I MALAVOGLIA - Libr@rsi
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dov'era ad aspettare ginocchioni, che la Santuzza ci avesse tanta roba nello stomaco, e osservò che<br />
suo fratello vicario si soffiò il naso più di cinque volte.<br />
- Cosa aveva oggi Santuzza che non finiva più? domandò perciò a don Giammaria quando<br />
furono a tavola.<br />
- Niente, niente, - rispondeva suo fratello stendendo la mano verso il piatto. Ma ella che gli<br />
conosceva il debole lasciava il coperchio sulla zuppiera e lo tormentava a furia di domande, sicché<br />
infine il poveretto dovette dire che c'era il sigillo della confessione, e sinché fu a tavola rimase col<br />
naso sul piatto, e ingozzava i maccheroni come se non avesse visto grazia di Dio da due giorni,<br />
tanto che gli andarono in veleno, e borbottava fra di sé perché non lo lasciavano mai quieto. Dopo<br />
pranzo prese il cappello e il ferraiuolo, e andò a fare una visita alla Zuppidda. - Ci dev'essere sotto<br />
qualche cosa! borbottava dal canto suo donna Rosolina. Ci dev'essere qualche sudiceria fra suor<br />
Mariangela e la Zuppidda, sotto il sigillo della confessione. E si mise alla finestra per vedere quanto<br />
ci stava suo fratello, nella casa di comare Venera.<br />
La Zuppidda saltò su tutte le furie all'udire quello che le mandava a dire suor Mariangela<br />
con don Giammaria, e si mise sul ballatoio a gridare che lei non ne voleva roba degli altri, aprisse<br />
bene le orecchie la Santuzza! che se vedeva passare don Michele per la sua strada voleva cavargli<br />
gli occhi con la conocchia che teneva in mano, in barba alla pistola che portava sulla pancia,<br />
giacché ella non aveva paura né delle pistole né di nessuno, e sua figlia non l'avrebbe data a uno che<br />
si mangiava il pane del re e faceva lo sbirro, ed era nel peccato mortale colla Santuzza per giunta,<br />
glielo aveva detto don Giammaria sotto sigillo di confessione, ma ella se lo teneva nelle ciabatte, il<br />
sigillo della confessione, quando ci andava di mezzo la sua Barbara, - e ne disse tanti e tanti degli<br />
improperi, che la Longa e la cugina Anna dovettero chiudere la porta perché non udissero le<br />
ragazze; e mastro Turi suo marito, onde non restare indietro, sbraitava anche lui: - Se mi toccano la<br />
coda mi fanno fare qualche sproposito, benedetto Dio! Io non ho paura di don Michele, e di massaro<br />
Filippo, e di tutta la ciurma della Santuzza!<br />
- State zitto! gli dava sulla voce comare Venera; non avete inteso che massaro Filippo non<br />
c'entra più colla Santuzza?<br />
Gli altri invece continuavano a dire che la Santuzza ci aveva massaro Filippo per aiutarla a<br />
dire le orazioni, l'aveva visto Piedipapera. - Bravo! Massaro Filippo ha bisogno d'aiuto anche lui!<br />
ripeteva Pizzuto. Non l'avete visto che è venuto a pregare e strapregare don Michele per aiutarlo?<br />
Nella spezieria don Franco chiamava la gente apposta per schiamazzare sull'avventura.<br />
- Ve l'avevo detto, non è vero? Tutti così, quei leccasanti! col diavolo sotto le gonnelle! Bel<br />
lavoro, eh! due alla volta, per fare il paio! Ora che gli danno la medaglia a don Michele,<br />
l'appenderanno insieme a quella di Figlia di Maria che ci ha la Santuzza. - E sporgeva il capo fuori<br />
dall'uscio per vedere se ci fosse sua moglie alla finestra di sopra. - Eh! la chiesa e la caserma! Il<br />
trono e l'altare! sempre la stessa storia, ve lo dico io!<br />
Egli non aveva paura della sciabola e dell'aspersorio; e se ne infischiava di don Michele,<br />
tanto che gli leggeva le corna quando la Signora non era alla finestra, e non poteva udire quello che<br />
si diceva nella spezieria; ma donna Rosolina diede una buona lavata di capo a suo fratello, appena<br />
venne a sapere che si era messo in quel pasticcio, perché quelli della sciabola bisogna tenerseli<br />
amici.<br />
- Amici un corno! rispondeva don Giammaria. Con quelli che ci hanno levato il pan di<br />
bocca? Io ho fatto il debito mio. Io non ho bisogno di loro! Son loro piuttosto che hanno bisogno di<br />
noi altri.<br />
- Almeno dovreste dire che vi ci ha mandato la Santuzza, sotto sigillo di confessione;<br />
sosteneva donna Rosolina; così non l'acchiappereste voi l'inimicizia.<br />
Però in aria misteriosa andava ripetendo che era una cosa sotto sigillo di confessione, a tutte<br />
le comari e i vicini che venivano a ronzarle attorno per sapere come s'era venuto a scoprire<br />
quell'imbroglio. Piedipapera, dacché aveva sentito dire a don Silvestro che voleva far cadere la<br />
Barbara coi suoi piedi, come una pera matura, andava sussurrando: - Questa è tutta manovra di don<br />
Silvestro, che vuol far cadere la Zuppidda coi suoi piedi.