I MALAVOGLIA - Libr@rsi
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sotto il mio nome, per non far scoprire la cosa a vostro fratello il quale vi avrebbe domandato di<br />
dove vi erano venuti quei denari. Ora la banca è fallita. Che colpa ce ne ho io?<br />
- Imbroglione! gli sputava in faccia donna Rosolina colla schiuma alla bocca. Truffatore! Io<br />
non vi avevo dato quei denari per andare a metterli in una banca che falliva. Io ve li avevo dati per<br />
tenerci gli occhi addosso come se fosse stata roba vostra!…<br />
- Sì! ho fatto come se fosse stata roba mia! - rispondeva il segretario con la faccia tosta,<br />
tanto che donna Rosolina gli voltò le spalle per non crepare dalla rabbia, e se ne tornò a Trezza<br />
sudata come una spugna, nell'ora calda, collo scialle sulla schiena. Don Silvestro rimase lì fermo a<br />
sogghignare, davanti al muro dell'orto di massaro Filippo, finché ella non ebbe scantonato, e si<br />
strinse nelle spalle, borbottando fra di sé: - A me non me ne importa nulla di quel che dicono.<br />
Ed aveva ragione di non curarsi di quel che dicevano. Dicevano che se don Silvestro si era<br />
messo in testa di far cascare la Barbara coi suoi piedi, ci sarebbe caduta, tal briccone matricolato<br />
egli era! Però gli facevano di berretto, e gli amici gli accennavano col capo, sogghignando, quando<br />
andava a chiacchierare nella spezieria. - Siete un bel prepotente! gli diceva don Franco<br />
accarezzandolo sulle spalle. - Un vero feudatario! Siete l'uomo fatale, mandato in terra per provare<br />
come quattro e quattr'otto che bisogna fare il bucato alla vecchia società. - E allorché veniva 'Ntoni<br />
a prendere il medicamento pel nonno: - Tu sei il popolo. Finché sarai paziente come il somaro ti<br />
toccheranno le bastonate. - La Signora, che faceva la calzetta dietro il banco, per mutar discorso<br />
domandava: - Come sta ora il nonno? 'Ntoni non osava aprir bocca davanti la Signora, e se ne<br />
andava brontolando, col bicchiere nelle mani.<br />
Il nonno ora stava meglio, e lo mettevano sull'uscio, al sole, avvolto nel tabarro, e col<br />
fazzoletto in testa, che sembrava un morto risuscitato, tanto che la gente andava a vederlo per<br />
curiosità; ed il poveraccio chinava il capo a questo e a quello, come un pappagallo, e sorrideva, tutto<br />
contento di trovarsi là, nel suo cappotto, accanto all'uscio, con Maruzza che gli filava accanto, il<br />
telaio della Mena che si udiva nelle stanze, e le galline che razzolavano nella strada. Ora che non<br />
aveva altro da fare aveva imparato a conoscere le galline ad una ad una, e stava a vedere quello che<br />
facevano, e passava il tempo ad ascoltare le voci dei vicini, dicendo: - Questa è comare Venera che<br />
strapazza suo marito. - Questa è la cugina Anna che torna dal lavatoio. Poi se ne stava a vedere<br />
l'ombra delle case che si allungava; e quando non c'era più il sole sulla porta lo mettevano contro il<br />
muro dirimpetto, ch'egli somigliava al cane di mastro Turi, il quale cercava il sole, per sdraiarsi.<br />
Infine, cominciò a stare sulle gambe, e lo portarono sulla riva, reggendolo sotto le ascelle,<br />
perché gli piaceva dormicchiare accoccolato sui sassi, in faccia alle barche, e diceva che l'odore<br />
dell'acqua salata gli faceva bene allo stomaco; e si divertiva a vedere le barche, e sentire com'era<br />
andata la giornata per questo e per quello. I compari, mentre attendevano alle loro faccende, gli<br />
regalavano qualche parola, e gli dicevano per consolarlo: - Vuol dire che c'è olio ancora alla<br />
lucerna, eh, padron 'Ntoni!<br />
La sera, quando tutti i suoi erano in casa, coll'uscio chiuso, mentre la Longa intonava il<br />
rosario, se la godeva a vederseli vicini, e li guardava in faccia ad uno ad uno, e guardava i muri<br />
della casa, e il cassettone colla statuetta del Buon Pastore, e il deschetto col lume sopra; e ripeteva<br />
sempre: - Non mi par vero di essere ancora qui, con voialtri.<br />
La Longa diceva che lo spavento le aveva messo un gran rimescolio nel sangue e nella testa,<br />
ed ora le pareva di non averci più davanti agli occhi quei due poveretti che erano morti, e sino a<br />
quel giorno le eran rimasti come due spine dentro il petto, tanto che era andata a confessarsene con<br />
don Giammaria. Però il confessore le aveva data l'assoluzione, perché coi disgraziati succede così,<br />
che una spina scaccia l'altra, e il Signore non vuole ficcarcele tutte in una volta, perché si morirebbe<br />
di crepacuore. Le erano morti il figlio e il marito; l'avevano scacciata dalla casa; ma adesso era<br />
contenta che fosse riescita a pagare il medico e lo speziale, e non doveva più niente a nessuno.<br />
A poco a poco il nonno era arrivato a dire: - Datemi da fare qualche cosa, così non so starci,<br />
senza far nulla. Rattoppava delle reti; e intrecciava delle nasse; poi cominciò ad andare col<br />
bastoncello sino al cortile di mastro Turi, a vedere la Provvidenza, e stava lì a godersi il sole. Infine<br />
era tornato a imbarcarsi coi ragazzi.