Il regno de gli Slavi, hoggi correttamente detti schiavoni

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148 R El E NO Mtriidamorot fa gli cacciarono5&conftrinferoicaualli,,ch'erano inficmecon Io» taagliEioli. j^àn corna reco n vna vergogno fa fuga nelL'auanzodeli cileicicQj poi da'luoghi opportuni affrettali do.le (quadre, & vrtando in cqIq ro, ch'era no alia pianura > tu{tiinvn. memento gli nlileroin fuga, 1 Midionijivfccndodellaicictàiglipcrlég^ironojainmazzaiono vna gran parte de gli £tQÌi;prdcróglirakn;&lfenza co'ft tratto s'hàr fignoriròno dell'aimiy& ài tutte le bagagli e *Cj.1*ì 11 i ri j fij r-nito ii

4 D Ei.G b I . S L A V I. «4* ri. Et Tubi toaiu ta ti da' GaIli,s'infignorirono della città, & di tut- te le cole, che v'era n o drcn co. G li Al banefi ha ucndo in teio quello, fubito cori tutto il popolo v'andarono perdar ibccoi-(o,& non 1li- gi dalla città s'accamparono prello le riuc del fiume vicino: et per effer ficuri di q uei della città , leuarono le tauole del potè . E (Tendo loro in quello mezo venuto riuoua,chc Sccrdelaido veniua per ca mino di terra, per luoghi ibetei d'Antigonia con cinquemila Uh- «spartirono l'efferato ;vna parte ne mandarono in Antigoniaà guardare q uei Iuoghi,gli altri rimaTero quiui (ìcurij quali che no» temettero pericolo alcuno da'nemici. GÌ 'Illirij >i quali haubiamo detto ch'erano nella città , cono-fciutala di ui (ione dell c(Tercito > 8£ la negligenza de* nemici, di meza notte vicirono della ci tea jpoic- ro letauolc fui pontej pacarono il fi umej. & ritrouado il luogo far teda natura, pacarono TcnzaikepitolVuanzo della notte. A pena, fùvenuto il di,eh e me (To inficaie le Tquadre deUVnapartc.cdefl al tra,s attacò il fatto d'arme,& ri raafe la vittoria preffo.agl'Illirij: de' jièmici pochi fi Tatuarono fuggendogli altri ò furono vecifi, ò pre fcGiiAlbanefiafiediati da talj, e tante difgra tic; djTperati in tutto della faluteloroj mandarono gLi AmbaTcìadori a gii Etoli,& a gli AchqiadomandarToccòrTo* Efsi hauendocompafsione della per- dita ìorOfòù volendogli {accorrcr*andarono àHelicrano. Gl'Jllirij ancora,i quali di (opra ha bbiama dettoci! haueuano prefo Fenice* congiunti con Sccrdelaido vennero nclmedcfimo luogo ; & noti moltolùgi accampati daloroj fi sforzauano di venire a battaglia ; ma la difficili tà dc'luóghi gl'impediua$& lelctrere venute in quel mexcvdcllaK^gina,ndIcquaHjcomandaualoro,chetoko via ogn' indugiojtuctiritornaflcroàlci/imperoche alcuncfue citxis*erano date ài Daidani,gli fecero ritenere, tfer la qualcofahauédolàcchdg giara tutta taProuincia^cocenero tregua a gli Alba ned, nella quale lafciaronoioro i Corpi li bcri,& la cittàj ma mcnarionoconJoro al- le naui la moltitudine de' ferui;>& di tutu l'altra preda. In quello modo Vna parte per mare, l'altra per terra per i.l paeTc d'Antigonia ricornati à caTa , mifero gradcfpauéto alle città mari timc della Gic cia.Pcrcioche vedendo fuor di ìperanza,caTpcttatione d'ogn'vno làcchéggià'tavrtafortifsimaiiStpotBntilsima città degli.Alba ned* non pinne' territori) (come prima) ma ancora hàùeuàno paura di loro medefimi, oc delle città, loro. Ora haueudogl'Illirij iri'queft© modooccupatala città di Fcnicci parecchi di loro partili alcuna volta llliriioccMpanà U Città di Feni ce in Albani», Grecia fpiucw ttiapertefr** fàdiFeniet. I

148 R El E NO<br />

Mtriidamorot fa <strong>gli</strong> cacciarono5&conftrinferoicaualli,,ch'erano inficmecon Io»<br />

taa<strong>gli</strong>Eioli.<br />

j^àn corna reco n vna vergogno fa fuga nelL'auanzo<strong>de</strong>li cileicicQj<br />

poi da'luoghi opportuni affrettali do.le (quadre, & vrtando in cqIq<br />

ro, ch'era no alia pianura > tu{tiinvn. memento <strong>gli</strong> nlileroin fuga,<br />

1 Midionijivfccndo<strong>de</strong>llaicictài<strong>gli</strong>pcrlég^ironojainmazzaiono<br />

vna gran parte <strong>de</strong> <strong>gli</strong> £tQÌi;prdcró<strong>gli</strong>rakn;&lfenza co'ft tratto s'hàr<br />

fignoriròno <strong>de</strong>ll'aimiy& ài tutte le baga<strong>gli</strong> e *Cj.1*ì 11 i ri j fij r-nito ii

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