimo quinquagesimo quinto, indicione octava. Ibi/ visa et lecta a me notarium
infrascripto iure proprio in perpetuum (-) videlicet ad mundum purum et expeditum
dedit, vendidit/ et tradidit mihi notario infrascripto ementi et recipienti nomine et vice religionis
Sancti Dominici de Tusculano, capituli, confratrum et conventus/ eiusdem et de propris denaris
dicte religionis, capituli et confratrum eiusdem, unam peciam terre aratoriam, olivatam et vidatam
iacentem in teratorio de Tusculano/ in Campra Plani in contrata ubi dicitur a mane Cruce vie cui
coheret a mane magister Bertolameus de Medicis, a meridie, a sero et a monte fratres dicte
reli/gionis, salvis aliis coherentiis. Ad habendum, tenendum et possidendum et ad quidquid (-) dicte
religioni et
269

confratribus eiusdem ex dicta pecia terre modo aliquo/ (-) de ea quidquid placuerit perpetuo
faciendum, cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui/ forent
et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis
que dicta pecia terre habet supra se/ intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione,
usu seu requisitione sibi ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu/ spectante. Hoc autem
fecit nominatim dictus venditor pro octo libris planetorum monete nunc curentis in Riperia
brixiensi quas/ confessus et manifestus fuit se recipisse et habuisse a me notario infrascripto dante
et solvente nomine et vice dicte religionis et de propris denaris/ dicte religionis capituli et
confratrum eiusdem. Renuntiando omni exceptioni non date, non recepte dicte pecunie et omni
legum auxilio et statutis comunis Brixie et cetera/. Quam quidem peciam terre dictus venditor se
dicte religionis, capituli et confratrum eiusdem nomine constituit possessorem donec ipsius rey
corporalem/ acciperint possesionem quam accipiendi et retinendi deinceps mihi notario
infrascripto stipulanti et recipienti nomine et vice dicte religionis/ et confratrum et capituli et
conventus eiusdem omnimodam licentiam contullit atque dedit. Promittens ipse venditor per se et
suos heredes/ mihi notario infrascripto stipulanti et recipienti nomine et vice dicte religionis,
capituli et confratrum eiusdem litem nec controversiam dicte religioni, confratribus,/ capitulo et
conventui eiusdem ullo tempore non infere nec inferenti consentire de dicta pecia terre in toto nec
in parte sed dictam/ peciam terre dicte religioni, capitulo et confratribus et conventui eiusdem ab
omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub/ pena dupli
extimationis dicte pecie terre cum pro tempore plus valuerit vel fuerit meliorata et omnis dampni
et dispendi et cetera,/ obligando ad hoc mihi notario infrascripto stipulanti et recipienti nomine et
vice dicte religionis, capituli et confratrum eiusdem et per me dicte/ religioni, capitulo et
confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus
Iohanes omnibus modo, iure,/ forma et causa quibus melius potuit fecit, constituit et ordinavit
Petrum Bozie de Tusculano suum certum nuncium et procuratorem et sindicum specialem/
specialiter et expresse ad presentandum hoc instrumentum registratori deputavit ad registrandum
instrumenta et ad faciendum/ registrari in libro registri secundum decretum et ordinamenta
magnifici et excelsi domini Bernabonis et cetera./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quinquagesimo nono, indicione duo decima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano
Tusculani, notarius sacri palacii rogatus, scripsi.
153
EMPTIO
1361 Novembre 15 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Bertolino fu Rizardino Zilioli de Ugonibus ha ceduto a Francino de Trovegnanis, preposito della
religione di San Domenico di Toscolano, il fitto annuo di tre bazete e mezza di olio, il diritto, il
dominio, il possesso di tre appezzamenti di terra site nelle contrade Valle Grande, Varino e Valle
Perva di Gargnano, per dodici libre di planete correnti.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo primo, indicione quarta decima.
270

Carta fratrum religionis Sancti Dominici, die quinto decimo mensis novembris in Tusculano, in
domibus religionis/ Sancti Dominici, presentibus: Betino quondam domini Ubertini de Ugonibus
habitatore ville de Rotina de Tusculano, Guiel/mino quondam Mani de Gardono notario, Bontempo
quondam Gabrielli de Soyano, omnibus testibus rogatis. Ibi Bertolinus/ quondam Rizardini domini
Zilioli de Ugonibus civis Brixie, iure proprio in perpetuum videlicet ad mundum purum/ et
expeditum alodium dedit, vendidit et tradidit, cessit et concessit religiosso viro domino fratri
Francino/ de Trovegnanis de Scovolo, preposito religionis predicte, ementi et recipienti pro dicta
religione, confratrum et capituli/ eiusdem tres bazetas et dimidiam oley de ficto annuatim quod
fictum Peterbonus quondam Tomasini qui dicebatur Scuthe/larius de Boyaco de Gargnano dare et
solvere tenetur (-) et tenebatur annuatim dicto Bertolino de infrascriptis/ peciis terre: prima est
aratoria, olivata, vidata et loriva iacente in teratorio de Gargnano in Vale Granda cui coheret a
mane Ni/colaus (-) Axonli pro dicto domino *** 74
, a meridie heredes Vinelli, a sero Iacobus
Richeboni in parte et in parte Valis/ et a monte Vallis; secunda pecia terre est aratoria, olivata at
vidata iacente in dicto teratorio in Varino, cui coheret a mane Polus Iohanis/ Degelguardi sive Yema
eius uxore, a meridie Bertolinus Boye, a sero dictus Peterbonus pro dicto domino, a monte
Bertolinus Fastini./ Tercia pecia terre est olivata, vidata et loriva et aratoria iacente in dicto
teratorio super Varino et in Vale Perva, cui coheret/ a mane Tomasinus Bayamonti, a monte
Bertolinus Boye, a sero similiter dictus Bertolinus, a meridie Bertolinus Fastini, in parte et/ in parte
Bertolameus Iohanis Degelguardi, salvis aliis ut continetur in carta livelli et eciam ius, dominium et
proprietatem/ dictarum peciarum terre de quibus redditur et reddi videlicet dictum fictum. Tali
modo dictus Bertolinus fecit dictam da/tionem, venditionem, cesionem et concesionem de dictis
tribus bazetis et dimidiam oley de ficto autem iure dominio et proprietate/ dictarum peciarum
terre in dictum dominum prepositum, recipientem nomine quo ut supra ita quod dicta religio,
capitulum et confratres eiusdem/ habeant, teneant, gaudeant et possideant dictas res venditas,
cessas et concessas et de eis quidquid voluerint/ faciant sine contradictione dicti Bertolini
suorumque heredum, cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si
qui forent/ et cum accessibus, et cetera et cum omnibus iuribus et actionibus sibi ex dictis rebus
venditis, cessis et concessis modo aliquo pertinente/ seu spectante. Hoc autem fecit nominatim
dictus venditor pro duodecim libris planetorum monete nunc curentis in Riperia brixiensi quas/
confessus et manifestus fuit se recipisse et habuisse a dicto domino preposito dante et solvente
nomine et vice dicte religionis,/ confratrum et capituli eiusdem et de propris denaris dicte
religionis, confratrum et capituli eiusdem. Renuntiando omni exceptioni non date, non/ recepte
dicte pecunie et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis. Quas quidem res
venditas, cessas et/ concessas dictus Bertolinus (-) se nomine confratrum, capituli et conventus
eiusdem constituit possessorem donec ipsarum rerum corporalem/ acciperint possesionem quam
accipiendi et retinendi deinceps dicto domino preposito, recipienti nomine quo ut supra
omnimodam licentiam con/tulit atque dedit. Constituendo dictum dominum prepositum,
confratres et capitulum dicte religionis suos certos nuncios/ et procuratores ponendo eos imprimis
in suum locum ut in suam rem propriam. Promittens ipse Bertolinus, per se et suos/ heredes, dicto
domino preposito, stipulanti et recipienti nomine quo ut supra litem nec controversiam ei nec dicte
religioni, nec confratribus/ eiusdem ullo tempore non infere nec inferenti consentire de dictis (-)
rebus venditis, cessis et concessis/ sed dictas res venditas, cessas et concessas dicte religioni et
confratribus eiusdem ab omni persona et universitate
74
Manca il nome del proprietario.
271

legiptime/ defendere et cetera sub omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus
eiusdem incurentium, obligando ad/ hoc dicto domino preposito, stipulanti et recipienti nomine
quo ut supra se personaliter et omnia sua bona presentia et futura/ pigneri. Insuper dictus dominus
prepositus, nomine dicte religionis et dictus Bertolinus fecerunt, constituerunt et ordinaverunt
Tu/sculanum Florioli et Bonominum Iohanini, ambos de Tusculano et quemlibet in solidum certos
nuncios, procuratores/ et sindicos ad faciendum registrari hos instrumentum et cetera, promittens
de ratio habendo et obligando renunciare./ Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo
primo, indicione quarta decima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani,
notarius rogatus, scripsi.
154
CARTA LIVELLI
1357 Febbraio 8 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Trovegnanis, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Madernino fu Plasino Vigorii una casa e due appezzamenti
di terra nelle contrade Balnico e Campra in territorio di Toscolano, in cambio di quattro gallette di
olio e un cappone all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo septimo, indicione decima.
82
MATERNINUS QUONDAM PLASINI
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano et Maternini Plasini. Die octavo februarii, in
Tusculano, in/ domibus religionis Sancti Dominici, presentibus: Tusculano filio Florioli Noysii,
notario pro secundo notario,/ Franceschino filio fratris Iacobi, ambobus de Tusculano, Delayto qui
dicitur Tosirolus de Turi, habitatore Materni,/ omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus dominus
Francinus de Trovegnanis, prepositus religionis eclesiarum/ Sanctorum Dominici de Tusculano et
sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, verbo et consensu fratris Iohanini de/ Brixia, presbiteri, fratris
Bertolini Gosoli, fratris Martini Revelli, fratris Iustachini de Tusculano, fratris/ Bertolini Bosioti,
omnium confratrum dicte religionis ibi presentium et consentientium sese esse maiorem partem/
capituli dicte religionis ac in omnibus et singulis in isto contractu contentis consentientium per se et
suos suc/cessores ac nomine et vice dicte religionis et confratrum eiusdem, per lignum quod in suis
manibus tene/bat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Materninum quondam Plasini
Vigorii de Plano/ Tusculani de infrascripta domo et peciis terre iuris dicte religionis: imprimis de
una domo/ copata cum tera secum tenente aratoria, loriva et vidata iacente in teratorio de
Tusculano in Plano Tu/sculani in contrata Balnici, cui coheret a mane Albertus Manini in parte pro
dicta religione et in parte via,/ a meridie et a sero via, a monte Tusculanus Manini in parte et in
parte Nicolaus Petri et in parte Albertus suprascriptus pro dicta/ religione et est per mensuram
decem octo tabule; item de una (-) pecia terre loriva et vidata iacente in dicto teratorio et/
contrata, cui coheret a mane via, a meridie via, a sero heredes Bontempi Iohanis ser Iacobi, a
monte Albertus suprascriptus pro dicta religione/ et est per mensuram tres tabule et tres pedes;
item de
272

una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in dicto teratorio/ in Capra Plani ubi dicitur ad
*** 75
, cui coheret a mane via (-), a meridie dominus pre Antonius (...) plebis/ de Tusculano in parte
et in parte una raparia, a sero heredes Dominici fratris Iohanis in parte et in parte Vigorinus Zisani,
a monte Faci/olus Mese in parte et in parte Iohanes Peterboni et est per mensuram triginta tres
tabule, salvis aliis coherentiis. Tali modo dictus dominus pre/positus, nomine quo ut supra, fecit
dictam investituram de dicta domo et peciis terre in dictum Materninum, ita quod ipse et sui
heredes et cui dederit vel habere statu/erit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas
pecias terre et domom et de eis quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione/ dicti domini
prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur
confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus/ et regressibus suis usque in vias
publicas et cum omnibus et singulis que dicta domus et pecie terre habent supra se, intra se seu
infra se in integrum,/ et cum omni iure et actione, usu seu requisitione dicte religioni et
confratribus eiusdem ex dictis pecis terre et domo, modo aliquo pertinente seu spectante./ Dando,
reddendo et solvendo ipse Materninus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus
eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava/ quatuor (-) galetas oley et unum caponem,
nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de/
Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota
aliquo tempore vellet vendere/ ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum
prepositum vel confratres dicte religionis et eis, emere volentibus nomine et vice/ dicte religionis,
pro duobus soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat ius suum cui
voluerit, preter servo eclesie vel poten/ti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito
vel suis successoribus inde habentibus duos soldos planetorum pro quibus debeant novum/
emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Materninus, per se
et suos heredes, dicto domino pre/posito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et
atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare/ omnia et singula in isto
contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus eiusdem
incurentium, obligando ad hoc/ dicto domino preposito, stipulanti et recipienti pro dicta religione
et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper
dictus/ dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit dicto Maternino, pro se et
suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et domum ei et suis heredibus/ et cui dederit (-) dictam
investituram ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub
pena omnis/ dampni et dispendi inde dicto Maternino et suis heredibus incurentium, obligando ad
hoc dicto Maternino omnia bona dicte religionis presentia/ et futura pigneri. De quibus pecis terre
et domo ex nunc dictus Materninus confitetur esse in tenuta et corporali possessione pro dicta
religione/ et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesimo septimo, indicione decima./ Ego Bertolameus filius
Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
75
Manca l'indicazione del toponimo.
273

155
CARTA LIVELLI
1357 Aprile 18 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Trovegnanis, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto ad Alberto fu Giovanni detto Manino tre appezzamenti di
terra siti nelle contrade Ronchetelli e Balnico di Toscolano in cambio di cinque gallette o venti
bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo septimo, indicione decima.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano et Alberti Manini. Die decimo octavo aprilis, in
Tusculano, in domibus/ religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Tusculano
filio Florioli Noysii, notario pro secundo notario,/ Lesiolo filio Iohanis Salvagni, notario et rogato
hanc cartam subscrivere, Galvagno quondam magistri Baldrici, omnibus/ de Tusculano, testibus
rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Francinus de Trovegnanis, prepositus religionis eclesiarum/
Sanctorum Dominici de Tusculano et Heustachi de Cleusuris Brixie, verbo et consensu
infrascriptorum confratrum, videlicet fratris Iohanini de Brixia, presbiteri, fratris Bertolini Gosoli,
fratris Bertolini Bosioti, fratris Martini Revelli, fratris Desiderati de Ciis/ et fratris Iacobini de Cisano,
omnium confratrum dicte religionis ibi presentium et omnibus infrascriptis consentientium ac in
dicentium/ sese esse duas partes et plures capituli et conventus dicte religionis, per se et suos
successores ac nomine et vice/ dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in
suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie/ investivit Albertum quondam Iohanis qui
dicebatur Maninus, habitatorem ville de Grezenico de Tusculano, de infrascriptis peciis terre iuris/
dictarum eclesiarum iacentibus in teratorio de Tusculano in Plano: prima est aratoria, olivata,
loriva, vegra et costiva iacente in dicto/ teratorio in contrata de Ronchethellis, cui coheret a mane
heredes Iohanis Ruzenelli in parte Iacobinus Iohanis Omerii, a meridie Do/minicus
Martinelli in parte et in parte Floriolus Noysii et in parte Bontempus fratris Mezi, a sero dictus/
Albertus conductor in parte et in parte Iohaninus Nasimpacis, a monte via; secunda pecia terre est
loriva et vidata iacente in Plano/ Tusculani in contrata Balnici, cui coheret a mane via, a meridie
Materninus Plasini pro dicta religione, a sero heredes Bontempi Iohanis ser/ Iacobi in parte et in
parte Francinus Pini, a monte eclesia Sancti Nicolay et est per mensuram tabularum undicim et sex
pedes vel circa;/ tercia pecia terre est vegra cum una planta olivi iacente in dicto teratorio et
contrata, cui coheret a mane via, a meridie et a sero/ Materninus Plasini pro dicta religione, a
monte dictus Albertus conductor et est per mensuram *** 76
, salvis aliis coherentiis./ Tali modo
dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis peciis terre in
dictum Albertum, ita/ quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat,
teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre/ et de eis quidquid voluerit faciat iure livelli sine
contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus/ et singulis que intra
predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus
suis usque/ in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre habent supra se, intra
se seu infra se in integrum et cum/ omni iure et actione, usu seu requisitione dicte religioni et
confratribus eiusdem ex dictis peciis terre modo aliquo pertinente seu/ spectante. Dando,
reddendo et solvendo ipse Albertus, per se et suos heredes, dicte religioni et
76
Manca l'indicazione della misura.
274

confratribus eiusdem annu/atim in epifania Domini vel in octava quinque galetas oley videlicet
viginti bazetas nomine ficti boni et pulcri/ et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in
terra de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena/ dupli et eciam eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore vellet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur/ primo dictum
dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte
religionis,/ dare pro duobus soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat ius suum
cui voluerit, preter servo eclesie/ vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino
preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos/ pro quibus debeant novum
emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens/ ipse Albertus, per se et
suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et
atendere dictum fictum ad/ dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto
contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte relig/ioni et confratribus
eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, stipulanti et recipienti nomine et
vice dicte religionis/ et confratrum eiusdem, , se personaliter et omnia sua bona presentia et futura
pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo/ ut supra, stipulatione promisit dicto
Alberto, pro se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram ei et suis
heredibus et cui/ dederit ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi/ inde dicto Alberto et suis heredibus incurentium,
obligando ad hoc dicto Alberto omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri./ De quibus
peciis terre ex nunc dictus Albertus confitetur esse in possessione pro dicta religione. Et inde sum
rogatus unum et plura facere/ instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quinquagesimo septimo, indicione decima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano
Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
156
CARTA LIVELLI
1357 Maggio 1 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Trovegnanis, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Domenico fu Bertolino detto Bertazolo Franceschi un
appezzamento di terra in contrada Casamblis in Toscolano in cambio di tre bazete e mezza o
quattordici quarteri di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
84
Carta livelli religionis Sancti Dominici et Dominici quondam Bertazoli. Die primo madii, in
Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano,/ presentibus: Mafezolo quondam
Petri Iohanis Tasche de Benathaga de Gargnano et consentiente omnibus infrascriptis, Bertolino
quondam Tusculani ser Fathi/ni, Amadeo quondam Boldane, ambobus de Tusculano, omnibus de
Tusculano, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Francinus de Trovegn/anis, prepositus
religionis eclesiarum sanctorum (-) Dominici de Tusculano et Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et
suos/ successores ac nomine et vice dicte religionis et confratrum eiusdem, per ligum quod in suis
manibus tenebat ad rectum livellum/ comunis Brixie, investivit Dominicum quondam Bertolini qui
275

dicebatur Bertazolus Franceschi de Mornaga de Tusculano de una/ pecia terre iuris dicte religionis
aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de Tusculano in contrata de Casamblis sive Panacia,/
cui coheret a mane via, a meridie et a sero dictus Dominicus conductor pro Francescho Bonomi, a
monte dictus conductor in parte/ et in parte Pelacanus Mandolini quam consueverat tenere
Mafezolus suprascriptus et est duodicim tabule et duo pedes, salvis/ allis coherentiis. Tali modo
dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in
dictum Dominicum,/ ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps
habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea/ quidquid voluerit faciat iure
livelli sine contraditione confratrum dicte religionis, cum omnibus et singulis que intra predictos
continentur/ confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque
in vias publicas et cum omnibus/ et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra
se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisi/tione dicte religioni et confratribus
eiusdem ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Dando, reddendo et/ solvendo
ipse Dominicus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania
Domini vel in octava/ tres bazetas et dimidiam oley videlicet quatuordicim quarteria oley, nomine
ficti boni et pulcri et bene/ mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad
canipam dicte religionis, sub pena dupli/ et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo
tempore velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur/ primo dictum dominum
prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte reli/gionis
dare pro duobus soldis minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum
cui vo/luerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino
preposito vel suis successo/ribus inde habentibus duos soldos pro quibus debeant novum
emphiteotam investire et breve simille eodem/ tenore firmare. Promittens ipse Dominicus, per se
et suos heredes, dicto domino preposito, stipulanti/ et recipienti pro dicta religione et confratribus
eiusdem, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum termi/num et atendere et observare
omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi/ dicte religioni et
confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, stipulanti et
recipienti/ pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia
et futura pigneri. Insuper/ dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit
dicto Dominico, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam/ peciam terre et dictam investituram
eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit vel habere statuerit ab omni persona/ et universitate
legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto
Dominico/ et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Dominico omnia bona dicte
religionis presentia et futura pigneri. De qua/ pecia terre ex nunc dictus Dominicus confitetur esse
in possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta/ uno
tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo septimo, indicione decima./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
157
CARTA LIVELLI
1357 Maggio 14 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Troveganis, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di Sant'
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a
276

Nicola fu Giovanni Ruzeni un appezzamento di terra in contrada Melovirnis a Toscolano in cambio
di sei bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta livelli religionis Sancti Dominici et Nicolay quondam Iohanis Ruzeni. Die quarto decimo madii,
in Tusculano, in/ domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Iacobo filio Barberii
Noysii, Iohanino filio Berto/lini Zoati, Iacobino quondam Bontempi, omnibus de Plano Tusculani,
testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater/ Francinus de Trovegnanis, prepositus religionis
eclesiarum sanctorum Dominici de Tusculano et Heustachi de Cleusuris/ Brixie, verbo et consensu
infrascriptorum confratrum, videlicet fratris Iohanini de Brixia presbiteri, fratris Martini Revelli,
fratris/ Bertolini Gosolli, fratris Bertolini Bosioti, fratris Nicolay de Mesaga, fratris Desiderati de Ciis
et fratris/ Iacobini de Cisano, omnium confratrum dicte religionis ibi presentium et omnibus et
singulis infrscriptis consensentium ac indicen/tium sese esse duas partes et plures capituli et
conventus dicte religionis, per se et suos successores ac nomine et vice/ dicte religionis et capituli
et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis
Brixie,/ investivit Nicolaum quondam Iohanis Ruzeni de Pulzano de Tusculano de una pecia terre
iuris dicte religionis aratoria,/ olivata et vidata iacente in teratorio de Tusculano in contrata de
Melovirnis, cui coheret a mane heredes Benamati Bertolasii,/ a meridie Morandus Benevenuti
Corveti, a sero via, a monte heredes Iacobini Nicolay, salvis aliis coherentiis et est per mensuram
decem/ octo tabule et unum pedem. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra,
fecit dictam investituram de dicta/ pecia terre in dictum Nicolaum, ita quod ipse et sui heredes et
cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat, teneat, gau/deat et possideat dictam peciam terre
et de ea quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi/ suorumquea
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus,/ ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et
singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra/ se seu infra se in integrum et cum omni iure et
actione, usu seu requisitione dicte religioni et confratribus eiusdem ex dicta/ pecia terre modo
aliquo pertinente seu spectante. Dando, reddendo et solvendo ipse Nicolaus, per se et suos
heredes,/ dicte religioni et confratribus eiusdem (-) annuatim in epifania Domini vel in octava sex
bazetas oley, nomine/ ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensu/ram de Tusculano in
terra de Tusculano, ad canipam dicte relig/ionis sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo tempore velet vendere ius seu me/lioramentum suum, teneatur primo dictum
dominum prepositum vel suos successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice/ dicte
religionis, dare pro duobus soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat ius suum
cui voluerit, preter servo/ eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino
preposito vel suis successoribus inde habentibus duos/ soldos planetorum pro quibus debeant
novum emphiteotam investire et breve simille eodem tenore firmare. Pro/mittens ipse Nicolaus,
per se et suos heredes, dicto domino preposito vel suis successoribus (-) et confratribus dicte
religionis stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et
observare omnia et singula in isto/ contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde
dicte religioni et confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto/ domino preposito,
stipulanti et recipienti nomine et vice dicte religionis, se personaliter et omnia sua bona presentia
et futura pigneri./ Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit
dicto Nicolao, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre/ et
277

dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate
legiptime defendere, auctorizare et/ desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto
Nicolao et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Nicolao/ omnia bona dicte religionis
presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Nicolaus confitetur esse in
possessione pro dicta/ religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno
tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo septimo, indicione decima./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
158
CARTA LIVELLI
1359 Gennaio 28 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Trovegnanis, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, con alcuni confratelli, ha dato in affitto ad Antoniolo fu Oderico Castegne due
appezzamenti di terra nelle contrade Pidosso e Acque di Gaino di Toscolano in cambio di tre
gallette e mezza di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo nono, indicione duodecima.
85
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Antoniolum Oderici de Tusculano. Die
vigesimo octavo ianuarii, in Tusculano,/ in domibus religionis Sancti Dominici, in capitulo dicte
religionis, presentibus: Antoniolo quondam Iohanini quondam domini/ Bonaventure de Cerclinis (-),
notario pro secundo notario, Boniolo quondam Boni Albertini Barili, ambobus de Sancto/ Felice,
Antoniolo quondam Iohanis Borgini de Villa de Gargnano, omnibus testibus rogatis. Ibi congragato
et convocato capitulo religionis/ Sancti Dominici de Tusculano, voce campanelli, more solito ilius
religionis, de mandato religiossi viri domini fratris Franci/ni de Trovegnanis Vallis Tenessis, prepositi
illius religionis in quoquidem capitulo adherant dictus dominus prepositus et fratres Iohaninus de
Brixia presbiter, frater Martinus Revelli, frater Iustachinus Martini Bonzii, (-) ambo de Pulzano/ de
Tusculano, frater Bertolinus Bosioti de Concessio, frater Nicolaus Bosii de Mesaga et frater
Iacobinus de Cisano/ Vallis Tenesis, omnes confratres dicte religionis ac in dicentes et asserentes
sese esse quatuor partes et plures capituli/ et conventus dicte religionis ac in omnibus et singulis in
isto contractu consentientes unde dictus dominus prepositus, verbo et consensu/ et auctoritate
omnium suprascriptorum confratrum, per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis
et confratrum eiusdem, per lignum quod/ in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis
Brixie, investivit Antoniolum quondam Oderici Castegne de Pulzano contrate/ Gayni de Tusculano
de infrascrptis pecis terre iuris dicte religionis in infrascriptis contratis: prima est olivata, vidata
iacente in dicto teratorio/ post Gaynum in contrata ubi dicitur ad Pudossum, cui coheret a mane
Lumbardus Bere in parte et in parte Bertellus Mane/gesii, a meridie, a sero et a monte via et est
per mensuram centum triginta quinque tabule et tres pedes: secunda pecia terre iacet in dicto
teratorio/ in contrata ubi dicitur ad Aquas sive in Castello et est vidata et vegra et costiva, cui
coheret a meridie heredes Tavere pro dicta religione,/ a sero et a monte via, a mane Bosellus
Franceschini Pizolboni et est per mensuram sexaginta tabule, salvis
278

omnibus aliis coherentiis. Tali modo/ dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam
investituram de dictis pecis terre in dictum Antoniolum, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit
vel/ habere statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis
quidquid voluerit faciat iure livelli sine/ contraditione confratrum dicte religionis, cum omnibus et
singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus,/
ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicte pecie
terre habent supra se, intra se seu infra se/ in integrum et cum omni iure et actione, usu seu
requisitione dicte religioni et confratribus eiusdem ex dictis pecis terre modo aliquo/ pertinente
seu spectante. Dando, reddendo et solvendo ipse Antoniolus, per se et suos heredes, dicte religioni
et confratribus/ eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava quatuordicim bazetas oley
videlicet tres galetas (-)/ et dimidium oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam
mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam/ dicte religionis, sub pena dupli. Et
eciam eo salvo quod, si dictus aliquo tempore velet vendere ius suum, teneatur/
primo apellare confratres dicte religionis et eis, emere volentibus nomine dicte religionis, dare pro
quinque soldis minus quam alteri persone;/ alioquin vendat ius suum cui voluerit, preter servo
eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat confratribus dicte religionis,/ inde habentibus
duos soldos planetorum pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem
tenore firmare./ Promittens ipse Antoniolus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se
et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere/ dictum fictum ad dictum terminum et
atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi. Inde dicte religioni et confratribus (-) eiusdem incurentium, obligando ad hoc ei
recipienti, nomine quo ut supra se personaliter et omnia sua bona/ presentia et futura pigneri.
Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit dicto Antoniolo, pro
se et suis/ heredes stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram earum ei et suis
heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime/ defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Antoniolo et suis heredibus
incurentium,/ obligando ad hoc ei omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus
pecis terre ex nunc dictus Antoniolus confitetur/ esse in possessione pro dicta religione. Et inde
sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo
quinquagesimo nono, indicione duodecima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano
Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
159
CARTA LIVELLI
1362 Gennaio 19 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Trovegnanis, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Giovanni fu Bertolino Regentini due appezzamenti di terra
siti nelle contrade Mezza Campra e Scanzano di Toscolano in cambio di cinque bazete di olio
all'anno.
Notaio: Bartolomeo fu Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo, indicione quintadecima.
279

Carta livelli religionis Sancti Dominici et Iohanis Bertolini regentini de Grezenico de Tusculano. Die
decimo nono ianuarii, in Tusculano,/ in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano,
presentibus: Petro quondam Boni Romanini de Tusculano, Dominico quondam/ Iacobini qui
dicebatur Zochella de Materno, testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Francinus de
Trovegnanis,/ prepositus religionis eclesiarum sanctorum Dominici de Tusculano et sancti Heustachi
de Cleusuris Brixie, verbo et consensu et/ auctoritate fratris Nicolay Bosii et fratris Iacobini de
Cisano, confratrum dicte religionis, ibi presentium et omnibus et singullis/ in isto contractu
contentis consentientium, per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis, confratrum,
capituli et/ conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Iohanem/ quondam Bertolini Regentini de Grezenico de Tusculano de
duabus peciis terre iuris dicte religionis iacentibus in teratorio de/ Tusculano in Campra Plani: prima
est aratoria, olivata et vidata et iacet in dicta Campra in contrata ubi dicitur ad Mediam Campram,
cui/ coheret a mane via, a meridie et a sero Peterbonus quondam Ognabeni Feri sive habentes
causam ab eo, a monte Iohaninus ser Nasimpacis; secunda est aratoria,/ olivata et vidata et iacet in
dicta Campra in contrata ubi dicitur ad Scanzanum, cui coheret a mane Bertolameus Zanelli in parte
et in parte heredes/ Bertolamey fratris Iohanis, a meridie Floriolus Noysii in parte et in parte
heredes Facioli, a sero Iacobinus Bontempi in parte et in parte Flori/olus Noysii, a monte heredes
Bertolamey fratris Iohanis in parte et in parte Benedictus Zengi, salvis aliis coherentiis. Tali modo
dictus dominus/ prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis peciis terre in
dictum Iohanem, ita quod ipse et sui heredes/ et cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat,
teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis quidquid/ voluerit faciat iure livelli sine
contraditione dicti domini prepositi et confratrum dicte religionis, cum omnibus/ et singulis que
intra predictos continentur confines vel allios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et
regressibus suis usque/ in vias publicas, et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre habent
supra se, intra se seu infra se in in/tegrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione dicte
religioni et confratribus eiusdem ex dictis peciis terre/ modo aliquo pertinente seu spectante.
Dando, reddendo et solvendo ipse Iohanes, per se et suos heredes, dicte/ religioni et confratribus
eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava quinque bazetas oley, nomine/ ficti boni et
pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam/
dicte religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore vellet
ven/dere ius suum, teneatur primo apellare dictum dominum prepositum vel confratres dicte
religionis et eis, emere vo/lentibus nomine dicte religionis, dare pro quinque soldis planetorum
minus quam alteri persone; alioquin vendat ius/ suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti
homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis/ successoribus inde habentibus
duas/ soldos pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille/
eodem tenore firmare. Promittens ipse Ioahnes, per se et suos heredes, dicto domino preposito,
stipulanti et recipienti, nomine quo/ ut supra, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum
terminum et atendere et observare omnia et singula in/ isto contractu contenta, sub pena omnis
dampni et dispendi inde confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc/ dicto domino
preposito, stipulanti et recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et
omnia sua bona presentia et futura/ pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut
supra, stipulatione promisit dicto Iohani, pro se et suis heredibus/ stipulanti, dictas pecias terre et
dictam investituram ei et suis heredibus

dederit> ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare/ et desbrigare, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto Iohani et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto
Iohani/ omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus peciis terre ex nunc dictus
Iohanes confitetur/ esse in possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura
facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo,
indicione quinta decima./ Ego Bertolameus quondam Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius
rogatus, scripsi.
160
CARTA LIVELLI
1362 Gennaio 21 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Trovegnanis, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Lafranchino fu Baldrico un appezzamento di terra in
contrada Alle Tese a Toscolano in cambio di otto bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo fu Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo, indicione quinta
decima.
86
Carta livelli religionis Sancti Dominici et Lafranchini magistri Baldrici. Die vigesimo primo ianuarii, in
Tusculano, in domibus religionis/ Sancti Dominici, presentibus: Iohanino quondam Bonaventure
notario, Iacobino quondam Iohanis Omerii, ambobus de Tusculano, Martino quondam Malcoti de
Gargnano,/ omnibus (-) testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Francinus de Trovegnanis,
prepositus religionis eclesiarum sanctorum Dominici de Tusculano/ et sancti Heustachi de Cleusuris
Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice confratrum, capituli et conventus eiusdem, per
lignum/ quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Lafranchinum
quondam magistri Baldrici medici de Gre/zenico de Tusculano de una pecia terre iuris dicte
religionis iacente in teratorio de Tusculano in Campra Plani in contrata ubi dicitur ad Tezias,/ cui
coheret a mane Iacobus fratris Iohanis, a meridie Benedictus Zengi, a sero via, a monte via in parte
et in parte Iacobus fratris Iohanis et in parte/ Tusculanus Manini, salvis aliis coherentiis. Tali modo
dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in/
dictum Lafranchinum, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps
habeat, teneat, gaudeat dictam/ peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat iure livelli sine
contraditione dicti domini prepositi et confratrum dicte religionis, cum omnibus/ et singulis que
dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu
seu requisitione/ dicte religioni et confratribus eiusdem modo aliquo pertinente seu spectante et
cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines/ vel alios si qui forent et cum
accessibus, ingressibus suis usque in vias publicas. Dando, reddendo et solvendo/ ipse Lafranchinus,
per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in
octava/ octo bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de
Tusculano in terra/ de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo
quod, si dictus emphiteota/ aliquo tempore vellet vendere ius suum, teneatur primo apellare
dictum dominum prepositum vel
281

confratres dicte religionis/ et eis, emere volentibus nomine dicte religionis, dare pro quinque soldis
planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat/ ius suum cui voluerit, preter servo eclesie
vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito/ vel suis successoribus inde
habentibus duos soldos pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve/ simille eodem
tenore firmare. Promittens ipse Lafranchinus, per se et suos heredes, dicto domino pre/posito,
stipulanti et recipienti, nomine quo ut supra, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum
et atendere et/ observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis
dampni et dispendi inde dicte religioni/ et confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc
dicto domino preposito, recipienti nomine quo ut supra se personaliter et omnia sua/ bona
presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione
promisit dicto/ Lafranchino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam
investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui/ dederit, ab omni persona et universitate legiptime
defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi/ inde dicto Lafranchino et
suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Lafranchino omnia bona dicte religionis/
presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Lafranchinus confitetur esse in
possessione pro dicta re/ligione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno
tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo, indicione quinta decima./ Ego
Bertolameus quondam Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
161
CARTA LIVELLI
1362 Gennaio 25 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Trovegnanis, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Pietro fu Bono Romanini un appezzamento di terra a
Toscolano in Capra, sotto gli Orti, in cambio di otto bazete e mezza di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo fu Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo, indicione quintadecima.
Carta livelli religionis Sancti Dominici et Petri Boni Romanini. Die vigesimo quinto ianuarii, in
Tusculano, in domibus religionis/ Sancti Dominici, presentibus: Andriolo filio Iohanis Salvagni,
Iacobo filio Barberii, (-) ambobus de Tusculano, testibus rogatis./ Ibi religiossus vir dominus frater
Francinus , prepositus religionis eclesiarum sanctorum Dominici de Tusculano et
Heustachi de Cleu/suris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis et
capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis/ manibus tenebat ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Petrum quondam Boni Romanini de Pulzano de Tusculano de una/ pecia
terre aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de Tusculano in Capra Plani sub Ortis, cui
coheret a mane dictus Petrus/ conductor in parte et in parte Iacobinus Zoati, a meridie via, a sero
Vigorinus Cisani, a monte Iohanes Peterboni, salvis aliis coherentiis./ Quam peciam terre dicta
religio habet et tenet ad livellum ab eclesia Santi Iohanis Baptiste de Brixia cum certis alliis/ peciis
terre. Tali modo dictus dominus (-) prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de
dicta pecia terre in dictum/Petrum, ita quod
282

ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat
dictam peciam terre et/ ea quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini
prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que/ intra predictos continentur
confines vel allios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas/ et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu seu Re/quisitione dicte religioni et confratribus eiusdem
ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Dando, reddendo/ et solvendo ipse
Petrus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini
vel in octava/ octo bazetas et dimidiam oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad
rectam mensuram de Tusculano in terra/ de Tusculano, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli.
Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore ve/let vendere ius suum, teneatur primo
apellare dictum dominum prepositum vel confratres dicte religionis et eis, emere volentibus/
nomine dicte religionis, dare pro quinque soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin
vendat ius suum cui volu/erit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat,
dicto domino preposito vel suis successoribus inde/ (-) habentibus duos soldos planetorum pro
quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem/ tenore firmare. Promittens
ipse Petrus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis successoribus/ stipulanti,
dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et
singulla/ in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et
confratribus eiusdem incurentium, obligando/ ad hoc dicto domino preposito, recipienti, nomine
quo ut supra se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus/ dominus
prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit dicto Petro, pro se et suis heredibus
stipulanti, dictam peciam terre et dictam/ investituram ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni
persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub/ pena omnis dampni et
dispendi inde dicto Petro et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc ei omnia bona dicte
religionis/ presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Petrus confitetur esse in
possessione pro dicta religione. Et/ inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno
tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo, indicione duodecima 77
./ Ego
Bertolameus quondam Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
162
CARTA LIVELLI
1362 Marzo 27 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Trovegnanis, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Giacobino fu Bontempi un appezzamento di terra a
Toscolano Alle Raze in cambio di nove quarteri di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo fu Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
77
In realtà l'indizione è la quindicesima, come indicato all'inizio del contratto di investitura.
283

Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo, indicione quarta decima.
87
Carta livelli religionis Sancti Dominici et Iacobini Bontempi. Die vigesimo septimo marcii, in
Tusculano, in/ domibus religionis Sancti Dominici, presentibus: Bonzanino quondam Facioli (-) de
Tusculano, Benevenuto quondam Iohanis Benevenuti de Ma/nerva, ambobus testibus rogatis. Ibi
religiossus vir dominus frater Francinus de Trovegnanis de Scovolo, prepositus re/ligionis
eclesiarum Sanctorum Dominici de Tusculano et Heustachi de Cleusuris Brixie, verbo et consensu et
auctoritate fratris Nico/lay de Mesaga de Tusculano et fratris Iacobini de Cisano, confratrum dicte
religionis ibi presentium et omnibus et singulis in/ isto contractu contenta consensentium per se et
suos successores ac nomine et vice dicte religionis confratrum, capituli et/ conventus eiusdem, per
lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie, investivit Iaco/binum
quondam Bontempi de Plano Tusculani de una pecia terre iuris dicte religionis aratoria, olivata et
vidata iacente in terra/ de Tusculano in Campra Plani in contrata ubi dicitur ad Razias Strovas, cui
coheret a mane Franzolus fratris Iacobi,/ a meridie heredes Dominici Pasquetini, a sero Requilianus
qui dicitur Copeta, a monte confratres dicte religionis, salvis aliis coherentiis./ Tali modo dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de (-) dicta pecia terre in
dictum Iaco/binum, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat,
teneat, gaudeat et possideat/ dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat iure livelli sine
contraditione dicti domini prepositi suorumque succe/ssorum, cum omnibus et singulis (-) que intra
predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus/ et cetera et cum omnibus
iuribus dicte religioni et confratribus eiusdem ex dicta pecia terre pertinentibus et cetera. Dando,
reddendo/ et solvendo ipse Iacobinus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus
eiusdem annuatim in epifania/ Domini vel in octava novem quarteria oley, nomine ficti boni et
pulcri et bene mensurati ad rectam men/suram de Tusculano in terra de Tusculano, ad canipam
dicte religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo/ quod, si dictus emphiteota aliquo tempore velet
vendere ius suum, teneatur primo apellare dictum dominum prepositum vel suos/ successores et
eis, emere volentibus nomine dicte religionis, dare pro quinque soldis minus quam alteri persone;
alioquin/ vendat ius suum cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo
vendat, dicto domino/ preposito vel suis successoribus inde habentibus duos soldos planetorum pro
quibus debeant novum emphiteotam investire/ et breve simille eodem tenore firmare. Promittens
ipse Iacobinus, per se et suos heredes, dicto domino preposito, recipienti/ nomine quo ut supra,
dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et
singula in/ isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino
preposito et confratribus dicte religionis/ incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito,
recipienti, nomine quo ut supra se personaliter et omnia sua bona presentia et futura/ pigneri.
Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit dicto Iacobino, pro
se et suis heredibus/ stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram ei et suis heredibus et
cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime/ defendere, auctorizare et desbrigare, sub
pena omnis dampni et dispendi inde dicto Iacobino et suis heredibus/ incurentium, obligando ad
hoc dicto Iacobino omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia/ terre ex
nunc dictus Iacobinus confitetur esse in possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum
et plura facere instrumenta / Anno Domini millesimo
284

trecentesimo sexagesimo secundo, indicione quintadecima./ Ego Bertolameus quondam Peterboni
Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
163
CARTA LIVELLI
1362 Maggio 10 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Trovegnanis, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S.
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Pietro fu Pasqueti che era detto Gambaldo un
appezzamento di terra in contrada Camaterni a Toscolano.
Notaio:
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo, indicione quinta decima.
Carta livelli religionis Sancti Dominici et Petri Gabaldi de Mesaga. Die tercio decimo madii, in
Tu/sculano, in domibus religionis Sancti Dominici, presentibus: Iohanino Bonaventure notario de
Gayno de Tus/culano, Iohanino Molinario quondam Fachini de Gardono, ambobus testibus rogatis.
Ibi religiossus vir/ dominus frater Francinus de Trovegnanis, prepositus religionis eclesiarum
sanctorum Dominici de Tusculano/ et Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac
nomine et vice dicte religionis, confratrum,/ capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis
manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie,/ investivit (-) Petrum quondam Pasqueti qui
dicebatur Gambaldus/ quondam Boni de Mesaga de Tusculano de una pecia terre aratoria, olivata
et vidata iacente in teratorio de Tusculano/ in contrata Camaterni, cui coheret a mane heredes
Gracii Tomasii, a meridie Michael Bosii, a sero Zilianus/ Calze, a monte via, salvis aliis coherentiis et
est per mensuram duodecim tabule et duo pedes vel circa. 78
90 79
164
CARTA LIVELLI
1353 Gennaio 17 Gardone, in curtivio domuum eclesie Sancti Nicolay.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di S. Eustachio
di Brescia, ha dato in affitto a Margherita fu Salturge un appezzamento di terra in contrada
Folzinagla in Val di Sur a Gardone Riviera in cambio di una bazeta e un terzo di bazeta di olio e
cinque planete all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
78
Il testo risulta interrotto.
79
Il numero è posto in alto al centro di una pagino bianca.
285

Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta.
91
.LXVI.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Malgaritam Salturge de Gardono. Die
decimo septimo ianuarii, in Gardono, in curtivio domuum eclesie/ Sancti Nico/lay, presentibus:
Bertozio quondam Malesardi, Nicolao quondam Bertolini Pelegrini, notario pro secundo notario,
Matino quondam Bonaventure Zoveni, omnibus de Gardono, testibus rogatis. Ibi/ religiossus vir
dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et
Sancti Heustachi de Cleusuris/ Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis et
capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad/ rectum livellum
comunis Brixie, investivit Malgaritam quondam Salturge de Gardono de una pecia terre rosiva
iacente in teratorio de Gardono/ in Valle Suri in Folzinagla, cui coheret a mane Glera, a meridie
Delaytus Manegoldi, a sero heredes Beloni, a monte Fraserius sive heredes, salvis/ alliis coherentiis
et est per mensuram triginta sex tabule. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut
supra, fecit dictam investituram/ de dicta pecia terre in dictam Malgaritam, ita quod ipsa et sui
heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps in perpetuum habeat, teneat, gau/deat et
possideat et de ea quidquid voluerit faciat iure livellario sine contraditione
dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que/ intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque
in vias publicas, et cum/ omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se seu infra
se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione sibi et confratribus/ dicte religionis
ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipsa Malgarita, per se et suos
heredes, dicte religioni et/ confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava unam
bazetam oley et unum tercerium bazete oley et quinque planetos monete nunc/ curentis in Riperia
brixiensi boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Gardono in terra de Gardono, ad
canipam dicte religionis,/ sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dicta mulier aliquo tempore velet
vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo/ dictum dominum prepositum vel suos
successores apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro duobus/
soldis imperialium minus quam alteri persone; alioquin vendat ius suum cui voluerit, preter servo
eclesie vel potenti homini/ quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis
successoribus inde habentibus duos pro quibus debeant novum emphite/otam investire et
breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipsa femina, per se et suos heredes, dicto domino
preposito, pro/ se et suis (-) successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad
dictum terminum et atendere et observare omnia/ et singula in isto contractu contenta, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et suis successoribus incurentium,
obligando/ ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se
personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper/ dictus dominus prepositus
stipulatione promisit, per se et suos successores, dicte Malgarite, pro se et suis heredibus stipulanti,
dictam peciam terre et/ dictam investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit vel habere
statuterit, ab omni persona et universitate legiptime defendere, auc/torizare et desbrigare, sub
pena omnis dampni et dispendi inde dicte Malgarite et suis heredibus incurentium, obligando ad
hoc dicte Malgarite omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex
nunc dicta Malgarita confitetur esse in tenu/ta et corporali possessione
286

pro dicta religione. Renuntiando dicta femina non sic vera esse omnia et singula
in isto contractu contenta et omni legum/ auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis et
beneficio novorum autenticorum ypoticarum et veliani senatus consulti de quibus fuit per/ me
notarium bene certificata quid sit renunciare predictis. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione
sexta. Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius/ sacrii palacii, hiis
omnibus affuy et, rogatus, scripsi.
165
CARTA LIVELLI
1353 Gennaio 17 Gardone, in curtivio domus eclesie Sancti Nicolay.
Michele di Nave preposito della religione di San Domenico e della chiesa di Sant'Eustachio delle
Chiusure di Brescia ha dato in affitto a Contro fu Giovanni Mande la metà di un appezzamento di
terra con una casa a Moncuco di Gardone Riviera in cambio di mezza bazeta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, car. 96.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Contrum Iohanis Mande de Gardono. Die
decimo septimo ianuarii, in Gardono,/ in curtivio domus eclesie Sancti Nicolay, presentibus:
Bertocio quondam Malesardi, Nicolao quondam Bertolini Pelegrini, notario pro secundo notario,/
Martino quondam Bonaventure Zoveni, omnibus de Gardono, testibus rogatis. Ibi religiossus vir
dominus frater Michael de Na/vis, prepositus religionis eclesiarum Sancti Dominici de Tusculano et
Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores et nomine et vice dicte religionis et
capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum
comunis/ Brixie, investivit Contrum quondam Iohanis Mande de Monchucho de Gardono de
medietate unius peciis terre sedumate/ cum una domo copata iacente in vila de Monchucho
teratoruii de Gardono, cui coheret de supertoto a mane Iacobinus quondam Lafranchi, a meridie
Petrus Stancarii, a sero Francinus Vaselli in parte et in parte Iacobinus Lafranchi et est per
mensuram/ ters tabule et octo pedes cum dimidio, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent.
Tali modo dictus dominus prepo/situs, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta
medietate dicte pecie terre et domus in dictum Contrum, ita quod ipse et sui heredes/ et cui
dederit vel habere statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictam medietatem
dicte pecie terre et domum et de eis/ quidquid voluerit faciat sine contraditione iure livelario sine
contraditione dicti domini prepositi; cum omnibus et singulis que intra predictos/ continentur
confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas et cum omnibus/ et singulis dicta medietate dicte pecie terre et domus habent
supra se, intra se, seu infra se in integrum et cum omni iure et actione,/ usu seu requisitione sibi et
confratribus dicte religionis ex dicta medietate dicte pecie terre et domo modo aliquo/ pertinente
seu spectante. Solvendo Contrus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem
annuatim in epi/fania Domini vel in octava dimidiam bazetam oley, nomine ficti boni et pulcri et
bene mensurati ad rectam men/suram de Gardono in terra de Gardono, ad canipam dicte
religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo/ quod, si dictus emphiteota aliquo tempore vellet
vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum prepo/situm vel suos successores
apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro duobus/
287

soldis minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melio/ramentum suum cui voluerit,
preter servo eclesie/ vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis
successoribus inde habentibus duos/ soldos planetorum pro quibus debeant novum emphiteotam
investire et breve simille eodem tenore firmare./ Promittens ipse Conter, per se et suos heredes,
dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti/, dare, solvere/ et atendere dictum
fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto contractu/ contenta,
sub pena omnis dampni/ et dispendi inde dicto domino preposito et confratribus dicte religionis
incurentium,/ obligando ad hoc dicto domino preposito recipienti pro dicta religione et confratribus
eiusdem, se personaliter et omnia sua bona/ presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus
prepositus stipulatione promisit, per se et suos successores,/ dicto Contro, pro se et suis heredibus
stipulanti, dictam medietatem dicte pecie terre et dictam domum ei et suis heredes et cui/ dederit
vel habere statuerit, ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et
desbrigare, sub pena/ omnis dampni et dispendi inde dicto Contro et suis heredibus incurentium,
obligando ad hoc dicto Contro omnia bona dicte/ religionis presentia et futura pigneri. De qua
medietate pecie terre et domo dictus Conter ex nunc confitetur esse in tenuta/ et corporali
possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta./ Ego Bertolameus
filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius/ sacri palacii, hiis omnibus affuy et, rogatus,
scripsi.
166
CARTA LIVELLI
1353 Gennaio 17, Gardone, in domo Nascembenini.
Michele di Nave, preposito della religione di San Domenico e della chiesa di Sant'Eustachio di
Brescia, ha dato in affitto a Nascembenino fu Nascembeni di Tresenico un appezzamento di terra a
Gardone in contrada Pernige, in cambio di una bazeta di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, car. 96.
Carta religionis Sancti Dominici contra Nascembeninum quondam Nascembeni de Tresenico de
Gardono. Die decimo septimo ianuarii, in Gardono, in domo Na/scembenini infrascripti,
presentibus: Bertozio quondam Malesardi, Nicolao quondam Bertolini Pelegrini, notario pro
secundo notario, Martini quondam Bonaven/ture Zoveni, omnibus de gardono, testibus rogatis. Ibi
religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus religionis Sancti/ Dominici de Tusculano
et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis
et capituli/ et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Nascembeninum/ quondam Nascembeni de Tresenico, habitatorem
Gardoni, de una pecia terre olivate et vidate iacente in teratorio de Gardono in contrata Pernige,
cui consu/ esse a mane Petrus Seroti et modo est heres Bertolini Pelegrini, a sero et a
monte Betinus de Ugonibus, a meridie Petrus quondam Razii et est per mensuram decem septem/
tabule et dimidiam, salvis omnibus aliis coherentiis, si que forent. Tali modo dictus dominus
prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta/ pecia terre in dictum
Nascembeninum, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps in
perpetuum habeat,/ teneat, gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea
288

quidquid voluerit faciat iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum;/ cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressi/bus suis usque in vias publicas et cum omnibus et
singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se, seu infra se in integrum et/ cum omni iure et
actione, usu seu requisitione sibi dicte religioni et confratribus eiusdem ex dicta pecia terre modo
aliquo pertinente/ seu spectante. Solvendo ipse Nasimbeninus per se et suos heredes dicte religioni
et confratribus eiusdem annuatim in epifania/ Domini vel in octava unam bazetam oley, nomine
ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Gardono, ad/ canipam dicte
religionis, sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota/ aliquo tempore vellet vendere
ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos succe/ssores
apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro duobus soldis minus
quam alteri persone; alioquin vendat ius/ seu melioramentum suum cui voluerit, preter servo
eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito/ vel suis
successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus debeant/ novum emphiteotam investire et
breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Nascembeninus, per se et suos heredes,/ dicto
domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum
ad dictum terminum et atendere et/ observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub
pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et confratribus dicte re/ligionis
incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito recipienti pro dicta religione et confratribus
eiusdem se personaliter et omnia sua bona presentia/ et futura pigneri. Insuper dictus dominus
prepositus, nomine et vice dicte religionis et confratibus eiusdem, stipulatione promisit dicto/
Nascembenino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam investituram
eiusdem ei et suis heredes et cui dederit, ab omni/ persona et universitate legiptime defendere,
auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Nascemb/enino et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Nascembenino omnia bona dicte religionis presentia
et futura pigneri./ De qua pecia terre ex nunc dictus Nascembeninus confitetur esse in tenuta et
corporali possessione pro dicta religione. Et inde sum/ rogatus unum et plura facere instrumenta
uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo tercio, indicione sexta./ Ego
Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius/ sacri palacii, hiis omnibus affuy et,
rogatus, scripsi.
167
CARTA LIVELLI
1354 Febbraio 17 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di Sant'
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Giovanni fu Ziliano Amadey, per conto proprio e dei fratelli
Nicola, Bonaventura e Ziliano, un appezzamento di terra in contrata Olivi Donegi a Gardone Riviera
in cambio di sette quarteri di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo quarto, indicione septima.
289

Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Iohanem, Nicolaum, Bonaventuram et
Zilianum fratres et filios quondam Ziliani Amadey de Gardono. Die de/cimo septimo februarii, in
Tusculano, in domibus religionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus: Iohanino quondam
Bontempi de Tusculano, notario pro secundo notario,/ Anigeto de Brezio de (-) Salodo, Delayto qui
dicitur Tosirolus de Turi, habitatore Materni, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus/
frater Michael de Navis, prepositus religionis eclesiarum Sancti/ (-) Dominici de Tusculano et Sancti
Heustachi de Cleusuris Brixie,/ per se et suos successores ac nomine et vice dicte religionis et
capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat/ ad rectum livellum
comunis Brixie, investivit Iohanem quondam Ziliani Amadey de Gardono, recipientem pro Nicolao,
Bonaventura/ et Ziliano eius fratibus et filiis quondam dicti Ziliani, pro quibus obligavit, se
personaliter et omnia sua bona presentia (-) se facturum/ et curaturum quod dicti Nicolaus,
Bonaventura et Zilianus habebunt firma et rata omnia et singula in isto contractu contenta, sub/
pena omnis dampni et dispendi inde dicto domino preposito et confratribus dicte religionis
incurentium de una pecia terre aratoria, olivata iacente in teratorio de Gardono in contrata ubi
dicitur ad Olivos Donegos, cui coheret a mane Martinus Ferarii de Gardono et esse consueverat/
Papalardus de Salodo, a meridie lacus, a monte strata comunis Brixie, a sero dicti conductores,
salvis alliis coherentiis et est per mensuram triginta una/ tabule et decem pedes et dimidium. Tali
modo dictus dominus (-) prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta/ pecia
terre in dictum Iohanem 80
, ita quod ipsi Iohanes, Nicolaus, Bonaventura et Zilianus et eorum
heredes et cui/ dederint vel habere statuerint deinceps habeant, teneant, gaudeant et possideant
dictam peciam terre et de ea quidquid voluerint faciant/ iure livelli sine contraditione dicti domini
prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur
confines vel/ alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias
publicas et cum omnibus et singulis que dicta/ pecia terre habet supra se, intra se seu infra se in
integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione dicte religioni/ et confratribus dicte
religionis modo aliquo pertinente seu spectante. Dando et solvendo dicte religioni et confratribus
eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava septem quarteria oley, nomine ficti boni et
pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Gar/dono in terra de Gardono, ad canipam dicte
religionis, sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dicti conductores aliquo/ tempore velent vendere
ius seu melioramentum suum teneantur primo dictum dominum prepositum vel suos successores
apellare/ et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro quinque soldis
planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendant ius/ seu melioramentum suum cui
voluerint, preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendant, dicto domino
preposito/ vel suis successoribus inde habentibus duos soldos pro quibus debeant novum
emphiteotam investire et breve simille eodem/ tenore firmare. Promittens ipse Iohanes, per se et
suos heredes, (-) et nomine et vice dictorum fratrum suorum dicto/ domino preposito, pro se et
dicta religione et confratribus eiusdem stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad
dictum terminum/ et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena
omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et/ confratribus eiusdem incurentium, obligando ad
hoc dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter
et omnia/ sua bona et dictorum fratrum suorum presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus
prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione/ promisit dicto Iohani, recipienti pro se et dictis
80
Inserita per errore la scritta "recipientem, nomine quo ut supra".
290

fratribus suis et eorum heredibus, dictam peciam terre et dictam investituram eis et suis heredibus/
et cui dederint, ab omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub
pena/ omnis dampni et dispendi inde dictis Iohani, Nicolao, Bonaventure et Ziliano et eorum
heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Iohani/ recipienti pro se et dictis fratribusbus suis (-)
omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Io/hanes
confitetur quod ipse et dicti fratres sui sunt in tenuta et corporali possessione pro dicta religione. Et
quia dictus Iohanes/ minor erat viginti quinque annis, maior tam quatuordicim ut dicitur, iuravit ad
Sancta Dey Evanyelia, corporaliter tac/tis scripturis, predictam promissionem, obligationem et
omnia et singula suprascripta perpetuo firma et rata habere et tenere et non contrafacere vel
venire/ ratione minoris etatis aut alia qualibet ratione vel causa. Et inde sum rogatus unum et plura
facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo quarto,
indicione septima. Ego Bertolameus filius Peterboni/ Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus,
scripsi.
168
CARTA LIVELLI
1354 Febbraio 17 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di Sant'
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Rivano detto Zafono Venture un appezzamento di terra in
contrada Fonti a Gardone in cambio di tre quarteri di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
93
.LXVIII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano, contra Rivanum qui dicitur Zafonus Venture de
Gardono. Die decimo septimo februarii, in Tusculano, in domibus/ religionis Sancti Dominici,
presentibus: Iohanino quondam Bontempi de Tusculano, notario pro secundo notario, Amigeto de
Brezio de Salodo, Delayto qui dicitur Tosirolus de Turi,/ habitatore Materni, omnibus testibus
rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus eclesiarum Sancti Dominici
de Tusculano et Sancti Eustachi de/ Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine et vice
dicte religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus/ tenebat ad
rectum livellum comunis Brixie, investivit Rivanum qui dicitur Zafonus Venture de Gardono de una
pecia terre aratoria, olivata et vidata/ iacente in teratorio de Gardono in contrata de Fongtis, cui
coheret a mane (-) Nasimbenus Iohanis Rubey, a meridie heredes Beloni, a sero et a monte via,
salvis/ alliis coherentiis et est per mensuram quinquaginta tabule vel circa. Tali modo dictus
dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam inve/stituram de dicta pecia terre in dictum
Rivanum, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat, teneat,
gaudeat et/ possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat iure livelli sine
contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra/
predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus
suis usque in vias publicas et cum omnibus et/ singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se
seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione dicte religioni et
confratribus/ eiusdem ex dicta pecia terre
291

modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse Rivanus, per se et suos heredes, dicte religioni
et confratribus eiusdem/ annuatim in epifania Domini vel in octava tria quarteria oley, nomine ficti
boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram/ de Gardono in terra de Gardono, ad
canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore/
velet vendere ius seu melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos
successores apellare et eis, emere/ volentibus, dare pro quinque soldis planetorum minus quam
alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui voluerit,/ preter servo eclesie vel
potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel suis successoribus inde
habentibus duos/ soldos pro quibus debeant novum emphiteotam investire et breve simille eodem
tenore firmare. Promittens ipse Rivanus,/ per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et
suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum/ et
atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta, sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicte religioni et confratribus/ eiusdem incurentium, obligando ad hoc dicto domino
preposito, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua bona
presentia/ futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, promisit
stipulatione dicti Rivano, pro se et suis heredibus stipulanti,/ dictam peciam terre et dictam
investituram eiusdem ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et universitate legiptime
defendere, aucto/rizare et desbrigare, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicto Rivano et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto (-)/ Rivano omnia bona dicte religionis presentia et
futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Rivanus confitetur esse in possessione/ et
corporali 81
pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo quarto, indicione septima./ Ego Bertolameus
filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
169
CARTA LIVELLI
1354 Febbraio 17 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di Sant'
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Giacobino fu Malesardi due appezzamenti di terra nelle
contrade Marclino e Lerarberio a Gardone Riviera in cambio di due bazete e mezza di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta livelli religionis Sancti Dominici contra Iacobinum Malesardi de Gardono. Die decimo septimo
februarii, in Tusculano, in domibus/ religionis Sancti Dominici, presentibus: Iohanino quondam
Bontempi de Tusculano, notario pro secundo notario, Amigeto de Brezio de Salodo, Dela/yto qui
dicitur Tosirolus de Turi, habitatore Materni, omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus
frater Michael de Na/vis, prepositus religionis eclesiarum Sancti (-) Heustachi de Cleusuris Brixie et
Sancti Dominici de Tusculano, per se et suos/ successores ac nomine et vice dicte religionis et
capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum/ livellum
comunis Brixie, investivit Iacobinum quondam
81
Espressione scorretta, da sostituire con: "...in tenuta et corporali possessione...".
292

Malesardi de Gardono de infrascriptis peciis terre iuris dicte religionis/ iacentibus in teratorio de
Gardono in infrascriptis contratis: imprimis de una pecia terre aratoria et vidata iacente in teratorio
de Gardono/ in contrata ubi dicitur ad Marclinum, cui coheret a mane et a meridie heredes Iacobi
Bomartini, a monte et a sero dominus Ziliolus de Ugonibus/ et est per mensuram triginta tres
tabule et novem pedes; item de una pecia terre vegra iacente supra Burgum de Gardono/ ubi
dicitur ad Lerarberium, cui coheret a mane heredes Bertolini de Bonzaninis, a monte heredes
Avancini, a sero heredes domini Coradi de/ Ugonibus, salvis alliis coherentiis. Tali modo dictus
prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dictis peciis terre/ in
dictum Iacobinum, ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat,
teneat, gau/deat et possideat dictas pecias terre et de eis quidquid voluerit faciat iure livelli sine
contraditione dicti domini prepositi (-)/ suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra
predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, in/gressibus et regressibus
suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicte pecie terre habent supra se, intra/
se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu requisitione dicte religioni et
confratribus eiusdem/ ex dictis peciis terre modo aliquo pertinente seu spectante. Solvendo ipse
Iacobinus, per se et suos heredes, dicte religioni/ et confratribus eiusdem annuatim in epifania
Domini vel in octava duas bazetas et dimidiam bazetam oley/ nomine ficti boni et pulcri et bene
mensurati ad rectam mensuram de (-) Gardono in terra de Gar/dono, ad canipam dicte religionis,
sub pena dupli. Et in eo salvo quod, si dictus emphiteota/ aliquo tempore velet vendere ius seu
melioramentum suum, teneatur primo dictum prepositum vel suos su/ccessores
apellare et eis, emere volentibus nomine et vice dicte religionis, dare pro quinque soldis
planetorum/ minus quam alteri persone; alioquin vendant ius seu melioramentum suum cui
voluerint, preter servo/ eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino
preposito vel suis successoribus inde/ habentibus duos soldos pro quibus debeant novum
emphiteotam investire et breve simille eodem/ tenore firmare. Promittens ipse Iacobinus, per se et
suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis/ successoribus stipulanti, dare, solvere et
atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et/ singula in isto
contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte religioni/ et confratribus
eiusdem incurentium,/ obligando ad hoc dicto domino preposito, stipulanti et recipienti pro dicta
religione et confratribus eiusdem, se personaliter et omnia sua/ bona presentia et futura pigneri.
Insuper dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit dicto Iaco/bino, pro
se et suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram eiusdem ei et suis
heredibus et cui dederit vel/ habere statuerit, ab omni persona et universitate legiptime defendere,
auctorizare et desbrigare, sub pena omnis dampni/ et dispendi inde dicto Iacobino et suis
heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Iacobino omnia bona dicte/ religionis presentia et
futura pigneri. De quibus peciis terre ex nunc dictus Iacobinus confitetur esse in possessione pro
dicta/ religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesimo quarto, indicione septima. Ego Bertolameus filius Peterboni
Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
293

170
CARTA LIVELLI
1354 Febbraio 17 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano e della chiesa di Sant'
Eustachio di Brescia, ha dato in affitto a Francino fu Bersano Bertoldi un appezzamento di terra in
contrada Cusano di Gardone Riviera in cambio di un quarterio di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
94
.LXVIIII.
Carta livelli religionis Sancti Dominici de Tusculano contra Francinum Bersani Bertoldi
de Gardono. Die decimo septimo februarii, in Tusculano, in domibus/ religionis Sancti Dominici,
presentibus: Iohanino quondam Bontempi de Tusculano, notario pro secundo notario, Iacobino
Malesardi, Rivano qui dicitur Zafonus/ Venture, (-) ambobus de Gardono (-), omnibus testibus
rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Michael de Navis, prepositus relig/ionis eclesiarum Sancti
Dominici de Tusculano et Sancti Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et suos successores ac nomine
et vice dicte/ religionis et capituli et conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat
ad rectum livellum comunis Brixie, invest/ivit Francinum quondam Bersani Bertoldi de Gardono de
una pecia terre iuris dicte religionis, olivata et aratoria iacente in teratorio de Gar/dono in contrata
ubi dicitur in Cusano, cui coheret a sero Betinus de Ugonibus, a monte Desideratus Acatini in parte
et in parte dictus conductor,/ a meridie heredes Iohanini Quiatini de Salodo sive habentes causam
ab eo et est per mensuram quinque tabule et tres pedes, salvis omnibus coherentiis./ Tali
modo dictus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia
terre in dictum Francinum, ita quod ipse et sui/ heredes et cui dederint vel habere statuerint
deinceps habeat, teneat, et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit
faciat iure/ livelli sine contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus
et singulis que intra predictos continentur confines vel allios/ si qui forent et cum accessibus,
ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta pecia
terre habet supra/ se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu
requisitione dicte religioni et confratribus eiusdem ex dicta pecia terre/ modo aliquo pertinente
. Solvendo ipse Francinus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus
eiusdem annuatim in epifania Domini vel in/ octava unum quarterium oley, nomine ficti boni et
pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Gardono in terra de Gardono, ad/ canipam dicte
religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo tempore velet
vendere ius seu/ melioramentum suum, teneatur primo dictum dominum prepositum vel suos
successores apellare et eis, emere volentibus nomine/ et vice dicte religionis, dare pro quinque
soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat ius seu melioramentum suum cui
voluerit, preter/ servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito
vel suis successoribus inde habentibus duos soldos/ pro quibus debeant novum emphiteotam
investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Francinus, per se/ et suos heredes,
dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere et atendere dictum
fictum ad dictum terminum/ et atendere et observare omnia et singula in isto contractu contenta,
sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus/ incurentium, obligando ad
294

hoc dicto domino preposito, stipulanti et recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem, se
personaliter et omnia sua bona presentia/ et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus,
nomine quo ut supra, promisit dicto Francino, pro se et suis heredibus stipulanti,
dictam peciam terre et/ dictam investituram ei et suis heredibus et cui dederit, ab omni persona et
universitate legiptime defendere, auctorizare sub pena omnis/ dampni et dispendi inde dicto
Francino et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Francino omnia bona
dicte religionis presentia et/ futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Francinus confitetur
esse in possessione pro dicta religione. Et quia dictus Francinus minor erat/ viginti quinque annis,
maior tam quatuordicim ut dicitur, iuravit ad Sancta Dey Evanyelia, corporaliter tactis scripturis,
non/ venire contra dictam promissionem, obligationem nec contra aliquid in isto contractu
contentum ratione minoris etatis aut alia qualibet ratione vel causa./ Et inde sum rogatus unum et
plura facere instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo quarto,
indicione septima./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
171
CARTA LIVELLI
1358 Novembre 18 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Trovegnanis, preposito della religione di San Domenico di Toscolano, con alcuni
confratelli, ha dato in affitto a Dainesio fu Pietro Acarini tre appezzamenti di terra in contrada
Scasina di Salò in cambio di cinque gallette o venti bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo octavo, indicione undecima.
Carta livelli religionis Sancti Dominici et Daynesii Acarini de Tresenico de Gardono. Die decimo
octavo novembris, in Tusculano, in domibus/(-) religionis Sancti Dominici in capitulo dicte religionis,
presentibus: Stefano filio Iohanini Benevenuti Mozii de Cuzaga, notario/ pro secundo notario de
Tusculano, Rizardo Zadey de Supiana de Gardono Bertolameo qui dicitur Balzanus quondam Loli
Nicolini de Tusculano et/ Antoniolo quondam Iohanis Borgini de Villa de Gargnano omnibus testibus
rogatis. Ibi congregato et convocato capitulo religionis Sancti/ Dominici de Tusculano de mandato
religiosi viri domini fratris Francini de Trovegnanis Valis Tenesis, voce/ capanelli more solito
illius religionis in quo quidem capitulo adherant dictus dominus prepositus et infrascripti
confratres. Videlicet frater/ Iohaninus quondam Pezini Quarte de Brixia presbiter, frater Martinus
Revelli de Pulzano, frater Nicolaus Bosii, ambobus de Tusculano, frater/ Bertolinus de Concesio,
frater Desideratus de Ciis de Salodo et frater Iacobinus de Cisano omnes confratres dicte religionis
ac eciam/ dicentes sese esse totum capitulum faciens residentiam in dicta religione Sancti Dominici
unde dictus prepositus verbo/ et consensu omnium suprascriptorum confratrum
omnibus et singulis in isto contractu consentientium per se et suos successores ac nomine et vice
dicte/ religionis et confratrum eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum
livellum comunis Brixie, investivit Danesium/ quondam Petri Acarini de Tresinico de Gardono de
infrascriptiis peciis terre iuris dicte religionis iacentibus in teratorio de Salodo in contrata/ ubi
dicitur in Scasina sive in Cronis: prima est aratoria et olivata iacente in dicta
295

contrata cui coheret a mane heredes Bonincontri quondam Bertolini/ Bonzanini, a meridie heredes
Mine de Splazolis, a sero via, a monte plebs de Salodo et est per mensuram quatuordicim tabule
sex pedes et dimidium;/ secunda pecia terre est olivata et aratoria iacente in dicta contrata cui
coheret a sero Scolarius de Morgnaga, a meridie dictus scolarius in parte (-) et in parte/ Iohanes
quondam Petri Otelli, a monte dictus Iohanes, a mane dictus Iohanes Petri Otelli a monte dictus
Iohanes in parte et in parte Nicolaus Stefanini/ de Morgnaga et est per mensuram viginti quatuor
tabule et octo pedes (...). Tercia pecia terre est aratoria et olivata iacente in dicto teratorio et/
contrata cui coheret a mane via, a meridie heredes Mine de Splazolis in parte et in parte Nicolaus
Stefanini et in parte heredes Avancini de Mor/gnaga et in parte Scolarius Contri et in parte Nicolaus
Stefanini et in parte Peterzolus Iohanini Ture in parte et in parte (...)/ Cavagni, a sero Botura Frasini,
a monte plebs de Salodo et est per mensuram triginta duas tabule, octo pedes et duo onzas vel
circa./ Tali modo dictus (-) dominus prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de
dictis peciis terre in dictum Daynesium/ ita quod ipse et sui heredes et cui dederit vel habere
statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis/ quidquid
voluerint faciat iure livelli sine contraditione confratrum dictarum eclesiarum, cum omnibus et
singulis que intra predictos continentur/ confines vel allios si qui forent et cum accessibus,
ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas et cum/ omnibus et singulis que dicte pecie
terre habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et actione, usu seu/
requisitione (-) dicte religioni et confratribus eiusdem modo aliquo pertinente seu spectante.
Dando, reddendo et solvendo/ ipse Daynesius, per se et suos heredes, dicte religionis et
confratribus eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava quinque/ galetas oley videlicet
viginti bazetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Gardono
in terra/ de Gardono, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si dictus
Daynesius aliquo tempore vellet/ vendere ius suum teneantur primo apellare confratres dicte
religionis et eis, emere volentibus pro dicta religione dare pro quinque/ soldis minus quam alteri
persone; alioquin vendant ius cui voluerit, preter servo eclesie vel potenti homini quibus
nullo/ modo vendant confratribus dicte religionis inde habentibus duos soldos planetorum pro
quibus debeant novum emphiteotam investire et bre/ve simille eodem tenore firmare. Promittens
ipse Daynesius, per se et suos heredes, dicto domino preposito, pro se et suis suc/cessoribus
stipulanti, dare, solvere et atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare
omnia et singula in isto/ contractu contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte religioni
et confratribus eiusdem incurentium, obligando ad hoc ei recipienti/ nomine quo ut supra se
personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus prepositus,
nomine quo ut supra, stipulatione/ promisit dicto Daynesio, pro se et suis heredibus stipulanti,
dictas pecias terre et dictam investituram ei et suis heredibus et cui dederit vel/ habere statuerit ab
omni persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena omnis
dampni et dispendi/ inde dicto Daynesio et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc ei omnia
bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus/ peciis terre ex nunc dictus Daynesius
confitetur esse in possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta/ uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo octavo, indicione
undecima/. Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
296

172
CARTA LIVELLI
1358 Novembre 28 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Trovegnanis, preposito della religione di S. Domenico di Toscolano, con alcuni
confratelli, ha dato in affitto a Martino fu Bonaventura Zoveni un appezzamento di terra in
contrada Perniga di Gardone Riviera in cambio di sei bazete di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
95
Carta livelli religionis Sancti Dominici et Martini Bonaventure Zoveni de Gardono. Die vigesimo
octavo novembris, in Tusculano/ in domibus religionis Sancti Dominici in capitulo dicte religionis,
presentibus: domino pre Dominico archipresbitero eclesie Sancte Marie plebis de Navis, fr.
Ventu/rino presbitero et confratre eclesie Sancti Iohanis de Foris civitatis Brixie, Bertolameo qui
dicitur Balzanus quondam Bersanini qui dicebatur Lolus de Tusculano, Miorino/ quondam Pizogni
de Gardono, omnibus testibus rogatis. Ibi congregato et convocato capitulo religionis Sancti
Dominici de Tusculano de mandato religiossi viri/ domini fratris Francini de Trovegnanis de Vale
Tenesis, voce campanelli more solito illius religionis in quo quidem capitulo adherant/ dictus
dominus prepositus et infrascripti confratres, videlicet frater Iohaninus quondam Pezini quarte de
Brixia, presbiter, frater Martinus de Pulzano, frater Nico/laus de Mesaga, ambo de Tusculano, frater
Bertolinus de Concessio, frater Desideratus de Ciis de Salodo et frater Iacobinus de Cisano,/ omnes
confratres decte religionis ac indicentes et asserentes sese esse totum capitulum faciens
residentiam in dicta religione Sancti Dominici/ unde dictus dominus prepositus, verbo et consensu
omnium suprascriptorum confratrum omnibus et singulis in isto contractu contentis
consentientium, per se et suos succe/ssores ac nomine et vice dicte religionis et capituli et
conventus eiusdem, per lignum quod in suis manibus tenebat ad rectum livellum/ comunis Brixie,
investivit Martinum quondam Bonaventure Zoveni de Gardono de infrascripta pecia terre iuris dicte
religionis iacente in teratorio de Gardono,/ in contrata de Perniga, cui coheret a mane Bocazinus
Belomi in parte et in parte heredes Daye, a meridie dictus Bocazinus in parte et in parte dicta
heres, a sero Girardus Iohanini/ Zordani de Salodo, a meridie Rubeis de Coyo pro uxore in parte et
in parte dictus Bocazinus et in parte Petrus Bertocii de Gardono sive habentes causam ab eis, et est
per mensuram viginti septem tabule et undecim pedes vel/ circa 82
. Tali/ modo dictus dominus
prepositus, nomine quo ut supra, fecit dictam investituram de dicta pecia terre in dictum
Martinum, ita quod ipse et sui heredes/ et cui dederit vel habere statuerit deinceps habeat, teneat,
gaudeat et possideat dictam peciam terre et de ea quidquid voluerit faciat/ iure livelli sine
contraditione dicti domini prepositi suorumque successorum; cum omnibus et singulis que intra
predictos continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus
suis/ usque in vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta pecia terre habet supra se, intra se
seu infra se in integrum et cum omni/ iure et actione, usu seu requisitione dicte religioni et
confratribus eiusdem ex dicta pecia terre modo aliquo pertinente seu spectante./ Dando, reddendo
et solvendo ipse Martinus, per se et suos heredes, dicte religioni et confratribus eiusdem annuatim
in epifania Domini vel/ in octava sex bazetas oley, nomine ficti
82
Nel documento l'espressione di misura è stata aggiunta per errore tre righe sotto.
297

oni et pulcri et bene mensurati ad rectam mensuram de Gardono in terra de Gardono/ ad
canipam dicte religionis, sub pena dupli. Et eciam eo salvo quod, si dictus emphiteota aliquo
tempore velent vendere ius/ seu melioramentum suum teneantur primo apellare dictum dominum
prepositum vel eius successores et eis, emere volentibus nomine dicte/ religionis, dare pro quinque
soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat ius suum cui voluerit, preter servo
eclesie/ vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel confratribus dicte
religionis inde habentibus duos soldos planetorum/ pro quibus debeant novum emphiteotam
investire et breve simille eodem tenore firmare. Promittens ipse Martinus, per se et/ suos heredes,
dicto domino preposito, stipulanti et recipientinomine quo ut supra, dare, solvere et atendere
dictum fictum ad dictum terminum/ et atendere et observare omnia et singula in isto contractu
contenta, sub pena omnis dampni et dispendi inde dicte religioni et confratribus eiusdem/
incurentium, obligando ad hoc ei, recipienti nomine quo ut supra se personaliter et omnia sua bona
presentia et futura pigneri. Insuper dictus dominus/ prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione
promisit dicto Martino, pro se et suis heredibus stipulanti, dictam peciam terre et dictam
investituram/ dicte pecie terre ei et suis heredibus et cui dederit vel habere statuerit ab omni
persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbri/gare sub pena omnis dampni et
dispendi inde dicto Martino et suis heredibus incurentium, obligando ad hoc dicto Martino omnia/
bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De qua pecia terre ex nunc dictus Martinus
confitetur esse in possessione pro dicta religione./ Et inde sum rogatus unum et plura facere
instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo octavo, indicione
undecima./ Ego Bertolameus filius Peterboni/ Bruni de Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
173
CARTA LIVELLI
1362 Gennaio 1 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Francino de Trovegnanis, preposito della religione di San Domenico di Toscolano e della chiesa di
Sant' Eustachio di Brescia, col consenso di alcuni confratelli, ha dato in affitto ad Antoniolo fu
Locheti due appezzamenti di terra in contrada Perniga di Gardone Riviera in cambio di sei gallette
di olio all'anno.
Notaio: Bartolomeo fu Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo secundo, indicione quinta decima.
Carta livelli religionis Sancti Dominici et Antonioli quondam Locheti de Tresenico de Gardono. Die
primo ianuarii in Tusculano, in domibus reli/gionis Sancti Dominici de Tusculano, presentibus:
Iohane quondam Bertolini Regentini de Tusculano, Rizardo quondam Zadey de Supiana, Iohanino/
quondam Fachini, ambobus de Gardono, Benevenuto quondam Iohanis Benevenuti de Manerva,
omnibus testibus rogatis. Ibi religiossus vir dominus frater Fran/cinus de Trovegnanis, prepositus
religionis eclesiarum Sanctorum Dominici de Tusculano et Heustachi de Cleusuris Brixie, per se et
suos/ successores ac nomine et vice confratrum, capituli et conventus dicte religionis ac in verbo,
consensu et auctoritate fratris Bertolini Bo/sioti et fratris Nicolai, ibi presentium confratrum dicte
religionis ac in omnibus et singulis in isto contractu contentis
298

consentientium, per lignum quod/ in suis manibus tenebat ad rectum livellum comunis Brixie,
investivit Antoniolum quondam Locheti de Tresenico de Gardono de/ infrascriptis pecis terre iuris
dicte religionis iacentibus in teratorio de Gardono: prima est aratoria et olivata et iacet in dicto
teratorio in contrata Pernige,/ cui coheret a mane et a meridie Bertolameus Conti, a sero Bertolinus
Spezaprethe, a monte Nazimbenus Cite; secunda pecia est aratoria et olivata/ et iacet in dicta
contrata ibi prope cui coheret a meridie suprascriptus Nasimbenus Cite, a mane fosatum, a sero
Bertolinus Desiderati de Tre/senico, a monte Petrus qui dicitur Tafagnanus quondam Stancarii,
salvis alliis coherentiis. Tali modo dictus dominus prepositus, nomine quo ut/ supra, fecit dictam
investituram de dictis peciis terre in dictum Antoniolum, ita quod ipsi et sui heredes et cui dederit/
vel habere statuerit deinceps habeat, teneat, gaudeat et possideat dictas pecias terre et de eis
quidquid voluerit faciat/ iure livelli sine contraditione dicti domini prepositi suorumque
successorum; cum omnibus et singulis que intra predictos continentur/ confines vel alios si qui
forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus suis usque in vias publicas/ et cum omnibus et
singulis que dicte pecie terre habent supra se, intra se seu infra se in integrum et cum omni iure et/
actione, usu seu requisitione dicte religioni et confratribus eiusdem ex dictis peciis terre modo
aliquo pertinente seu/ spectante. Dando, reddendo et solvendo ipse Antoniolus, per se et suos
heredes, dicte religioni et confratribus/ eiusdem annuatim in epifania Domini vel in octava sex
galetas oley, nomine ficti boni et pulcri et bene men/surati ad rectam mensuram de Gardono in
terra de Gardono, ad canipam dicte religionis, sub pena dupli quo/ ficto dato et soluto, alia
superimposita non fiant dicto comductori preter quod solvat fictum in duplum in illo et/ de illo
anno in quo non solverit dictum fictum ad dictum terminum. Et eciam eo salvo quod, si dictus
emphiteota aliquo/ tempore vellet vendere ius suum, teneatur primo apellare dictum dominum
prepositum vel confratres dicte religionis et eis, emere/ volentibus nomine dicte religionis, dare pro
quinque soldis planetorum minus quam alteri persone; alioquin vendat ius suum cui/ voluerint
preter servo eclesie vel potenti homini quibus nullo modo vendat, dicto domino preposito vel
confratribus dicte religionis/ inde habentibus duos soldos pro quibus debeant novum emphiteotam
investire et breve simille eodem tenore firmare./ Promittens ipse Antoniolus, per se et suos
dicto domino preposito, pro se et suis successoribus stipulanti, dare, solvere/ et
atendere dictum fictum ad dictum terminum et atendere et observare omnia et singula in isto
contractu contenta, sub pena omnis / et dispendi inde confratribus dicte religionis
incurentium, obligando ad hoc dicto domino preposito, recipienti pro dicta religione et
confratribus/ eiusdem, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri./ Insuper
dictus dominus prepositus, nomine quo ut supra, stipulatione promisit/ dicto Antoniolo, pro se et
suis heredibus stipulanti, dictas pecias terre et dictam investituram earum ei et suis heredibus et
cui dederit, ab omni/ persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub
pena omnis dampni et dispendi inde dicto Antoniolo et/ suis heredibus incurentium, obligando ad
hoc dicto Antoniolo omnia bona dicte religionis presentia et futura pigneri. De quibus pecis terre/
ex nunc dictus Antoniolus confitetur esse in possessione pro dicta religione. Et inde sum rogatus
unum et plura facere/ instrumenta uno tenore./ Anno Domini millesimo trecentesimo sexagesimo
secundo, indicione quinta decima./ Ego Bertolameus quondam Peterboni Bruni de Plano Tusculani,
notarius rogatus, scripsi.
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174
MEMORIA
1639 Giugno 9.
Pietro Gratiolo, medico di Toscolano, ha denunciato all'ufficio delle Ragioni Vecchie di Venezia
l'utilizzo della seriola anticamente fatta costruire da frate Nicola Bosio nelle vicinanze della Pietra
Latina in mezzo al fiume Toscolano. Nacque una lite tra la religione di San Domenico ed il comune
per l'uso delle acque di detta seriola che si risolse con una sentenza del 1640.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Memoria delli agenti del monasterio di Santo Domenico.
Del 1639 a 9 giugno, il signor Pietro Gratiolo, medico di Tosculano, diede una denontia in Venetia al
Uffitio illustrissimo delle Ragioni/ Vechie qualmente da molte persone veneva usurpato l'aqua della
sariola che si cava fuori del fiume/ Tosculano nelli confini delle Garde, et vicino alla Pietra Latina
quala è nella travada in mezzo a detto/ fiume la quale sariola fu fatta fare et cavare da frate Nicola
Bosio da Mesaga de Tosculano/ del 1351, si vedeno li pagamenti fatti per causa di fare detta seriola,
qual prete era della religione di Santo Domenico/ et pagò a nome di detta religione tutte le spese
per detta per beneficio del mulino di detto monasterio et per altri/ edifitii et per uso di detto
monasterio come adaquare broli, prati per il torcolo per la rasega et altri usi di detta religione./
Concorse anco il Comune di Tosculano per fare il suo mulino come consta per quatro pagamenti
fatti da detti/ padri per la detta sariola, li quali pagamenti sonno signati tutti nella carta che segue
al numero carte 98./ Pertanto fu fatta lite grande in Venetia in senato, et il senato remise alli rettori
di Brescia che dovesero/ con suo giuramento dovesero vedere diligentemente tutte le ragioni che
havevano li reverendi Padri di Santa/ Afra di Brescia, patroni del luogo di Tosculano detto la
religione di Santo intorno alla sariola che si/ cava fori del fiume di Tosculano per li suoi
usi. Et così detti illustrissimi rettori di Brescia havendo molto/ fatte studire le nostre scritture da
suoi duttori delle nostre raggioni antichissime delle aque di detta sariola/ et che li nostri
antecessori erano in possesso di detta sariole havanti che la Serenissima Repubblica fuse patrona
di/ Brescia da anni cento et così ditti dottori scrissero a Venetia che detta sariola era anticamente
di detto monasterio./ Nondimeno detto senato ha voluto che di novo signo vedute tutte le nostre
raggioni et fu depputata detta causa davanti/ alli illustrissimi signori delle raggioni vechie et a dì 9
di maggio del 1640 tutti trei unitamente li diedero la sentomazia facere/ come segue nel mezo
foglio.
175
COPIA SERENISSIO PRENCIPE
1639 Gennaio 25.
I padri di Santa Afra di Brescia venuti in possesso della seriola della religione hanno lamentato
all'ufficio delle Rason Vecchie l'ingiusta denuncia di Pietro Graciolo, dopo aver ricordato che l'uso di
detta seriola da parte della religione risale a tempi antichissimi auspicano che la domanda di questo
venga respinta.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Copia Serenissimo Prencipe.
300

Possedemo noi Padri di S. Afra di Brescia servi devotissimi di Vostra Sere/nità l'uso della sariola del
molino di Tosculano distretto/ di Brescia, con giusti titoli di concordia già ottenuti; et/ più anni fatta
da possessori che godevano essa sariola/ di cento anni et più anni prima, che la città si desse sotto/
questo Serenissimo Dominio continuando sempre, senza alcuna/ difficultà nel quieto e pacifico
possesso di quella per le nostri/ portioni comperate. Hora il signor medico Pietro Gratiolo/ portato
da ingiusto desiderio di voler usurpari qualche/ ragione va essa per construere peschere et altre
sue debite/ con nostro pregiuditio ne potendolo ottenere si è risoluto/ dar denontia al Offitio
Illustrissimo delle Rason Vechie come che/ esse aque signo de ragione publica di Vostra Serenità
onde il/ medesimo illustrissimo Offitio senza farsene alcuna notitia ha/ comandato di la relatione
de perito, per informatione/ di quanto se ne possa cavare pretetendendo forse cosa/ tale volerla
confiscare et incantare. Ricorriamo perciò/ humilissimi a Vostra Serenità rappresentandole le
nostre raggioni/ di acquisti et l'antichissimo possesso senza mai alcun distur/bo, supplicando
insieme Vostra Serenità che si come esse/ aque sempre furono di ragione publica della sua
devotis/sima città di Brescia conservatele dalli Imperatori/ nei tempi antichi, et sempre
benignamente nel medesi/mo modo conservate per apponto ancora da Vostra/ Serenità senza
interuttione mai alcuna, così si compiatia/ hora Vostra Serenità che sia imposto perpetuo silentio a/
così indomita denontia, et ingiusto tentativo, et humilissimi/ se gli inchiniamo Gratia./
1639 a dì 25 Genaio.
Che sii rimessa ai Savii del una et l' altra mano.
Consiglieri
Ser Pietro Emo
Ser Andrea da Serine
Ser Zoani Priani
Ser Leonardo Foscolo
Ser Bertucci Valier
Ser Paulo Erizzo Collettore
Illico
D'ordine delli Eccellentissimi Signori Savii soprascritti che al contenuto de li/ altri scritti suplicatione
rispondino li rettori di Brescia et/ ben informati dicano in scrittura con giuramento l'openione/
loro.
L'istesso faccia il magistrato alle Ragion Vechie.
Alberto Fantani
Hodaro Ducale
176
SENTENTIA PER LE AQUE DELLA SERIOLA
1640 Maggio 5.
I provveditori Francesco Michele, Pietro Priuli e Francesco Giustiniano, dopo aver ascoltato il
reverendissimo abate di Santa Afra don Pavolo Avogadro e l' avvocato, avendo trovato tutti
concordi, hanno ordinato che nulla si facesse in relazione alla seriola contro la religione, ossia che
nulla nuocesse all'uso antichissimo delle acque di detta seriola ora in possesso dei padri di Santa
Afra.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Adì 5 Maggio 1640. Sententia per le aque dela seriola./ Illustrissimi Signori Francesco Michel, Pietro
Priuli et Francesco/ Giustoniano honorandi Proveditori del presente/ Ofitio. Udito il reverendissimo
don Pavolo Avogadro Abbate/ di S. Afra di Brescia dimandante; che essendo/ per Illustrissimo
Magistrato statto scritto per informatio/ne di dover
301

affitar certa parte delle aque del/la seriola de Tosculano nella Riviera di Salò/ nelle quali aque, e
seriola per antichissimi titoli/ et posesso de molti centenara de anni ha rag/gione di patronia il
Monasterio di Santo Domini/co di Tosculano; che è membro della sudetta/ religione, per il che
insta, e ricerca, che/ da sue Signorie Illustrissime sia dichiarito non doversi affi/tare dal loro
Magistrato detta sariola; et/ aque per non esser di publica raggione, ma/ del sudetto reverendo
Monasterio, et altri consorti,/ come dalle scritture per lui prodotte chiara/mente appar; et udito
l'Avocato Final/ per le publiche raggioni, vedute molte/ scritture; che chiaramente provano/
l'antichità di molti centenara di anni/ del detto possesso; veduti anco alcuni de/criti del
Ecellentissimo Senato; e il tutto ben/inteso; et maturamente considerato tutti/ tre concordi hanno
terminato ordinando/ che circa detta seriola, et aque di Toscu/lano possesse dalli sudetti
reverendissimi Padri/ non sia dal presente Magistrato rino/vato cosa alcuna; e così./
In loco del bollo Benedetto Spinelli
di Santo Marco scrivan.
Ego Stephanus Fianellus de Tuschulano,/ publicus veneta auctoritate notarius et collegiatus,/
suprascriptam atestationem et alliam etiam similiter/ atestationem auscultavi, concordare/
relaxavi, signavi et roboravi, die/ 13 iulli 1640.
177
1351 Novembre 25 Toscolano, in contrata de Gayno prope flumen.
Il maestro Giacobino de Gaydo ha approvato che la seriola costruita dalla religione e dal comune di
Toscolano era stata scavata sufficientemente per portare l'acqua del fiume attraverso la chiusa
(clusa) al mulino della religione e a quello del comune di Toscolano.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
98
(-) vendita fuit ad usu facta per comunem de Tusculano et fratres religionis sancti Dominici. Die
vigesimo quinto novembris in Tusculano, in contrata de Gayno (-)/ (-) prope flumen, presentibus:
Iohanino quondam Bontempi de Plano Tusculani, notario pro secundo notario, Bertolameo qui
dicitur Balzanus quondam Bersanini qui dicebatur Lolus (...) Benevenuto filio Barberii Noysii, Iohane
quondam Bertolini regentini, Dominico quondam Martinelli omnibus de Plano/ Tusculani testibus
rogatis. Ibi magister Iacobinus de Gaydo habitator contrate Sancte Agathe civitatis Brixie dixit
aprovit atque laudavit et aprovavit quod predicta/ seriola facta per confratres religionis sancti
Dominici de Tusculano et per comunem de Tusculano est suficienter cavata ad accipiendum et
elevandum aquam de flumine/ quod est inter comunem de Tusculano et comunem de Materno pro
conducendo aquam de dicto flumine per dictam clusam ad molendinum comunis de Tusculano et
ad molendinum/ confratrum religionis Sancti Dominici de Tusculano que clusa est per lungitudinem
quatraginta quatuor tabule vel circa. Prethalathina sursum usus/ montes que clusa sive seriola est
in Gardis contrathe Prethalatine teratorii ed Tusculano cui coheret a sero flumen,a meridie dicti
confratres religionis/ Sancti Dominici, a mane dictus comune et dicti confratres. Anno Domini
millesimo trecentesimo quinquagesimo primo, indicione quarta.
302

178
Dicembre 18 Toscolano, prope domum habitationis Johanis Peterboni.
Martinello fu Marcheti e Pasquetino Boni Pasqueti hanno affermato di aver ricevuto da Nicola fu
Boninsegne Bosii, confratello della religione di san Domenico, sei ducati d'oro in cambio di un
lavoro eseguito nelle Garde in territorio di Toscolano sopra Pietra Latina, cioè dello scavo pari a due
pertiche e un braccio della seriola.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta confratrum religionis Sancti Dominici de Tusculano. Die decimo octavo decembris in Plano
Tusculani prope domum habitationis Iohanis Peterboni, presentibus: Bertolino/ fillio Iacobi, notario
pro secundo notario, Michaelle quondam Boninsegne Bosii, Guielmino quondam Iohanis
Zapogni omnibus de Tusculano testibus rogatis. Ibi Martinellus/ quondam Marcheti et
Pasquetinus Boni Pasqueti ambo de Mesaga de Tusculano confessi et manifesti fuerunt sese
recipisse et habuisse a fratre/ Nicolao quondam Boninsegne Bosii de Mesaga de Tusculano
confratre religionis Sancti Dominici de Tusculano dante et et solvente nomine et vice dicte
religionis/ et de propriis denaris dicte religionis sex ducatos auri quos dicti confratres dicte
religionis, dare et solvere tenebantur dictis Martinello et Pasquetino/ pro duabus perticiis et uno
brachio unius seriole sive lectum cluse quas cavaverunt et fecerunt dicti Martinellus et Pasquetinus
ad postulationem/ confratrum religionis Sancti Dominici de Tusculano que seriola sive lectum cluse
est in Gardis teratorii de Tusculano supra Prethalathinam modo dicte partes (...)./ Insuper dictus
frater Nicolaus dixit et confessus fuit quod dicti Martinellus et Pasquetinus bene cavaverunt dictam
clusam sive seriolam secundum pacta/ facta inter dictas partes. Renuntiando predicti videlicet dicti
Martinellus et Pasquetinus omni exceptioni non habitorum dictorum denariorum et omni legum
auxilio et statutis comunis Brixie.
179
1351 Dicembre 18 Toscolano, prope domum habitationis Johanis Peterboni.
Giovannino fu Nasimpacis ha affermato di aver ricevuto da Nicola fu Boninsegne Bosii, confratello
della religione di san Domenico, ventidue ducati d'oro per aver scavato per cinque pertiche e tre
braccia la seriola situata nelle Garde alla Pietra latina.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta fratrum religionis Sancti Dominici de Tusculano die predicto et loco presentibus: Antonio
quondam ser Zani notario, Nicolao filio Benamati notario utroque rogato hanc cartam subscribere/
Guielmino quondam Iohanis Zampogni omnibus de Tusculano testibus rogatis. Ibi Iohaninus
quondam Nasimpacis de Cabiana de Tusculano confessus et manifestus fuit se reci/pisse et
habuisse a fratre Nicolao quondam Boninsegne de Mesaga de Tusculano, confratre religionis Sancti
Dominici de Tusculano, dante et solvente nomine et vice dicte/ religionis et de propriis denaris
dicte religionis viginti duos ducatos auri quos ducatos predicti confratres religionis Sancti Dominici
de Tusculano/ dare et solvere tenebantur dicto Iohanino pro quinque perticiis et tribus brachiis
unius seriole sive cluse cavate et facte per dictum Iohaninum ad postulationem/ confratrum
religionis (antedicte) iacente(m) in Plano Tusculani ad Prethalathinam sive in Gardis cui coheret a
sero flumen a mane comune de Tusculano et dicta/ religio. Insuper dictus frater Nicolaus dixit et
confessus fuit pro dicta
303

seriola et sive lectum cluse est bene et suficienter cavata secundum/ pacta inter eos facta.
Renuntiando predicti omni exceptioni non ita vera esse omnia super contenta et maxime dictus
Iohaninus omni exceptioni non datorum non habitorum/ dictorum denariorum et omni legum
auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis. Anno Domini millesimo trecentesimo
quinquagesimo primo, indicione quarta.
180
1352 Febbraio 5 (Materno), prope Letarias.
Gracioto fu Nasimpacis ha affermato di aver ricevuto da Nicola fu Boninsegne Bosii, confratello
della religione di San Domenico, dieci fiorini d'oro per aver eseguito un lavoro consistente nello
scavo per venti braccia della seriola o chiusa sita a Toscolano alla Pietra Latina, al fine di portare
l'acqua al mulino della religione e a quello del comune di Toscolano.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Carta fratrum religionis Sancti Dominici de Tusculano. Die quinto februarii in (...) (campum) Orioli
prope Letarias, presentibus: Lumbardo quondam Bere, Franceshino filio Iohanis/ Peterboni (-),
notario pro secundo notario, ambobus de Tusculano testibus rogatis. Ibi Graciotus quondam
Nasimpacis de Cabiana de Tusculano confessus et manifestus fuit se recipisse/ et habuisse a fratre
Nicolao quondam Boninsegne Bosii, confratre religionis Sancti Dominici de Tusculano dante et
solvente nomine et vice dicte religionis et de propriis denaris dicte/ religionis decem florenos auri
quos denarios confratres dicte religionis, dare et solvere tenebantur dicto Gracioto pro laborerio
viginti/ brachiis unius seriole sive unius cluse quam cavavit dictus Graciotus ad postulationem
dictorum confratrum dicte religionis causa conducendi/ aquas ad molendinum dictorum
confratrum et ad molendinum comunis de Tusculano que clusa sive lectum seriole iacet in Plano de
Pretha/lathinam cui coheret a mane dicti confratres, a meridie, a sero et a monte comune de
Tusculano. Insuper dictus frater Nicolaus dixit et confessus fuit quod dictus/ Graciotus bene et
convenienter cavavit dictam seriolam sive clusam secundum pacta inter dictas partes facta.
Renuntiantes predicti non sic facti/ contractus et non ita vera esse omnia supra, scripta et contenta
dictus Graciotus omni exceptioni non datorum non habitorum dictorum denariorum et omni
legum/ auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis. Anno Domini millesimo trecentesimo
quinquagesimo secundo, indicione quinta.
181
EMPTIO
1352 Marzo 5 Toscolano, ante hospitale Sancti Benedicti strata comunis Brixie.
Benedetto fu Francesco Vetelli, col consenso del padre, come amministratore pubblico del figlio
Antoniolo ha venduto a Nicola, confratello della religione di San Domenico, metà di un
appezzamento di terra nelle Garde a Toscolano, per quaranta soldi di planete correnti.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
304

