Exibart.onpaper 30 - Il Mattino di Bolzano
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<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> déjà vu.47<br />
MILANO.<br />
Marco Cerutti - Tokyo blues<br />
Un moderno blues appositamente<br />
composto per cantare le metropoli<br />
contemporanee. Per rilevarne l'ambiguità<br />
delle mille luci splendenti e dell'overdose<br />
da messaggi pubblicitari...<br />
Marco Cerutti esprime l'essenza<br />
ipertecnologica della megalopoli<br />
contemporanea. Che poi sia proprio<br />
Tokyo quella descritta in<br />
mostra risulta evidente dall'eloquenza<br />
della titolazione e dei contenuti<br />
dell'installazione, che si nutre<br />
<strong>di</strong> cartoon e <strong>di</strong> delirio fumettistico<br />
tipicamente made in Japan. Così,<br />
anche se si evocano le metropoli<br />
del mondo, e anche se la fisicità<br />
degli agglomerati urbani rappresentati<br />
fa pensare a quella <strong>di</strong> molte<br />
altre città, il territorio è importante<br />
quando si parla <strong>di</strong> Cerutti, visto che<br />
ne determina l'afflato poetico e ne<br />
rappresenta l'attivante. Nei suoi<br />
primi lavori, infatti, protagonisti<br />
assoluti non erano tanto le megalopoli<br />
quanto i personaggi dei manga<br />
giapponesi, dai quali egli deriva senz'altro<br />
la propria formazione visiva.<br />
In queste prime prove le città si<br />
ponevano come sfon<strong>di</strong> per azioni<br />
fantasmagoriche e pirotecniche.<br />
Nelle tele più recenti assistiamo ad<br />
un'evoluzione e ad un approfon<strong>di</strong>mento<br />
<strong>di</strong> questa riflessione.<br />
Evoluzione che ha portato l'autore a<br />
scegliere <strong>di</strong> affidare allo spazio<br />
urbano un vero protagonismo <strong>di</strong>ttatoriale,<br />
destinandolo al ruolo <strong>di</strong><br />
fagocitatore dalla mostruosa in<strong>di</strong>fferenza<br />
- con le sue luci, le sue<br />
scritte, le variopinte pubblicità - dell'in<strong>di</strong>viduale<br />
vissuto, testimone<br />
esemplare degli effetti <strong>di</strong> una tecnocrazia<br />
inquietante e uniformante.<br />
Cerutti lavora riflettendo su questo<br />
progressivo <strong>di</strong>ssolvimento del reale<br />
- in atto a più livelli ed in più <strong>di</strong>rezioni<br />
- su territori <strong>di</strong>ffusi <strong>di</strong> fiction. Una<br />
fiction che si sostituisce al reale<br />
amplificandolo, mutandone le<br />
caratteristiche in una surrealtà<br />
dalle inevitabili connotazioni barocche,<br />
proprio come quelle presenti<br />
nei manga. I tanti segni <strong>di</strong> questa<br />
situazione vengono rappresentati,<br />
con apparente paradosso, attraverso<br />
una loro sovrapposizione nel<br />
supporto più tra<strong>di</strong>zionale che esista:<br />
la tela.<br />
Sovrapposizione che avviene virtuosisticamente,<br />
in una restituzione<br />
pittorica che ha del fotografico e<br />
che ha, nel contempo, la capacità <strong>di</strong><br />
confondere lo spettatore nella propria<br />
messa in scena assieme alle<br />
immagini video e alla musica.<br />
Immagini stratificate dunque, declinate<br />
su strabismi linguistici avvincenti.<br />
Sono landscape metropolitani<br />
sognanti e metafisici, anche se<br />
qui il sogno non si accontenta <strong>di</strong><br />
ritrarsi nello spazio autoreferenziale<br />
dell'evocazione, ma pretende il<br />
ruolo forte <strong>di</strong> rappresentazione del<br />
controverso quoti<strong>di</strong>ano globale<br />
d'oggi.<br />
Angelart & design<br />
[gabriele tinti]<br />
fino al 13 maggio 2006<br />
via solferino, 3 (zona brera)<br />
dal lunedì al venerdì dalle 10.00<br />
alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00<br />
ingresso libero.<br />
catalogo in galleria con testo <strong>di</strong><br />
Ivan Quaroni<br />
Tel 02 86915812<br />
www.angelartdesign.it<br />
info@angelartdesign.it<br />
MILANO. ROMA. MILANO.<br />
Gianni Dessì<br />
Franco Fontana<br />
Arcangelo Sassolino - M<br />
Estremi urbani<br />
