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Exibart.onpaper 30 - Il Mattino di Bolzano

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56.recensioni <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

CLEMENTE / DO ESPIRITO SANTO / MOLLINO<br />

Tre mostre che proprio non ne vogliono sapere <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare tra loro. L'incontro tra Oriente e Occidente <strong>di</strong> un<br />

cupo Clemente, le sculture illusorie del brasiliano do Espirito Santo e l'architettura multiforme <strong>di</strong> Mollino...<br />

�� Forse per le recenti suggestioni<br />

olimpioniche, le mostre<br />

de<strong>di</strong>cate in contemporanea dal<br />

MAXXI a Francesco Clemente e<br />

Iran do Espirito Santo possono<br />

anche dare l'impressione <strong>di</strong> uno<br />

slalom (mentale) parallelo. Ora,<br />

quando si organizzano competizioni<br />

<strong>di</strong> questo genere bisogna<br />

stare attenti alla contiguità dei<br />

percorsi, che qui, a parte una<br />

generalissima avvertenza circa la<br />

comune ricerca degli artisti sulla<br />

spiritualità, è assai ardua da trovarsi.<br />

Ma forse si deve cominciare<br />

a considerare la combinata romana<br />

una specialità espositiva con<br />

regole tutte sue, come qualche<br />

tempo fa - sempre su <strong>Exibart</strong> -<br />

notava Pericle Guaglianone a proposito<br />

<strong>di</strong> Gianni Dessì e Leandro<br />

Erlich, insieme al MACRO.<br />

All'esterno del museo, intanto, il<br />

gigante (<strong>di</strong>) Carlo Mollino si svolge<br />

in<strong>di</strong>sturbato e solitario. Passiamo<br />

dunque alla cronaca <strong>di</strong>retta delle<br />

mostre, che con scarsa fantasia,<br />

seguirà l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> partenza visiva<br />

dall'interno.<br />

Primo al cancelletto, Francesco<br />

Clemente (Napoli, 1952), con<br />

una serie <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci tele <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni a costituire un ciclo dai<br />

sapori orientali (tandoori satori,<br />

dove i due termini del titolo, come<br />

chiarisce la dotta introduzione in<br />

catalogo <strong>di</strong> Francesco Pellizzi,<br />

intrecciano la spiritualità quoti<strong>di</strong>ana<br />

<strong>di</strong> un forno in<strong>di</strong>ano allo zen<br />

nero), cui si accompagnano i quattor<strong>di</strong>ci<br />

piccoli pastelli e sanguigne<br />

della serie Valentine's Key, più<br />

ra<strong>di</strong>cati invece nell'iconografia cristiana.<br />

Secondo Achille Bonito<br />

Oliva, Clemente è maestro nel<br />

creare "felici cortocircuiti tra<br />

Oriente e Occidente", e i contenuti<br />

espressi dei lavori esposti possono<br />

forse sprizzare ancora simili<br />

scintille, ma con qualche avvertenza.<br />

Posto che il tempo passa per<br />

Francesco Clemente - High and<br />

Low, 2004 - Tempera e olio su lino -<br />

157,48x 208,28 cm - Collezione<br />

d'Ercole, Roma - Photo Beth Phillips -<br />

Courtesy Gagosian Gallery, New York<br />

tutti - il che, sia ben chiaro, non è<br />

necessariamente un male - nel<br />

caso <strong>di</strong> Clemente si ha l'impressione<br />

che il trascorrere degli anni<br />

stia accentuando una dolenza <strong>di</strong><br />

fondo che conferisce alla sua<br />

incessante ricerca sull'elemento<br />

spirituale e l'identità personale i<br />

toni <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>tato <strong>di</strong>stacco.<br />

Centrale appare così nelle opere<br />

esposte il tema della morte,<br />

esemplificato dal ricorrere del<br />

GASTONE NOVELLI<br />

�� Prima <strong>di</strong> entrare negli spazi<br />

immensi della Fondazione<br />

Pomodoro occorre fare pace<br />

con alcuni dubbi che inevitabilmente<br />

assalgono l'osservatore:<br />

perché tanta pittura in uno spazio<br />

che dovrebbe occuparsi principalmente<br />

<strong>di</strong> scultura? È possibile<br />

che la Fondazione sia venuta<br />

meno alla sua missione già al<br />

secondo grande appuntamento?<br />

La grande abbondanza <strong>di</strong> tele<br />

lascia stupiti e poco aggiunge a<br />

quello che invece è l'interessante<br />

cuore della mostra.<br />

Partiamo allora da quello che qui<br />

viene presentato come il centro<br />

della poetica <strong>di</strong> Gastone<br />

Novelli (1925-1968): Tre<br />

Onphali (1968), una scultura<br />

appunto, una delle pochissime<br />

in mostra, già vista in<br />

questi stessi spazi in occasione<br />

dell'esposizione precedente,<br />

de<strong>di</strong>cata alla scultura<br />

italiana del XX secolo.<br />

Immaginare la mostra come<br />

costruita intorno a quest'opera<br />

permette da un lato <strong>di</strong><br />

trovare una parziale risposta<br />

agli interrogativi precedenti,<br />

dall'altro <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>tare Novelli<br />