Carta religionis Sancti Dominici de Tusculano, die quinto marcii in Tusculano, in Plano ante
hospitale Sancti Benedicti in strata comunis Brixie, presentibus: Benamato quondam/ ser Bertolasii
notario, Franceschino filio Boni Pasqueti notario, Petro filio Dominici Bonaventure notario utroque
rogato hanc cartam subsribere, omnibus de Tusculano/ testibus rogatis. Ibi Benedictus fillius
Franceschi Vetelli de Grezenico de Tusculano verbo et consensu dicti Franceschi patris sui ibi
presentis et ei ad omnia/ et singula infrascripta parabolam dantis tamquam publicus admonistrator
Antonioli eius filli (-) et heredis quondam Franceschine de Sarniga de Salodo/ quondam uxoris dicti
Benedicti pro quo, se personaliter obligavit et omnia sua bona presentia et futura se facturum et
curaturum quod dictus Antoniolus omni osccasione remota/ quod dictus Antoniolus habebit firma
et rata omnia et singula in isto contractu contenta et quod in nullo conveniet per se et nomine et
vice dicti Antonioli dedit,/ vendidit et tradidit fratri Nicolao confratri religionis Sancti Dominici de
Tusculano ementi nomine et vice dicte religionis et de propriis denaris dicte religi/onis medietatem
pro indiviso unius pecie terre vidate et costive iacentis in teratorio de Tusculano in Plano in Gardis
cui coheret a mane Bertolameus quondam magistri/ Iohanis medici, a meridie dicti confratres, a
sero flumen, a monte Delaytus Streve salvis omnibus aliis coherenciis, salvo iure in dictam peciam
terre de supertoto in duabus/ bazetis oley reddendis annuatim de ficto domine More uxori
Belenzani Lafranchini. Ad habendum, tenendum et possidendum et ad quidquid confratribus dicte
religionis/ deinceps placuerit perpetuo faciendum, cum omnibus et singulis que intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent et cum accessibus, ingressibus et regressibus et cetera/
et cum omnibus iuribus et cetera. Hoc autem fecit nominatim dictus venditor pro quatraginta soldis
planetorum monete nunc curentis in Riperia brixiensi, quos confessus et manifestus/ fuit se
recipisse et habuisse a dicto fratre Nicolao dante et solvente nomine et vice dicte religionis et de
propriis denaris dicte religionis. Renuntiando omni exceptioni/ non date, non recepte et non
habuite dicte pecunie et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et fiendis. Quam
quidem medietatem dicte pecie terre pro indiviso dictus/ Benedictus se nomine confratrum dicte
religionis constituit possessorem donec ipsi corporalem acciperint tenutam de dicta medietate
dicte pecie terre quam accipiendi et retinendi/ deinceps dicto fratre Nicolao. recipienti pro dicta
religione et confratribus eiusdem sua auctoritate omnimodam licentiam contulit atque dedit.
Promittens ipse Benedictus, per se et suos heredes, dicto fratre Nicolao recipienti pro dicta
religione et confratribus eiusdem stipulanti litem nec controversiam ei nec confratribus dicte
religionis/ ullo tempore non infere nec inferenti consentire de dicta medietate dicte pecie terre pro
indiviso sed dictam medietatem dicte pecie terre dicte religioni et confratribus/ eiusdem ab omni
persona et universitate legiptime defendere, auctorizare et desbrigare, sub pena dupli extimationis
et cetera et omnis dampni et dispendi inde/ confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad
hoc dictus benedictus dicto fratre Nicolao, recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem et
per eum confratribus/ dicte religionis, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura
pigneri. Anno Domini millesimo trecentesimo quinquagesimo secundo, indicione quinta.
Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de Tusculano, notarius rogatus, scripsi.
305

182
CARTA CESSIONIS
1352 Marzo 9 Toscolano, in villa de Grezenico in platea dicte ville.
Donna Mora fu Zavere moglie di Belenzano Lafranchini Carnarii col consenso del marito ha ceduto
a Nicola, confratello della religione di San Domenico, il fitto di due bazete di olio, che era solita
ricevere da Franceschina de Sarniga moglie di Benedetto Franceschi Vetelli, per la terra sita nelle
Garde di Toscolano, in cambio di tre libre di planete.
Carta religionis Sancti Dominici. Die nono marcii in Tusculano, in Villa de Grezenico in platea dicte
ville, presentibus: Antonio quondam ser Zani notario, Iacobino fillio Iohanis Peterboni notario,/
Nicolao filio Marcheti de Mesaga notario, Iacobino filio Pasquini de Pulzano notario utroque rogato
hanc cartam subsribere, Iacobino filio Zonigazaino/ quondam Ligni omnibus de Tusculano testibus
rogatis. Ibi domina Mora quondam Zavere de Gayno et uxor Belenzani Lafranchini Carnarii
habitator dicte ville de Grezenico de Tusculano verbo et consensu/ dicti Belenzani viri sui ibi
presentis et ei ad omnia et singula infrascripta parabolam dantis non (...) non dela malaque inducta
sed excerta et spontanea voluntate/ et a... heredes.. iure proprio in perpetuum videlicet ad
mundum purum et expeditum alodium dedit, vendidit et tradidit, cessit et concessit fratri Nicolao
confratri religi/onis Sancti Dominici de Tusculano (...) ementi pro dicta religione et confratribus
eiusdem et per eum dicte religioni et de propriis denaris dicte religionis medietatem pro indiviso/
duarum bazetarum oley de ficto quod ei reddere tenetur Franceschina de Sarniga de Salodo
quondam uxor Benedicti Franceschi Vetelli de Grezenico de Tusculano sive/ heredes, dicte
Franceschine de una pecia terre vidate et costive iacentis in teratorio de Tusculano in Plano in
Gardis cui coheret a mane Bertolameus magistri Iohanis/ a meridie confratres religionis sancti
Dominici, a sero flumen, a monte Delaytus Streve salvis alis coherenciis et in ius dominium et
proprietatem pro medietate pro indiviso dicte pecie terre/ (...) dictum fictum per dictam
Franceschinam sive (...) in dictam dominam Moram ut dicunt contineri in carta livelli inter factis.
Tali modo dicta/ domina Mora fecit dictam dationem, venditionem, cessionem et concessionem
dicte medietate dictarum duarum bazetarum oley atque medietatem dicti iuris dominii et
proprietatis dicte/ pecie terre in dictum fratrem Nicolaum. recipientem pro dicta religione et
confratribus eiusdem ita quod confratres dicte religionis habeant, teneant, gaudeant et possideant/
dictam medietatem dictarum duarum bazetarum oley de fictu atque iuris dominii et proprietatis
dicte pecie terre et de eis quidquid voluerit sine contraditione dicte domine More suorum/
heredum cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines et cetera cum omnibus
iuribus et actionibus et cetera. Hoc autem fecit nominatim dicta venditrix pro tribus libris
planetorum/ quos confessus et manifestus fuit se recipisse et habuisse a dicto fratre Nicolao dante
et solvente nomine et vice et de propriis denaris dicte religionis. Renuntiando omni exceptioni/ non
date, non recepte dicte pecunie et omni legum auxilio et cetera. Quas quidem res venditas, cesas et
concesas dicta venditrix se nomine confratrum dicte religionis/ constituit possessorem donec
confratres dicte religionis acciperint tenutam et corporalem possessinem quam accipiendi et
retinendi deinceps dicto fratre Nicolao, recipienti pro dicta reli/gione et confratribus eiusdem
omnimodam licentiam contulit atque dedit constituendo eum recipientem pro dicta religione
confratrum eiusdem certum nuntium et procuratorem et confratres dicte reli/gionis suos ter...
ponendo eos imprimis in suum locum (...) suam propriam. Promittens ipsa domina Mora per se et
suos heredes/ dicto fratre Nicolao recipienti pro dicta religione et confratribus eiusdem litem nec
controversiam dicte religioni nec confratribus eiusdem ullo tempore non
306

infere ei nec confratribus/ dicte religionis sed dictas res venditas, cessas et concessas confratribus
dicte religionis ab omni persona et universitate legiptime defendere, auc/torizare et desbrigare,
sub pena omnis dampni et dispendi inde confratribus dicte religionis incurentium, obligando ad hoc
dicto fratre Nicolao, recipienti pro dicta/ religione et confratribus eiusdem et per eum confratribus
dicte religionis, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Renuntiavit dicta
femina omni exceptioni non sic/ facte dicte venditionis cesionis et concessionis et non ita vera esse
omnia et singula in isto contractu contenta et omni legum auxilio et statutis comunis Brixie factis et
fiendis et beneficio/ novorum autenticorum ypoticarum et veliani senatus consulti de quibus fuit
per me notarium bene certificata quid sit renunciare predictis./ Anno Domini millesimo
trecentesimo quinquagesimo secundo, indicione quinta./ Ego Bertolameus filius Peterboni Bruni de
Plano Tusculani, notarius rogatus, scripsi.
183
CARTA LIVELLI
1371 Novembre 9 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici.
Giacobo de Fortis di Castenedolo, preposito delle chiese di San Domenico di Toscolano e Sant'
Eustachio delle Chiusure di Brescia, ha dato in affitto per nove anni a Pietro fu Peterzolo de
Zonclareclis un appezzamento di terra a Marclino di Maderno in contrada Closi per due gallette di
olio all'anno.
Notaio: Giovanni fu Benevenuto de Matarinis.
Originale, A.S.M., F.R., R1, car. 96
99
Carta investiture facte in Petrum filium quondam Peterzoli de Zonclareclis de Materno.
(S.T.) In Christi nomine. Anno Domini millesimo trecentessimo septuagessimo primo, indicione
nona. Die nono mensis novembris/ in teritorio de Tusculano in domibus religionis Sancti Dominici
eiusdem terre, presentibus: Iacobo filio quondam Iohanis de Matarinis,/ Benevenuto filio quondam
Boni, Faustino filio quondam Pacis et Bertolino filio quondam Tomaxii omnibus de Materno testibus
rogatis et notis. Ibi venerabilis/ vir dominus presbiter Iacobus de Fortis de Castenedulo districtus
Brixie, prepositus eclesiarum Sanctorum Dominici predicti et Heustachi de Cleusuris/ de Brixia,
residenciam agens in capitulo predictarum eclesiarum et dicens ac asserens se habere locum cura
eficace ac omne libertatis arbitrum in dicto/ capitulo faciendi, complendi, exigendi ac adimplendi
omnia et singula infrascripta et cetera omnia alia que sibi utilia et necessaria et congrua fore
vide/buntur in augmento et maiori statuti predictarum eclesiarum per se et suos successores
nomine et vice supranominatarum eclesiarum per librum quem in suis manibus/ tenebat ad rectum
livellum comunis brixie et comunitatis Riperie Lacus Garde iure liveli investivit Petrum filium
quondam Peterzoli de Zonchareclis de Marclino/ de Materno ibi presentem, pro se suisque heredes
stipulantem et recipientem de una pecia terre aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de
Materno in/ Vila de Marclino in contrata ubi dicitur in Closiis iuris ipsarum eclesiarum cui coheret a
mane plebs de Materno, a sero dictus (-) conductor, a monte/ heredes quondam Avancini
Dondureli et a meridie heredes quondam Requiliani Tosii et cetera, salvis aliis coherenciis, si que
sunt. Ad habendum, tenendum, gaudendum et
307

possidendum/ dictam peciam terre cum omnibus et singulis suis pertinenciis et iuribus modo aliquo
pertinentibus et spectantibus eidem pecie terre aut eisdem eclesiis hinc ad novem/ annos proximos
futuros et ad novam investituram fiendam seu renovandam in dictum Petrum sive eius heredes per
prefatum dominum prepositum sive eius successores/ nomine predictarum eclesiarum simili et
eodem tenore. Et de ea quicquid voluerit faciat secundum usum et consuetudinem recti liveli
comunis Brixie et comunitatis/ predicte sine alicuius contraditione libere et impure silicet vendere,
donare et pro anima iudicare et per quamcumque spem alienationis tam in ultimis voluntatibus/
quam etiam inter vivos alienare exceptis eclesiis et eclesiasticiis personis, servis et potentibus viris
quibus ullo modo dare possit nec in eos aliqualiter/ transfere. Dando, reddendo et solvendo et
dare, reddere et solvere promisit dictus Petrus investitus, per se et suos heredes eidem domino
preposito vel/ suis successoribus nomine predictarum eclesiarum annuatim in festo Epifanie
Domini vel in octava duas galetas oley boni et pulcri et bene mensurati/ ad rectam mensuram
comunis de Materno nomine ficti livelarii ad canipam eiusdem religionis in tera de Tusculano sub
pena dupli dicti ficti quolibet anno in suo/ termino non soluti et sub pena omnium dampnorum
expensorum et interesse pro dicto ficto exigendo incurentium dicto domino preposito vel suis
successoribus dicto nomine/ qua pena soluta vel non soluta nichilominus presente investitura et
omnia et singula suprascripta et infrascripta firma perpetuo maneat et perduret et quo/ficto
livelario soluto vel consignato loco et tempore opportunis alia superimposita non fiant dicto
conductori. Salvo quod, si dictus conductor sive emphite/ota ius suum emphiteoticum seu
melioramentum et 83
/ sui eius successoribus nomine predictarum eclesiarum apellare et eidem seu
eisdem emere volentibus ut supra tradere teneatur et debeat pro decem soldis planetorum minus/
quam alteri persone emere volenti. Alioquin vendat cui voluerit, exceptis suprascriptis prohibitis
personis quibus nullo modo dare possit nec debeat/ dicto domino preposito dicto nomine habente
alios decem soldos planetorum pro quibus teneatur et debeat novum investire emphiteotam et (...)
(...)/ et investituram facere huc investiture consimile in efectu. Et insuper dictus dominus
prepositus, nomine predictarum eclesiarum suorumque successorum stipulatione/ interveniente
promisit dicto Petro investito ibi presenti et stipulanti, dictam investituram et dictam peciam terre
de qua presente investitura facta est perpetuo/ defendere, guarentare et desbrigare dicto Petro et
suis heredibus et (...) a se cum a quacumque persona comuni colegio et universitate tam
eclesiastica quam seculari pre/stari ipsum emphiteotam vel eius heredes impedire aut aliqualiter
molestare in dictam investituram vel in dictam peciam terre (...) ut supra ad dictas partes/ inter se
videlicet dictus dominus prepositus, nomine dictarum eclesiarum et suorum successorum eidem
Petro investito , se personaliter et omnia bona sua presentia et/ futura pigneri. Et modo dictus
Petrus dicto domino preposito nomine quo ut supra se pesonaliter et omnia sua bona presentia et
futura pigneri que bona (...) nomine/ alterius et altera alterius nomine possidere constituit.
renunciantes et expresse renunciaverunt dicte partes et quelibet earum et quelibet eorum
exceptioni/ non sic esse verorum et omni legum auxilio statutis, decretis, promissionibus et
ordinamentis magnifici domini nostri mediolani comunis et populi Brixie et comunitatis predicte et
alibi factis et/ fiendis nec non constitutionibus sinodalibus episcopalis curie Brixie, ceterisque
omnibus et singulis exceptionibus, defensionibus, decretalibus, usis, auxiliis,/ previlegiis, rescriptis
curie romane et quibuscumque iure comunibus et municipalibus futuribus expensiis quibus (...)
predicta vel aliqua predictorum/ dicere, facere vel venire possent de quibus rogatus
83
Il foglio pergamenaceo presenta in questo punto una increspatura tale da nascondere la scritta.
308

sum unum et plura conficere instrumento uno et simul tenore./ Ego Iohaninus fillius quondam
Benevenuti de Matarinis de Materno imperiali auctoritate notarius hiis omnibus afui/ et, rogatus
hanc cartam scripsi et subscripsi.
184
CARTA LIVELLI
1417 Gennaio 21 Toscolano, sub porticu hospitalis Sancti Benedicti.
Simone de Vigana, abate del monastero di San Pietro in Monte del distretto di Brescia, ha dato in
affitto a Giovanni de Benedictis, preposito della religione di San Domenico e Sant' Eustachio delle
Chiusure di Brescia, (insieme)e a Michele fu Giovannino che era detto Danza, sindaco e procuratore
del comune di Toscolano, un appezzamento di terra alle Chiuse di Toscolano, per due bazete di olio
d'oliva da consegnare annualmente in occasione della festa dell'epifania alla canipa del monastero
di san Pietro in Monte.
Notaio: Bartolomeo figlio di Peterbono Bruni.
Originale, A.S.M., F.R., R1, cart. 96.
Investitura in religione et comune de Tusculano.
Pro qua Domino Abbati monasterii Sancti Petri in Monte solvuntur due bacete olei olivarum et
unam bacetam pro quolibet eorum.
In Christi nomine amen. Anno Domini millesimo quatercentesimo decimo septimo, indictione
decima. Die undevigesimo mensis ianuarii, in terra de/ Tusculano sub porticu hospitalis Sancti
Benedicti de Tusculano, siti in dicta terra, presentibus: Iacobo notario filio quondam Tuschulani de
Tusculano, rogato, pro secundo notario ad se subscribendum/ presenti instrumento, Bertholameo
filio quondam Requiliani de Materno, Antoniolo filio quondam Franceschi de/ Fassano de Gardono
et Iacobo filio quondam Iohanis de Luca, ambobus habitatoribus de Materno, omnibus/ testibus
rogatis et nominatis. Ibi venerabilis vir dominus Simon de Vigana de Pergamo, dei/ gratia Abbas
monasterii Sancti Petri in Monte districtus Brixie per anulum auri quem in/ suis manibus tenebat.
Ad rectum livellum comunis Brixie et comunitatis Riperie Brixie/ Lacus Garde, pro se et nomine et
vice dicti monasterii. Ad in perpetuum investivit/ venerabilem virum dominum fratrem Iohanem de
Benedictis de Savallo Vallis Sabii, prepositum religionis/ Sancti Dominici de Tusculano et Sancti
Eustachii de Cleusuris Brixie. Ibi presentem, pro se et suis/ successoribus ac nomine et vice dicti
monasterii Sancti Dominici recipientem hanc investituram/ comunitatis una cum infrascripto
Michaele Danza et Michaelem fillius quondam Iohanini qui dicebatur Danza de Secina de
Tusculano sindicum et procuratorem comunis et hominum de Tusculano./ Ad hec et alia specialiter
constitutum prout constat publico instrumento dicti sindicatus et procure/ rogato et scripto per
Petezolum notarium filium Iohanis quondam Franceschi de Folino de Tusculano,/ die decimo
mensis ianuarii millesimo quatercentesimo decimo septimo, indictione decima. Ibi a me notario
infrascripto viso et/ lecto, ibi presentem pro se et dicto sindacario nomine recipientem comunitatis
una cum suprascripto fratre/ Iohane hanc investituram, de una petia terre prativa cum una mura
secum/ tenente iuris dicti monasterii Sancti Petri iacentibus in teritorio de Tusculano in contrata/
ubi dicitur ad Clusas, cui coherere solebat a mane Bertolinus fillius quondam Anselmini et modo
dictum/ monasterium Sancti Petri, a meridie solebat esse Belenzanus de Follo et a monte
Antoniolus fillius quondam Benevenuti, a sero clusa dicti Belenzani et a mane dictus Antoniolus et
heredes quondam Oteboni quondam Franceschi/
309

de Cabiana de Tusculano pro dicta clusa et a monte flumen, salvis omnibus aliis coherenciis que/
forent veriores dicte petie terre et mure. Ad habendum, tenendum et gaudendum et possidendum/
dictam peciam terre et muram et quelibet earum supra se, intra se seu infra se in integrum/ habent
usque in (...) vias publicas et de eis facte possint quidquid voluerint secundum bonum usum/ boni
et recti livellii predicti unde vendere, alienare, donare et pro anima iudicare. Exceptis/ eclesiis
eclesiasticis personis sive hospitalibus, miserabilibus personis, consortis, servis et potentibus/ viris
quibus nullatenus dare, vendere, alienare nec donari possit tantum debeat alienare alteri persone,
ex quo/ ius dicti monasterii ledare in aliquo. Dando reddendo et solvendo et dare, reddere et
solvere mensurari et/ conducte solemni stipulatione promiserunt dicti dominus frater Iohanes, per
se et suos successores ac nomine et/ vice dicti monasterii Sancti Dominici et Michael dicto
syndicario nomine dicti comunis de Tusculano dicto domino/ abbati ibi presenti pro se et suis
successoribus ac nomine et vice dicti monasterii Sancti Petri recipienti annuatim in/ festo proxime
epifanie Domini nostri Yesu Christi vel in eius octava ad canipam dicti monasterii Sancti Petri duas
bacetas oley/ olivarum unde unam bacetam olei pro quolibet eorum boni, pulcri, nitidi, clari ad
iustam mensuram comunis de/ Tusculano nomine ficti livellarii dicte petie terre et mure sub pena
dupli dicti ficti quolibet anno in suo termino./ Que pena tociens comittatur et exigatur ac peti et
exigi possit cum effectu quotiens fuerit contrafactum. Et ea comissa/ sint soluta facta exacta vel
non nichilominus presente investitura et omnia singula in ea contenta perpetuo firma/ et rata sint.
310

REGISTRO II
1
PROCESSO
Pro conversis contra comune de Thusculano
(S.T.) In Christi nomine amen. Consilium mei/ Ambroxii de Advocatis, iuris utriusque doctoris,
consultoris, dati et/ asignati ad consulendum infrascriptis dominis et potestati et vicario inter partes
infrascriptas/ et in lite infrascripta, in qua agitati, facti et producti fuerunt et sunt articuli/ et
scripture tenoris infrascripti, videlicet: in Christi nomine amen. Coram vobis, spectabili/ et egregio
viro domino Iohane de Masperonibus, potestate Riperie lacus Garde/ brixiensis, nec non sapiente
et egregio iurisperito domino Iohane de Casate, vicario/ vestro et utroque seu altero vestrum,
coram quo vel quibus infrascripta melius fieri/ potest. Proponit et narrat non in modum solemnis
libelli sed qualisqualis/ petitio et facti naratio secundum formam statutorum dicte Riperie
Lancelotus/ Claraschis de Soncino, procurator et procuratorio nomine magnifici et generosi viri/
domini Bartolomey Maripetro, comendatarii eclesie seu monasterii religionis/ Sancti Dominici
Riperie Lacus Garde, diocisis brixiensis, contra et adversus comunem/ et homines de (-) Tusculano
dicte Riperie et contra Cominum filium quondam Dominici/ Bonzerii de Bondono comunitatis Plani
de Tusculano et contra quemlibet contra quem infrascripta/ melius producere possunt et contra
quamlibet aliam personam pro eis seu aliquo eorum et contra/ quem in iudicio legiptime
intervenientem asserens et exponens quod quedam petiam/ terre, vocata vulgariter Le Gire dy fra,
iacentem prope dictum monasterium Sancti/ Dominici de Tusculanom cui coheret a mane dicta
eclesia seu iuris eiusdem, a meridie Lacus Garde,/ a sero et a monte teritorium de Materno
medietatem flumine quantumcumque sit infra has/ coherencias, salvis aliis coherenciis, fuit et est
in bonis (-) seu de bonis dicte eclesie et/ monasterii et sibi spectat et pertinet iure dominii vel quasi
et per ipsam eclesiam/ et monasterium seu eius rectorem et fratres eius nomine tenuta et possessa
fuit hinc/ retro per plures annos et usque quo fuit invasa et occupata per dictum comunem et/
homines de Tusculano quod sicut modo possunt esse annos viginti vel prout liquidabitur/ in
processum. Et quia petia suprascripti comuni et homines seu dictus Cominus detinent/ et occupant
et sepius interpellati ipsam dimittere et relaxare recusaverunt/ et recusant dicte eclesie licet
indebite et iniuste. Quare petit et requiret/ dictus Lancelotus dicto procuratorio nomine et nomine
dicte eclesie a vobis prefatis dominis/ potestate et vicario et utroque seu altero vestrum ut supra
quatenus per vestram sententiam diffinitivam/ pronuntietis et declaretis dictam eclesiam et
monasterium seu ipsum Lancelotum dicto/ procuratorio nomine eum prefatum dominum
Bertolameum ipsius eclesie nomine restituendo et reintegrando/ in proprietate fuisse et esse et
quod ipsum restituetis, reintegretis et imponatis cum/ effectu in et ad tenutam et corporalem
possessionem suprascripte petie terre eciam (...) (...) predicte/ non procederant seu procederent
cum effectu et utile foret ipso Lanceloto dicto nomine/ seu prefato domino Bertolameo, nomine
dicte eclesie, dicere et petere prout infra tunc/ et (...) cum (...) ipse Lancelotus dicto procuratorio
nomine quod pronuncietis et declaretis/ suprascriptam petiam terre spectare et pertinere dicte
eclesie et monasterio Sancti Dominici/ vel quasi, et quod condemnetis suprascriptum comunem et
homines et suprascriptum Cominum/ et utrumque seu alterum eorum prout reperti fuerunt tenere
et possidere et quamlibet/ aliam personam pro eis seu aliquo eorum in iudicio legiptime
intervenientem ad dimittendum,/ restituendum et relaxandum ipsi eclesie et monasterio seu
311

ipsi Lanceloto, procuratori/ ut supra, et per eum prefato domino Bertholameo ipsius eclesie et
monasterii nomine recipienti/ et cui eorum de iure melius potest ipsam petiam terre seu eius
possessionem similiter/ cum omnibus fructibus et redditibus habitis et perceptis hinc retro per
ipsos seu alterum/ eorum maxime a litis contestatione in antea et usque ad eius relaxationem; et
cum/ expensis, damnis et interesse factis et passis et fiendis et patiendis/ de quibus protestatur
ipse Lancelotus nomine quos et hoc ad terminum trium dierum/ vel alium nostro arbitrio statuendo
et predicta narat et fieri petit similiter et/ dimissim, coniunctim et separatim et de particula in
particulam et omni modo, iure,/ via et forma quibus melius potest, ita quod utile pro inutile non
vicietur,/ petens in predictis sibi dicto nomine iusticiam ministrari deducens in iudicio/ omne suum
ius sibi dicto nomine qualecumque et undecumque et non astringens se ad/ probatione nec
deducendo nisi termino necessaria ad victoriam obtinendam. Et salvo/ sibi dicto nomine iure
addendi, minuendi, mutandi et corigendi. Et protestatur/ quod omne aliud suum ius sibi salvum sit
dicto nomine interogentur per vos/ dominum potestatem et vicarium et utriumque seu alterum
vestrum ut supra et interogati respondant,/ compellantur clare et legiptime secundum statutis
dicte Ripperie suprascripti comune et homines/ et Cominus et uterque eorum et quelibet persona
pro eis interveniens ut supra/ utrum ipsi vel aliquis eorum teneant et possideant suprascriptam
petiam terre et utrum/ in solidum vel pro parte et si pro parte utrum pro dimisso vel indimisso et
cum quo vel/ quibus et a qua parte an ne et quo iure, titulo, ratione et causa et hoc ad instantiam/
suprascripti Lanceloti dicto procuratorio nomine prefati ut supra millesimo quatercentessimo
quadrigesimo nono, die intrante/ quinto mensis marcii, hora iuridica, facta et producta fuit
suprascripta (-) petitio sive/ libellus cum suprascripta interogatione et omnibus et singulis et eis
contentis, coram/ prefato domino vicario sedenti pro tribunali ad eius solitum banchum situm in
Salodo/ sub palatio comunitatis, ubi iura redduntur per suprascriptum Lancelotum dicto nomine ita
narantem,/ petentem, protestantem et cetera, facientem in omnibus et per omnia ut supra
continetur/ et scriptum est. Et in absentia partis adverse. Quod vicarius comissit/ fieri citationem et
preceptum tenoris infrascripti, videlicet ex parte et precepto prefati domini vicari/ percipiatur
procuratori pro modo vel alium quemvis modo has habentem consilii comunis et hominum/ de
Tusculano personaliter si potest reperiri super comuni de Tusculano si non publice et alta voce/
proclametur per eundem ministralem has habentem super platea publica comunis de Tusculano/ et
sic proclamando (-) precipiunt eidem comuni et similiter/ Comino de Bondono suprascripto
habitatore de Tusculano personaliter vel ad eius habitationem quantus ad sextam/ diem proximam
futuram hora iuridica fuit et legiptime compareant coram prefato domino vicario/ ad eius banchum
iuris, situm in Salodo sub palatio comunitatis ubi iura redduntur/ ad videndum, audiendum et
intelligendum per suprascriptum Lancelotum suprascripto nomine fieri, produci/ et reproduci/
suprasciptam petitionem et libellum cum suprascripta interogatione et omnibus et singulis/ in eis
contentis. Quodque infra duos dies utiles immediate sequentes prodisse,/ excipisse et exponisse
debeant quicquid volunt, possunt et intendunt eidem petitioni et/ libello ac eidem interogationi
prodisse debeant secundum formam statutorum civitatis Riperie./ Quodque durantibus terminis
probatio et stipulatio ex forma statutorum dicte Riperie prefixis,/ compelant ut supra ad videndum,
audiendum et inteligendum per suprascriptum Lancelotum dicto nomine/ fieri et produci
quascumque petitionem, positionem, capitula, causas, stipulationem, iura, acta et testes/ ipsos,
quod testes iurare videtur et habeant et teneant notarium suum paratum ipsos testes/
interogaturum si eos interogari facere volent. Quodque elligant sibi interogationem in terra/ Salodi
cum contrata et coherenciis ad quam possunt citari pro quolibet actu iudici modo in ipsa/
312

causa facenda ipsam que describi faciant in actis notario affui prefati domini vicario. Et/ qualiter ad
prima et singula alia facienda et fieri videnda que in predictis et/ circa predicta fieri continerent
usque ad sentenciam diffinitivam superinde ferenda inclusive/ alioquin et cetera. Et pro
himpositione et cetera. Et hoc ad iustitiam suprascripti Lanceloti dicto nomine/ protestatur et
cetera. Lazarius de Feraris, ad civilia notarius, subscripsit quinto marcii 1449/ millesimo
quatercentessimo quadrigesimo nono die undecimo marcii, Fructus Sayolo, ministralis publicus
comunitatis/ Riperie brixiensi, retulit mihi Lazaro notario se die octavo presentis mensis precipisse
Bertolameo/ Faustini de Rotina consul de Tusculano per reperto in Polzano comunis de Tusculano
et Comino/ de Bondono ad eius habitationem in omnibus et per omnia ut supra continetur et
scriptum est et/ eisdem singillatim copiam (...) suprascriptorum dimississe per exemplum, videlicet
dicto consul unam/ et ad dictam habitationem unam aliam per exemplum et cetera, millesimo
suprascripto die quinto decimo mensis/ marcii hora iuridica, facta, reducta et reproducta fuit
suprascripta petitio sive libellus/ coram prefato domino vicario sedenti pro tribunali ad
suprascriptum eius banchum iuris/ per suprascriptum Lancelotum dicto nomine cum instrumento
seu mandati ibique per Rayninum de/ Goyciis notarium die viginti nono mensis decembris 1448 et
in publicam formam reducto per/ Christoforum de Rosis notarium ex comisione dicti Raynini notarii
paratum et se paratum/ efferentem de eo facere quicquid de iure tenetur et cetera. Ita dicentem,
petentem, protestantem/ et cetera facentem in omnius et per omnia ut supra continetur et
scriptum est et cetera. Et in/ absentia partium adversariorum tamen citatum ut supra quarum
contumantiam accusavit et cetera./ Coram vobis, sapiente et egregio viro domino Iohane de
Malsperonibus, honorando/ potestate Riperie Lacus Garde brixiensis nec non sapiente et egregio
iure perito, domino/ Iohane de Casate, vicario vestro et utroque seu altero vestrum coram quo vel/
quibus infrascripta melius fieri possunt, comparet Antonius Pizani de Gayno de/ Tusculano sindicus
et sindicario nomine comunis et hominum terre de Tusculano dicta Riperie et Cominus quondam
Dominici Bonzelii de Bondono, habitator Plani de Tusculano prout/ de dicto sindicatu constat
publico instrumento rogato et scripto per Bartholameum Coloxii/ de Tusculano notarium die
mensis millesimo in eo contento quid pro legiptima persone sue/ coram vobis producit causam et
ocasionem cuiusdam asserte petitionis ut asseritur/ coram vobis factis et productis per
suprascriptum Lancelotum Clarascum de/ Soncino assertum procuratorem suprascripti magnifici et
generosi viri domini Bartholamei Maripetro asserenti/ comendatarii eclesie seu monasterii
religionis Sancti Dominici de Tusculano Riperie Lacus/ Garde in qua inter alia dicitur, contineri
quatenus per vestram sentenciam difinitivam/ pronuncietis et declaretis dictam eclesiam et
monasterium seu ipsum Lancelotum Claraschum/ de Soncino dicto nomine et per eum prefatum
dominum Bartholameum ipsius eclesia restituendum,/ reintegrandum et recipiendum et ad
tenutam et corporalem possessionem petie terre/ descripte in dicta asserta petitione et quod
pronuncietis et declaretis dicte petie terre spectare/ et pertinere dicte eclesie et monasterii et
quod dictus comune et homines ut suprascriptum comunem/ et utrumque seu alium eorum ad
dimittendum, restituendum et relaxandum ipsis eclesie/ et monasteri seu dicto domino
Bartholameo ipsam petiam terre seu eius possessionem similiter cum omnibus/ fructibus, habitis et
perceptis vel prout sic vel aliter et latius reperiunt contineri/ in dicta asserta petitione ad quam
relatio habeatur subscripta ut asseritur per Lazarum/ de Feraris, notarium, die mensis et millesimo
in eo contentis. Et primo excipiendo et opponendo/ contra vel adversus personam dicti Lanceloti
dicit ipsum non fuisse nec esse procurator/ prefati domini Bartholamei asserti comendatari ut
supra maxime rite et legiptime ac canonice/ constitutus et si et prout procurator est petit
instrumentum
313

seu mandati ad consulendum antequam/ ad ulteriora procedatur; item eciam exponendo et
oponendo contra et adversus personam ipsius domini Bartholamei dicit ipsum non fuisse nec esse
comendatarium dicte eclesie seu monasterii/ Sancti Dominici de Tusculano maxime rite ac canonice
constitutus et si et prout comendatario/ est petit copiam ipsius comende sibi exiberi ac in
prencipalia ad consulendum/ antequam ad ulteriora procedatur; aliter protestatur de nullitate
processi. Et ad hoc/ ut suos dicto nomine infrascriptas facere diffensiones et exceptiones et contra
ipsam comendam/ opponere et suum sapientem consulere ut cum velit cedere vel contendere;
item excipiendo/ et opponendo contra et adversus dictam assertam petitionem et omnia et
singula/ in ea contenta, dicunt ipsam et ipsa fuisse et esse nullam et nulla, nulliusque/ valoris et
momenti et per vos non fuisse nec esse admittendum nec admittenda/ nec admitti posse de iure
sed ratione et quam ad cautelam ei petunt dictis/ moris et nomibus quibus precipue cum fuit et
sint dubia varia, incerta, cavilosa,/ generalis frustatoris inepta, intricata, captiosa, calumniosa,
contraria, contradditoria,/ impertinencia, male concepita et formata, carens sub aliis debitis et
opportunis/ et a iure requisitis; item cum facta et producta fuit et sit preter et contra/ formam iuris
et statutorum Riperie Lacus Garde ac civitatis Brixie et per personam/ minus legiptimam et ad
instantiam persone cuius non interest et eciam nullum/ ius, nullaque actione, nullumque iuris
auxilium competiit nec competit ad contendendum et deducendum/ in dicta asserta petitione nec
in dicta petia terre et si quid ius competisset quid non/ credunt adhuc dicunt quod eidem obstat
causa doli, mali, infactum et sine/ causa excepto dolo facit qui petit quod restitutum est et sine
exceptione prescriptionis decem/ annorum inter presentes et viginti inter absentes ac in triginta,
quatraginta et quinquaginta et/ ultra per tantum tempus cuius inicii memoria non existit in
contrarium quibus annis/ dicta petia terre tenta et possessa fuit per dictum comunem et homines
de seu alium vel/ alios eius nomine et presertim per ipsum Cominum qui ipsam petia terre tenuit/
et possedit et hodie tenet et possidet in emphiteosim a dicto comuni/ et hominibus et quos pro
dominis nominatim in iudicio asserens eos presentare in iudicio/ si necesse ferint et cetera. Et
quam plurime alie exceptiones et deffensiones de quibus protestantur quod sibi sint/ salutare. Ex
quibus rationibus et causis et aliis quam pluribus suis loco et tempore dicendo et/ alegando dicunt
se non teneri (-) neque debere dicte asserte petitioni respondere insuper/ prius exibita copia dicte
asserte comende et procurationis, casu quo tamen rendere teneantur/ tunc et eo casu dicunt quod
negant narata prout narantur in dicta asserta petitione/ fuisse et esse vera et petita prout petuntur
fieri debere petentes se dictis nominibus/ et moris quibus supra absolvi et liberari debere a dicta
asserta petitione et contentis/ in ea et partem adversam tamquam tenere litigantem in expensiis
condemnari petunt/ factis et de fiendis protestationes quas petunt et predicta et quidlibet
predictorum dicunt,/ excipiunt et opponunt ac per vos fieri et executioni mandari petunt omni
modo,/ iure, via, forma et causa quibus melius et validius fieri potest ad comodum/ et favorem
sindicorum predictorum dicto nomine et Comini protestant quod omne aliud eorum ius/ eis salvum
fore et esse; item excipiendo et opponendo contra et adversus ipsam assertam interogationem/ et
omnia et singula in ea contenta dicunt ipsam et ipsa fuisse et esse nullam et nulla,/ nulliusque
valoris et momenti et per vos non fuisse nec esse admittendum nec admitti posset/ de iure
rationibus per ipsos superius deductis et alegatis; item cum factis et productis fuit et/ sit preter et
contra formam iuris et statutorum dicte Riperie et Brixie et per personam minus/ legiptimam et ad
instantiam persone cuius non interest in dicta asserta petia terre et/ cetera ut supra. Ex quibus
rationibus et causis et aliis pluribus suis loco et tempore dicendi/ et alegandi, dicunt se non teneri
neque deberi dicte asserte interogationi
314

espondere, casu/ quo tamen respondere teneantur tunc et eo casu respondendo dicunt quod
dictus Cominus/ tenet et possidet dictam petiam terre in emphiteosim a dictis comuni et hominibus
de Tusculano/ pro ficto seu pensione galetarum novem oley solvendarum quolibet anno in quolibet
festo/ Ephifanie, et hoc in presentia dicti sindici dicentis quod verum est quod ipse Cominus/ tenet
dictam petiam terre in emphiteosim a dicto comuni de Tusculano, et predicta et cetera;/ et
protestant quod omne aliud eorum ius eis fore et esse salvum. Millesimo quatercentissimo
quadrigesimo nono, die/ vigesimo mensis marcii, hora iuridica, facta et producta fuit suprascripta
comparatio et responsio cum omnibus/ et singulis suprascriptis in eis contentis, coram prefato
domino Iohane de Casatis vicario prefati prescripti/ domini potestatis sedenti pro tribunali ad eius
banchum iuris situm in terra Salodi sub logia/ palatii dicte comunitatis, sita in contrata Fontis iuxta
lacum per Iohanem fillium quondam Dominici de Secina/ sindicum et sindicario nomine dicti
comunis de Tusculano et per suprascriptum Cominum de Bondono/ et utrumque eorum
requirentium, preceptum suprascripti domini potestatis, ita dicentem, comparentem,
respondentem,/ petentem et facientem in omnibus et per omnia ut superius contentum est,
scriptum est, mutatis/ mutandi et cetera. Et pertinentes ulterius per prefatum dominum vicarium
cogi debere suprascriptum Lancelotum,/ assertum procuratorem dicto nomine, et per eum dictum
dominum Bartholomeum tamque forensem ad promittendum/ et satisfaciendum de expensis,
efficiendis casu quo succubant in dicta causa secundum formam/ statutorum dicte comunitatis. Et
hoc in presentia suprascripti Lanceloti dicto nomine non consentiente et cetera et/ dicentis petita
per eum fieri executioni mandari debere non obstante aliquibus/ dictis exceptionibus et opponitis
et factis per partem adversam que vera non sunt nec de iure/ procedunt et dicentem que se non
teneri dicto nomine ad aliquam satisdationem prestando/ attenta forma iuris et statutis dicte
Riperie, cumque ipse dominus Bartholameus domicilium/ habeat in dicta comunitate Riperie et
dicta eclesia sita sit in dicta Ripperia/ que stabilia habet in dicta Ripperia et cum causam non
inchoaverit nec/ petierit administrationem sibi tamque forensi protestando semper ut alius. Quid/
dominus vicarius auditis, predictis et consideratis, ipsum dominum Bartholomeum residentiam
facere in/ Ripperia in loco predicte religionis et bona dicte religionis et possessionis site/ esse in
districtu comunitatis predicte, declaravit ipsum dominum Bartholomeum non teneri satisdare/ de
expensis et cetera. Prius per me visis literis, comissionis mihi factis de/ suprascripta lite ad
consulendum et cetera. Acceptationeque et iuramento per me prestito de rite et/ recte consulendo
nec non petitione seu libello in dicta causa productis per suprascriptum Lancelotum/ procuratorio
nomine suprascripti domini Bartholamei nec non contradictione seu remissione eidem facta per
suprascriptos/ David sindicario nomine comunis de Tusculano et Cominum de Bondono. Visisque
capitulis,/ actibus, iuribus et instrumentis per dictas partes in dicta causa productis. Et denique
omnibus/ actis et agitatis in dicta cusa auditisque iuribus et alegatis dictarum partium/ quas coram
me fecerunt seu fieri facere voluerunt. Viso in dicto loco/ seu petia terre de qua agitur ad quem
personaliter accessi pro maiori veritate,/ informatis, auditisque insuper dicto loco dictis partibus et
earum (-)/ advocatis ac procuratoribus seu sindiciis et earum alegatis, visisque ceteris/que videnda
erant ipsisque omnibus et singulis dilligenter et matura deliberatione/ dicscussis, Christi nomine
invocato, tale est, videlicet: quod prefati domini potestas/ et vicarius per eorum sentenciam
diffinitivam, condemnent et condemnare debeant/ suprascriptos David intervenientem ut supra et
Cominum de Bondono seu pro eo intervenientem et utrumque eorum ad dimittendum,
restituendum et relaxandum/ suprascripte eclesie et monasterio seu ipsi Lanceloto, procuratori ut
supra, et per eum/ prefato domino Bartholameo, nomine ipsius eclesie et monasteri, dicte petie
315

terre/ de qua in petitione sit mentio et hoc cum fructibus et redditibus habitis et/ perceptis a
tempore litis contestationis citra. Salvo tamen dictis partibus omni iure tam/ melioramentorum que
compensationis fructuum et reddituum in quantum et quanto/ de iure competant; item ad dandum
et solvendum infra decem dies continuos proximos/ futuros dicto Lanceloto dicto nomine et per
eum dicto domino Bartholameo ducatos tres/ auri per eum mihi solutos pro parte salarii tangentis
dictis sindico et Comino/ pro salario. Itineris mei pro accedendo ad dictum locum ab aliis autem
expensis/ ex legiptima causa partes absolvant et hoc omni modo, iure, via et forma/ quibus melius
fieri potest. Et ita dico et consulo ego Ambroxius/ de Advocatis, iuris utriusque doctor, consultor,
ellectus ut supra et ad fidem/ me scripsi et sigillavi, die vigesimo primo iuli millesimo
quadringentesimo quadragesimo nono./ Apertum, lectum et publicatum fuit suprascriptum
consilium prefati domini Ambroxii/ de Advocatis consultoris ut supra. Et ita per prefatum dominum
Laurentium de Paterno, iurisperitum vicarium domini et potestatis Riperie, sedentem pro tribunali/
ad eius banchum iuris situm in Salodo sub palatio comunitatis ubi iura redduntur,/ dictum
sentenciatum, condemnatum, absolutum, reservatum et factum fuit/ in omnibus et per omnia ut
supra continetur et scriptum est in dicto consilio, anno Domini/ millesimo quadrigentesimo
quadragesimo nono, indictione duodecima, die vigesimo tercio iulii,/ hora iuridica presentibus:
Iohane de Calsonibus, Antoniolo de Bertoldis, Christoforo/ Delatrota, domino Miracle de Quizarotis
et Constantio de Sandunis, testibus/ rogatis, notis et vocatis, et in presentia dicti Lanceloti dicto
nomine acceptantis/ in casibus, pro se dicto nomine facientis in aliis non consentientis et cetera, et
in presentia dicti/ David dicto nomine acceptantis in casibus, pro se dicto nomine facientis tam in
aliis/ non consentientis et cetera. Et appellantis viva voce cum protestatione possendi appellare/
inscripti et cetera. Et protestantis quod nil novi fiat et cetera, pendentis, appellantis et cetera. Et/ in
absentia dicti Comini citati et cetera./ Ego Lazarus, natus quondam Francisci de Ferariis, salodensis
notarius publicus/ auctoritate imperiali ac notarius et officialis ad civilia, prefati domini potestatis
et/ vicarii deputatus, predicta publicavi et sentencie presens fui et, rogatus, ea/ publice scripsi et
cetera./
2
CONTRA COMUNE DE THUSCULANO
In Christi nomine amen. Hec est quedam condemnatio pecuniaria et/ sentencia condemnationis
pecuniaria lata et data in iis scriptis/ sentencialiter, promulgata per magnificum et generosum
dominum Petrum Bala/stro pro illustrissimo et excellentissimo dominio nostro venetiarum et
cetera Salodii totiusque cominitatis/ Riperie Brixie Lacus Garde, sedentem pro tribunali ad eius
solitum banchum/ malleficiorum, situm sub logia salle magne comunitatis Riperie in terra Sa/lodii
in contrata Fontis, ubi similes et alie condemnationes solite sunt/ fieri, in publico et generali
arengo, ad sonum campanelli more solito,/ pro infrascripta condemnatione pecuniaria et aliis tam
pecuniariis quam cor/poralibus, dandis et proferendis ut difusius in actis nostri offitii continetur,/
contra infrascriptos temerarios et delinquentes propter eorum demerita, cu/rentibus annis Domini
nostri Iesu Christi millesimo quatricentessimo quadrige/simo nono, indictione duodecima, die
martis nono mensis septembris sic dicitur./ Nos, Petrus Balastro, capitaneus et provisor supra
nominatus, sedentes pro/ tribunali ut supra pro infrascriptis condemnationibus seu condemnatione
danda et/ proferenda contra et adversus infrascriptos temerarios et delinquentes pro eorum/
temeritate et delictis per eos et eorum quemlibet comissis et
316

perpetratis,/ sub die anno et mense in actis nostri offitii latius continetur. Et ita,/ immitando,
dicimus Iohanem Lanterno, tunc consulem comunis/ de Tusculano, Iohanem Dominici de
Sicina et Petrum eius fillium, David quondam/ Antonioli de Pizonis, Aloysium Pillati de Gaino,
Iohanem eius fillium,/ Dominicum Maranii, habitatorem de Cuzaga, Agustinum quondam Antonioli
de Mazotis,/ Iacobum Pillati, Requilianum Beloni, Petrum Pensaboni, Colosium/ Dantio, Iacobum
Colleti de Pulzano et Antoniolum Malacarni/ de Sicina, contra quos et eorum quemlibet processum
est per nos et offitium nostrum/ tamquam homines de Tusculano et per eos contra dictum
comunem in eo, de/ eo et super eo. Quod ad aures et noticiam nostram pervenit, forma publica/
procedente et clamosa insinuatione refferente, non quidem a malivolis/ neque suspectis personis,
non uno sed pluribus auditu, pervenit maxime/ ex notificatione nobis capitaneo et procuratori et
nostro offitio facta/ pro parte spectabili domini Bertolamei Maripetro, comendatario nomine
mona/sterii eclesie religionis Sancti Dominici de Tuscolano. Ecce quod dicti omnes/ et quidam
alii de dicto comuni, non obstante quod idem dominus Barto/lameus dicto comendatario nomine
fuerit et sit ad tenutam et corporalem/ possessionem eclesie et terarum dicti monasterii Santi
Dominici de Tusculano, quiete/ et pacifice iam annis tribus vel circa et eo tempore circa et in
quadam/ porta choerentiata videlicet a mane via dicti monasterii que discurit/ per medium ipsius
porte, a sero dicta via tendens ad Glareas fratrum,/ a meridie domus torcularis, a monte viridarius
dicti monasterii/ appellatus El Broleto, salvis aliis chorentiis verioribus. In qua,/ seu eius lateribus,
ex antiquo et veteri ac tanto tempore cuius inicii memoria/ non extat, constructi et fabricati in
muris seu parietibus murorum dicti/ monasterii et eius iurium positi fuerunt et hodie sunt et
continue steterunt/ quatuor cardines ferroi pro ipsa porta claudendo. Et non obstante quod/ iam
annis duobus et ab inde citra, tenuisse et teneret et haberet super/ ipsa porta et cardinibus
assidum cum catenacio, clavi et clavatura,/ predicti omnes et quilibet eorum cum pluribus aliis de
dicto comuni de Tuscu/lano, in magna comitiva, cum armis, badillis, securibus, flocaciis/ et aliis,
cum magno furore et impetu ac mallo modo et ordine et/ dolose et appensate ac animo et
intencione infrascriptas temeritates/ et delicta comitendi et perpetrandi ac preter et contra
voluntatem ipsius/ domini Bertolamei, invicem auxilium et favorem prestantem et dantem,
acesse/runt ad ipsam portam et in eam impetum fecerunt et eam de dictis/ cardinibus
antiquissimis prostraverunt, abstullerunt et proiecerunt in terram,/ et cum securibus seu aliis
instrumentis, ipsam hegerunt et diviserunt/ in plures seu plurimas partes minutas. Et non obstante
quod ipse dominus/ Bertolameus contradixisset plurima verba, ipsi de Tuscullano fecerunt,/
dicentes eidem domino Bertolameo quod si exiret de domo darent sibi/ tallem indulgentiam quam
aliam simillem non vellet et nisi se forte/ reduxisset in domos dicti monasterii, contra eum
impetum fecissent, et/ forssam inter fecissent. Et non contenti de predictis, sed malla mallis/
addendo, animo et intencione ulterius mollestandi et inquietandi/ ac damnificandi ipsum dominum
Bertolameum dicto comendatario nomine/ seu ipsum monasterium et eclesiam, non contenti de
predictis ut supra, accesse/runt predicti omnes, et quidam alii ut supra ad quemdam seriolam/ seu
clusam dicti monasterii, per quam labitur et lapsa est aqua/ ad dictum monasterium et eius
hedifitia fullorum, mollendinorum,/ ad rasegam ac ad prata et possessiones dicti monasterii
inrigando/ iam uno, duobus, quinque, decem, viginti, triginta, quadraginta et quinquaginta annis et
ul/tra et tanto tempore quod memoria non extat eius inicii, cuius (...)/ coherentie, videlicet loci
turbationis et invasionis comisse, a mane Christoforus/ Turatie de Gaino et fratres, a sero dictum
monasterium, a meridie et a monte/ vas ipsius seriole et ipsam seriolam seu clusam lapidibus et
maximis/ saxis impleverunt et obturaverunt, ex quo nulla aqua labitur nec labi/ potest per eam ad
ipsa hedificia, prata et
317

