Exibart.onpaper 30 - Il Mattino di Bolzano

Exibart.onpaper 30 - Il Mattino di Bolzano Exibart.onpaper 30 - Il Mattino di Bolzano

12.02.2013 Views

58.recensioni Exibart.onpaper L'INFINITO DENTRO LO SGUARDO La città di Verona trova una sua importante collezione permanente. Tra sguardi introspettivi e occhi che tendono a perdersi nell'infinito, l'io indaga gli ultimi secoli di storia dell'arte. Visioni contraddittorie... �� La collezione permanente della Galleria d'Arte Moderna Palazzo Forti ha trovato finalmente una collocazione stabile nelle sale del museo. Le mostre temporanee verranno infatti "dirottate" prevalentemente nel ristrutturato Palazzo della Ragione. E così tra vecchie donazioni, depositi e nuove acquisizioni, le oltre centocinquanta opere offrono un importante contributo della storia dell'arte degli ultimi due secoli. Ma il taglio espositivo, scelto dal direttore Giorgio Cortenova, rifiuta una disposizione in senso cronologico delle opere, prediligendo invece una divisione di tipo concettuale, quasi psicanalitico. Nascono così quattro sezioni dai titoli suggestivi: Lo spazio - tempo dell'io, Le visioni contraddittorie, Lo specchio dell'io e L'enigma del volto e del corpo. Di fronte ad un'arte difficilmente imprigionabile in rigidi schemi e correnti stilistiche, è l' uomo con la sua identità e le sue problematiche ad essere il perno intorno a cui ruota l'esposizione. Lo sguardo, che per sua natura tende a spaziare verso l'infinito può trovare solo dentro di sé la chiave per interpretare una realtà in continuo mutamento. Nella sezione Lo spazio tempo dell'io l'artista indaga il rapporto dell'io rispetto alla vita e alle pro- prie aspirazioni interiori. L'oggetto diventa il me dium da cui scaturisce la riflessione. L'egiziano Medhat Shafik, con la sua installazione La dimora del poeta dà vita ad un luogo sospeso nello spazio e nel tempo in cui lo sguardo del visitatore, sballottato tra gli oggetti della composizione, finisce per rivolgersi dentro di sé. Si ha la sensazione di essere giunti nella stanza dell'anima, in cui il singolo elemento si fonde col tutto perdendo ogni connotazione. Altrettanto ricca di intime suggestioni risulta l'opera di Giulio Paolini L'apparizione della Vergine. La custodia del violoncello sospesa dal soffitto grazie ad un cavo di acciaio riflette la propria immagine su quattro lastre di plexiglas "impressionate". La custodia dello strumento musicale, che ricorda attraverso la propria info. fino al 24 aprile 2006 Verona, Galleria d'Arte Moderna Palazzo Forti da mar. a ven. dalle 9.00 alle 19.00 sab. e dom. dalle 10.30 alle 19.00 biglietto intero 5,00 euro; ridotto 4,00; ridotto speciale 3,00 Tel 045 8001903 www.palazzoforti.it palazzoforti@comune.verona.it INFINITE PAINTING �� È bello provocare, anche in un'epoca in cui è sempre più difficile épater le bourgeois. È il gioco che fanno molti artisti, ricercando il lato estremo delle cose e raccontandoci come spesso il limite sia pura convenzione. E anche l'arte in fin dei conti potrebbe essere letta, in chiave postmoderna, come la storia del continuo spostamento oltre confine dell'hic sunt leones. Talvolta sono anche critici e curatori a lanciare provocazioni, con idee e teorizzazioni, nel tentativo di ribaltare modelli e apparenze. Ma è destino statistico che non tutte le ciambelle riescano con il buco, soprattutto quando gli ingredienti, pur buoni se non addirittura ottimi, vengono amalgamati così così, rivelando che dietro alle etichette (e ai titoli) c'è più il mestiere che la bontà della ricetta. È il caso di questa mostra. La tesi, sia chiaro, è stuzzicante: non si dipinge con il solo pennello. E nel contempo - scrive Francesco Bonami - "è impossibile sfuggire alla pittura", che diventa un linguaggio a sé in grado di generare codici e contenuti del tutto autonomamente, fino a bucare la tela e a diventare infinita. Nel saggio introduttivo si racconta di come la pittura sia diventata il mezzo di un occidentale "realismo globale", caratterizzato dall'intreccio di "immagini, spiritualità e materialismo", in opposizione all'astrazione "generata dal fondamentalismo religioso". Tesi che sembra frutto di una trovata per un titolo ammiccante piuttosto che un reale motivo scientifico, poiché l'unico realismo che l'Occidente cerca di imporre è quello della tecnologia e del capitale, essendo esso stesso vittima della