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I MALAVOGLIA - Libr@rsi

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- Perché non vi siete fatto aiutare da 'Ntoni? gli rispose Maruzza tirando per un capo, mentre<br />

il vecchio girava in mezzo al cortile come un arcolaio, per dipanare le reti che non finivano più, e<br />

pareva un serpente colla coda. - L'ho lasciato di là da mastro Pizzuto. Povero ragazzo, ha da<br />

lavorare tutta la settimana! E' fa caldo anche in gennaio con quel po' di roba sulle spalle.<br />

Alessi rideva del nonno, vedendolo così rosso e curvo come un amo, e il nonno gli disse: -<br />

Guarda che qui fuori c'è quella povera Locca; suo figlio è in piazza senza far nulla, e non hanno da<br />

mangiare. - Maruzza mandò Alessi dalla Locca, con quattro fave, e il vecchio, asciugandosi il<br />

sudore colla manica della camicia, soggiunse: - Ora che ci abbiamo la nostra barca, se arriviamo<br />

all'estate, coll'aiuto di Dio, lo pagheremo il debito. - Ei non sapeva dir altro, e guardava le sue reti,<br />

seduto sotto il nespolo, come se le vedesse piene.<br />

- Adesso bisogna far la provvista del sale, prima che ci mettano il dazio, se è vero - andava<br />

dicendo colle mani sotto le ascelle. Compare Zuppiddu lo pagheremo coi primi denari, ed egli mi ha<br />

promesso che allora ci darà a credenza la provvista dei barilotti.<br />

- Nel canterano ci sono cinque onze della tela di Mena; aggiunse Maruzza.<br />

- Bravo! con lo zio Crocifisso non voglio farci più debiti, perché non me lo dice il cuore,<br />

dopo l'affare dei lupini; ma trenta lire ce le darebbe per la prima volta che andiamo in mare con la<br />

Provvidenza.<br />

- Lasciatelo stare! esclamò la Longa, i danari dello zio Crocifisso portano disgrazia! Anche<br />

stanotte ho sentito cantare la gallina nera!<br />

- Poveretta! esclamò il vecchio sorridendo al vedere la gallina nera che passeggiava pel<br />

cortile colla coda in aria e la cresta sull'orecchio, come se non fosse fatto suo. Essa fa pure l'uovo<br />

tutti i giorni.<br />

Allora Mena prese la parola e si affacciò sull'uscio. - Ce n'è un paniere pieno di uova,<br />

aggiunse, e lunedì, se compare Alfio va a Catania, potete mandare a venderle al mercato.<br />

- Sì, anche queste aiutano a levare il debito! disse padron 'Ntoni; ma voi altri dovreste<br />

mangiarvelo qualche uovo, quando avete voglia.<br />

- No, non ne abbiamo voglia, - rispose Maruzza, e Mena soggiunse: - Se le mangiamo noi,<br />

compare Alfio non avrà più da venderne al mercato; ora metteremo le uova di anitra sotto la<br />

chioccia, e i pulcini si vendono otto soldi l'uno. Il nonno la guardò in faccia e le disse:<br />

- Tu sei una vera Malavoglia, la mia ragazza!<br />

Le galline starnazzavano nel terriccio del cortile, al sole, e la chioccia, tutta ingrullita, colla<br />

sua penna nel naso, scuoteva il becco in un cantuccio; sotto le frasche verdi dell'orto, lungo il muro,<br />

c'era appeso su dei piuoli dell'altro ordito ad imbiancare, coi sassi al piede. - Tutta questa roba fa<br />

danari, ripeteva padron 'Ntoni; e colla grazia di Dio, non ci manderanno più via dalla nostra casa.<br />

«Casa mia, madre mia».<br />

- Ora i Malavoglia devono pregare Dio e san Francesco perché la pesca riesca abbondante,<br />

diceva intanto Piedipapera.<br />

- Sì, colle annate che corrono! esclamò padron Cipolla, ché in mare ci devono aver buttato il<br />

colèra anche per i pesci!<br />

Compare Mangiacarrubbe diceva di sì col capo, e lo zio Cola tornava a parlare del dazio del<br />

sale che volevano mettere, e allora le acciughe potevano starsene tranquille, senza spaventarsi più<br />

dalle ruote dei vapori, ché nessuno sarebbe più andato a pescarle.<br />

- E ne hanno inventata un'altra! aggiunse mastro Turi il calafato, di mettere anche il dazio<br />

sulla pece. Quelli a cui non gliene importava della pece non dissero nulla; ma lo Zuppiddu seguitò a<br />

strillare che egli avrebbe chiuso bottega, e chi aveva bisogno di calafatare la barca poteva metterci<br />

la camicia della moglie per stoppa. Allora si levarono le grida e le bestemmie. In questo momento si<br />

udì il fischio della macchina, e i carrozzoni della ferrovia sbucarono tutt'a un tratto sul pendio del<br />

colle, dal buco che ci avevano fatto, fumando e strepitando come avessero il diavolo in corpo. -<br />

Ecco qua! conchiuse padron Fortunato: - la ferrovia da una parte e i vapori dall'altra. A Trezza non<br />

ci si può più vivere, in fede mia!

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