Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni

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zj6 REGNO chiamata Rufna il Tuo Padre maritò à Matteo figliuolo di Gioan- Xufnafeliao}* niCantacufino Imperadoredi Coftantinopoji. Il quale fendo in »• moglie di MatteoCtnt* guerra con Gioanni Paleologo iuogcneroj&vagoda fermare vie megliolo itato Imperiale, &lefuecofe tutte, mandò à dimandare tufino. er p mo gij e a l fuo figliuolo la detta Rufna,la quale il luo padre Vuc cafri no ambitamente gli la diedejcV per conto della dote gli aife- Quello Imperadore-» gnò tutti i paci] , che polfedeua in Albania . guerreggiò con Paleologo perifpatio di venti anni : il che causò chectiandioi Vcnetiani intrallcro in grandilìima guerra con li Genoueli.I quali fa uoriuano le cofe del Cantacufìno 3& li Venctia ni quelle del Paleologo. Accade allhora,cheandando le cofe de'Vc nctiani al rouefcio,i quali per mancamento d'vn loro Capitano furono abbatuti da' Genoueil,la fortuna fùancor contraria al Ca- lacufino.Percioche quiui fi morì il fuofigliuoloMatrco. Il quale . . lalciò vn figliuolo, chiamatoGiorgio, e due fìgIiuoIe,vna fu detta Giorgio Def- Hclena,& fu Imperatrice di Trabifonda; d'altra fi chiamò Irene, pot> fampote che fu maritataà Giorgio DefpotdiSeruia. Irene adunque,**** *[** VìUaja 1 lìl'i il ilinn, fu nipote del Rè Vucafcino.il quale in* iìemecolfuo fratello Vggliefcia haueua deliberato Spogliare del dominio il Conte Lazaro,e Nicolo d'Altoma nno,& eltinguerli to talmcntejacciò che non pò tederò impedire loro l'altre imprefe.che nell'animo dilegnate haueuano.-maperairhora nonvolfero farai trojimperoche li Turchi, che confinauano con loro,con occafio- nedi quella guerra, haueuano infettato il paefè Joro,& fatto di molti danni. Voleuano per tanto vendicarli prima de' Turchi, e poi venire con tuttolo sforzo contra il Giupano Nicolo, & il Con yrucaftino* teLazaro. Fatto adunque vn'elfercito di venti mila combattenti, andarono à cercare! Turchi fi n'à Tracia, che da loro era in gra par *rdenodpaèfc ie'TurcbineU te occupata: E non trouandoli, la echeggiatole*: arfo ilpacleloro, «Tracia. tornarono in Railìa>non feruando perla Itrada alcuno ordine del la militia.Queftacofa vededoiTurchi,i quali ftauano ritirati nelle montagne, &andauanoconfiderandocondiligenza gli andamenti loro , fatrafccltaditrcmilapeifone,piùvaloro{efràdiloro, venero alla coda dellaretroguardia deirellercito inimico, nel qual Vucafcino>& erano legen ci d'VggIiefciaj& all'aitandoli con gran furia li ruppetfdìsultna'- ro •ScriueU««iià^, cheSulimano terzo , e primo di quefto nome, m j^x>K^n/ aliali di notte le genti del Rè Vucafcino,cV luo fratello Vggliefciaj i quali ali'hora fi trouauano alquanto diicofti con vrifilm pan* dciraflcr- ,

DE GLI SLAVI. 277 dell'eiTcrcito. Onde con tutta la gente vennero Tubi to per foccorrc reliloro,- i quali à briglia fciolta fuggiuano dinnanzi Ji Turchi ' fenza metterti in ordine, com'il doucre lo volcua > & vrtauano ne i Turchi* i quali hauendoli villi da lontano venire con tra di loro,gli afpectarono,& di nuouo s'erano riftretti i n fi em e. S'oppone no adil- cjue con grande animo,& combattendo valorolameiatc,fi fece gra confusone nell'esercito de'Raffianij i quali nel combatterei on teneuano alcun ordinc,nèfapcuano à che modo,nè con chi haue nano dì combattere. Di quella occafìone valendoli molto più i Turchi,fiftringeuano loroadoffoj il che facendo con gran impe* to, ruppero ceiandio quelite gli miferoinfuga,non oftan te ch'il Rè Vucafcino,& Vggliefcia fa ceflero ogni sforzo perriuocarelilo ro dalla fuga . Ma non potendo fare altro, & elìi per faluar la vita fipoferoàfuggirc. I quali fendo leguitati da' Turchi >peruenuti chefùrono al fiume Hebro,hora Mariza, per non venirein mano de'inimici, fi buttarono in quelloinfiemecò'caualli. La qual cola feonft*ncora molti altri nobili perfonaggi , de' quali la maggior parte s'annegò nel detto fiume infieme conJ^ggJiclcia , & Goico Vgglìefcìa,& filo fratello, il qualehaueuailgoucrnodeglieilcrciti.IlRèVuca» Coico fanne— feino hauendo palTato il fiume , e trouandofi molto acetato, così me^Tuzal' aflentato à cauallo,come Ci trouaua,fi pofe bere à vn fon te.Là dove Nicolo Harfoeuich fuo paggio vedendo vna collana, che gli pc Re Vucaftino deua dal collo, l'ammazzò appretto lavilladiCaramanli, doucli fj^ aKzat0 Raflìani con li Turchi fecero la giornata, vicino al Calvello di Ciar TiicdoH^rfò- 110man in Tracia. Onde poi fu trafportatoin San Demetrio in Su euicb* fciza,chein Ralsia.U corpo d' Vggliefcia, & Goico, non fi trouò mai.Gli altri pcrfonaggi,che nella battaglia non restarono morti, furono prefi viui,& menati in catiuità. Ilchc auenne l'anno 1 37 1. 1371. alli 26. di Settembre^. EtqucftofinehebbeilRè Vucafcino.llqualein tutta lafua vi- Rèv»cafcino moltro grandcanuco de Raufei,eccctto che I anno 1 3 69.i1 ri- iu«/«. fentì con tra di loroper rifpetto deiriraperadore Vrofc , credendo ch'eglino gli deflfero animo a pigliar l'armi contra di lui. Onde fé ce gran apparecchio digente,per venire ài danni de'Raufei. I'qua UquantunquehauelTero tentato ogni via,cmodoper placarlojno dimeno egli non s'attenne da quella imprefa, fino che venne da luiBJagiodi Volzo Bobali, mandato AmbafciadoredaU'Rauiei . BUgìodivoU* Uqualcftettc nel la fua Corte più d'vn mefe, che non potè haucro V**?f1 audienza. Kcrucafcmo. , y