La materia restituisce la pittura alle<br />
Calcoli da ingegnere, semplici geo-<br />
forme. <strong>Il</strong> linguaggio del segno <strong>di</strong>venta<br />
più forte del colore. E quello che l'occhio<br />
vede è l'energia che unisce più<br />
strati. Una storia comune <strong>di</strong> più origini,<br />
fatta <strong>di</strong> continui scambi...<br />
La fotografia come passione, il<br />
colore come mezzo espressivo. In<br />
mostra le opere del passato, tra<br />
paesaggio e metafisica, e quelle<br />
recenti dove la realtà <strong>di</strong>venta<br />
astrazione e pura cromia…<br />
metrie, corpi massicci sospesi a<br />
mezz'aria come piume. Arcangelo<br />
Sassolino crea per la Galleria Galica<br />
una nuova installazione site specific…<br />
Uno dei guai più<br />
grossi della produzioneartistica<br />
recente è la<br />
serialità.<br />
Quell'attitu<strong>di</strong>ne<br />
per la quale<br />
molti artisti,<br />
La materia va dominata, abbruttita,<br />
ingigantita, slabbrata e infine piegata<br />
e resa fluida per essere trasformata<br />
in parola e quin<strong>di</strong> creare un <strong>di</strong>scorso.<br />
All'interno <strong>di</strong> questo flusso estetico, o<br />
<strong>di</strong> linguaggio, si inserisce il tema pittorico<br />
<strong>di</strong> Gianni Dessì (Roma, 1955). <strong>Il</strong><br />
pittore usa la tela come uno spazio<br />
contenitore, un luogo semplice pensato<br />
come recinto geometrico. Un cassetto<br />
dove riporre più intrecci. Dessì,<br />
infatti, ha la capacità plastica <strong>di</strong> plasmare<br />
il colore come fosse un materiale<br />
da far-venire-fuori, in avanti, verso<br />
gli occhi. Nei suoi ultimi lavori infatti,<br />
quasi tutti <strong>di</strong> grande formato, ci sono<br />
intrecci <strong>di</strong> più passaggi. I colori ad olio,<br />
quando non sono tersi e assorbiti dal<br />
lino, sbalzano e si appropriano <strong>di</strong> parte<br />
dell'aura del <strong>di</strong>pinto, del suo attorno.<br />
Come a mantenere una relazione con<br />
lo spazio dello spettatore, come a sottrarre<br />
un po' d'anima eccentrica al<br />
cuore del colore stesso, come a restituire<br />
il reale al seme creativo.<br />
L'artista romano parte da un centro<br />
immaginato della tela per lavorare sul<br />
suo esterno. Una maniera paradossale<br />
<strong>di</strong> dare slancio ed energia al pennello<br />
che, a volte, da solo non basta a<br />
seguire l'impulso creativo dell'idea e<br />
deve marchiarla, arginarla, solcando<br />
con forza il grumo del colore a olio sul<br />
supporto. In questo modo i rossi si<br />
accendono frastagliati, i neri segnano<br />
il verso longitu<strong>di</strong>nale e i bianchi si<br />
seminano in tante spirali e triangoli<br />
per suggerire le forme. Nei lavori più<br />
recenti, comunque, la tendenza ad<br />
aggiungere alla tela collage <strong>di</strong> elementi<br />
legati da <strong>di</strong>verse nature, <strong>di</strong>venta più<br />
forte. Dessì presenta, infatti, campiture<br />
più definite e architettoniche, sorrette<br />
da impianti pittorici che entrano<br />
meno in conflitto con materiali intrusivi,<br />
quali resine, sugheri o utopiche gabbie<br />
in fil <strong>di</strong> ferro.<br />
Queste intromissioni servono come<br />
<strong>di</strong>spositivo. Sono il segnale <strong>di</strong> un'impronta,<br />
sono il segreto della fragilità<br />
dell'opera stessa che tiene assieme il<br />
colore terso e nitido senza più forme<br />
o figure ricorsive. Come in passato.<br />
Questi centri tri<strong>di</strong>mensionali donano<br />
<strong>di</strong>stensione compositiva, regalando<br />
una grumosità più concentrata e<br />
Paesaggi urbani e Asfalti: sono<br />
queste le serie a cui si riferiscono<br />
la maggior parte delle fotografie <strong>di</strong><br />
Franco Fontana (Modena, 1933)<br />
esposte a Roma. Un artista che<br />
già negli anni Sessanta pre<strong>di</strong>ligeva<br />
la ricerca sul colore, le forme e le<br />
tecniche. I panorami <strong>di</strong> Los<br />
