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Exibart.onpaper 30 - Il Mattino di Bolzano

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72.arteatro <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

a cura <strong>di</strong> piersandra <strong>di</strong> matteo<br />

DARSI O RITRARSI<br />

Una mappa lapidaria degli ultimi territori teatrali. Strade impervie, vicoli ciechi, <strong>di</strong>rezioni che si costruiscono<br />

in corso. Alcune arterie, da sempre non centrali, si mostrano con <strong>di</strong>sarmante chiarezza...<br />

��È finito il tempo per atteggiamenti<br />

monomaniaci, auscultazioni<br />

ossessive del corpo e dello<br />

spazio teatrale indagato per in<strong>di</strong>viduarne<br />

le <strong>di</strong>verse morfologie. Si<br />

pensa la scena piuttosto, per<br />

ridefinire le con<strong>di</strong>zioni dello<br />

sguardo. <strong>Il</strong> teatro come il luogo<br />

delle lacune, dei vuoti, <strong>di</strong> una relazione<br />

che sembra darsi in un<br />

altrove è stato forse il segno più<br />

evidente emerso dalla Biennale<br />

<strong>di</strong> Teatro <strong>di</strong> Venezia ideata da<br />

Romeo Castellucci. Liveness per<br />

richiedere destrezza percettiva e<br />

prontezza gestaltica. Spettacoli<br />

orientati verso la creazione <strong>di</strong> un<br />

impasto sonico-visivo spinto ad<br />

interrogare <strong>di</strong>rettamente il<br />

corpo dello spettatore.<br />

Se continuano a proliferare da<br />

un lato, esplorazioni spaziali e<br />

corporee come azioni solitarie<br />

pervase da autoironia o da una<br />

compiaciuta <strong>di</strong>stanza analitica, si<br />

sono fatti evidenti i segni del giro<br />

<strong>di</strong> boa compiuto dagli interpreti<br />

degli anni novanta che hanno<br />

agito sulla necessità <strong>di</strong> un atto <strong>di</strong><br />

rifondazione dell'immagine per<br />

via <strong>di</strong> découpage e citazionismo,<br />

hanno giocato sull'ambiguità tra<br />

sipari.<br />

BRUXELLES MULTIFORMATO<br />

Bruxelles smette <strong>di</strong> essere solo la capitale<br />

europea. Sì, perché riaprono i battenti<br />

del KunstenFESTIVALdesArts (dal 4 al 27<br />

maggio), una delle maggiori rassegne<br />

internazionali capaci <strong>di</strong> mobilitare artisti<br />

<strong>di</strong> tutto il mondo che operano in un territorio<br />

fluido e perennemente instabile tra<br />

danza, musica, teatro e installazioni.<br />

Contenitore multiformato, energico e in<strong>di</strong>sciplinato,<br />

il Kusten tenta ancora una<br />

volta <strong>di</strong> andare controcorrente, <strong>di</strong> legare<br />

inestricabilmente ospiti, partners e pubblico<br />

per intrigare, sorprendere e muovere<br />

urgenze <strong>di</strong> riflessione. Qualche nome?<br />

La compagnia belga Alain Platel / Les<br />

Ballets C. De la B. VSPRPS, il regista e<br />

drammaturgo svizzero Christoph<br />

Marthaler, la Socìetas Raffaello Sanzio e<br />

ancora Meg Stuart, Frederico Paredes, il<br />

visionario duo lon<strong>di</strong>nese Bock e Vincenti e<br />

molto altro…<br />

www.kfda.be<br />

IL RICCIONE TTV A BOLOGNA<br />

Bologna si prepara ad un nuovo viaggio tra arti<br />

sceniche, video e film. È La scena e lo schermo,<br />

2a sp-e<strong>di</strong>zione bolognese del RICCIONE TTV<br />

FESTIVAL (dal 3 al 14 maggio) che si articola in<br />

<strong>di</strong>verse sezioni. Musica-MozArt celebra il duecentocinquantesimo<br />

anniversario dalla nascita<br />

<strong>di</strong> Mozart, Luci del Nord la morte <strong>di</strong> Henrik Ibsen<br />

