Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni

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siluro Col* zio REGNO madre fi faluò i Laudo. Impcroche la Tua madre cjndi menauala li ncadc i| a fua difccdéza.La onde i figliuoli diLegct.fattiqueflthuo della progenie ° il i » fc_ dtVretemirofi micidij, cominciarono fignoreggiarc nclle.rerrede foroparenti /atuantiyufa. £ c j| p acj re loro fabricatofi vii Cali elio nel Golfo di Cataro , iavrt Juogochiamato Traierto, faccua in quello la Tua refidéza/Mald- Uefidè^a di Le getneiGdifodi dio Onnipoten te, cui non piaceno puntofimili fccleraggini, fra catara- sìlueifìro écbfc breue percofie Leget,&fuoi figliuoli in maniera, che miti perirò» no di pelle, & altri mali. Ilche vedendo ipopoli, chea fare quelle fceleratczze gli haueuanofpronato, oltremodo isbrgottironojdu bitando cheil Signore non venifleàmoilrareetiandio con tra di lorofimil fdegho. Onde fatto il configlio, deliberarono di*ìceuc^ re per loro Rè Siliuellro,ilquale(comedicémo)folodcllapiìogenic muto uluf gno. di Prelemiro s'era faluatoin Laufio.Siliueilro partito adunqu* da; n Rauiei com Lau fi prcfc j] poflefo del Regno paterno: & mentreeeli vifleogni prarono daqtte , fio pietre i/o r , \ , ^ • • i i / i r>^ • coiaando bene. Et perche era huomo timorolo di JJio>ammini- U, cioè Gmpa* (Ira uà à ciafeuno la giuftitia debitamente . Hebbe vn figliuolo , ò/& càlamo chiamato Tugemir,il quale lafciando viuo,cgli pafsò da quefta vi-* /«. ta . Tugcmir fuccedendo al padre nel gouerno del Regno, preli BjTugcmn. moglie, con la qualehebbc vnfolo figli uoioderto HuaUriiir; ne al t^Hudmir. tra cofa degna di memoria fece in vita fua. Nel tempo di quello Tugcmir fu allumo all'Imperio di Bulgaria vn certo Samuclo, il quale com battendo co'Grcci, che tcneuano opprefìa la Bulgaria, finalmente da quella gli fcacciò 5 e fu :1 oro di terrore in manie* ra, che mai invita fua iGreci non hebbero ardimento d'approk fimarfi alla Bulgaria. Ora dunque morto Tugcmiro^ilfuofiglU uoloHualimirofuccefle nel Regno . Il quale maritatoiìhcbbecrc ideil _^ figliuoli , Petrislau, Draghimir, & Miroslau . A Petrislau diedeia gm dt H»a/i- gouerno la Zenta, ADraghimir Trebine, &Chrleuna,&àMiro- w", • slau Podgoriev. Alla fine confumato dalla vecchiaia, fini li fu#t dLag'odàscu- giorni. Poiinvn tempo andato Miroslau à vifi tare il fuo fratel.. tó Petrislau, cintratoin vn palifcherno nauigaua per Balta, do- tarì. uedavna tempefta , che fi fece, perì con tutti li Tuoi, non hauen- negna Tetris jQ l a fc j ato dopo di se alcun figliuolo. La onde Pctrislaao s'irà patroni ancor de tuoi paeli; uquale haucndohauutovn figlino lo , addimandato Vulàdimiro , pafsò da quella vita, efufepcluo in Gazcni nella Chiefa di SiMaria.Vuladimiro eflendo nell'età giouc ZèruUiimiro nile, prefe il gouerno del Regno^c oltre la bellezza dditìrpo,dclU quale il S. Iddio l'haueua dota to,crcfccua egli in ogni iapicza,e sari tà. .

