Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni

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Tìt molto affcttionato à &au /ti. Stefano Batto yendé flagno con Upontaà Kgufei. Zara afjedìata da Vtneùanu Quado prjmie tornente i fra- ti minori -ven- terò in Bofna. . H2 R E G N O StefanoBano era molto affetionatoverfo la città di Raufa, li cui mercanti, che molti erano nelluopaelc, negotiauauo liberamente per tutto il Tuo Regno . Et la detta Città Thonoraua con rpeflfe Arnbafciarie,&doni. Ondeeglisì perquello^om'ancorper mol- ti ìcruiggij&fauoririceuuti daeflì, nel mille trecento è trenta tre, vendèàloro Stagno con la Ponta, il che diceuaappartenercàlui| comcai-Cou te di Chelmo , & cfli s'obligoi no dargli ogn'a nno ceto , e cinquanta ducati .Mal'annofeguente, per mala informano* ned'alcuni nimici de'Raulèi , 1 quali dicevano che quelli nonpo r debbono mantenere, ne difendere quei luoghi, mandò à Rania. perrihauerli. OndeliRaufei menando gli AmbafciadoriBomcft invna lorogaleaàStagno , inoltrarono loro la fortezza, e le musa fatte da loro . Tornando adunque li detti Ambafciadori in Bofnaj efpofero al Sano qua ntohaueua no vifto. li quale dopò mandò alti Rauiei cento libre d'oro, & altro tanto d'argento in aiuto di detta fabrica. Nel tempo di quefto Bano^odouicoRèd'Vngaria'ifaUa in gran guerra con Venctia ni, per conto di Zara; la quale fendo fua,efiì gli haueuanopofto attedio attorno , per eipugnarla. Onde Lodouico venne in perfonaàfoccotrerlav menando feco il Bano Stefano, l'anno mille trecento e quarantasei . Mapercheli Vejictianil'haucuano circondata con fortifsimibaftioni,&con mol- ta gente, che haueuano per terra, & per mare, il Rè non potè foc- correrla . Perlochefù afforzato di ritirarli indietro. Né da quel tempo in poi il Bano Stefano ofaua di venire alla prefenza di Lodoui- co; ò perche conofceua,che in {occorrere quella Città non fiera portato bene,eà fua fa tisfa rione: ò forle(come altri vogliono) perhaueregliad inftanza de' Vcnetiani congiurato infìtme con alcuni Baroni Vngari, e Croati contro la perfona di Lodouico: Il quale non lì vedeua poi molto afTetionato al detto Bano. Nel cui tempo erano in Bofna molti herctici,& ipetialmente li Patari- ni . Onde il Pontefice Romano , che fu Clemente fefto Tanno mil- le trecento e quaranta nouc,mandò nel Regno di Bofna alcuni fra ti Minori, huomini di fanta vita, fràquali fu frate Pellegrino, & ftateGioannidelRegnod'Aragonajpereftirparecolmczodiquciliilmorbodicotanteherefie.Lcqualida chi primieramente fuf- fero introdotte in quel Regno , non farà fé non à proposto dirlo in queii luogo Lahcrefiadunqucde'Patarini di Bofna hebbe origine in quel luogo

D E Gì 1 SLAVI. luogo ( come fcriuc Pietro Liuio Vcroncfe) Paterno Romano: il quale fu (cacciato da Roma con tutti i fuoi feguaci , & iuccefsiua mente da tutta Italia. Et così (cacciati non trouando luogo, né ricetto, pacarono per Friuli in quelle parti di Boina : ouealcuni di loro (ì fermarono,- e altri penetrando più oltre nellaTracia ,la loro danza fermarono attorno l'Ulto , non lungi da Nicopoli . I quali viueuarjo lenza lacramenti ,fenza iacrificio, & fenza facer- dotio pure fi chiamauano Chnlliani$ digiunauano venero , 1 ì,of- (cruauanoi giorni di Dominica,con tutte lefolennità Chnftiane, fpecialmcnte l'Afcenfa del nollro Signore : non h battezziamo, aborriuano la Croce *& (ì chiamauano PA VLICHI AN I. 1 quali hanno perfeuerato in queftiloro cuori iniino ai principio di quella vltima guerra fràrimpcradoie,ilTranluano,eiI Turco : ina vedendoli aulire da Chriltiani , &: menare in cattiuitàcome fulTero Turchi, (i ion riiolu ti abbracciare il vero colto de' Chri- ltiani. Erano in quei luoghi da quattordici villaggi habitati da quelli Paulichiani. £ alcuni de* Greci credono, che quelli fieno itati li feguacidi Paolo Samofetano, gabbati da quello nomo; ma fono inerrore. Perche coiloro fono flati lontani da gli errori del Samofetano. Etcredo,checomcquelli di Bofna chiamaronfl Palarmi >alludendo al nome di San Pietro, .così quelli a San Pao* lo» tutu due Apoftoli,& patroni di Roma. Ora dunque, per tor- nare al nollro ragionamento di Boina , Venuti che furono iiu- detti Frati Minori in quel Regno, reulcì la cola centra U lorelpetlationc.Imperochedubitauano , chcilBano Stefano, il quale teneua rito Greco , e però non prellaua vbidienza al Papa, non b'op ponelTeloro: ma egli fece tutto Toppo/Ito . Perche riceuendogli con gran benignità, diede loro licenza di predicare pubicamente contrai detti hcretici, e introdurre la fede Romana; parendogli che meglio era hauere nel fuo Regno huomini della fedeCatho fica Romana, che in poche cole difcrcpaiia dal rito Greco, chegli Heretici ,i quali erano con tra rij, e alli Greci, eà i Latini . Nel che ì detti Frati furono molto aiutati daDomagna di VolzoBobalica nonico Raufeo , huomo ietteratillimo , ft di vita molto eltempla- ie.Il quale trouandoll appretto il detto Bano col vftìcio del Secretalo maggiore, lo perfu a le, che lafciata la fuperlti rione Greca, ab- bracciane il iiroRorttr.no . E t efsédo quello Ba nò in guerra (com'è detto)con Si 'fano NemagnaImpcradore,&defidcrando elio Ne Yy . magna * ottavini bere* tici bebbero o- nginc da P*-. tèrno. .Alcuni di loro- fi fermano in Bo/na. .Altri paffano inTracia &fi chiamane "Pan licbiani. Deucntano ca- tbolici . Eirorr d'alcun nkGrecj, circi l'origine de. |; Tanticbani he retici. Frati fninoii;,, predicano con» trai Vatarìnì di Bofna. Bzno Stefano fu di rito Gre* to '-' Domagnd Do-- bob. incretorio maggiore del Bano Stefano,

