Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni
Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni
fivi rf' fUw/sT .1 R E G N G huomini molto altieri. I quali moleftaronoli Raufei ctiaridio,6£ tutto cnc non falcifero loro guerra aperta , nondimeno ( oltrache fempre trattarono male li mercanti Raufei, che capi tauano nelpae* fcloro guadarono più voltci confini & il territorio diRaufa. Si- ) gnorcggiandqadunquein quello modo, & facendomoltcingiu- llitie ài popoli di Chelmo,& portandoli maleconjtucti li Signori vi. cini; Stefano Bano di Bofna, non pocendoà lungo andare compor tando l'infoi e nzeloro,farxo l'eflercito, lo diuile in due parti, vna dic- Kepofnmvnr deal Voieuoda Repofnan Purchich,& lo madò ad occupare Sago- " Iie^ Neuefigne; l'altra era fotto la condotta del VoienodaNighier* dadffSofnefi a cui ordinò,chedouc(fe andar, e trouareidettifratelliinqu.il fi vo» glia parte di Chelmo , & con eflì fare la giornata . Andato adunque Nighiercon reiTercito,trouò Michele, & Dobrouiin L hclmo, in vn luogo detto Brieft con pocagente,che icco haucuano; & qua* tunquccoitorohauefTero poruto ichirTare la battaglia; non dimeno perch'erano huomini corraggiofi, nò fecero itimadcllìnimico, ma Michely&Do combatterono co luivalorolamente; ma pure furono rotti,& mor- -N^bicrroi*" " «ella zuffa . Nighicr Voieda cominciò pertanto impatronirfi di noia. di Ch elmo, ch'era occupato da loro, &pc*(eguitarcBranco,& Brai- co* de* quali Branco, per non venire in mano de'nimici,- andò in Raflìadal Rè Stefano Cicco,àcui hauendo fatto fapere, com'il Bano di Bofna haueua ammazzato due fuoi fratelli,& che andaua occupando il Chelmo, lo cominciò pregare, che gli dette lercino , per ricuperare detto Chelmo, che di ragione ipcttaua al Regno di Raf- fia; promettcndoli.che lo tenirebbe per conto fuo*& gli farebbe sem- pre fedelcj&vbbidiente. A cui il Rè(come foggio Signore )ri(po(e : Voi men tre erauate quattro fratelli, &chclecofevoltre andauano conprofperita,(aIitiin fuperbia, non curauate venire da me;& eh e più, ammazzaftiilmiofedcleGiupanoZrep,6i occuparti tirannicamentelemiecontradc,fenzahaueralcunrifguardoaliamiapcrfona : horaaftrettidaneceflid vi humiliate,& dimandate l'aiuto, ilquale certamente non hauerctemai.Ondcfubitamente lo fece li- gare , & lo mando aitar prigione nella città di Cataro . L'altro fuo fratello Braicovedendofirimafofolo fi ritirò àStagno adouevenne l'eflercito del Bano per pigliarlo; &egli non fapendo eh? fi far altro, fuggì infieme con la moglie,ch'era figliuola di Voino, allo feogho di Olipa non guari lontano da Stagno. Itcndendo quelro i Raufei, mandarono a quel luogo vna lorp galea, per prenderlo la quale lo
D EOGìfc Ir;S3L A V I. 3?) lo n-.enòàfcR«ifa,&iiJÌ fófitco prigi8nc"-.h fu.r.rcWglre lafciarono *""" m,u « r r uri i • 1 • i r 1 i > i • «•» r a (atar0 » CT andare da iuoi natelli.hgliuoliai Voino. te quando il Redi Raisia araicoài\au/a -feceammazzareBrancoàCataroJi Raufci parimeli te fecero moli- le di fame Braico in carcere. Etquefto fu il fine,che hebberoi figli- uoli di Braniuoi, per le loro opere inique; ne reitò alcuno di loro icg Jiaggio.OndciiBano diBolna tennein pacc,&fcnza alcun contra ito