DB GLI SLAVI. zzi là. NeJfuo tempo Samuclo prefato Imperadorcde'BuIgari, con vn forte efferato entrò in Dalmaria,& cominciò molestare il paell- del Rè Vuladimiro.il quale lcndohuomo da bene,&femplice,no volloentraringucrra,nè raricgli in con tra, acciò che non penile alcu- m no de 3 Tuoi. Ma Alito fopravn monte molto alto, detto Obliquo , iui dimorauaco'fuoi. Vedcndoadunque il Bulgaro di non potere in conto alcuno nuocer al Rè Vuladimiro, mentre egli fitta uà riti iato in quel luogo, vna parte del fuo efferato lakiò a pie di detto mo nte,& col reità n te egli iiparti all'efpugna rione d Olchinio. E- oÙHmt, bora lanoin quel tempo nel monte, douc Vuladimirocó li fuoi fi tro- Dulc'gn' uaua >moiti ferpi velcnofi, i quali vecideuano sì gli huomini, co^ m'anco le bettie. Vuladimir vedendo, che i Tuoi patiuano gra mali da quelle fiere,pregò deuotamentc Iddio, cheda quel male gli libelaiTcLacuiorationehauendoil Signore e{Taudito,daquel tempo nonlolo,chenon fu alcun di loro percofTo dalferpeima fino al dì MarawgUtfa vira dcìCva? di hoggi i ferpi,& altri animali velcnofi di quel luogo, non pollo- J^wi^^ no nuocer à gli huomini. Ora vedendo (com'è (ta to detto) Sam ue^ io, che per forza non poteua hauer in mano il Rè Vuladimir, cominciò permezodegli Ambalciadori tentarlo à voler fcédere dal monte,promcttendodinon fargli alcun male. Alle parole del qua le non volendo egli a(Tentire,vno de (uoi Giupani fecein tendere fé crecamcnteàSamuelo, che etto gli darebbe in mano Vuladimiro ^èVuUiimìro con tutti li iuoi,ogni volta ch'il Bulgaro gli prometteua dare qual- tradito dalli che gran premio .A cuihauédoSamuelopromeffomari,emonti, fi*** cominciò detto Giupanq esortare il Rè Vuladimiro, che non du~ bitaiìe punto ad arfi nelle mani del Bulgaro,alììcurandolo, che da lui non doueua riccuerealcun male, anzi era per giouare più tofto, ancor ch'il Bulgaro tractafle male la fua fola periona II Re Vuladimiro fentédo maggior pena, eaffanno per rifpetto de' Tuoi, che del- la propria perfona$imperochc(come dicemmo) era huomo fanto, fi lafciò perfuaderc dal (uo Giupano. Congrega ta dunque la mol- atudincjin quetta fentenza gli parlò. Di neceflìtàconuiene (come oratane del miparc) fratelli miei cariflimijch'iohora adempia quel detto Eua~ ty ruUimir gelico, il quale dice; Al buon paftoreconueniriiporreranimafua a Jm ' pei la falute delle fuepeccorcllc.Hora il Bulgaro promette di voler- ui lenza offefa tutti lafciare^s'io fcendendog*ù,andarò a parlargli 5 &fe ciò non farò, minaccia di non partire da quello luogo fin tan io, che non fiarao tutti confumali dalla fame. Meglio è adunque, ch'io

DB GLI SLAVI. zzi<br />

là. NeJfuo tempo Samuclo prefato Imperadorc<strong>de</strong>'BuIgari, con vn<br />

forte efferato entrò in Dalmaria,& cominciò molestare il paell- <strong>de</strong>l<br />

