Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni
Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni
Bii%c Campagna tra Blagai, Trotouefìario tra il granTe foriere • Stefano lmp> yiewek %auja. E ctndttto nel le galee f\au- fee à Cataro, U50. Tiicolo Bue* chia Amba— Jciadcre di Ste fanoImp.alRj di Francia. Ricette dalKè di Francia >» refe- i6é REGNO chefehaueffe voluto dar folamentc la figliuola Ci farebbe con- chiufala pace, la quale non cflfendo feguita,con ti imamente furo* no indiicordia qucfti due Principi . L'Imperadore Stefano volendo tornare in Ra(sia,& pattando per Chclmo, venne in Bifze , ch'èvna campagna grande tra Blagai, &Moiìaroj e trouòquiui gli Ambafciadori di Raufa, i quali veniuano a fupplicarlo, acciò fulfe coti ten to di Venire alla loro Città , che defidcraua di fèruirlo , & houorarlo. Stette nel principio alquanto renitente $ ma finaU mente hauendo prodotto lacofanel fuo co nfìgl io, & elìca dogli detto da tutti iiuoi più intimi consiglieri , & fpccialmente da Nicolo Bucchia nobile Catarino , camico di Raufci, & fuo Protoue- itario, che andalle liberameli te, & fen za dubitare di cofa alcuna àqucllaCittà, che reftarebbe molto contento. Liceutiato adunque Peflercito, egli con l'Im pera tri ce fua moglie, & con trecen- to pedone, delle qualimaggior parte crano'Baroni,& gcntilhuomini del fuo Regno, venne per la Contrada di Canale a Raufa vecchia-. , doue entrato nelle galco le quali erano fotto Giu- gno di Sorgo, &Gioanni di Mcnzc, che daRaufei gli erano ma? date per leuarlo, venne à Raufa $ doue fu nceuuto con grande ho- nore, & alloggiato nel Palazzo de 3 Rettori, Fu ctiandio l'Impe- ratrice, & altri della fua compagnia, accommodati dicafamenti & alberghi conueneuoli . Et eflendofi quiui tra tennuto per tre dì continoui in bagordi, balli, & felle, fu infieme con l'Imperatri- ce, Baroni, & altri nobili honorato,& prefentato regiamentedi molti pretiofi drappi di feta,& di panno. Poi con le dette galee fu condotto à Cataro fua Città : doue ancor fu honora tamen te ri- ccuuto. Et da Cataro tornò poi in Radia per Zcnta. La (uà venuta à Raufa fu nel milc trecéto e cinquanta-EtTanno feguente mandò in Francia il fudetto Nicolo Bucchia fuo Pro toueftario, per dima n dare la figliuola di quel Rè per moglie al fuo figliuolo Vrofc. Ma dalFranccfegli fu rifpofto,chc ciò haucrebbe fatto più cht volentieri, fc elfo Stefano, & fuo figliuolo fuflfcro del rito Romano . OueTAmbafciadorc Bucchia huomo veramente chiarore per valore, & per ornamento d'ogni virtù, tanta fatisfat» ti one diede in quella ambaicieria al Rè di Francia , che da lui riccuette in dono vn giglio , per metterfelo nella fua arma^ . Onde da quel tempo quelli di Bucchia tengono vn giglio iopra vna ,
.DEGLI SLAVL i6j vna sbara,hauendo prima hauuto neilalorarma vn'Anguria con vna fogazza. Ritornato che fu dunqueilBucchiaàcafa,&efpolìo al fuo Signore quanto haueua negotiatoco'lFrancefe, Stefano fi burlò della rifpolta del Rè di Francia , poi mandò dimadare la fi r gliuoladel Principe di Valachia ànomeHelena jl.t quale fubito "'^ '/; ^ e^1 gli fu data . Dopò queito fi voltò alla conquida delle parti di Ro- marna con He maniajne'quah luoghi,anzi in molti altri, quante imprefcilluitri lena ^a^ca » egli habbia fatto,& vittorie honoiate riporta to.lmmmmatSèm^mmm ^ftittUmkmmmmdmmmm^ftfàm^m La Città di Scopi e fu Se de regia di Stefano Nemagna. Onde ei partito, & accompagnato da riuomini valorofi,& efperti in guerra, con vn fortecflcrcitoen- Scopic refiden ^ di Stefano trò ne' luoghi vicini àCaftorea, de' quali tutti fi fece padrone. Et lw? m leuando poil'etlercitocontra Macedonia, foggiogò ognicofain fuordi Salonicchio,&pafsò fin'al fiume Saua.Eteflcndofi portato valorofamétc attorno il Danubio, occupò tutta qucllaprouincia» Di poi ponendo algouerno de'fuoiluoghi in Europa huominida lui conoiciuti per molto federerebbe in gran potenza. A (Tali an- cora li Greci per dcftrug*^ere l'Imperio loro : & entradocon laca- uallaria ne' luoghi vicini àCollantinopoli, quelli guadò del tutto. Li Greci erano per ciò molto isbogottiti , & dubitauano di no àndarein vltimaruina : pofciachcvedeuanol'Imperiolororidottoin gran pericolo, per la pocacura,edepocagined'AndronicoIm peradoreil vecchio,qualerafoinmerfonel fuo difordinato viuere. Non trouauano per tanto modo d'opporfi,òvfcirgli incontra con TeiTercico: ma tutta