rappresentazione iconica (non abbiamo tutti in mente due aerei che si abbattono contro due Giulio Paolini L'apparizione della Vergine, 1995-96, installazione forma le linee di un corpo femminile, è aperta, quasi a sottolineare l'idea del grembo materno come luogo della nascita dell'io. La riflessione del grembo materno è anche al centro della candida scultura in resina di Patrizia Guerresi Maimouna intitolata Kunta. Una donna coperta da un lungo velo è seduta su un trono. Le braccia sono appoggiate sulle ginocchia mentre i palmi delle mani sono rivolti verso il cielo. Al centro del grembo della donna un grande foro nero catalizza gli sguardi dei visitatori creando un senso di inquietudine. I lineamenti tipicamente africani della donna, retaggio dei viaggi compiuti dall'artista in terra africana, convivono con elementi tipicamente occidentali. L'opera di Katherine Doyle è l'emblema delle Visioni contraddittorie. L'olio su tela - senza titolo - documenta in modo crudo e disincantato il dramma e l'alienazione dell'esistenza umana. In un malinconico ambiente domestico due figure umane se ne stanno torri?). Ci saremmo aspettati invece un'indagine attorno alle contaminazioni della pittura, alle influenze che altri media hanno avuto sul linguaggio e viceversa, che sono indagate nella mostra un po' troppo perifericamente. Spicca l'eccezionale video Painter di Paul McCarthy (1945, Salt Lake City), che racconta con una narrazione cattiva e acida di un pittore con un grosso naso posticcio. sedute incapaci di comunicare tra loro: l'uomo ha gli occhi chiusi come se volesse scrutare dentro la propria anima, mentre gli occhi della donna sembrano voler abbracciare l'infinito. Lo sguardo è da sempre stato considerato lo specchio dell'anima e non è un caso che gli occhi della volpe artica fotografata da Incapace di articolare qualsiasi forma di pensiero logico, ricorre ad enormi tubi di colore, uno dei quali è di color shit e arriva perfino a mutilarsi in preda ad evidente schizofrenia. O la sempre corrosiva Zeta di Zorro di Maurizio Cattelan (1960, Padova), che prende per il didietro Lucio Fontana. Bello l'olio di Neo Rauc (1960, Lipsia), a cavallo tra neo-pop e fumetti, ma che quasi accantona il realismo deformando le dimensioni di alcuni particolari del corpo. Intenso il video di Rirkrit Tiravaija (1961, Buenos Aires) ripreso di spalle mentre dipinge una delle domande esistenziali più forti, chiedendosi quale sia il posto in cui le persone vanno dopo la morte. I fratelli Chapman citano Goya nel ciclo Disastri della guerra e Marlene Dumas (1953, Città del Capo) realizza acquarelli in cui mescola crocifissioni e volti comuni: le persone sono rese emaciate da un segno che sa letteralmente scavare dentro la superficie. Un po' come fa Luc Tuymans (1958, Mortsel, Belgio) con Gilles de Binches, in cui la maschera carnascialesca diventa emblema di una condizione di piatto grigiore esistenziale. Numerosi gli altri arti- Roni Horn vengano scelti come emblema dell'intimità dello sguardo. Di fronte alla profonda crisi dell'uomo, è nello sguardo di un animale che si ritrova un barlume di umanità. � [paolo francesconi] Cos'hanno in comune lo stralunato personaggio col nasone del video di Paul McCarthy, la Z di Cattelan-Zorro e il Capitan Gambadilegno di Jeff Koons? Pensateci. Forse una tesi stuzzicante. Forse è tutta pittura… Paul McCarthy Painter, 1995 - Video stills - DVD - Courtesy Hauser & Wirth, Zurich info. fino al 24 settembre 2006 Infinite Painting. Pittura Contemporanea e Realismo Globale Centro d'Arte Contemporanea Villa Manin Piazza Manin, 10 - Codroipo (Ud) a cura di Francesco Bonami e Sarah Cosulich Canarutto fino al 4 giugno da mar. a ven. 9.00 - 18.00, sab. e dom. 10.00 - 19.00 dal 6 giugno al 24 settembre da mar. a dom. 10.30 - 19.30 visite guidate e laboratori didattici su prenotazione biglietto intero 6,00 euro; ridotto 4,00; gruppi 2,00 Tel 0432 906509 Fax 0432 908387 info@villamanincontemporanea.it www.villamanincontemporanea.it catalogo 15,00 euro sti e pochi gli italiani (ma siamo o no esterofili?), qualcuno forse fuori dalle righe o con lavori non sempre ben scelti. Impossibile non segnalare il Damien Hirst (1965, Bristol) di Redemption, in cui ali di farfalle sono incollate su di un ovale in una composizione in cui si incrociano numerosi simmetrie. Pezzo di una poeticità realisticamente globale. � [daniele capra]

