n. 1 - gennaio 2009 - Collegio dei Geometri della Provincia di Verona
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CULTURA DEL TERRITORIO<br />
Valpolicella, un’architettura tutta da salvaguardare<br />
ilGeometra veronese<br />
Valpolicella, un’architettura tutta da<br />
salvaguardare<br />
Contrade, fontane e capitelli, ville venete e tanta pietra.<br />
La valle non è solo terra da vino, ma anche un un’area ricca <strong>di</strong> gioielli artistici.<br />
Purtroppo i turisti non lo sanno<br />
Terra <strong>di</strong> vigneti incorniciati in<br />
suggestivi paesaggi collinari,<br />
tra monumenti storici e tra<strong>di</strong>zioni<br />
locali, la Valpolicella è<br />
una perla del panorama scaligero,<br />
che non trova, però, una<br />
(Villa Giona-Fagiuoli)<br />
strada efficace da imboccare<br />
per una buona promozione del turismo calata in un<br />
sistema integrato <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> marketing.<br />
Un’esigenza emersa durante l’appuntamento organizzato<br />
dalla Strada del vino Valpolicella, che ha<br />
voluto cercare meto<strong>di</strong> per celebrare non tanto la<br />
produzione vitivinicola, quanto il contesto del territorio<br />
nel quale essa si svolge.<br />
(Panoramica <strong>di</strong> Negrar)<br />
“Verso un sistema integrato per la Valpolicella.<br />
Esperienze e strategie <strong>di</strong> marketing territoriale a<br />
confronto” era il tema <strong>della</strong> tavola rotonda, volto ad<br />
offrire - come ha spiegato il presidente <strong>della</strong> Strada<br />
del Vino Valpolicella, Adriano Aldegheri - un’occasione<br />
per il confronto e la riflessione sulla valo-<br />
rizzazione <strong>di</strong> questo territorio, partendo sì dalla vocazione<br />
vinicola, ma senza tralasciare scenari paesaggistici,<br />
monumenti storici e antiche tra<strong>di</strong>zioni<br />
culturali.<br />
La Valpolicella, infatti, si caratterizza per peculiarità<br />
architettoniche ed artistiche particolari, legate<br />
ai materiali che hanno fatto <strong>della</strong> zona un importante<br />
centro per la lavorazione, ad esempio, del<br />
marmo e <strong>della</strong> pietra. Al <strong>di</strong> là <strong>dei</strong> centri urbani <strong>di</strong> più<br />
recente sviluppo, legati alle mutazioni urbanistiche<br />
tuttora in corso, la Valpolicella non vantava imponenti<br />
agglomerati <strong>di</strong> case e il nucleo abitativo caratteristico<br />
era la contrada: un gruppo isolato <strong>di</strong> case<br />
che aveva - fino a quarant’anni fa - il suo centro<br />
non tanto nella piazza, ma attorno alla fontana in<br />
pietra, dove le donne passavano molto tempo impegnate<br />
nella “lissia”, il bucato annuale. Qui si attingeva<br />
acqua per gli usi domestici e gli uomini portavano<br />
gli animali ad abbeverarsi e preparavano il<br />
verderame per le viti. Anche in questo contesto è la<br />
pietra a dare struttura alle fontane, sud<strong>di</strong>vise in vasche<br />
e dotate <strong>di</strong> ripiani obliqui per il lavatoio, che<br />
tuttora esistono conferendo un tono suggestivo e<br />
“del tempo che fu” ai borghi valpolicellesi.<br />
La pietra riconduce anche alle pievi: erano quattro<br />
le più importanti <strong>della</strong> Valpolicella. San Giorgio<br />
Ingannapoltron, San Floriano, San Martino <strong>di</strong><br />
Negrar e San Pietro <strong>di</strong> Arbizzano. Di quest’ultimo<br />
complesso romanico, sopravvive soltanto la casa<br />
canonicale, mentre a Negrar è rimasto il campanile.<br />
San Floriano e San Giorgio, invece, vantano ampie<br />
testimonianze architettoniche, e la perla <strong>di</strong> quest’ultimo<br />
è l’antica chiesa <strong>di</strong> origine longobarda.<br />
Oltre ai villaggi e alle contrade, altra peculiarità<br />
<strong>della</strong> vallata erano le corti rurali, sorte all’interno <strong>di</strong><br />
piccole aziende agricole, condotte un tempo a<br />
mezzadria.<br />
Gennaio <strong>2009</strong><br />
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