Vigneto friuli - Claudio Fabbro
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“ ANCORA SUL TOCAI-COSI’ IL DOTT. WALTER FILIPUTTI, A BOCCE<br />
FERME”<br />
Tanti i presenti, pochi gli interventi. Un monologo, più che un dibattito, al Convegno<br />
sul Tocai friulano promosso dal Ducato dei vini friulani a Udine.<br />
Esce dal coro (del “<strong>Vigneto</strong> Friuli” spettatore passivo) il dott. Walter Filiputti,<br />
vignaiolo (ed altro ancora) in alta collina, in quel di Rosazzo di Manzano. Il suo<br />
parere sul “durante e dopo Tocai” è stato osservato da diverse angolazioni e con<br />
interpretazioni dissimili. Per meglio chiarire il proprio pensiero in proposito Filiputti<br />
ha ripreso l’argomento con un articolo più dettagliato sulla pagina d’agricoltura del<br />
Messaggero Veneto del 10 ottobre 1997 che riportiamo di seguito:<br />
“ Alla pagina 157 del mio libro “Il Friuli-Venezia Giulia e i suoi grandi vini. Storia di<br />
uomini e vigneti”, edito da Arti Grafiche friulane, - esordisce Filiputti - così concludo<br />
sul Tocai: “...l’utilizzazione della denominazione Tocai, in via transitoria, sarà<br />
possibile per 13 anni a decorrere dal suddetto accordo (dell’1.4.93). dopo di che il<br />
Tocai friulano morirà: il 31.3.2007. Morto il re, viva il re “Friuli bianco”!.”<br />
Il 4 ottobre scorso, in occasione di “Friuli DOC”, nel Castello di Udine si sono<br />
celebrati i “funerali” del Tocai. A dire il vero, per un “personaggio” di tale portata e<br />
importanza avremmo sperato di vedere al seguito più “fedeli” invece, dopo le chiare<br />
parole del sandanielese Alfonso Zardi, segretario generale del Consiglio d’Europa,<br />
abbiamo assistito alla mesta celebrazione di colui che era già stato condannato sotto<br />
la totale mancanza di attenzione dei suoi connazionali, i friulani.<br />
Al Ducato dei vini, che ha organizzato l’incontro, va il merito di aver chiarito, in<br />
maniera inequivocabile, che il Tocai friulano perderà l’onore del suo cognome il<br />
31.3.2007. Inutile chiudere ora le stalle o versare lacrime di coccodrillo o, peggio<br />
ancora, gettare fumo negli occhi dei produttori: accettiamo la sconfitta, ma abbiamo<br />
la forza e il coraggio di trasformarla in un trampolino di lancio non solo per il futuro<br />
Tocai, ma anche per tutti i vini friulani. L’assessore all’agricoltura, Isidoro Gottardo,<br />
ha più volte dichiarato, con grande senso della realtà, di volere essere pragmatico. E<br />
lo saremo anche noi.<br />
Prima alcune considerazioni.<br />
1) Il Tocai è certamente un grande vino. Ma i produttori che lo propongono in<br />
bottiglia sui mercati non friulani sanno della grande fatica nel venderlo, fatica causata<br />
proprio dal nome che genera confusione sul consumatore. Per tale motivo si sono<br />
“inventati” negli ultimi venti anni molti vini di fantasia che avevano come base<br />
soprattutto il Tocai.<br />
2) Il Tocai ha il suo grande mercato in Friuli come insostituibile “tajut” nelle osterie<br />
la cui vendita avviene per la maggior parte in damigiana: per cui è importante che in<br />
futuro possa continuare a provenire dal vitigno Tocai, anche senza il nome Tocai.