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I MALAVOGLIA - Libr@rsi

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E quando non aveva altro da fare andava a piantarsi davanti all'osteria della Santuzza,<br />

accanto allo zio Santoro, che sembrava un altro poverello come lui, e non ci andava per spendere un<br />

soldo di vino, ma si metteva a guaiolare come lo zio Santoro, tale quale come se chiedesse la<br />

limosina anch'esso; e gli diceva: - Sentite, compare Santoro, se vedete da queste parti mia nipote la<br />

Vespa, quando Alfio Mosca viene a portare il carico del vino a vostra figlia la Santuzza, state a<br />

vedere cosa fanno fra di loro; - e lo zio Santoro col rosario in mano e gli occhi spenti, gli diceva di<br />

sì, che non dubitasse, che era lì per questo, e non passava una mosca che ei non lo sapesse; tanto<br />

che sua figlia Mariangela gli diceva: - A voi cosa ve ne importa? perché state a mischiarvi nei fatti<br />

di Campana di legno? Già un soldo, che è un soldo, non lo spende all'osteria, e sta davanti all'uscio<br />

per niente.<br />

Però Alfio Mosca non ci pensava nemmeno alla Vespa, e se ci aveva qualcheduna per la<br />

testa, era piuttosto comare Mena di padron 'Ntoni, che la vedeva ogni giorno nel cortile o sul<br />

ballatoio, o allorché andava a governare le bestie nel pollaio, e se udiva chiocciare le due galline<br />

che le aveva regalato si sentiva una certa cosa dentro di sé, e gli sembrava che ci stesse lui in<br />

persona nel cortile del nespolo, e se non fosse stato un povero carrettiere dal carro dell'asino,<br />

avrebbe voluto chiedere in moglie la Sant'Agata, e portarsela via nel carro dell'asino. Come pensava<br />

a tutto ciò si sentiva in testa tante cose da dirle, e quando poi la vedeva non sapeva come muover la<br />

lingua, e guardava il tempo che faceva, e le parlava del carico di vino che aveva preso per la<br />

Santuzza, e dell'asino che portava quattro quintali meglio di un mulo, povera bestia.<br />

Mena l'accarezzava colla mano, la povera bestia, ed Alfio sorrideva come se gliele facessero<br />

a lui quelle carezze. - Ah! se il mio asino fosse vostro, comare Mena! - Mena crollava il capo e il<br />

seno le si gonfiava pensando che sarebbe stato meglio se i Malavoglia avessero fatto i carrettieri,<br />

ché il babbo non sarebbe morto a quel modo.<br />

- «Il mare è amaro, ripeteva, ed il marinaro muore in mare».<br />

Alfio che aveva fretta d'andare a scaricare il vino della Santuzza, non sapeva risolversi a<br />

partire, e rimaneva a chiacchierare della bella cosa che era il fare l'oste, un mestiere col quale si ha<br />

sempre il suo guadagno, e se aumenta il prezzo del mosto basta crescere l'acqua nei barili. - Lo zio<br />

Santoro si è fatto ricco in tal modo, ed ora chiede l'elemosina per passatempo.<br />

- E voi ci guadagnate bene, coi carichi del vino? domandò la Mena.<br />

- Sì, nell'estate, quando si può andare anche di notte; allora mi busco una bella giornata.<br />

Questa povera bestia se lo guadagna il pane. Quando ci avrò messi da parte un po' di soldi comprerò<br />

un mulo, e potrò tirarmi su a fare il carrettiere davvero, come compare Cinghialenta.<br />

La ragazza era tutta intenta a quello che diceva compare Alfio, e intanto l'ulivo grigio<br />

stormiva come se piovesse, e seminava la strada di foglioline secche accartocciate. - Ecco che se ne<br />

viene l'inverno, e tutto ciò non si potrà fare prima dell'estate, osservò compar Alfio. Mena cogli<br />

occhi seguiva l'ombra delle nuvole che correva per i campi, come fosse l'ulivo grigio che si<br />

dileguasse; così correvano i pensieri della sua testa, e gli disse: - Sapete, compare Alfio, di quella<br />

storia del figlio di padron Fortunato Cipolla non ce n'è nulla, perché prima dobbiamo pagare il<br />

debito dei lupini.<br />

- Io ci ho piacere, rispose Mosca, ché così non ve ne andate dal vicinato.<br />

- Ora poi che torna 'Ntoni da soldato, col nonno e tutti gli altri, ci aiuteremo per pagare il<br />

debito. La mamma ha preso della tela da tessere per la Signora.<br />

- Bel mestiere anche quello dello speziale! osservò Mosca.<br />

In questa spuntò nella viottola comare Venera Zuppidda, col fuso in mano. - Oh! Dio!<br />

esclamò Mena, vien gente! e scappò dentro.<br />

Alfio frustò l'asino, e se ne voleva andare anche lui.<br />

- Oh compare Alfio, che fretta avete? gli disse la Zuppidda; volevo domandarvi se il vino<br />

che portate alla Santuzza è della stessa botte di quello della settimana scorsa.<br />

- Io non lo so; il vino me lo danno nei barili.<br />

- Aceto da fare l'insalata! rispose la Zuppidda, un vero veleno; così si è fatta ricca la<br />

Santuzza, e onde gabbare il mondo si è messo sul petto l'abitino di Figlia di Maria. Belle cose che

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