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Exibart.onpaper 30 - Il Mattino di Bolzano

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<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> déjà vu.45<br />

NAPOLI. GENOVA.<br />

Antony Gormley<br />

Richard Kern<br />

Altered States<br />

Se il suo cinema era geneticamente<br />

costretto a sanguinare, nella fotografia<br />

si smorzano gli eccessi. Senza<br />

abbandonare la sensualità femminile.<br />

Fantasie <strong>di</strong> un voyeur <strong>di</strong> provincia…<br />

<strong>Il</strong> corpo come esperienza del<br />

tempo e dello spazio. Soggetto,<br />

strumento, materia. Affiancato da<br />

un'improvvisa tensione lineare,<br />

amplifica e sollecita l'esperienza<br />

dello spettatore…<br />

Protagonista della scena artistica<br />

inglese dalla fine degli anni Settanta,<br />

Antony Gormley (Londra, 1950) si è<br />

de<strong>di</strong>cato con coerenza ad una ricerca<br />

che utilizza il corpo (spesso il proprio)<br />

per indagare la con<strong>di</strong>zione mentale e<br />

fisica dell'uomo nel mondo. Ora, dopo<br />

quattro anni, lo scultore ritorna da<br />

Mimmo Scognamiglio per presentare<br />

il suo lavoro più recente.<br />

Entrando, avvolta in un'atmosfera<br />

immobile e silenziosa, appare la<br />

prima scultura, dal titolo Suspension.<br />

Collocata al centro, appesa al soffitto<br />

della galleria. Sintetizza l'anatomia<br />

del corpo e coinvolge tutti i temi cari<br />

all'artista: l'esistenza, il tempo, l'enigma.<br />

"La scultura, per me, usa mezzi<br />

fisici per parlare dello spirito, il peso<br />

per parlare della sua assenza, la luce<br />

per parlare del buio, un me<strong>di</strong>um visivo<br />

per rimandare a cose che non<br />

possono essere viste", <strong>di</strong>chiara. Una<br />

sorta <strong>di</strong> magia, dunque; una zona<br />

interme<strong>di</strong>a tra terreno ed infinito. E<br />

tra figurazione ed astrazione. Di<br />

fatto, l'opera è un corpo d'acciaio del<br />

peso complessivo <strong>di</strong> trecentosettanta<br />

chili. Realizzato sovrapponendo<br />

elementi minimali rigorosamente<br />

scan<strong>di</strong>ti, e caratterizzato da un equilibrio<br />

compositivo perfettamente<br />

regolato al proprio interno. Che<br />

accentua il senso <strong>di</strong> unità e <strong>di</strong><br />

"massa" della materia scultorea.<br />

La seconda stanza introduce al tema<br />

dell'energia con l'installazione Feeling<br />

Material XIII. Per realizzarla, l'artista si<br />

è servito <strong>di</strong> un filo metallico lungo un<br />

chilometro e mezzo dando vita ad un<br />

fittissimo andamento rotatorio che,<br />

dal pavimento al soffitto e da parete a<br />

parete, si espande in giri sempre più<br />

larghi. <strong>Il</strong> visitatore è incoraggiato a<br />

muoversi intorno all'opera, ad assecondare<br />

l'andamento delle linee. Ma il<br />

suo sguardo finisce poi col perdersi<br />

senza ritornare al punto <strong>di</strong> partenza.<br />

Gormley mira a mettere in <strong>di</strong>scussione<br />

il rapporto tra il corpo (inteso<br />

