Vigneto friuli - Claudio Fabbro

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06.02.2013 Views

VERDUZZO VERDE “ E' un vitigno tipicamente friulano. Se il "Piccolit" -Poggi (10) scrive sempre tale vino con la doppia "c" - n.d.A.- rappresenta una nobiltà enologica, il "Verduzzo" all'opposto costituisce una salda base ed il vino, ruvido finchè si vuole, ma richiesto ed apprezzato dal consumatore, ben si accomuna al vigore ed alla laboriosità del lavoratore friulano. Il "Verduzzo" più che ogni altro vitigno è caro al viticoltore, che lo richiede, lo pianta e lo coltiva con vera affezione. Se è ben vero che esitono località in provincia dove il "Verduzzo" trova il suo optimum di ambiente (Ramandolo, Nimis, Torlano, Faedis, Colli di Rosazzo e di Buttrio) dove si producono tipi dolci, apprezzatissimi, anche in pianura riesce bene e dà vino ottimo come base per la confezione di tipi da pasto un po' aspri per eccesso di tannicità, ma sempre ben pagati e ricercati. Nella coltura il vitigno preferisce terreni non molto compatti, ma tuttavia nelle località collinari meglio esposte, matura assai bene i grappoli che si arricchiscono fortemente di zuccheri”. (10) “ Il "Verduzzo" si deve vinificare in bianco che, altrimenti, la ricchezza in tannino della buccia e dei raspi passa nel vino che diventa aspro e di eccessivo colore: ragion per cui opportuni tagli con altri tipi quali il "Tocai" ed il "Riesling Italico", se ben fatti, mitigano tale asprezza e lo rendono bene accetto. I tipi dolci liquorosi, o semi liquorosi sono poi ricercatissimi: peccato però che nelle zone dove si producono in maggior copia, non si tengano nel dovuto conto i buoni dettami della tecnica enologica: che se ciò fosse, ben si potrebbero ottenere vini di non elevata tannicità, di giusta alcoolicità e ottimo tenore zuccherino, in grado di venire apprezzati anche fuori dei confini della provincia. Vero è che il consumatore nostrano non bada per il sottile: paga, beve....ed apprezza talvolta anche dei veri vituperi enologici. (10) Alcune buone aziende di avanguardia stanno però mutando rotta ed oggi degli ottimi "Verduzzi dolci" si possono trovare e degustare. Se la produzione salirà a quantitativi cospicui, come è da augurarsi, dato il fervore ricostruttivo, una lavorazione in comune delle uve di "Verduzzo" sarebbe auspicabile. Il vino di "Verduzzo" illimpidisce rapidamente data la sua tannicità, si mantiene robusto, si conserva e ben sopporta un invecchiamento non eccessivamente prolungato. Poggi (10) descrive infine i caratteri del vino (tipo dolce, detto anche "Ramandolo"). Di colore giallo dorato, profumato in modo caratteristico, dolce, fresco, abbastanza alcoolico, pieno, tannico, ma se ben lavorato non eccessivo. Alcolicità: media gradi 11,5 massima gradi 13, minima gradi 9,5 (in volume al Malligand). Zuccheri riduttori 4-5%. Acidità totale media: grammi 7 per litro (in acido tartarico)”. (10) Tali valori trovano solo parziale riscontro nell'attuale "Ramandolo" (n.d.A)

VERDUZZO GIALLO “ E' un'ipotesi che arrischio - scrive Poggi (10) - a somiglianza di quanto si dice per il "Refoschi", affermando che il vitigno possa essere una derivazione di "Verduzzo verde". Tra le due varietà vi è infatti molta affinità e la caratteristica principale inconfondibile è il colore del cappuccio fiorale, che nel "Verduzzo verde" è verde, mentre nel "Verduzzo giallo" è di colore bruno. Il vitigno non è certamente coltivato su scala così vasta come il "verde"; alcuni agricoltori lo richiedono perchè hanno la convinzione che sia in grado di dare mosto più ricco di zuccheri e, di conseguenza più alcoolico. I risultati delle analisi del prodotto di diverse annate del vigneto ampelografico di Buttrio non mi hanno confermato tale fatto. Il "Verduzzo giallo" ha grappoli meno voluminosi ed è anch'esso di ottimo vigore. Non ho dati sufficienti - conclude Poggi (10) - per consigliarne la diffusione in sostituzione della varietà verde. Secondo lo stesso Autore il vino "è di colore giallo, dorato, profumato, discretamente alcoolico, piuttosto tannico, sapido. Buon vino da pasto".

