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I MALAVOGLIA - Libr@rsi

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credito dello zio Crocifisso! È tutta una finzione fra lui e Campana di legno, per spogliare quei<br />

poveretti. Piedipapera non li ha mai visti cogli occhi cinquecento lire!<br />

Don Silvestro, per sentire quello che dicevasi di lui, andava spesso a comprare qualche<br />

sigaro all'osteria, e allora Rocco Spatu, e Vanni Pizzuto, uscivano fuori bestemmiando; o si fermava<br />

a chiacchierare collo zio Santoro, tornando dalla vigna, e così venne a sapere tutta la storia della<br />

finta compera di Piedipapera; ma lui era «cristiano» con uno stomaco fondo come un pozzo, e<br />

metteva tutto là dentro. Egli sapeva il fatto suo, e come Betta l'accoglieva colla bocca spalancata<br />

peggio di un cane arrabbiato, e mastro Croce Callà s'era lasciato scappare il detto che a lui non<br />

gliene importava, rispose: - Volete scommettere che ora vi pianto? - e non si fece più vedere in casa<br />

del sindaco; così ci avrebbero pensato loro a cavarsi d'impiccio, e la Betta non avrebbe potuto più<br />

dirgli sul mostaccio che voleva rovinare suo padre Callà, e i suoi consigli erano quelli di Giuda, che<br />

aveva venduto Cristo per trenta denari, e così egli voleva riescire a buttar giù il sindaco pei suoi fini,<br />

e fare il gallo in paese. Sicché la domenica in cui doveva radunarsi il consiglio, don Silvestro, dopo<br />

la santa messa, andò a ficcarsi nello stanzone del municipio, dove c'era prima il posto della Guardia<br />

Nazionale, e si mise tranquillamente a temperare le penne, davanti alla tavola d'abete, per ingannare<br />

il tempo, mentre la Zuppidda e le altre comari vociferavano nella strada, filando al sole, e volevano<br />

strappare gli occhi a tutti loro.<br />

Baco da seta, come corsero a chiamarlo dal muro della vigna di massaro Filippo, s'infilò il<br />

giubbone nuovo, si lavò le mani, si spolverò dalla calce, ma non volle muoversi se prima non gli<br />

chiamavano don Silvestro. Betta aveva un bel sgridarlo, e spingerlo per le spalle fuori dell'uscio,<br />

dicendogli che chi l'aveva preparata la minestra l'avrebbe mangiata, e lui doveva lasciar fare agli<br />

altri, purché lo lasciassero star sindaco. Stavolta mastro Callà aveva visto quella folla davanti al<br />

municipio, colle conocchie in mano, e puntava i piedi in terra, restio peggio di un mulo. - Non ci<br />

vado se non viene don Silvestro! ripeteva cogli occhi fuori della testa; - don Silvestro lo sa trovare,<br />

un ripiego.<br />

- Il ripiego ve lo trovo io, - rispondeva Betta. - Non lo vogliono il dazio sulla pece? E voi<br />

lasciatelo stare.<br />

- Brava! e i denari di dove si prendono?<br />

- Di dove si prendono? Fateli pagare a chi ne ha, allo zio Crocifisso, a mo' d'esempio, o a<br />

padron Cipolla, o a Peppi Naso.<br />

- Brava! se sono loro i consiglieri!<br />

- Allora mandateli via e chiamatene degli altri; già non saranno loro che vi faranno restare<br />

sindaco quando tutti gli altri non vi vorranno più. Voi dovete far contenti quelli che sono in maggior<br />

numero.<br />

- Ecco come discorrono le donne! Quasi fossero quelli che mi tengono su! Tu non sai nulla.<br />

Il sindaco lo fanno i consiglieri, e i consiglieri non possono essere che quelli e non altri. Chi vuoi<br />

che facciano? i pezzenti di mezzo alla strada?<br />

- Allora lasciate stare i consiglieri e mandate via il segretario, quell'imbroglione di don<br />

Silvestro.<br />

- Brava, e chi lo fa il segretario? chi lo sa fare? Tu o io, o padron Cipolla? sebbene sputi<br />

sentenze peggio di un filosofo!<br />

Allora la Betta non seppe più che dire, e si sfogò a scaricare ogni sorta d'improperi alle<br />

spalle di don Silvestro, ch'era il padrone del paese, e se li teneva tutti in tasca.<br />

- Brava, soggiunse Baco da seta. Ecco, se non c'è lui io non so cosa dire. Vorrei vederci te<br />

nei miei panni!<br />

Finalmente arrivò don Silvestro, colla faccia più dura del muro, le mani dietro la schiena, e<br />

zufolando un'arietta. - Eh, non vi perdete d'animo, mastro Croce, che non casca il mondo per questa<br />

volta! - Mastro Croce da don Silvestro si lasciò menar via e metter alla tavola d'abete del consiglio,<br />

col calamaio davanti; ma dei consiglieri non c'erano altri che Peppi Naso il macellaio, tutto unto e<br />

colla faccia rossa, che non aveva paura di nessuno al mondo, e compare Tino Piedipapera. - Quello<br />

lì non ha nulla da perdere! vociava dall'uscio la Zuppidda, e ci viene per succhiare il sangue alla

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