Angeles, Praga, Varsavia o Roma<br />
davanti al suo obiettivo si ammantavano<br />
<strong>di</strong> una luce accecante, <strong>di</strong><br />
forme geometriche nette e metafisiche,<br />
<strong>di</strong> una lucentezza unica<br />
(complice anche la perizia <strong>di</strong> stampa<br />
su carta endura metal).<br />
Fontana è un artista che ha attraversato<br />
la storia della fotografia<br />
alla ricerca del colore, senza filtri<br />
o alterazioni che non fossero<br />
riconducibili al suo occhio più che<br />
acuto. Alla sua pre<strong>di</strong>lezione per<br />
una prospettiva che riesce a<br />
cogliere nella realtà circostante<br />
l'elemento astratto che sorge dal<br />
colore stesso, unito all'andamento<br />
della forma; spesso un incastro <strong>di</strong><br />
linee, curve sconnesse, giochi <strong>di</strong><br />
intersezione.<br />
Ha attraversato le glorie dell'arte<br />
fotografica, della pubblicità dove<br />
uno sbalor<strong>di</strong>tivo click regala una<br />
copertina o una campagna in<strong>di</strong>menticabili,<br />
del fascino inconfon<strong>di</strong>bile<br />
dei suoi nu<strong>di</strong> femminili qui rappresentati<br />
da due opere della<br />
serie Piscina, degli anni Ottanta.<br />
Per arrivare all'iconografia urbana<br />
con la serie People (2001) de<strong>di</strong>cata<br />
al particolare rapporto tra in<strong>di</strong>viduo,<br />
spazio e luce nelle o<strong>di</strong>erne<br />
metropoli americane.<br />
E tuttora continua a stupire. Con i<br />
suoi Asfalti ad esempio, <strong>di</strong> cui alcuni<br />
ine<strong>di</strong>ti recenti sono esposti nello<br />
spazio <strong>di</strong> Oredaria. Scattate tra il<br />
2003 e il 2005, le foto raccolgono<br />
una nuova e sorprendente percezione<br />
della realtà citta<strong>di</strong>na.<br />
Nei dettagli delle strade <strong>di</strong><br />
Barcellona e Londra, come <strong>di</strong><br />
Modena o Lecco, Fontana focalizza<br />
la sua attenzione sulle partizioni<br />
del manto stradale dove l'asfalto,<br />
materia ruvida e scura, si accosta<br />
al colore vivace della segnaletica:<br />
nascono immagini dove i toni si<br />
fondono e si contrappongono<br />
come su una tela astratta.<br />
invece <strong>di</strong> perseguire una ricerca specifica<br />
e personale, decidono <strong>di</strong> optare<br />
per la formulazione <strong>di</strong> un modus operan<strong>di</strong>.<br />
Che sa poco <strong>di</strong> cifra stilistica,<br />
ma molto <strong>di</strong> espe<strong>di</strong>ente. Per cui finito<br />
il <strong>di</strong>vertimento, chiuse, ahinoi, anche<br />
molte carriere. Arcangelo Sassolino<br />
lavora <strong>di</strong>versamente, superando, con<br />
l'eclettismo, il dogma della catena <strong>di</strong><br />
montaggio. Ad ogni sua opera, o ciclo,<br />
corrispondono, infatti, lunghi perio<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o spassionato, a trecentosessanta<br />
gra<strong>di</strong>. Uno stu<strong>di</strong>o che spesso<br />
stabilisce contatti con la scienza, a<br />
<strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> un'adesione totale<br />
con la realtà. La sua ultima fatica, M -<br />
dove M sta per momento - è prima <strong>di</strong><br />
tutto un <strong>di</strong>scorso sulla scultura. Sul<br />
rapporto tra pieni e vuoti. Tra spazio<br />
fisico e opera d'arte.<br />
Tutto comincia con una consistente<br />
colata <strong>di</strong> cemento, gettata sul pavimento<br />
della galleria. Un gesto che può<br />
sembrare dominato dalle leggi dell'alea,<br />
ma che in realtà è preceduto dalla<br />
formulazione <strong>di</strong> calcoli complessi, congegnati<br />
con un'equipe <strong>di</strong> ingegneri. A<br />
terra ne sono rimaste le tracce -<br />
segni, numeri, scritte ormai sbia<strong>di</strong>ti - e<br />
le ferite causate dal <strong>di</strong>stacco, avvenuto<br />
dopo la soli<strong>di</strong>ficazione. Solchi che<br />
trovano la propria sindone nell'opera<br />
d'arte e <strong>di</strong>ventano effetto sintomatico<br />