posessiones in ipsius domini/ Bertolamei ac monasterii, grande et grave damnum et preiudicium
cum/ ipsa hedifitia non potuerit operari nec prata et posessiones/ irrigari et quia omnes ipsi citati
et requisiti fuerunt infra terminos/ a lege statutorum ad faciendum eorum defenssiones et
comparuerunt ac confessi/ fuerunt predicta comisisse et comissa fuisse solum nomine eorum
comunitatis/ de Tusculano, eo maxime quia dictus dominus Bertolameus recusavit solvere/ decima
dicto eorum comuni et cetera, et eciam quia volebat per predictam portam/ de rogare iuribus dicti
eorum comunis et cetera. Comittentes predicti contra (...) ius/ et iusticiam et contra honorem
magnifici dominii nostri venetiarum et cetera, nostrique regiminis./ Et ideo nollentes quod similles
delinquentes et presuntuosi de eorum malle/ gestis se possint gloriari, sed ut hec nostra
condemnatio eis nomine dicti eorum/ comunis sit pena et ceteris, ex exemplum et predictos omnes
et per eos dictum/ eorum comunem condemnari in libris ducentis parvorum aplicandis/ pro dimidia
comunitatis et pro alis dimidia dicto domino Bertolameo. Et quod de/ cetero non audeat dictum
comunem de Tusculano nec aliquis de dicto comune/ ipsum dominum Bertolameum dicto nomine
turbare, inquietare et mollestare in/ predictis porta et seriola nec in aliqua parte earum, sub pena
aliarum librarum trecentarum/ parvarum seu marchetorum dimidendorum ut sibi et maxime ipsis
presentibus eantur in/ iis scriptis sentencialiter sentenciamus et condemnamus./
(S.T.) Lata, lecta et publicata, anno die mense et indictione suprascriptis, presentibus: egregio
iuris/perito domino Michaele de Guizerotis, Faustino de Bertoldis notario, Rizardo/ de Ugonibus et
magistro Comino Pilipario, omnibus habitatoribus Salodii et aliis./ Ego Nicolaus Incolo quondam
domini Davidis civis Venetie et publicus imperiali auctoritate/ notarius nec non iudex ordinarius et
in presentis magnifici domini capitanei et provisoris/ suprascriptis comunis ac suprascriptam
sententiam in publicam presentem formam reddegi ab ori/ginali suo et ab mandato eiusdem
eamdem scripsi et publicavi. Et ad premissum/ robur me subscripsi signo que meo solito roboravi.
3
EXECUTIO CONTRA COMUNE DE THUSCULANO PRO PENA TERRE ET GLERRIS
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini nostri Iesu Christi, curente
millesimo quadrigenteessimo/ quatrigessimo nono, indictione duodecima, die vigessimo quarto
mensis novembris, in infrascripta petia terre,/ presentibus: domino Christoforo de Seravalle, vicario
Materni, Iacobo Berardini de Materno, Antoniolo/ condam Cabrii, molinario, habitatore de
Tusculano et Andrea cartario quondam Tadioli, habitatore religionis,/ testibus rogatis et notis. Ibi
magnificus et generosus vir dominus Bartholameus Maripetro,/ comendatarius religionis Sancti
Dominici de Tusculano, omnibus meliori modo iuri, via, forma et causa quibus melius/ et validius
potuit et potest, presentavit et produxit Peterzolo quondam Pasqueti de Viglis de Materno, consul
comunis/ et hominum de Materno, literas infrascriptorum domini potestatis et vicarii tenoris
infrascripti, videlicet: Iacobus Philipus de/ Advocatis miles riperie Brixie, potestas, et Laurentius de
Paterno, iuris peritus, eius vicarius et cetera. Prius/ per nos, visa quadam sententia diffinitiva per
nos cum consilio sapientis lata, in qua et per quam inter alia/ condempnavimus David de Pizanis
sindicum et sindicario nomine comunis et hominum et universitatis de Tusculano ac/ Cominum de
Bondono, habitatorem de Tusculano, ad dimittendum et relaxandum infrascriptam petiam terre
cum fructibus/ habitis et perceptis a tempore litis contestate citra eclesie et
318

monasterio religionis Sancti Dominici de Tusculano seu/ Lanceloto de Claraschis, procuratori
magnifici et generosi viri domini Bartholamei Maripetro, comendatarii dicte eclesie/ et monasterii
et per eum prefato domino Bartholameo nomine ipsius eclesie et monasterii, de qua rogatum fuit
instrumentum per Lazarum de Feraris, notarium, die vigessimo tercio mensis iulii, anni presentis.
Visaque sententia, lata/ in causa apellationis interposite a dicta sententia in qua inter alia
pronunciatum et declaratum/ fuit bene iudicatum et male apellatum et cetera, rogata per Iohanem
de Rudiano, notarium,/ civem Brixie, die vigessimo secundo mensis instantis, visisque literis per
iuducem appellationis/ predicte super hoc nobis descriptis et cetera, uiusmodi tenoris, videlicet:
spectabillis et/ generose uti frater honorabilis alias lata fuit quedam sententia per spectabilitatem
vestram/ aut eius precessorem de consilio spectabillis doctoris domini Ambroxii de Advocatis intra/
spectabillem dominum Bartholameum Maripetro parte una et comune et homines de Tusculano
parte/ altera, a qua extitit appellatur et causa ipsius appellationis in reperto partium consulenti
comissa/ fuit et illam aceptavi, iuravi et alia feci ut moris est atenta forma iuris et statutorum./
Tandem meam tuli diffinitivam sententiam per quam confirmavi predictam sententiam et/ ipsos de
Tusculano in libris centum planetorum pro expensis factis condemnavi, secundum quod ipsa vestra/
spectabilitas videre poterit. Idcircho, requisitus, eandem spectabillitatem vestram ortor/ ut placeat
ipsam sententiam ut decet exequi ad omnem ipsius domini Bartholamei seu eius/ nuntii
requisitionem, cum hoc spectet et pertineat ad officium vestrum. Valete paratus/ et cetera. Ex
Brixia, die vigesimo secundo novembris 1449, Francischus Castagnolus, patavus, doctor/ a tergo,
spectabilli et generoso viro domino Iacobo Philipo de Advocatis, militi Salodi,/ et pertinentiarum
honorando potestati uti fratri honorando. Auditaque requisitione nobis facta per/ eundem
Lancelotum dicto nomine ut ex officio nostro et omni meliori modo iure, via et cetera/ ipsam
sententiam vellimus exequi et exequtioni mandari facere maxime inducendo/ ipsum in posessione
dicte petie terre et cetera. Considerantesque nihil prodesse proferi sententias/ misi exequtionem
mitterentur et cetera. Et rem hanc esse contra ipsum comunem de Tusculano. Ea propter/ harum
tenore mandamus et comittimus vobis consuli ceterisque officialibus comunis et/ hominum de
Materno cui vel quibus hec fuerint presentate, quatenus visis presentibus inducatis/ et imponatis
ipsum dominum Bartholameum dicto nomine ipsius eclesie seu monasterii seu/ alium eius nomine
recipientem in et ad tenutam et corporalem posessionem dicte infrascripte/ petie terre actualiter
et cum effectu ipsumque inductum et imponitum manuteneatis et/ deffensetis faciendo de
predictis publicum confici instrumentum expensis petentis sub pena librarum/ quinquaginta
planetorum et cetera. Alioquin et cetera per henmptorie et cetera. Et hoc ad instanciam/ ipsius
domini Bartholamei dicto nomine seu eius procuratoris, protestantis pro omne aliud suum ius/ sibi
salvum sit contra ipsum comunem et Cominum maxime de fructibus et expensis et cetera et litere/
reddantur. Que petia terre est hec, videlicet: una petia terre aratoria, olivata et vidata/ hac partim
prativa, iacens super teritorio de Tusculano et que vulgariter appellatur Le Gere/ di Fra, hac iacens
prope monasterium predictum, cui coheret a mane dicta eclesia/ seu monasterium vel eius iura, a
meridie lacus, a sero et a monte teritorium Materni medietate/ flume et cetera, salvis et cetera.
Lazarus de Ferariis, ad civilia notarius, sub die viginti quatuor novembris/ 1449, petens ac petiit
dictus dominus Bartholameus a prefato consule, quatenus ipsas literas exequi/ et exequtioni
mandare debeat. Qui consul, volens obedire statim, ipsum dominum/ Bartholameum posuit et
induxit in et ad tenutam et corporalem posessionem dicte petie/ terre dando sibi de lapidibus,
herbis et frondibus in manibus et gremio, eundo per dictam/ petiam terre huc et illuc et cetera, alia
faciendo que fiunt et fieri debent in signum/ vere tenute et corporalis posessionis dande et
accipiende. Et
319

inmediate ipse/ dominus Bartholameus, ponitus ad tenutam ut supra, imposuit et comisit Paulo
debolate eius/ laboratori ibidem presenti, quatenus nomine ipsius dimini Bartholamei laborari
debeat dictam petiam terre et/ putare debeat de vineis existentibus in dicta petia terre et cetera,
alia laboreria facere et cetera,/ qui Paulus illico, presentibus ipso domino Bartholameo et dictis
testibus, incepit dicto nomine putare de/ vineis existentibus in dicta petia terre et in ea arare fecit
et cetera. Rogans ac rogavit/ antedictus dominus Bartholameus me notarium infrascriptum ut de
predictis publicum conficere debeam instrumentum et cetera./ Ego Firmus fillius Bertolini de Caino,
habitator Materni, notarius publicus imperiali auctoritate,/ predictis omnibus affui et, rogatus, hanc
cartam subscripsi.
4
CARTA LIVELLI
1450 Marzo 9 in refectorio religionis sancti Dominici.
Bartolomeo Maripietro commendatario della religione di San Domenico ha dato in affitto per nove
anni a Pietro fu Giacobino detto Grisete due appezzamenti di terra nelle contrade Comnigonos e
Ceresolis di Toscolano, in cambio di nove bazete e mezza di olio. Il notaio Augustino de Calapis,
chiamato a redigere il documento, lascia al figlio Antonio l'incarico, pur vigilando sul buon
svolgimento del lavoro.
Notaio: Antonio filio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car.96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliesimo
quatercentissimo quinquagessimo,/ indictione tercia decima, die nono mensis marcii, in religione
Sancti Dominici, in quadam sala teragna seu refectorio, presentibus: Iohane fillio quondam Tomey
de Rendena, habitatore Materni,/ Simone fillio quondam Bertrami de Pergomo, habitatore
suprascripte religionis et Andrea fillio quondam Tadioli de/ Pergomo, habitatore suprascripte
religionis, omnibus testibus notis rogatis et ad hec spetialiter vocatis./ Ibi magnificus et generosus
vir dominus Bartolameus Maripetro, comendatarius/ religionis Sancti Dominici de Tusculano,
omnibus modo, iure, via, forma, causa, ocasione/ quibus melius et prout validius potuit et potest,
pro se et successoribus suis, per baculum/ quem in manibus suis tenebat ad rectum livellum
civitatis Brixie et comunitatis Riperie lacus/ Garde, investivit Petrum filium quondam Iacobini dicti
Grisete de Cabiana de Tuschulano, ibi/ presentem et hanc investituram pro se suisque heredibus
sponte suscipientem, hinc ad novem/ annos ad novam investituram fiendam, nominatim de
infrascriptis petiis terre, videlicet: primo de/ una petia terre aratoria, olivata et vidata iacente in
teratorio de Tuschulano in contrata ubi/ dicitur, ad Comnigosnos, cui coheret a mane heredes
Franceschini quondam Iohannis Zanini/de Gayno partim et partim limes, a meridie limes, a monte
Asander de Bondono, a sero flumen, salvis/ , que potest esse per
mensuram duorum plodiorum et treginta (...) tabularum vel circha;/ item de una petia terre
aratoria, olivata et vidata iacente in suprascripto teratorio in contrata ubi dicitur in/ Ceresolis, cui
coheret a monte Bartolameus Berardi, a mane via, a meridie 84
./ Ad habendum, tenendum,
gaudendum et posidendum dictas petias terre et quidquid de eys ipsi Petro emph/itiothe eiusque
heredibus iure livellario placuerit faciendum cum omnibus et singulis/ que intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent accessibus quoque ingressibus,
84
Manca l'indicazione delle altre coerenze.
320

egressibus/ et regressibus suis usque ad vias publicas et cum omnibus et singulis quas dictas petias/
terre habent supra se, intra seu infra se in integrum omnibusque iuribus, rationibus et/ actionibus,
realibus et personalibus, utilibus et directis, mixtis et ypothecariis, usibus, usanciis,/ viis, aquis,
aqueductis, terminis, confinibus, oneribus, conditionibus, pertinenciis, et requisitionibus/ ipsarum
petiarum terre aliqualiter spectantibus et pertinentibus, quas quidem petias terre dictus/ dominus
Bartolameus comendatarius ut supra convenit et solemni stipulatione promisit/ dicto Petro
emphitiothe perpetuo deffendere, guarentare, auctorizare et desbrigare ab/ omni persona comuni
colegio et universitate, expensis propris ipsius monesterii et hoc quantum/ est respectu utilis
dominii et naturalis possessionis translate per prefatum dominum Bertolameum/ comendatarium
ut supra in dictum Petrum emphitiotham vigore presentis investiture/ dando, reddendo et
solvendo ac dare reddere et solvere convenit et solemni stipulatione/ promisit dictus Petrus
emphitiotha dicto domino Bartolmeo, comendatario ut supra,/ et per eum dicto monesterio
religionis Sancti Dominici de Tuschulano quolibet anno/ in festo epiphanie Domini nostri Iesu Christi
vel eius in octava ad canipam dicti/ monesterii sitam in dicta religione bacetas novem cum dimedia
oley boni,/ pulchri et recte mensurati ad mensuram comunis de Salodo sub pena dupli dicti ficti/
quolibet anno comittenda quo cesatum fuerit a solutione dicti ficti in dicto termino./ Quo ficto sit
in dicto termino dato et soluto vel saltem debite consignato nihil aliud/ imponatur dicto Petro
emphitiothe salvo quod, si aliquo tempore in futurum dictus/ Petrus emphitiotha vendere aut
alienare voluerit ipsum suum ius livellarium/ seu mellioramentum sibi Petro emphitiothe pertinens
vigore presentis investiture,/ prius teneatur et debeat apellare prefatum dominum Bertolameum
comendatarium ut supra/ et per eum successoribus suis et eys, emere volentibus, dare et vendere
teneatur ipsum suum/ ius livellarium seu mellioramentum emphitiothicum pro decem soldis
planetorum minus illo iusto/ pretio quod habere potuerit a personis emere volentibus; alioquin
vendat et vendere possit/ ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum emphitiothicum cui
voluerit,/ exceptis potenti viro, miserabili persone, consortio discipline hospitali vel aliis/ personis
in quibus conditio dicti monesterii fiet deterior, habendo semper prefa/tum dominum
Bartolomeum comendatarium ut supra et per eum successoribus suis/ soldos decem planetorum
pro nova investitura fienda quibus teneatur et debeat novum/ investire emphitiothicum et in eum
investituram facere presenti consimilem in/ effectu pro quibus omnibus et singulis suprascriptis ita
ut premititur firmitur atte/ndis et observandis prefatus dominus Bartolameus comendatarius ut
supra obli/gavit dicto Petro emphitiothe dictum monesterium omnia sua bona/ presentia et futura
pigneri et dictus emphitiotha obligavit prefato/ domino Bartolomeo comendatario ut supra et per
eum dicto monesterio et successoribus/ suis, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura
pigneri. Renuntiantes et/ expresse renuntiaverunt omni exceptioni non sic in omnibus et singulis/
suprascriptis esse et fuisse verum et maxime prefatus dominus Bartolameus, comendatarius/ ut
supra, loco ipsius monesterii decretis, decretalibus et constitutionibus sino/dalibus Romane Curie
Episcopalisque Curie brixiensis et uterque eorum omnibus/que statutis, ordinibus, promissionibus,
reformationibus, decretis, illustrissime ducalis dominationis/ nostre venetiarum comunis et populi
Brixie et comunitatis Riperie lacus Garde ceterisque/ aliis suis iuribus et legum auxiliis,
exceptionibus et oppositionibus quibus posset venire/ aut facere de iure vel de facto contra
predictam vel aliquod predictorum et cetera/. Ego Antonius fillius Augustini de Calapis (-) de
Materno notarius et habitator/ Tuschulani Riperie Salody ex comissione mihi facta per
infrascriptum Au/gustinum de Calapis de Materno, notarium publicandi prescriptum
instrumentum/ illud idem secundum tenorem imbreviature per
321

ipsum rogate et imbreviate/ publicavi et scripsi et in publicam formam reduxi, nil addito remoto/
nec diminuto quod sensum vel sententiam mutet vicet vel variet intelle/ctum et ideo me cum
atestatione mea consueta subscripsi in robur/ et fidem omnium promissorum et (-) cum
interlineatura facta/ in linea quinta decima videlicet a meridie limes errore omissa et cetera./
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente. Ego/ Augustinus fillius
quondam magistri Antonioli de Calapis de Ma/ terno, habitator Tuschulani, notarius predictus
presens fui et de eys/ rogatus fui sed aliis ocupatus ad publicandum et in publicam/ formam
reducendum prescriptum instrumentum suprascripto Antoniolo de Calapis,/ notario, comissi et quia
illud tum mea originali breviatura/ ascultavi et concordare inveni ideoque me tum atestatione
mea/ consueta subscripsi in robur et fidem omnium promissorum et cetera.
5
CARTA LIVELLI
1450 Maggio 23 Toscolano, in lozeta religionis Sancti Dominici apud clusam.
Bartolomeo Maripietro commendatario della religione di San Domenico ha dato in affitto per nove
anni a Francesco fu Antoniolo Andrioli Barbavare tre appezzamenti di terra con una tesa per tordi
nelle contrade Roncho di San Martino, Ceruduli e Zolino di Maderno, in cambio di sei bazete di olio
all'anno.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini, curente milliesimo
quatercentissimo quin/quagessimo, indictione tercia decima, die vigessimo tercio mensis madii, in
religione Sancti/ Dominici de Tuschulano, in lozeta dicte religionis sita a mane parte dicte religionis
apud clusam,/ presentibus: Lanceloto de Claraschis de Soncino, habitatore dicte religionis,
Christoforo filio quondam Gidini/ dicto Volpinus de Materno et Simone fillio quondam Bertrami,
habitatore dicte religionis, omnibus/ testibus notis rogatis et ad hec spetialiter vocatis. Ibi
magnificus et generosus/ vir dominus Bertolameus Maripetro, comendatarius religionis Sancti
Dominici de Tuschulano,/ omnibus modo iure, via, forma, causa et ocasione quibus melius et prout
validius potuit et/ potest, pro se et successoribus suis per anulum quem in suis manibus tenebat ad
rectum/ livellum civitatis Brixie et comunitatis Riperie lacus Garde, investivit Francischum filium
quondam Antonioli Andrioli Barbavare de Materno ibi presentem, pro se suisque heredes sponte
suscipientem hinc ad novem annos ad novam investituram fiendam nominatim/ de infrascriptis
petiis terre et primo de una petia terre prativa, rosiva et olivata/ cum una tensa a turdis intus
iacente in teratorio de Materno in contrata Runchi/ Sancti Martini, cui coheret a mane et a monte
via, a sero via partim et partim dominus pre Materninus/ condam Liali de Cuignanis, a meridie
Mafeus quondam Iohanelli confetoris partim et partim eclesia/ Sancti Martini, que est per
mensuram plodiorum duorum et decem et octo tabularum, de/ qua debetur fictum bazetam unam
cum dimedia oley; item una petia terre vegra et olivata/ et rosiva iacente in suprascripto
teratorio in contrata Ceruduli, cui a sero Iacobus Berardini/ coheret, a monte Bonapasius Bertazoli
partim et partim Iacobus de Bindaciis pro dicta/ religione, a meridie via, a mane dictus emphitiotha
partim et partim Guelminus Fau/stini de Novayra, que est per mensuram duorum plodiorum et
septem tabularum,/ de qua debetur fictum bacetam unam oley; item una petia terre aratoria,
olivata et vidata/ iacente in suprascripto
322

teratorio in contrata Zolini, cui coheret a monte via, a mane Dominicus Cipani, a meridie/ Albertus
de Bondono, habitator de Tuschulano, a sero Albertus partim et partim dictus emphitiotha,/ salvis
omnibus aliis choherenciis, que est per mensuram tabularum viginti novem/ et de qua debetur
fictum bacetas tres cum dimedia oley. Ad habendum, tenendum,/ gaudendum et posidendum
dictas petias terre et ad quidquid de eys ipsi Francischo emphitiothe/ eiusque heredibus iure
livellario placuerit faciendum cum omnibus et singulis que intra/ predictos continentur confines vel
alios si qui forent, accessibus quoque ingressibus, egressibus et regressibus/ suis ad usque vias
publicas et cum omnibus et singulis que dictas petias terre habent/ supra se, intra seu infra se in
integrum omnibusque iuribus rationibus et actionibus,/ realibus et personalibus, utilibus et directis,
mixtis et ypothecariis, usibus, usanciis,/ viis, aquis, aqueductis, terminis, confinibus, oneribus,
conditionibus, pertinenciis et requisitionibus/ ipsarum petiarum terre aliqualiter spectantibus et
pertinentibus, quas quidem petias terre prefatus dominus/ Bertolameus, comendatarius ut supra,
convenit et solemni stipulatione promisit dicto/ Francischo emphitiothe perpetuo defendere,
guarentare, auctorizare et desbrigare ab/ omni persona comuni colegio et universitate, expensis
propriis ipsius monesterii, et hoc/ quantum est respectu utilis dominii et naturalis possessionis
translate per prefatum dominum Bertolameum/ comendatarium ut supra infrascriptum
Francischum emphitiotham vigore presentis investiture,/ dando reddendo et solvendo ac dare
reddere et solvere convenit et solemni stipulatione/ promisit dictus Francischus emphitiotha
prefato domino Bertolameo comendatario ut supra et/ per eum dicto monesterio quolibet anno in
festo epiphanie Domini nostri Iesu Christi vel/ eius in octava ad canipam dicte religionis sitam in
dicta religione, bacetas sex oley boni/ pulchri et recto mensurati ad mensuram Salodi sub pena
dupli dicti ficti quolibet/ anno comittendo quo cessatum fuerit a solutione dicti ficti in dicto
termino, quo/ ficto sit in dicto termino dato et soluto vel saltem debite consignato nihil aliud
im/ponatur dicto Francischo emphitiothe salvo quod, si aliquo tempore in futurum dictus
Francischus/ vendere aut alienare emphitiothicum voluerit ipsum suum ius livellarium seu
mellioramentum /emphitioticum sibi Francischo emphitiothe pertinens vigore presentis investiture
prius teneatur/ et debeat apellare prefatum dominum Bertolameum et per eum successoribus suis
et eys,/ emere volentibus, dare et vendere teneatur ipsum suum ius livellarium seu
mellioramentum/ emphitioticum pro decem soldis planetorum minus illo iusto pretio quod habere
potuerit a personis emere/ volentibus; alioquin vendat et vendere possit ipsum suum ius livellarium
seu mell/ioramentum emphitioticum cui voluerit, exceptis potenti viro, miserabili persona,
consortio/ discipline hospitali vel aliis personis in quibus conditio dicti monasterii ut supra fieret/
deterior, habendo semper prefatum dominum Bertolameum comendatarium et per eum
successoribus suis/ soldos decem planetorum pro nova investitura fienda quibus teneatur et debeat
novum investire/ emphitiotam et in eum investituram facere presenti cum similem in effectu pro
quibus omnibus/ et singulis suprascriptis ita ut premititur firmitur attendendis et observandis
prefatus dominus/ Bertolameus comendatarius ut supra obligavit dicto Francischo dictum
monesterium/ et omnia sua bona presentia et futura pigneri et dictus emphitiotha obligavit/
prefato domino Bertolameo et per eum dicto monesterio et successoribus suis, se personaliter et
omnia/ sua bona presentia et futura pigneri. Renuntiantes et expresse renuntiaverunt omni
ex/ceptioni non sic in omnibus et singulis suprascriptis esse et fuisse verum et maxime prefatus
dominus/ Bertolameus comendatarius ut supra loco ipsius monesterii decretis, decretalibus et
constitutionibus/ sinodalibus Romane Curie Episcopalisque Curie brixiensis et uterque eorum
omnibusque/ statutis, ordinibus, promissionibus, reformationibus et decretis illustrissime ducalis
323

dominationis nostre venentiarum/ comunis et populi Brixie et comunitatis Riperie predicte
ceterisque aliis suis iuribus et legum/ auxiliis exceptionibus et oppositionibus quibus possent venire
aut facere de iure vel de facto contra/ predicta vel aliquod predictorum./ Ego Antonius filius
Augustini de Callapis de Materno, notarius et habitator Tuschulani Riperie Sa/lody, ex comisione
mihi facta per infrascriptum Augustinum de Calapis de Materno,/ notarium publicandi prescriptum
instrumentum illud idem secundum tenorem imbreviature per ipsum rogate/ et imbreviate
publicavi et scripsi et in publicam formam reduxi, nil addito/ remoto nec diminuto quod sensum vel
sententiam mutet vicet vel variet intellectum/ et ideo me cum atestatione mea consueta subscripsi
in robur et fidem omnium promi/ ssorum./
(S.T.) In Christi nomine amen. Ego Augustinus fillius quondam magistri Antonioli de Calapis/ de
Materno, habitator Tuschulani, notarius predictus, presens fui et de eys rogatus/ fui sed aliis
ocupatus ad publicandum et in publicam formam reducendum/ prescriptum instrumentum
suprascripto Antoniolo de Calapis notario comissi et/ quia illud cum mea originali breviatura
ascultavi et concordare/ inveni ideoque me cum atestatione mea consueta subscripsi in robur et/
fidem omnium promissorum et cetera.
6
CARTA LIVELLI
1450 Maggio 25 Gargnano, in strata publica ante domum Tonoli.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del commendatario
Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a Toniolo fu Giovannino un appezzamento
di terra a Posere di Gargnano in cambio di due quarteri di olio all'anno.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentissimo quin/quagessimo, indictione tercia decima, die vigessimo quinto mensis madii, in
villa de Gargnano,/ in strata publica ante domum infrascripti Tonoli presentibus: Guelmino de villa
Georgio quondam/ Ambrosii de villa et Tonolo quondam Tonoli de la Costa, omnibus testibus notis,
rogatis et ad hec/ spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus de Claraschis de Soncino, habitator religionis
Sancti Dominici de Tusculano,/ procurator et procuratorio nomine magnifici et generosi viri domini
Bertolameii, comendatarii religionis Sancti/ Dominici de Tuschulano, ad multa sed ad instrumenta
spetialiter constitutus pro ut patet in publico instrumento illius/ procure rogato per Rayninum
filium quondam Toni de Goyciis de Capriolo notarium die vigessimo nono/ mensis decembris
milliessimo quatercentissimo quadrigessimo octavo, indictione undecima/ et reducto in formam
per Christoforum de Rosis, notarium, civem et habitatorem civitatis Brixie ex comissione/ sibi facta
per suprascriptum Rayninum notarium ac viso et lecto per me Augustinum de Calapis notarium/
infrascriptum omnibus modo iure via forma causa et ocasione quibus melius et prout validius/
potuit et potest procuratio nomine domini Bertolameii comendatarii ut supra et successoribus suis
per calamum/ quem in suis manibus tenebat ad rectum livellum civitatis Brixie et comunitatis
Riperie lacus/ Garde ad novem annos ad novam investituram fiendam Tonolum filium quondam
Iohanini de/ la Costa habitatorem ville de Gargnano, ibi presentem et hanc investituram, pro se
suisque heredibus/ sponte suscipientem nominatim de una petia terre aratoria, olivata et vidata
iacente in teratorio/ de Gargnano ubi dicitur ad Poseras, cui coheret a monte Guelminus de villa
pro plebe Sancti Martini,/ a mane
324

Forinus de Bondono habitator suprascripte ville partim et partim Georgius Ambrosii, a sero dictus/
emphitiotha, a meridie Antoniolus quondam Iohani Pasini partim et partim Faustinus de Bolo/no
habitator ville de Zuyno et partim Antonius Iohanis Ferarii, salvis omnibus aliis chorenciis./ Ad
habendum, tenendum, gaudendum et posidendum dictam petiam terre et ad quidquid de ea ipsi
Tonolo/ emphitiothe eiusque heredibus iure livellario placuerit faciendum cum omnibus et singulis
que/ intra predictos continentur confines vel alios si qui forent, accessibus quoque ingressibus,
egressibus et regressibus suis/ usque ad vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta petia
terre habent supra se, intra/ seu infra se in integrum omnibusque iuribus, rationibus et actionibus,
realibus et personalibus, utilibus/ et directis, mixtis et ypothecariis, usibus, usanciis, viis, aquis,
aqueductis, terminis,/ confinibus, oneribus, conditionibus, pertinenciiset requisitionibus ipsius petie
terre aliqualiter spectantibus/ et pertinentibus. Quam quidem petiam terre dictus Lancelotus
procurator ut supra convenit et solemni/ stipulatione promisit dicto Tonolo emphitiothe perpetuo
deffendere, guarentare, auctorizare et desbrigare/ ab omni persona comuni colegio et universitate
expensis propris ipsius monesterii et hoc/ quantum est respectu utilis dominii et naturalis
possessionis translate per dictum Lancelotum procuratorem/ ut supra in dictum Tonolum
emphitiotham vigore presentis investiture dando, reddendo, sol/ vendo ac dare reddere et solvere
convenit et solemni stipulatione promissit dictus Tonolus/ emphitiotha dicto Lanceloto dicto
procoratori nomine et per eum dicto monesterio quolibet/ anno in festo epiphanie Domini nostri
Iesu Christi vel eius in octava ad canipam dicti/ monasteri sitam in dicta religione Sancti Dominici
quarterios duos oley boni pulchri/ et recte mensurati ad mensuram comunis de Salodo sub pena
dupli dicti ficti quolibet anno/ comittendo quo cesatum fuerit a solutione dicti ficti in dicto termino
quo ficto sit in dicto/ termino dato et soluto vel saltem debite consignato nihil aliud imponatur
dicto Tonolo/ emphitiothe salvo quod, si aliquo tempore in futurum dictus Tonolus emphitiotha
vendere aut/ alienare voluerit ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum sibi
Tonolo emphitiothe/ pertinens vigore presentis investiture prius teneatur et debeat apellare
dictum Lancelotum/ et per eum prefatum dominum Bertolameum et pro successoribus suis et eys,
emere volentibus, dare et vendere/ teneatur ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum
emphitioticum pro decem soldis planetorum minus/ illo iusto pretio quod habere potuerit a
personis emere volentibus; alioquin vendat et vendere/ possit ipsum suum livellarium seu
mellioramentum emphitioticum cui voluerit, exceptis/ potenti viro, miserabili persona, consortio
discipline vel aliis personis in quibus conditio dicti monestery fieret/ deterior habendo prefatum
dominum Bertolameum comendatarium ut supra et per eum successoribus suis soldos decem
planetorum/ pro nova investitura fienda quibus teneatur et debeat novum investire emphitiotam/
et in eum investituram facere presenti cum similem in effectu pro quibus omnibus et singulis/
suprascriptis ita ut premittitur firmitur attendendis et observandis dictus Lancelotus procurator/ ut
supra obligavit dicto Tonolo emphitiothe dictum monasterium et omnia sua bona presentia et
futura/ pigneri et dictus Tonolus emphitiotha obligavit dicto Lanceloto dicto procuratorio nomine/
recipienti et per eum dicto monesterio et successoribus suis, se personaliter et omnia sua bona
presentia et/ futura pigneri. Renuntiantes et expresse renuntiaverunt omni exceptioni non sic in
omnibus/ et singulis suprascriptis esse et fuisse verum et maxime dictus Lancelotus procurator/
loco ipsius eclesie decretis, decretalibus et constitutionibus Romane sinodalibus Curie/
Episcopalisque Curie brixiensis et uterque eorum omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus,
reformationibus/ et decretis illustrissime ducalis dominationis nostre venetiarum comunis et populi
Brixie/ et comunitatis Riperie lacus Garde. Ceterisque aliis suis
325

iuribus et legum auxiliis/ exceptionibus et oppositionibus quibus posset venire aut facere de iure
vel de facto/ contra predicta vel aliquod predictorum./ Ego Antonius filius Augustini de Calapis de
Materno notarius et habitator Tuschulani Riperie/ Salody ex comissione mihi facta per
infrascriptum Augustinum de Calapis/ notarium publicandi prescriptum instrumentum illud idem
secundum tenorem (-) imbreviature/ per ipsum rogate et imbreviate publicavi et scripsi et in
publicam formam/ reduxi nil addito remoto nec diminuto quod sensum vel sententiam mutet vicet/
vel variet intellectum. Et ideo me cum atestatione mea consueta subscripsi in/ robur et fidem
omnium promissorum cum interlineatura facta in linea/ tregessima octava videlicet dupli errore (-)
omissa./
(S.T.) In Christi nomine amen. Ego Augustinus fillius quondam magistri Anto/nioli de Calapis de
Materno habitator Tuschulani notarius/ predictus presens fui et de eys rogatus fui sed aliis
ocupattus/ ad publicandum et in publicam formam reducendum prescriptum/ instrumentum
suprascripto Antonilo de Calapis notario comissi et/ quia illud cum mea originali breviatura
ascultavi et/ concordare inveni ideoque me cum atestatione mea consueta subscripsi in robur et
fidem omnium promissorum et cetera.
7
CARTA LIVELLI
1450 Giugno 8 Toscolano, in fullis religionis Sancti Dominici ubi laboratur ad tinam.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del commendatario
Bartolomeo Maripietro ha dato in affitto per nove anni a Giacobo fu Mafeo de Bindacis una casa
con porto ed aia e un appezzamento di terra nelle contrade Arco e Cerudulo di Maderno, in cambio
di cinque bazete e mezza di olio secondo la giusta misurazione del comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentessimo/ quinquagessimo, indictione tercia decima, die octavo mensis iunii, in religione
Sancti Domi/nici in Fullis dicte religionis ubi laboratur ad tinam, presentibus: Iohanino filio
quondam Marche/ti de Mesaga, Angustino filio quondam Antonioli Mazeti de Plano et Andrea fillio
quondam Tadioli,/ habitatore religionis Sancti Dominici, omnibus testibus notis rogatis et ad hec
spetialiter vocatis./ Ibi Lancelotus de Claraschis de Soncino, habitator religionis Sancti Dominici de
Tuschulano,/ procurator et procuratorio nomine magnifici et generosi viri domini Bertolameii/
Maripetro, comendatarii religionis Sancti Dominici de Tuschulano, ad multa sed ad/ infrascripta
spetialiter constitutus de qua procura constat in publico instrumento rogato/ per Rayninum filium
quondam Toni de Goycis de Capriolo, notarium, die vigessimo nono mensis/ decembris, milliessimo
quatercentissimo quadrigessimo octavo, indictione un/decima et reducto in formam per
Christoforum de Rosis notarium civem et habitatorem/ civitatis Brixie ex comisione sibi facta per
suprascriptum Rayninum notarium ut supra/ ac viso et lecto per me Augustinum de Calapis
notarium infrascriptum omnibus modo/ iure via forma causa et ocasione quibus melius et prout
validius potuit et potest/ procuratorio nomine prefati domini Bertolameii comendatarii ut supra et
successoribus suis per calamum quem in suis manibus tenebat ad rectum livellum civitatis Brixie et
comunitatis/ Riperie lacus Garde, ad nuvem annos et ad novam investituram fiendam, investivit/
Iacobum filium quondam Mafey de Bindacis de Materno ibi presentem et hanc investi/turam, pro
se suisque
326

heredibus sponte suscipientem nominatim de una domo murata,/ copata et solerata cum portu et
una herra secum tenente iacente in terra de/ Materno in contrata Archi, cui coheret a sero via, a
meridie lacus, a monte strata pub/ lica et a mane Mateus filius quondam Tonini de Tercio, habitator
Materni, salvis et cetera; item de/ una petia terre aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de
Materno in contrata/ Ceruduli, cui coheret a meridie Francischus Barbavare locii Dominici dicti
Bazanela/ pro dicto monesterio, a sero dictus Francischus loco suprascripti Dominici pro dicta
religione/ partim et partim Bonapasius quondam Antonioli Bertazoli et a monte dictus Bonapa/sius,
a mane Nicholaus quondam Iohanini Nicholini partim et partim Mafeus Io/hanelli confetoris, salvis
omnibus aliis chorenciis. Ad habendum, tenendum, gaudendum/ et possidendum dictas domum,
portum, herram et petiam terre et ad quidquid de eys/ ipsi Iacobo emphitiothe eiusque heredes
iure livellario placuerit faciendum, cum/ omnibus et singulis que intra predictos continentur
confines vel alios si qui forent, accessibus/ quoque ingressibus, egressibus et regressibus suis usque
ad vias publicas et cum/ omnibus et singulis que dictas domum, portum, heram et petiam terre
habent supra/ se intra seu infra se in integrum omnibusque iuribus rationibus et actionibus,
realibus/ et personalibus, utilibus et directis, mixtis et ypothecariis, usibus, usanciis,/ viis, aquis,
aqueductis, terminis, confinibus, oneribus, conditionibus, pertinentibus et requisitionibus/ ipsarum
domus portus here et petie terre aliqualiter spectantibus et pertinentibus./ Quas quidem domum,
portum, heram et petiam terre dictus Lancelotus dictus procurator/ nomine convenit et solemni
stipulatione promisit dicto Iacobo emphitiothe perpetuo de/ffendere, guarentare, auctorizare et
desbrigare ab omni persona comuni colegio et/ universitate expensis propris ipsius monesterii et
hoc quantum est respectu utilis dominii et/ naturalis possessionis translate per dictum Lancelotum
procuratorem ut supra in dictum Iacobum emphitiotham/ vigore presentis investiture dando
reddendo et solvendo ac dare, reddere, solvere convenit/ et solemni stipulatione promisit dictus
Iacobus emphitiotha dicto Lanceloto dicto procuratori/ nomine recipienti et per eum dicto
monesterio quolibet anno in festo epiphanie Domini nostri Iesu Christi/ vel eius in octava ad
canipam dicti monasteri sitam in dicta religione bacetas quinqye cum/ dimedia oley boni pulcri et
recte mensurati ad mensuram comunis de Salodo videlicet medietatem/ pro domo et aliam
medietatem pro petia terre sub pena dupli dicti ficti quolibet anno comittenda / quo cesatum fuerit
a solutione dicti ficti in dicto termino quo ficto sit in dicto termino dato/ et soluto vel saltem debite
consignato nihil aliud imponatur dicto Iacobo emphitiothe salvo/ quod aliquo tempore in futurum
dictus Iacobus emphitiotha vendere aut alienare voluerit ipsum suum/ ius livellarium seu
mellioramentum emphitioticum sibi Iacobo emphitiothe pertinens vigore presentis/ investiture
prius teneatur et debeat apellare dictum Lancelotum procuratorem ut supra et per eum dictum/
dominum Bartolomeum et successores suos et eys emere volentibus dare et vendere teneatur
ipsum/ suum ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum pro decem soldis planetorum
minus illo/ iusto pretio quod habere potuerit a personis emere volentibus; alioquin vendat et
vendere possit/ ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum emphitiothicum cui voluerit,
exceptis potenti/ viro, miserabili persone consortio discipline hospitali vel aliis personis in quibus
conditio dicti/ monastery fieret deterior habendo semper dictum dominum Bartolomeum
comendatarium ut supra/ et per eum successoribus suis soldos decem planetorum pro nova
investitura fienda quibus teneatur/ et debeat novum investire emphitiotham et in eum
investituram facere presenti cum similem/ in effectu pro quibus omnibus et singulis suprascriptis
ita ut promittitur firmitur attendendis et observandis/ dictus Lancelotus, procurator ut supra,
obligavit dicto Iacobo emphitiothe dictum monasterium et omnia/ sua bona presentia et
327

futura pigneri et dictus Iacobus emphitiotha obligavit dicto Lancelotus dicto/ procuratori nomine
recipienti et per eum dicto monesterio ut supra et successoribus suis, se personaliter et omnia sua
bona/ presentia et futura pigneri. Renuntiantes et expresse renuntiaverunt omni exceptioni non sic
in omnibus/ et singulis suprascriptis esse et fuisse verum et maxime dictus Lancelotus ut supra loco
ipsius eclesie/ decretis, decretalibus et constitutionibus sinodalibus Romane Curie Episcopalisque
Curie brixiensis/ et uterque eorum omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus, reformationibus
et decretis illustrissime/ ducalis dominationis nostre venentiarum comunis et populi Brixie et
comunitatis Riperie predicte. Ceteris/que aliis suis iuribus et legum auxiliis exceptionibus et
oppositionibus quibus possent venire aut/ facere de iure vel de facto contra predicta vel aliquod
predictorum./ Ego Antonius fillius Augustini de Calapis de Materno notarius et habitator Tuschulani
Riperie/ Salody ex comissione mihi facta per infrascriptum Augustinum de Calapis notarium/
publicandi prescriptum instrumentum illud idem secundum tenorem imbreviature per ipsum/
rogate et imbreviate publicavi et scripsi et in publicam formam reduxi nil addito/ remoto nec
diminuto preter literam vel sillabam quod sensum vel sententiam mutet vicet vel/ variet
intellectum. Et ideo me cum attestatione mea consueta subscripsi in/ robur et fidem omnium
promissorum cum interlineatura facta in linea./
8
CARTA LIVELLI
1450 Giugno 11 Toscolano, in lozeta religionis Sancti Dominici apud clusam.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico a nome del commendatario
Bartolomeo Maripietro ha dato in affitto per nove anni a Matteo fu Tonino de Tercio una casa con
porto ed aia sita in contrada Arco di Maderno, in cambio di due bazete e tre quarteri d'olio all'anno
in base alla giusta misurazione del comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Agostino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini, curente milliesimo
quater/centissimo quinquagessimo, indictione tercia decima, die undecimo mensis iuni/ in religione
Sancti Dominici in lozeta dicte religionis sita a mane partim dicte religionis apud clusam/
presentibus: Iohanie quondam Bertazoli de Materno, Bertolameo filio quondam Requiliani Buzie de
Materno/ et Christoforo dicto Volpinus fillius quondam Gidini de Materno, omnibus testibus notis
rogatis et ad/ hec spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus de Claraschis de Soncino habitator religionis
Sancti Dominici/ de Tuschulano, procurator et procuratorio nomine magnifici et generosi viri
domini Bertolamei/ Maripetro, comendatari religionis Sancti Dominici de Tuschulano, ad multa sed
ad infrascripta/ spetialiter constitutus de qua procura constat publico instrumento rogato per
Rayninum/ fillium quondam Toni de Goycis de Capriolo notarium die vigessimo nono mensis
decembris milliessimo/ quatercentissimo quadrigessimo octavo indictione undecima et reducto in
formam/ per Christoforum de Rosis notarium, civem et habitatorem civitatis Brixie ex comissione/
sibi facta per suprascriptum Rayninum notarium ac viso et lecto per me Augustinum/ de Calapis
notarium infrascriptum omnibus modo iure via forma causa et ocasione quibus melius/ et prout
validius potuit et potest procuratorio nomine dicti domini Bartolomei comendatari/ ut supra per
calamum quem in suis manibus tenebat ad rectum livellum civitatis/ Brixie et comunitatis Riperie
lacus Garde ad novem annos et ad novam investituram/ fiendam investivit Mateum filium
quondam Tonini de Tercio habitatorem Materni ibi
328

presentem/ et hanc investituram, pro se suisque heredes sponte suscipientem nominatim de una/
domo murata copata et solerata cum portu et una herra iacente in terra/ de Materno in contrata
Archi cui coheret a mane dictus emphitiotha pro uno ortu a meridie lacus/ a sero Iacobus Mafey
pro dicta religione et a monte strata salvis omnibus aliis chorenciis/ ad habendum, tenendum,
gaudendum et posidendum dictas domum portum et herram et/ ad quidquid de eys ipsi Mateo
emphitiothe eiusque heredibus iure livellario placuerit/ faciendum cum omnibus et singulis que
intra predictos continentur confines vel alios si qui forent./ Accessibus quoque ingressibus
egressibus et regressibus suis usque ad vias publicas et/ cum omnibus et singulis que dictas domum
portum et herram habent supra se, intra/ seu infra se in integrum omnibusque iuribus rationibus et
actionibus realibus et/ personalibus utilibus et directis mixtis et ypothecariis usibus usanciis viis
aquis aqueductis/ terminis confinibus oneribus conditionibus pertinenciiset requisitionibus ipsarum
domus portus et herre/ aliqualiter spectantibus et pertinentibus. Quas quidem domum portum et
herram/ dictus Lancelotus procurator ut supra convenit et solemni stipulatione promisit dicto/
Mateo emphitiothe perpetuo deffendere guarentare auctorizare et desbrigare ab omni/ persona
comuni colegio et universitate expensis propris ipsius monesterii et hoc quantum/ est respectu
utilis dominii et naturalis possessionis translate per dictum Lancelotum procuratorem ut supra/ in
dictum Mateum emphitiotham vigore presentis investiture dando reddendo et solvendo ac/ dare,
reddere, solvere convenit et solemni stipulatione promisit dictus Mateus emphitiotha/ dicto
Lanceloto et per eum dicto monasterio quolibet anno in festo epiphanie Domini nostri Iesu/ Christi
vel eius in octava ad canipam dicti monasteri sitam in dicta religione bacetas duas/ et quarterios
tres oley boni pulchri et recte mensurati ad mensuram comunis de/ Salodo sub pena dupli dicti ficti
quolibet anno comitendo quo cesatum fuerit a solutione/ dicti ficti in dicto termino quo ficto sit in
dicto termino dato et soluto vel saltem debito/ consignato nihil aliud imponatur dicto Mateo
emphitiothe salvo quod, si aliquo tempore/ in futurum dictus Mateus emphitiotha vendere aut
alienare voluerit ipsum suum ius/ livellarium seu mellioramentum emphitioticum sibi Mateo
emphitiothe pertinens vigore/ presentis investiture prius teneatur et debeat apellare dictum
Lancelotum procuratorem/ ut supra et per eum dictum dominum Bartolomeum comendatarium et
successores suos et eys emere volentibus dare et vendere teneatur ipsum suum ius livellarium seu
mellioramentum/ emphitioticum pro decem soldis planetorum minus illo iusto pretio quod habere
potuerit a personis/ emere volentibus; alioquin vendat et vendere possit ipsum suum ius
livellarium/ seu mellioramentum emphitioticum cui voluerit, exceptis potenti viro, miserabili
persone/ consortio discipline hospitali vel aliis personis in quibus conditio dicti monestery/ fieret
deterior habendo semper dictum dominum Bartolomeum comendatarium ut supra et per eum
successores suos/ soldos decem planetorum pro nova investitura fienda quibus teneatur et debeat
novum/ investire emphitiotam et in eum investituram facere presenti cum similem in effectu/ pro
quibus omnibus et singulis ita ut premittitur firmitur attendendis et observandis dictus/ Lancelotus
procurator ut supra obligavit dicto Mateo emphitiothe dictum monasterium omnia sua/ bona
presentia et futura pigneri et dictus Mateus emphitiotha obligavit dicto Lanceloto/ dicto
procuratorio nomine recipienti et per eum dicto monasterio et successoribus suis, se personaliter
et omnia sua/ bona presentia et futura pigneri. Renuntiantes et expresse renuntiaverunt omni
exceptioni/ non sic in omnibus et singulis suprascriptis esse et fuisse verum et maxime dictus
Lancelotus/ procurator ut supra loco ipsius monesteri decretis, decretalibus et constitutionibus
sinodalibus Romane/ Curie Episcopalisque Curie brixiensis et uterque eorum omnibusque statutis,
ordinibus, promissionibus/ reformationibus et decretis illustrissime ducalis dominationis nostre
329

venentetiarum comunis et populi Brixie/ et comunitatis Riperie predicte. Ceterisque aliis suis
iuribus et legum auxiliis exceptionibus et/ oppositionibus quibus possent venire aut facere de iure
vel de facto contra predicta vel aliquod predictorum./ Ego Antonius fillius Augustini de Calapis de
Materno notarius et habitator Tuschulani/ Riperie Salody ex comissione mihi facta per
infrascriptum Augustinum de Calapis/ notarium publicandi prescriptum instrumentum illud idem
secundum tenorem inbreviature per ipsum/ rogate et imbreviate publicavi et scripsi in publicam
formam reduxi nil addito/ remoto nec diminuto quod sensum vel sententiam mutet vicet vel variet
intellectum/ preter literam vel sillabam Et ideo me cum atestatione mea consueta subscripsi/ in
robur et fidem omnium promissorum/.
9
CARTA LIVELLI
1450 Giugno 11 Toscolano, in lozeta religionis Sancti Dominici apud clusam.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico a nome del commendatario
Bartolomeo Maripietro ha dato in affitto per nove anni a Giovanni fu Antoniolo Bertazoli Zuchoni
un appezzamento di terra sita in contrada Cuvegnanis di Maderno per quindici bazete e due
quarteri e mezzo di olio all'anno in base alla misurazione del comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentissimo/ quinquagessimo, indictione tercia decima, die undecimo mensis IunI in religione
Sancti Dominici/ de Tuschulano in lozeta sita a mane parte dicte religionis apud clusam presentibus:
Matheo filio quondam Tonini/ habitatore Materni Bartolomeo filio quondam Requiliani Buzie de
Materno et Christoforo filio quondam Gidini/ dicto Volpinus de Materno omnibus testibus notis
rogatis et ad hec spetialiter vocatis./ Ibi Lancelotus de Claraschis de Soncino habitator religionis
Sancti Dominici de Tuschulano procurator/ et procuratorio nomine magnifici et generosi viri
domini Bartolomei Maripetro comendatari/ religionis Sancti Dominici de Tuschulano ad multa sed
ad instrumenta spetialiter constitutus de qua procura/ constat publico instrumento rogato per
Rayninum fillium quondam Toni de Goycis de Capriolo/ notarium die vigessimo nono mensis
decembris milliessimo quatercentissimo quadrigessimo/ octavo indictione undecima et reducto in
formam per Christoforum de Rosis notarium civem/ et habitator civitatis Brixie ex comissione sibi
facta per suprascriptum Rayninum notarium/ ac viso et lecto per me Augustinum de Calapis
notarium infrascriptum omnibus modo/ iure via forma causa et ocasione quibus melius et prout
vallidius potuit et potest procuratorio nomine/ dicti domini Bartolomei comendatari ut supra per
calamum quem in suis manibus tenebat/ ad rectum livellum civitatis Brixie et comunitatis Riperie
lacus Garde ad novem annos/ et ad novam investituram fiendam investivit Iohanem fillium
quondam (-) Antonioli Bertazoli Zu/ choni de Materno ibi presentem et hanc investituram, pro se
suisque heredibus sponte/ suscipientem de una petia terre aratoria, olivata, vidata, loriva et partim
prativa iacente/ in terra de Materno in contrata de Cuignanis a mane parte dicte ville cui coheret a
mane fosatum/ a meridie et a monte via sero dominus pre Materninus de Ravis fillius quondam
Liali de Cuignanis/ partim et partim Tebellus Iacobi partim et partim Antonius Iacobi Berardini
loco/ Nicholai de Malsesigno pro dicto monesterio salvis omnibus aliis chorenciis ad habendum/
tenendum gaudendum et
330

posidendum dictam petiam terre et ad quidquid de ea ipsi Iohani emphitiothe/ eiusque heredibus
iure livellario placuerit faciendum cum omnibus et singulis que/ intra predictos continentur
confines vel alios si qui forent accessibus quoque ingressibus, egressibus et regressibus/ suis usque
ad vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta petia terre habet supra/ se intra seu infra se in
integrum omnibusque iuribus rationibus et actionibus realibus et/ personalibus utilibus et directis
mixtis et ypothecariis usibus usanciis viis aquis aqueductis/ terminis, confinibus, oneribus,
conditionibus, pertinentibuset requisitionibus ipsius us petie terre aliqualiter spectantibus/ et
pertinentibus. Quam quidem petiam terre dictus Lancelotus procurator ut supra convenit/ et
solemni stipulatione promisit dicto Iohani emphitiothe perpetuo deffendere, guarentare,
auctorizare/ et desbrigare ab omni persona comuni colegio et universitate expensis propris ipsius
monesterii/ et hoc quantum est respectu utilis dominii et naturalis possessionis translate per
dictum procuratorem/ ut supra in dictum Iohanem emphitiotham vigore presentis investiture
dando reddendo et solvendo/ ac dare reddere et solvere convenit et solemni stipulatione promisit
dictus Iohanes emphitiotha/ dicto Lanceloto procuratori ut supra dicto procuratorio nomine
recipienti et per eum dicto monasterio/ quolibet anno in festo epiphanie Domini nostri Iesu Christi
vel eius in octava ad canipam/ dicti monesteri sitam in dicta religione bacetas quindecim et
quarterios duos cum dimedio/ oley boni pulcrhi et recte mensurati ad mensuram comunis de
Salodo sub pena dupli/ dicti ficti quolibet anno comittenda / quo cesatum fuerit a solutione dicti
ficti in dicto termino quo ficto sit in dicto termino dato/ et soluto vel debite consignato. Nihil aliud
imponatur dicto Iohani emphitiothe salvo/ quod si aliquo tempore in futurum dictus Iohahnes
emphitiotha vendere aut alienare voluerit/ ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum
emphitioticum sibi Iohani emphitiothe pertinens/ vigore presentis investiture prius teneatur et
debeat apellare dictum Lancelotum procuratorem/ ut supra et per eum dictum dominum
Bertolameum comendatarium ut supra et successores suos et eys emere/ volentibus dare et
vendere teneatur ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum/ emphitioticum pro decem
soldis planetorum minus illo iusto pretio quod habere potuerit a personis/ emere volentibus;
alioquin vendat et vendere possit ipsum suum ius livellarium seu/ mellioramentum emphitioticum
cui voluerit, exceptis potenti viro, miserabili persone/ consortio discipline hospitali vel aliis
personis in quibus conditio dicti monasterii fieret/ deterior habendo semper dictum dominium
Bertolameum comendatarium ut supra et per eum successores suos/ soldos decem planetorum pro
nova investitura fienda quibus teneatur et debeat novum/ investire emphitiotam et in eum
investituram facere presenti cum similem in effectu pro/ quibus omnibus et singulis suprascriptis
ita ut premittitur firmitur attendendis et observandis dictus/ Lancelotus procurator ut supra
obligavit dicto Iohani emphitiothe dictum monasterium et omnia/ sua bona presentia et futura
pigneri et dictus Iohanes emphitiotha obligavit dicto Lanceloto/ dicto procuratorio nomine
recipienti et per eum dicto monasterio et successoribus suis, se personaliter et omnia sua/ bona
presentia et futura pigneri. Renuntiantes et expresse renuntiaverunt omni exceptioni non/ sic in
omnibus et singulis suprascriptis esse et fuisse verum et maxime dictus Lancelotus procurator/ ut
supra loco ipsius monasterii decretis, decretalibus et constitutionibus sinodalibus Romane Curie/
Episcopalisque Curie brixiensis et uterque eorum omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus,
reformationibus/ et decretis illustrissime ducalis dominationis nostre venetiarum comunis et populi
Brixie et comunitatis/ Riperie predicte. Ceterisque aliis suis iuribus et legum auxiliis exceptionibus
et oppositionibus quibus/ possent venire de iure vel de facto contra predicta vel aliquod
predictorum./ Ego Antonius fillius Augustini de Calapis de Materno notarius et habitator Tuschulani
Riperie/
331