come bell'esempio <strong>di</strong> una<br />

ricerca artistica scrupolosa<br />

ed attenta.<br />

I temi che si rincorrono su<br />

e giù per gli ex stabilimenti Riva<br />

Calzoni (a proposito, abbassiamo<br />

le luci! L'eccessiva illuminazione<br />

pare far volar via alcune opere)<br />

sono quelli che grosso modo<br />

hanno accompagnato il <strong>di</strong>battito<br />

culturale italiano negli anni<br />

Cinquanta-Sessanta, in particolare<br />

quello dell'arte legata ad un<br />

forte coinvolgimento politico.<br />

Ecco quin<strong>di</strong> susseguirsi titoli<br />

come Rivoluzione permanente,<br />

teschio in maniera ora ironica<br />

(come in pirate flag) ora più arcana<br />

(si vedano varie stazioni della<br />

serie a sanguigna). Anche i colori<br />

abbandonano la gioiosa vitalità,<br />

tanto significativa nell'opera com-<br />

plessiva dell'artista, per condensarsi<br />

in superfici cromaticamente<br />

cupe, dense, piene. Soprattutto i<br />

toni del blu (per esempio in tele<br />

come music o high and low) tornano<br />

con sontuosa profon<strong>di</strong>tà, e<br />

si perdoni chi scrive se chiude giocando<br />

la carta della citazione<br />

estemporanea (da Ennio Flaiano,<br />

per la precisione): "Se in un quadro<br />

i cattivi umori del pittore, le<br />

sue torbide malinconie, i suoi<br />

errori, le sue sfrenate ambizioni si<br />

condensano e s'esprimono, state<br />

certi che là, in quel punto, troverete<br />

la mia ombra, l'ombra del Blu".<br />

A <strong>di</strong>videre i percorsi dei due artisti<br />

in mostra all'interno del MAXXI ci<br />

Omaggio a Troztky, Rosso fiore<br />

della Cina, L'oriente risplende <strong>di</strong><br />

rosso. Coinvolgimento-allineamento<br />

con i dettami dell'intellighenzia<br />

culturale dell'epoca, che<br />

emerge anche nel gesto <strong>di</strong> rivolta<br />

con cui l'artista rovesciò le<br />

Tre onphali contro le cariche<br />

della polizia alla sua seconda<br />

Biennale <strong>di</strong> Venezia, che poi era<br />

quella - a suo modo in<strong>di</strong>menticabile<br />

- del 1968.<br />

ha pensato <strong>di</strong>rettamente il secondo,<br />

il brasiliano Iran do Espirito<br />

Santo, erigendo per barriera visiva<br />

una parete interamente scan<strong>di</strong>ta<br />

da toni <strong>di</strong> grigio, che introduce<br />

ad un ambiente labirintico,<br />

dove trovano <strong>di</strong>sposizione alcuni<br />

dei suoi lavori più caratterizzanti.<br />

Un'installazione <strong>di</strong> specchi con<br />

rifrazioni e trasparenze <strong>di</strong>verse,<br />

sculture <strong>di</strong> alluminio lucido o satinato,<br />

scatole <strong>di</strong> marmo, un giar<strong>di</strong>no<br />

<strong>di</strong> pietre (Corrections C) tagliate<br />

sul modello del poliedro che<br />

anima la Melancholia <strong>di</strong> Dürer e<br />

una serie <strong>di</strong> carte <strong>di</strong>pinte a pennarello<br />

nero e il cui titolo, CRTN<br />

(abbreviativo <strong>di</strong> curtain: cortina o<br />

velo, naturalmente <strong>di</strong> Maja, tanto<br />

per recuperare qualche atmosfera<br />

in<strong>di</strong>ana dalla stanza contigua <strong>di</strong><br />

Clemente), potrebbe ben adottarsi<br />

a connotare la personale in<br />

generale. Tutta l'opera <strong>di</strong> questo<br />

artista ancora giovane (è nato a<br />

Mococa nel 1963) ma già affermato,<br />

tenta infatti la questione<br />

della percezione e dell'illusorietà<br />

dei sensi, sviluppandosi in un <strong>di</strong>alogo<br />

serrato con alcune delle istanze<br />

contemporanee più riconosciute<br />

al riguardo e, viene da <strong>di</strong>re,<br />

quasi alla soglia della consunzione.<br />

Quello che pare salvare l'operazione<br />

del brasiliano dal ridursi<br />

ad una mera rie<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> esercizi<br />

