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Vigneto friuli - Claudio Fabbro

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L’ansia è palpabile nel VIGNETO FRIULI , in cui si teme ( ma dal Ministero non<br />

arrivano né conferme né smentite..) che la richiesta di ritirare il precedente”<br />

documento DS-371” (favorevole ed in sintonia con la linea adottata dalla Regione), di<br />

fatto” sconfessandone” i contenuti , possa essere già stata accolta dalla<br />

Rappresentanza permanente .<br />

TOCAI, ULTIMO ATTO<br />

Non ha perso tempo l’Assessore all’agricoltura ARIIS il quale, appena venuto a<br />

conoscenza (per vie indirette….) della questione, già con nota del 19 dicembre scorso<br />

ha richiesto formalmente al Ministero degli affari esteri, di convocare- con procedura<br />

d’urgenza- una “riunione interministeriale di coordinamento” . Il Friuli viticolo che<br />

conta è calato in forze, lo scorso 16 gennaio, al Ministero per le politiche agricole :<br />

l’assessore ARIIS, il presidente dell’ERSA, PINAT, l’avvocato della Regione,<br />

BEVILACQUA, la cooperazione ( BERTOLIN e SOINI, insieme a BATTISTUZZI<br />

della “ nazionale”),i Consorzi DOC( FELLUGA), i presidenti regionali delle<br />

Organizzazioni professionali agricole (PISTONI, FILIPPUZZI e SAVORGNAN). A<br />

fare gli onori di casa, con vari funzionari dei Ministeri dell’agricoltura ed esteri, il<br />

direttore generale, AMBROSIO, disponibile ad un confronto istituzionale propositivo<br />

ma un po’ meno a reinterpretare in chiave diversa e “ filofriulana” la complessa<br />

materia . “Voglio esprimere –ha esordito l’assessore ARIIS-tutta la mia amarezza per<br />

tale inaspettata e sorprendente piega che ha preso il CONTENZIOSO TOCAI , con<br />

un iter burocratico dai contorni ancora oscuri e nuove e decisioni che potrebbero<br />

avere l’effetto di” svendere” un patrimonio viticolo insostituibile, passando sulla<br />

pelle di migliaia di produttori friulani”. “Cercheremo comunque ancora una volta di<br />

difendere il Tocai friulano- ha proseguito ARIIS- ricorrendo a tutte le vie<br />

percorribili ,amministrative, diplomatiche ed al limite anche legali, in considerazione<br />

che quelle ordinarie della documentazione tecnica, storica e del buon senso, sono<br />

state –come sembra- del tutto disattese e vanificate”. Non meno accorati gli appelli<br />

di tutti gli altri intervenuti mentre l’avvocato della Regione ha anteposto, ai buoni<br />

sentimenti , vecchi e nuovi documenti : fra questi, due suggestive mappe ( 1812 e<br />

1875) del Catasto ex austroungarico riferentisi ad un ” rio TOCCAI” posto al<br />

confine fra i Comuni censuari di S.Lorenzo e Mossa, in provincia di Gorizia. Ma con<br />

il nome “TOCCAI “erano già allora denominati anche vari terreni adiacenti,<br />

classificati “ aratorio-vitati”, da cui si otteneva l’omonimo vino bianco, secco,<br />

moderatamente alcolico, per niente simile al “cugino” ungherese. Ed il nome TOCAI<br />

si ritrovava anche a Corno di Rosazzo(UD) ed a Lokavec, borgo rurale nella Valle<br />

viticola del Vipacco( ora Vipava, Slovenia).<br />

Bevilacqua- un legale “con gli attributi “che vanta anche una significativa esperienza<br />

agraria avendo diretto per oltre 5 anni l’Assessorato all’agricoltura-ha ricordato anche<br />

la nota sentenza favorevole ai Baroni ECONOMO d’Aquileia ( Corte di Cassazione,<br />

30 aprile 1962) in causa con la ditta MONIMPEX di Budapest , sempre sull’uso del<br />

nome Tocai .(“ Da allora la materia del contendere è sempre la stessa, solo gli uomini

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