Salody ex comissione mihi facta per infrascriptum Augustinum de Calapis notarium publicandi
prescriptum instrumentum illud idem secundum tenorem imbreviature per ipsum rogate/ et
imbreviate publicavi et scripsi et in publicam formam reduxi nil addito remoto/ nec diminuto preter
literam vel sillabam quod sensum vel sententiam mutet vicet vel variet intellectum./ Et ideo me
cum atestatione mea consueta subscripsi in robur et fidem omnium promissorum.
10
CARTA LIVELLI
1450 Giugno 10 Toscolano, in lozeta religionis Sancti Dominici apud clusam.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico a nome del commendatario
Bartolomeo Maripietro ha dato in affitto per nove anni a Bartolomeo fu Requiliano Buzie un
appezzamento di terra sui monti di Maderno sopra il Dosso dei Barbi, in cambio di tre bazete e tre
quarteri di olio all'anno secondo la giusta misurazione del comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2. car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente miliessimo
quatercentessimo quinqua/gessimo, indictione tercia decima, die decimo mensis Iuni in religione
Sancti Dominici de Tuschulano/ in lozeta dicte religionis sita a mane parte dicte religionis apud
clusam presentibus: Matheo filio quondam Tonini/ de Tercio, Iohane fillio quondam Antonioli
Bertazoli de Materno et Christoforo dicto Volpinus fillio quondam Gidini de/ Materno, omnibus
testibus notis rogatis et ad hec spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus de/ Claraschis de Soncino habitator
religioni Sancti Dominici de Tuschulano procurator et procuratorio nomine/ magnifici et generosi
viri domini Bertolamey Maripetro comendatarii (-) religionis Sancti Dominici/ de Tuschulano ad
multa sed ad instrumenta spetialiter constitutus de qua procura constat/ publico instrumento
rogato per Rayninum filium quondam Toni de Goycis de Capriolo notarium die/ vigessimo nono
mensis decembris milliessimo quatercentissimo quadrigessimo octavo/ indictione undecima et
reducto in formam per Christoforum de Rosis notarium civem et habitatorem/ civitatis Brixie ex
comissione sibi facta per suprascriptum Rayninum notarium ac viso et lecto/ per me Augustinum de
Calapis notarium infrascriptum omnibus modo iure via forma causa et/ ocasione quibus melius et
prout validius potuit et potest procuratorio nomine dicti domini Bertolamey/ comendatari ut supra
per calamum quem in suis manibus tenebat ad rectum livellum civitatis/ Brixie et comunitatis
Riperie lacus Garde ad novem annos ad novam investituram fiendam/ investivit Bertolameum
filium quondam Requiliani Buzie de Materno ibi presentem et hanc investituram,/ pro se suisque
heredibus sponte suscipientem/ nominatim de una petia terre prativa et boschiva iacente in
montibus de Materno in contrata/ ubi dicitur super dossum Barbi cui coheret a monte domina
Lucia uxor Bertolini de Caravacio/ Loco Iohanis et Christofori fratrum et filliorum quondam Tomei
Vancini de Materno pro dicta religione/ a sero comunis de Materno a meridie Francischus
Barbavare partim et partim capella/ Sancti Faustini de Materno et a mane 85
/ salvis omnibus aliis
chorenciis ad habendum, tenendum, gaudendum et posidendum dictam petiam terre et/ ad
quidquid de ea ipsi Bertolameo emphitiothe eiusque heredibus iure livellario placuerit faciendum/
cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent accessibus
quoque
85
Il testo risulta privo di ulteriori indicazioni.
332

ingressibus,/ egressibus et regressibus suis usque ad vias publicas et cum omnibus et singulis que
dicta/ petia terre habet supra se, intra seu infra se in integrum omnibusque iuribus rationibus/ et
actionibus realibus et personalibus utilibus et directis mixtis et ypothecariis usibus usanciis viis/
aquis aqueductis terminis confinibus oneribus conditionibus pertinenciiset requisitionibus ipsius us
petie terre/ a liqualiter spectantibus et pertinentibus. Quam quidem petiam terre dictus
Lancelotus/ procurator ut supra convenit et solemni stipulatione promisit dicto Bertolameo
ephitiothe perpetuo deffendere/ guarentare auctorizare et desbrigare ab omni persona comuni
colegio et universitate expensis propris/ ipsius monesterii et hoc quantum est respectu utilis
dominii et naturalis possessionis translate per/ dictum Lancelotum procuratorem ut supra in dictum
Bertolameum emphitiotham vigore presentis investiture/ dando reddendo et solvendo ac dare
reddere et solvere convenit et solemni stipulatione/ promisit dictus Bertolameus emphitiotha dicto
Lanceloto dicto procuratorio nomine recipienti et per eum/ dicto monasterio quolibet anno in festo
epiphanie Domini nostri Iesu Christi vel eius in octava/ ad canipam dicti monasteri sitam in dicta
religione bacetas tres et quarterios tres oley/ boni pulchri et recte mensurati ad mensuram
comunis de Salodo sub pena dupli dicti ficti/ quolibet anno comittenda quo cesatum fuerit a
solutione dicti ficti in dicto termino quo ficto/ sit in dicto termino dato et soluto vel saltem debite
consignato. Nihil imponatur/ aliud dicto Bertolameo emphitiothe salvo quod, si aliquo tempore in
futurum dictus Bertolameus emphitiotha/ vendere aut alienare voluerit ipsum suum ius livellarium
seu mellioramentum emphitioticum/ sibi Bertolameo emphitiothe pertinens vigore presentis
investiture prius teneatur et debeat/ apellare dictum Lancelotum procuratorem ut supra et per
eum dictum dominum Bertolameum comendatarium/ ut supra et successores suos et eys emere
volentibus dare et vendere teneatur ipsum suum/ ius livellarium seu mellioramentum
emphitioticum pro decem soldis planetorum minus/ illo iusto pretio quod habere potuerit a
personis emere volentibus; alioquin vendat/ et vendere possit ipsum suum ius livellarium seu
mellioramentum emphitioticum/ cui voluerit, exceptis potenti viro, miserabili persone consortio
discipline/ hospitali vel aliis personis in quibus conditio dicti monastery fieret deterior habendo/
semper dictum dominum Bertolameum comendatarium ut supra et per eum successores suos
soldos/ decem planetorum pro nova investitura fienda quibus teneatur et debeat novum in/vestire
emphitiotham et in eum investituram facere presenti cum similem in effectu/ pro quibus omnibus
et singulis ita ut premittitur firmitur attendendis et observandis/ dictus Lancelotus procurator ut
supra obligavit dicto Bertolameo emphitiothe dictum monasterium/ et omnia sua bona presentia et
futura pigneri et dictus Bertolameus emphitiotha obligavit/ dicto Lanceloto dicto procuratorio
nomine recipienti et per eum dicto monasterio ut supra et successoribus/ suis, se personaliter et
omnia sua bona presentia et futura pigneri. Renuntiantes et expresse/ renuntiaverunt omni
exceptioni non sic in omnibus et singulis suprascriptis esse et fuisse/ verum et maxime dictus
Lancelotus procurator ut supra loco ipsius eclesie decretis/ decretalibus et constitutionibus
sinodalibus Romane Curie Episcopalisque Curie brixiensis/ et uterque eorum omnibusque statutis,
ordinibus, promissionibus, reformationibus et decretis illustrissime/ ducalis dominationis nostre
venentiarum comunis et populi Brixie et comunitatis Riperie predicte. Ceteris/que aliis suis iuribus
et legum auxiliis exceptionibus et oppositionibus quibus possent venire/ aut facere de iure vel de
facto contra predicta vel aliquod predictorum./ Ego Antonius filius Augustini de Calapis de Materno
notarius et habitator Tuschulani ex/ comissione mihi facta infrascriptum Augustinum de
Calapis notarium publicandi/ prescriptum instrumentum illud idem secundum tenorem
imbreviature per ipsum rogate/ et imbreviate publicavi et scripsi et in
333

publicam formam reduxi nil addito/ remoto nec diminuto preter literam vel sillabam quod sensum
vel sententiam mutet vicet vel/ variet intellectum. Et ideo me cum atestatione mea consueta
subscripsi in robur et fidem omnium promissorum et cetera.
11
PERGAMENA
1321 Febbraio 15 Toscolano, in claustro religionis Sancti Dominici.
Michele di Nave, preposito della religione di San Domenico, col consenso di alcuni confratelli ha
dato in affitto a Bertolino fu Boture monaco di Fasano un appezzamento di terra in contrada
Bornico di Maderno, in cambio di sei bazete di olio all'anno, secondo la misurazione adottata dal
comune di Toscolano.
Notaio: Toscolano di Fachino di Toscolano.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine. Die Iovis quinto februarii in claustro religionis Sancti Dominici de
Tus/culano, presentibus: Francescho Molinario de Faxano, Stephanino Molinario de Calvazesio et/
Bertolino qui dicitur Richolus de Navazio de Gargnano testibus rogatis. Ibi congregato capitulo/
dicte religionis sono campanelli more solito hac propria de causa de mandato domini fratris/
Michaelis de Navis prepositi dicte religionis ipse dominus prepositus de conscienza et bona
voluntate/ omnium infrascriptorum fratrum suorum ibi presentium, videlicet domini fratris Petri de
Gardono presbiteri, et fratris/ Iohanis de Materno, Berardi de Portesio, Maternini de Faxano, Petri
et Martini de Paligno, Bertolini/ Goxoli et Bertolini de Disconzio omni modo et forma quibus ipse
dominus prepositus melius de iure potuit pro/ se et nomine (-) et vice tocius capituli et conventus
dicte domus, cum ligno quod in suis manibus te/nebat investivit secundum formam recti livelli
comunis Brixie Bertolinum quondam Boture monacii de Fa/xano loco Gardoni nominatim Materni
de una petia terre olivata et aratoria iuris dicte religionis iacente in/ teratorio Materni in contrata
Bornici cui coheret a mane a meridie lacus, a sero Avancinus Baya/montis et a monte dictus
conductor salvis aliis coherenciis. Tali vero modo et ordine fecit dictam inve/stituram quod dictus
Bertolinus conductor de cetero et sui heredes et cui dederit vel habere statuerit habeat, teneat,/
gaudeat et possideat dictam paciam terre. Et ex ea secundum usum boni et recti livelli Brixie
quidquid sibi deinceps perpetuo/ placuerit facient sine aliqua contraditione, cum omni iure, actione
et ratione usus et usanciis/ terminis et confinibus dicte petie terre integre pertinentibus silicet
vendere, donare et pro anima iu/dicare de (...) persone liceant ei dare dictam petiam terre alicui
eclesie homini potenti neque servo./ Reddendo ac persolvendo dictus conductor per se et per suos
heredes, dicto domino preposito et suis succ/essoribus aut certo nuncio dicte religionis et ad
canipam dicte domus conducendo et consignando/ omni anno in festo ephifanie domini vel in
octava sex bazetas boni et pulcri oley et bene men/surati ad rectam mensuram comunis Tusculani
nomine ficti. Quo ficto soluto vel non/ dicto conductori alia superimposita non fiant preter quod si
aliquo tempore dictus conductor ius su/um vel melioramentum vendere voluerit prius debeat
dictum dominum prepositum vel eius successores/ apellare et ei pro duobus soldis imperialium
minus quam alteri persone dare si emere voluerit. Alioquin/ vero vendat cui voluerit, exceptis
suprascriptis proybitis personis dicto domino inde habente/ duos soldos imperialium pro investitura
pro quibus debeant novum emphitiotam investire et cartam in omni/ in simili tenore firmare. In
laude sapiente persona vero inter sese
334

posuerunt et sibi/ ad invicem solempni stipulatione promiserunt quod si quis ex ipsius vel suorum
heredum aut su/ccessorum omnia ut superius legitur non atenderit et non observaverit proponat
tunc pars/ illa parti fidem servanti suprascriptum fictum in duplum nomine pene. Qua pena soluta/
vel non dicta investitaet omnia et singula in hoc contractu contenta in quolibet capitulo/ in laude
sapientium. Nichilominus perpetuo rata sint et firma nullo pretermisso obstaculo et insuper/
predictus dominus prepositus, nomine dicte religionis stipulatione promisit dicto Bertolino
conductori ei et/ cui dederit dictam investituram ab omni contradicenti persona cum colegio et
universitate/ propris expensis dicte religionis perpetuo deffendere et guarentare, sub pena omnis
dampni et dispendi/ inde dicto conductori vel eius heredibus incurentium et pro hiis omnibus
atendendo predicte partes/ obligavit sibi ad invicem omnia sua bona et bona dicte religionis
presentia et futura pigneri./ Renuntiando ad invicem omnibus statutis et ordinibus et rationum (...)
comunis Brixie super livellum factis/ et fiendis et omnibus legum auxilis. Et maxime dictus dominus
prepositus stantis et interdictis eclesia/sticis litteris et privilegis domini Pape decretis et
decretalibus et omni alii suo iuri eclesiastico et cetera./ Anno Domini millesimo trecentesimo
vigesimo primo, indicione quarta./ Ego Tusculanus ser Fachini de Tusculano notarius hiis omnibus
affui, rogatus, scripsi.
12
CARTA LIVELLI
1450 Giugno 12 Maderno, in curtivio habitationis domine Rose uxoris quondam Maternini de
Lancetis.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico a nome del commendatario
Bartolomeo Maripietro ha dato in affitto per nove anni a donna Rosa fu Giovannino de Zechis
vedova Maternino de Lancetis e ai nipoti un appezzamento di terra sita in Bornico di Maderno, in
cambio di cinque bazete e mezza di olio all'anno secondo la misurazione del comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentessimo/ quinquagessimo, indictione tercia decima, die duodecimo mensis Iunii in
Materno in curtivio/ habitatoris infrascripte domine rose que fuit quondam Maternini de Lancetis,
presentibus: Antonio/ filio quondam Herquiliani de Lancetis de Materno, Dominico filio quondam
Requiliani Calcinardi de Viavetero,/ de Gargnano habitatore Plani Gercinici de Tuschulano et
Georgio filio quondam Christofori de Lancetis/ de Materno, omnibus testibus notis rogatis et ad hec
spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus/ de Claraschis de Soncino habitator religionis sancti dominici de
Tuschulano procurator et procuratorio/ nomine magnifici et ganerosi viri domini Bertolamey
Maripetro comendatarii religionis/ Sancti Dominici de Tuschulano ad multa sed ad instrumenta
spetialiter constitutus de qua procura/ constat publico instrumento rogato per Rayninum filium
quondam Toni de Goycis de Capriolo/ notarium die vigessimo nono mensis decembris milliessimo
quatercentissimo quadri/gessimo octavo indictione undecima et reducto in formam per
Christoforum de/ Rosis notarium, civem et habitatorem civitatis Brixie ex comissione sibi facta per
suprascriptum Rayninum/ notarium ac viso et lecto per me Augustinum de Calapis notarium
infrascriptum omnibus modo/ iure via forma causa et ocasione quibus melius et prout vallidius
potuit et potest procuratorio/ nomine dicti domini Bertolamey comendatari ut supra
335

per calamum quem in suis manibus tenebat ad/ rectum livellum civitatis Brixie et comunitatis
Riperie lacus Garde ad novem annos/ et ad novam investituram fiendam investivit dominam Rosam
filliam quondam Iohanini de Zechis/ de Bidizolis et uxorem quondam Maternini de Lancetis de
Materno tamquam heredes Hectoris olim/ ruis domine Rose filii et olim filii quondam Maternini de
Lancetis de Materno ad novem/ annos ad novam investituram fiendam nominatim de una petia
terre aratoria olivata/ iacente in teratorio de Materno in contrata Bornici cui coheret a mane Lacus
a meridie/ illi de Porcellis a sero et a monte dicta domina Rosa investita salvis omnibus aliis
chorenciis et que petia terre est per mensuram tabularum viginti una et de qua petia terre solebat
solvere bazetas sex oley ad mensuram comunis de Tuschulano ad habendum, tenendum,
gaudendum/ et posidendum dictam petiam terre et ad quidquid de ea ipsi domine Rose
emphitiothe eius/que heredibus iure livellario placuerit faciendum cum omnibus et singulis que
intra predictos/ continentur confines vel alios si qui forent. Accessibus quoque ingressibus
egressibus et regressibus suis usque/ ad vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta petia
terre habet supra se/ intra seu infra se in integrum omnibusque iuribus rationibus et actionibus
realibus et/ personalibus utilibus et directis mixtis et ypothecariis usibus usanciis viis aquis
aqueductis/ terminis confinibus oneribus conditionibus pertinenciiset requisitionibus ipsius us petie
terre aliqualiter spectantibus./ Quam quidem petiam terre dictus Lancelotus procurator ut supra
convenit et solemni stipulatione/ promisit dicte domine Rose emphitiothe perpetuo deffendere
guarentare auctorizare et desbrigare/ ab omni persona comuni colegio et universitate expensis
propris ipsius monesterii et hoc quantum/ est respectu utilis dominii et naturalis possessionis
translate per dictum Lancelotum procuratorem/ ut supra in dictam dominam Rosam emphitiotham
vigore presentis investiture dando reddendo et/ solvendo ac dare, reddere, solvere convenit et
solemni stipulatione promisit dicta/ domina Rosa emphitiotha dicto Lanceloto dicto procuratorio
nomine recipienti et per eum dicto monasterio/ quolibet anno in festo epiphanie Domini nostri Iesu
Christi vel eius in octava ad canipam/ dicti monasteri sitam in dicta religione bacetas quinque
cumdimedia olry boni pulchri/ et recte mensurati ad mensuram comunis de Salodo sub pena dupli
dicti ficti quolibet/ anno comittendo quo cesatum fuerit a solutione dicti ficti in dicto termino quo
ficto sit/ in dicto termino dato et soluto vel saltem debite consignato nihil aliud imponatur/ dicte
domine Rose emphitiothe salvo quod, si aliquo tempore in futurum dicta domina/ Rosa
emphitiotha vendere aut alienare voluerit ipsum suum ius livellarium/ seu mellioramentum
emphitioticum sibi domine Rose pertinens vigore presentis investiture/ prius teneatur et debeat
apellare dictum Lancelotum procuratorem ut supra et per eum dictum dominum/ Bertolameum et
successores suos et eys emere volentibus dare et vendere teneatur ipsum suum ius livellarium seu
mellioramentum emphitioticum pro decem soldis planetorum minus/ illo iusto pretio quod habere
potuerit a personis emere volentibus; alioquin vendat et/ vendere possit ipsum suum ius livellarium
seu mellioramentum emphitioticum cui/ voluerit, exceptis potenti viro, miserabili persone
consortio discipline hospitali / vel aliis personis in quibus conditio dicti monastery fieret deterior
habendo dictum dominum Bertolameum/ comendatarium ut supra et per eum
successoribus suis soldos decem planetorum pro nova investitura/ fienda quibus teneatur et debeat
novum investire emphitiotam et in eum investituram/ facere presenti cum similem in effectu pro
quibus omnibus et singulis suprascriptis ita ut premittitur/ firmitur attendendis et observandis
dictus Lancelotus procurator ut supra obligavit dicte domine/ Rose emphitiothe dictum
monasterium et omnia sua bona
336

presentia et futura pigneri et dicta/ domina Rosa emphitiotha obligavit dicto Lanceloto dicto
procuratorio nomine recipienti et per eum dicto/ monasterio et successoribus suis, se personaliter
et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Renuntiantes/ et expresse renuntiaverunt omni
exceptioni non sic in omnibus et singulis suprascriptis esse/ et fuisse verum et maxime dictus
Lancelotus procurator ut supra loco ipsius monesteri decretis/ decretalibus et constitutionibus
sinodalibus Romane Curie Episcopalisque Curie brixiensis/ et uterque eorum omnibusque statutis,
ordinibus, promissionibus, reformationibus et decretis illustrissime/ ducalis dominationis nostre
venentiarum comunis et populi Brixie et comunitatis Riperie predicte. Ceterisque/ aliis suis iuribus
et legum auxiliis exceptionibus et oppositionibus quibus possent venire aut facere/ de iure vel de
facto contra predicta vel aliquod predictorum et cetera/. Ego Antonius filius Augustinui de calapis
de Materno notarius et habitator Tuschulani ex comissione/ mihi facta per infrascriptum
Augustinum de Calapis notarium publicandi prescriptum instrumentum/ illud idem secundum
tenorem imbreviature per ipsum rogate et imbreviate publicavi et/ scripsi et in publicam formam
reduxi nil addito remoto nec diminuto preter literam vel/ sillabam quod sensum vel sententiam
mutet, vicet, vel variet intellectum. Et ideo me/ cum atestatione mea consueta subscripsi in robur
et fidem omnium promissorum et cetera.
13
CARTA LIVELLI
1450 Giugno 13 Maderno, in contrata Archi in strata publica ante domum Iacobi Saiote.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico a nome del commendatario
Bartolomeo Maripietro ha dato in affitto per nove anni a Giacobo fu Bersanino Saye un
appezzamento di terra sui monti di Maderno in contrada Prato, in cambio di tre quarteri e tre
quarti di un quarterio d'olio all'anno, secondo la misurazione del comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentissimo/ quin/quagessimo, indictione tercia decima, die tercio decimo mensis Iunii in
Materno in contrata Archi/ in strata publica ante domum infrascripti Iacobi Saiole, presentibus:
Bertolameo filio quondam Pasqueti de/ Viglis de Materno, Dominico dicto Serdenella fillio
quondam Petri de Ravena habitatore Materni et Antonio/ fillio quondam Nicolay de Bindaciis de
Materno omnibus testibus notis rogatis et ad hec spetialiter vocatis./ Ibi Lancelotus de Claraschis de
Soncino habitator religionis Sancti Dominici de Tuschulano, procurator et procuratorio nomine
magnifici et generosi viri domini Bertolamey Maripetro comendatarii religionis/ Sancti Dominici de
Tuschulano ad multa sed ad instrumenta spetialiter constitutus de qua procura constat publico/
instrumento rogato per Rayninum filium quondam Toni de Goycis de Capriolo notarium die
vigessimo/ nono mensis decembris milliessimo quatercentissimo quadrigessimo octavo indictione
undecima/ et reducto in formam per Christoforum de Rosis notarium civem et habitaorem civitatis
Brixie ex comissione/ sibi facta per suprascriptum Rayninum notarium ac viso et lecto per me
Augustinum de Calapis/ notarium infrascriptum omnibus modo iure via forma causa et ocasione
quibus melius et prout validius/ potuit et potest procuratorio dicti domini Bertolamey
comendatarii ut supra per calamum quem in suis manibus tenebat/ ad rectum livellum civitatis
Brixie et comunitatis Riperie lacus Garde ad novem annos ad/ novam investituram fiendam
investivit Iacobum filium quondam Bersanini Saye de Materno/ ibi presentem et hanc investituram,
pro se suisque heredes sponte suscipientem nominatim de una petia/ terre prativa iacente
337

in montibus de Materno in contrata Prate cui coheret a mane Antonius quondam/ Iohanis Peterzoli
de Viglis, a sero Peterzolus Dominici, a monte via et solebat esse Soya, a meridie/ via salvis omnibus
aliis chorenciis que petia terre potest esse per mensuram dimidii plodii/ ad habendum, tenendum,
gaudendum et posidendum dictam petiam terre et ad quidquid de ea ipsi Iacobo/ emphitiothe
eiusque heredibus iure livellario placuerit faciendum cum omnibus et singulis/ que intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent accessibus quoque ingressibus egressibus/ et regressibus
suis usque ad vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta petia terre/ habet supra se, intra
seu infra se in integrum omnibusque iuribus rationibus et actionibus rea/libus et personalibus
utilibus et directis mixtis et ypothecariis usibus usanciis viis aquis aqueductis/ terminis confinibus
oneribus conditionibus pertinenciiset requisitionibus ipsius us petie terre aliqualiter spectantibus
et/ pertinentibus. Quam quidem petiam terre dictus Lancelotus procurator ut supra convenit et
solemni/ stipulatione promisit dicto Iacobo emphitiothe perpetuo deffendere guarentare
auctorizare et/ desbrigare ab omni persona comuni colegio et universitate expensis propris ipsius
monesterii et hoc/ quantum est respectu utilis dominii et naturalis possessionis translate per
dictum Lancelotum procuratorem/ ut supra in dictum Iacobum emphitiotham vigore presentis
investiture dando reddendo et solvendo/ ac dare reddere et solvere convenit et solemni
stipulatione promisit dictus Iacobus emphitiotha/ dicto Lanceloto procuratori nomine recipienti et
per eum dicto monasterio et successoribus suis quolibet/ anno in festo epiphanie Domini nostri
Iesu Christi vel eius in octava ad canipam dicti/ monasteri sitam in dicta religione quarterios tres et
quartos tres quarterii oley boni/ pulcri et recte mensurati ad mensuram comunis de Salodo sub
pena dupli dicti ficti/ quolibet anno comittenda quo cessatum fuerit a solutione dicti ficti in dicto
termino/ quo ficto sit in dicto termino dato et soluto vel saltem debite consignato nihil aliud/
imponatur dicto Iacobo emphitiothe salvo quod, si aliquo tempore in futurum dictus/ Iacobus
emphitiotha vendere aut alienare voluerit ipsum suum ius livellarium/ seu mellioramentum
emphitioticum sibi Iacobo emphitiothe pertinens vigore presentis in/vestiture prius teneatur et
debeat apelare dictum Lancelotum procuratorem/ ut supra et per eum dictum dominum
Bertolameum et successores suos et eys emere volentibus dare et/ vendere teneatur ipsum suum
ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum/ pro decem soldis planetorum minus illo iusto
pretio quod habere potuerit a personis emere volentibus/ alioquin vendat et vendere possit ipsum
suum ius livellarium seu mellioramentum/ emphitioticum cui voluerit, exceptis potenti viro,
miserabili persone consortio discip/line hospitali vel aliis personis in quibus conditio dicti
monastery fieret deterior habendo/ semper dictum dominum Bertolameum comendatarium ut
supra et per eum successoribus suis soldos decem/ planetorum pro nova investitura fienda quibus
teneatur et debeat novum investire/ emphitiotam et in eum investituram facere presenti cum
similem in effectu pro quibus omnibus/ et singulis suprascriptis ita ut premittitur firmitur
attendendis et observandis dictus Lancelotus/ procurator ut supra obligavit dicto Iacobo
emphitiothe monasterium et omnia sua presentia et futura/ pigneri et dictus
Iacobus emphitiotha obligavit dicto Lanceloto dicto procuratorio nomine/ recipienti et per eum
dicto monasterio et successoribus suis, se personaliter et omnia sua bona presentia et/ futura
pigneri. Renuntiantes et expresse renuntiaverunt omni exceptioni non sic/ in omnibus et singulis
suprascriptis esse et fuisse verum et maxime dictus Lancelotus/ procurator ut supra loco ipsius
monesteri decretis, decretalibus et constitutionibus sinodalibus/ Romane Curie Episcopalisque
Curie brixiensis et uterque eorum omnibusque statutis/ ordinibus, promissionibus, reformationibus
et decretis illustrissime ducalis dominationis nostre venentiarum/ comunis et populi Brixie et
comunitatis
338

Riperie lacus Garde. Ceterisque aliis suis iuribus/ et legum auxiliis exceptionibus et oppositionibus
quibus possent venire aut facere de iure/ vel de facto contra predicta vel aliquod predictorum./ Ego
Antonius filius Augustini de Calapis de Materno notarius et habitator Tuschulani/ ex comissione
mihi facta per infrascriptum Augustinum de Calapis notarium/ publicandi prescriptum
instrumentum illud idem secundum tenorem imbreviature per ipsum/ rogate et imbreviate
publicavi et scripsi et in publicam formam reduxi nil/ addito remoto nec diminuto preter literam vel
sillabam quod sensum vel sententiam mutet/ vicet vel variet intellectum. Et ideo me cum
atestatione mea consueta/ subscripsi in robur et fidem omnium promissorum cum interlineatura
facta/ tregissima sexta que dicit tres (...) errorem comissa et cetera.
14
CARTA LIVELLI
1450 Giugno 15 Toscolano, in strata publica ante apotecham Antonii dicto Lanza.
Lancelotus de Claraschis procuratore della religione di san Domenico a nome del commendatario
Bartolomro Maripietro a dato in affitto per nove anni a Bartolino fu Franceschino detto Fantina un
appezzamento di terra in contrada Gazi di Toscolano, in cambio di tre bazete e tre quarteri di olio
all'anno secondo la giusta misurazione del comune di salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentessimo/ quinquagessimo, indictione tercia decima, die quinto decimo mensis Iunii in
Plano Tuschulani in/ strata publica ante apotecham infrascripti Antonii dicto Lanza, presentibus:
ipso Antonio dicto/ Lancia fillio quondam Fachini de Crema habitatore suprascripti Plani et Iohanino
filio quondam Marcheti de Mesaga/ de Tuschulano omnibus testibus notis rogatis et ad hec
spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus de Claraschis/de Soncino habitator religionis Sancti Dominici de
Tuscualno procuratoe et procuratorio nomine magnifici et gene/rosi viri domini Bertolamey
Maripetro comendatarii religionis Sancti Dominici de Tuschulano ad multa/ infrascripta
spetialiter constitutus de qua procura constat publico instrumento rogato per Rayninum/ fillium
quondam Toni de Goycis de Capriolo notarium die vigessimo nono mensis decembris milliessimo
quater/centissimo quadrigessimo octavo indictione undecima et reducto in formam per
Christoforum/ de Rosis notarium, civem et habitatorem civitatis Brixie, ex comissione sibi facta per
suprascriptum Rayninum/ notarium ut supra ac viso et lecto per me Augustinum de Calapis
notarium infrascriptum omnibus modo iure/ via forma causa et ocasione quibus mellius et prout
vallidius potuit et potest procuratorio nomine dicti/ domini Bertolamey comendatarii ut supra per
calamum quem in suis manibus tenebat ad rectum livellum/ civitatis Brixie et comunitatis Riperie
lacus Garde ad novem annos ad novam investituram/ fiendam investivit Bartolinum filium
quondam Francischini dicto Rantina de Viavetero de Gargnano/ ibi presentem et hanc investituram,
pro se suisque heredibus sponte suscipientem ad novem annos/ ad novam investituram fiendam
nominatim de una petia terre aratoria, olivata iacente in teratorio de Tuschulano in contrata ubi
dicitur ad Gatios cui coheret a monte via, a mane Bertholameus Iustachi, a meridie/ Nicholaus
Bonomi Morarii de Viavetero partim et partim Antoniolus Iohanelli de Mesaga,/ a sero Bertolameus
Faustini de Rutina salvis omnibus aliis chorenciis ad habendum, tenendum, gaudendum/ et
posidendum dictam petiam terre et
339

ad quidquid de ea ipsi Bertolino emphitiothe eiusque heredibus iure/ livellario placuerit faciendum
cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios/ si qui forent, accessibus
quoque ingressibus egressibus et regressibus suis usque ad vias publicas et cum omnibus/ et
singulis que dicta petia terre habet supra se, intra seu infra se in integrum omnibusque iuribus
rationibus et actionibus realibus et personalibus utilibus et directis mixtis et ypothecariis usibus
usanciis viis/ aquis aqueductis terminis confinibus oneribus conditionibus pertinenciiset
requisitionibus ipsius us petie terre aliqualiter spectantibus/ et pertinentibus. Quam quidem petiam
terre dictus Lancelotus procurator ut supra convenit et solemni stipulatione promisit dicto
Bertolino emphitiothe perpetuo deffendere guarentare auctorizare et desbrigare ab omni persona/
comuni colegio et universitate expensis propris ipsius monesterii et hoc quantum est respectu utilis
dominii et/ naturalis possessionis translate per dictum Lancelotum procuratorem ut supra in dictum
Bertolinum emphitiotham vigore/ presentis investiture dando reddendo et solvendo ac dare
reddere et solvere convenit et solemni stipulatione/ promisit dictus Bertolinus emphitiotha dicto
Lanceloto dicto procuratorio nomine recipienti et per eum/ dicto monasterio et successoribus suis
quolibet anno in festo epiphanie Domini nostri Iesu Christi vel eius in/ octava ad canipam dicti
monasteri sitam in dicta religione bacetas tres et quarterios tres/ oley boni pulcri et recte
mensurati ad mensuram comunis de Salodo sub pena dupli dicti/ ficti quolibet comittendo
quo cessatum fuerit a solutione dicti ficti in dicto termino quo/ ficto sit in dicto termino dato et
soluto vel saltem debite consignato nihil aliud impona/tur dicto Bertolino emphitiothe salvo quod,
si aliquo tempore in futurum dictus Bertolinus/ emphitiotha vendere aut alienare voluerit ipsum
suum ius livellarium seu mellio/ramentum emphitioticum sibi Bertolino emphitiothe pertinens
vigore presentis investiture prius/ teneatur et debeat apellare dictum Lancelotum procuratorem ut
supra et per eum dictum dominum Bertolinum et successores suos et eys emere volentibus dare et
vendere teneatur ipsum suum ius livellarium seu/ mellioramentum emphitioticum pro decem
soldis planetorum minus illo iusto pretio quod habere potuerit/ a personis emere volentibus;
alioquin vendat et vendere possit ipsum suum ius livellarium seu/ mellioramentum emphitioticum
cui voluerit, exceptis potenti viro, miserabili persone consortio disci/pline hospitali vel aliis
personis in quibus conditio dicti monastery fieret deterior habendo semper dictum dominum/
Bertolameum comendatarium ut supra et per eum successoribus suis soldos decem planetorum
pro nova investitura/ fienda quibus teneatur et debeat novum investire emphitiotam et in eum
investituram/ facere presenti cum similem in effectu pro quibus omnibus et singulis suprascriptis
ita ut premittitur firmitur/ attendendis et observandis dictus Lancelotus procurator ut supra
obligavit dicto Bertolino emphitiothe/ dictum monasterium et omnia sua bona presentia et futura
pigneri et dictus Bertolinus emphitiotha/ obligavit dicto Lanceloto dicto procuratorio nomine
recipienti et per eum dicto monasterio ut supra et successoribus suis,/ se personaliter et omnia sua
bona presentia et futura pigneri. Renuntiantes et expresse renuntiaverunt/ omni exceptioni non sic
in omnibus et singulis suprascriptis esse et fuisse verum et maxime dictus Lancelotus/ procurator ut
supra loco ipsius monesteri decretis, decretalibus et constitutionibus sinodalibus Romane/ Curie
Episcopalisque Curie brixiensis et uterque eorum omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus,
reformationibus/ et decretis illustrissime ducalis dominationis nostre venentiarum comunis et
populi Brixie et comunitatis Riperie/ predicte. Ceterisque aliis suis iuribus et legum auxiliis
exceptionibus et oppositionibus quibus possent venire/ aut facere de iure vel de facto contra
predicta vel aliquod predictorum./ Ego Antonius fillius Augustini de Calapis notarius de Materno et
habitator Tuschulani ex
340

comissione/ mihi facta per infrascriptum Augustinum notarium publicandi prescriptum
instrumentum illud/ idem secundum tenorem imbreviature per ipsum rogatum et imbreviate
publicavi et scripsi/ et in publicam formam reduxi nil addito remoto nec diminuto quod sensum vel
sententiam/ mutet vicet vel variet intellectum preter literam vel sillabam. Et ideo me cum
atestatione/ mea consueta subscripsi in robur et fidem omnium promissorum./
15
CARTA LIVELLI
1450 Settembre 17 Toscolano, sub portichu domorum religionis sancti Dominici apud Puteum.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del commendatario
Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a Geronimo fu maestro Antoniolo de
Calapis un appezzamento di terra nelle vicinanze del Piano di Toscolano in contrada Rumegnaga, in
cambio di dodici buoni tordi.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentissimo/ quinquagessimo, indictione tercia decima, die decimo septimo mensis
septembris in religione Sancti Dominici/ in Tuschulano sub portichu domorum dicte religionis apud
Puteum, presentibus: Francischo filio quondam Iohanis/ de Modena habitatore dicte religionis,
Arigino filio quondam Bertolamey de Cizago habitatore civitatis Brixie,/ Antonio filio quondam Arici
de Crema habitatore suprascripte religionis et Antonio fillio quondam Bertolamey Lignoti de Luemo
omnibus/ testibus notis rogatis et ad hec spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus de Claraschis de Soncino/
habitator suprascripte religionis procurator et procuratorio nomine magnifici et generosi viri
domini Bertolamey Mari/petro comendatarii religionis Sancti Dominici de Tusculano ad multa sed
ad instrumenta spetialiter constitutus/ de qua procura constat publico instrumento rogato per
Rayninum filium quondam Toni de Goycis/ de Capriolo notarium die vigessimo nono mensis
decembris milliessimo quatercentissimo/ quadrigessimo octavo indictione undecima et reducto in
formam per Christoforum de Rosis/ notarium, civem et habitatorem civitatis Brixie ex comissione
sibi facta per suprascriptum Rayninum/ notarium ut supra ac viso et lecto per me Augustinum de
Calapis notarium infrascriptum omnibus/ modo iure via forma causa et ocasione quibus melius et
prout vallidius potuit et potest procuratorio nomine dicti domini Bertolamey comendatarii ut supra
per calamum quem in suis/ manibus tenebat ad rectum livellum civitatis Brixie et comunitatis
Riperie lacus Garde/ ad novem annos ad novam investituram fiendam investivit Geronimum filium
quondam magistri/ Antonioli de Calapis de Tusculano ibi presentem et hanc investituram, pro se
suisque heredibus/ sponte suscipientem ad novem annos ad novam investituram fiendam
nominatim de una/ petia terre aratoria olivata et vidata iacente in teratorio Tusculani pertinenciis
Plani in contrata/ Rumegnachi cui coheret a meridie Zaninus Mazeti, a mane et a sero dictus
emphitiotha/ et a monte Requilianus Beloni salvis omnibus aliis chorenciis ad habendum,
tenendum, gaudendum/ et posidendum dictam petiam terre et ad quidquid de ea ipsi Geronimo
emphitiothe eiusque/ heredibus iure livelario faciendum cum omnibus et singulis que
intra predictos continentur confines/ vel alios si qui forent. Accessibus quoque ingressibus
egressibus et regressibus suis usque ad vias pu/blicas et cum omnibus et singulis que dicta petia
terre
341

habet supra se, intra seu infra se in/ integrum omnibusque iuribus rationibus et actionibus realibus
et personalibus utilibus et directis/ mixtis et ypothecariis usibus usanciis viis aquis aqueductis
terminis confinibus oneribus conditionibus/ pertinenciiset requisitionibus ipsius us petie terre
aliqualiter spectantibus et pertinentibus. Quam/ quidem petiam terre dictus Lacelotus procurator
ut supra convenit et solemni stipulatione promisit dicto/ Geronimo emphitiothe perpetuo
deffendere guarentare auctorizare et desbrigare ab omni/ persona comuni colegio et universitate
expensis propris ipsius monesterii et hoc quantum est respectu/ utilis dominii et naturalis
possessionis translate per dictum Lancelotum procuratorem ut supra in dictum Geronimum
emphitiotham vigore presentis investiture dando reddendo et solvendo/ ac dare reddere et solvere
convenit et solemni stipulatione promisit dicto Lanceloto/ dicto procuratorio nomine recipienti et
per eum dicto monasterio et successoribus suis quolibet anno in festo/ epiphanie Domini nostri
Iesu Christi vel eius in octava ad canipam dicti monasteri sitam in dicta/ religione duodecim turdos
bonos et sufficientes sub pena dupli dicti ficti quolibet/ anno comittendo quo cesatum fuerit a
solutione dicti ficti in dicto termino quo ficto/ sit in dicto termino dato et soluto vel saltem debite
consignato. Nihil aliud imponatur/ dicto Geronimo emphitiothe salvo quod, si aliquo tempore in
futurum dictus Geronimus/ emphitiotha vendere aut alienare voluerit ipsum suum ius livellarium
seu mellioramentum/ emphitioticum sibi Geronimo emphitiothe pertinens vigore presentis
investiture prius teneatur/ et debeat apelare dictum Lancelotum procuratorem ut supra et per eum
dictum dominum Bertolameum et successores/ suos et eys emere volentibus dare et vendere
teneatur ipsum suum ius livellarium seu/ mellioramentum emphitioticum pro decem soldos
planetorum minus illo iusto pretio quod habere potuerit/ a personis emere volentibus; alioquin
vendat et vendere possit ipsum suum ius livellarium/ seu mellioramentum emphitiothicum cui
voluerit, exceptis potenti viro, miserabili persone/ consortio discipline hospitali vel aliis personis in
quibus conditio dicti monastery fieret deterior/ habendo semper dictum dominum Bertolameum
comendatarium ut supra et per eum successoribus suis soldos decem/ planetorum pro nova
investitura fienda quibus teneatur et debeat novum investire/ emphitiotam et in eum investituram
facere presenti cum similem in effectu pro quibus omnibus et singulis/ suprascriptis ita ut
premittitur firmitur attendendis et observandis et dictus Lancelotus procurator ut supra/ obligavit
dicto Geronimo emphitiothe dictum monasterium et omnia sua bona presentia et futura/ pigneri et
dictus Geronimus emphitiotha obligavit dicto Lanceloto dicto procuratorio nomine/ recipienti et
per eum dicto monasterio et successoribus suis, se personaliter et omnia sua bona presentia et/
futura pigneri. Renuntiantes et expresse renuntiaverunt omni exceptioni non sic in omnibus/ et
singulis suprascriptis esse et fuisse verum et maxime dictus Lancelotus procurator ut supra loco/
ipsius monesterii decretis, decretalibus et constitutionibus sinodalibus Romane Curie
Episcopalis/que Curie brixiensis et uterque eorum omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus,
reformationibus et decretis/ illustrissime ducalis dominationis nostre venetiarum comunis et populi
Brixie et comunitatis Riperie/ predicte. Ceterisque aliis suis iuribus et legum auxiliis exceptionibus
et oppositionibus quibus possent/ venire aut facere de iure vel de facto contra predicta vel aliquod
predictorum./ Ego Antoniolus fillius Augustini de Calapis de Mateno notarius et habitator Tusculani
ex comi/sione mihi facta per infrascriptum Augustinum de Calapis notarium publicandi
prescriptum/ instrumentum illud idem secundum tenorem imbreviature per ipsum rogatum et
imbreviate/ publicavi et scripsi et in publicam formam reduxi nil addito remoto nec diminuto/ quod
sensum vel sententiam mutet vicet vel variet intellectum preter literam vel sillabam./
342

