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Exibart.onpaper 30 - Il Mattino di Bolzano

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<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

pa e lanci <strong>di</strong> agenzie, fino al curatore<br />

<strong>di</strong> mostre ingaggiato da gallerie<br />

e musei per occuparsi della<br />

programmazione culturale, dalla<br />

scelta degli artisti alla progettazione<br />

teorica, dagli allestimenti al<br />

fundraising, è anche vero che si<br />

registra una preoccupante<br />

latitanza del <strong>di</strong>battito<br />

intellettuale. Ma l'arte è<br />

l'esempio macroscopico<br />

<strong>di</strong> una crisi generalizzata<br />

della critica, in tutti i setto-<br />

ri. E il sospetto è che essa<br />

costituisca solo un effetto<br />

collaterale del vero nodo<br />

della questione, che attiene<br />

ai prodotti culturali ed<br />

il loro consumo.<br />

Nella tensione tra ipotetici<br />

opposti, è salito il livello del<br />

pubblico o è sceso quello<br />

della cultura? Una cultura<br />

<strong>di</strong> basso livello ha connotati volgarizzati,<br />

semplificati, spettacolarizzati,<br />

si adegua ad un gusto<br />

imperante. In un contesto che<br />

rilancia al ribasso, tra un pubblico<br />

bulimico incapace <strong>di</strong> scelte<br />

consapevoli e prodotti culturali<br />

sopra: Francesco Bonami<br />

a sinistra: Jerry Saltz<br />

facilmente <strong>di</strong>geribili, della<br />

critica si può fare a<br />

meno.<br />

Negli USA il <strong>di</strong>battito sulla<br />

crisi della critica d'arte è<br />

stato molto sentito. <strong>Il</strong> reazionario<br />

Jerry Saltz del<br />

Village Voice, tra i critici<br />

più intransigenti e in<strong>di</strong>pendenti,<br />

ha <strong>di</strong>feso fieramente<br />

il suo ruolo contro<br />

i nuovi equilibri del sistema<br />

dell'arte, che negano<br />

il <strong>di</strong>ritto del giu<strong>di</strong>zio. "È come vietare<br />

ai cuochi <strong>di</strong> cucinare", <strong>di</strong>ce;<br />

e rincara la dose accusando l'intera<br />

macchina del mercato <strong>di</strong><br />

aver neutralizzato il <strong>di</strong>battito; c'è<br />

un finto entusiasmo generalizzato<br />

che pervade tutti gli attori del<br />

“<br />

Baricco se l'è<br />

presa con una certa<br />

superficialità della critica<br />

o<strong>di</strong>erna, il cui linguaggio e<br />

stile sembrano però scelte<br />

<strong>di</strong> sopravvivenza<br />

sistema. Leggendo le critiche del<br />

nostro tempo le generazioni future<br />

penseranno che siamo stati<br />

un popolo <strong>di</strong> entusiasti ed euforici.<br />

Su Art in America, Raphael<br />

Rubinstein tre anni fa dava<br />

conto <strong>di</strong> un'indagine della<br />

Columbia University, condotta su<br />

un campione <strong>di</strong> centosessantanove<br />

critici <strong>di</strong> estrazione <strong>di</strong>versa,<br />

dalla quale emergeva la tendenza<br />

ad un mutamento <strong>di</strong> ruolo: da<br />

una posizione attinente al giu<strong>di</strong>zio<br />

<strong>di</strong> valore ad una <strong>di</strong> natura<br />

<strong>di</strong>dattica, finalizzata ad istruire il<br />

pubblico impreparato.<br />

Lo storico dell'arte Maurice<br />

Berger, nel '98 imputava la delegittimazione<br />

della critica all'importanza<br />

assunta dai localismi<br />

culturali, alla sparizione dei confini<br />

tra alta e bassa cultura, alla<br />

<strong>di</strong>versità geografica ed etnica dei<br />

pubblici e delle culture nel contesto<br />

del nuovo turismo globale.<br />

Un altro storico, Benjamin<br />

Buchloh, nel 2002 ha osservato<br />

che il critico è <strong>di</strong>sarmato al<br />

cospetto della centralità assunta<br />

