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I MALAVOGLIA - Libr@rsi

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Pizzuto vuol scommettere dodici tarì che ora don Michele il brigadiere va a parlare colla Barbara<br />

Zuppidda, la sera. Volete buscarveli voi quei dodici tarì?<br />

- O anime sante del purgatorio! esclamò baciando il rosario lo zio Santoro, il quale era stato<br />

ad ascoltare tutto intento, cogli occhi spenti; ma egli era inquieto, e muoveva le labbra di qua e di là,<br />

come fa delle orecchie un cane da caccia che sente la pedata.<br />

- Sono amici, non temete - aggiunse don Silvestro sghignazzando.<br />

- Sono compare Tino, e Rocco Spatu, aggiunse il cieco dopo essere stato attento un altro po'.<br />

Egli conosceva tutti quelli che passavano, al rumore dei loro passi, fossero colle scarpe o a<br />

piedi nudi, e diceva - Voi siete compare Tino, oppure siete compare Cinghialenta. E siccome era<br />

sempre là, a dir delle barzellette con questo e con quello, sapeva ciò che accadeva in tutto il paese, e<br />

allora per buscarsi quei dodici tarì, come i ragazzi andavano a prendere il vino per la cena, li<br />

chiamava - Alessi, o Nunziata, o Lia, - e domandava pure: Dove vai? d'onde vieni? che hai fatto<br />

oggi? oppure: L'hai visto don Michele? ci passa dalla strada del Nero?<br />

'Ntoni, poveretto, finché c'era stato bisogno, era corso di qua e di là senza fiato, e s'era<br />

strappati i capelli anche lui. Adesso che il nonno stava meglio, girandolava pel paese, colle mani<br />

sotto le ascelle, aspettando che potessero portare un'altra volta la Provvidenza da mastro Zuppiddu<br />

per rabberciarla; e andava all'osteria a far quattro chiacchiere, giacché non ci aveva un soldo in<br />

tasca, e raccontava a questo e a quello come avevano visto la morte cogli occhi, e così passava il<br />

tempo, cianciando e sputacchiando. Quando gli pagavano poi qualche bicchiere di vino, se la<br />

prendeva con don Michele, che gli aveva rubata l'innamorata e andava ogni sera a parlare colla<br />

Barbara, li aveva visti lo zio Santoro, che aveva domandato alla Nunziata se don Michele ci passava<br />

per la strada del Nero.<br />

- Ma sangue di Giuda! non mi chiamo 'Ntoni Malavoglia, se non mi taglio questo corno,<br />

sangue di Giuda!<br />

La gente ci si divertiva a vedergli mangiare l'anima, e perciò gli pagavano da bere. La<br />

Santuzza, mentre risciacquava i bicchieri, si voltava dall'altra parte, per non sentire le bestemmie e<br />

le parolacce che dicevano; ma all'udir discorrere di don Michele, si dimenticava anche di questo, e<br />

stava ad ascoltare con tanto d'occhi. Era divenuta curiosa anche lei, e stava tutta orecchi quando ne<br />

parlavano, e al fratellino della Nunziata, o ad Alessi, allorché venivano pel vino, regalava delle<br />

mele e delle mandorle verdi, per sapere chi s'era visto nella strada del Nero. Don Michele giurava e<br />

spergiurava che non era vero, e spesso la sera, quando l'osteria era già chiusa, si udiva un casa del<br />

diavolo dietro la porta. - Bugiardo! gridava la Santuzza. Assassino! ladro! nemico di Dio!<br />

Tanto che don Michele non si fece più vedere all'osteria, e si contentava di mandare a<br />

prendere il vino e berselo nella bottega di Pizzuto, solo col suo fiasco, per amor della pace.<br />

Massaro Filippo, invece di esser contento che si fosse tolto così un altro cane da quell'osso<br />

della Santuzza, metteva buone parole e cercava di rappattumarli, che nessuno ci capiva più nulla.<br />

Ma era tempo perso. - Non vedete che voga al largo e non si fa più vedere? esclamava la Santuzza. -<br />

Questo è segno che la cosa è vera com'è vero Iddio! No! non voglio sentirne parlar più, dovessi<br />

chiuder l'osteria, e mettermi a far calzetta!<br />

Massaro Filippo allora si faceva la bocca amara dalla collera, e andava a pregare don<br />

Michele come un santo, nel posto delle guardie, o nella bottega di Pizzuto, perché la finisse quella<br />

lite con la Santuzza, dopo che erano stati amici! ed ora avrebbero fatto chiacchierare la gente, - e lo<br />

abbracciava e lo tirava per la manica. Ma don Michele appuntava i piedi in terra come un mulo, e<br />

diceva di no. E chi era là presente, a godersi la scena, osservava che massaro Filippo faceva una<br />

bella figura com'è vero Dio! - Massaro Filippo ha bisogno d'aiuto, diceva Pizzuto. Non lo vedete?<br />

Quella Santuzza si mangerebbe anche il Crocifisso!<br />

La Santuzza allora un bel giorno si mise la mantellina e andò a confessarsi, sebbene fosse<br />

lunedì, e l'osteria fosse piena di gente. La Santuzza andava a confessarsi ogni domenica, e ci stava<br />

un'ora col naso alla graticola del confessionario, a risciacquarsi la coscienza, che amava tenerla<br />

pulita meglio dei suoi bicchieri. Ma quella volta donna Rosolina, che era gelosa di suo fratello il<br />

vicario, e si confessava spesso anche lei per tenerci gli occhi addosso, restò colla bocca aperta, là

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