Et ideo me cum atestatione mea consueta subscripsi in robur et fidem omnium promissorum.
16
CARTA LIVELLI
1450 Settembre 17 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici ubi laboratur ad tinam papiry.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del commendatario
della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a donna Domenica fu Martini
de la costa Oldesio della diocesi tridentina e moglie di Blanzardi due appezzamenti di terra in
contrada Polastro e presso Villa di Mornaga a Toscolano, in cambio di due bazete e tre quarteri di
olio all'anno secondo la giusta misurazione del comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini milliessimo quatercentessimo
quinquagessimo/ curente indictione tercias decima, die decimo septimo mensis setembris in
religione Sancti Dominici/ de Tusculano in domibud dicte religionis ubi laboratur ad tinam papiry,
presentibus: Michaelle Lierii de/ Pulzano, Iohanino filio quondam Marcheti de Mesaga et Augustino
filio quondam Antoni Benevenuti de Plano/ omnibus testibus notis, rogatis et ad hec spetialiter
vocatis. Ibi Lancelotus de Claraschis de/ Soncino habitator suprascripte religionis, procurator et
procuratorio nomine magnifici et generosi viri domini/ Bertolamey Maripetro comendatari
religionis Sancti Dominici de Tusculano, ad multa sed ad infrascripta spetialiter/ constitutus de qua
procura constat publico instrumento rogato per Rayninum filium quondam Toni de Goycis/ de
Capriolo notarium die vigessimo mensis decembris milliessimo quatercentissimo quadri/gessimo
octavo indictione undecima et reducto in formam per Christoforum de Rosis notarium,/civem et
habitatorem civitatis Brixie ex comissione sibi facta per suprascriptum Rayninum notarium ut
supra/ ac viso et lecto per me Augustinum de Calapis notarium infrascriptum omnibus modo iure
via forma/ causa et ocasione quibus mellius et prout validius potuit et potest procuratorio nomine
prefati domini Bertolamey/ comendatari ut supra per calamum quem in suis manibus tenebat ad
rectum livellum/ civitatis Brixie et comunitatis Riperie lacus Garde ad novem annos ad novam
investituram/ fiendam investivit dominam Dominicam filliam quondam Martini de la Costa Oldesio
diocesis tridentini/ et uxorem Blanzardi de la Costa ibi presentem et hanc investituram, pro se
suisque heredibus sponte/ suscipientem ad novem annos et ad novam investituram fiendam
nominatim de infrascriptis petiis/ terre videlicet primo de una petia terre prativa olivata et vidata
que solebat esse aratoria/ iacente in teratorio Tusculani in contrata Polastri prope villam de
Mornaga cui cohere/ solebat a mane heredes Francisi Bonomi et modo est Gabriel de Ast fillius
quondam Iacobi, a meri/die solebat esse heredes Morandini Sayoti et modo est Iohanes quondam
Dominici, a sero eclesia/ Sancti Nicolay de Secina, a monte solebat esse Zaninus qui dicebatur
Othellus Betoye/ et modo est dicta investita partim et partim Gabriel de Ast et est per mensuram
viginti/ tabularum; item de una petia terre ortiva olivata et vidata iacente a mane parte ville/ de
Mornaga cui coheret a meridie via, a sero dicta domina investita, a monte heredes Bonomi/
Materni et a mane Bertolameus Bersanini que est per mensuram octo tabularum et trium pedum/
salvis omnibus aliis chorenciis ad habendum, tenendum, gaudendum et posidendum dictas petias
terre et ad quidquid/ de eys ipsi domine Dominice emphitiothe eiusque heredibus iure livellario
placuerit faciendum/ cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si
qui forent. Accessibus quoque
343

ingressibus/ egressibus et regressibus suis usque ad vias publicas et cum omnibus et singulis que
dicte/ petie terre habent supra se, intra seu infra se in integrum omnibusque iuribus rationibus/ et
actionibus realibus et personalibus utilibus et directis mixtis et ypothecariis usibus usanciis/ viis
aquis aqueductis terminis confinibus oneribus conditionibus pertinenciiset requisitionibus ipsius us/
petie terre aliqualiter spectantibus et pertinentibus. Quas quidem petias terre dictus Lancelotus/
procurator ut supra convenit et solemni stipulatione promisit dicte domine Dominice emphitiothe
perpetuo/ deffendere guarentare auctorizare et desbrigare ab omni persona comuni colegio et
universitate/ expensis propris ipsius monesterii et hoc quantum est respectu utilis dominii et
naturalis possessionis/ translate per dictum Lancelotum procuratorem ut supra in dictam dominam
Dominicam emphitiotham/ vigore presentis investiture dando reddendo et solvendo ac dare,
reddere, solvere convenit/ et solemni stipulatione promisit dicta domina Dominica emphititha dicto
Lanceloto dicto procuratorio/ nomine recipienti et per eum dicto monasterio et successoribus suis
quolibet anno in festo epiphanie/ Domini nostri Iesu Christi vel eius in octava ad canipam dicti
monasteri sitam in dicta religione/ bacetas duas quarterios tres oley boni pulchri et recte mensurati
ad/ mensuram comunis de Salodo sub pena dupli dicti ficti quolibet anno comittenda quo
cesatum/ a solutione dicti ficti in dicto termino quo ficto sit in dicto termino dato et soluto
vel/ saltem debite consignato. Nihil aliud imponatur dicte domine Dominice emphitiothe/ salvo
quod, si aliquo tempore in futurum dicta domina Dominica emphitiotha vendere aut/ alienare
voluerit ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum emphitiothicum/ sibi domine Dominice
pertinens vigore presentis investiture prius teneatur et/ debeat apelare dictum Lancelotum
procuratorem ut supra et per eum dictum dominum Bertolameum/ et successores suos et eys
emere volentibus dare et vendere teneatur ipsum suum ius/ livellarium seu mellioramentum
emphitiothicum pro decem soldis planetorum minus illo/ iusto pretio quod habere potuerit a
personis emere volentibus; alioquin vendat et ven/dere possit ipsum suum ius livellarium seu
mellioramentum emphitioticum cui volue/rit exceptis potenti viro, miserabili persone consortio
discipline hospitali vel aliis/ personis in quibus conditio dicti monastery fieret deterior habendo
semper dictum dominum Bertolameum/ comendatarium ut supra et per eum successoribus suis
soldos decem planetorum pro nova investi/tura fienda quibus teneatur et debeat novum investire
emphitiotam et in eum inve/stituram facere presenti cum similem in effectu pro quibus omnibus et
singulis suprascriptis ita/ ut premittitur firmitur attendendis et observandis dictus Lancelotus
procurator ut supra/ obligavit dicte domine Dominice emphitiothe dictum monasterium et omnia
sua bona presentia et futura/ pigneri et dicta domina Dominica emphitiotha obligavit dicto
Lanceloto dicto procuratorio nomine/ recipienti et per eum dicto monasterio et successoribus suis,
se personaliter et omnia sua bona presentia/ et futura pigneri. Renuntiantes et expresse
renuntiaverunt omni exceptioni non sic in omnibus/ et singulis suprascriptis esse et fuisse verum et
maxime dictus Lancelotus procurator ut supra loco/ ipsius monasterii decretis, decretalibus et
constitutionibus sinodalibus Romane Curie Episcopalis/que Curie brixiensis et uterque eorum
omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus, reformationibus et decretis/ illustrissime ducalis
dominationis nostre venetianum comunis et populi Brixie et comunitatis Riperie/ predicte.
Ceterisque aliis suis iuribus et legum auxiliis exceptionibus et oppositionibus quibus possent venire/
aut facere de iure vel de facto contra predicta vel aliquod predictorum./ Ego Antonius filius
Augustini de Calapis de Materno notarius et habitator Tusculani ex comisione mihi facta per
infrascriptum Augustinum de Capalis notarium publicandi prescriptum/ instrumentum illud idem
secundum tenorem imbreviature per ipsum rogatum et imbreviate publicavi/ et
344

scripsi et in publicam formam reduxi nil addito remoto nec diminuto quod sensum/ vel sententiam
mutet vicet vel variet intellectum preter literam vel sillabam. Et ideo me/ cum atestatione mea
consueta subscripsi in robur et fidem omnium promissorum.
17
CARTA LIVELLI
1450 Settembre 18 Toscolano, in refectorio religionis Sancti Dominici.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di san Domenico a nome del commendatario
della stessa Bartolomeo Maripietro ha dato in affitto per nove anni a Nazario fu Cristoforo un
appezzamnto di terra in contrada Onglarino di Maderno, in camio di una bazeta, tre quarteri e un
quarto di quarterio d'olio all'anno, secondo la misurazione in uso nel comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentessimo/ quinquagessimo, indictione tercia decima, die decimo octavo mensis setembris
in Tusculano/ in religione Sancti Dominici in refectorio dicte religionis, presentibus: Petro notario
filio quondam Iohanis/ Bertacii de Cuzaga, Bertolameo filio quondam Tonoli de Pulzano et Arigino
filio quondam Bertolamey de Cizago/ habitatore civitatis Brixie omnibus testibus notis rogatis et ad
hec spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus/ de Claraschis de Soncino, habitator religionis Sancti Dominici
de Tusculano, procurator et procuratorio nomine/ magnifici et generosi viri domini Bertolamey
Maripetro comendatarii religionis Sancti Dominici/ ad multa sed ad instrumenta spetialiter
constitutus de qua procura constat publico instrumento/ rogato per Rayninum filium quondam Toni
de Goycis de Capriolo notarium die vigessimo nono/ mensis decembris milliessimo
quatercentissimo quadrigessimo octavo indictione undecima/ et reducto in formam per
Christoforum de Rosis notarium, civem et habitatorem civitatis Brixie ex/ comissione sibi facta per
suprascriptum Rayninum notarium ac viso et lecto per me Augustinum/ de Calapis notarium
infrascriptum omnibus modo iure via forma causa et ocasione quibus mellius et pro/ut vallidius
potuit et pot procuratorio nomine prefati domini Bertolamey comendatari ut supra per/ calamum
quem in suis manibus tenebat ad rectum livellum civitatis Brixie et comunitatis/ Riperie lacus Garde
ad novem annos ad novam investituram fiendam investivit/ Nazarium filium quondam Christofori
de Lancetis de Materno de una petia terre aratoria, olivata/ et vidata iacente in teratorio de
Materno in contrata Unglarini coheret a mane Clusa/ Molendinorum comunis de Materno
partim et partim Georgius de Lancetis, a meridie suprascripta clusa/ partim et partim suprascripta
religio, a sero dicta religio et a monte limes salvis omnibus aliis chorenciis de predica petia terre,
dictus Lancelotus investivit suprascriptum Nazarium ibi presentem et hanc/ investituram, pro se et
suis heredibus sponte suscipientem ad novem annos, ad novam/ investituram fiendam. Ad
habendum, tenendum, gaudendum et posidendum dictam petiam terre et/ ad quidquid de ea ipsi
Nazario emphitiothe eiusque heredibus iure livellario placuerit/ faciendum cum omnibus et singulis
que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent/ accessibus quoque ingressibus,
egressibus et regressibus suis usque ad vias publicas et cum omnibus et singulis/ que dicta petia
terre habet supra se, intra seu infra se in integrum omnibusque iuribus rationibus et actionibus
realibus et personalibus utilibus et directis mixtis et ypothecariis usibus usanciis/ viis aquis
aqueductis terminis confinibus
345

oneribus conditionibus pertinenciiset requisitionibus ipsius us petie/ terre aliqualiter spectantibus
et pertinentibus. Quam quidem petiam terre dictus Lancelotus procurator/ convenit et solemni
stipulatione promisit dicto Nazario emphitiothe perpetuo deffendere guarentare/ auctorizare et
desbrigare ab omni persona comuni colegio et universitate expensis propris ipsius/ monesterii et
hoc quantum est respectu utilis dominii et naturalis possessionis translate per dictum Lancelotum/
procuratorem ut supra in dictum Nazarium emphitiotham vigore presentis investiture dando/
reddendo et solvendo ac dare reddere et solvere convenit et solemni stipulatione promisit/ dictus
Nazarius emphitiotha dicto Lanceloto dicto procuratorio nomine recipienti et per eum/ dicto
monasterio et successoribus suis quolibet anno in festo epiphanie Domini nostri Iesu Christi vel
eius/ in octava ad canipam dicti monasteri sitam in dicta religione bacetam unam et quarterios
tres/ et quartam partem quarterii oley boni pulchri et recte mensurati ad mensuram/ comunis de
Salodo sub pena dupli dicti ficti quolibet anno comittenda quo cesatum fuerit/ a solutione dicti ficti
in dicto termino quo ficto sit in dicto termino dato et soluto vel saltem/ debite consignato nihil
aliud imponatur dicto Nazario emphitiothe salvo quod, si/aliquo tempore in futurum dictus
Nazarius emphitiotha vendere aut alienare voluerit/ ipsum suum ius livellarium seu
mellioramentum emphitioticum sibi Nazario emphitiothe/ pertinens vigore presentis investiture
prius teneatur et debeat apellare dictum Lancelotum/ procuratorem ut supra et per eum dictum
dominum Bertolameum et successores suos et eys emere volentibus dare/ et vendere teneatur
ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum pro/ decem soldis planetorum
minus illo iusto pretio quod habere potuerit a personis emere volentibus/ alioquin vendat et
vendere possit ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum/ emphitioticum cui voluerit,
exceptis potenti viro, miserabili persone consortio discipline/ hospitali vel aliis personis in quibus
conditio dicti monastery fieret deterior habendo semper dictum/ dominum Bertolameum
comendatarium ut supra et per eum successoribus suis soldos decem planetorum pro/ nova
investitura fienda quibus teneatur et debeat novum investire emphitiotham/ et in eum
investituram facere presenti cum similem in effectu pro quibus omnibus et singulis suprascriptis/
ita ut premittitur firmitur attendendis et observandis dictus Lancelotus procurator ut supra/
obligavit dicto Nazario emphitiothe dictum monasterium et omnia sua bona presentia et futura/
pigneri et dictus Nazarius emphitiotha obligavit dicto Lanceloto dicto procuratorio nomine/
recipienti et per eum dicto monasterio et successoribus suis, se personaliter et omnia sua bona
presentia et futura/ pigneri. Renuntiantes et expresse renuntiaverunt omni exceptioni non sic in
omnibus et singulis/ suprascriptis esse et fuisse verum et maxime dictus Lancelotus procurator ut
supra loco ipsius/ monasteri decretis, decretalibus et constitutionibus sinodalibus Romane Curie/
Episcopalisque Curie brixiensis et uterque eorum omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus,
reformationibus et decretis/ illustrissime ducalis dominationis nostre venentiarum comunis et
populi Brixie et comunitatis Riperie/ lacus Garde. Ceterisque aliis suis iuribus et legum auxiliis
exceptionibus et oppositionibus/ quibus possent venire aut facere de iure vel de facto contra
predicta vel aliquod predictorum./ Ego Antonius filius Augustini de Calapis de Materno notarius et
habitator Tusculani/ ex comissione mihi facta per infrascriptum Augustinum de Calapis notarium/
publicandi prescriptum instrumentum illud idem secundum tenorem imbreviature per ipsum
rogatum/ et imbreviate publicavi et scripsi et in publicam formam reduxi nil addito remoto nec
diminuto preter literam vel sillabam quod sensum vel sententiam mutet vicet/ vel variet
intellectum. Et ideo me cum atestatione mea consueta subscripsi/ in robur et fidem omnium
promissorum./
346

18
CARTA LIVELLI
1450 settembre 21 Toscolano, in refectorio religionis Sancti Dominici.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del commendatario
della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a donna Giacoba fu Franceschi
detto Leporo un appezzamento di terra in contrada Onglarino di Maderno, in cambio di tre bazete
e due quarteri e mezzo di olio all'anno, secondo la misurazione usata dal comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentessimo/ quinquagessimo, indictione tercia decima, die vigesimo primo mensis setembris
in Tusculano, in religione/ Sancti Dominici in refectorio dicte religionis, presentibus: Dominico filio
quondam Bertolini Pelegrini de Secina/ Guelmino filio quondam 86
de Cremona habitatore
Tuschulani et Colosio filio quondam Bertelli/ Boti de Mesaga omnibus testibus notis rogatis et ad
hec spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus/ de Claraschis de Soncino habitator suprascripte religionis,
procurator et procuratorio nomine magnifici et genero/si viri domini Bertolamey Maripetro
comendatari religionis Sancti Dominici de Tusculano ad multa sed/ ad instrumenta spetialiter
constitutus de qua procura constat publico instrumento rogato/ per Rayninum filium quondam Toni
de Goycis de Capriolo notarium die vigessimo nono mensis decembris/ milliessimo
quatercentissimo quadrigessimo octavo indictione undecima et reducto/ in formam per
Christoforum de Rosis notarium, civem et habitatorem civitatis Brixie ex comissione sibi/ facta per
suprascriptum Rayninum notarium ut supra ac viso et lecto per me Augustimum de Calapis/
notarium infrascriptum omnibus modo iure via forma causa et ocasione quibus mellius et prout
vallidius/ potuit et potest procuratorio nomine prefati domini Bertolamey comendatari per
calamum quem in suis/ manibus tenebat ad rectum livellum civitatis Brixie et comunitatis Riperie
lacus Garde/ ad novem annos ad novam investituram fiendam investivit dominam Iacobam filliam
quondam Franceschi/ dicto Leporus de Gayno de Tuschulano. Ibi presentem et hanc investituram,
pro se suisque heredibus/ sponte suscipientem hinc ad novem annos ad novam investituram
fiendam nominatim/ de una petia terre aratoria olivata iacente in teratorio de Materno in contrata
Unglarini/ cui coheret a sero Filipus Antonioli Pizani, a mane et a meridie dicta domina investita et/
a monte domina Dominica uxor Antonioli Bonzeri de Bondono habitator Tuschulani salvis omnibus
aliis chorenciis/ ad habendum, tenendum, gaudendum et posidendum dictam petiam terre et ad
quidquid de ea ipsi domine Iacobe/ emphitiothe eiusque heredibus iure livelario placuerit
faciendum cum omnibus et singulis/ que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent,
accessibus quoque ingressibus egressibus et regressibus/ suis usque ad vias publicas et cum
omnibus et singulis que dicta petia terre habet supra/ se intra seu infra se in integrum omnibusque
iuribus rationibus et actionibus realibus/ et personalibus utilibus et directis mixtis et ypothecariis
usibus usanciis viis aquis aqueductis/ terminis confinibus oneribus conditionibus pertinenciiset
requisitionibus ipsius us petie terre aliqualiter spectantibus/ et pertinentibus. Quam quidem petiam
terre dictus Lancelotus procurator ut supra convenit et solemni/ stipulatione promisit dicte domine
Iacobe
86
Manca l'indicazione onomastica.
347

emphitiothe perpetuo deffendere guarentare auctorizare/ et desbrigare ab omni persona comuni
colegio et universitate expensis propris ipsius/ monesterii et hoc quantum est respectu utilis
dominii et naturalis possessionis translate per dictum Lancelotum/ procuratorem ut supra in dictam
dominam Iacobam emphitiotham vigore presentis investiture dando/ reddendo et solvendo ac dare
reddere et solvere convenit et solemni stipulatione promisit/ dicta domina Iacoba emphitiotha
dicto Lonceloto dicto procuratorio nomine recipienti et per eum/ dicto monasterio et successoribus
suis quolibet anno in festo epiphanie Domini nostri Iesu Christi/ vel eius in octava ad canipam dicti
monasteri sitam in dicta religione bacetas tres et/ quarterios duos cum dimedio oley boni pulchri et
recte mensurati ad mensuram comunis de Salodo sub pena dupli dicti ficti quolibet anno
comittenda quo cesatum fuerit/ a solutione dicti ficti in dicto termino quo ficto sit in dicto termino
dato et soluto vel saltem/ debite consignato nihil aliud imponatur dicte domine Iacobe emphitiothe
salvo quod, si aliquo/ tempore in futurum dicta domina Iacoba emphitiotha vendere aut alienare
voluerit ipsum/ suum ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum sibi domine Iacobe
emphitiothe pertinens/ vigore presentis investiture prius teneatur et debeat apelare dictum
Lancelotum procuratorem/ ut supra et per eum prefatum dominum Bertolameum comendatarium
ut supra et successores suos et eys emere/ volentibus dare et vendere teneatur ipsum suum ius
livellarium seu mellioramentum/ emphitioticum pro decem soldis planetorum minus illo iusto
pretio quod habere potuerit a personis/ emere volentibus; alioquin vendat et vendere possit ipsum
suum ius livellarium/ seu mellioramentum emphitioticum cui voluerit, exceptis potenti viro,
miserabili persone/ consortio discipline hospitali vel aliis personis in quibus conditio dicti
monastery fieret/ deterior habendo semper dictum dominum Bertolameum comendatarium ut
supra et per eum successoribus suis/ soldos decem planetorum pro nova investitura fienda quibus
teneatur et debeat novum/ investire emphitiotam et in eum investituram facere presenti cum
similem in effectu pro/ quibus omnibus et singulis suprascriptis ita ut premittitur firmitur
attendendis et observandis/ dictus Lancelotus procurator ut supra obligavit dicte domine Iacobe
emphitiothe dictum/ monasterium et omnia sua bona presentia et futura pigneri et dicta domina
Iacoba em/phitiotha obligavit dicto Lanceloto dicto procuratorio nomine recipienti et per eum dicto
monasterio/ et successoribus suis, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri.
Renuntiantes/ et expresse renuntiaverunt omni exceptioni non sic in omnibus et singulis
suprascriptis/ esse et fuisse verum et maxime dictus Lancelotus procurator ut supra loco ipsius
monesterii/ decretis, decretalibus, constitutionibus sinodalibus Romane Curie Episcopalisque Curie
brixiensis/ et uterque eorum omnibusque statutis ordinamentis, promissionibus, reformationibus et
decretis/ illustrissime ducalis dominationis nostre venetiarum comunis et populi Brixie et
comunitatis Riperie/ predicte. Ceterisque aliis suis iuribus et legum auxiliis exceptionibus et
oppositionibus/ quibus possent venire aut facere de iure vel de facto contra predicta vel aliquod
predictorum et cetera./ Ego Antonius filius Augustini de Calapis de Materno notarius et habitator
Tuschulani/ ex comissione mihi facta per infrascriptum Augustinum de Calapis notarium publicandi/
prescriptum instrumentum illud idem secundum tenorem imbreviature per ipsum rogate et
imbreviate/ publicavi et scripsi et in publicam formam reduxi nil addito remoto nec diminuto/ quod
sensum vel sententiam mutet vicet vel variet intellectum preter literam vel sillabam./ Et ideo me
cum atestatione mea consueta subscripsi in robur et fidem omnium promissorum.
348

19
CARTA LIVELLI
1450 settembre 21 Toscolano, in refectorio religionis Sancti Dominici.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del commnedatario
della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a Domenico fu Bertolino
Pelegrino un appezzamento di terra nelle vicinanze di Cecina, in contrada Santo Nicola di
Toscolano, in cambio di tre bazete e due quarteri e mezzo d'olio all'anno,secondo la misurazione
usata dal comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentessimo/ quinquagessimo, indictione tercia decima, die vigesimo primo mensis
setembris/ in Tusculano, in religione Sancti Dominici in refectorio dicte religionis presentibus:
Colosio/ fillio quondam Simonis de Mesaga, Guelmino Molinario filio quondam 87
de Cremona/,
habitatore Tuschulani, Colosio filio quondam Bertelli Boti de Mesaga, omnibus testibus notis/
rogatis et ad hec spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus de Claraschis de Soncino/ habitator religionis
Sancti Dominici de Tuschulano procurator et procuratorio nomine magnifici et generosi/ viri domini
Bertolamei Maripetro comendatari religionis Sancti Dominici de Tuschulano/ ad multa sed ad
instrumenta spetialiter constitutus de qua procura constat publico instrumento/ rogato per
Rayninum filium quondam Toni de Goycis de Capriolo, notarium die vigessimo/ nono mensis
decembris milliessimo quatercentissimo quadrigessimo octavo indictione/ undecima et reducto in
formam per Christoforum de Rosis, notarium civem et habitatorem/ civitatis Brixie ex comissione
sibi facta per suprascriptum Rayninum notarium ac/ viso et lecto per me Augustino de Calapis
notarium infrascriptum omnibus modo iure via/ forma causa et ocasione quibus melius et prout
validius potuit et potest procuratorio/ nomine prefati domini Bertolamei comendatari ut supra per
calamun quem in suis manibus tenebat/ ad rectum livellum civitatis Brixie et comunitatis Riperie
lacus Garde ad novem/ annos et ad novam investituram fiendam investivit Dominicum filium
quondam Bertolini Pelegrini/ de Secina de Tuschulano ibi presentem et hanc investituram, pro se
suisque heredibus sponte/ suscipientem nominatim de una petia terre aratoria olivata et vidata
iacente in/ teratorio de Tuschulano in pertinenciis ville de Secina in contrata Sancti Nicholay a
mane/ parte dicte eclesie Sancti Nicholay cui coheret a mane eclesia Sancti Nicolay, partim/ et
partim domina Legraza fillia quondam Bertolini Danzie de Secina, a monte domina Maria/ uxor
Nicholosii Bonomi de Musaga et fillia quondam suprascripti Bertolini, partim et/ partim via, a
meridie et a sero domina Legraza suprascripta, salvis omnibus aliis/ chorenciis ad habendum,
tenendum, gaudendum et posidendum dictam petiam terre et ad/ quidquid de ea ipsi Dominico
emphitiothe eiusque heredibus iure livelario placuerit/ faciendum cum omnibus et singulis que
intra predictos continentur confines vel alios si qui forent,/ accessibus quoque ingressibus
egressibus et regressibus usque ad vias publicas et cum/ omnibus et singulis que dicta petia
terre habet supra se, intra seu infra se in/ integrum omnibusque iuribus rationibus et actionibus
realibus et personalibus utilibus/ et directis mixtis et ypothecariis usibus usanciis viis aquis
aqueductis terminis/ confinibus oneribus conditionibus pertinenciiset requisitionibus ipsius us petie
terre aliqualiter spectantibus/ et pertinentibus. Quam quidem petiam
87
Manca l'indicazione onomastica.
349

terre dictus Lancelotus procurator ut supra convenit/ et solemni stipulatione promisit dicto
Dominico emphitiothe perpetuo deffendere/ guarentare auctorizare et desbrigare ab omni persona
comuni colegio et universitate/ expensis propris ipsius monesterii et hoc quantum est respectu
utilis dominii et naturalis/ possessionis translate per dictum Lancelotum procuratorem ut supra in
dictum Dominicum/ emphitiotham vigore presentis investiture dando reddendo et solvendo ac
dare,/ reddere, solvere convenit et solemni stipulatione promisit dictus Dominicus emphitiotha/
dicto Lanceloto dicto procuratorio nomine recipienti et per eum dicto monasterio quolibet/ anno in
festo epiphanie Domini nostri vel eius in octava ad canipam dicti monasteri sitam/ in
dicta religione bacetas tres et quarterios duos cum dimedio oley boni/ pulcri et recte mensurati ad
mensuram comunis de Salodo sub pena dupli dicti/ ficti quolibet anno comittenda quo cesatum
fuit a solutione dicti ficti in dicto/ termino quo ficto sit in dicto termino dato et soluto vel saltem
debite consignato/ nihil aliud imponatur dicto Dominico emphitiothe salvo quod, si aliquo
tempore/ in futurum dictus Dominicus emphitiotha vendere aut alienare voluerit/ ipsum suum ius
livellarium se mellioramentum emphitiothicum sibi Dominico emphitiothe/ pertinens vigore
presentis investiture prius teneatur et debeat apelare dictum/ Lancelotum procuratorem ut supra
et per eum prefatum dominum Bertolameum comendatarium ut supra/et successoribus suis et eys
emere volentibus dare et vendere teneatur ipsum/ suum ius livellarium seu mellioramentum
emphitioticum pro decem soldis planetorum/ minus illo iusto pretio quod habere potuerit a
personis emere volentibus; alioquin/ vendat et vendere possit ipsum suum ius livellarium seu
mellioramentum/ emphitioticum cui voluerit, exceptis potenti viro, miserabili persone consortio/
discipline hospitali vel aliis personis in quibus conditio dicti monastery fieret/ deterior habendo
semper dictum dominum Bertolameum comendatarium ut supra et per eum suc/cessoribus suis
soldos decem planetorum pro nova investitura fienda quibus teneatur/ et debeat novum investire
emphitiotam et in eum investituram/ facere presenti cum similem in effectu pro quibus omnibus et
singulis suprascriptis ita ut/ premittitur firmitur attendendis et observandis dictus Lancelotus
procurator/ ut supra obligavit dicto Dominico emphitiothe dictum monasterium et omnia sua bona
presentia/ et futura pigneri et dictus emphitiotha obligavit dicto Lanceloto/ dicto procuratorio
nomine recipienti et per eum dicto monasterio et successoribus suis, se personaliter/ et omnia sua
bona presentia et futura pigneri. Renuntiantes et expresse renuntia/verunt omni exceptioni non sic
in omnibus et singulis suprascriptis esse et fuisse/ verum et maxime dictus Lancelotus procurator ut
supra loco ipsius monasteri/ decretis, decretalibus et constitutionibus sinodalibus Romane Curie
Episcopalisque/ Curie brixiensis et uterque eorum omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus
re/formationibus et decretis illustrissime ducalis dominationis nostre venetiarum comunis/ et
populi Brixie et comunitatis Riperie predicte. Ceterisque aliis suis iuribus et legum/ auxiliis
exceptionibus et oppositionibus quibus possent venire aut facere de iure/ vel de facto contra
predicta vel aliquod predictorum./ Ego Antonius filius Augustini de Calapis de Materno notarius et
habitator Tuschulani./ Ex comisione mihi facta per infrascriptum Augustinum de Calapis notarium/
publicandi prescriptum instrumentum illud idem secundum tenorem imbreviature per ipsum/
rogate et imbreviate publicavi et scripsi et in publicam formam reduxi/ nil addito remoto nec
diminuto preter literam vel sillabam quod sensum vel sententiam/ mutet vicet vel variet
intellectum. Et ideo me cum atestatione mea/ consueta subscripsi in robur et fidem omnium
promissorum.
350

20
CARTA LIVELLI
1450 Settembre 24 Toscolano, in refectorio religionis Sancti Dominici.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del commendatario
della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a Stefanino fu Comboni Bertani
due appezzamenti di terra a Villavetro di Gargnano, in cambio di due bazete e tre quarteri e mezzo
di olio all'anno, secondo la misurazione usata dal comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentessimo/ quinquagessimo, indictione tercia decima, die vigessimo quarto mensis
setembris/ in religione Sancti Dominici in refectorio dicte religionis, presentibus: Bertolino filio
quondam Franceschi/ dicti Fantina de Viavetero notario, Dominico filio quondam Iohanis Pillati de
Gayno et/ Christoforo filio quondam Gidini dicti Volpinus de Materno omnibus testibus notis
rogatis/ et ad hec spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus de Claraschis de Soncino/ habitator religionis
Sancti Dominici de Tusculano procurator et procuratorio nomine magnifici et gene/rosi viri domini
Bertolamey Maripetro comendatari religionis Sancti Dominici de/ Tusculano ad multa sed ad
instrumenta spetialiter constitutus de qua procura constat/ publico instrumento rogato per
Rayninum de Capriolo de Goycis notarium die/ vigessimo nono mensis decembris milliessimo
quatercentissimo quadrigessimo/ octavo indictione undecima et reducto in formam per
Christoforum de Rosis/ notarium, civem et habitatorem civitatis Brixie. Ex comissione sibi facta per
suprascriptum/ Rayninum notarium ut supra ac viso et lecto per me Augustinum de Calapis/
notarium infrascriptum omnibus modo iure via forma causa et ocasione quibus melius/ et prout
vallidius potuit et potest procuratorio nomine prefati domini Bertolamey/ comendatari ut supra per
calamum quem in suis manibus tenebat ad rectum live/llum civitatis Brixie et comunitatis Riperie
lacus Garde investivit Stefaninum/ fillium quondam Comboni Bertani de Viavetero de Gargnano ibi
presentem et hanc investituram/, pro se suisque heredibus sponte suscipientem nominatim de
infrascriptis petiis terre videlicet primo/ de una petia terre aratoria olivata et vidata iacente in
teratorio de Gargnano/ a mane parte ville Viaveteri coheret a mane, a meridie, a sero et a
monte dictus emphitiotha/ salvis omnibus aliis chorenciis que petia terre est per mensuram
tabularum trium; item de una petia terre aratoria olivata et vidata iacente in dicta contrata,
coheret/ a mane, a meridie et a monte dictus emphitiotha, a sero Petrus Dominici Potoni salvis
omnibus/ aliis chorenciis que est per mensuram tabularum decem. Ad habendum tenendum/
gaudendum et posidendum dictas petias terre et ad quidquid de eys ipsi Stefanino/ emphitiothe
eiusque heredibus iure livellario placuerit faciendum cum omnibus et/ singulis que intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent. Accessibus quoque ingressibus,/ egressibus et
regressibus suis usque ad vias publicas et cum omnibus et singulis/ que dicte petie terre habent
supra se, intra seu infra se in integrum omnibusque/ iuris rationibus et actionibus realibus et
personalibus utilibus et directis mixtis/ et ypothecariis usibus usanciis viis aquis aqueductis terminis
confinibus oneribus/ conditionibus pertinenciiset requisitionibus ipsius s petiis terre aliqualiter
spectantibus et pertinentibus./ Quas quidem petias terre dictus Lancelotus procurator ut sipra
convenit et solemni stipulatione/ promisit ipsi Stefanino emphitiothe perpetuo deffendere
guarentare auctorizare et/ desbrigare ab omni persona comuni colegio et
351

universitate expensis propris ipsius/ monesterii. Et hoc quantum est respectu utilis dominii et
naturalis possessionis translate/ per dictum Lancelotum procuratorem ut supra in dictum
Stefaninum emphitiotham vigore/ presentis investiture dando reddendo et solvendo ac dare
reddere et solvere/ convenit et solemni stipulatione promisit dictus Stefaninus emphitiotha dicto/
Lanceloto dicto procuratorio nomine recipienti et per eum dicto monasterio quolibet anno in festo
epiphanie/ Domini nostri Iesu Christi vel eius in octava ad canipam dicti monasteri sitam in dicta
religione/ bacetas duas et qurterios tres oley cum dimedio boni pulcri et recte mensurati/ ad
mensuram comunis de Salodo sub pena dupli dicti ficti quolibet anno comittenda quo/ cesatum
fuit a solutione dicti ficti in dicto termino quo ficto sit in dicto termino dato/ et soluto vel saltem
debite consignato. Nihil aliud imponatur dicto Stefanino em/phitiothe salvo quod aliquo tempore in
futurum dictus Stefanius emphitiotha vendere/ aut alienare voluerit ipsum suum ius livellarium seu
mellioramentum emphitioticum/ sibi Stefanino emphitiothe pertinens vigore presentis investiture
prius teneatur et/ debeat apellare dictum Lncelotum procuratorem ut supra et per eum dictum
Bertolameum/ comendatarium ut supra et successoribus suis et eys emere volentibus dare et
vendere/ teneatur ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum pro decem/
soldis planetorum minus illo iusto pretio quod habere potuerit a personis emere volentibus/
alioquin vendat et vendere possit ipsum suum ius livellarium seu mellioram/entum emphitiothicum
cui voluerit, exceptis potenti viro, miserabili persone consortio/ discipline hospitali vel aliis
personis in quibus conditio dicti monastery fieret deterior/ habendo semper dictum dominum
Bertolameum comendatarium ut supra et per eum successoribus suis/ soldos decem planetorum
pro nova investitura fienda quibus teneatur et debeat/ novum investire emphitiotam et in eum
investituram facere presenti cum/ similem in effectu pro quibus omnibus et singulis suprascriptis
ita ut premittitur firmitur/ attendendis et observandis dictus Lancelotus procurator ut supra
obligavit dicto/ Stefanino emphitiothe dictum monasterium et omnia sua bona presentia et futura/
pigneri et dictus Srtefaninus emphitiotha obligavit dicto Lanceloto dicto procuratorio/ nomine
recipienti et per eum dicto monasterio et successoribus suis, se personaliter et omnia/ sua bona
presentia et futura pigneri. Renuntiantes et expresse renuntiaverunt/ omni exceptioni non sic in
omnibus et singulis esse et fuisse verum et maxime/ dictus Lancelotus procurator ut supra loco
ipsius monesteri decretis, decretalibus/ et constitutionibus sinodalibus Romane Curie
Episcopalisque Curie brixiensis et uterque/ eorum omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus,
reformationibus et decretis illustrissime/ ducalis dominationis nostre venentiarum comunis et
populi Brixie et comunitatis Riperie predicte./ Ceterisque aliis suis iuribus et legum auxiliis
exceptionibus et oppositionibus quibus possent/ aut (-) venire aut facere contra predicta vel
aliquod predictorum./ Ego Antonius filius Augustini de Calapis de Materno notarius et habitator
Tuschulani./ Ex comisione mihi facta per infrascriptum Augustinum de Calapis notarium/ publicandi
prescriptum instrumentum illud idem secundum tenorem imbrevature per ipsum/ rogate et
imbreviate publicavi et scripsi et in publicam formam reduxi/ nil addito remoto nec diminuto preter
literam vel sillabam quod sensum/ vel sententiam mutet vicet variet intellectum. Et ideo me
cum atte/statione mea consueta subscripsi in robur et fidem omnium promissorum./
352

21
CARTA LOCATIONIS
1450 Settembre 30 Toscolano, in domibus religionis Sancti Dominici ubi laboratur ad tinam.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del commendatario
della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in locazione per nove anni a Giacobo fu Telasii due
appezzamenti di terra nelle contrade Buzatino e Ronco di Maderno.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quater/centessimo quinquagessimo, indictione tercia decima, die ultimo mensis setembris/ in
religione Sancti Dominici de Tusculano in domibus dicte religionis ubi laboratur ad tinam/
presentibus: Colosio filio quondam Bonomi Copete de Plano, Iohanino filio quondam Marcheti de/
Mesaga Simone fillio quondam Bertrami de Pergamo habitatore suprascripte religionis et Andrea/
fillio quondam Teradioli de Pergamo habitatore suprascripte religionis omnibus testibus notis
rogatis et/ ad hec spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus de Claraschis de Soncino habitator/ suprascripte
religionis, procurator et procuratorio nomine magnifici et generosi viri domini Bertolamey/
Maripetro comendatari religionis Sancti Dominici de Tusculano ad multa sed ad in/frascripta
spetialiter constitutus de qua procura constat publico instrumento rogato et/ scripto per Rayninum
filium quondam Toni de Goycis de Capriolo notarium die vigessimo/ nono mensis decembris
milliessimo quatercentissimo quadrigessimo octavo/ indictione undecima et reducto in formam per
Christoforum de Rosis notarium, civem/ et habitatorem civitatis Brixie. Ex comissione sibi facta per
suprascriptum Rayninum/ notarium ut supra ac viso et lecto per me Augustinum de Calapis
notarium infrascriptum/ omnibus modo iure via forma causa et ocasione quibus melius et prout
vallidius/ potuit et potest procuratorio nomine prefati domini Bertolamey comendatarii ut supra
locavit et/ nomine locationis dedit et concessit ad novem annos proximos et successores futuros/
pro infrascripto ficto et infrascriptis pactis et conventionibus Iacobo filio quondam Telasii de
Buzadino/ ibi presentem et hanc locationem hinc ad dictum terminum dictorum novem annorum,
pro se/ suisque heredibus sponte suscipientem nominatim de infrascriptis petiis (...) terre,/
videlicet: primo de una petia terre prativa, olivata, vidata iacente in teratorio/ de Materno in villa
seu sub villa de Buzadino cui coheret a mane heredes/ Iacobi de Ast partim et partim via, a meridie
Requilianus Cipani loco domine/ Bertoline olim uxori Bertolasii (-) Manni a sero et a monte via
salvis omnibus/ aliis chorenciis que est per mensuram treginta septem tabularum cum/ dimedia;
item una petia terre vegra olivata et rosiva in suprascripto/ teratorio in contrata ubi dicitur ad
Russum sive ad Ruchum coheret a mane et a monte/ via a meridie et a sero Antonius de
Lancetis pro eo quod fuit domini Iohanis/ de Advocatis salvis omnibus aliis chorenciis.
22
1450 Settembre 28 Toscolano, in contrata de regazana inter Folinum et Cabianam.
Michele Lieri, ministro della comunità della Riviera del Lago di Garda e del comune di Toscolano, è
chiamato a punire gli eredi di due affittuari, insolventi da più di tre anni dell'affitto di due gallette
d'olio all'anno dovuto al comendatario della religione di San Domenico per un appezzamento di
terra in contrada Regazana di Toscolano. Viene comminata una pena di venticinque libre di planete
e Lanceloto de Claraschis, procuratore della religione, prenderà possesso della terra a nome del
commendatario Bartolomeo Maripietro.
353

Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentissimo/ quinquagessimo, indictione tercia decima, die vigessimo octavo mensis
setembris in/ Tusculano in infrascripta petia terre, presentibus: Boldracho fillio quondam Teboni de
Cabiana, Colosio filio quondam Ber/tolomey de Cabiana et Antoniolo filio quondam Iacobi Coleti de
Pulzano omnibus testibus/ notis, rogatis et ad hec spetialiter vocatis. Michael Lieri de Pulzano
ministralis/ comunitatis Riperie lacus Garde et ministralis comunis et hominum de Tusculano in
execu/tione infrascriptarum litterarum ex parte domini Christofori de Seravalle in iure civili
licentiatus/ vicarius Materni et pertinentiarum et cetera. Dictus Michael et officialis ipsius comunis
tramisarum/ quarum quidem litterarum tenor sequitur in hac forma, videlicet Christoforus de
Seravalle/ in iure civili licentiatus vicarius Materni et pertinentiarum et cetera. Exponitum est
coram/ nobis et offitio nostro pro parte magnifici et generosi viri domini Bartolomey Maripetro/
comendatari monesteri seu eclesie religionis Sancti Dominici de Tusculano quod aliis per dictum
fratrem/ Iohanem de Benedictis de Savalo tunc et olim prepositum dicte religionis ad livellum/
investiti fuerunt Bertolameum filium quondam Nicolay Manzii de Folino et Colosium fillium
quondam Martinelli de Folino et utrumque eorum in solidum de infrascripta petia terre dando
redendo/ solvendo et mensurando quolibet anno in festo epiphanie domini nostri Yesu Christi
galetas/ duas oley ad mensuram comunis de Tusculano et cetera. Quodque succissive Iohanellus
quondam (-)/ Bertolamey Martinelli de Folino filius quondam et heredes dicti Bertolamey Martinelli
et Iohanellus/ fillius quondam Martinelli de Cabiana fratres et heredes quondam dicti Colosi
possidentes dictam petiam/ terre infrascriptam non solverunt dictum fictum livellarium iam annis
duobus tribus et/ ulterius, ex quo ceciderunt a iuribus suis de dicta petia terre et petitum est a
nobis/ ut de oportuno remedio et ad indemnitatem dicti domini Bartolomey dicto comendatario/
nomine et dicte eclesie providere velimus. Quapropter ad infrascriptam dicti domini Bartolomey/
nomine dicte eclesie volentes ut de iure tenemus indemnitati dicte eclesie/ providere. Tenore
presentium vobis comuni consilibus et hominibus de Tusculano nec/ non cuilibet ministrali
comunitatis Riperie lacus Garde brixiensi, comittimus/ et in mandatis damus quatenus sub pena
librarum viginti quinque planetorom/ applicandarum comunitati dicte Riperie statim visis
presentibus: ponatis et/ in ducatis ponere et inducere debeatis et ponitum et inductum
manuteneatis/ et diffendetis et manutenere et deffendere debeatis prefatum dominum/
Bartolomeum comendatarium nomine dicte eclesie et monesteri et quemlibet eius/ legiptimum
nuntium et procuratorem in et ad tenutam et corporalem possessione dicte/ infrascripte petie
terre faciendo eidem dicto nomine de fructibus et reditibus dicte petie terre/ rendere. Mandantes
quoque de predictis tenutam et corporalem possesionem publicum fieri/ debere instrumentum
coram nobis presentandum si fuerit oportunum et si quis/ de predictis senserit se gravari coram
nobis compareat et cetera, prius citato dicto/ domino Bertolameo seu Lanceloto eius procuratori.
Et littere redantur et cetera salvo/ (...) omni iure dicto comendatario nomine dicte eclesie petendi
et exigendi ficta/ retenda et cetera. Que petia terre est hec videlicet una petia terre aratoria,
olivata et/ vidata iacente in teratorio de Tusculano inter Folinum et Cabianam in contrata de rega/
zana seu palludibus de Cabiana cui cohere solebat a mane heredes quondam Requi/liani quondam
Nicolay de Cabiana, a meridie via, Pasquetus Bertolameus et/ Iohannes fratres et filii Peterzoli de
Cabiana, loco quondam Peterzoli Marzoli/ et modo coheret a meridie via, a mane Christoforus
Turacie a monte et a sero Petrus/ Pensabeni sive heredes Pasqueti de Cabiana, Petrus Seti notarius
ad civillia in/ Materno
354

subscripsit die decimo quinto setembris et 1450. Ea propter dictus Michael ministral/ ut supra ad
executionem dictarum litterarum volens obbedire ipsis litteris prefati domini vicari/ omnibus modo
iure via forma causa et ocasione quibus melius et prout vallidius potuit/ debuit profuit et induxit
Lancelotum de Claraschis de Soncino eius/ procuratorem de qua procura constat publico
instrumento rogato per Rayninum de/ Goycis fillium quondam Toni de Capriolo notarium die
vigessimo nono mensis decembris/ milliessimo quatercentissimo octavo indictione undecima/ et
reducto in formam per Christoforum de Rosis notarium, civem et habitatorem civitatis/ Brixie. Ex
comissione sibi facta per suprascriptum Rayninum notarium ut supra ac viso et/ lecto per me
Augustinum de Calapis notarium in frascriptum procuratorio nomine prefati/ domini Bertolamey
comendatarii ut supra et successoribus suis recipientem in tenutam et corpo/ralem possessionem
de infrascripta petia terre intrando, eundo et redeundo hac et/ illac stando sedendo per
infrascriptam petiam terre cum terra, herba, lapidibus et frondibus/ arborum existentibus in
infrascripta petia terre. Quam dictus Lancelotus procuratorio nomine/ ut supra accepit et aprendit
procuratorio nomine suprascripti domini Bertolamry et successoribus suis de/ dicti Michaelis animo
et intentione apprendendi corporalem possessionem dicte infrascripte/ petie terre ocasione, fictis,
retentis et non solutis per biennium, triennium et ultera/ videlicet de una petia terre aratoria,
olivata et vidata iacente in teratorio de Tusculano/ pertinentis ville de Cabiana seu Folini seu inter
Folinum et Cabianam in contrata de/ Regazana choeret a meridie via a mane Christoforus
Turacie a monte et a sero Petrus/ Pensabeni sive heredes Pasqueti de Cabiana salvis omnibus aliis
chorenciis et cetera./ Ego Antonius filius Augustini de Calapis de Materno notarius et habitator
Tuschulani. Ex co/misione mihi facta per infrascriptum Augustinum de Calapis notarium publicandi/
prescriptum instrumentum illud secundum tenorem imbreviature per ipsum rogate et
imbre/viate publicavi et scripsi et in publicam formam reduxi nil addito remoto/ nec diminuto quod
sensum vel sententiam mutet vicet vel variet intellectum/ preter litteram vel sillabam. Et ideo me
cum atestatione mea consueta subscripsi in robur/ et fidem omnium promissorum.
23
CARTA LIVELLI
1450 Ottobre 4 Toscolano, sub portichu eclesie Sancti Stefani.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del commendatario
della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a Colosio fu Comino Piloni un
appezzamento che suole essere diviso in due terre site in contrada Digole di Toscolano nelle
vicinanze di Pulciano, in cambio di sei bazete di olio all'anno, secondo la giusta misurazione del
comune di Toscolano.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentessimo/ quinquagessimo, indictione tercia decima, die quarto mensis octubris in Plano
Tuschulani/ sub porthichu eclesie Sancti Stefani, presentibus: Matheo filio quondam Dominici de
Plano, Antoniolo/ fillio quondam Iohanelli de Mesaga et Odericho filio quondam Antonioli Tonini
dicti Fra de Gayno/ omnibus testibus notis rogatis et ad hec spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus de/
Claraschis de Soncino habitator religionis sancti Dominici de Tusculano procurator et procuratorio/
nomine magnifici et generosi viri domini Bertolamey Maripetro comendatarii
355

eligionis sancti Dominici/ de Tuschulano ad multa sed ad instrumenta spetialiter constitutus de
qua procura constat/ publico instrumento rogato per Rayninum filium quondam Toni de Goycis de
Capriolo/ notarium die vigessimo nono mensis decembris milliessimo quatercentissimo/
quadrigessimo octavo indictione undecima et reducto in formam per Christoforum/ de rosis
notarium, civem et habitatorem civitatis Brixie. Ex comissione sibi facta/ per suprascriptum
Rayninum notarium ut supra ac viso et lecto per me Augustinum de Calapis/ notarium
infrascriptum omnibus modo iure via forma causa et ocasione quibus mellius et prout/ validius
potuit et potest procuratorio nomine prefati domini Bertolamey per calamum quem/ in suis
manibus tenebat ad rectum livellum civitatis et comunitatis Riperie lacus/ Garde investivit/
Colosium filium quondam Comini Piloni de Gayno ibi presentem et hanc investituram, pro se/
suisque heredibus sponte suscipientem ad novem annos ad novam investituram fiendam/
nominatim de una petia terre prativa, olivata et vidata que solebat esse divisa/ in duabus (-) petiis
terre iacentibus in teratorio de Tuschulano pertinentiis de Pulzano in contrata/ ubi dicitur ad
Digolos cui coheret a monte via, a mane via, partim et partim fosatum a meridie/ fosatum partim et
partim Mateus de Ast, a sero Iohannes quondam Francischini Rane de/ Gayno partim et partim
Michael Robazoli salvis omnibus aliis chorenciis et via per eam/ que est per mensuram centum
treginta tabularum. Ad habendum, tenendum, gaudendum/ et posidendum dictam petiam terre et
ad quidquid de ea ipsi Colosio emphitiothe eiusque/ heredibus iure livellario placuerit faciendum
cum omnibus et singulis que intra predictos continentur/ confines vel alios si qui forent. Accessibus
quoque ingressibus egressibus et regressibus suis usque/ ad vias publicas et cum omnibus et
singulis que dicta petia terre habet supra se, intra/ seu infra se in integrum omnibusque iuribus,
rationibus et actionibus, realibus et personalibus, utilibus/ et directis, mixtis et ypothecariis, usibus,
usanciis, viis, aquis, aqueductis, terminis,/ confinibus, oneribus, conditionibus, pertinenciiset
requisitionibus ipsius us petie terre aliqualiter spectantibus/ et pertinentibus. Quam quidem petiam
terre dictus Lancelotus procurator ut supra convenit et/ solemni stipulatione promisit dicto Colosio
emphitiothe perpetuo deffendere guarentare auctorizare/ et desbrigare ab omni persona comuni
colegio et universitate expensis propris ipsius monesterii/ et hoc quantum est respectu utilis
dominii et naturalis possessionis translate per dictum Lancelotum procuratorem/ ut supra in dictum
Colosium emphitiotham vigore presentis investiture dando reddendo et solvendo/ ac dare reddere
et solvere convenit et solemni stipulatione promisit dictus Colosius emphitiotha/ dicto Lanceloto
dicto procuratorio nomine recipienti et per eum dicto monasterio quolibet anno in festo epiphanie/
Domini nostri Iesu Christi veL eius in octava ad canipam dicti monasteri sitam in dicta religione/
bacetas sex oley boni pulcri et recte mensurati ad mensuram comunis de Tuschulano sub/ pena
dupli dicti ficti quolibet comittendo quo cessatum fuit a solutione dicti ficti/ in dicto
termino quo ficto sit in dicto termino dato et soluto vel saltem debito consi/gnato. Nihil aliud
imponatur dicto Colosio emphitiothe salvo quod, si aliquo tempore/ in futurum dictus Colosius
emphitiotha vendere aut alienare voluerit ipsum/ suum ius livellarium seu mellioramentum
emphitioticum sibi Colosio emphitiothe/ pertinens vigore presentis investiture prius teneatur et
debeat apellare dictum/ Lancelotum procuratorem ut supra et per eum dictum dominum
Bertolameum comendatarium ut supra et successoribus/ suis et eys emere volentibus dare et
vendere teneatur ipsum suum ius livellarium/ seu mellioramentum emphitioticum pro decem
soldis planetorum minus illo iusto pretio quod/ habere potuerit a personis emere volentibus;
alioquin vendat et vendere possit ipsum/ suum ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum
cui voluerit. Exceptis potenti/ viro, miserabili persone consortio discipline hospitali vel aliis
personis in
356

quibus conditio/ dicti monastery fieret deterior habendo semper dictum dominum Bertolameum
comendatarium ut supra/ et per eum successoribus suis soldos decem planetorum pro nova
investitura fienda quibus teneatur/ et debeat novum investire emphitiotam et in eum investituram
facere presenti/ cum similem in effectu pro quibus omnibus et singulis ita ut
premittitur firmitur attendendis/ et observandis dictus Lancelotus procurator ut supra obligavit
dicto Colosio emphitiothe/ dictum monasterium et omnia sua presentia et futura pigneri et
dictus Colosius/ emphitiotha obligavit dicto Lanceloto procuratorio nomine recipienti et per eum
dicto/ monasterio ut supra et successoribus suis, se personaliter et omnia sua bona presentia et
futura pigneri./ Renuntiantes et expresse renuntiaverunt omni exceptioni non sic in omnibus et
singulis/ suprascriptis esse et fuisse verum et cetera et maxime dictus Lancelotus procurator ut
supra loco/ ipsius eclesie decretis, decretalibus et constitutionibus sinodalibus Romane Curie/
Episcopalisque Curie brixiensis et uterque eorum omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus,
reforma/tionibus et decretis illustrissime ducalis dominationis nostre venentiarum comunis et
populi Brixie/ et comunitatis Riperie predicte. Ceterisque aliis suis iuribus et legum auxiliis
exceptionibus/ et oppositionibus quibus possent venire aut facere de iure vel de facto contra
predicta vel aliquod predictorum./ Ego Antonius filius Augustini de Calapis de Materno notarius et
habitator Tuschulani/. Ex comissione mihi facta per infrascriptum Augustinum de Calapis notarium
pu/blicandi prescriptum instrumentum illud idem secundum tenorem imbreviature per ipsum/
rogate et imbreviate poublicavi et scripsi et in publicam formam reduxi/ nil addito remoto nec
diminuto quod sensum vel sententiam mutet, vicet/ vel variet intellectum preter litteram vel
sillabam. Et ideo me cum atestatione/ mea consueta subscripsi in robur et fidem omnium
promissorum.
24
CARTA LIVELLI
1450 Ottobre 11 Toscolano, in via publica sita a sero parte domorum heredum Iacobi Maciroli.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del commendatario
della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto a Bartolomeo fu Tonoli sei appezzamenti di
terra nelle contrade Alegre, Fontanelle, Meleverinis, Capriolo, Novali e sotto la chiesa di San
Michele, in cambio di sette bazete e un quarterio di olio all'anno, secondo la misurazione usata dal
comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentessimo/ quinquagessimo, indictione tercia decima, die undecimo mensis octobris in
Plano/ Tuschulani in via publica sita a sero parte domorum heredum Iacobi Maciroli, presentibus:
Comino/ fillio quondam Dominici Borizerii de Bondono habitatore Tuschulani, Michael fillio
quondam Iohanis dicti Totaria de Folino,/ Oderico filio quondam Antonioli Tonini de Gayno et
Colosio fillio quondam Marcheti de Mesaga/ omnibus testibus notis, rogatis et ad hec spetialiter
vocatis. Ibi Lancelotus de Claraschis/ de Soncino habitator religionis Sancti Dominici de Tuschulano,
procurator et procuratorio nomine magnifici/ et generosi viri domini Batolamey Maripetro
comendatarii religionis Sancti Domonici de Tuschulano/ ad multa sed ad instrumenta spetialiter
constitutus de qua procura constat publico instrumento rogato/ per Rayninum filium quondam
357

