Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni

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w° R E G N O ?iariceuuta,&: la morte del fra telIojmefTo dietro al Defpoto molte Ipie ,andauacon diligenza eflrema inueiligando i progreffi Tuoi i Ethauendohauutoinditio,comeandando Giorgio nuedendo le fortezze, doucua paflarein breucfùperlariuadel Danubio; mck lofi fui camino, onde voleuapaflarc,con buon numero di armatiy fubito che fi fùcondotto a quel luogo,fcopertofegli a fronte, & co • in jf,, erande impeto affamatolo, hauendo^li neldefenderfi tagliate due Cmgioèfatto ò r » ir 5 - ^ 1 ir prigione da Mi dita della mati deltra, alla Irne lo rece prigione. Dalqual nicatatockeUzilugo. {] con grolla fomma di danari,& riduttofì a cala, non hauédo mai potuto riilagnar il fangue,che dalla mano tagliata al coti mio Ver-» Trapafa di iaua, in breuc tempo morì, l'anno 1457. Etqueflofùil fine di qucJUvtta* Giorgio Defpo t di Rafìia. Il quale fu h uomo di bella fla tura di co¥ pò, &haucualaprefenzad'vna bella macftà,dieloquéza,&digr* ri, inconHantc uità del parlarc,quanto mai fuiTe vn'altro, di nobile famiglia&art tichifsima. Ma poco collante nell'anioni fuc. Dopò la cui mone nelle fiteàtùQ» Lazaro fuo figliuolo, il quale ad infiali za della fua madre, viucnd# ancora Giorgio fuo padre,prcfo haueua per moglie la figliuola di labaro fuofi- Toma fo Pai eologo,fucceffe nel Regno, non oftantechela fua ma fintolo gltjttc- L r j-j doli ìngiultamentepriuare del Regno,con buonalomma didana cj re yeri na fa uonfse Gregorio fuo fratello maggiore. Il quale vederi cedcnclrcgno* • jlo simarita cola majò °7>aleol$' rj ncorie infieme co'l fratello Stefano à Maumettc. Il quale gli aù kg no vna piccol parte del paefeper poter campare honeflamente go* la vita. Et fece pace con Lazaro, il quale fé gli obligò a pagare venti sì fa tributario nula feudi del tributo ogn'anno. Giorgio haucualafciato nel fuo del Turco. ceilamento per gouernatrice dello flato dc'fìgliuoli Terina fua moglie. Ma Lazaro non contentandoli di quello, perfarfipadroncà Urina Defaìn* bacchetta.metto da parte il timor di Dio, auerenò la madrein vna! Lattuca. Diuulgata chefù quella fceleragginc, la quale Lazaro ha^« auclenata dal ueua commetta , vennein tanto odio appretto de' fuoi vallali , &'a *zaro."*° La ^Lazaro more ie gli altri vicinijchc Maumetteprefeanimo d'occupatela Raflìa. La qual cofa intendendo Lazaro,e temendo dell'etterato di Maumei te,s'amalò di dolore,& toflo fi morì fènza figliuoli maiebi : laida do iolamente tre figliuole femine, Maria, Erigni,&Miliza . Dclfe quali Maria ancorinvita del padre fu maritata con Stefanovlti» mo Rè di Bofnu. Et laltrcduc vennero àRaufainfiemecon lama rSo Raufacondne Engni àGioanni Duca di San Pietro in Galatina,& Tal tra Mili- piene*'à ^ rc > dopò efTere Hata fcacciata del fuo Regno . La quale maritò fatmole. ladiedcper moglie àLionardo Dcipoto di Larta, Quclbunogltti di