come canale <strong>di</strong> conoscenza e consapevolezza)<br />

e lo spazio, stabilendo tra<br />

<strong>di</strong> loro una nuova relazione. Un'idea<br />

ben ra<strong>di</strong>cata in tutta la sua ricerca e<br />

che giunge, si sa, dalle dottrine filosofiche<br />

dell'Estremo Oriente (approfon<strong>di</strong>te<br />

durante i suoi soggiorni in In<strong>di</strong>a).<br />

Del resto, il titolo stesso Feeling<br />

Material, allude ad una materia viva,<br />

capace sia <strong>di</strong> agire come stimolo -<br />

ampliando la percezione che si ha<br />

dell'opera -, sia <strong>di</strong> captare e trattenere<br />

la tensione accumulata da quanti<br />

si trovano <strong>di</strong> fronte alla scultura.<br />

[marianna agliottone]<br />

Mimmo Scognamiglio<br />

Arte Contemporanea<br />

via mariano d'ayala, 6<br />

Tel 081 400871<br />

info@mimmoscognamiglio.com<br />

www.mimmoscognamiglio.com<br />

www.antonygormley.com<br />

A quanti liceali è capitato,<br />

tornando a casa<br />

dopo aver marinato<br />

la scuola, d'imbattersi<br />

in un'auto piena <strong>di</strong><br />

fantastiche ragazze<br />

in zeppe ed hot-pants,<br />

<strong>di</strong> essere invitati a<br />

salire e lasciarsi sprofondare<br />

in tale tripu<strong>di</strong>o<br />

dei sensi? A Richard Kern<br />

(Roanoke Rapids, North Carolina,<br />

1954) è successo, nel lontano 1971,<br />

e racconta, con l'ironia che lo contrad<strong>di</strong>stingue,<br />

<strong>di</strong> essere rimasto "a bocca<br />

aperta, da provinciale quale ero".<br />

Qualche anno più tar<strong>di</strong>, con il suo<br />

sguardo da provinciale, non ricoperto<br />

dalle cateratte della noia <strong>di</strong> chi è abituato<br />

a vedere <strong>di</strong> tutto, si trasferisce a<br />

New York, dove inizia a fotografare<br />

amici e spacciatori. Durante gli anni<br />

Ottanta si de<strong>di</strong>ca soprattutto alla produzione<br />

<strong>di</strong> controversi cortometraggi<br />

in super8, facendosi protagonista del<br />

cosiddetto Cinema of Transgression,<br />

movimento dall'esistenza tanto sotterranea<br />

quanto intensa, teorizzato dal<br />

regista Nick Zedd come rabbioso rifiuto<br />

della morale e sfida alla moderazione<br />

borghese. Sesso estremo, droga,<br />

violenza, autolesionismo, comportamenti<br />

anarcoi<strong>di</strong>, un'estetica sporca e<br />

dai forti contrasti sono gli ingre<strong>di</strong>enti <strong>di</strong><br />

una filmografia nichilista che sembrava<br />

muoversi tra echi dello sperimentalismo<br />

<strong>di</strong> Warhol e del trash <strong>di</strong> John<br />

Waters, giusto per dare un'idea.<br />

Perfetta incarnazione della cultura<br />

underground della Grande Mela, l'artista<br />

mostrava i suoi primi film in occasione<br />

<strong>di</strong> concerti o <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> acid parties,<br />

dove si mescolavano le immagini<br />

<strong>di</strong> un mondo alla ricerca costante <strong>di</strong><br />

eccitazione e <strong>di</strong> uno stile <strong>di</strong> vita condotto<br />

