Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni

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15.02.2013 Views

Varti nomi degli Sia- la, Vènti Ma bafciadori Slaui van- ito addile/ fandro . Oraùone degli Slaui adjlcflan dro. 12 R E G _N3 O gli Scichi . Ma Giouanni Allentino ali.lib. de'Boij mo- lira apertamente, che qucfti furono gli Slaui ,- & dice cosi. Vennero ad AlefTandro Magno etiandio gli Ani bafcia- dori de* Germani Orientali , i quali da gli fcrittofidi quei tempi fono chiamati Sarmati, e Scitfoi, e da noi * V'eri ed i , & cilì chiamano fé freisi Slaui, i quali hauendo rotto nel. la giornata la gente d' AlefTandro , gli, mandarono venti Ambafciadori, i quali quello efpofero ad AlefTandro. Q. Curdo al fettimo libro narra, e dice: Già era ciafeuna cofa al paflare neceffaria apparecchiata, quando Venti Am- bafciadori degli Scichi al modo loro à cauallo per gli alloggiamenti portati al Rè fecero nuntiare, che a lui voleuano certe ambafeiate riferire. RiceuUti adunque dentro al padiglione , & fatti federe, nel volto del Rè gli occhi teneuano fifsié Io credo checiò facefTero, perche (limando l'animo fecondo la grandezza del corpo, queiloà loropareua piccolo, e non equale à tanta fama. Gli Scithi non hanno come gli altri Barbari l'intelletto rozo , & lenza* dottrina alcuna , e fi dice che alcuni di loro pigliano fapienza , & tanta , quanta è poilìbileà eiTere imprefa da vna gente,la quale fempre fole (lare tra Tarmi. Quelle cofc , le quali efsi ad AlefTandro riferirono fono aisai dilsi — mili da'eoftumi noftri, & di coloro , i quali hanno ri-~ ceuuti tempi ,&iugegnipiù gentili. Et benché il loro par- lare fi potefìi conuincero , nientedimeno la nottra fedev in quefto debbe efTere faluata ; quelle cofe le quali da loro furono riferite , da noi qui faranno pofle giudamente. Vno adunque di loro , & più antico in quefto modo fi dice haucr parlato. SeliDij haurflìno voluto, cheThabito del tuocorpo alla cupidigia dell'animo fufle flato eguale, il mondo non ti capirebbe, tuconlVna mano toccherei^ l'oriente, esponente con l'altra jilche hauendo con- feguico,tuvorreflifapcrcdoueloiplendoredi tanta diuin ita (1 nafcondcfle,in tal modo tu defiderilecofe, le quali non puoi conseguire . Tu dall'Europa te ne uai in Alla, &: dall'Ada palli nell'Europa . Sctuhauerai vinto tutto il genere h umano, con le felue,& con le belì:ie,con la neuc, & coi fiumi, farai

BB'OGfS K>SE A«V t t) farai guemr* Hor non fai tu che giialbeii grandi in lungo *enipo.crefcono,& in vna fiora poi ionoltirpati? Sfolto e co- lui, il.quale il frutto diqucUi: riguarda , & non mifuràlàloro altezza . G uarday chtìvolcn d o 'ai-La cima d i quelli ven ire, co rami , i quali tupigliccai, non cadi ni terra. llLeonealcuna volta è fta caribo dipiccoiiflìnv vcelli , il ferro dalla rugineè confuinato.. Niunacoia è canto ferma, alla quale non fopra ltia il pericolo ancora Ida. vnacbfa debole . Checofahabbiamo noia £irceco? Noi non venimmo mai in fu la terra tua. Come fai doue cu venga ? Honion èco/a lecita, chenoifianiofconoliiutiji quali viuiamo fra così gran fdiue? Noi non pofsiamo Vbidire ad alcuno^Òc d'alcuno non dedemmo d'edere Signori. .1 doni.notòria voi 1 no da i, acciò potiate conoicerela gente di Scithia,vn parodi. buoi , va' aratro, le frezze, l'halle; & la tazza . Quetòecofe , econ gii amici , & contea ni mici noi fogliamo viare. Le bla de acqui (late con la fatica de. buoi notòri, noi diamoa Ir amici, e con loro noi Xiellc tazze alli Dij il vinofacnrichiamo, ci nimici da funge con le frezze, & conlliaftad appretto perco riamo. Et così noihabbiamovinto il Rè diScichia, & quello di Media, 6c fìmilmence quello diPcrfia. La via à noi infino -nell'Egit- to è fiata aperta. Ma tu che ti foli vantare, chefei venuto a perfeguitare i ladroni , di tutte le nationi, douunque tu ila giunto, tu medefimo lei vno ladrone. Tu hai prefa la Lidia, & occupatala Soria 5 tu tienila Perfia> in tua po- terla fono i Batcriani, tu in India vuoi andare, &giàan - cora tu diftendi alle pecore nollre le tue auare, & infa- tiabili mani. Che bifogno bai tu di ricchezze , le qua- li ti fanno hauere più fame ? Tu primo tra tutti gli al- tri con la fopra abondanza hai acquiftata la fame, ac-- cioche quanto più tu haueisi, tanto più dederofamen- te quello che tu non hai appctifei . Hor non ti viene à memoria quanto tempo tu tardi intorno à Bafsi , mentre che quelli tu per forza, vuoi vincere? I Sogdiani hanno iicominciata la guerra . A te rinafee guerra dalla vittoria. Et benché tu fia tenuto maggiore , &più forte , che gli al. i Slaui non pjoffbnojcr uìveaìtruu Mandami doni adA* UJfandrOm l^ota che quejli JLr* bafeiadori non erano Scitbi * Slam fupe ranoiUèdi Media , e Terfìa , cr paffano fin a Egitto»

