Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni
Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni
4p R E 3G -N O 3 CI lafcn gli animi déllrfuoi molto eecititi,c6 maggior crudeltà affali Mg affata l e pruuincij prello àStiiniotic^: AidHpoli^Ali'horaSebaliocracono le ùYOUintic r r \ r - • i i i % i deKomant. rc>huomo giouane ratto alquato auiero per la già hauuta vittoria 9 intendendo cheli nemici feorrcuano il territorio di Serre>nó fi cu- rò d'intendere il numero,e le forzej oro,» ma farro (ubi tamente da- ', rei legno nelle trombe, eprimomontandofopra'lcauallo vibrò la lanciacontrali nimici, comecheei haueffedavfciTeà qualche caccia apparecchia tadi cernirò altri animali . Onde fèndo andato alianti tre miglia e mezo intorno ^llraccò la cauallaria ,ei pedoni in manieracene nel tempo della battaglia diucnneroinutili 5 & comes'auicinarono al campo nimicoja maggiore la princi pai par- te dell'efferato d'Iafen llaua dilpolla ne gli aguati , che Jaicn haue- uà teli à Seballocratorc; ilquale nonaueggendofi de gl'inganni^t Romanirotti ftratagemmedel Bulgaro,con vna vana fpcranza,chc della vittoria *l*n» haueuaconceputo,pazzarnéte fi (pinlecontra li nimici. Iqualivfcc do degli aguaii, e tolti in mezoi Romani vecifero molti di loro, & S /rÌ! 0< ?*L*^ effo Sebailocratorefu fatto fchiauo.Li Bulgari fatti perciò vie piti de'Buigari. coraggioli, icorreuano da pertuttoliberamentc>noneliendoalcu 110 che rehilefle loro. Perchequellijchc no vi morirono nella gior nata,fuggendoà Serre raddopiauano i palli. Et lo Scitha,chehaue* uà prefo Sebaftocrarore, sforzauafi à tutti i modi di tenerlo celato, perchelafen non lofapeffe :fpcrando , ogni volta che lo conduce!- le in Scithiai hauereper (uo rilcatto gran lòm ma de danari . Ma ef- fendo diuolgato,che ilCapitano Generale era ih to prclo, fu co di - ligenzacercatOj&haacndolotrouatolo còd ufferoà Iafen. In que- lla giorn a ta.(ohra gii al tri) fu prelbvn Sacerdote Romano, ilqualc fàpeua benimmo la linguaBulgaraj&cffendo menato verfoTÈmo llrcttaméreprcgaua,c lupplicauaIasé,acciocheloliberaffe.Maegli non volle ciò farcàhiun patto, dicédo,che il fuo intento era di fa- re morir più co ilo metili Romaniche conferuarepur vnoin vita. All'hora il pouerolàcerdore cominciò pregargli ogni male dicendo, ilSignor Iddio non habbia milericordia alli voflri peccati, ma vi faccia morire di mala morte cóforme alli voflri misfatti. Laqual cola, non andò molto innanzi, chcgl'intrauennclmperochc tornando egli in Bulgaria, Vno de'luoi famigliari Tvccifc. lidie come ji the melo aucniffe , lo dirò qui breuementc Era in Bulgaria vno Barone, il Rè lajen fu addimadato Iuanco molto famigliare d'Iafcn:Coilui haueuahauti rmm ' to drena amicitia con la forclla di Iafen . Ilquale accortoli di ciò daua
D E (G L I S L A V I. 4n daua colpa alla fua moglie, dicendocene m erica uà perciò le fo (Te troncatala tefta.Maclla airincontroincolpaualui,- che fendo più Volte di quello auilato,l'haueua nondimeno taciuto Tempre finoà quella hora. Onde voltò poi tutta Tira, e fdegno contraluancojll qualeienza alcun indugio mandòàchiamare di notte. Dclchcen tratoegliinfoipetto,s*iicufauadinóporervenireinfinlamartina, ma Iafen inftauachcà tutti imodi venifle quanto prima. Ouevno di quelli, eh* erano mandati per IuancoJ'auisòàcheefFetto era chia mato . Nondimenoluanco v'andò maperò voile prima parlare, & configliarficon li parenti,& amici (opra quello haueua da fare,- & gli fu detto,chc fc n'andalTe fenza altro: ma però che vedette di por tariecofotto la veftevna fpadalonga. Etvedendo,cheIaren comin ciaiTcgridare,e finir la cola in minaccicfole,checerca(Teàogni modo di placarlo, e dimandargli perdono. Ma le poi Ialen voleua menar le ma ni, che ei fi sforzale a preuenirlo, e ferirlo a mortc.Ora duqucvenutochefuluancoalla preienza di Iafen, egli tolto comi nciò grid are,che gli folle portatala (pada, che voleua ammazzare vn tradì tore^ma non fua tempo; perchcluanco futuramente corfè, e B
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All'hora il pouerolàcerdore cominciò pregar<strong>gli</strong> ogni male dicendo,<br />
ilSignor Iddio non habbia milericordia alli voflri peccati, ma<br />
vi faccia morire di mala morte cóforme alli voflri misfatti. Laqual<br />
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il Rè lajen fu addimadato Iuanco molto fami<strong>gli</strong>are d'Iafcn:Coilui haueuahauti<br />
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