58.recensioni <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

L'INFINITO DENTRO LO SGUARDO<br />

La città <strong>di</strong> Verona trova una sua importante collezione permanente. Tra sguar<strong>di</strong> introspettivi e occhi che tendono<br />

a perdersi nell'infinito, l'io indaga gli ultimi secoli <strong>di</strong> storia dell'arte. Visioni contrad<strong>di</strong>ttorie...<br />

�� La collezione permanente<br />

della Galleria d'Arte Moderna<br />

Palazzo Forti ha trovato finalmente<br />

una collocazione stabile<br />

nelle sale del museo. Le mostre<br />

temporanee verranno infatti<br />

"<strong>di</strong>rottate" prevalentemente nel<br />

ristrutturato Palazzo della<br />

Ragione. E così tra vecchie donazioni,<br />

depositi e nuove acquisizioni,<br />

le oltre centocinquanta opere<br />

offrono un importante contributo<br />

della storia dell'arte degli ultimi<br />

due secoli. Ma il taglio espositivo,<br />

scelto dal <strong>di</strong>rettore Giorgio<br />

Cortenova, rifiuta una <strong>di</strong>sposizione<br />

in senso cronologico delle<br />

opere, pre<strong>di</strong>ligendo invece una<br />

<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> tipo concettuale,<br />

quasi psicanalitico. Nascono così<br />

quattro sezioni dai titoli suggestivi:<br />

Lo spazio - tempo dell'io, Le<br />

visioni contrad<strong>di</strong>ttorie, Lo specchio<br />

dell'io e L'enigma del volto e<br />

del corpo. Di fronte ad un'arte <strong>di</strong>fficilmente<br />

imprigionabile in rigi<strong>di</strong><br />

schemi e correnti stilistiche, è l'<br />

uomo con la sua identità e le sue<br />

problematiche ad essere il perno<br />

intorno a cui ruota l'esposizione.<br />

Lo sguardo, che per sua natura<br />

tende a spaziare verso l'infinito<br />

può trovare solo dentro <strong>di</strong> sé la<br />

chiave per interpretare una realtà<br />

in continuo mutamento.<br />

Nella sezione Lo spazio tempo<br />

dell'io l'artista indaga il rapporto<br />

dell'io rispetto alla vita e alle pro-<br />

prie aspirazioni interiori.<br />

L'oggetto <strong>di</strong>venta il me <strong>di</strong>um da<br />

cui scaturisce la riflessione.<br />

L'egiziano Medhat Shafik, con<br />

la sua installazione La <strong>di</strong>mora del<br />

poeta dà vita ad un luogo sospeso<br />

nello spazio e nel tempo in cui<br />

lo sguardo del visitatore, sballottato<br />

tra gli oggetti della composizione,<br />

finisce per rivolgersi dentro<br />

<strong>di</strong> sé. Si ha la sensazione <strong>di</strong><br />

essere giunti nella stanza dell'anima,<br />

in cui il singolo elemento si<br />

fonde col tutto perdendo ogni<br />

connotazione. Altrettanto ricca<br />

<strong>di</strong> intime suggestioni risulta l'opera<br />

<strong>di</strong> Giulio Paolini<br />

L'apparizione della Vergine. La<br />

custo<strong>di</strong>a del violoncello sospesa<br />

dal soffitto grazie ad un cavo <strong>di</strong><br />

acciaio riflette la propria immagine<br />

su quattro lastre <strong>di</strong> plexiglas<br />

"impressionate". La custo<strong>di</strong>a<br />

dello strumento musicale, che<br />

ricorda attraverso la propria<br />

info.<br />

fino al 24 aprile 2006<br />

Verona, Galleria d'Arte Moderna<br />

Palazzo Forti<br />

da mar. a ven. dalle 9.00 alle 19.00<br />

sab. e dom. dalle 10.<strong>30</strong> alle 19.00<br />

biglietto intero 5,00 euro; ridotto<br />

4,00; ridotto speciale 3,00<br />

Tel 045 8001903<br />

www.palazzoforti.it<br />

palazzoforti@comune.verona.it<br />

INFINITE PAINTING<br />

�� È bello provocare, anche in<br />

un'epoca in cui è sempre più <strong>di</strong>fficile<br />

épater le bourgeois. È il gioco<br />

che fanno molti artisti, ricercando il<br />

lato estremo delle cose e raccontandoci<br />

come spesso il limite sia<br />

pura convenzione. E anche l'arte in<br />

fin dei conti potrebbe essere letta,<br />

in chiave postmoderna, come la<br />