Rè Vuladimiro.il quale lcndohuomo da bene,&femplice,no volloentraringucrra,nè<br />

raric<strong>gli</strong> in con tra, acciò che non penile alcu- m<br />

no <strong>de</strong> 3<br />

Tuoi. Ma Alito fopravn monte molto alto, <strong>de</strong>tto Obliquo ,<br />

iui dimorauaco'fuoi. Vedcndoadunque il Bulgaro di non potere<br />

in conto alcuno nuocer al Rè Vuladimiro, mentre e<strong>gli</strong> fitta uà riti<br />

iato in quel luogo, vna parte <strong>de</strong>l fuo efferato lakiò a pie di <strong>de</strong>tto<br />

mo nte,& col reità n te e<strong>gli</strong> iiparti all'efpugna rione d Olchinio. E- oÙHmt, bora<br />

lanoin quel tempo nel monte, douc Vuladimirocó li fuoi fi tro-<br />

Dulc'gn' uaua >moiti ferpi velcnofi, i quali veci<strong>de</strong>uano sì <strong>gli</strong> huomini, co^<br />

m'anco le bettie. Vuladimir ve<strong>de</strong>ndo, che i Tuoi patiuano gra mali<br />

da quelle fiere,pregò <strong>de</strong>uotamentc Iddio, cheda quel male <strong>gli</strong> libelaiTcLacuiorationehauendoil<br />

Signore e{Taudito,daquel tempo<br />

nonlolo,chenon fu alcun di loro percofTo dalferpeima fino al dì<br />

MarawgUtfa<br />

vira dcìCva?<br />

di <strong>hoggi</strong> i ferpi,& altri animali velcnofi di quel luogo, non pollo- J^wi^^<br />

no nuocer à <strong>gli</strong> huomini. Ora ve<strong>de</strong>ndo (com'è (ta to <strong>de</strong>tto) Sam ue^<br />

io, che per forza non poteua hauer in mano il Rè Vuladimir, cominciò<br />

permezo<strong>de</strong><strong>gli</strong> Ambalciadori tentarlo à voler fcé<strong>de</strong>re dal<br />

monte,promcttendodinon far<strong>gli</strong> alcun male. Alle parole <strong>de</strong>l qua<br />

le non volendo e<strong>gli</strong> a(Tentire,vno <strong>de</strong> (uoi Giupani fecein ten<strong>de</strong>re fé<br />

crecamcnteàSamuelo, che etto <strong>gli</strong> darebbe in mano Vuladimiro ^èVuUiimìro<br />

con tutti li iuoi,ogni volta ch'il Bulgaro <strong>gli</strong> prometteua dare qual- tradito dalli<br />

che gran premio .A cuihauédoSamuelopromeffomari,emonti, fi***<br />

cominciò <strong>de</strong>tto Giupanq esortare il Rè Vuladimiro, che non du~<br />

bitaiìe punto ad arfi nelle mani <strong>de</strong>l Bulgaro,alììcurandolo, che da<br />

lui non doueua riccuerealcun male, anzi era per giouare più tofto,<br />

ancor ch'il Bulgaro tractafle male la fua fola periona II Re Vuladimiro<br />

fentédo maggior pena, eaffanno per rifpetto <strong>de</strong>' Tuoi, che <strong>de</strong>l-<br />

la propria perfona$imperochc(come dicemmo) era huomo fanto,<br />

fi lafciò perfua<strong>de</strong>rc dal (uo Giupano. Congrega ta dunque la mol-<br />

atudincjin quetta fentenza <strong>gli</strong> parlò. Di neceflìtàconuiene (come oratane <strong>de</strong>l<br />

miparc) fratelli miei cariflimijch'iohora a<strong>de</strong>mpia quel <strong>de</strong>tto Eua~ ty ruUimir<br />

gelico, il quale dice; Al buon paftoreconueniriiporreranimafua a Jm '<br />

pei la falute <strong>de</strong>lle fuepeccorcllc.Hora il Bulgaro promette di voler-<br />

ui lenza offefa tutti lafciare^s'io fcen<strong>de</strong>ndog*ù,andarò a parlar<strong>gli</strong> 5<br />

&fe ciò non farò, minaccia di non partire da quello luogo fin tan<br />

io, che non fiarao tutti confumali dalla fame. Me<strong>gli</strong>o è adunque,<br />

ch'io

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