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Vigneto friuli - Claudio Fabbro

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IL DOMINIO VENETO (XV-XVIII sec.)<br />

Nel 1420 il Friuli passa sotto Venezia, che favorisce l’impianto di nuovi vigneti,<br />

perché il vino fornisce un buon reddito e permette l’acquisto di altri prodotti.<br />

In un dipinto si vede la Serenissima come una dama che riceve in regalo dal Friuli un<br />

mannello di spighe e grappoli d’uva. In un’ordinanza del 1549 Pietro Morosini,<br />

luogotenente di Venezia a Udine, raccomandava di non danneggiare le viti, perché “è<br />

la raccolta del vino e del grano che si vende e si comuta con la nazione di<br />

Germania…tal e così fruttuoso avviamento del vino si aumenti e non si minuisca”.<br />

Il senato veneziano sostiene coloro che piantano vigneti nei terreni dei Comuni,<br />

purché inseriscano tra le viti i gelsi, che servono all’alimentazione dei bachi da seta in<br />

primavera. La Ribolla di Rosazzo viene offerta ad ospiti di riguardo, come Carlo V<br />

che nel 1532 passa per il territorio veneziano e ha modo di apprezzare il dono; nello<br />

stesso anno aveva sostato anche a Spilimbergo con 40 mila uomini, che avevano<br />

consumato 11 botti di vino in 15 giorni di permanenza.<br />

Nei terreni che vanno da Lestans a Pinzano sono i Conti Savorgnan che fanno<br />

coltivare la vite nel 1500 e più a sud i Conti di Spilimbergo.<br />

Nel Concilio di Trento (1545-1563) agli ecclesiastici piace molto il nostro Ucelut.<br />

Dal 1500, con la diffusione della stampa, si moltiplicano gli scritti sulla coltura della<br />

vite e la produzione del vino.<br />

Nel 1700 gli alchimisti intuiscono il fenomeno della trasformazione del mosto in<br />

vino.<br />

Lo studioso di agricoltura A. Zanon ( 1696-1770) nelle sue lettere (1767) scrive che<br />

“i vini friulani servono alle mense di tutte le nazioni della Germania, dell’Inghilterra<br />

e del Nord”. Conoscevano soprattutto i Refoschi, i Picolit, i Cividini e le Ribolle. La<br />

zona di produzione è sempre quella collinare orientale.<br />

Nel Settecento il maggior produttore di Picolit è il conte Asquini di Fagagna che ne<br />

spedisce all’estero (alle corti di Francia, Austria, Russia, Sardegna, al Papa) più di<br />

centomila bottiglie. (Lenarduzzi S.)<br />

1411: offerta di "Romania" e Terrano all'Ambasciatore dei Duchi d'Austria (<br />

Calò A., Costacurta A., 1991);<br />

1417: offerta di Pignolo ai Conti di Gorizia (ibidem)<br />

1446: ordinanza 28.12.1946 contro le frodi sullo smercio di Ribolla ("Libro<br />

del Cancelliere" di Francesco De Reno, 1931; (ibidem);

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