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Vigneto friuli - Claudio Fabbro

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I° - esiste sì nel comune di S. Lorenzo di Mossa un ruscello che in una mappa del<br />

1865 è denominato Toccai, ma questi da 50 anni circa è chiamato Cristinizza;<br />

II° - la denominazione delle casse sparse nella valle del Vipacco non è stata sfruttata<br />

per tipo di vino;<br />

III° - la denominazione ungherese Tokay costituisce una denominazione di origine e<br />

come tale è protetta dall'art. 3 bis dell'accordo di Madrid del 1891, successivamente<br />

modificato e reso esecutivo in Italia con D.P.R. n° 865 il 12 Giugno 1950;<br />

IV° - la denominazione di "Tokay" è protetta dalle norme legislative italiane<br />

repressive della concorrenza sleale;<br />

VI° - il pre uso del nome Tokai per il vino ungherese è testimoniato da Paracelso,<br />

Parini, Voltaire, Heine, Goethe, Schubert, Anatole France, Gautier, ed altri che hanno<br />

detto le lodi di tale vino.<br />

La Corte d'Appello, contraddicendo la sentenza di primo grado trova per cosa<br />

inapplicabile l'accordo di Madrid, osservando che lo stesso, nella sia edizione del<br />

1925 fu ratificato dall'Ungheria nel 1934, ma la successive modifica fatta a Londra<br />

nel 1934 non risulta del pari ratificata dallo Stato magiaro. I primi giudici, continua la<br />

sentenza, hanno affermato che il trattato in vigore, al cui rispetto sono<br />

vincolate l'Italia e l'Ungheria, è quello del 1925, il quale però non risulta acquisito<br />

nell'ordinamento giuridico italiano perchè mai<br />

ratificato, e che come tale non è neppure conosciuto nel suo testo, onde appare<br />

arbitrario e comunque insicuro ogni rapporto di esso con la legge ungherese.<br />

Tuttavia, afferma la Corte d'Appello, la causa non potrebbe giammai esser decisa in<br />

base all'accordo di Madrid perchè l'oggetto di esso è rappresentato dall'intenzione di<br />

reprimere le false indicazioni di provenienza delle merci, trova la sua pattuita tutela<br />

nel divieto di esportazione e nel sequestro. D'altra parte la "Monimpex" non afferma<br />

che sia stato registrato al Bureau international di Berna il marchio Tokai destinato a<br />

distinguere specificatamente i vini prodotti nella regione ungherese omonima.<br />

Circa le fonti letterarie citate dalla Monimpex, la Corte le ritiene estremamente<br />

generiche e tali almeno da equivalere a quelle prodotte dalla parte avversa, e cioè<br />

dello Zanon (1696-1770), delle poesie di Pietro Zorutti (1867) ed a quelle di A.<br />

Fappani nel "Saggio storico della letteratura trevigiana" (1771).<br />

D'altra parte ancora, osserva la Corte , la denominazione "Tokai" risulta impiegata<br />

per il vino friulano, dal dottor Guido Poggi, Ispettore agrario compartimentale, nel<br />

suo "Atlante ampelografico del Friuli", nel 1939,; nella "Fiera di Udine", del 1883 e<br />

1865; in sede di analisi dei vini genuini della provincia di Udine e di Venezia del<br />

1912, 1913, e di Rovigo del 1910, giusto estratto autentico degli Annali della Cantina<br />

sperimentale agraria di Udine pubblicato nel 1898; dal "Laboratorio di Chimica<br />

agraria" di Udine, nei suoi Annali dal 1909 al 1914. Ma va anche tenuto presente che<br />

nel 1948 alla sessione ufficiale plenaria del 20 21 e 22 luglio a Parigi per<br />

l'"Etablissement d'un inventaire, accompagné d'un catalogue des vins à l'appellation<br />

d'origine" l'Ungheria indicava cinque tipi di Tokai e l'Italia il "Tocai friulano e di<br />

Lison" usando così senza contrasti entrambe e col rispettivo, almeno tacito, assenso<br />

l'unico nome dalla stessa assonanza.<br />

La sentenza d'appello prosegue osservando che la "Monimpex" avrebbe dovuto

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