da altre figure come il curatore o<br />

il collezionista. Una concezione<br />

che si ritrova nella nota<br />

"Dittatura dello spettatore",<br />

quando Francesco Bonami<br />

decise <strong>di</strong> affidare alle scelte <strong>di</strong><br />

pubblico e curatori la sua e<strong>di</strong>zione<br />

della Biennale <strong>di</strong><br />

Venezia.<br />

Quand'era <strong>di</strong>rettore del<br />

Whitney Museum <strong>di</strong> New<br />

York City, Maxwell L.<br />

Anderson affermava <strong>di</strong> non<br />

temere il giu<strong>di</strong>zio della critica,<br />

giacché le nuove forme <strong>di</strong><br />

pubblicità, i piani <strong>di</strong> comunicazione<br />

e gli investimenti nel<br />

marketing, consentono ai musei<br />

<strong>di</strong> bypassare la critica rivolgendosi<br />

<strong>di</strong>rettamente ai loro target<br />

<strong>di</strong> riferimento.<br />

Vien da chiedersi a quali risultati<br />

porterebbe un'analisi profonda<br />

del ciclo <strong>di</strong> vita dell'opera d'arte<br />

nel nostro tempo.<br />

Ma intanto, <strong>di</strong>ce il critico Dave<br />

Hickey, i critici finiscono per parlarsi<br />

addosso, e spettano ai curatori<br />

i veri giu<strong>di</strong>zi, cioè le scelte.<br />

Loro decidono cosa ve<strong>di</strong>amo, il<br />

critico al massimo se ne vale la<br />

pena.<br />

Eppure spostare l'obiettivo dal<br />

giu<strong>di</strong>zio alle scelte è pericoloso,<br />

perché a questa stregua l'atto<br />

critico primario finisce in capo al<br />

mercato, al gallerista che sceglie<br />

approfon<strong>di</strong>menti.33<br />

gli artisti da promuovere e<br />

al collezionista che sceglie<br />

chi comprare.<br />

La domanda finale da porsi<br />

è se la critica abbia ancora<br />

un senso. E semmai stabilirne<br />

i confini.<br />

Quanto alla prima, il caso<br />

Baricco ha già risposto. Lo<br />

scrittore altro non ha fatto<br />

che criticare la critica e,<br />

così facendo, ne ha <strong>di</strong>chiarato<br />

la necessità.<br />

Baricco se l'è presa con<br />

una certa superficialità<br />

della critica o<strong>di</strong>erna, il cui<br />

linguaggio e stile sembrano<br />

però scelte <strong>di</strong> sopravvivenza.<br />

Nella comunicazione<br />

contemporanea la polemica<br />

dura ha preso il posto<br />

della <strong>di</strong>scussione, la battuta<br />

quello della teoria. <strong>Il</strong><br />

nemico va annientato con il<br />

<strong>di</strong>leggio.<br />

L'appello è semplice: chi<br />

adotta la critica analitica e<br />

argomentata che chiede<br />

Baricco?<br />

Detto questo, un po' <strong>di</strong><br />

autocritica è giusto che la<br />

critica la faccia.<br />

Emarginata in una sorta <strong>di</strong><br />

limbo, isolata rispetto alla<br />

filiera del mercato, essa<br />

appare come una <strong>di</strong> quelle<br />

specie in via <strong>di</strong> estinzione<br />

alla quale talvolta si concede<br />

la ribalta. Ma questo<br />

gap potrebbe <strong>di</strong>ventare la<br />

carta della riscossa.<br />

La critica è oggi un lusso<br />

intellettuale per una periferia<br />

culturale; non potendo<br />

dettare il gusto, si muove in<br />

zone interstiziali; con indole<br />

quasi terroristica le capita<br />

<strong>di</strong> utilizzare l'arma dello<br />

strale effimero. <strong>Il</strong> suo è un<br />

hackeraggio che, insinuando il<br />

virus del dubbio, tiene desta l'attenzione.<br />

Un'azione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo,<br />

contro un <strong>di</strong>ffuso sopore intellettuale,<br />

in<strong>di</strong>rizzata a stimolare l'esercizio<br />

consapevole ed autonomo<br />

del giu<strong>di</strong>zio. Che non è poco. �<br />

[alfredo sigolo]

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