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Vigneto friuli - Claudio Fabbro

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Inoltre il prolungarsi dei lavori oltre quei tempi che correttamente consentono spazio<br />

sia agli interventi che al dibattito, ha portato molti a gettare la spugna prima delle<br />

repliche ( erano le 13.30 passate…..cellulari roventi, all’insegna dell’italico “butta la<br />

pasta”).<br />

Fatti salvi tre” volonterosi” .<br />

Da Gigi Valle, enologo carnico di lunga militanza fra Collio e Colli orientali, un<br />

grido all’orgoglio o, se vogliamo, una voce nel deserto che, tradotta, suona più o<br />

meno come “ci rimettiamo alla clemenza della Corte”.<br />

Per il presidente del Consorzio Vini DOC Friuli-Grave, Piergiovanni Pistoni, il<br />

problema va ripensato lasciando perdere vino e vitigno dal nome proibito, rilanciando<br />

il nome magico (“Friuli” - bianco, è ovvio)<br />

Walter Filiputti, vignaiolo in Rosazzo, (ma con biglietto da visita robusto alquanto)<br />

ha preso atto, senza drammatizzare, delle decisioni comunitarie, ricordando che, in<br />

fondo in fondo, la storia del “vigneto Friuli” è costruita sulle radici della Ribolla<br />

gialla e del Picolit e che il “rinascimento” del Friuli deve molto di più al Pinot grigio<br />

che al Tocai, “buon bianco da banco (Tajut) e poco più”.<br />

Addirittura difficile da vendere, “fuori porta” e da ribattezzarsi - secondo Filiputti -<br />

senza ulteriori voli fantastici, in uno scontato “Friuli bianco” o similare.<br />

Rinuncia infine ad intervenire il vulcanico direttore della Cantina produttori di<br />

Cormons, Luigi Soini; ancora deluso dalla mancata “friulanizzazione” del Collio,<br />

(ovvero la denominazione FRIULI COLLIO….non partorita in tante roventi<br />

“pubbliche condizioni”) ribadisce eterno amore per il Tocai friulano e, ricordando le<br />

proprie radici altoatesine, “non ritiene di doversi fare, ancora una volta, carico di un<br />

problema che sembra interessare poco o niente i friulani”.<br />

Ingratitudine, disinformazione, rassegnazione per un’ennesima decisione presa al<br />

palazzo e fatta cadere dall’alto? Di tutto un po’.<br />

LE REPLICHE, IN SINTESI<br />

Piero Pittaro, che in esordio era stato realista alquanto, distribuisce qualche manata<br />

sulle spalle invitando a riprendere coraggio e sperare nell’esito di qualche non<br />

improbabile trattativa “commerciale”. Anche il Tocai, dunque, può essere quotato sul<br />

mercato come merce di scambio?<br />

“E poi - conclude Pittaro - non abbiamo ancora sentito la voce dei veneti, che pure di<br />

Tocai (italico ...) ne hanno, da difendere”.<br />

Si riaccende la speranza.<br />

Per i politici, ovvero i deputati di A.N. Franz e Parigi, “se si perde il Tocai è per<br />

colpa di qualcuno. Fuori i nomi, rappresaglia garantita.”<br />

La palestra del Tocai si offre, dunque, a discipline collaterali ed alquanto diverse da<br />

quelle rientranti nel “compito in classe” proposto dal “Ducato”. Sodalizio al quale, in

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