con la presenza <strong>di</strong> Teatrino Clandestino e dell'enfant<br />

terrible del teatro tedesco Thomas<br />

Ostermeier. Ma c'è spazio anche per l'Opera<br />

Video che propone una vasta selezione della<br />

recente produzione <strong>di</strong> opera lirica in video, tra<br />

cui The Nightinghale da Igor Stravinskij. Non<br />

mancano film girati da coreografi e compositori<br />

<strong>di</strong> fama internazionale, Pina Bausch, Wim<br />

Vandekeybus, Lloyd Newson/DV8, Thierry e<br />

Michéle-Anne De Mey e per la sezione performer/arti<br />

visive, una personale de<strong>di</strong>cata al regista<br />

francese Pierre Coulibeuf che presenta<br />

film/ritratto de<strong>di</strong>cati ad artisti che si muovono<br />

tra arti visive, performance: la coreografa Meg<br />

Stuart, Jan Fabre, Marina Abramovic e Pierre<br />

Klossowski. Buona visione…<br />

www.riccioneteatro.it<br />

sopra e a sinistra: Paesaggio con fratello<br />

rotto - Trilogia del Teatro Valdoca<br />

corporeità come presenza fisica<br />

concreta e fantasmagoria elettrica,<br />

hanno costruito <strong>di</strong>spositivi<br />

autosufficienti e complesse macchine<br />

celibi in cui teatro, letteratura<br />

e trivial-letteratura, cinema -<br />

DANZA DI PAROLE<br />

Danza e letteratura. La parola come ispirazione<br />

tematica o ritmo sonoro per la<br />

creazione coreografica? Questa domanda<br />

serpeggia come filo rosso negli eventi<br />

torinesi del Festival Interplay/06 - Danza<br />

Di Parole (dal 5 al 20 maggio), giunto alla<br />

sesta e<strong>di</strong>zione che, alternando spettacoli<br />

in teatro e blitz metropolitani, apre<br />

un'ampia finestra sulle compagnie nazionali<br />

e internazionali che gravitano tra<br />

danza e teatro. In un cartellone variamente<br />

articolato, tra gli ospiti stranieri<br />

arrivano Mustafa Kaplan e Filiz Sizanli,<br />

Ayelen Parolin, Bruno Catalano, dall'Italia<br />

la compagnia Abbondanza/Bertoni,<br />

Giancarlo Sessa, Sistemi Dinamici<br />

Altamente Instabili <strong>di</strong> Alessandra e<br />

Antonella Sini, e infine i giovanissimi del<br />

Gruppo Nanou.<br />

www.mosaicodanza.it<br />

dal noir al b-movie - e videoarte<br />

tendevano a confondersi in un<br />

unico spazio <strong>di</strong> ricerca.<br />

In un panorama complesso e<br />

<strong>di</strong>versificato viene da chiedersi<br />

che posto occupi il nuovo lavoro<br />

del Teatro Valdoca. Alle scene<br />

concettuali e agli scenari <strong>di</strong> equivocità<br />

visiva dovuti all'intervento<br />

<strong>di</strong>namico e immateriale delle<br />

proiezioni, la storica formazione<br />

<strong>di</strong> ricerca attiva dagli anni '80,<br />

continua, infatti, a preferire una<br />

scena costruita dai corpi generosi<br />

e atletici degli attori sfigurati<br />

da spazzolate pittoriche che ne<br />

<strong>di</strong>sorganizzano il corpo, che<br />

attraversano lo sfinimento per<br />

propiziare parole poetiche inneggianti<br />

all'amore, alla ferita come<br />

con<strong>di</strong>zione salutare, incise dai<br />

riverberi metallici dei microfoni.<br />

Ritroviamo le luci cerca-persona,<br />

le variazioni cromatiche contenute<br />

nelle sequenze del rosso-nerobianco,<br />

gli strappi <strong>di</strong> musica rock<br />

e le parole visionarie proferite<br />

con fatica, le controscene labiate<br />

dentro contrappunti ritmico-figurativi.<br />

Sintesi autocitazionista<br />

delle produzioni precedenti?<br />

Comodo rimescolamento <strong>di</strong> elementi<br />

collaudati? Si ha l'impressione<br />

<strong>di</strong> essere <strong>di</strong> fronte a un'ostinazione<br />

che non può essere<br />

liquidata dentro parabole creative<br />

<strong>di</strong>scendenti dal sapore catalogatorio.<br />

<strong>Il</strong> nuovo affresco,<br />

Paesaggio con fratello rotto:<br />

Trilogia, conferma la necessità <strong>di</strong><br />

una frontalità con lo spettatore<br />

che passa attraverso una formalizzazione<br />

estremamente sofisticata<br />

della scena e una complessa<br />

stratificazione simbolica e iconografica.<br />

Fedeltà alla propria,<br />

netta cifra stilistica è per il regista<br />

Cesare Ronconi e la poetessa<br />

Mariangela Gualtieri il modo<br />

per mettere in campo la ra<strong>di</strong>calità<br />

<strong>di</strong> un segno stilistico che si<br />

esprime come ricercata sporcatura,<br />

che volutamente trasuda<br />

precarietà e frantumazione, che<br />

rischia arca<strong>di</strong>a retorica e anacronismo<br />

per scagliarsi contro<br />

detrattori e cantori apocalittici.<br />

�<br />

www.teatrovaldoca.it

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