DB GLI S L AVI. 941 di L'azaro il chiamò Helcna , la quale reftò nel gouerho dopò la morte del marito. Gregorio figliuolo di Giorgio cercola cacciare gUy^lnc** «li quello Stato.Maleiracedoncorfoa gli Vngari,fù difeia gagliar traGregorio. damentc. Li Railianifpron a ti forfe dall'odio, che le porta uano , crearono per loro Principe Mechmotte fratello di MicheleTurco, il quale per vn pezzo fi era trattenuto nellaCorte del DelpotdiRaf fi a,- al quale diedero etiandio il goucrnodellacittà di Samandria; Mtch**etc?rì La vedoua di Lazaro,cheftaua ritirata nella rocca,vedédo tata ribel "p«* Wd**' lioncdelli luoi,clcpochefueforzep reprimerli, fi pélo vna forte di còfiglio,con il quale trapolattcqucfto nouelloPrincipe.il quale fot to fpctic di amiiiainuitòvn dì a mangiare (eco nella Rocca, doue egli nopcnfandopuntoagPingaai,vennevolentieri. Ma ella, co- .^ • ; me il vide dentro, lo fece ligare,&poicosìligato lo mandò in Vn- ne da Helm garia,&iui fu incarcerato. All'horaMaumettelmperadore Turco, «^avvedendo in che termine fi trouauano lecofe di Ra(lia,e Seruia,veu Ile con l'efferato contraSamàdria. IlchcintenVendolifuoi citta- Samandriapre dini,vfccndo fuori della città, l'incontrarono perla via,egli prefen {* ** hiMm* rarono le chiaui della Città. Ai quali egli donò molte cole, à chi danari 9 cachi molti poderi; & la moglie di Lazaro lafciò andare doue yoleua, e portare feco tutto iHuo tcforo. La quale le n'andò ; in Vngaria. Al tri vogliono, che querta Città fiaftata da ta al Turco da Stefano Rèdi Boina, il quale come genero di Lazaro,&fuc« ccfforencl Regno di Rafèiagouernaua dopò la morte del fuocero ogni cofa in quel Regno- Gregorio fratello di Lazaro vedédo che Amuratcccrcaua occupare dà; tutto laRafsia ,fpauentato forfe fi fuggì in Vngaria,làdoue fi morì fenza figliuoli legittimi $ lafciò bene Gioanni con alcuni ajtri fuoi fratelli baftardi . Così Stefano fuggì in Albania, doue effortato dalli fuoi, prefe per moglie Ange lina, ò comealtri vogliono, Teodora,donna virtuofa, figliuola di Arianito fuocero di Scandcrbego,- affine chelacafanon redatte séza heredfS Onde egli lafciò dopò la fua morte tre figliuoli mafehi che furono Vuk, Giorgio, & GioSnni, & vna figliuola, chiamata Maria , la quale fu poi maritata à Bonifatio Paleologo. V. Marche . Gregorio eb- VuK mP*tedi fedi Monrcrato.Vukreulc>-huomo prode neirarmì,&diciòipef- pJdcmarme. fo ne diede ottimo faggio. Et tràl'altre l'anno 1 484. elTcndo entra- ri fetta mila Turchi nella Croatia, Carinthia, & Carniora, per faccheggiareiui alcuni luogi, doue fi faccua il mercato, e fatto vn grotto bottino.,con appretto diecimila fchiaui,egli in compagnia di

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?iariceuuta,&: la morte <strong>de</strong>l fra telIojmefTo dietro al Defpoto molte<br />

Ipie ,andauacon diligenza eflrema inueiligando i progreffi Tuoi i<br />

Ethauendohauutoinditio,comeandando Giorgio nue<strong>de</strong>ndo le<br />

fortezze, doucua paflarein breucfùperlariua<strong>de</strong>l Danubio; mck<br />

lofi fui camino, on<strong>de</strong> voleuapaflarc,con buon numero di armatiy<br />

fubito che fi fùcondotto a quel luogo,fcopertofe<strong>gli</strong> a fronte, & co<br />

• in jf,, eran<strong>de</strong> impeto affamatolo, hauendo^li nel<strong>de</strong>fen<strong>de</strong>rfi ta<strong>gli</strong>ate due<br />

Cmgioèfatto ò r » ir 5 - ^ 1<br />

ir<br />

prigione da Mi dita <strong>de</strong>lla mati <strong>de</strong>ltra, alla Irne lo rece prigione. Dalqual nicatatockeUzilugo.<br />