Tìt molto affcttionato<br />

à &au<br />

/ti.<br />

Stefano Batto<br />

yendé flagno<br />

con Upontaà<br />

Kgufei.<br />

Zara afjedìata<br />

da Vtneùanu<br />

Quado prjmie<br />

tornente i fra-<br />

ti minori -ven-<br />

terò in Bofna.<br />

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H2 R E G N O<br />

StefanoBano era molto affetionatoverfo la città di Raufa, li cui<br />

mercanti, che molti erano nelluopaelc, negotiauauo liberamente<br />

per tutto il Tuo Regno . Et la <strong>de</strong>tta Città Thonoraua con rpeflfe<br />

Arnbafciarie,&doni. On<strong>de</strong>e<strong>gli</strong>sì perquello^om'ancorper mol-<br />

ti ìcruiggij&fauoririceuuti daeflì, nel mille trecento è trenta tre,<br />

vendèàloro Stagno con la Ponta, il che diceuaappartenercàlui|<br />

comcai-Cou te di Chelmo , & cfli s'obligoi no dar<strong>gli</strong> ogn'a nno ceto<br />

, e cinquanta ducati .Mal'annofeguente, per mala informano*<br />

ned'alcuni nimici <strong>de</strong>'Raulèi , 1 quali dicevano che quelli nonpo r<br />

<strong>de</strong>bbono mantenere, ne difen<strong>de</strong>re quei luoghi, mandò à Rania.<br />

perrihauerli. On<strong>de</strong>liRaufei menando <strong>gli</strong> AmbafciadoriBomcft<br />

invna lorogaleaàStagno , inoltrarono loro la fortezza, e le musa<br />

fatte da loro . Tornando adunque li <strong>de</strong>tti Ambafciadori in Bofnaj<br />

efpofero al Sano qua ntohaueua no vifto. li quale dopò mandò alti<br />

Rauiei cento libre d'oro, & altro tanto d'argento in aiuto di <strong>de</strong>tta<br />

fabrica. Nel tempo di quefto Bano^odouicoRèd'Vngaria'ifaUa<br />

in gran guerra con Venctia ni, per conto di Zara; la quale fendo<br />

fua,efiì <strong>gli</strong> haueuanopofto attedio attorno , per eipugnarla. On<strong>de</strong><br />

Lodouico venne in perfonaàfoccotrerlav menando feco il Bano<br />

Stefano, l'anno mille trecento e quarantasei . Mapercheli Vejictianil'haucuano<br />

circondata con fortifsimibaftioni,&con mol-<br />

ta gente, che haueuano per terra, & per mare, il Rè non potè foc-<br />

correrla . Perlochefù afforzato di ritirarli indietro. Né da quel tempo<br />

in poi il Bano Stefano ofaua di venire alla prefenza di Lodoui-<br />

co; ò perche conofceua,che in {occorrere quella Città non fiera<br />

portato bene,eà fua fa tisfa rione: ò forle(come altri vo<strong>gli</strong>ono)<br />

perhauere<strong>gli</strong>ad inftanza <strong>de</strong>' Vcnetiani congiurato infìtme con<br />

alcuni Baroni Vngari, e Croati contro la perfona di Lodouico:<br />

<strong>Il</strong> quale non lì ve<strong>de</strong>ua poi molto afTetionato al <strong>de</strong>tto Bano. Nel<br />

cui tempo erano in Bofna molti herctici,& ipetialmente li Patari-<br />

ni . On<strong>de</strong> il Pontefice Romano , che fu Clemente fefto Tanno mil-<br />

le trecento e quaranta nouc,mandò nel Regno di Bofna alcuni fra<br />

ti Minori, huomini di fanta vita, fràquali fu frate Pellegrino, &<br />

ftateGioanni<strong>de</strong>lRegnod'Aragonajpereftirparecolmczodiquciliilmorbodicotanteherefie.Lcqualida<br />

chi primieramente fuf-<br />

fero introdotte in quel Regno , non farà fé non à proposto dirlo<br />

in queii luogo<br />

Lahcrefiadunquc<strong>de</strong>'Patarini di Bofna hebbe origine in quel<br />

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