alla massima intensità.<br />

Dalla seconda metà degli anni '90 in<br />

poi, fatta eccezione per alcuni videoclip<br />

(per Sonic Youth e Marylin Manson),<br />

Kern si concentra sul ritratto femminile,<br />

<strong>di</strong> cui vengono presentati quin<strong>di</strong>ci<br />

recenti esemplari c-print, sud<strong>di</strong>visi tra il<br />

C-Dream, che ospita gli scatti più soft, e<br />

la galleria Gui<strong>di</strong>&Schoen.<br />

La trasgressione è trasgre<strong>di</strong>ta, si<br />

avverte qualcosa d'intensamente poetico<br />

in queste immagini <strong>di</strong> giovani<br />

donne immortalate nell'intima morbidezza<br />

<strong>di</strong> ambientazioni quoti<strong>di</strong>ane: in<br />

bagno, in cucina, in ufficio, mentre si<br />

depilano le ascelle o s'infilano una scarpa.<br />

Un sentore <strong>di</strong> purezza e innocenza<br />

si ritrova persino nelle tenerezze <strong>di</strong><br />

un'avventura lesbica in atmosfere<br />

bucoliche <strong>di</strong> piena estate. Lo sguardo<br />

però, rimane quello in cui scorrono<br />

libere le pulsioni, uno sguardo che si<br />

posa su ragazze a loro volta libere <strong>di</strong><br />

desiderare e <strong>di</strong> farsi desiderare. <strong>Il</strong><br />

voyeurismo da cui Kern si <strong>di</strong>chiara<br />

affetto è infatti paradossale, dal<br />

momento che è lui stesso a costruire<br />

le situazioni e i contesti, e ad inserirvi<br />

un soggetto che, anche quando si<br />

finge ignaro dell'obiettivo fotografico,<br />

assume una posa e si esibisce consapevolmente.<br />

Eppure la somma <strong>di</strong> finzioni<br />

sembra dare per risultato il reale,<br />

proprio in quanto produzione soggettiva<br />

e aperta rivelazione delle proprie<br />

inclinazioni. Interpreti silenziose <strong>di</strong> una<br />

storia immaginata dal fotografo, <strong>di</strong> un<br />

frammento <strong>di</strong> consueta femminilità, le<br />

modelle giocano con il proprio erotismo,<br />

ora <strong>di</strong>strattamente, ora più lascive<br />

e maliziose. Amano lasciarsi ammirare.<br />

Dove l'artista si <strong>di</strong>mostra profondo<br />

conoscitore delle donne. E della<br />

forza desiderante che produce lo<br />

sguardo.<br />

[gabriella arrigoni]<br />

Gui<strong>di</strong>&Schoen Arte<br />

Contemporanea<br />

vico casana, 31r (Centro Storico)<br />

Tel 010 25<strong>30</strong>557<br />

www.gui<strong>di</strong>eschoen.com<br />

info@gui<strong>di</strong>eschoen.com<br />

C-Dream<br />

via XII ottobre, 4 - 16121<br />

Tel 010 548<strong>30</strong>20<br />

cdream@costa.it<br />

silvia.caprai@libero.it<br />

testo <strong>di</strong> Maurizio Sciaccaluga<br />

NAPOLI.<br />

Nicola Gobbetto<br />

Shapeless Shape<br />

<strong>Il</strong> passaggio dall'infanzia alla maturità<br />

è costellato <strong>di</strong> ansie. Gobbetto,<br />

classe '81, narra <strong>di</strong> questa metamorfosi<br />

psico-fisica. Attraverso una<br />

fiaba dal sapore agrodolce.<br />

Installazioni e fotografie…<br />

Una miriade <strong>di</strong> cubi in polistirolo,<br />

appoggiati gli uni sugli altri secondo<br />

un movimento <strong>di</strong> torsione, avvolgono<br />

lo spazio generando un senso d'oppressione.<br />

Gli occhi, d'istinto, volgono<br />

in alto. Ma anche il soffitto è fatto <strong>di</strong><br />

bianchissimo polistirolo, in questo<br />

caso <strong>di</strong> sfoglie, che si intrecciano formando<br />

spigolosi no<strong>di</strong> geometrici.<br />

Girando tra le stalagmiti in polistirolo<br />

si ode una nenia ossessiva: è un loop<br />

<strong>di</strong> The Hall Of Mirrors (1977) dei<br />

Kraftwerk, canzone dal potere ipnotico.<br />

Si sta camminando in Cave, l'installazione<br />

site specific rappresentante<br />

una grotta, intesa, secondo<br />

arcaiche tra<strong>di</strong>zioni, come luogo d'iniziazione<br />