storia del continuo spostamento<br />

oltre confine dell'hic sunt leones.<br />

Talvolta sono anche critici e curatori<br />

a lanciare provocazioni, con<br />

idee e teorizzazioni, nel tentativo <strong>di</strong><br />

ribaltare modelli e apparenze. Ma<br />

è destino statistico che non tutte le<br />

ciambelle riescano con il buco,<br />

soprattutto quando gli ingre<strong>di</strong>enti,<br />

pur buoni se non ad<strong>di</strong>rittura ottimi,<br />

vengono amalgamati così così,<br />

rivelando che <strong>di</strong>etro alle etichette<br />

(e ai titoli) c'è più il mestiere che la<br />

bontà della ricetta.<br />

È il caso <strong>di</strong> questa mostra. La tesi,<br />

sia chiaro, è stuzzicante: non si<br />

<strong>di</strong>pinge con il solo pennello. E nel<br />

contempo - scrive Francesco<br />

Bonami - "è impossibile sfuggire<br />

alla pittura", che <strong>di</strong>venta un linguaggio<br />

a sé in grado <strong>di</strong> generare co<strong>di</strong>ci<br />

e contenuti del tutto autonomamente,<br />

fino a bucare la tela e a<br />

<strong>di</strong>ventare infinita. Nel saggio introduttivo<br />

si racconta <strong>di</strong> come la pittura<br />

sia <strong>di</strong>ventata il mezzo <strong>di</strong> un occidentale<br />

"realismo globale", caratterizzato<br />

dall'intreccio <strong>di</strong> "immagini,<br />

spiritualità e materialismo", in<br />

opposizione all'astrazione "generata<br />

dal fondamentalismo religioso".<br />

Tesi che sembra frutto <strong>di</strong> una trovata<br />

per un titolo ammiccante piuttosto<br />

che un reale motivo scientifico,<br />

poiché l'unico realismo che<br />

l'Occidente cerca <strong>di</strong> imporre è quello<br />

della tecnologia e del capitale,<br />

essendo esso stesso vittima della<br />

rappresentazione iconica (non<br />

abbiamo tutti in mente due aerei<br />

che si abbattono contro due<br />

Giulio Paolini<br />

L'apparizione della Vergine,<br />

1995-96, installazione<br />

forma le linee <strong>di</strong> un corpo<br />

femminile, è aperta, quasi a<br />

sottolineare l'idea del grembo<br />

materno come luogo della<br />

nascita dell'io. La riflessione<br />

del grembo materno è anche<br />

al centro della can<strong>di</strong>da scultura<br />

in resina <strong>di</strong> Patrizia<br />

Guerresi Maimouna intitolata<br />

Kunta. Una donna coperta<br />

da un lungo velo è seduta<br />

su un trono. Le braccia sono<br />

appoggiate sulle ginocchia<br />

mentre i palmi delle mani<br />

sono rivolti verso il cielo. Al<br />

centro del grembo della<br />

donna un grande foro nero<br />

catalizza gli sguar<strong>di</strong> dei visitatori<br />

creando un senso <strong>di</strong><br />

inquietu<strong>di</strong>ne. I lineamenti tipicamente<br />

africani della donna,<br />

retaggio dei viaggi compiuti<br />

dall'artista in terra africana,<br />

convivono con elementi tipicamente<br />

occidentali.<br />

L'opera <strong>di</strong> Katherine Doyle è<br />

l'emblema delle Visioni contrad<strong>di</strong>ttorie.<br />

L'olio su tela - senza titolo<br />

- documenta in modo crudo e<br />

<strong>di</strong>sincantato il dramma e l'alienazione<br />

dell'esistenza umana. In un<br />

malinconico ambiente domestico<br />

due figure umane se ne stanno<br />

torri?). Ci saremmo aspettati invece<br />

un'indagine attorno alle contaminazioni<br />

della pittura, alle influenze<br />

che altri me<strong>di</strong>a hanno avuto sul<br />

linguaggio e viceversa, che sono<br />

indagate nella mostra un po' troppo<br />

perifericamente.<br />

Spicca l'eccezionale video Painter<br />

<strong>di</strong> Paul McCarthy (1945, Salt Lake<br />

City), che racconta con una narrazione<br />

cattiva e acida <strong>di</strong> un pittore<br />

con un grosso naso posticcio.<br />

sedute incapaci <strong>di</strong> comunicare<br />

tra loro: l'uomo ha gli occhi chiusi<br />

