Vigneto friuli - Claudio Fabbro

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06.02.2013 Views

"Del bel Turro (torrente Torre) sulla sponda il buon vin alligna e abbonda che del dolce Berzamino ne berrei per poco un tino e vorrei sempre esser solo nel ber a tazze piene il buon Pignòlo". Strano vitigno, di aspetto cespuglioso e rustico, ma sofferente ed al quale nessuna cura colturale riesce ad imprimere un maggior vigore. Diffuso qua e là con sparuti ceppi, lo ritroviamo principalmente sulle colline eoceniche di Rosazzo, Buttrio e di Rocca Bernarda dove dà prodotti eccellenti, di pregio indiscutibile e con caratteri particolari, inconfondibili. "A Rosazzo, quasi all'ombra della secolare Abbazia, un vecchio colono dell'Amministrazione di Brazzà, dalla fluente barba bianca e dalla mente lucidissima, mi tesseva anni or sono gli elogi del "Pignòlo" e, accanto ad un vecchio ceppo dagli esili tralci e dalle innumerevoli foglioline assai piccole, mi facevano ambedue l'impressione di esistenze stanche per troppa lunga vita: ed infatti il buon Zamò (così si chiamava il colono) ora non è più è più è nemmeno il vecchio ceppo di "Pignòlo". Ne tolsi allora delle marze, le innestai nel "Vigneto Ampelografico" di Buttrio (Consorzio Per la Viticoltura, oggi Sezione della Viticoltura del Consorzio Provinciale tra i Produttori dell'Agricoltura) ne seguii lo sviluppo ed i vini, prodotti nelle diverse annate, vennero analizzati e degustati". (Poggi, 1939) “Vi è certamente della "stoffa" nel prodotto che è sempre di ottima alcoolicità, di acidità non eccessiva, di profumo gradevole e caratteristico, resistente all'invecchiamento. Il vitigno è però sensibilissimo all'oidio ed il POGGI ritiene sia questa una delle ragioni della sua scomparsa.; tuttavia una reintroduzione nelle migliori località collinari e pedecollinari e nelle aziende viticole di avanguardia, potrebbe riuscire utile dal lato enologico ed il vino, che ha caratteri suoi particolari, inconfondibili, contribuirebbe quasi certamente a creare tipi fini e superiori. Il Poggi ricorda una annotazione fatta dal Prof. Dalmasso in una scheda di degustazione del "Pignòlo" prodotto nel 1930 che diceva: "tipo singolare di vino: di lusso?". Ritengo egli abbia colpito nel segno ed ancor oggi dopo aver degustato il vino del 1939 mi convinco vieppiù che il "Pignòlo", se non può gareggiare con il "Merlot" e col "Cabernet" per vigore e produttività, merita però una nuova e più attenta considerazione". (10) “Il "Pignòlo", come la vite, è un vino tutto particolare. Contenuto e misterioso nel gusto, timido, quasi esitasse a farsi scoprire. Colore rosso rubino chiaro, però vivace e affascinante. Buona acidità fissa e alcoolica. Elegante di corpo e morbido in tannicità. Profumo vinoso, fruttato, riservato, che si apre con bouquet invitante. E' insomma un vino tutto da scoprire. E' vino da piatti di carne delle cucina friulana e formaggi stagionati. Va servito alla temperatura di 18-20 gradi”. (9)

FUMÀT Vitigno appartenente alla serie numerosa di quelle varietà diffuse un tempo in Friuli, quali ad esempio il "Corvino", il "Vinoso", la "Corvinese", il "Negruz", il "Negrat", ecc. , ed entrati ormai definitivamente nel campo di una viticoltura decisamente sorpassata.

FUMÀT<br />

Vitigno appartenente alla serie numerosa di quelle varietà diffuse un tempo in<br />

Friuli, quali ad esempio il "Corvino", il "Vinoso", la "Corvinese", il "Negruz", il<br />

"Negrat", ecc. , ed entrati ormai definitivamente nel campo di una viticoltura<br />

decisamente sorpassata.

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