della rimozione. Di un rapporto sensibile<br />
tra due volumi, troncato dall'imposizione<br />
<strong>di</strong> un taglio chirurgico. Una<br />
volta rappreso, l'oggetto, liberato della<br />
cassa lignea che lo contiene e levigato<br />
sui lati, viene innalzato, con l'ausilio <strong>di</strong><br />
un paranco industriale e sospeso a<br />
mezz'aria, formando con la linea <strong>di</strong><br />
terra un angolo acuto. Quest'ultima<br />
fase, eseguita durante l'inaugurazione,<br />
<strong>di</strong>nanzi al pubblico intervenuto,<br />
assume, suo malgrado, sapore <strong>di</strong> atto<br />
performativo.<br />
Ma soprattutto, servendosi delle<br />
leggi della statica - la parte della meccanica,<br />
ovvero, che stu<strong>di</strong>a l'equilibrio<br />
delle masse - dà evidenza e fisicità<br />
alla pura speculazione, attribuendo<br />
levità ad un corpo in bilico precario<br />
tra stasi e rovina. A questa visione<br />
contemplativa della plastica, che tuttavia<br />
restituisce <strong>di</strong>gnità alla materia,<br />
riscattandola dalla soggezione al<br />
pensiero, corrispondono anche i due<br />
monocromi in acciaio bianco, Analisi,<br />
che compattano all'interno <strong>di</strong> un volume<br />
apparentemente ridotto, un peso<br />
specifico sorprendente. Mascherato<br />
con accortezza dal candore sfacciato<br />
delle due sculture, estremamente<br />
lontane dalla monocromia pittorica<br />
enunciata dalla tra<strong>di</strong>zione artistica<br />
italiana del dopoguerra o dall'entro-<br />
catalizzatrice, una sintonia maggior- La mostra, una trentina <strong>di</strong> opere, pia minimal degli anni '70, <strong>di</strong> cui ignomente<br />
evidente. Negli ultimi lavori oltre che per gli ine<strong>di</strong>ti risalta per rano aspirazione all'avanguar<strong>di</strong>a ed<br />
esposti, all'ingresso della Galleria Ala, l'allestimento: un percorso, dai entropia. Per <strong>di</strong>ventare invece, una<br />
sono da notare una scelta della tavolozza<br />
decisamente più raffinata e viva,<br />
forse meno materica, ma allo stesso<br />
tempo più <strong>di</strong>retta a dare risalto agli<br />
elementi estranei all'arte pittorica.<br />
Quelli che, in fondo, giustificano e incal-<br />
celebri scatti del passato a quelli<br />
più recenti, che permette una<br />
panoramica interessante sul rapporto<br />
dell'artista con l'ambiente<br />
urbano.<br />
rappresentazione oggettiva del<br />
mondo. Un grafico cartesiano della<br />
natura e delle forze che le appartengono.<br />
Recuperando, in un certo qual<br />
modo, il tema del paesaggio e le problematiche<br />
della verosimiglianza, non<br />
zano l'uso della tri<strong>di</strong>mensionalità.<br />
[cristina del ferraro] più con l'occhio filtrato dagli artifici<br />
della prospettiva o dalle illusioni del-<br />
[ginevra bria]<br />
l'obiettivo fotografico, ma con il metodo<br />
empirico mutuato dalla scienza.<br />
Galleria Salvatore + Caroline Ala<br />
fino al 13 maggio 2006<br />
via monte <strong>di</strong> pietà, 1 - 20121<br />
dal martedì al sabato dalle 15.00<br />
alle 19.00<br />
ingresso libero<br />
Tel 02 8900901<br />
galleria.ala@iol.it<br />
Galleria Oredaria<br />
fino al 6 maggio 2006<br />
via reggio emilia, 22-24 (porta pia)<br />
Tel 06 97601689<br />
info@oredaria.it<br />
www.oredaria.it<br />
dal martedì al sabato dalle 10.00<br />
alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.<strong>30</strong><br />
Galleria Galica<br />
[santa nastro]<br />
viale bligny, 41 (porta romana)<br />
Tel 02 584<strong>30</strong>760<br />
Fax 02 58434077<br />
mail@galica.it<br />
www.galica.it<br />
BRESCIA.<br />
Ubermorgen.com<br />
Identità sfuggente e trasversale<br />
rispetto all'arte, all'economia, la<br />
politica e la comunicazione,<br />
Ubermorgen.com è un collettivo <strong>di</strong><br />
artisti, formato da Lizvlx e Hans<br />
Bernhard, de<strong>di</strong>to all'azionismo <strong>di</strong>gitale...<br />
I prodromi sono da riferirsi al progetto<br />
Etoy (1996) inaugurato da<br />
Bernhard, iniziativa pianificata <strong>di</strong><br />