Toni de Goycis de Capriolo notarium die vigessimo nono mensis/ decembris milliessimo
quatercentissimo quadrigessimo octavo indictione undecima/ et reducta in formam per
Christoforum de Rosis notarium, civem et habitaorem civitatis Brixie/ ex comissione sibi facta per
suprascriptum Rayninum notarium ut supra ac viso et lecto per me/ Augustinum de Calapis
notarium infrascriptum omnibus modo iure via forma causa et/ ocasione quibus melius et prout
vallidius potuit et potest procuratorio nomine prefati domini Bertolamey/ per calamum quem in
suis manibus tenebat ad rectum livellum civitatis Brixie et/ comunitatis Riperie lacus Garde
investivit Bertolameum filium quondam Tonoli de Pulzano ibi presentem/ et hanc investituram, pro
se suisque heredibus sponte suscipientem nominatim de infrascriptis petiis/ terre, videlicet primo
de una petia terre aratoria, olivata et vidata in teratorio de Tuschulano in contrata/ ubi
dicitur Alegre coheret a mane Bertolameus Pasini, a monte Provasius quondam Antonioli pro
dicta religione,/ a meridie Franciscus Zenonis pro eclesia Sancti Nicholay partim et partim dictus
emphitiotha/ loco Bonaverii de Materno, a sero via salvis et cetera; item una petia terre
prativa, olivata,/ vidata, loriva iacente in suprascripto teratorio in contrata ubi dicitur ad
Fontanellas cui coheret/ a sero Iohanellus Beloni, a monte via, a mane Bertolameus Colosii salvis et
cetera; item una petia terre/ aratoria, olivata et vidata iacente in suprascripto teratorio in
contrata de Meleverinis coheret/ a mane et a meridie Baldesarus Bozoni, a monte Iacobus
Coleti, a sero via salvis et cetera;/ item una petia terre aratoria, olivata et vidata iacente in
suprascripto teratorio in contrata ubi/ dicitur, ad Capriolum cui coheret a mane et a monte domina
Magdalena uxor Petri Turacie,/ a meridie Iohanes Lanterne, a sero Bertolameus Berardi loco
Francischini Roberti salvis et cetera;/ item de una petia terre aratoria, olivata et vidata iacente in
suprascripto teratorio in contrata ubi dicitur/ in Novalibus cui coheret a mane, a meridie et a sero
heredes Beliomi et a monte via, partim et/ partim suprascripti heredes salvis et cetera; item
una petia terre vegra, costiva, olivata et loriva/ in costa sita sub eclesia Sancti Michaelis cui coheret
a mane Iohanellus Beloni partim/ et partim Lancia de Crema, a meridie suprascriptus Iohanellus
Beloni,a sero Michael/ Lieri partim et partim Iacobus Novarini et a monte Lancia de Crema
habitator Tuschulani/ salvis omnibus aliis chorenciis ad habendum, tenendum, gaudendum et
posidendum dictas petias terre/ et ad quidquid de eys ipsi Bertolameo emphitiothe eiusque
heredes iure livellario placuerit faciendum/ cum omnibus et singulis que intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent. Accessibus quoque ingressibus/ egressibus et
regressibus suis usque vias publicas et cum omnibus et singulis que dicte patie terre habent/
supra se, intra seu infra se in integrum omnibusque iuribus, rationibus et actionibus realibus et
personalibus,/ utilibus et directis mixtis et ypothecariis, usibus, usanciis, viis, aquis, aqueductis,
terminis, confinibus,/ oneribus, conditionibus, pertinenciiset requisitionibus ipsarum petiarum terre
aliqualiter spectantibus et pertinentibus. Quas/ quidem petias terre dictus Lancelotus procurator ut
upra convenit et solemni stipulatione promisit dicto Bertolameo/ emphitiothe perpetuo deffendere
guarentare auctorizare et desbrigare ab omni persona colegio comuni et/ universitate expensis
propris ipsius monesterii et hoc quantum est respectu utilis dominii/ et naturalis possessionis
translate per dictum Lancelotum procuratorem ut supra in dictum Bertolameum emphitiotham
vigore/ presentis investiture dando reddendo et solvendo ac dare reddere et solvere convenit et
solemni/ stipulatione promisit dictus Bertolameus emphitiotha dicto Lanceloto dicto procuratorio
nomine recipienti/ et per eum dicto monasterio et successoribus suis quolibet anno in festo
epiphanie Domini nostri Iesu Christi/ vel eius in octava ad canipam dicte religionis sitam in dicta
religione bacetas/ septem, quarterium unum oley boni pulcri et recte
358

mensurati ad mensuram comunis/ de Salodo sub pena dupli dicti ficti quolibet anno comittenda
quo cesatum fuerit/ a solutione dicti ficti in dicto termino quo ficto sit in dicto termino dato et
soluto vel/ saltem debite consignato. Nihil aliud imponatur dicto Bertolameo emphitiothe salvo/
quod si aliquo tempore in futurum dictus Bertolameus emphitiotha vendere aut alienare voluerit/
ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum sibi Bertolameo emphitiothe/
pertinens vigore presentis investiture prius teneatur et debeat apelare dictum Lancelotum/
procuratorem ut supra et per eum dictum dominum Bertolameum et successoribus suis et eys
emere volentibus/ dare et vendere teneatur ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum
emphitioticum/ pro decem soldis planetorum minus illo iusto pretio quod habere potuerit a
personis emere volentibus/ alioquin vendat et vendere possit ipsum suum ius livellarium seu
mellioramentum/ emphitioticum cui voluerit, exceptis potenti viro, miserabili persone consortio
discipline/ hospitali vel aliis personis in quibus conditio dicti monastery fieret deterior habendo
semper/ dictum dominum Bertolameum comendatarium ut supra et per eum successoribus suis
soldos decem planetorum/ pro nova investitura fienda quibus teneatur et debeat novum investire
emphitiotam/ et in eum investituram facere presenti cum similem in effectu pro quibus omnibus et
singulis suprascriptis/ ita ut premittitur, firmitur, attendendis et observandis dictus Lancelotus
procurator ut supra/ obligavit dicto Bertolameo emphitiothe dictum monasterium et omnia sua
bona presentia et futura/ pigneri et dictus Bertolameus emphitiotha obligavit dicto Lanceloto dicto
procuratorio nomine recipienti/ et per eum dicto monasterio et successoribus suis, se personaliter
et omnia sua bona presentia et futura/ pigneri. Renuntiantes et expresse renuntiaverunt omni
exceptioni non sic in omnibus et singulis/ suprascriptis esse et fuisse verum et maxime dictus
Lancelotus procurator ut supra loco ipsius monasteri/ decretis, decretalibus et constitutionibus
sinodalibus Romane Curie Episcopalisque Curie brixiensis/ et uterque eorum omnibusque statutis,
ordinibus, promissionibus, reformationibus et decretis illustrissime/ ducalis dominationis nostre
venentiarum, comunis et populi Brixie et comunitatis Riperie lacus/ Garde. Ceterisque aliis suis
iuribus et legum auxiliis exceptionibus et oppositionibus/ quibus possent venire aut facere de iure
vel de facto contra predicta vel aliquod predictorum et cetera./ Ego Antonius filius Augustini de
Calapis de Materno notarius et habitator Tuschulani. Ex comissione/ mihi facta per infrascriptum
Augustinum de Calapis notarium publicandi prescriptum instrumentum/ illud idem secundum
tenorem imbreviature per ipsum rogate et imbreviate publicavi et scripsi/ et in publicam formam
reduxi nil addito remoto nec diminuto quod sensum mutet, vicet/ vel variet intellectum preter
litteram vel sillabam. Et ideo me cum atestatione mea/ consueta subscripsi in robur et fidem
omnium promissorum.
25
CARTA LIVELLI
1450 Ottobre 11 Toscolano, in via publica.
Lanceloto de Claraschis, procuratore della religione di San Domenico, a nome del commendatario
della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a Oderico fu Antoniolo Tonino
detto Fra di Gaino, un appezzamento di terra in contrada Pudosum di Toscolano, in cambio di sette
bazete e un quarterio di olio all'anno, secondo la misurazione adottata dal comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
359

(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini, curente milliessimo
quatercentessimo quinqua/gessimo, indictione tercia decima, die undecimo mensis octobris, in
Plano Tuschulani, in via publica/ sita a sero partim domorum heredum Iacobi Maciroli, presentibus:
Bertolameo filio quondam Petri Danzie/ de Secina, Iohane fillio quondam Antonioli Forti de Mesaga
et Comino filio quondam Dominici Bonzerii/ de Bondono habitatore Tuschulani omnibus testibus
notis, rogatis et ad hec spetialiter vocatis. Ibi/ Lancelotus de Claraschis de Soncino habitator
religionis Sancti Dominici de Tuschulano, procurator/ et procuratorio nomine magnifici et generosi
viri domini Bertolamey Maripetro comendatari suprascripte religionis/ ad multa sed ad instrumenta
spetialiter constitutus de qua procura constat publico instrumento/ rogato per Rayninum filium
quondam Toni de Goycis de Capriolo notarium die vigessimo/ nono mensis decembris milliessimo
quatercentissimo quadrigessimo octavo/ indictione undecima et reducto in formam per
Christoforum de Rosis notarium, civem et habitatorem civitatis Brixie ex comissione sibi facta per
suprascriptum Rayninum notarium ut supra/ ac viso et lecto per me Augustinum de Calapis
notarium infrascriptum omnibus modo, iure,/ via, forma, causa et ocasione quibus melius et prout
validius potuit et potest procuratorio/ nomine prefati domini Bertolamey comendatari ut supra per
calamum quem in suis manibus tenebat/ ad rectum livellum civitatis Brixie et comunitatis Riperie
lacus Garde ad novem/ annos ad novam investituram fiendam investivit Odericum fillium quondam
Antonioli/ Tonini dicti Fra de Gayno de Tuschulano ibi presentem et hanc investituram/, pro se
suisque heredibus sponte suscipientem nominatim de una petia terre aratoria, olivata,/ vidata,
prativa in parte iacente in teratorio de Tuschulanoin pertinenciis ville de Gayno/ in contrata ubi
dicitur ad Pudosum cui coheret a sero Limes, a mane heredes domini Bertoli/ sive filius quondam
Benevenuti de Folino, a meridie Iacobus Pillati et frater eius,/ salvis omnibus aliis chorenciis ad
habendum, tenendum, gaudendum et posidendum/ dictam petiam terre et ad quidquid de ea ipsi
Oderico emphitiothe eiusque heredibus iure/ livelario placuerit faciendum cum omnibus et singulis
que intra predictos/ continentur confines vel aliis si qui forent. Accessibus quoque ingressibus,
egressibus et regressibus/ suis usque ad vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta petia
terre habet supra se, intra seu infra se in integrum omnibusque iuribus, rationibus et actionibus
realibus/ et personalibus utilibus et directis mixtis et ypothecariis usibus, usanciis, viis, aquis,
aqueductis,/ terminis, confinibus, oneribus, conditionibus, pertinenciiset requisitionibus ipsius petie
terre aliqualiter spectantibus/ et pertinentibus. Quam quidem petiam terre dictus Lancelotus
procurator ut supra convenit et solemni/ stipulatione promisit dicto Oderico emphitiothe perpetuo
deffendere, guarentare, auctorizare/ et desbrigare ab omni persona comuni colegio et universitate,
expensis propris ipsius/ monesterii et hoc quantum est respectu utilis dominii et naturalis
possessionis translate per/ dictum Lancelotum procuratorem ut supra in dictum Odericum
emphitiotham vigore presentis/ investiture dando reddendo et solvendo ac dare reddere et solvere
convenit et solemni/ stipulatione promisit dictus Odericus emphitiothe dicto Lanceloto dicto
procuratorio/ nomine recipienti et per eum dicto monasterio quolibet anno in festo epiphanie
Domini nostri/ Iesu Christi vel eius in octava ad canipam dicte religionis sitam in dicta religione/
bacetas septem quarterium unum oley boni, pulcri et recte mensurati ad/ mensuram comunis de
Salodo sub pena dupli dicti ficti quolibet anno comittenda / quo cesatum fuerit a solutione dicti ficti
in dicto termino quo ficto sit in/ dicto termino dato et soluto vel saltem debite consignato. Nihil
aliud imponatur/ dicto Oderico emphitiothe salvo quod aliquo tempore in futurum dictus Odericus/
emphitiotha vendere aut alienare voluerit ipsum suum ius livellarium seu/ mellioramentum
360

emphitioticum sibi Oderico emphitiothe pertinens vigore presentis investiture/ prius teneatur et (-)
debeat apelare dictum Lancelotum procuratorem ut supra et per eum/ dictum dominum
Bertolameum comendatarium ut supra et successoribus suis et eys emere volentibus dare/ et
vendere teneatur ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum/ pro decem
soldis planetorum minus illo iusto pretio quod habere potuerit a personis emere/ volentibus;
alioquin vendat et vendere possit ipsum suum ius livellarium/ seu mellioramentum emphitioticum
cui voluerit, exceptis potenti viro, miserabili/ persone consortio discipline hospitali vel aliis
personis in quibus conditio dicti monasteri/ fieret deterior habendo semper dictum dominum
Bertolameum comendatarium ut supra/ et per eum successoribus suis soldos decem planetorum
pro nova investitura fienda quibus/ teneatur et debeat novum investire emphitiotam et in eum
investituram/ facere presenti consimilem in effectu pro quibus omnibus et singulis ita ut
premittitur,/ firmitur attendendis et observandis dictus Lancelotus procurator ut supra obligavit/
dicto Oderico emphitiothe dictum monasterium et omnia sua bona presentia et/ futura pigneri et
dictus Odericus emphitioha obligavit dicto Lanceloto dicto/ procuratorio nomine recipienti et per
eum dicto monasterio ut supra et successoribus suis, se personaliter/ et omnia eius bona presentia
et futura pigneri. Renuntiantes et expresse renuntia/verunt omni exceptioni non sic in omnibus et
singulis suprascriptis esse et fuisse verum/ et maxime dictus Lancelotus procurator ut supra loco
ipsius eclesie decretis, decreta/libus et constitutionibus sinodalibus Romane Curie Episcopalisque
Curie brixiensis/ et uterque eorum omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus, reformationibus
et decretis illustrissime/ ducalis dominationis nostre venetiarum, comunis et populi Brixie et
comunitatis predicte. Ceterisque aliis suis iuribus/ et legum auxiliis, exceptionibus et oppositionibus
quibus possent venire aut facere de iure vel de facto contra predicta vel/ aliquod predictorum./ Ego
Antonius fillius Augustini de Calapis de Materno notarius et habitator Tuschulani. Ex comissione/
mihi facta per infrascriptum Augustinum de Calapis notarium publicandi prescriptum
instrumentum/ illud idem secundum tenorem imbreviature per ipsum rogate et imbreviate
publicavi et/ scripsi et in publicam formam reduxi nil addito remoto nec diminuto preter literam/
vel sillabam quod sensum vel sententiam mutet, vicet vel variet intellectum. Et ideo/ me cum
atestatione mea consueta subscripsi in robur et fidem omnium promissorum.
26
CARTA LIVELLI
1450 Ottobre 14 Toscolano, in Plano Gercinici, in domo habitationis Antonioli quondam Dominici
Bonzerii.
Lanceloto de Claraschis, procuratore della religione di San Domenico, a nome del comendatario
della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a Comino fu Domenico Bonzerii
otto appezzamenti di terra e tre case nelle contrade Garde, Roncadelle, casa di Gazano, Piano
Gercinico, Mezza Campagna e Plona, in cambio di nove gallette e un quarterio di olio all'anno,
secondo la misurazione adottata dal comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg. 2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quatercentissimo/ quinquagessimo, indictione tercia decima, die quarto decimo mensis octubris in
Plano Gerc/inici de Tuschulano in domo
361

habitationis Antonioli quondam Dominici Bonzerii de Bondono, presentibus: Anto/niolo fillio
quondam Dominici Bonzerii de Bondono habitatore suprascripti Plani, Dominico filio quondam
Requiliani dicti Calcinarius/ de Viavetero habitatore Tuschulani et Andriolo filio quondam Bertolini
de Bondono habitatore suprascripti Plani/ omnibus testibus notis, rogatis et ad hec spetialiter
vocatis. Ibi Lancelotus de Claraschis/ de Soncino habitator religionis Sancti Dominici de Tuschulano
procurator et procuratorio nomine magnifici et/ generosi viri domini Bertolamey Maripetro
comendatari suprascripte religionis ad multa/ sed ad instrumenta spetialiter constitutus de qua
procura constat publico instrumento rogato/ per Rayninum filium quondam Toni de Goycis de
Capriolo notarium die vigessimo nono/ mensis decembris milliessimo quatercentessimo
quadrigessimo octavo/ indictione undecima et reducto in formam per Christoforum de Rosis
notarium,/ civem et habitatorem civitatis Brixie. Ex comissione sibi facta per suprascriptum
Rayninum/ notarium ut supra ac viso et lecto per me Augustinum de calapis notarium
infrascriptum/ omnibus modo, iure, via, forma, causa et ocasione quibus melius et prout vallidius/
potuit et potest procuratorio nomine prefati domini Bertolamey comendatari ut supra per
calamum/ quem in suis manibus tenebat ad rectum livellum civitatis Brixie et comunitatis/ Riperie
lacus Garde investivit Cominum filium quondam Dominici Bonzerii de Bondono/ habitatorem
Tuschulani ibi presentem, pro se suisque heredibus sponte suscipientem nominatim/ de
infrascriptis petiis terre et domibus. Videlicet primo de una petia terre aratoria, olivata,/ vidata et
costiva iacente in teratorio de Tuschulano in contrata ubi dicitur in Gardis/ cui coheret a mane (-)
domina Iohanna fillia quondam Antonioli Quelani/ de Materno et uxor Bertolamey filli magistri
Petri de Cuzaga pro heredibus quondam/ Bertolamey Bozie de Plano, a meridie Paulus Pilati, a sero
et a monte dictus/ emphitiotha salvis omnibus aliis chorenciis que est per mensuram unius plodii;/
item una petia terre aratoria, olivata, vidata et loriva iacente in suprascripta/ contrata
coheret a monte Andriolus de Bondono habitator suprascripti Plani ab aliis partibus dictus/
emphitiotha salvis et cetera; item una petia terre vegra, olivata, vidata, loriva et costiva/ quo
solebat esse divisa in duabus petiis terre iacentibus in contrata de Ronchadellis/ coheret a
meridie via partim et partim domina Iohanna, uxor suprascripti Bertolamey filli magistri/ Petri de
Cuzaga pro heredibus quondam Bertolamey Bozie, a mane Iacobus Orioli de Calapis/ partim et
partim Zaninus Mazeti, a monte heredes Iacobi Baldoyni,a sero suprascripta domina Iohana/ salvis
omnibus aliis chorenciis et via per eam que est per mensuram nonaginta quinque/
tabularum vel circha de quibus solvebatur bacetas tres oley ad mensuram Tuschulani;/ item
una petia terre aratoria, olivata, vidata et loriva iacente in contrata ubi dicitur/ ad domum Gazani
coheret a meridie via, a monte heredes Iacobi Baldoyni partim et partim/ Zaninus Mazeti, a
sero heredes Iacobi Baldoyni partim et partim Antoniolus et Guel/minus fratres et filii quondam 88
de Cremona habitatores Tuschulani/ pro eclesia Sancti Antonii de Brixia, a mane Albertus de
Bondono et limes per eam,/ a mane partim de qua solvebatur bacetas tres cum dimedia oley ad
mensuram/ comunis de Tuschulano; item una petia terre vidata et ortiva iacente in Plano
Ger/cinici coheret a mane et a meridie via, a sero dictus emphitiotha, a monte domina
Bona/femina, uxor quondam Orioli de Calapis salvis omnibus aliis chorenciis de qua/ solvitur
bacetam unam cum dimedia oley ad mensuram Tuschulani; item una/ mura (-) cum olivis
inter iacentibus in Plano Gercinici de Tuschulano coheret/ a mane et a monte via, a meridie
et a sero Iohaninus quondam Lombardi de Secina loco/ Zanini Mazeti de qua solvitur soldos
quinque planetorum; de tribus domibus/ muratis, copatis et soleratis cum sedumine
88
Manca l'indicazione onomastica.
362

secum tenentibus et una petia/ terre ortiva, olivata, vidata, loriva iacente ad mediam Campaneam
cui/ coheret a mane et a monte dictus emphitiotha loco heredum Pizani de Gayno a meridie/ strata
publica, a sero via comunis salvis omnibus aliis chorenciis que est per/ mensuram treginta duarum
tabularum; item una petia terre aratoria, olivata,/ vidata et loriva iacente in contrata ubi
dicitur ad plonam sive ad mediam Campaneam/ cui coheret a mane via comunis, a meridie strata
publica et Augustinus Mazeti/ pro una razia tam a sero Bertolameus Pasini de Gayno partim et
partim heredes/ Iacobi Baldoyni et a monte heredes Iohanis Serafini partim et partim Bertolameus
Bersanini/ de Secina salvis omnibus aliis chorenciis que est per mensuram tabularum octuaginta/
unius cum dimedia de quibus domibus et petiis terre solvitur modium unum oley ad/ mensuram
Tuschulani ad habendum, tenendum, gaudendum et posidendum dictas domos/ et petias terre et
ad quidquid de eys ipsi Comino emphitiothe eiusque heredibus/ iure livellario placuerit faciendum
cum omnibus et singulis que intra predictos/ continentur confines vel alios si qui forent. Accessibus
quoque ingressibus, egressibus et regressibus/ suis usque ad vias publicas et cum omnibus et
singulis que dicte domus/ et petie terre habent supra se, intra seu infra se in integrum
omnibusque/ iuribus rationibus et actionibus realibus et personalibus utilibus et directis mixtis/ et
ypothecariis, usibus, usanciis, , aquis, aqueductis, terminis, confinibus, oneribus,/
conditionibus pertinenciiset requisitionibus ipsarum domorum et petiarum terre aliqualiter
spectantibus/ et pertinentibus. Quas quidem domos et petias terre dictus Lancelotus procurator
ut supra convenit/ et solemni stipulatione promisit dicto Comino emphitiothe perpetuo deffendere,
guarentare,/ auctorizare et desbrigare ab omni persona comuni colegio et universitate expensis
propris ipsius/ monesterii et hoc quantum est respectu utilis dominii et naturalis possessionis
translate/ per dictum Lancelotum procuratorem ut supra in dictum Cominum emphitiotham vigore
presentis/ investiture dando reddendo et solvendo ac dare, reddere et solvere convenit et solemni/
stipulatione promisit dictus Cominus emphitiotha dicto Lanceloto dicto procuratorio/ nomine
recipienti et per eum dicto monasterio quolibet anno in festo epiphanie Domini nostri Iesu/ Christi
vel eius in octava ad canipam dicti monasteri sitam in dicta religione galetas/ novem et quarterium
unum oley boni pulcri et recte mensurati ad mensuram/ comunis de Salodo sub pena dupli dicti
ficti quolibet anno comittenda quo/ cesatum fuerit a solutione dicti ficti in dicto termino quo ficto
sit in dicto termino/ dato et soluto vel saltem debite consignato. Nihil aliud imponatur dicto
Comino/ emphitiothe salvo quod, si aliquo tempore in futurum dictus Cominus emphitiotha/
vendere aut alienare voluerit ipsum suum ius livellarium seu mellio/ramentum emphitioticum sibi
Comino emphitiothe pertinens vigore presentis investiture/ prius teneatur et debeat apellare
dictum Lancelotum procuratorem ut supra et per eum/ dictum dominum Bertolameum
comendatarium ut supra et successoribus suis et eys emere volentibus/ dare et vendere teneatur
ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum/ emphitioticum pro decem soldis planetorum
minus illo iusto pretio quod habere potuerit/ a personis emere volentibus; alioquin vendat et
vendere possit ipsum suum/ ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum cui voluerit,
exceptis/ potenti viro, miserabili persone, consortio discipline, hospitali vel aliis personis/ in quibus
conditio dicti monastery fieret deterior habendo semper dictum dominum Bertolameum/
comendatarium ut supra et per eum successoribus suis soldos decem planetorum pro nova/
investitura fienda quibus teneatur et debeat novum investire/ emphitiotam et in eum investituram
facere presenti cum similem in effectu pro/ quibus omnibus et singulis ita ut
premittitur, firmitur, attendendis et observandis/ dictus Lancelotus procurator ut supra obligavit
dicto Comino emphitiothe/ dictum monasterium et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Et
363

dictus/ Cominus emphitiotha obligavit dicto Lanceloto dicto procuratorio nomine recipienti/ et per
eum dicto monasterio ut supra et successoribus suis, se personaliter et omnia sua bona/ presentia
et futura pigneri. Renuntiantes et expresse renuntiaverunt omni exceptioni/ non sic in omnibus et
singulis suprascriptis esse et fuisse verum et maxime dictus/ Lancelotus procurator ut supra loco
ipsius eclesie decretis, decretalibus et/ constitutionibus sinodalibus Romane Curie Episcopalisque
Curie brixiensis et uterque/ eorum omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus, reformationibus
et decretis illustrissime du/calis dominationis nostre venentiarum comunis et populi Brixie et
comunitatis Riperie predicte./ Ceterisque aliis suis iuribus et legum auxiliis exceptionibus et
oppositionibus quibus/ possent venire aut facere de iure vel de facto contra predicta vel aliquod
predictorum et cetera./ Ego Antonius fillius Augustini de Calapis de Materno notarius et habitator/
Tuschulani. Ex comissione mihi facta per infrascriptum Augustinum de Calapis/ notarium publicandi
prescriptum instrumentum illud idem secundum tenorem imbreviature/ per ipsum rogate et
imbreviate publicavi et scripsi et in publicam/ formam reduxi nil addito remoto nec diminuto preter
literam vel sillabam quod sensum/ mutet, vicet vel variet intellectum. Et ideo me
cum atestatione mea/ consueta in robur et fidem omnium promissorum.
27
CARTA LIVELLI
1450 Ottobre 14 Toscolano, in Plano Gercinici in domo habitationis domine Cerute.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del commendatario
della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto a donna Domenica detta Ceruta fu Requiliano
Volpe e moglie di Antoniolo fu Domenico Bonzerii quattro appezzamenti di terra nelle contrade
Gazolo, Cornale, Garde a Toscolano e Onglarino a Maderno, in cambio di sette bazete e un
quarterio di olio all'anno, secondo la misurazione adottata dal comune di Salò.
Notaio; Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M. F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quater/centissimo quinquagessimo, indictione tercia decima, die quarto decimo/ mensis octubris in
Plano Gercinici de Tuschulano in domo habitationis infrascripte/ domine Cerute, presentibus:
Comino filio quondam Dominici Bonzerii de Bondono habitatore Tuschulani/ Dominico filio
quondam Requiliani dicti Calcinardus de Viavetero de Gargnano habitatore Tuschulani/ et Andriolo
filio quondam Bertolini de Bondono habitatore Tuschulani omnibus testibus/ notis, rogatis et ad
hec spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus de Claraschis/ de Soncino habitator religionis Sancti Dominici
de Tuschulano procurator et procuratorio nomine/ magnifici et generosi viri domini Bertolamey
Maripetro comendatari religionis/ Sancti Dominici de Tuschulano ad multa sed ad instrumenta
spetialiter constitutus de qua procura constat/ publico instrumento rogato per Rayninum filium
quondam Toni de Goycis de Capriolo notarium/ die vigessimo nono mensis decembris milliessimo
quatercentissimo quadrigessimo octavo/ indictione undecima et reducto in formam per
Christoforum de Rosis notarium, civem et habitatorem/ civitatis Brixi. Ex comissione sibi facta per
suprascriptum Rayninum notarium ut supra ac viso/ et lecto per me Augustinum de Calapis
notarium infrascriptum omnibus modo, iure, via, forma,/ causa et ocasione
364

quibus melius et prout vallidius potuit et potest procuratorio nomine prefati/ domini Bertolamey
comendatari ut supra per calamum quem in suis manibus tenebat ad rectum livellum/ civitatis
Brixie et comunitatis Riperie lacus Garde investivit dominam Dominicam dictam/ Cerutam
f.quondam Requiliani Vulpis de Plano Tuschulani et uxorem Antonioli filii quondam Dominici/
Bonzerii de Bondono habitatorem Tuschulni, ibi presentem ad omnia et singula infrascripta
consentientem/ et ei parabolam dantem, pro se suisque heredibus sponte suscipientem nominatim
de infrascriptis/ petiis terre iacentibus in teratorio de Tuschulano in infrascriptis contratis. Videlicet
primo de una petia terre aratoria,/ olivata, vidata et loriva iacente in contrata ubi dicitur ad
Gazolum coheret a mane dicta investita/ partim et partim heredes Asandri de Bondono, a
meridie heredes Iacobi Baldoyni partim et/ partim heredes Asandri de Bondono, a sero suprascripti
heredes Asandri de Bondono et a monte/ Zaninus Mazeti de qua solvitur bazetas duas oley ad
mensuram Tuschulani;/ item una petia terre aratoria, olivata et vidata iacente in contrata ubi
dicitur ad Cornale coheret/ a mane via, a meridie heredes Iacobi Baldoyni, a sero Tebonus
Antonii partim et partim Iohanes/ Contrini et a monte Augustinus de Calapis partim et partim
Nicholaus Berardi salvis et cetera;/ item una petia terre aratoria, olivata, vidata et loriva
iacente in contrata de Gardis cui/ choeret a meridie via, a sero heredes Asandri de Bondono sicut
Cominus de Bondono et heredes/ Iacobi Pilati salvis et cetera de quibus solvitur bacetas duas oley
ad mensuram Tuschulani;/ item una petia terre aratori, olivata iacente in teratorio de
Materno in Capra in contrata Ungla/rini choeret a mane dicta domina investita, a meridie
domina Iacoba uxor quondam Simonis de Mesaga,/ a sero Philipus quondam Antonii Pizani partim
et partim Francischus Barbavare et a monte dicta religio/ salvis omnibus aliis chorenciis et cetera
de qua solvitur bazetas (-) quatuor oley ad mens/uram comunis de Tuschulano. Ad habendum,
tenendum, gaudendum et posidendum dictas petias terre et ad/ quidquid de eys ipsi domine
Dominice emphitiothe eiusque heredes iure livelario placuerit faciendum/ cum omnibus et singulis
que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent. Accessibus quoque ingressibus/ et
regressibus suis usque ad vias publicas et cum omnibus et singulis que dicte petie terre/ habent
supra se, intra seu infra se in integrum omnibusque iuribus, rationibus et actionibus realibus/ et
personalibus utilibus et directis mixtis et ypothecariis usibus, usanciis, viis, aquis, aqueductis,/
terminis et confinibus oneribus, conditionibus, pertinenciiset requisitionibus ipsarum petiarum
terre aliqualiter spectantibus/ et pertinentibus. Quas quidem petias terre dictus Lancelotus
procurator ut supra convenit et solemni/ stipulatione promisit dicte domine Dominice emphitiothe
perpetuo deffendere, guarentare,/ auctorizare et desbrigare ab omni persona comuni colegio et
universitate expensis propris ipsius monesterii et/ hoc quantum est respectu utilis dominii et
naturalis possessionis translate per dictum Lancelotum procuratore/ ut supra in dictam dominsm
Dominicam emphitiotham vigore presentis investiture dando reddendo et solvendo/ ac dare
reddere et solvere convenit et solemni stipulatione promisit dicta domina Dominica emphitiotha/
dicto Lanceloto dicto procuratorio nomine recipienti et per eum dicto monasterio quolibet anno in
festo/ epiphanie Domini nostri Iesu Christi vel eius in octava ad canipam dicti monasteri sitam in
dicta/ religione bacetas septem et quartetium unum oley boni pulchri et recte mensurati ad/
mensuram comunis de Salodo sub pena dupli dicti ficti quolibet anno comittenda quo/ cesatum
fuerit a solutione dicti ficti in dicto termino quo ficto sit in dicto termino/ dato et soluto vel saltem
debite consignato. Nihil aliud imponatur dicte domine (-)/ Dominice emphitiothe salvo quod, si
aliquo tempore in futurum dicta domina Dominica emphitiotha/ vendere aut alienare voluerit
ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum emphitiothicum/ sibi domine Dominice
365

emphitiothe pertinens vigore presentis investiture prius teneatur et debeat/ apelare dictum
Lancelotum procuratorem ut supra et per eum dictum dominum Bertolameum comendatarium ut
supra et/ successoribus suis et eys emere volentibus dare et vendere teneatur ipsum suum ius
live/llarium seu mellioramentum emphitiothicum pro decem soldis planetorum minus illo iusto
pretio/ quod habere potuerit a personis emere volentibus; alioquin vendat et vendere possit
ipsum/ suum ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum cui voluerit, exceptis potenti/ viro,
miserabili persone consortio discipline hospitali vel aliis personis in quibus conditio dicti/
monastery fieret deterior habendo semper dictum dominum Bertolameum comendatarium ut
supra et per eum successoribus/ suis soldos decem planetorum pro nova investitura fienda quibus
teneatur et debeat novum/ investire emphitiotam et in eum investituram facere presenti cum
similem cum in effectu pro quibus/ omnibus et singulis ita ut premittitur firmitur attendendis et
observandis dictus Lancelotus/ procurator ut supra obligavit dicte Dominice emphitiothe dictum
monasterium et omnia/ sua bona presentia et futura pigneri et dicta domina Dominica emphitiotha
obligavit/ dicto Lanceloto dicto procuratorio nomine recipienti et per eum dicto monasterio ut
supra/ et successoribus suis, se personaliter et omnia eius bona presentia et futura/ pigneri.
Renuntiantes et expresse renuntiaverunt omni exceptioni non sic in omnibus et sin/gulis
suprascriptis esse et fuisse verum et maxime dictus Lancelotus procurator ut supra/ loco ipsius
eclesie decretis, decretalibus et constitutionibus sinodalibus/ Romane Curie Episcopalisque Curie
brixiensis et uterque eorum omnibusque/ statutis, ordinibus, promissionibus, reformationibus et
decretis illustrissime ducalis/ dominationis nostre venetiarum comunis et populi Brixie et
comunitatis Riperie lacua Garde./ Ceterisque aliis suis iuribus et legum auxiliis exceptis et oppositis
quibus/ possent venire aut facere de iure vel de facto contra predicta vel aliquod predictorum et
cetera./ Ego Antonius filius Augustini de Materno notarius et habitator/ Tusculani. Ex
comissione mihi facta per infrascriptum Augustinum/ de Calapis notarium publicandi prescriptum
instrumentum illud idem secundum tenorem im/breviature per ipsum rogate et imbreviate
publicavi et screipsi/ et in publicam formam reduxi nil addito remoto nec diminuto/ preter literam
vel sillabam quod sensum vel sententiam vicet vel mutet vel variet/ intellectum. Et ideo me cum
atestatione mea consueta subscripsi/ in robur et fidem omnium promissorum.
28
CARTA LIVELLI
1450 Novembre 5 Toscolano, in domo Augustini de Calapis sita sub costa Pradelli.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di san Domenico, a nome del commendatario
della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a Giacobo fu Orioli de Calapis,
un appezzamento di terra nella contrada Comnigonos di Toscolano, in cambio di tre bazete di olio
all'anno, secondo la misurazione adottata dal comune di Toscolano.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo/
quatercentissimo quinquagessimo, indictione tercia decima, die quinto/ mensis novembris in Plano
Tusculani in domo mei Augustini/ de Calapis sita sub Costa Pradelli, presentibus: Fachino filio
quondam/ Antoni dicti Lancia de Crema habitatore Tusculani, Delaido filio quondam Pezoti
366

de/ Idro, et Iohane fillio quondam Minoli de Mornaga omnibus testibus notis/ rogatis et ad hec
spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus fillius quondam Bartholomey/ de Claraschis de Soncino habitator
religionis Sancti Dominici de Tusculano/ procurator et procuratorio nomine magnifici et generosi
viri domini Bartholamey Maripetro/ comendatari religionis Sancti Dominici de Tusculano ad multa
sed ad instrumenta/ spetialiter constitutus de qua procura constat publico instrumento rogato per
Ray/ninum filium quondam Toni de Goycis de Capriolo notarium die vigessimo nono/ mensis
decembris milliessimo quatercentissimo quadrigessimo octavo indictione/ undecima et reducto in
formam per Christoforu de Rosis notarium, civem et habitatorem/ civitatis Brixie ex comissione sibi
facta per suprascriptum Rayninum notarium ut supra ac/ viso et lecto per me Augustinum de
Calapis notarium infrascriptum omnibus modo,/ iure, via et forma, causa et ocasione quibus melius
et prout validius/ potuit et potest procuratorio nomine prefati domini Batholamey comendatari ut
supra per/calaum quem in suis manibus tenebat ad rectum livellum civitatis Brixie/ et comunitatis
Riperie lacus Garde ad novem annos ad novam investituram/ fiendam investivit Iacobum filium
quondam Orioli de Calapis de Materno habitatorem Tusculani/ ibi presentem et hanc locationem,
pro se suisque heredibus sponte suscipientem nominatim/ de una petia terre aratoria, olivata,
vidata et loriva et partim vegra iacente/ in teratorio de Tusculano pertinentiis Plani in contrata ubi
dicitur ad Comnigonos,/ coheret a mane dictus emphitiotha pro plebe de Tusculano, a
meridie, a sero et a monte/ limes, salvis omnibus aliis chorenciis ad habendum, tenendum,
gaudendum et posidendum/ dictam petiam terre et ad quidquid de ea ipsi Iacobo emphitiothe
eiusque heredibus/ iure livelario placuerit faciendum cum omnibus et singulis que intra/ predictos
continentur confines vel alios si qui forent. Accessibus quoque ingressibus, egressibus/ et
regressibus suis usque ad vias publicas et cum omnibus et singulis que/ dicta petia terre habet
supra se, intra seu infra se in integrum omnibusque iuribus,/ rationibus et actionibus, realibus et
personalibus, utilibus et directis, mixtis et ypothecariis,/ usibus, usanciis, viis, aquis, aqueductis,
terminis, confinibus, oneribus, conditionibus, pertinenciis/ et requisitionibus ipsius petie terre
aliqualiter expectantibus et pertinentibus. Quam quidem petiam terre et requisitione ipsius petie
terre aliqualiter expec/tantibus et pertinentibus. Quam quidem petiam terre dictus Lancelotus
procurator/ ut supra convenit et solemni stipulatione promisit dicto Iacobo emphitiothe perpetuo/
deffendere, guarentare, auctorizare et desbrigare ab omni persona comuni colegio et/ universitate
expensis propris ipsius monesterii et hoc quantum est respectu/ utilis dominii et naturalis
possessionis translate per dictum Lancelotum procuratorem/ ut supra in dictum Iacobum
emphitiotham vigore presentis investiture dando,/ reddendo et solvendo ac dare, reddere ac
solvere convenit et solemni stipulatione/ promisit dictus Iacobus emphitiotha dicto Lanceloto
procuratorio nomine recipienti/ et per eum dicto monasterio et successoribus suis quolibet anno in
festo Epiphanie/ Domini nostri Iesu Christi vel eius in octava ad canipam dicti monasteri sitam/ in
dicta religione bacetas tres oley boni pulcri et recte mensurati/ ad mensuram comunis de
Tusculano sub dupli dicti ficti quolibet anno/ comittendo quo cesatum fuerit a solutione
dicti ficti in dicto termino/ quo ficto sit in dicto termino dato et soluto vel saltem debite/
consignato nihil aliud imponatur dicto Iacobo emphitiothe salvo quod/ si aliquo tempore in
futurum dictus Iacobus emphitiotha vendere aut/ alienare voluerit ipsum suum ius livellarium seu
mellioramentum/ emphitioticum sibi Iacobo emphitiothe pertinens vigore presentis investiture/
prius teneatur et debeat apelare dictum Lancelotum procuratorem ut supra et/ per eum dictum
dominum Bartholameum et successores suos et eys emere volentibus/ dare et reddere teneatur
ipsum suum livellarium seu mellioramentum/ emphitioticum pro decem soldis planetorum
minus illo
367

iusto pretio quod habere potuerit/ a personis emere volentibus; alioquin vendat et vendere possit
ipsum suum/ ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum cui voluerit, exceptis/ potenti viro,
miserabili persone consortio discipline hospitali vel aliis personis/ in quibus conditio dicti
monasteri fieret deterior habendo dictum dominum Bartholameum/ comendatarium ut supra et
per eum successoribus suis soldos decem planetorum pro nova in/vestitura fienda quibus teneatur
et debeat novum investire emphitiotam/ et in eum investituram facere presenti cum similem in
effectu pro quibus omnibus/ et singulis suprascriptis ita ut premittitur, firmitur, attendendis et
observandis/ dictus Lancelotus procurator/ ut supra obligavit dicto Iacobo emphitiothe dictum/
monasterium et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Et dictus Ia/cobus emphitiotha
obligavit dicto Lanceloto dicto procuratorio nomine recipienti/ et per eum dicto monasterio et
successoribus suis, se personaliter et omnia sua bona/ presentia et futura pigneri. Renuntiantes et
expresse renuntiaverunt omni exceptioni/ non sic in omnibus et singulis suprascriptis esse et fuisse
verum et maxime/ dictus Lancelotus procurator ut supra loco ipsius monesterii decretis,
decretalibus/ et constitutionibus sinodalibus Romane Curie brixiensis et uterque/ eorum
omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus, reformationibus et decretis illustrissime/ ducalis
dominationis nostre venetiarum comunis et populi Brixie et comunitatis Riperie/ lacus Garde.
Ceterisque aliis suis iuribus et legum auxiliis, exceptionibus/ et oppositionibus quibus possent
venire aut facere de iure vel de facto/ contra predicta vel aliquod predictorum et cetera./ Ego
Antonius fillius Augustini de Calapis de Materno notarius/ et habitator Tusculani. Ex comissione
mihi facta per infrascriptum/ Augustinum de Calapis, notarium publicandi prescriptum
instrumentum illud idem/ secundum tenorem imbreviature per ipsum rogate et imbreviate
publicavi/ et scripsi et in publicam formam reduxi nil addito remoto nec/ diminuto preter literam
vel sillabam quod sensum vel sententiam mutet, vicet/ vel variet intellectum. Et ideo me cum
atestatione mea consueta/ subscripsi in robur et fidem omnium promissorum et cetera.
29
CARTA LIVELLI
1450 Novembre 15 Toscolano, in domo Augustini de Calapis sita sub costa Pradelli.
Lanceloto de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del commendatario
della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a donna Bonafemina fu
Giacobo Barberii e moglie di Oriolo de Calapis, un appezzamento di terra sito a Gercinico di
Toscolano, in cambio di sette soldi e mezzo di planete, spendibili nella Riviera del lago di Garda.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo/
quatercentissimo quinquagessimo, indictione tercia decima, die quinto/ decimo mensis novembris
in Plano Tusculani in domo mei Augustini de Calapis/ sita sub costa Pradelli, Fachino
filio Antonii dicti Lanza de Crema habitatore Tusculani/ Delaido filio Pezoti de Idro et Iohane fillio
Minoli de Mornaga omnibus de/ Tusculano, omnibus testibus notis rogatis et ad hec spetialiter
vocatis. Ibi Lan/celotus de Claraschis de Soncino habitator religionis Sancti Dominici de Tusculano/
procurator et procuratorio nomine magnifici et generosi viri domini Bartholamey/ Maripetro
comendatari religionis Sancti Dominici de Tusculano/ ad multa
368

sed ad instrumenta spetialiter constitutus de qua procura constat publico/ instrumento rogato per
Rayninum filium quondam Toni de Goycis de Capriolo notarium/ die vigessimo nono mensis
decembris milliessimo quatercentissimo/ quadrigessimo octavo indictione undecima et reducto in
formam/ per Christoforum de Rosis notarium, civem et habitatorem civitatis Brixie. Ex comissione/
sibi facta per suprascriptum Rayninum notarium ut supra ac viso et lecto per me/ Augustinum de
Calapis notarium infrascriptum omnibus modo, iure, via, forma,/ causa et ocasione quibus melius et
prout validius potuit et potest/ procuratorio nomine dicti domini Bartholamey comendatarii ut
supra per calamum/ quem in suis manibus tenebat ad rectum livellum civitatis Brixie/ et
comunitatis Riperie lacus Garde ad novem annos ad novam/ investituram fiendam investivit
dominam Bonafeminam filliam quondam/ Iacobi Barberii de Plano Tusculani et olim uxorem Orioli
de Calapis/ ibi presentem et hanc investituram, pro se suisque heredibus sponte susci/pientem
nominatim de una petia terre aratoria, olivata et vidata iacente/ in villa de Gercinicho de Tusculano
cui coheret a mane et a monte via,/ a meridie Cominus de Bondono pro dicta religione, a sero
Zaninus/ Mazeti salvis omnibus aliis chorenciis. Ad habendum, tenendum, gaudendum/ et
posidendum dictam petiam terre et ad quidquid de ea ipsi domine Bo/nafemine emphitiothe
eiusque heredibus iure livellario placuerit faciendum/ cum omnibus et singulis que intra predictos
continentur confines vel alios/ si qui forent. Accessibus quoque ingressibus egressibus et
regressibus suis/ usque ad vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta petia/ terre habet
supra se, intra seu infra se in integrum omnibusque/ rationibus et actionibus realibus et
personalibus utilibus et directis mixtis/ et ypothecariis usibus, usanciis, viis, aquis, aqueductis,
terminis, confinibus, oneribus,/ conditionibus pertinenciis et requisitionibus ipsius us petie terre
aliqualiter expectantibus et/ pertinentibus. Quam quidem petiam terre dictus Lancelotus
procurator ut supra convenit/ et solemni stipulatione promisit dicte domine Bonafemine ephitiothe
perpetuo deffe/ndere, guarentare, auctorizare et desbrigare ab omni persona comuni colegio et
universitate/ expensis propris ipsius monesterii et hoc quantum est respectu utilis dominii/ et
naturalis possessionis translate per dictum Lancelotum procuratorem ut supra in dictam dominam/
Bonafeminam emphitiotham vigore presentis investiture dando, reddendo et solvendo/ ac dare,
reddere et solvere convenit et solemni stipulatione promisit dicta domina/ Bonafemina dicto
Lanceloto dicto procuratorio nomine recipienti et per eum dicto/ monesterio et successoribus suis
quolibet anno in festo epiphanie Domini nostri Iesu Christi/ vel eius in octava ad canipam dicti
monasteri sitam in dicta religione/ soldos septem cum dimedio planetorum expendibilum per
comunitatem Riperie/ Lagus Garde sub pena dupli dicti ficti quolibet comittenda quo
cessatum/ fuerit a solutione dicti ficti in dicto termino quo ficto sit in dicto termino/ dato et soluto
vel saltem debite consignato. Nihil aliud imponatur dicte/ domine Bonafemine emphitiothe salvo
quod, si aliquo tempore in futurum dicta/ domina Bonafemina emphitiotha vendere aut alienare
voluerit ipsum/ suum ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum sibi domine Bonafemine/
emphitiothe pertinens vigore presentis investiture prius teneatur et debeat/ appellare dictum
Lancelotum procuratorem ut supra et per eum dictum dominum Bartholameum et/ successores
suos et eys emere volentibus dare et vendere teneatur ipsum suum/ ius livellarium seu
mellioramentum emphitioticum pro decem soldis minus/ illo iusto pretio quod habere potuerit a
personis emere volentibus; alioquin/ vendat et vendere possit ipsum suum ius livellarium seu
mellioramentum/ emphitioticum cui voluerit, exceptis potenti viro, miserabili persone consortio/
discipline hospitali vel aliis personis in quibus conditio dicti monastery fieret/ deterior habendo
semper dictum dominum Bartholameum comendatarium ut supra et per eum/ successoribus suis
soldos decem
369

planetorum pro nova investitura fienda quibus teneatur/ et debeat novum investire emphitiotam
et in eum investituram facere presenti/ cum similem in effectu pro quibus omnibus et singulis
suprascriptis ita ut premittitur/ firmitur attendendis et observandis dictus Lancelotus procurator ut
supra/ obligavit dicte domine Bonafemine emphitiothe dictum monasterium et omnia/ sua bona
presentia et futura pigneri. Et dicta domina Bonafemina/ emphitiotha obligavit dicto Lanceloto
dicto procuratorio nomine recipienti et/ per eum dicto monasterio et successoribus suis, se
personaliter et omnia sua/ bona presentia et futura pigneri. Renuntiantes et expresse
renuntiaverunt omni/ exceptioni non sic in omnibus et singulis suprascriptis esse et fuisse verum
et/ maxime dictus Lancelotus procurator ut supra loco ipsius monesteri decretis/ decretalibus et
constitutionibus sinodalibus Romane Curie Episcopalisque Curie brixiensis/ et uterque eorum
omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus, reformationibus et decretis/ illustrissime ducalis
dominationis nostre venentiarum comunis et populi Brixie et comunitatis Riperie lacus/ Garde.
Ceterisque aliis suis iuribus et legum auxiliis exceptionibus et oppositionibus quibus possent venire/
aut facere de iure vel de facto contra predicta vel aliquod predictorum./ Ego Antonius filius
Augustini de Calapis de Materno notarius et habitator/ Tusculani. Ex comisione mihi facta per
infrascriptum Augustinum de Calapis,/ notarium publicandi prescriptum instrumentum illud idem
secundum tenorem imbreviature/ per ipsum rogate et scripte et imbreviate publicavi et scripsi et in
publicam/ formam reduxi nil addito remoto nec diminuto preter literam vel sillabam quod sensum/
vel sententiam vicet, mutet vel variet intellectum. Et ideo me cum atestatione mea consueta
subscripsi in robur et fidem omnium promissorum.
30
CARTA LIVELLI
1450 Novembre 15 Toscolano, in villa de Cuzaga super platea.
Lanceloto fu Bartolomeo de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del
commendatario della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a Bartolomeo
fu Giovanni de Valleboni un appezzamento di terra nella contrada Zuca ossia Monticolo di
Toscolano, in cambio di quattro bazete e mezza di olio all'anno, secondo la misurazione adottata
dal comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo/
quatercentessimo quinquagessimo, indictione tercia decima, die quinto/ decimo mensis novembris,
in villa de Cuzaga comunis de Tusculano/ super platea dicte ville, presentibus: Protaxio notario filio
quondam Antonioli Stefanini de Gaino,/ Bartholameo filio quondam Tonoli de Pulzano et Delaido
filio quondam Asandri de Bondono,/ habitatore Gaini comunis de Tusculano, omnibus testibus notis
rogatis et ad hec spetialiter/ vocatis. Ibi Lancelotus fillius quondam Bartholamei de Claraschis de
Soncino habitator religionis/ Sancti Dominici de Tusculano, procurator et procuratorio nomine
magnifici et generosi/ viri domini Bartholamei Maripetro, comendatarii ut supra religionis Sancti
Dominici de/ Tusculano ad multa sed ad instrumenta spetialiter constitutus de qua procura constat/
publico instrumento rogato per Rayninum filium quondam Toni de Goicis de Capriolo notarium,/
die vigessimo nono mensis decembris milliessimo quatercentissimo quadri/gessimo octavo,
indictione undecima et reducta in formam per Christoforum/ de Rosis, notarium, civem et
370