la lor fperaza,c falute era polta nella difefa delle mura delle Città. Inuiatofipoi verfo Etolia,aggionieaì fuolmperioIoannia,oueroIoanninaCittà,cheprima fi dimandòCaflìo udii Stefani- pe.La Macedonia, che confinauaco'l fiume Aflìo,diede ingouer- couernatori noàZarco, huomo di bontàlodato,jlqualeappòdi lui teneuail delle proumae d M9m '^ primo luogo. Quella parte del paefe,che da Ferri fiftende,fin'alfiu me Afsio,diedeàBogdan,huomoretto,& molto pratico nelleco sogdan. Cbrale,&rn femititari.il paefe,chefcorre da Ferri, al fiume Danubio, perniile aChralc,&Vnghlefa fratelli, de'qualiChrale era il fuo Coppiere, %Jipgrcbrait &Vnglefa Arcimariicalco. La regio ne, ch'era poftaà cito del Da- w»di Kèv* nubio, lafciò in goucrno à Bulco figliuolo di Pranco. Tricca,eCa "£0* ftorcahebbcNicoIoZupano; EtoliafudataàPrialupo. Ochrida j^icol» zitt- enti il paefe dimandato Prilisbea, diede in goucrno a Pladica,huo LI 2 mo no. Tntlupi
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Bii%c Campagna<br />
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Trotouefìario<br />
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Jciadcre di Ste<br />
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di Francia.<br />
Ricette dalKè<br />
di Francia >»<br />
refe-<br />
i6é REGNO<br />
chefehaueffe voluto dar folamentc la fi<strong>gli</strong>uola Ci farebbe con-<br />
chiufala pace, la quale non cflfendo feguita,con ti imamente furo*<br />
no indiicordia qucfti due Principi . L'Imperadore Stefano volendo<br />
tornare in Ra(sia,& pattando per Chclmo, venne in Bifze ,<br />
ch'èvna campagna gran<strong>de</strong> tra Blagai, &Moiìaroj e trouòquiui<br />
<strong>gli</strong> Ambafciadori di Raufa, i quali veniuano a fupplicarlo, acciò<br />
fulfe coti ten to di Venire alla loro Città , che <strong>de</strong>fidcraua di fèruirlo ,<br />
& houorarlo. Stette nel principio alquanto renitente $ ma finaU<br />
mente hauendo prodotto lacofanel fuo co nfìgl io, & elìca do<strong>gli</strong><br />
<strong>de</strong>tto da tutti iiuoi più intimi consi<strong>gli</strong>eri , & fpccialmente da Nicolo<br />
Bucchia nobile Catarino , camico di Raufci, & fuo Protoue-<br />
itario, che andalle liberameli te, & fen za dubitare di cofa alcuna<br />
àqucllaCittà, che reftarebbe molto contento. Liceutiato adunque<br />
Peflercito, e<strong>gli</strong> con l'Im pera tri ce fua mo<strong>gli</strong>e, & con trecen-<br />
to pedone, <strong>de</strong>lle qualimaggior parte crano'Baroni,& gcntilhuomini<br />
<strong>de</strong>l fuo Regno, venne per la Contrada di Canale a Raufa<br />
vecchia-. , doue entrato nelle galco le quali erano fotto Giu-<br />
gno di Sorgo, &Gioanni di Mcnzc, che daRaufei <strong>gli</strong> erano ma?<br />
date per leuarlo, venne à Raufa $ doue fu nceuuto con gran<strong>de</strong> ho-<br />
nore, & alloggiato nel Palazzo <strong>de</strong> 3<br />
Rettori, Fu ctiandio l'Impe-<br />
ratrice, & altri <strong>de</strong>lla fua compagnia, accommodati dicafamenti<br />
& alberghi conueneuoli . Et eflendofi quiui tra tennuto per tre dì<br />
continoui in bagordi, balli, & felle, fu infieme con l'Imperatri-<br />
ce, Baroni, & altri nobili honorato,& prefentato regiamentedi<br />
molti pretiofi drappi di feta,& di panno. Poi con le <strong>de</strong>tte galee<br />
fu condotto à Cataro fua Città : doue ancor fu honora tamen te ri-<br />
ccuuto. Et da Cataro tornò poi in Radia per Zcnta. La (uà venuta<br />
à Raufa fu nel milc trecéto e cinquanta-EtTanno feguente mandò<br />
in Francia il fu<strong>de</strong>tto Nicolo Bucchia fuo Pro toueftario, per dima n<br />
dare la fi<strong>gli</strong>uola di quel Rè per mo<strong>gli</strong>e al fuo fi<strong>gli</strong>uolo Vrofc.<br />
Ma dalFranccfe<strong>gli</strong> fu rifpofto,chc ciò haucrebbe fatto più cht<br />
volentieri, fc elfo Stefano, & fuo fi<strong>gli</strong>uolo fuflfcro <strong>de</strong>l rito Romano<br />
. OueTAmbafciadorc Bucchia huomo veramente chiarore<br />
per valore, & per ornamento d'ogni virtù, tanta fatisfat»<br />
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riccuette in dono vn gi<strong>gli</strong>o , per metterfelo nella fua arma^ .<br />
On<strong>de</strong> da quel tempo quelli di Bucchia tengono vn gi<strong>gli</strong>o iopra<br />
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