dei fanciulli. E ogni riferimento<br />

al mito della caverna <strong>di</strong> Platone<br />

non è puramente casuale. Nel mito<br />

del filosofo c'è l'uomo curioso <strong>di</strong> capire<br />

com'è il mondo fuori dalla caverna;<br />

nella personale dell'artista c'è il bambino<br />

voglioso <strong>di</strong> uscire dalla pubertà.<br />

Da una parte un uomo che capisce,<br />

dall'altra un giovane che cresce.<br />

Oltre la caverna troneggia sul cinereo<br />

pavimento in resina il Blob, scultura<br />

dall'azzurro accecante fatta <strong>di</strong><br />

chili <strong>di</strong> dentifricio alla menta. La<br />

massa informe dà l'idea <strong>di</strong> un <strong>di</strong>amante<br />

in via <strong>di</strong> liquefazione le cui<br />

linee sono <strong>di</strong>fficili da seguire.<br />

Quest'opera dalla materica plasticità,<br />

mutando in continuazione a<br />

seconda della prospettiva dalla quale<br />

la si osserva, ricorda lo stato volubile<br />

dei giovani in fase <strong>di</strong> crescita.<br />

I repentini cambi d'umore giovanili<br />

raggiungono poi la rappresentazione<br />

fotografica nelle sei stampe <strong>di</strong> Gray<br />

clouds. In queste foto, attraverso tre<br />

toni <strong>di</strong> grigio e tre toni <strong>di</strong> azzurro, è<br />

raffigurato il cielo che da sereno<br />

<strong>di</strong>viene plumbeo e viceversa. Ormai il<br />

bambino nella caverna ha metabolizzato<br />

i suoi timori e maturando ha<br />

raggiunto la triste consapevolezza<br />

che le giornate non sono segnate<br />

solo dal sole, ma anche dalla pioggia.<br />

Nell'altra stampa fotografica,<br />

Ghosts, Gobbetto immortala le scritte<br />

su un cartellone <strong>di</strong> un camping.<br />

Queste parole, slavate dalla pioggia,<br />

hanno perso la loro originaria forma<br />

e, <strong>di</strong>venute indecifrabili, hanno assunto<br />

l'aspetto <strong>di</strong> fantasmi.<br />

L'ossessione per il mutamento si<br />

riscontra in tutte le opere esposte. La<br />

stessa mostra impone un continuo<br />

cambiamento dell'uso dei sensi percettivi,<br />

si passa dall'osservazione all'ascolto,<br />

dal tatto all'olfatto, il mutare è<br />

un continuum. Primeggia l'accanimento<br />

per la forma che non è ancora<br />

forma e che forse preferirebbe non<br />

<strong>di</strong>ventarlo. È bene crescere? È bene<br />

cambiare? Forse in Shapeless Shape<br />

si troverà la risposta.<br />

Galleria Fonti<br />

fino al 5 maggio 2006<br />

via chiaia, 229<br />

Tel/Fax 081 411409<br />

info@galleriafonti.it<br />

www.galleriafonti.it<br />

[luigi ron<strong>di</strong>nella]<br />

MILANO. MILANO.<br />

Daniel Silver<br />

Luca Vannulli<br />

Quin<strong>di</strong>cizeroottozeroquattro<br />

La materia immagina il reale. <strong>Il</strong> cotone<br />

riveste arazzi a piccolo punto. <strong>Il</strong><br />

gesso rappreso cola su coppie <strong>di</strong><br />

amanti. E il legno fascia figure totemiche.<br />

Daniel Silver si presenta<br />

così, per la prima volta in Italia...<br />

Daniel Silver<br />

(Londra, 1972)<br />

arriva per la<br />

prima volta in<br />

Italia con una<br />

personale decisamentecontrad<strong>di</strong>ttoria.<br />

L'artista<br />

indaga la terza <strong>di</strong>mensione attraverso<br />

la scultura, mentre fa ritorno al<br />

bi<strong>di</strong>mensionale con la decorazione<br />

su arazzi. Alla Galleria Shammah,<br />

espone cinque nuove sculture e svariati<br />

lavori <strong>di</strong> cucito appesi alle pareti<br />

come dei <strong>di</strong>pinti. Pur utilizzando due<br />

tecniche <strong>di</strong>verse, Silver arriva al proprio<br />

concetto estetico con estrema<br />

chiarezza. La scultura e il cucito<br />

<strong>di</strong>ventano così due mo<strong>di</strong>, utili a compensare<br />