habitatorem civitatis Brixie. Ex comissione sibi facta/ per suprascriptum Rayninum, notarium ut
supra ac viso et lecto per me Augustinum/ de Calapis, notarium infrascriptum, omnibus modo iure
via, forma, causa et ocasione/ quibus melius et prout validius potuit et potest procuratorio nomine
prefati/ domini Bartholamei comendatarii ut supra per calamum quem in suis manibus tenebat/ ad
rectum livellum civitatis Brixie et comunitatis Riperie lacus Garde investi/vit Bartholameum filium
quondam Iohanis de Valleboni habitatorem ville de Cuzaga/ comunis de Tusculano ibi presentem et
hanc investituram, pro se suisque heredibus/ sponte suscipientem nominatim de una petia terre
aratoria, olivata et vidata/ iacente in teratorio de Tusculano in Capra in contrata ubi dicitur ad
Zucham/ sive ad Monticulum, cui coheret a monte via et ultra heredes Iohanis Serafini,/ a mane
Tebonus Antonii de Plano, a sero dictus emphitiotha, partim et partim domina Dominica dicta
Ceruta, a meridie Iohanes Lanterne pro dicta religione,/ salvis omnibus aliis chorenciis que st per
mensuram dimidii plodii vel/ circha. Ad habendum, tenendum, gaudendum et posidendum dictam
petiam terre et/ ad quidquid de ea ipsi Iohani emphitiothe
eiusque heredibus iure livelario placuerit/ faciendum, cum omnibus et singulis que intra predictos
continentur confines vel alios si qui/ forent. Accessibus quoque ingressibus, egressibus et
regressibus suis usque ad vias publicas/ et cum omnibus et singulis que dicta petia terre habet
supra se, intra seu infra/ se in integrum omnibusque iuribus, rationibus et actionibus, realibus et
personalibus,/ utilibus et directis, mixtis et ypothecariis, usibus, usanciis, viis, aquis, aqueductis,/
terminis, confinibus, oneribus, conditionibus, pertinenciis et requisitionibus ipsius petie/ terre
aliqualiter expectantibus et pertinentibus. Quam quidem petiam terre dictus/ Lancelotus
procurator ut supra convenit et solemni stipulatione promisit dicto Bartholameo/ emphitiothe
perpetuo deffendere, guarentare, auctorizare et desbrigare ab omni persona/ comuni colegio et
universitate expensis propris ipsius monesterii et hoc quantum/ est respectu utilis dominii et
naturalis possessionis translate per dictum Lance/lotum procuratorem ut supra in dictum
Bertolameum emphitiotham vigore presentis investiture/ dando, reddendo et solvendo ac dare,
reddere et solvere convenit et solemni/ stipulatione promisit dictus Bartholameus emphitiotha
dicto Lanceloto dicto procuratorio/ nomine recipienti et per eum dicto monasterio quolibet anno in
festo Epiphanie Domini/ nostri Iesu Christi vel eius in octava ad canipam dicti monasteri sitam in
dicta/ religione bacetas quatuor cum dimedia oley boni pulchri et recte/ mensurati ad mensuram
comunis de Salodo sub pena dupli dicti ficti/ quolibet anno comittenda quo cesatum fuerit a
solutione dicti ficti/ in dicto termino quo ficto sit in dicto termino dato et soluto vel saltem/ debite
consignato. Nihil aliud imponatur dicto Bartholameo emphitiothe salvo/ quod si aliquo tempore in
futurum dictus Bartholameus emphitiotha vendere aut/ alienare voluerit ipsum suum ius
livellarium seu mellioramentum/ emphitioticum sibi Bartholameo emphitiothe pertinens vigore
presentis investiture/ prius teneatur et debeat apellare dictum Lancelotum procuratorem/ et per
eum dictum dominum Bartholameum et successores suos et eys/ emere volentibus dare et vendere
teneatur ipsum suum ius livellarium/ seu mellioramentum emphitioticum pro decem soldis
planetorum minus illo/ iusto pretio quod habere potuerit a personis emere volentibus; alioquin
ven/dat et vendere possit ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum/ emphitioticum cui
voluerit, exceptis potenti viro, miserabili persone conso/rtio discipline hospitali vel aliis personis in
quibus conditio dicti monasterii/ fieret deterior habendo semper dictum dominum Bartholameum
comendatarium ut supra/ et per eum successoribus suis soldos decem planetorum pro nova
investitura fienda/ quibus teneatur et debeat novum investire emphitiotam et in eum inve/stituram
facere presenti cum similem in effectu pro quibus omnibus suprascriptis
371

ita ut/ premittitur firmitur attendendis et observandis dictus Lancelotus/ procurator ut supra
obligavit dicto Bartholameo emphitiothe dictum monasterium et omnia/ sua bona presentia et
futura pigneri. Et dictus Bartholameus emphitiotha/ obligavit dicto Lanceloto dicto procuratorio
nomine recipienti et per eum dicto/ monesterio et successoribus suis, se personaliter et omnia sua
bona presentia et futura/ pigneri. Renuntiantes et expresse renuntiaverunt omni exceptioni non sic
in omnibus/ et singulis suprascriptis esse et fuisse verum et maxime dictus Lancelotus/ procurator
ut supra loco ipsius mpnesterii decretis, decretalibus et constitutionibus/ sinodalibus Romane Curie
Episcopalisque Curie brixiensis et uterque eorum/ omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus,
reformationibus et decretis illustrissime ducalis/ dominationis nostre venentiarum, comunis et
populi Brixie et comunitatis Riperie lacus/ Garde. Ceterisque aliis suis iuribus et legum auxiliis
exceptionibus et/ oppositionibus quibus possent venire aut facere de iure vel de facto contra
predicta/ vel aliquod predictorum./ Ego Antonius filius Augustini de Calapis de Materno notarius et/
habitator Tusculani. Ex comissione mihi facta per infrascriptum/ Augustinum de Calapis notarium
publicandi prescriptum instrumentum illud idem secundum/ tenorem imbreviature per ipsum
rogate et imbreviate publicavi et/ scripsi et in publicam formam reduxi nil addito remoto nec
diminuto/ preter litteram vel sillabam quod sensum vel sententiam variet, vicet vel mutet/
intellectum. Et ideo me cum atestatione mea consueta subscripsi/ in robur et fidem omnium
promissorum.
31
CARTA LIVELLI
1450 Novembre 15 Toscolano, in villa de Cuzaga super platea.
Lanceloto fu Bartolomeo de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del
commendatario della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto a Colosio fu Bertelli Boti un
appezzamento di terra a Cecina in contrada Malzanico di Toscolano. in cambio di cinque bazete e
un quarterio e mezzo di olio all'anno, secondo la misurazione adottata dal comune di salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente/ milliessimo
quatercentissimo quinquagessimo, indictione/ tercia decima, die quinto decimo mensis novembris/
in Tusculano, in villa de Cuzaga super platea/ dicte terre, presentibus: Franceschino filio quondam
Iohanis/ Iustachi de Secina, Dominico filio quondam Bertholini Pelegrini de Secina/ et Delaidino filio
quondam Asandri de Bondono habitatore Tusculani omnibus testibus/ notis, rogatis et ad hec
spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus fillius quondam Bartholamey/ de Claraschis de Soncino habitator
religionis Sancti Dominici de Tusculano/ procurator et procuratorio nomine magnifici et generosi
viri domini Bartholamey Maripetro/ comendatarii religionis Sancti Dominici de Tusculano ad multa
sed ad instrumenta spetialiter/ constitutus de qua procura constat publico instrumento rogato per
Rayninum filium quondam Toni de/ Goicis notarium de Capriolo die vigessimo nono mensis
decembris milliessimo/ quatercentissimo quadrigessimo octavo indictione undecima et reducto in/
formam per Christoforum de Rosis notarium, civem et habitatorem civitatis Brixie. Ex comissione/
sibi facta per suprascriptum Rayninum notarium ut supra ac viso et lecto per me Augustinum/
Calapis notarium infrascriptum omnibus modo, iure, via, forma, causa et ocasione quibus
372

melius/ et prout vallidius potuit et potest procuratorio nomine prefati domini Bartholamey
comendatarii/ ut supra per calamum quem in suis manibus tenebat ad rectum livellum civitatis/
Brixie et comunitatis Riperie lacus Garde investivit Colosium filium quondam Bertelli Boti de/
Mesaga ibi presentem et hanc investituram, pro se suisque heredibus sponte suscipientem/
nominatim de una petia terre aratoria, olivata et vidata iacente in teratorio de Tusculano/ in
pertinenciis vile de Secina in contrata de Malzanicho supra costam cui coheret/ a mane Peterzolus
(...) de Boiacho, a meridie dictus emphitiotha, a monte Dominicus Pelegrini/ partim et partim
heredes Mafey Robazoli et a sero dicta religio salvis omnibus aliis chorenciis./ Ad habendum,
tenendum, gaudendum et posidendum dictam petiam terre et ad quidquid de/ ipsi Colosio
emphitiothe eiusque heredibus iure livellario placuerit faciendum,/ cum omnibus et singulis que
intra predictos continentur confines vel alios si qui forent./ Accessibus quoque ingressibus
egressibus et regressibus suis usque ad vias publicas et/ cum omnibus et singulis que dicta petia
terre habet supra seu, intra se in integrum/ omnibusque iuribus rationibus et actionibus, realibus
et personalibus utilibus et directis/ mixtis et ypothecariis usibus, usanciis, viis, aquis, aqueductis,
terminis, confinibus, oneribus,/ conditionibus pertinenciis et requisitionibus ipsius us petie terre
aliqualiter spectantibus et/ pertinentibus. Quam quidem petiam terre dictus Lancelotus procurator
ut supra convenit et/ solemni stipulatione promisit dicto Colosio emphitiothe perpetuo deffendere,
guarentare,/ auctorizare et desbrigare ab omni persona comuni colegio et universitate expensis
propris/ ipsius monesterii. Et hoc quantum est respectu utilis dominii et naturalis/ possessionis
translate per dictum Lancellotum procuratorem ut supra in dictum Colosium emphitiotham/ vigore
presentis investiture dando, reddendo et solvendo ac dare reddere et solvere/ convenit et solemni
stipulatione promisit dictus Colosius emphitiotha dicto Lan/celoto procuratorio nomine recipienti
et per eum dicto monasterio et successoribus suis quolibet/ anno in festo epiphanie vel eius in
octava Domini nostri Iesu Christi ad canipam/ dicti monasteri sitam in dicta religione bacetas
quinque et quarterium unum/ cum dimedio oley boni pulchri et recte mensurati ad mensuram/
comunis de Salodo sub pena dupli dicti ficti quolibet anno comittenda quo/ cessatum fuerit a
solutione dicti ficti in dicto termino quo ficto sit in dicto/ termino dato et soluto vel saltem debite
consignato. Nihil aliud imponatur/ dicto Colosio emphitiothe salvo quod, si aliquo in
futurum dictus Colosius emphitiotha/ vendere aut alienare voluerit ipsum suum ius livellarium seu
mellioramentum/ emphitiothicum sibi Colosio emphitiothe pertinens vigore presentis investiture
prius/ teneatur et debeat appellare dictum Lancelotum procuratorem ut supra et per eum dictum/
dominum Bartholameum et successoribus suis et eys emere volentibus dare et vendere teneatur/
ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum pro decem soldis/ planetorum
minus illo iusto pretio quod habere potuerit a personis emere volentibus/ alioquin vendat et
vendere possit ipsum suum ius livellarium seu mellio/ramentum emphitioticum cui voluerit,
exceptis potenti viro, miserabili persone/ consortio discipline hospitali vel aliis personis in quibus
conditio dicti monastery/ fieret deterior habendo semper dictum dominum Bartholameum
comendatarium ut supra et per eum/ successoribus suis soldos decem planetorum pro nova
investitura fienda quibus teneatur/ et debeat novum investire emphitiotam et in eum investituram
facere presenti/ cum similem in effectu pro quibus omnibus et singulis suprascriptis ita ut
premittitur firmitur/ attendendis et observandis dictus Lancelotus procurator ut supra obligavit
dicto/ Colosio emphitiothe dictum monasterium et omnia sua bona presentia et futura/ pigneri. Et
dictus Colosius emphitiotha obligavit dicto Lanceloto procuratorio/ nomine recipienti et per eum
dicto monasterio et successoribus suis, se personaliter et omnia/ sua bona presentia et futura
373

pigneri. Renuntiantes et expresse renuntiaverunt/ omni exceptioni non sic in omnibus et singulis
suprascriptis esse et fuisse verum et/ maxime dictus Lancelotus procurator ut supra loco ipsius
monesterii decretalibus et/ constitutionibus sinodalibus Romane Curie Episcopalisque
Curie brixiensis et uterque eorum/ omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus,
refformationibus et decretis illustrissime ducalis/ dominationis nostre venentiarum comunis et
populi Brixie et comunitatis Riperie predicte. Ceteris/que aliis suis iuribus et legum auxiliis
exceptionibus et oppositionibus quibus possent venire/ aut facere de iure vel de facto contra
predicta vel aliquod predictorum./ Ego Antonius fillius Augustini de Calapis de Materno notarius et
habitator/ Tusculani. Ex comissione mihi facta per infrascriptum Augustinum de Calapis/ notarium
publicandi prescriptum instrumentum illud idem secundum tenorem imbreviature/ per ipsum
rogate et imbreviate publicavi et scripsi et in publicam formam/ reduxi nil addito remoto nec
diminuto preter litteram vel sillabam quod sensum/ vel sententiam mutet, vicet vel variet
intellectum. Et ideo me cum/ atestatione mea consueta subscripsi in robur et fidem omnium
promissorum.
32
CARTA LIVELLI
1450 Novembre 15 Toscolano, in villa de Secina in via publica sub portichu domus Colosi quondam
Mafey.
Lanceloto fu Bartolomeo de Claraschis, procuratore della religione di San Domenico, a nome del
commendatario della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto a Michele fu Domenico detto
Robazolo un appezzamento di terra in contrada Zapello di Toscolano, in cambio di una bazeta di
olio all'anno secondo la misurazione adottata dal comune di Toscolano.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo/
quatercentissimo quinquagessimo, indictione tercia decima, die quinto/ decimo mensis novembris
in Tusculano, in villa de Secina in/ via publica sub portichu domus Colosii quondam Mafei de
Secina,/ presentibus: Iacobo filio quondam Petri Dancie de Secina, Iohane fillio quondam Anto/nioli
forti de Mesaga et Dominicho filio quondam Iohanis quondam Bertholini/ Bubei de Mesaga
omnibus testibus notis rogatis et ad hec spetialiter vocatis. Ibi/ Lancelotus fillius quondam
Barholamey de Claraschis de Soncino habitator religionis sancti Dominici de/ Tusculano procurator
et procuratorio nomine magnifici et generosi viri domini Bartholamey/ Maripetro comendatarii
religionis sancti Dominici de Tusculano ad multa/ sed ad instrumenta spetialiter constitutus de qua
procura constat publico instrumento rogato/ per Rayninum filium quondam Toni de Goicis de
Capriolo notarium die vigessimo nono/ mensis decembris milliessimo quatercentissimo
quadrigessimo octavo indictione/ undecima et reducto in formam per Christoforum de Rosis
notarium, civem et/ habitatorem civitatis Brixie. Ex comissione sibi facta per suprascriptum
Rayninum notarium/ ut supra ac viso ac lecto per me augustinum de Calapis notarium
infrascriptum omnibus/ modo, iure, via, forma, causa et ocasione quibus melius et prout vallidius/
potuit et potest procuratorio nomine predicti domini Bartholamei comendatario ut supra per
calamum/ quem in suis manibus tenebat ad rectum livellum civitatis Brixie et/ comunitatis Riperie
lacus Garde investivit Michaelem fillium quondam Dominici dicti/ Robazolus de Mesaga ibi
presentem et hanc investituram, pro se suisque heredibus/ sponte suscipientem nominatim de una
petia
374

terre aratoria, olivata et costiva/ iacente in teratorio Tusculani in contrata ubi dicitur ad Zapellum
cui coheret/ a mane eclesia Sancti Nicholai, a meridie lacus, a sero Iohanes Mafei de/ Secina et a
monte Iohanes Dominici salvis omnibus aliis chorenciis. Ad habendum, tenendum,/ gaudendum et
posidendum dictam petiam terre et ad quidquid de ea ipsi Michaeli/ emphitiothe eiusque
heredibus iure livellario placuerit faciendum cum omnibus et/ singulis que intra predictos
continentur confines vel alios si qui forent. Accessibus quoque/ ingressibus egressibus et
regressibus suis usque ad vias publicas et cum omnibus et/ singulis que dicta petia terre habet
supra se, intra seu infra se in integrum/ omnibusque iuribus, rationibus et actionibus realibus et
personalibus utilibus et directis/ mixtis et ypothecariis usibus, usanciis, viis, aquis, aqueductis,
terminis, confinibus,/ oneribus, conditionibus, pertinenciiset requisitionibus ipsius us petie terre
aliqualiter spectantibus/ et pertinentibus. Quam quidem petiam terre dictus Lancelotus procurator
ut supra convenit/ et solemni stipulatione promisit dicto Michaeli emphitiothe perpetuo
deffendere, guarentare,/ auctorizare et desbrigare ab omni persona comuni colegio et universitate
expensis propris/ ipsius monesterii et hoc quantum est respectu utilis dominii et naturalis
possessionis/ translate per dictum Lancelotum procuratorem ut supra in dictum Michaelem
emphitiotham/ vigore presentis investiture dando, reddendo et solvendo ac dare, reddere et
solvere/ convenit et solemni stipulatione promisit dictus Michael emphitiotha dicto Lanceloto
dicto/ procuratori nomine recipienti et per eum dicto monasterio et successoribus suis quolibet
anno/ in festo epiphanie Domini nostri Iesu Christi vel eius in octava ad canipam dicti/ monesteri
sitam in dicta religione bacetam unam oley boni pulchri et recte mensurati ad mensuram comunis
de Tusculano sub pena dupli dicti ficti quo/libet anno comittenda quo cessatum fuerit a solutione
dicti ficti in dicto termino/ quo ficto sit in dicto termino dato et soluto vel saltem debite consignato.
Nihil aliud imponatur dicto Michaeli emphitiothe salvo quod, si aliquo tempore/ in futurum dictus
Michael emphitiotha vendere aut alienare voluerit ipsum/ suum ius livellarium seu
mellioramentum emphitioticum sibi Michaeli emphitiothe/ pertinens vigore presentis investiture
prius teneatur et debeat appellare/ dictum Lancelotum procuratorem ut supra et per eum dictum
dominum Bartholameum et successoribus/ suis et eys volentibus dare et vendere teneatur ipsum
suum ius livell/arium seu mellioramentum emphitioticum pro decem soldis planetorum minus illo
iusto pretio/ quod habere potuerit a personis emere volentibus; alioquin vendat et vendere possit/
ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum cui voluerit, exceptis/ potenti viro,
miserabili persone consortio discipline hospitali vel aliis personis/ in quibus conditio dicti
monastery fieret deterior habendo semper dictum dominum Bartholameum/ comendatarium ut
supra et per eum successoribus suis soldos decem planetorum pro nova investitura/ fienda quibus
teneatur et debeat novum investire emphitiotam et in eum in/vestituram facere presenti cum
similem in effectu pro quibus omnibus et singulis suprascriptis ita ut/ premittitur, firmitur
attendendis et observandis dictus Lancelotus procurator/ ut supra obligavit dicto Michaeli
emphitiothe dictum monasterium et omnia sua bona/ presentia et futura pigneri et dictus Michael
emphitiotha obligavit dicto Lanceloto/ dicto procuratorio nomine recipienti et per eum dicto
monasterio et successoribus suis, se personaliter/ et omnia sua bona presentia et futura pigneri.
Renuntiantes et expresse renuntiaverunt/ omni exceptioni non sic in omnibus et singulis
suprascriptis esse et fuisse verum et maxime/ dictus Lancelotus procurator ut supra loco ipsius
monesterii decretis, decretalibus et constitutionibus/ sinodalibus Romane Curie Episcopalisque
Curie brixiensis et uterque eorum omnibus/que statutis, ordinibus, promissionibuset
refformationibus et decretis illustrissime ducalis/ dominationis nostre venentiarum comunis et
populi Brixie et comunitatis
375

Riperie predicte. Ceteris/que aliis suis iuribus et legum auxiliis exceptionibus et oppositionibus
quibus possent venire/ aut facere de iure vel de facto contra predicta vel aliquod predictorum./ Ego
Antonius fillius Augustini de Calapis de Materno notarius et habitator/ Tusculani. Ex comissione sibi
facta per infrascriptum Augustinum notarium publicandi/ prescriptum instrumentum illud idem
secundum tenorem imbreviature per ipsum rogate et/ imbreviate publicavi et scripsi et in publicam
formam reduxi nil addito remoto nec diminuto/ preter litteram vel sillabam quod sensum vel
sententiam mutet, vicet vel variet intellectum. Et ideo me/ cum atestatione mea consueta
subscripsi in robur et fidem omnium promissorum.
33
CARTA LIVELLI
1450 Dicembre 15 Maderno, sub portichu domus Bertholini de Caravatio sito super platea dicte
terre.
Lanceloto fu Bartolomeo de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del
commendatario della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a Marco fu
Andriolo de Luemo un appezzamento di terra in contrada Calmarina ossia Pozze di Gardone, in
cambio di una bazeta di olio all'anno secondo la misurazione adottata dal comune di Salò.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo/
quatercentissimo quinquagessimo, indictione tercia decima,/ die quinto decimo mensis decembris
in Materno sub por/tichu domus Bertholini de Caravatio sito super platea/ dicte terre, presentibus:
Colosio filio quondam Bertholomei de Cabiana de Tusculano/ Dominico filio quondam Antonioli
Saiole de Materno et Michaele fillio quondam Iacobi de/ Caravacio habitatore Materni, omnibus
testibus notis rogatis et ad hec spetialiter/ vocatis. Ibi Lancelotus fillius quondam Bartholomei de
Claraschis de Soncino, habitator/ religionis Sancti Dominici de Tusculano, procurator et
procuratorio nomine magnifici/ et generosi viri domini Bartholomei Maripetro comendatarii
religionis/ Sancti Dominici de Tusculano ad multa sed ad instrumenta spetialiter constitutus/ de qua
procura constat publico instrumento rogato per Rayninum filium quondam Toni de/ Goicis de
Capriolo notarium die vigesimo nono mensis decembris milliessimo/ quatercentissimo
quadrigessimo octavo indictione undecima et/ reducto in formam per Christoforum de Rosis
notarium, civem et habitatorem civitatis/ Brixie. Ex comissione sibi facta per suprascriptum
Rayninum notarium ut supra ac/ viso et lecto per me Augustinum de Calapis notarium
infrascriptum omnibus modo/ iure, via, forma, causa et ocasione quibus melius et prout vallidius/
potuit et potest procuratorio nomine prefati domini Bartholomei comendatarii ut supra/ per
calamum quem in suis manibus tenebat ad rectum livellum civitatis/ Brixie et comunitatis Riperie
lacus Garde investivit Marchum/ fillium quondam Andrioli de Luemo habitatorem terre de
Tresinicho comunis de Gardono/. Ibi presentem, pro se suisque heredibus sponte suscipientem ad
novem annos ad/ novam investituram fiendam nominatim de una petia terre aratoria, olivata,/ et
rosiva iacente in teratorio de Gardono in contrata ubi dicitur/ ad Calmarinas sive ad puteas cui
coheret a meridie et a sero Bersaninus/ de Gizerotis, a monte via, a mane limes salvis omnibus aliis
chorenciis. Ad/ habendum, tenendum, gaudendum et posidendum dictam petiam/ terre et ad
quidquid de ea ipso Marcho emphitiothe eiusque
376

heredibus iure/ livellario placuerit faciendum cum omnibus et singulis que intra predictos
continentur/ confines vel alios si qui forent. Accessibus quoque ingressibus, egressibus et
regressibus/ suis usque ad vias publicas et cum omnibus et singulis que dicta petia terre habet/
supra se, intra seu infra se in integrum omnibusque iuribus rationibus et/ actionibus, realibus et
personalibus, utilibus et directis, mixtis et ypothecariis,/ usibus, usanciis, viis, aquis, aqueductis,
terminis, confinibus, oneribus, conditionibus, pertinenciis/et requisitionibus ipsius us petie terre
aliqualiter spectantibus et pertinentibus. Quam/ quidem petiam terre dictus Lancelotus procurator
ut supra convenit et solemni stipulatione/ promisit dicto Marcho emphitiothe perpetuo deffendere,
guarentare, auctorizare et/ desbrigare ab omni persona comuni colegio et universitate expensis
propris ipsius/ monesterii et hoc quantum est respectu utilis dominii et naturalis possessionis
trans/late per dictum Lancelotum procuratorem ut supra in dictum Marchum emphitiotham/
vigore presentis investiture dando, reddendo et solvendo ac dare, reddere et/ solvere convenit et
solemni stipulatione promisit dictus Marchus emphitiotha dicto/ Lanceloto dicto procuratorio
nomine recipienti et per eum dicto monasterio et/ successoribus suis quolibet anno in festo
epiphanie Domini nostri Iesu Christi vel eius in/ octava ad canipam dicti monasteri sitam in dicta
religione bacetam/ unam oley boni pulchri et recte mensurati ad mensuram comunis/ de Salodo
sub pena dupli dicti ficti quolibet anno comittenda/ quo cessatum fuerit a solutione dicti ficti in
dicto termino quo ficto/ sit in dicto termino dato et soluto vel saltem debite consignato. Nihil/ aliud
imponatur dicto Marcho emphitiothe salvo quod, si aliquo tempore/ in futurum dictus Marchus
emphitiotha vendere aut alienare voluerit/ ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum
emphitioticum ipsi Marcho/ emphitiothe pertinens vigore presentis investiture prius teneatur et
debeat/ appellare dictum Lncelotum procuratorem ut supra et per eum dictum dominum/
Bartholomeum et successores suos et eys emere volentibus dare et vendere/ teneatur ipsum suum
ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum pro decem/ soldis planetorum minus illo iusto
pretio quod habere potuerit a personis emere/ volentibus; alioquin vendat et vendere possit ipsum
suum ius live/llarium seu mellioramentum emphitioticum cui voluerit, exceptis potenti/ viro,
miserabili persone consortio discipline hospitali vel aliis personis/ in quibus conditio dicti
monestery fieret deterior habendo semper dictum/ dominum Bartholomeum comendatarium ut
supra et per eum successores suos soldos/ decem planetorum pro nova investitura fienda quibus
teneatur et debeat/ novum investire emphitiotam et in eum investituram facere presenti/
consimilem in effectu pro quibus omnibus et singulis suprascriptis ita ut premittitur,/ firmitur
attendendis et observandis dictus Lancelotus procurator ut supra/ obligavit dicto Marcho
emphitiothe dictum monasterium et omnia sua bona/ presentia et futura pigneri. Et dictus
Marchus emphitiotha obligavit dicto/ Lanceloto procuratorio nomine recipienti et per eum dicto
monasterio et successoribus/ suis, se personaliter et omnia sua bona presentia et futura pigneri.
Renuntiantes/ et expresse renuntiaverunt omni exceptioni non sic in omnibus et singulis
suprascriptis/ esse et fuisse verum et maxime dictus Lancelotus procurator ut supra loco/ ipsius
monesteri decretis, decretalibus et constitutionibus sinodalibus Romane/ Curie Episcopalisque
Curie brixiensis. Et uterque eorum omnibusque statutis/ ordinibus, promissionibus, reformationibus
et decretis illustrissime ducalis dominationis/ nostre venentiarum, comunis et populi Brixie et
comunitatis Riperie predicte. Ceterisque/ aliis suis iuribus et legum auxiliis, exceptionibus et
oppositionibus quibus venire aut/ facere de iure vel de facto contra predicta vel aliquod
predictorum./ Ego Antonius fillius Augustini de Calapis de Materno notarius/ et habitator Tusculani.
Ex comissione mihi facta per infrascriptum/ Augustinum de Calapis
377

notarium publiandi prescriptum instrumentum/ illud idem secundum tenorem imbreviture per
ipsum rogate et scripte/ et imbreviate publicavi et scripsi et in publicam formam reduxi/ nil addito
remoto nec diminuto preter litteram vel sillabam quod sensum/ vel sententiam vicet, mutet vel
variet intellectum. Et ideo me cum/ atestatione mea consueta subscripsi in robur et fidem omnium
promissorum.
34
CARTA LIVELLI
1451 Gennaio 17 Gardone, sub porthicu domus dicti comunis.
Lanceloto fu Bartolomeo de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del
commendatario della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a Bernardo fu
Tonoli un appezzamento di terra nelle vicinanze di Fasano in contrada Valli di Gardone, in cambio di
tre quarteri di olio all'anno, secondo la misurazione adottata dal comune di Gardone.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente/ milliessimo
quatercentissimo quinquagessimo primo/ indictione quarta decima, die decimo septimo mensis/
ianuarii in Gardono sub porthicu domus dicti comunis, presentibus: Bertholino/ fillio quondam
Tonoli Pelini de Supianis notario, Girardo filio quondam Petri de Faxano/ et Comino filio quondam
Andrioli de Luemo habitatore Gardoni omnibus testibus/ notis rogatis et ad hec spetialiter vocatis.
Ibi Lancelotus f.quondam Bartholomei/ de Claraschis de Soncino habitator religionis Sancti Dominici
de Tusculano/procurator et procuratorio nomine magnifici et generosi viri domini Bartholomei
Maripetro comen/datarii religionis Sancti Dominici de Tusculano ad multa sed ad instrumenta
spetialiter constitutus/ qua procura constat publico instrumento rogato et scipto per
Guielminum Quelani de Materno/ notarium, die nono mensis ianuarii milliessimo quatercentissimo
quadrigessimo primo/ indictione quarta decima ac viso et lecto per me Augustinum de Calapis
notarium/ infrascriptum omnibus modo, iure, via, forma, causa et ocasione quibus melius et prout
valli/dius potuit et potest procuratorio nomine prefati domini Bartholomei comendatarii ut supra
per/ calamum quem in suis manibus tenebat ad rectum civitatis Brixie et comunitatis/
Riperie lacus Garde investivit Bernardum filium quondam Tonoli de Faxano comunis/ de Gardono
ibi presentem et hanc investituram, pro se suisque heredibus sponte susci/pientem hinc ad novem
annos ad novam investituram fiendam nominatim de una/ petia terre aratoria, olivata et vidata
iacente in teratorio de Gardono in pertinentiis/ Faxani in contrata ubi dicitur in Vallibus cui coheret
a mane fossatum, a meridie heredes/ Iacobini Bertini de Faxano,a sero dossum sive via, a monte
Dominicus Cozalii, salvis/ omnibus aliis chorenciis que est per mensuram tabularum treginta
quatuor. Ad habendum,/ tenendum, gaudendum et posidendum dictam petiam terre et ad
quidquid de ea ipsi/ Bernardo emphitiothe eiusque heredes iure livellario placuerit faciendum cum
omnibus/ et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si qui forent. Accessibus/
quoque ingressibus, egressibus et regressibus suis usque ad vias publicas et cum omnibus/ que dicta petia terre habet supra se, intra se seu infra se in integrum omnibus/que iuribus,
rationibus et actionibus, realibus et personalibus, utilibus et directis, mixtis/ et ypothecariis, usibus,
usanciis, viis, aquis, aqueductis, terminis, confinibus, oneribus, conditionibus,/ pertinentiiset
requisitionibus ipsius us petie
378

terre aliqualiter spectantibus et pertinentibus./ Quam quidem petiam terre dictus Lancelotus
procurator ut supra convenit et solemni stipulatione/ promisit dicto Bernardo 89
emphitiothe
perpetuo deffendere, guarentare, auctorizare et desbrigare/ ab omni persona comuni colegio et
universitate expensis propris ipsius monesterii./ Et hoc quantum est respectu utilis dominii et
naturalis possessionis translate/ per dictum Lancelotum procuratorem ut supra in dictum
Bernardum emphitiotham vigore/ presentis investiture dando, reddendo et solvendo ac dare,
reddere et solvere/ convenit et solemni stipulatione promisit dictus Bernardus emphitiotha dicto
Lanceloto/ dicto procuratorio nomine recipienti et per eum dicto monasterio et siccessoribus suis
quolibet/ anno in festo epiphanie Domini nostri Iesu Christi vel eius in octava ad canipam/ dicti
monasteri sitam in dicta religione quarterios tres oley boni pulchri/ et recte mensurati ad
mensuram comunis de Gardono sub pena dupli/ dicti ficti quolibet anno comittenda quo cessatum
fuerit a solutione dicti/ ficti in dicto termino quo ficto sit in dicto termino dato et soluto vel/ saltem
debite consignato. Nihil aliud imponatur dicto Bernardo emphitiothe/ salvo quod, si aliquo tempore
in futurum dictus (-) Bernardus/ emphitiotha vendere aut alienare voluerit ipsum suum ius
livellarium/ seu mellioramentum emphitioticum sibi Bernardo emphitiothe pertinens/ vigore
presentis investiture prius teneatur et debeat appellare dictum/ Lancelotum procuratorem ut supra
et per eum dictum dominum Bartholomeum et successores/ suos et eys emere volentibus dare et
vendere teneatur ipsum suum ius livellarium/ seu mellioramentum emphitioticum pro decem
soldis planetorum minus illo iusto pretio quod/ habere potuerit a personis emere volentibus;
alioquin vendat et vendere possit ipsum/ suum ius livellarium seu mellioramentum emphitioticum
cui voluerit, exceptis pote/nti viro, miserabili persone consortio discipline hospitali vel aliis personis
in quibus/ conditio dicti monastery fieret deterior habendo semper dictum dominum
Bartholomeum/ comendatarium ut supra et per eum successores suos soldos decem planetorum
pro nova investitura/ fienda quibus teneatur et debeat novum investire emphitiotam et in eum
inve/stituram facere presenti consimilem in effectu pro quibus omnibus et singulis suprascriptis ita
ut/ premittitur, firmitur attendendis et observandis dictus Lancelotus procurator/ ut supra obligavit
dicto Bernardo emphitiothe dictum monasterium et omnia sua bona/ presentia et futura pigneri. Et
dictus Bernardus emphitiotha obligavit dicto Lan/celoto procuratorio nomine recipienti et per eum
dicto monasterio et successoribus suis se/ personaliter et omnia sua bona presentia et futura
pigneri. Renuntiantes et expresse/ renuntiaverunt omni exceptioni non sic in omnibus et singulis
suprascriptis esse et/ fuisse verum et maxime dictus Lancelotus procurator ut supra loco ipsius
monesteri/ decretis, decretalibus et constitutionibus sinodalibus Romane Curie Episcopalisque
Curie/ brixiensis. Et uterque eorum omnibusque statutis, ordinibus, promissionibus,
reformationibus et/ decretis illustrissime ducalis dominationis nostre venentiarum comunis et
populi Brixie/ et comunitatis Riperie predicte. Ceterisque aliis suis iuribus et legum auxiliis/
exceptionibus et oppositionibus quibus possent venire aut facere de iure vel de facto/ contra
predicta vel aliquod predictorum./ Ego Antonius f. Augustini de Calapis de Materno notarius et/
habitator Tusculani. Ex comissione mihi facta per infrascriptum/ Augustinum de Calapis notarium
publicandi prescriptum instrumentum illud idem secundum/ tenorem imbreviature per ipsum
rogate et scripte et imbreviate publicavi/ et scripsi et in publicam formam reduxi nil addito remoto
nec diminuto/ preter litteram vel sillabam quod sensum vel sententiam vicet, variet vel mutet
inte/llectum. Et ideo me cum atestatione mea consueta subscripsi in robur et/ fidem omnium
promissorum.
89
Il testo riporta erroneamente il nome Marcho qui sostituito con l'esatto.
379

35
CARTA LIVELLI
1451 Gennaio 17 Gardone, sub portichu domus dicti comunis.
Lanceloto fu Bartolomeo de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del
commendatario della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto a Bertolino fu Tonoli un
appezzamento di terra in contrada Crosete di Gardone, in cambio di sedici bazete di olio all'anno,
secondo la misurazione adottata dal comune di Gardone.
Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg.2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo
quater/centissimo quinquagessimo primo, indictione quarta decima, die decimo/ septimo mensis
ianuarii in Gardono sub portichu domus dicti comunis,/ presentibus: Girardo filio quondam Perti de
Faxano et Comino filio quondam Andrioli de/ Luemo habitatore Gardoni et Bartholomeo filio
quondam Benevenuti dicti de Lagnes de Gardono/ omnibus testibus notis rogatis et ad hec
spetialiter vocatis. Ibi Lancelotus f.quondam Bartholomei/ de Claraschis de Soncino habitator
religionis Sancti Dominici de Tusculano, procurator et procu/ratorio nomine magnifici et generosi
viri domini Brtholomei Maripetro comendatarii/ religionis Sancti Dominici de Tusculano ad multa
sed ad instrumenta spetialiter constitutus/ de qua procura constat publico instrumento rogato et
scripto per Guielminum filium quondam Bertholamei/ Quelani de Materno notarium, die nono
mensis Ianiuarii milliessimo quatercentissimo/ quadrigessimo primo, indictione quarta dceima ac
viso et lecto per me/ Augustinum de Calapis notarium infrascriptum omnibus modo, iure, via,
forma, causa/ et ocasione quibus melius et prout vallidius potuit et potest procuratorio nomine/
prefati domini Bartholomei procuratorii ut supra per calamum quem in suis manibus/ tenebat ad
rectum livellum civitatis Brixie et comunitatis Riperie lacus Garde/ investivit Bertholinum filium
quondam Tonoli de Supianis de Gardono ibi presentem/ et hanc investituram, pro se suisque
heredes sponte suscipientem nominatim de/ una petia terre aratoria, olivata et vidata iacente in
teratorio de Gardono/ pertinenciis ville de Supianis in contrata Crosete cui coheret a mane/
via, a meridie heredes Iohanis Serafini partim et partim heredes Simbeni,/ a monte Bertellus de
Faxano salvis omnibus aliis chorenciis ad habendum, tenendum, gaudendum/ et posidendum
dictam petiam terre et ad quidquid de ea ipsi Bertholino emphitiothe eius/que heredibus iure
livellario placuerit faciendum cum omnibus et singulis que intra/ predictos continentur confines vel
alios si qui forent. Accessibus quoque ingressibus, egressibus et regressibus/ suis usque ad vias
publicas et cum omnibus et singulis que dicta petia terre habet/ supra se, intra seu infra se in
integrum omnibusque iuris, rationibus et actionibus, realibus/ et personalibus, utilibus et directis,
mixtis et ypothecariis, usibus, usanciis, viis, aquis,/ aqueductis, terminis, confinibus, oneribus,
conditionibus, pertinenciiset requisitionibus ipsius us petie/ terre aliqualiter spectantibus et
pertinentibus. Quam quidem petiam terre dictus Lancelotus/ procurator ut supra convenit et
solemni stipulatione promisit dicto Bertholino emphitiothe perpetuo/ deffendere, guarentare,
auctorizare et desbrigare ab omni persona comuni colegio et universitate/ expensis propris ipsius
monesterii. Et hoc quantum est respectu utilis dominii et/ naturalis possessionis translate per
dictum Lancelotum procuratorem ut supra in dictum Bertholinum/ emphitiotham vigore presentis
investiture dando, reddendo et solvendo ac dare, reddere/ et solvere convenit et solemni
stipulatione promisit dictus Bertholinus emphitiotha dicto/ Lnaceloto dicto procuratorio nomine
recipienti et per eum dicto monasterio
380

et successoribus/ suis quolibet anno in festo epiphanie Domini nostri Iesu Christi vel eius in octava/
ad canipam dicti monasteri sitam in dicta religione bacetas sedicim oley boni/ pulchri et recte
mensurati ad mensuram comunis de Gardono sub pena/ dupli dicti ficti quolibet anno comittenda
quo cesatum fuerit a solutione/ dicti ficti in dicto termino quo ficto sit in dicto termino dato et
soluto/ vel saltem debite consignato. Nihil aliud imponatur dicto Bertholino emphitiothe/ salvo
quod, si aliquo tempore in futurum dictus Bertolinus emphitiotha vendere/ aut alienare voluerit
ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum/ emphitioticum sibi Bertholino emphitiothe
pertinens vigore presentis investiture prius/ teneatur et debeat appellare dictum Lancelotum
procuratorem ut supra et per eum dictum/ dominum Bartholameum et successores suos et eys
emere volentibus dare et vendere teneatur/ ipsum suum ius livellarium seu mellioramentum
emphitioticum pro decem soldis planetorum/ minus illo iusto pretio quod habere potuerit a
personis emere volentibus; alioquin/ vendat et vendere possit ipsum suum ius livellarium seu
mellioramentum/ emphitioticum cui voluerit, exceptis potenti viro, miserabili persone consortio
disci/pline hospitali vel aliis personis in quibus conditio dicti monastery fiet deterior/ habendo
semper dictum dominum Bartholoeum comendatarium ut supra et per eum successores suos/
soldos decem planetorum pro nova investitura fienda quibus teneatur et debeat/ novum investire
emphitiotam et in eum investituram facere presenti consimilem in effectu/ pro quibus omnibus et
singulis suprascriptis ita ut premittitur firmitur attendendis et observandis/ dictus Lancelotus
procurator ut supra obligavit dicto Bertholino emphitiothe dictum monasterium/ et omnia sua
bona presentia et futura pigneri. Et dictus Bertholinus emphitiotha/ obligavit dicto Lanceloto dicto
procuratorio nomine recipienti et per eum dicto monasterio et/ successoribus suis, se personaliter
et omnia sua bona presentia et futura pigneri. Renuntiantes et expresse/ renuntiaverunt omni
exceptioni non sic in omnibus et singulis suprascriptis esse et fuisse verum./ Et maxime dictus
Lancelotus procurator ut supra loco ipsius monesteri decretis, decretalibus/ et constitutionibus
sinodalibus Romane Curie Episcopalisque Curie brixiensis. Et uterque/ eorum omnibusque statutis,
ordinibus, promissionibus, reformationibus et decretis illustrissime ducalis/ dominationis nostre
venentiarum,comunis et populi Brixie et comunitatis Riperie predicte. Ceteris/que aliis suis iuribus
et legum auxiliis exceptionibus et oppositionibus quibus/ possent venire aut facere de iure vel de
facto contra predicta vel aliquod predictorum./ Ego Antonius fillius Augustini de Calapis de Materno
notarius et/ (-) habitator Tusculani. Ex comissione mihi facta per infrascriptum/ Augustinum de
Calapis notarium publicandi prescriptum instrumentum illud idem secundum teno/rem
imbreviature per ipsum rogate et imbreviate publicavi et scripsi et in/ publicam formam reduxi nil
addito remoto nec diminuto quod sensum vel sententiam mutet,/ vicet vel variet intellectum. Et
ideo me cum atestatione mea consueta/ subscripsi in robur et fidem omnium promissorum.
36
CARTA LIVELLI
1451 Gennaio 17 Gardone, sub portichu domus dicti comunis.
Lanceloto fu Bartolomeo de Claraschis procuratore della religione di San Domenico, a nome del
commendatario della stessa Bartolomeo Maripietro, ha dato in affitto per nove anni a Comino fu
Andriolo de Luemo un appezzamento di terra che fu di Pietro Quelani, sito in contrada Calmarine di
Gardone, in cambio di due bazete di olio all'anno, secondo la misurazione adottata dal comune di
Gardone.
381

Notaio: Antonio figlio del notaio Augustino de Calapis di Maderno.
Originale, A.S.M., F.R., reg2, car. 96.
(S.T.) In Christi nomine amen. Anno a nativitate eiusdem Domini curente milliessimo/
quatercentissimo quinquagessimo primo, indictione quarta decima,/ die decimo septimo mensis
ianuarii in Gardono, sub portichu/ domus dicti comunis, presentibus: Bertholino filio quondam
Tonoli Pelini de Supianis,/ (...) (...) fillio quondam Antonioli de Caravatio habitatore Gardoni et/
Petro filio quondam Andrioli de Mornaga, omnibus testibus notis rogatis et ad hec spetialiter/
. Ibi Lancelotus fillius quondam Bartholomei de Claraschis de Soncino, habitator religionis
Sancti Dominici de/ Tusculano, procurator et procuratorio nomine magnifici et generosi viri domini
Bertholomei Mari/petro comendatarii religionis Sancti Dominici de Tusculano ad multa sed ad
instrumenta spetialiter/ constitutus de qua procura constat publico instrumento rogato et scripto
per Guielminum filium quondam/ Bertholamei Quelani de Materno notarium, die nono mensis
Ianiuarii milliessimo et indictione/ suprascriptis ac viso et lecto per me Augustinum de Calapis,
notarium infrascriptum, omnibus modo, iure,/ via, forma, causa et ocasione quibus melius et prout
vallidius potuit et potest procuratorio/ nomine prefati domini Bartholomei comendatariii ut supra
per calamum quem in suis manibus tenebat ad/ rectum livellum civitatis Brixie et comunitatis
Riperie lacus Garde, ad novem annos ad/ novam investituram fiendam investivit Cominum filium
quondam Andrioli de Luemo habitatorem/ Gardoni, ibi presentem et hanc investituram, pro se
suisque heredibus sponte suscipientem nominatim/ de una petia terre aratoria, olivata, vidata et
Rosiva que fuit Petri Quelani iacente/ in teratorio de Gardono pertinenciis (tersinici) in
contrata ubi dicitur ad Calmarinas, cui/ coheret a mane via, a meridie heredes domini Bertoli de
Vallecamonica, a sero similiter partim et/ partim Bersaninus de Guizerotis et partim Tomas
Vosengane, a monte Bersaninus/ suprascriptus salvis omnibus aliis chorenciis que est per
mensuram septuaginta tabularum. Ad/ habendum, tenendum, gaudendum et posidendum dictam
petiam terre et ad quidquid/ de ea ipsi Comino emphitiothe eiusque heredibus iure livellario
placuerit faciendum/ cum omnibus et singulis que intra predictos continentur confines vel alios si
qui forent. Accessibus/ quoque ingressibus, egressibus et regressibus suis usque ad vias publicas,
cum omnibus et/ singulis que dicta petia terre habet supra se, intra seu infra se in integrum
omnibus/que iuribus, rationibus et actionibus, realibus et personalibus, utilibus et directis, mixtis
et/ ypothecariis, usibus, usanciis, viis, aquis, aqueductis, terminis, confinibus, oneribus,
conditionibus,/ pertinenciiset requisitionibus ipsius us petie terre aliqualiter spectantibus et
pertinentibus./ Quam quidem petiam terre dictus Lancelotus procurator convenit et solemni
stipulatione/ promisit dicto Comino emphitiothe perpetuo deffendere, guarentare, auctorizare et
desbrigare/ ab omni persona comuni colegio et universitate expensis propris ipsius monesterii. Et
hoc/ quantum est respectu utilis dominii et naturalis possessionis translate per dictum Lancelotum/
procuratorem ut supra in dictum Cominum emphitiotham vigore presentis investiture dando,/
reddendo et solvendo ac dare, reddere et solvere convenit et solemni stipulatione/ promisit dictus
Cominus emphitiotha dicto Lnaceloto dicto procuratorio nomine recipienti/ et per eum dicto
monasterio et successoribus suis quolibet anno in festo epiphanie Domini nostri/ Iesu Christi vel
eius in octava ad canipam dicti monasteri sitam in dicta religione/ bacetas duas oley boni pulchri et
recte mensurati ad mensuram comunis de/ Gardono sub pena dupli dicti ficti quolibet anno
comittenda quo cessatum/ fuerit a solutione dicti ficti in dicto termino quo ficto sit in dicto termino
dato/ et soluto vel saltem
382

debite consignato. Nihil aliud imponatur dicto Comino/ emphitiothe salvo quod, si aliquo tempore
in futurum dictus Cominus emphitiotha 90
APPENDICE II.
TRASCRIZIONE DEL DOCUMENTO A.S.B., FONDO OSP. MAGG., BOLLE IN PERGAMENA.
1260 Novembre 1
Un certo Boldrico di Toscolano eleggendo erede di due parti dei suoi beni il ministro della
congregazione di San Domenico dispone che debbano e possano sia essere venduti sia distribuiti tra
i poveri, con il consiglio del preposito e di alcuni frati della domus fratrum de Toscholano.
Bifolio della Congregazione di San Domenico di Toscolano, A.S.B., fondo Ospedale maggiore, bolle
in pergamena, filze AA BB, f. 2v.
Carta possessionum terarum iacentium in tera de Se/cina in teratorio de Toscholano. (...) (...) (...)
scriptum per Bonaventuram de Blenziis notarium. Die/ intrante primo mensis novembris millesimo
ducentesimo sexagesimo. (Continens) quidem Boldricus/ filius quondam Pacis quondam domine
Madiane de Secina de Toscholano inve/stivit ministrum congregationis Sancti Dominici qui nunc et
vel pro tempore eius heredem/ in duabus partibus omnium suorum bonorum, mobilium et
immobilium/ tam allodiorum quam livellarium que bona debeant et possint vendi/ et partim
distribui inter pauperes Christi cum consilio prepositi domus fratrum de/ Toscholano et fratris
Bertoldi conversi dicti domus et fratris Sperindei de dicta/ domo et fratris Bertoldi confratri de
ordine fratrum predicatorum.
90
Il testo in questo punto si interrompe.
383

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BETTONI F., Storia della Riviera di Salò, Bologna, 1968.
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mendicanti e il movimento religioso femminile nel XII e XIII secolo e sulle origine storiche della
mistica tedesca, Bologna, 1974.
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agostiniano, VIII, Firenze, 1932.
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LONATI G., Gli archivi della Riviera bresciana, Maderno,Brescia, 1927.
LONATI G., La pieve e il comuna di Maderno. Venti secoli di storia religiosa, politica, economica,
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384