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I MALAVOGLIA - Libr@rsi

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ha potuto morirci, lei! Sulla casa potremo anche dare la dote a Mena. Poi, coll'aiuto di Dio,<br />

metteremo su un'altra barca; perché, devo dirtelo, alla mia età l'è dura andare a giornata, e vedersi<br />

comandare a bacchetta, quando si è stati padroni. Anche voi altri siete nati padroni. Vuoi che<br />

compriamo prima la barca coi denari della casa? Ora sei grande, e devi dirla anche tu la tua parola,<br />

perché devi avere più giudizio di me, che son vecchio. Cosa vuoi fare?<br />

Nulla voleva fare, lui! Che gliene importava della barca e della casa? Poi veniva un'altra<br />

malannata, un altro colèra, un altro guajo, e si mangiava la casa e la barca, e si tornava di nuovo a<br />

fare come le formiche. Bella cosa! E poi quando si aveva la casa e la barca, che non si lavorava più?<br />

o si mangiava pasta e carne tutti i giorni? Mentre laggiù, dov'era stato lui, c'era della gente che<br />

andava sempre in carrozza, ecco quello che faceva. Gente appetto dei quali don Franco ed il<br />

segretario lavoravano come tanti asini a sporcar cartacce, e a pestare l'acqua sporca nel mortaio.<br />

Almeno voleva sapere perché al mondo ci doveva essere della gente che se la gode senza far nulla,<br />

e nasce colla fortuna nei capelli, e degli altri che non hanno niente, e tirano la carretta coi denti per<br />

tutta la vita?<br />

Poi quella storia d'andare a giornata non gli andava affatto, a lui ch'era nato padrone, l'aveva<br />

detto anche il nonno. Vedersi comandare a bacchetta, da gente che erano venuti su dal nulla, che<br />

tutti lo sapevano, in paese, come avevano fatto i loro denari a soldo a soldo, sudando ed<br />

affaticandosi! A giornata ci andava proprio perché il nonno ve lo conduceva, e non gli bastava<br />

ancora l'anima di dir di no. Ma quando il soprastante gli stava addosso come un cane, e gli gridava<br />

dalla poppa: - Oh! laggiù, ragazzo! che facciamo? gli veniva voglia di dargli del remo sulla testa, e<br />

preferiva starsene ad aggiustare le nasse, e rifare le maglie delle reti, seduto sulla riva, colle gambe<br />

distese, e la schiena appoggiata ai sassi; che allora se pure stava un momento colle mani sotto le<br />

ascelle nessuno gli diceva nulla.<br />

Là veniva anche a stirarsi le braccia Rocco Spatu, e Vanni Pizzuto, quando non aveva che<br />

fare, fra una barba e l'altra, ed anche Piedipapera, che era il suo mestiere di chiacchierare con questo<br />

e con quello per cercare le senserie. E si discorreva di ciò che succedeva in paese, di quello che<br />

donna Rosolina aveva raccontato a suo fratello, sotto il sigillo della confessione, quando era stato il<br />

tempo del colèra, che don Silvestro le aveva truffato le 25 onze, e non poteva andare dal giudice,<br />

perché le 25 onze donna Rosolina le aveva rubate a suo fratello il vicario, e si sarebbe saputo il<br />

motivo per cui aveva dato in mano a don Silvestro quel denaro, per sua vergogna.<br />

- Poi, osservò Pizzuto, donde l'erano venute le 25 onze a donna Rosolina? «Roba rubata non<br />

dura».<br />

- Almeno erano sempre nella casa, diceva Spatu; se mia madre avesse 12 tarì, e glieli<br />

prendessi, che passerei per ladro?<br />

Di ladro in ladro vennero a parlare dello zio Crocifisso, il quale aveva perso più di 30 onze,<br />

dicevano, con tanta gente che era morta di colèra, e gli erano rimasti i pegni. Ora Campana di legno,<br />

per non saper che fare di tutti quegli anelli e di tutti quegli orecchini rimastigli in pegno, si maritava<br />

con la Vespa; la cosa era certa, che l'avevano visto persino andare a farsi scrivere al municipio,<br />

presente don Silvestro. - Non è vero che se la piglia per gli orecchini, diceva Piedipapera, il quale<br />

poteva saperlo. Gli orecchini e le collane alla fin fine sono d'oro ed argento colato, e avrebbe potuto<br />

andare a venderli alla città; anzi ci avrebbe guadagnato il tanto per tanto sui denari che ha dati. Se la<br />

piglia perché la Vespa gli fece vedere e toccare con mano che stava per andare dal notaio, con<br />

compare Spatu, ora che la Mangiacarrubbe s'è tirato in casa Brasi Cipolla. Scusate veh! compare<br />

Rocco.<br />

- Niente niente, compare Tino; - rispose Rocco Spatu. - A me non me ne importa; perché chi<br />

si fida di quelle canaglie di femmine, è un porco. Per me la mia innamorata è la Santuzza, che mi fa<br />

credenza quando voglio; e ne vuol due delle Mangiacarrubbe nella sua bilancia! con quel petto, eh?<br />

compare Tino!<br />

- «Ostessa bella conto caro!» disse Pizzuto sputacchiando.

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