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I MALAVOGLIA - Libr@rsi

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povero. Bella cosa! Don Michele non aveva bisogno di cercare di aiutarsi in qualche maniera, così<br />

grasso e pasciuto! e non aveva altro da fare che metter le mani addosso a qualche povero diavolo, se<br />

si industriava a buscarsi come poteva un pezzo di dodici tarì. E quell'altra prepotenza che per<br />

sbarcare la roba di fuori regno, bisognava pagare il dazio, come fosse roba rubata! e doveva<br />

metterci il naso don Michele coi suoi sbirri! Loro erano padroni di mettere le mani su ogni cosa, e<br />

prendere quello che volevano; ma gli altri, se cercavano a rischio della pelle di fare come volevano,<br />

per sbarcare la loro roba, passavano per ladri, e li cacciavano peggio dei lupi colle pistole e le<br />

carabine. - Ma rubare ai ladri non è stato mai peccato. Lo diceva anche don Giammaria nella<br />

bottega dello speziale. E don Franco approvava col capo e con tutta la barba, sogghignando, che<br />

quando si faceva la repubblica non se ne vedevano più di quelle porcherie. - E di quegli impiegati di<br />

Satanasso! - aggiungeva il vicario. A don Giammaria gli cuoceva tuttora delle venticinque onze che<br />

gli erano scappate di casa.<br />

Ora donna Rosolina aveva perso anche la testa, colle venticinque onze, e correva dietro a<br />

don Michele, per farsi mangiare il resto. Come lo vedeva andare nella strada del Nero, credeva ci<br />

andasse per veder lei sul terrazzino, e stava sempre al terrazzino colla conserva dei pomidoro, e<br />

colle bocce dei peperoni, per far vedere di che era capace; poiché non glielo avrebbero levato dalla<br />

testa colle tenaglie che don Michele, colla sua pancia, ora che si era levato dal peccato mortale colla<br />

Santuzza, non cercasse una donna di casa e di giudizio, come intendeva lei; perciò lo difendeva, se<br />

suo fratello diceva corna del governo e dei mangiapane, e rispondeva: - Dei mangiapane come don<br />

Silvestro sì! che si mangiano un paese senza far nulla; ma i dazii ci vogliono per pagare i soldati,<br />

che fanno bella vista colla montura, e senza soldati ci mangeremmo come lupi fra di noi.<br />

- Dei fannulloni pagati per portare il fucile, e non altro! sogghignava lo speziale; come i<br />

preti, che prendono tre tarì per messa. Dite la verità, don Giammaria, che capitale ci mettete voi<br />

nella messa che vi pagano tre tarì?<br />

- E voi che capitale ci mettete in quell'acqua sporca che vi fate pagare a sangue d'uomo?<br />

rimbeccava il vicario colla schiuma alla bocca.<br />

Don Franco aveva imparato a ridere come don Silvestro, per far dannare l'anima a don<br />

Giammaria; e continuava senza dargli retta, ché aveva sperimentato il mezzo migliore per fargli<br />

perdere la tramontana: - In mezz'ora si guadagnano la loro giornata, e poi sono a spasso tutto il<br />

giorno; tale e quale come don Michele il quale sembra un uccellaccio perdigiorno, sempre là per i<br />

piedi, dacché non va più a scaldare le panche della Santuzza.<br />

- Per questo ce l'ha con me, entrava a dire 'Ntoni; è arrabbiato come un cane, e vuol fare il<br />

prepotente perché ci ha la sciabola. Ma, sangue della Madonna! una volta o l'altra voglio dargliela<br />

sul muso la sua sciabola, per fargli vedere che me ne infischio, io!<br />

- Bravo! esclamava lo speziale, così va fatto! Bisogna che il popolo mostri i denti. Ma<br />

lontano di qua, che non voglio pasticci nella mia spezieria. Al governo non parrebbe vero di tirarmi<br />

nell'imbroglio pei capelli; ma a me non mi piace aver che fare coi giudici e con tutta quella canaglia<br />

della baracca.<br />

· 'Ntoni Malavoglia levava i pugni al cielo, e giurava e sacramentava per Cristo e per la<br />

Madonna che voleva finirla, avesse dovuto andare in galera; già egli non aveva niente da<br />

perdere. La Santuzza non lo guardava più dello stesso occhio, tante gliene aveva dette quel<br />

paneperso di suo padre, piagnucolando fra un'avemaria e l'altra, dopo che massaro Filippo non<br />

mandava più il vino all'osteria! Le diceva che gli avventori cominciavano a diradare come le<br />

mosche a sant'Andrea, dacché non ci trovavano più il vino di massaro Filippo, al quale erano<br />

avvezzi come il bambino alla poppa. Lo zio Santoro ogni volta ripeteva alla figliuola: - Che vuoi<br />

farne di quell'affamato di 'Ntoni Malavoglia? Non vedi che ti mangia tutta la roba senza frutto?<br />

Tu lo ingrassi meglio di un maiale, e poi va a fare il cascamorto colla Vespa e colla<br />

Mangiacarrubbe, ora che sono ricche. - E le diceva pure: - Gli avventori se ne vanno perché egli<br />

ti sta sempre alla gonnella, e non ti lascia un momento da dirti una barzelletta. - Oppure: - Così<br />

lacero e sudicio è una porcheria avercelo per la bettola; che sembra tutta una stalla, e la gente ha<br />

schifo di beverci nei bicchieri. Don Michele sì che ci stava bene sulla porta, coi galloni nel

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