sequestro <strong>di</strong>gitale su larga scala, con<br />
migliaia <strong>di</strong> navigatori ignari catturati<br />
nella rete tesa sul popolare motore <strong>di</strong><br />
ricerca Altavista e <strong>di</strong>rottati sul proprio<br />
sito. Un progetto poi esteso alla<br />
guerra legale con la quasi omonima<br />
multinazionale dei giocattoli Etoys.<br />
Era il 2000, il tempo <strong>di</strong> Toywar.<br />
In seguito il collettivo Ubermorgen<br />
acquisterà popolarità con altre iniziative<br />
eclatanti, come l'azione <strong>di</strong> interferenza<br />
nell'industria elettorale americana<br />
tramite la messa all'asta dei<br />
voti. [V]ote-Auction (2000), provocò<br />
scalpore e attirò l'attenzione <strong>di</strong> massme<strong>di</strong>a<br />
e opinionisti. Val la pena <strong>di</strong><br />
ricordare anche The Injunction<br />
Generator, software che, su richiesta,<br />
avvia proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> <strong>di</strong>smissione<br />
<strong>di</strong> contenuti a carico <strong>di</strong> siti web.<br />
Alla base dell'operato <strong>di</strong> Ubermorgen<br />
v'è la merce rara della consapevolezza,<br />
derivata da una carriera romanzesca,<br />
passata a cavallo della barricata,<br />
tra consulenze e progetti al servizio <strong>di</strong><br />
società e multinazionali dell'industria<br />
mon<strong>di</strong>ale e sperimentazioni autonome<br />
<strong>di</strong> decostruzione e messa in crisi<br />
delle logiche e strategie <strong>di</strong> quel medesimo<br />
sistema. Dalle stelle alle stalle,<br />
Ubermorgen sono stati corteggiati,<br />
gratificati, ripu<strong>di</strong>ati e messi al bando,<br />
perseguitati e persecutori.<br />
E nel 2002 ci si mette pure la patologia<br />
mentale. Ad Hans Bernhard viene<br />
<strong>di</strong>agnosticata una sindrome maniacodepressiva<br />
che lo costringe al ricovero<br />
in un ospedale psichiatrico. La<br />
mostra <strong>di</strong> Brescia è qui. La malattia<br />
<strong>di</strong>venta ine<strong>di</strong>to ambito <strong>di</strong> indagine e<br />
sperimentazione. <strong>Il</strong> video Psych|OS<br />
(2005) documenta la degenza del<br />
mese <strong>di</strong> marzo 2002. L'artista registra<br />
quell'esperienza, vivendola attraverso<br />
la me<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> una videocamera:<br />
la visione <strong>di</strong>storta indotta dalla<br />
malattia e dai suoi antidoti, i me<strong>di</strong>cinali,<br />
è un'esperienza nuova <strong>di</strong> sé e della<br />
realtà. In mostra anche alcune delle<br />
opere a parete tipiche del collettivo, le<br />
stampe ad altissima definizione della<br />
serie Zyprexa Lilly 1112 e 4117 e<br />
Art Fid.<br />
Zyprexa Lilly 1112 e 4117 è la traduzione<br />
grafica della struttura molecolare<br />
<strong>di</strong> un tipico farmaco antipsicotico<br />
mentre gli Art Fid rappresentano la<br />
struttura molecolare, tra bio e tech,<br />
dei microchip basati sulla tecnologia<br />
RFID (Ra<strong>di</strong>o Frequency Identification),<br />
<strong>di</strong>sponibili per essere innestati in ogni<br />
cosa viva o inanimata, per fornire su<br />
<strong>di</strong> essa tutte le informazioni che la<br />
identificano.<br />
Quello autobiografico sulla malattia<br />
psichica e sui me<strong>di</strong>cinali può considerarsi<br />
un lavoro in progress e dalle<br />
molte sfaccettature. L'installazione<br />
online hansbernardblog, è una sorta<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>ario quoti<strong>di</strong>ano inaugurato nel<br />
febbraio 2005, nel quale è dettagliatamente<br />
registrata la <strong>di</strong>eta <strong>di</strong> Hans.<br />
Nome, data, ora e dosaggi scan<strong>di</strong>scono<br />
l'assunzione <strong>di</strong> cibo, bevande e<br />
sostanze psicotropiche.<br />
Fabio Paris Art Gallery<br />
[alfredo sigolo]<br />
via alessandro monti, 13<br />
Tel 03 03756139 Fax 03 02907539<br />
fabio@fabioparisartgallery.com<br />
www.fabioparisartgallery.com