VERDUZZO VERDE<br />

“ E' un vitigno tipicamente friulano. Se il "Piccolit" -Poggi (10) scrive sempre<br />

tale vino con la doppia "c" - n.d.A.- rappresenta una nobiltà enologica, il "Verduzzo"<br />

all'opposto costituisce una salda base ed il vino, ruvido finchè si vuole, ma richiesto<br />

ed apprezzato dal consumatore, ben si accomuna al vigore ed alla laboriosità del<br />

lavoratore friulano.<br />

Il "Verduzzo" più che ogni altro vitigno è caro al viticoltore, che lo richiede, lo<br />

pianta e lo coltiva con vera affezione. Se è ben vero che esitono località in provincia<br />

dove il "Verduzzo" trova il suo optimum di ambiente (Ramandolo, Nimis, Torlano,<br />

Faedis, Colli di Rosazzo e di Buttrio) dove si producono tipi dolci, apprezzatissimi,<br />

anche in pianura riesce bene e dà vino ottimo come base per la confezione di tipi da<br />

pasto un po' aspri per eccesso di tannicità, ma sempre ben pagati e ricercati.<br />

Nella coltura il vitigno preferisce terreni non molto compatti, ma tuttavia nelle<br />

località collinari meglio esposte, matura assai bene i grappoli che si arricchiscono<br />

fortemente di zuccheri”. (10)<br />

“ Il "Verduzzo" si deve vinificare in bianco che, altrimenti, la ricchezza in<br />

tannino della buccia e dei raspi passa nel vino che diventa aspro e di eccessivo colore:<br />

ragion per cui opportuni tagli con altri tipi quali il "Tocai" ed il "Riesling Italico", se<br />

ben fatti, mitigano tale asprezza e lo rendono bene accetto. I tipi dolci liquorosi, o<br />

semi liquorosi sono poi ricercatissimi: peccato però che nelle zone dove si producono<br />

in maggior copia, non si tengano nel dovuto conto i buoni dettami della tecnica<br />

enologica: che se ciò fosse, ben si potrebbero ottenere vini di non elevata tannicità, di<br />

giusta alcoolicità e ottimo tenore zuccherino, in grado di venire apprezzati anche<br />

fuori dei confini della provincia. Vero è che il consumatore nostrano non bada per il<br />

sottile: paga, beve....ed apprezza talvolta anche dei veri vituperi enologici. (10)<br />

Alcune buone aziende di avanguardia stanno però mutando rotta ed oggi degli<br />

ottimi "Verduzzi dolci" si possono trovare e degustare. Se la produzione salirà a<br />

quantitativi cospicui, come è da augurarsi, dato il fervore ricostruttivo, una<br />

lavorazione in comune delle uve di "Verduzzo" sarebbe auspicabile.<br />

Il vino di "Verduzzo" illimpidisce rapidamente data la sua tannicità, si<br />

mantiene robusto, si conserva e ben sopporta un invecchiamento non eccessivamente<br />

prolungato. Poggi (10) descrive infine i caratteri del vino (tipo dolce, detto anche<br />

"Ramandolo"). Di colore giallo dorato, profumato in modo caratteristico, dolce,<br />

fresco, abbastanza alcoolico, pieno, tannico, ma se ben lavorato non eccessivo.<br />

Alcolicità: media gradi 11,5 massima gradi 13, minima gradi 9,5 (in volume al<br />

Malligand). Zuccheri riduttori 4-5%. Acidità totale media: grammi 7 per litro (in<br />

acido tartarico)”. (10)<br />

Tali valori trovano solo parziale riscontro nell'attuale "Ramandolo" (n.d.A)

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