DE GLI SLAVI. 277<br />

<strong>de</strong>ll'eiTcrcito. On<strong>de</strong> con tutta la gente vennero Tubi to per foccorrc<br />

reliloro,- i quali à bri<strong>gli</strong>a fciolta fuggiuano dinnanzi Ji Turchi '<br />

fenza metterti in ordine, com'il doucre lo volcua > & vrtauano ne i<br />

Turchi* i quali hauendoli villi da lontano venire con tra di loro,<strong>gli</strong><br />

afpectarono,& di nuouo s'erano riftretti i n fi em e. S'oppone no adil-<br />

cjue con gran<strong>de</strong> animo,& combattendo valorolameiatc,fi fece gra<br />

confusone nell'esercito <strong>de</strong>'Raffianij i quali nel combatterei on<br />

teneuano alcun ordinc,nèfapcuano à che modo,nè con chi haue<br />

nano dì combattere. Di quella occafìone valendoli molto più i<br />

Turchi,fiftringeuano loroadoffoj il che facendo con gran impe*<br />

to, ruppero ceiandio quelite <strong>gli</strong> miferoinfuga,non oftan te ch'il<br />

Rè Vucafcino,& Vg<strong>gli</strong>efcia fa ceflero ogni sforzo perriuocarelilo<br />

ro dalla fuga . Ma non potendo fare altro, & elìi per faluar la vita<br />

fipoferoàfuggirc. I quali fendo leguitati da' Turchi >peruenuti<br />

chefùrono al fiume Hebro,hora Mariza, per non venirein mano<br />

<strong>de</strong>'inimici, fi buttarono in quelloinfiemecò'caualli. La qual cola<br />

feonft*ncora molti altri nobili perfonaggi , <strong>de</strong>' quali la maggior<br />

parte s'annegò nel <strong>de</strong>tto fiume infieme conJ^ggJiclcia , & Goico Vgglìefcìa,&<br />

filo fratello, il qualehaueuailgoucrno<strong>de</strong><strong>gli</strong>eilcrciti.<strong>Il</strong>RèVuca» Coico fanne—<br />

feino hauendo palTato il fiume , e trouandofi molto acetato, così me^Tuzal'<br />

aflentato à cauallo,come Ci trouaua,fi pofe bere à vn fon te.Là dove<br />

Nicolo Harfoeuich fuo paggio ve<strong>de</strong>ndo vna collana, che <strong>gli</strong> pc Re Vucaftino<br />

<strong>de</strong>ua dal collo, l'ammazzò appretto lavilladiCaramanli, doucli fj^ aKzat0<br />

Raflìani con li Turchi fecero la giornata, vicino al Calvello di Ciar TiicdoH^rfò-<br />

110man in Tracia. On<strong>de</strong> poi fu trafportatoin San Demetrio in Su euicb*<br />

fciza,chein Ralsia.U corpo d' Vg<strong>gli</strong>efcia, & Goico, non fi trouò<br />

mai.Gli altri pcrfonaggi,che nella batta<strong>gli</strong>a non restarono morti,<br />

furono prefi viui,& menati in catiuità. <strong>Il</strong>chc auenne l'anno 1 37 1. 1371.<br />

alli 26. di Settembre^.<br />

EtqucftofinehebbeilRè Vucafcino.llqualein tutta lafua vi- Rèv»cafcino<br />

moltro grandcanuco <strong>de</strong> Raufei,eccctto che I anno 1 3 69.i1 ri- iu«/«.<br />

fentì con tra di loroper rifpetto <strong>de</strong>iriraperadore Vrofc , cre<strong>de</strong>ndo<br />

ch'e<strong>gli</strong>no <strong>gli</strong> <strong>de</strong>flfero animo a pi<strong>gli</strong>ar l'armi contra di lui. On<strong>de</strong> fé<br />

ce gran apparecchio digente,per venire ài danni <strong>de</strong>'Raufei. I'qua<br />

UquantunquehauelTero tentato ogni via,cmodoper placarlojno<br />

dimeno e<strong>gli</strong> non s'attenne da quella imprefa, fino che venne da<br />

luiBJagiodi Volzo Bobali, mandato AmbafciadoredaU'Rauiei .<br />

BUgìodivoU*<br />

Uqualcftettc nel la fua Corte più d'vn mefe, che non potè haucro V**?f1<br />

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