come se volesse scrutare dentro<br />

la propria anima, mentre gli<br />

occhi della donna sembrano<br />

voler abbracciare l'infinito.<br />

Lo sguardo è da sempre stato<br />

considerato lo specchio dell'anima<br />

e non è un caso che gli occhi<br />

della volpe artica fotografata da<br />

Incapace <strong>di</strong> articolare qualsiasi<br />

forma <strong>di</strong> pensiero logico, ricorre ad<br />

enormi tubi <strong>di</strong> colore, uno dei quali<br />

è <strong>di</strong> color shit e arriva perfino a<br />

mutilarsi in preda ad evidente schizofrenia.<br />

O la sempre corrosiva<br />

Zeta <strong>di</strong> Zorro <strong>di</strong> Maurizio Cattelan<br />

(1960, Padova), che prende per il<br />

<strong>di</strong><strong>di</strong>etro Lucio Fontana. Bello l'olio <strong>di</strong><br />

Neo Rauc (1960, Lipsia), a cavallo<br />

tra neo-pop e fumetti, ma che<br />

quasi accantona il realismo deformando<br />

le <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> alcuni particolari<br />

del corpo. Intenso il video <strong>di</strong><br />

Rirkrit Tiravaija (1961, Buenos<br />

Aires) ripreso <strong>di</strong> spalle mentre<br />

<strong>di</strong>pinge una delle domande esistenziali<br />

più forti, chiedendosi quale sia<br />

il posto in cui le persone vanno<br />

dopo la morte. I fratelli Chapman<br />

citano Goya nel ciclo Disastri della<br />

guerra e Marlene Dumas (1953,<br />

Città del Capo) realizza acquarelli in<br />

cui mescola crocifissioni e volti<br />

comuni: le persone sono rese emaciate<br />

da un segno che sa letteralmente<br />

scavare dentro la superficie.<br />

Un po' come fa Luc Tuymans<br />

(1958, Mortsel, Belgio) con Gilles<br />

de Binches, in cui la maschera carnascialesca<br />

<strong>di</strong>venta emblema <strong>di</strong><br />

una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> piatto grigiore<br />

esistenziale. Numerosi gli altri arti-<br />

Roni Horn vengano scelti come<br />

emblema dell'intimità dello<br />

sguardo. Di fronte alla profonda<br />

crisi dell'uomo, è nello sguardo <strong>di</strong><br />

un animale che si ritrova un barlume<br />

<strong>di</strong> umanità. �<br />

[paolo francesconi]<br />

Cos'hanno in comune lo stralunato personaggio col nasone del video <strong>di</strong> Paul McCarthy, la Z <strong>di</strong> Cattelan-Zorro<br />

e il Capitan Gamba<strong>di</strong>legno <strong>di</strong> Jeff Koons? Pensateci. Forse una tesi stuzzicante. Forse è tutta pittura…<br />

Paul McCarthy<br />

Painter, 1995 - Video stills - DVD -<br />

Courtesy Hauser & Wirth, Zurich<br />

info.<br />

fino al 24 settembre 2006<br />

Infinite Painting. Pittura<br />

Contemporanea e Realismo Globale<br />

Centro d'Arte Contemporanea<br />

Villa Manin<br />

Piazza Manin, 10 - Codroipo (Ud)<br />

a cura <strong>di</strong> Francesco Bonami e<br />

Sarah Cosulich Canarutto<br />

fino al 4 giugno da mar. a ven. 9.00<br />

- 18.00, sab. e dom. 10.00 - 19.00<br />

dal 6 giugno al 24 settembre da<br />

mar. a dom. 10.<strong>30</strong> - 19.<strong>30</strong><br />

visite guidate e laboratori <strong>di</strong>dattici<br />

su prenotazione<br />

biglietto intero 6,00 euro; ridotto<br />

4,00; gruppi 2,00<br />

Tel 0432 906509<br />

Fax 0432 908387<br />

info@villamanincontemporanea.it<br />

www.villamanincontemporanea.it<br />

catalogo 15,00 euro<br />

sti e pochi gli italiani (ma siamo o<br />

no esterofili?), qualcuno forse fuori<br />

dalle righe o con lavori non sempre<br />

ben scelti. Impossibile non<br />

segnalare il Damien Hirst (1965,<br />

Bristol) <strong>di</strong> Redemption, in cui ali<br />

<strong>di</strong> farfalle sono incollate su <strong>di</strong> un<br />

ovale in una composizione in cui<br />

si incrociano numerosi simmetrie.<br />

Pezzo <strong>di</strong> una poeticità realisticamente<br />

globale. �<br />

[daniele capra]

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!