concettuali altrui, peraltro, è la<br />

rigorosa misura caratterizzante<br />

la sua ricerca: un'attenzione<br />

estrema per l'intervento su forma<br />

e materiali in grado <strong>di</strong> comunicare<br />

un'imme<strong>di</strong>ata serietà espressiva<br />

(con esiti che, per molti versi,<br />

ricordano quelli del nostrano<br />

Gianni Caravaggio).<br />

Ma proce<strong>di</strong>amo. Poiché prende<br />

forma lungo il percorso espositivo<br />

un aspetto ancor più interessante:<br />

l'uso della scrittura nell'opera,<br />

che tenta <strong>di</strong> dare forma e<br />

concettualizzazione alla <strong>di</strong>spersione<br />

informale, movimento in<br />

cui l'artista mosse i suoi primi<br />

passi. La mostra sottolinea<br />

appunto questo <strong>di</strong>fficile lavoro <strong>di</strong><br />

scrematura dei concetti.<br />

Dopotutto Novelli era ben con-<br />

info.<br />

fino al <strong>30</strong> aprile 2006<br />

MAXXI<br />

Via Guido Reni, 2 - Roma<br />

da mar. a dom. dalle 11.00 alle 19.00<br />

ingresso gratuito<br />

Tel 06 3210181<br />

Fax 06 32101829<br />

www.maxximuseo.org<br />

catalogo Electa (per Clemente e do<br />

Espirito Santo)<br />

Transitando in alcuni curiosi container<br />

<strong>di</strong>sposti sul piazzale del<br />

MAXXI, infine, è possibile gettare<br />

uno sguardo a metà tra il voyeristico<br />

e l'antologico sull'opera multiforme<br />

<strong>di</strong> Carlo Mollino (Torino,<br />

1905 - 1973), geniale architetto,<br />

progettista, scenografo e fotografo<br />

<strong>di</strong> cui non si sottolineerà mai<br />

abbastanza l'importanza nascosta<br />

nel definire i canoni estetici del<br />

secondo Novecento italiano. Dai<br />

<strong>di</strong>segni per i celebri arredamenti<br />

in compensato piegato alle polaroid<br />

segrete <strong>di</strong> nu<strong>di</strong> femminili, fino<br />

ai progetti per sorprendenti<br />

esterni e interni <strong>di</strong> abitazioni civili<br />

(tra i quali va almeno ricordata<br />

espressamente la mirabile stazione<br />

per slittovia al Lago Nero in Val<br />

d'Aosta, risalente al 1948), la<br />

creatività <strong>di</strong> Mollino trova nell'inusuale<br />

allestimento un espositore<br />

assai confacente, dove i frammenti<br />

più <strong>di</strong>versi si ricompongono<br />

in un quadro <strong>di</strong> ricca varietà, probabilmente<br />

la sorpresa maggiore<br />

<strong>di</strong> queste olimpia<strong>di</strong> artistiche<br />

romane. �<br />

[luca arnaudo]<br />

Secondo appuntamento alla Fondazione Pomodoro. Una bella scultura in un sovrabbondante itinerario<br />

pittorico. Bianco, lettere, oggetti, parole. <strong>Il</strong> tentativo? Concettualizzare e far or<strong>di</strong>ne nel caos informale…<br />

info.<br />

fino al 10 maggio 2006<br />

Fondazione Arnaldo Pomodoro<br />

Via Andrea Solari 35, Milano<br />

MM linea 2, fermata S. Agostino<br />

dal mer. alla dom. dalle 11.00 alle 18.00<br />

gio. dalle 11.00 alle 22.00<br />

biglietto intero 5,00 euro; ridotto 3,00<br />

Tel 02 89075394/95<br />

info@fondazionearnaldopomodoro.it<br />

www.fondazionearnaldopomodoro.it<br />

Catalogo SKIRA<br />

Gastone Novelli - Per una<br />

rivoluzione permanente<br />

(Omaggio a Trotzky), 1966,<br />

tecnica mista su tela,<br />

198x360 cm<br />

scio che "è necessario cercare<br />

<strong>di</strong> capire, più che<br />

conoscere tutto ciò che<br />

oggi si dà; e alla fine è<br />

necessario <strong>di</strong>menticare<br />

tutto ciò che si è appreso<br />

perché l'atto creativo riacquisti<br />

spontaneità, <strong>di</strong>venti<br />

automatico e quin<strong>di</strong> capace<br />

<strong>di</strong> esprimere ogni intuizione<br />

e <strong>di</strong> trarre qualche<br />

cosa dal caos dell'origine".<br />

E nell'ottica <strong>di</strong> impossessarsi<br />

delle cose e delle esperienze<br />

per rielaborarle e purificarle<br />

che vanno letti gli schizzi sui taccuini<br />

e la piccola sezione finalmente<br />

de<strong>di</strong>cata alle sculture. In<br />

cui si depositano storie, oggetti<br />

ed eventi, che il tempo e la<br />

ragione limano fino a <strong>di</strong>ventare<br />

purezza totale: biancore e levigatezza<br />

delle tre Onphali. �<br />

[alberto osenga]

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