Vigneto friuli - Claudio Fabbro

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06.02.2013 Views

iprendere con Claudio contatti solo temporaneamente interrotti , fatte salvo occasionali frequentazioni ed i tradizionali auguri natalizi. Quando all’Assemblea del Ducato del 19 giugno 2004 – in clima di profondo e necessario rinnovamento- lo proposi quale possibile membro della Corte ducale riscontrai, con piacere, unanimità di consensi . Entrato, come è suo costume, in punta di piedi nella Corte , coerentemente con il suo stile che lo porta inizialmente ad ascoltare ed imparare molto prima di concedersi alle sue tradizionali accelerazioni , si è ritagliato progressivamente uno spazio operativo molto utile al Ducato nel settore della comunicazione, dell’informazione giornalistica , nella collaborazione attiva anche quale relatore tecnico in manifestazioni a vari livelli d’impegno ( Cucina senza confini, Asparagus, ecc.) . Dopo VITI E VINI DEL FRIULI del 1977 il Ducato, come è noto, ha sempre prestato un occhio di riguardo alla realizzazione di pubblicazioni su temi storici e d’attualità interessanti il comparto agrituristico ed enogastronomico, rientrando negli scopi e principali finalità la valorizzazione dello stesso. La ricerca di Claudio Fabbro porta un titolo simpatico quale è IL VIGNETO FRIULI DALL’ARRIVO DEI ROMANI ALLA “ PARTENZA “ DEL TOCAI . Piace questa presunta, virgolettata , “ partenza” ! Poiché da sempre- insieme, purtroppo, a pochi altri- il Ducato è in prima linea nella difesa del vitigno piu’ amato dai friulani . Ed è bene che se ne parli proprio in questo momento, in cui molti, troppi, per motivi non sempre del tutto chiari, vorrebbero gettare la spugna in mezzo alla battaglia senza avere ancora perso la guerra ! Piace anche questa rivisitazione dei vitigni autoctoni che l’ Autore offre ad uso e consumo dei “ Nobili” già professionalmente impegnati ma anche di tanti giovani studenti e , perché non, anche del consumatore che tutti i giorni viene bombardato dai mezzi d’informazione sui presunti pregi di vini “ globalizzati” , prodotti in Europa ma soprattutto in Paesi extracomunitari, senza regole e discipline e con lo scopo- in parte purtroppo già raggiunto- di scardinare la base ampelografica storica della Piccola Patria. IL DUCA Emilo I°

PREFAZIONE Non so se essere diventato agronomo anzichè ingegnere , enologo anziché geometra, giornalista anziché lettore , “ Nobile del vino “ anziché astemio sia dipeso dal destino o dalle frequentazioni. Col senno di poi penso da ambedue, anche perché ripercorrendo alcuni momenti della mia vita personale e professionale penso che, tutto sommato, “ stava scritto”. In principio fu nonno Pio da Povoletto. Sagrado, primi anni ‘ 20 : i nonni Pio e Romilda , e zia Giovanna tra zia Lina e papà Urbano ( a destra)

PREFAZIONE<br />

Non so se essere diventato agronomo anzichè ingegnere , enologo anziché<br />

geometra, giornalista anziché lettore , “ Nobile del vino “ anziché astemio sia<br />

dipeso dal destino o dalle frequentazioni.<br />

Col senno di poi penso da ambedue, anche perché ripercorrendo alcuni momenti<br />

della mia vita personale e professionale penso che, tutto sommato, “ stava scritto”.<br />

In principio fu nonno Pio da Povoletto.<br />

Sagrado, primi anni ‘ 20 : i nonni Pio e Romilda ,<br />

e zia Giovanna tra zia Lina e papà Urbano ( a destra)

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