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na. Io ero così bravo a caricare le AR più il rimorchio che le caricai ...

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to a Chiusaforte. La mia desti<strong>na</strong>zione definitiva fu quindi<br />

la caserma “Goi” di Gemo<strong>na</strong>. A Gemo<strong>na</strong>, <strong>il</strong> nostro compito<br />

era quello di costruire mulattiere e strade nuove in zone<br />

montagnose; in particolare, spendemmo alcuni mesi di<br />

lavoro in un paesino del Civida<strong>le</strong>se, Subit, e in aree sopra<br />

Tolmezzo. I nostri attrezzi di lavoro andavano dal<strong>le</strong> pa<strong>le</strong>,<br />

picconi e carrio<strong>le</strong>, ai veicoli per <strong>il</strong> movimento della terra,<br />

al<strong>le</strong> grosse autobetoniere. Al<strong>le</strong> volte, la nostra Compagnia<br />

era richiesta da qual<strong>che</strong> amministrazione loca<strong>le</strong> per lavori<br />

d’assestamento del<strong>le</strong> strade. Il lavoro era faticoso ma<br />

eravamo ripagati dalla soddisfazione di vedere ut<strong>il</strong>izzate<br />

ed apprezzate <strong>le</strong> opere <strong>che</strong> realizzavamo.<br />

A Gemo<strong>na</strong>, oltre all’attività ester<strong>na</strong> di costruzione<br />

di opere stradali, tutti i Genieri Alpini dovevano<br />

frequentare un corso di smi<strong>na</strong>mento, <strong>che</strong> includeva <strong>le</strong>zioni<br />

su come disinnescare ordigni esplosivi. Ci furono an<strong>che</strong><br />

molte esercitazioni prati<strong>che</strong> di smi<strong>na</strong>mento; in particolare<br />

con u<strong>na</strong> sorta di razzo, <strong>che</strong> sparato ad alzo z<strong>ero</strong> a pochi<br />

centimetri da terra faceva esplodere <strong>le</strong> mine. A parte questo<br />

corso, <strong>che</strong> frequentavano tutti, noi “pontieri” venivamo<br />

addestrati a costruire ponti meccanici sia di giorno <strong>che</strong><br />

di notte. Di particolare r<strong>il</strong>ievo fu l’esercitazione genera<strong>le</strong>,<br />

della durata di due intere gior<strong>na</strong>te, svolta tra <strong>le</strong> montagne<br />

di Tolmezzo. Ricordo <strong>che</strong> pres<strong>ero</strong> parte an<strong>che</strong> altri reparti<br />

Alpini, tra i quali i parà del “Monte Cervino”. Naturalmente,<br />

in quanto Genieri, noi stendemmo un campo mi<strong>na</strong>to<br />

(con mine non innescate), e costruimmo un ponteggio<br />

d’emergenza. Durante l’esercitazione, ci fec<strong>ero</strong> an<strong>che</strong> Codroipo, apri<strong>le</strong> 1994; l’Alpino Valvason <strong>il</strong> giorno del giuramento<br />

sparare, a salve, di notte. In estate, partecipai an<strong>che</strong> ad un<br />

campo estivo svoltosi in Sardeg<strong>na</strong>.<br />

Dopo sei mesi di <strong>na</strong>ja, chies<strong>ero</strong> se c’era un volontario per fare <strong>il</strong> cuciniere. <strong>Io</strong> mi offrii e dopo poco tempo mi<br />

ritrovai capo cuoco. Nella mia nuova posizione comandavo sei Alpini, in quanto <strong>ero</strong> <strong>il</strong> <strong>più</strong> anziano in servizio. Da cuciniere<br />

la mia vita m<strong>il</strong>itare si al<strong>le</strong>ggerì un po’ an<strong>che</strong> se, con <strong>le</strong> responsab<strong>il</strong>ità <strong>che</strong> avevo, arrivarono <strong>le</strong> prime punizioni. Me<br />

ne ricordo u<strong>na</strong> in particolare. Un giorno mi capitò <strong>che</strong> un gruppo di comm<strong>il</strong>itoni si presentò a colazione un quarto d’ora<br />

prima dell’apertura della mensa. U<strong>na</strong> del<strong>le</strong> mie “consegne” era di far rispettare l’orario a tutti e di non aprire la mensa<br />

prima dell’ora stab<strong>il</strong>ita. Tuttavia, gli Alpini di quel gruppetto dichiararono di avere dei servizi [guardia, pulizia camerate<br />

etc.] da svolgere e <strong>che</strong> quindi avevano diritto di fare colazione prima degli altri. Mi fidai e li feci entrare e diedi<br />

loro la colazione. In quel mentre, arrivò <strong>il</strong> tenente e vedendo <strong>che</strong> c’era qualcuno <strong>che</strong> stava mangiando prima dell’apertura<br />

della mensa, chiese a questi Alpini se quella matti<strong>na</strong> foss<strong>ero</strong> di servizio. Loro diss<strong>ero</strong> di no e lì scoprii <strong>che</strong> mi avevano<br />

imbrogliato…e per tutta risposta l’ufficia<strong>le</strong> se la prese con me e mi punì con sette giorni di conseg<strong>na</strong>!<br />

Da menzio<strong>na</strong>re è an<strong>che</strong> un episodio singolare <strong>che</strong> mi capitò verso la fine del mio periodo in mimetica. Lì avevamo<br />

dei cervi <strong>che</strong>, da animali protetti, durante alcuni periodo dell’anno, venivano fatti pascolare liberamente nella<br />

grande area verde della caserma. U<strong>na</strong> volta mi capitò <strong>che</strong> mentre stavo correndo per andare in cuci<strong>na</strong>, un grosso cervo<br />

maschio con del<strong>le</strong> immense cor<strong>na</strong>, mi notò e decise di rincorrermi. La bestia sembrava inf<strong>ero</strong>cita, e chissà per qua<strong>le</strong> ragione<br />

aveva deciso di caricarmi. Corsi con tutta l’energia <strong>che</strong> avevo in corpo ma <strong>il</strong> cervo era <strong>più</strong> veloce di me <strong>così</strong>, preso<br />

dalla disperazione, mi tuffai nella finestra dello spaccio, schivando di poco u<strong>na</strong> pod<strong>ero</strong>sa incor<strong>na</strong>ta nel fondoschie<strong>na</strong>!<br />

Naturalmente la cosa scatenò l’<strong>il</strong>arità dei comm<strong>il</strong>itoni e, in fondo, anch’io ci risi su. Tra un’avventura e l’altra, termi<strong>na</strong>i<br />

<strong>il</strong> mio servizio <strong>il</strong> 5 marzo del 1995.<br />

C.<strong>le</strong> Alpino Zanello Leo<strong>na</strong>rdo (classe 1975)<br />

Fui chiamato al<strong>le</strong> armi <strong>il</strong> 16 apri<strong>le</strong> 1996 presso <strong>il</strong> Battaglione Alpini Vicenza (C<strong>AR</strong>) di Codroipo. Al termine<br />

del C<strong>AR</strong>, un mese <strong>più</strong> tardi, venni trasferito al Battaglione Logistico JULIA di stanza a Vaci<strong>le</strong> (PN). Qui fui asseg<strong>na</strong>to<br />

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