ilContado di Chelmo $ eccetto che Pietro Tóllenouich pronepoteddConte Andrea, huomo digrande animo, &eiTercirato in armi,ilqualeteneua Popouoconla marina, nonrvbbidiua,nèfi contentauahauère fopra di sé il dominio di Bofna .Per la qual co- la Stefano Bano mandò Tederei to ad opprimerlo; ctellendo (tato lottOj&prelo nella battaglia* la gcn re del Bano lo menaua ligato acauallocon ferri à piedi lotto'l ventre d'elio cauallo. Ma per ordì nedelBanoauantichevcniiTeallaluapielenzajfùprecipitatoinfie ineco'l caiiallodavnaripadel fiume, & rotolando per quella s'in- contrò in vn albero, per li rami del quale tenendoli co le mani,ftec te così vn'hora buona, fomentato per forza delle braccia:infieme Ttòtalaga-co'lcauallo.Ondeglì furono buttate adolTo le pietre, & così mor- gUardiadiVie co cade nel fiume. Dopò quello il Bano Stefano diede per moglie Ulcbt lafua forellaCatalcna,à Nicolo Zio di detto Pietro, & nipote del (Conte Andrea, per eflfer di nobillangue,con tuttoché non fufledt smolto valore; a cui diedeetiandio il luo patrimonio,cioèla villa di Popouo. Nicolocon quella "moglie hebbe due figliuoli , Boghiicia, &Vuladislauo;iquali non fecero buona reuicita. Et morto chefùStefanoBano,Tuartco(uo nipote, Se fuccelTore nel Regno hebbe pacifico poiTeiTo di Chelmo . IlConfineyàChelmoj&ZentaèlaCittàdi Raufa;& poil evnà Cofinetrichel m>&Zenta - Croce fa tra in vna pietra gràdeinOmbla ioj>raPrieuor;& è vn luo go appretto il fiume di Trebine,dettoHoncilas, là doue è vna gran pietracan il legno; & poivaverfoRudine,& in Gazca,&fin'àSu- jieicha.Dalcuantc rimanila iTia, ch'eia gentedi Trcbinc,Rudinèi &Gazca. Da-ponenterefta là ragione di Chelmo,cioè Popouo,Lu kine,Gliubomir, Vetnizi,& Neuefigne. Il Confine tra Chelmo, & Bofiia è fecondo nafee il fiu- . jncdiNarentcinVilTeua, cV: come corre il detto fiume inverfo Cogniz. Ddd AR-
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di Ch elmo, ch'era occupato da loro, &pc*(eguitarcBranco,& Brai-<br />
co* <strong>de</strong>* quali Branco, per non venire in mano <strong>de</strong>'nimici,- andò in<br />
Raflìadal Rè Stefano Cicco,àcui hauendo fatto fapere, com'il Bano<br />
di Bofna haueua ammazzato due fuoi fratelli,& che andaua occupando<br />
il Chelmo, lo cominciò pregare, che <strong>gli</strong> <strong>de</strong>tte lercino , per<br />
ricuperare <strong>de</strong>tto Chelmo, che di ragione ipcttaua al Regno di Raf-<br />
fia; promettcndoli.che lo tenirebbe per conto fuo*& <strong>gli</strong> farebbe sem-<br />
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Voi men tre erauate quattro fratelli, &chclecofevoltre andauano<br />
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ilquale certamente non hauerctemai.Ondcfubitamente lo fece li-<br />
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l'eflercito <strong>de</strong>l Bano per pi<strong>gli</strong>arlo; &e<strong>gli</strong> non fapendo eh? fi far altro,<br />
fuggì infieme con la mo<strong>gli</strong>e,ch'era fi<strong>gli</strong>uola di Voino, allo feogho<br />
di Olipa non guari lontano da Stagno. Itcn<strong>de</strong>ndo quelro i Raufei,<br />
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