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farai guemr* Hor non fai tu che giialbeii grandi in lungo<br />

*enipo.crefcono,& in vna fiora poi ionoltirpati? Sfolto e co-<br />

lui, il.quale il frutto diqucUi: riguarda , & non mifuràlàloro<br />

altezza . G uarday chtìvolcn d o 'ai-La cima d i quelli ven ire, co<br />

rami , i quali tupi<strong>gli</strong>ccai, non cadi ni terra. llLeonealcuna<br />

volta è fta caribo dipiccoiiflìnv vcelli , il ferro dalla rugineè<br />

confuinato.. Niunacoia è canto ferma, alla quale non fopra<br />

ltia il pericolo ancora Ida. vnacbfa <strong>de</strong>bole . Checofahabbiamo<br />

noia £irceco? Noi non venimmo mai in fu la terra tua.<br />

Come fai doue cu venga ? Honion èco/a lecita, chenoifianiofconoliiutiji<br />

quali viuiamo fra così gran fdiue? Noi non<br />

pofsiamo Vbidire ad alcuno^Òc d'alcuno non <strong>de</strong>rì<strong>de</strong>mmo<br />

d'e<strong>de</strong>re Signori. .1 doni.notòria voi 1 no da i, acciò potiate<br />

conoicerela gente di Scithia,vn parodi. buoi , va' aratro, le<br />

frezze, l'halle; & la tazza . Quetòecofe , econ gii amici , &<br />

contea ni mici noi fo<strong>gli</strong>amo viare. Le bla <strong>de</strong> acqui (late con<br />

la fatica <strong>de</strong>. buoi notòri, noi diamoa Ir amici, e con loro noi<br />

Xiellc tazze alli Dij il vinofacnrichiamo, ci nimici da funge<br />

con le frezze, & conlliaftad appretto perco riamo. Et così<br />

noihabbiamovinto il Rè diScichia, & quello di Media, 6c<br />

fìmilmence quello diPcrfia. La via à noi infino -nell'Egit-<br />

to è fiata aperta. Ma tu che ti foli vantare, chefei venuto<br />

a perfeguitare i ladroni , di tutte le nationi, douunque tu<br />

ila giunto, tu me<strong>de</strong>fimo lei vno ladrone. Tu hai prefa la<br />

Lidia, & occupatala Soria 5 tu tienila Perfia> in tua po-<br />

terla fono i Batcriani, tu in India vuoi andare, &giàan -<br />

cora tu diftendi alle pecore nollre le tue auare, & infa-<br />

tiabili mani. Che bifogno bai tu di ricchezze , le qua-<br />

li ti fanno hauere più fame ? Tu primo tra tutti <strong>gli</strong> al-<br />

tri con la fopra abondanza hai acquiftata la fame, ac--<br />

cioche quanto più tu haueisi, tanto più <strong>de</strong>iì<strong>de</strong>rofamen-<br />

te quello che tu non hai appctifei . Hor non ti viene<br />

à memoria quanto tempo tu tardi intorno à Bafsi , mentre<br />

che quelli tu per forza, vuoi vincere? I Sogdiani hanno<br />

iicominciata la guerra . A te rinafee guerra dalla vittoria.<br />

Et benché tu fia tenuto maggiore , &più forte , che <strong>gli</strong><br />

al.<br />

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Slaui non<br />

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Mandami<br />

doni adA*<br />

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l^ota che<br />

quejli JLr*<br />

bafeiadori<br />

non erano<br />

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