i vuoti rubati che si sottraggono<br />

a vicenda. L'artista stesso<br />

sostiene che per ripararsi dalla forza<br />

usata nello scolpire ha bisogno <strong>di</strong><br />

stemperare col cucito. Secondo<br />

Silver, infatti, la prima è una presenza<br />

che sottrae materia, mentre la<br />

seconda è una tecnica che aggiunge<br />

e decora. All'interno <strong>di</strong> questi scompensi<br />

l'artista me<strong>di</strong>a la brutalità della<br />

presenza con la dolcezza dell'immaginazione.<br />

Nella scultura, per esempio,<br />

Silver imprime la forma trasformando,<br />

"<strong>di</strong>sturbando" legno e gesso. La<br />

tecnica che usa è primitiva ed<br />

espressamente non-definitoria; in<br />

superficie sono ben evidenti i segni<br />

cavi delle schegge fatte saltare dalle<br />

subbie. La rapi<strong>di</strong>tà, la velocità e la<br />

sicurezza del non-finito permettono<br />

comunque <strong>di</strong> far emergere un'inconfon<strong>di</strong>bile<br />

impronta umana, anche se<br />

in parte nascosta.<br />

In Making love in the summer (2006),<br />

interviene ad<strong>di</strong>rittura una colata <strong>di</strong><br />

gesso liquido e rappreso a con-fondere<br />

l'abbraccio <strong>di</strong> due amanti. Ma la<br />

composizione volumetrica proporzionata<br />

e il sostegno dell'opera, entrambi<br />

suggeriscono la <strong>di</strong>rezione per una corretta<br />

interpretazione della scultura.<br />

Silver infatti, assieme al gruppo,<br />

costruisce anche il sostegno, <strong>di</strong> modo<br />

da formare un tutt'uno inalterabile,<br />

dalla composizione all'esposizione.<br />

Dunque, così come la colata <strong>di</strong> gesso<br />

serve a nascondere quel tanto che<br />

basta per fare immaginare, anche i fili<br />

<strong>di</strong> cotone in superficie reinventano il<br />

<strong>di</strong>segno prestampato delle tele sottostanti.<br />

Quando Silver ricama, ricrea. <strong>Il</strong><br />

piccolo punto che usa nelle tele è preciso<br />

e ben inserito nelle maglie larghe<br />

dei prestampati. Ma l'inventiva prevale<br />

sulla pazienza da de<strong>di</strong>care alla tecnica<br />

del ricamo. I suoi arazzi sono delle<br />

vere e proprie composizioni che prendono<br />

spunto da forme e colori già suggeriti,<br />

per scombinare il <strong>di</strong>segno.<br />

L'artista copre <strong>di</strong> ombre color arancione<br />

i volti, riveste corpi <strong>di</strong> donna nu<strong>di</strong><br />

con or<strong>di</strong>ti marroni e cuce, inattesi,<br />

pezzi <strong>di</strong> materiali estranei al cotone.<br />

La commistione <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi elementi,<br />

però, non è nuova a questa esposizione.<br />

Sono presenti brani <strong>di</strong> tele istoriati<br />

che utilizzano sostegni lignei come<br />

supporti espositivi, come luoghi dove<br />

inserirsi. <strong>Il</strong> legno fa da tramite, da<br />

punto <strong>di</strong> collegamento, tra il cucito e la<br />

scultura. I ceppi lignei, che Silver sceglie<br />

con estrema cura, permettono <strong>di</strong><br />

comporre assemblaggi totemici <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>screto impatto. Le sculture, verticali<br />

e in prevalenza compatte, sono dei<br />

no<strong>di</strong> armonici che accennano solo in<br />

parte ad una corrispondenza figurativa<br />

col reale. Regalando a chi guarda<br />

una sensazione <strong>di</strong> completezza e <strong>di</strong><br />

duttilità tecnica flessibile, ben <strong>di</strong>stribuita<br />

fra <strong>di</strong>versi piani e <strong>di</strong>fferenti simmetrie.<br />

