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Vigneto friuli - Claudio Fabbro

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IL TOCAI, A PARER MIO<br />

Non ci vuol molto per capire che a me il Tocai friulano piace moltissimo .<br />

E’ il vino che chiedo all’oste, al sommelier e, al ristoratore, per convinzione , da<br />

sempre, chiamandolo rigorosamente con il suo nome e non con un generico “<br />

bicchiere di bianco” .<br />

Ma a scriverne , scavando nelle sue radici , mi impegnai agli inizi degli anni ’90 e<br />

più precisamente dopo l’iscrizione ( 8 maggio 1991) all’ Ordine dei giornalisti –<br />

Albo dei pubblicisti .<br />

L’Ordine era allora presieduto da quel meraviglioso e coltissimo personaggio che<br />

era Cesare Russo , che nelle pieghe dell’impegno giornalistico ricopriva anche il<br />

ruolo di “Araldo” del Ducato.<br />

Dopo “ le basi” che il generoso Isi Benini mi aveva dato soprattutto “ nel dire” ( mi<br />

riferisco alla trasmissione domenicale per gli agricoltori “ VITA NEI CAMPI” )<br />

intrapresi allora la più ardua disciplina “ del fare”.<br />

E del mettere per iscritto il pensiero mio ed il dire altrui nel rispetto di quel sottile<br />

confine che segna l’equidistanza fra i fatti e le opinioni.<br />

“ In principio – esordii in Civiltà del bere, luglio 1999 “ (*) - fu il “Sovràn”. Venne<br />

alla luce il 24 marzo 1999 in quella splendida oasi viticola che risponde al nome di<br />

“Feudi di Romàns”, da Enzo e Silvana Lorenzon.<br />

Madrina (nonché ideatrice e realizzatrice del "Progetto Tocai & Sovràn") la<br />

vulcanica Pr delle Aziende Lorenzon, gruppo in forte espansione — e<br />

consolidata tradizione — sia nella Doc “Isonzo” sia “Aquileia”, Michela Sfiligoi.<br />

Ospite d’onore il decano dei vivaisti friulani, Giovanni Battista Toppani di Ruda<br />

ed interventi di forte spessore del presidente dell’Ersa, Bruno Augusto Pinat, del<br />

direttore regionale dell’Agricoltura, Enzo Bevilacqua, e del presidente della<br />

Camera di commercio goriziana, Emilio Sgarlata.<br />

A chi scrive, il non facile compito di ricucire leggenda (esuberante ed in<br />

quotidiana lievitazione) con la storia (invero relativamente recente e troppo<br />

spesso zoppicante), la geografia (non sembra facile, per un paio di fiumiciattoli<br />

localmente denominati “Tocai” reggere l’urto con il nome di una contea, di una<br />

città e di un vino storico) ed, infine, con un contenzioso legislativo penalizzante<br />

quanto basta, se si esclude l’unico pronunciamento a favore del Tocai friulano,<br />

contenuto nella sentenza 30.04.1962 relativa alla causa “Baroni Economo” di<br />

Aquileia e Monimpex di Budapest.<br />

Del “Sovràn” vennero messe a dimora le barbatelle certificate e si brindò alla sua<br />

salute (con Tocai Doc “Friuli Isonzo”, ovviamente) in atmosfera festosa. Il<br />

“<strong>Vigneto</strong> Friuli” (nell’accezione più ampia del termine...) evitò commenti

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