{] con grolla fomma di danari,& riduttofì a cala, non hauédo mai<br />

potuto riilagnar il fangue,che dalla mano ta<strong>gli</strong>ata al coti mio Ver-»<br />

Trapafa di iaua, in breuc tempo morì, l'anno 1457. Etqueflofùil fine di<br />

qucJUvtta*<br />

Giorgio Defpo t di Rafìia. <strong>Il</strong> quale fu h uomo di bella fla tura di co¥<br />

pò, &haucualaprefenzad'vna bella macftà,dieloquéza,&digr*<br />

ri, inconHantc<br />

uità <strong>de</strong>l parlarc,quanto mai fuiTe vn'altro, di nobile fami<strong>gli</strong>a&art<br />

tichifsima. Ma poco collante nell'anioni fuc. Dopò la cui mone<br />

nelle fiteàtùQ» Lazaro fuo fi<strong>gli</strong>uolo, il quale ad infiali za <strong>de</strong>lla fua madre, viucnd#<br />

ancora Giorgio fuo padre,prcfo haueua per mo<strong>gli</strong>e la fi<strong>gli</strong>uola di<br />

labaro fuofi- Toma fo Pai eologo,fucceffe nel Regno, non oftantechela fua ma<br />

fintolo gltjttc-<br />

L r j-j<br />

doli ìngiultamentepriuare <strong>de</strong>l Regno,con buonalomma didana<br />

cj re yeri na fa uonfse Gregorio fuo fratello maggiore. <strong>Il</strong> quale ve<strong>de</strong>ri<br />

cedcnclrcgno* • jlo<br />

simarita cola<br />

majò °7>aleol$'<br />

rj ncorie infieme co'l fratello Stefano à Maumettc. <strong>Il</strong> quale <strong>gli</strong> aù<br />

kg no vna piccol parte <strong>de</strong>l paefeper poter campare honeflamente<br />

go* la vita. Et fece pace con Lazaro, il quale fé <strong>gli</strong> obligò a pagare venti<br />

sì fa tributario<br />

nula feudi <strong>de</strong>l tributo ogn'anno. Giorgio haucualafciato nel fuo<br />

<strong>de</strong>l Turco. ceilamento per gouernatrice <strong>de</strong>llo flato dc'fì<strong>gli</strong>uoli Terina fua mo<strong>gli</strong>e.<br />

Ma Lazaro non contentandoli di quello, perfarfipadroncà<br />

Urina Defaìn*<br />

bacchetta.metto da parte il timor di Dio, auerenò la madrein vna!<br />

Lattuca. Diuulgata chefù quella fceleragginc, la quale Lazaro ha^«<br />

auclenata dal ueua commetta , vennein tanto odio appretto <strong>de</strong>' fuoi vallali , &'a<br />

*zaro."*°<br />

La<br />

^Lazaro more<br />

ie<br />

<strong>gli</strong> altri vicinijchc Maumetteprefeanimo d'occupatela Raflìa. La<br />

qual cofa inten<strong>de</strong>ndo Lazaro,e temendo <strong>de</strong>ll'etterato di Maumei<br />

te,s'amalò di dolore,& toflo fi morì fènza fi<strong>gli</strong>uoli maiebi : laida<br />

do iolamente tre fi<strong>gli</strong>uole femine, Maria, Erigni,&Miliza . Dclfe<br />

quali Maria ancorinvita <strong>de</strong>l padre fu maritata con Stefanovlti»<br />

mo Rè di Bofnu. Et laltrcduc vennero àRaufainfiemecon lama<br />

rSo<br />

Raufacondne Engni àGioanni Duca di San Pietro in Galatina,& Tal tra Mili-<br />

piene*'à ^ rc > dopò efTere Hata fcacciata <strong>de</strong>l fuo Regno . La quale maritò<br />

fatmole. ladiedcper mo<strong>gli</strong>e àLionardo Dcipoto di Larta, Quclbunogltti<br />

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