Galleria Suzy Shammah<br />

via san fermo<br />

p.o. via moscova, 25<br />

Tel 02 29061697<br />

Fax 02 89059835<br />

www.suzyshammah.com<br />

[ginevra bria]<br />

Una riflessione psicologica sulla<br />

scrittura <strong>di</strong>menticata e poco considerata.<br />

Le scritte oscene che sporcano<br />

i muri e gridano bisogni e solitu<strong>di</strong>ni.<br />

Chi sono gli autori? L'artista<br />

fotografa una possibile risposta…<br />

Natale. Pasqua. Ferragosto.<br />

L'italiano me<strong>di</strong>o parte in vacanza<br />

con la famiglia sulla sua utilitaria.<br />

Code chilometriche sulle autostrade<br />

per raggiungere le località <strong>di</strong> villeggiatura<br />

più gettonate. Ma anche<br />

questo fa parte della festa.<br />

Consideriamo ad esempio l'estate.<br />

Magari si lascia la città soltanto il<br />

15 <strong>di</strong> agosto, perché non ci si può<br />

permettere una vacanza lunga, ma<br />

l'importante è andare, almeno in<br />

questa giornata <strong>di</strong> gran caldo.<br />

Anche l'artista segue la massa e si<br />

mette in viaggio. <strong>Il</strong> suo obiettivo è<br />

quello <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are la folla, <strong>di</strong> pe<strong>di</strong>narla<br />

con occhio clinico e indagatore.<br />

Luca Vannulli (1971) è accompagnato<br />

dalla sua macchina fotografica<br />

giapponese, fida compagna,<br />

amante e amica. Tappa privilegiata:<br />

l'autogrill, o meglio i bagni<br />

dell'autogrill, presi d'assalto dai<br />

turisti e ridotti in pessime con<strong>di</strong>zioni.<br />

L'attenzione <strong>di</strong> Vannulli va alle<br />

scritte sulle porte e sulle pareti dei<br />

gabinetti, dove c'è chi lascia il suo<br />

numero <strong>di</strong> telefono per incontri <strong>di</strong><br />

fuoco. Normale, strano, perverso,<br />

sadomaso, gay, lesbo, trans, <strong>di</strong><br />

gruppo, ce n'è per tutti i gusti.<br />

Alcuni hanno preferenze specifiche<br />

e dettagliate: solo uomini grassi e<br />

vecchi, solo donne sottomesse,<br />

solo superdotati. Vannulli è attratto<br />

da queste scritte e le fotografa,<br />

interrogandosi. Alle immagini delle<br />

scritte l'artista accompagna scatti<br />

<strong>di</strong> persone comuni, gente apparentemente<br />

tranquilla che gioca a pallavolo<br />

sulla spiaggia e si gode le<br />

vacanze. <strong>Il</strong> contrasto è forte e<br />

<strong>di</strong>sarmante. <strong>Il</strong> dubbio si insinua presto:<br />

qualcuno <strong>di</strong> questi ragazzotti<br />

ha forse lasciato uno dei messaggi<br />

osceni? Chi sarà stato? Come riconoscerlo?<br />

<strong>Il</strong> gusto della trasgressione<br />

vera e propria, o magari solo<br />

dello scherzo goliar<strong>di</strong>co, sembra<br />

essere insito anche negli in<strong>di</strong>vidui<br />

più insospettabili. I titoli delle opere<br />

appaiono come riflessioni <strong>di</strong> un<br />

osservatore esterno, che vede l'immagine<br />

composta da scritte e persone,<br />

e la commenta, spesso con<br />

una punta <strong>di</strong> ironia. Una riflessione<br />

sociologica interessante, all'interno<br />

<strong>di</strong> un'idea originale.<br />

Questa mostra, la prima personale<br />

<strong>di</strong> Vannulli, rientra nel progetto La<br />

Strada, ovvero una serie <strong>di</strong> esposizioni<br />

de<strong>di</strong>cate al tema della strada<br />

e ai suoi personaggi, con incursioni<br />

nel mondo dei clochard e dei writers,<br />

e panoramiche su paesaggi<br />

urbani e regni <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne.<br />

Vannulli, con le sue migliaia <strong>di</strong> scatti,<br />

appare polemico nei confronti<br />

del mercato dell'arte attuale, così<br />

come verso il perbenismo della<br />

società borghese, attaccato con<br />

sottigliezza e profondo realismo<br />

psicologico.<br />

[vera agosti]<br />

Travelling Gallery<br />

via cola montano, 6<br />

(quartiere Isola) - 20159<br />

Tel 02 45484258<br />

arte_eventi@infinito.it<br />

a cura <strong>di</strong> Maria Grazia Torri

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