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Vigneto friuli - Claudio Fabbro

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La Delizia è ambasciatrice di rilevanza mondiale. Numeri e qualità insieme, per farla<br />

breve.<br />

Ma non è da meno la Cantina Produttori di Cormòns, diretta dall’altoatesino Luigi<br />

Soini, paladino del Tocai friulano e del vino sposato all’arte, alla cultura, all’amicizia<br />

(il riferimento alla Vigna del Mondo e al Vino della Pace è atto dovuto...).<br />

La Friulvini, cantina sociale di 2° grado, soccorre commercialmente i più deboli.<br />

Poi, dopo guerre, calamità, invasioni, arrivò anche il terremoto del 6 maggio 1976...<br />

Dalle ceneri di tante cantine lesionate, soprattutto nell’alta area delle Grave e dei<br />

Colli orientali, emerse una nuova classe dirigente tra cui tanti giovani manager (o<br />

wine makers) del buon vino.<br />

Fu il Premio Nonino Risit d’Aur, nel 1976, che ricordò al mondo intero che il Friuli<br />

era terra di grandi distillati, ma ancor prima di grandi vitigni autoctoni, che furono<br />

legalizzati e rientrarono nelle vigne, di fatto e di diritto. Si deve, infatti,<br />

principalmente alla famiglia Nonino di Percoto se tutta una serie di grandi vitigni<br />

“storicamente friulani”, rottamati anzitempo, vennero uno dopo l’altro recuperati,<br />

valorizzati e “autorizzati e/o raccomandati” dalle varie amministrazioni pubbliche e<br />

quindi inseriti a pieno titolo nelle denominazioni di origine controllata.<br />

L’apripista del nuovo corso fu lo Schioppettino, che grazie alla famiglia Rapuzzi e<br />

l’azione prorompente dei Nonino - con mamma Giannola nei panni di Giovanna<br />

d’Arco, sempre sulle barricate a menar fendenti contro i veleni della burocrazia -<br />

passò quasi per incanto dalla clandestinità alla DOC Colli Orientali del Friuli, per<br />

divenire qualche anno dopo addirittura l’asse portante della prima “sottozona”<br />

(ovvero “cru”) riconosciuta per legge e cioè “Cialla”, comune di Prepotto, nella zona<br />

DOC medesima. Dalle stalle alle stelle!<br />

Nello stesso anno l’enologo Beppe Lipari, compendio di creatività siciliana e<br />

laboriosità veneta, pensò, prima di altri, di collocare una linea d’imbottigliamento su<br />

un camion ed iniziò un “porta a porta” destinato a cambiare radicalmente la vita a<br />

decine di piccoli e medi produttori. Nomi allora sconosciuti ai più ed ora, grazie ad<br />

una tecnologia ultramoderna, veri protagonisti del rinascimento del “post-terremoto”.<br />

Quei magnifici anni ’70!<br />

L’infaticabile Isi Benini, giornalista carismatico e passionale, fondatore della rivista<br />

Il Vino, contribuì non poco a far conoscere la bontà del vino friulano, che tanti<br />

produttori, più inclini al lavoro che all’esternazione, non erano in grado,<br />

singolarmente, di proporre e presentare.<br />

Benini si tuffò senza riserve in un mondo nuovo ed affascinante, cogliendo<br />

professionalità e serietà in una miriade di vignaioli sconosciuti che portò alla ribalta<br />

internazionale.

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