Vigneto friuli - Claudio Fabbro

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06.02.2013 Views

enologico ma anche storico ed architettonico. Qui nascono vini secchi e anche da dessert, fra cui i seguenti: Tokaji Furmint Dry Mandolas Vineyard (secco o szaraz) Vino bianco secco aromatico e fresco dal colore paglierino, profumo con sfumature di frutta, albicocca, mela e melacotogna, sapore pulito, equilibrato, armonioso e fine con una rinfrescante nota acidula di agrumi, dal retrogusto delicatamente mandorlato. Tokaji Furmint Noble Late Harvest (vendemmia tardiva, vino dolce o eres) Prodotto con uve altamente selezionate e raccolte dopo la fine di tutte le vendemmie, e’ vino che si differenzia per il profumo marcato di frutta passita e candita, molto adatto a dolci caramellati e dessert con frutta secca o tostata e noci. L’annata 1998 ha avuto 86 punti da Wine Spectator. Tokaji Szamorodni Sweet Ottenuto da uve con tenore zuccherino 25%, fermentazione del mosto a temperatura controllata per lasciare nel vino dal 2 al 3% di zuccheri d’uva, incuriosisce per il colore ambrato molto brillante con riflessi aranciati e di oro antico. Nel bouquet molto etereo sono finemente marcati profumi di albicocca, pesca, limone, miele e nocciole. Il sapore e’ cosi armonioso e vellutato che si trattiene a lungo in bocca. Tokaji Aszu 3 puttonyos Colore dorato e ambra chiara con delicate sfumatore aranciate, profumo delicato con note di pesca, miele e fiori di mandorla, sapore molto fine, delicato come il profumo, vino da torte casalinghe e dessert Tokaji Aszu 5 puttonyos E’ una vera sorpresa berlo a pasto sull’arrosto d’oca ripieno di mosto e cucinato con le prugne, ma anche sui pate’ di fegato d’oca nella cui preparazione interviene regalmente e con i formaggi che contengono muffe nobili com’e’ nobile la Botrytis Cinerea. Ottimo vino da meditazione. Colore di ambra chiara con eccezionale lucentezza, profumo vivo, complesso, con tutti gli accenti di elementi minerali del suolo da cui proviene, miele ed agrumi. Struttura perfetta, molto rotondo e tipico della zona. Il gusto pulito e profondo e l’equilibrio degli zuccheri e dell’acidita’ danno a questo vino molto fine grandi possibilita’ di ulteriore miglioramento con l’eta’. L’annata 1993 ha avuto 89 punti da Wine Spectator . Tokaji Aszu 6 puttonyos Colore ambrato brillante con riflessi dorati, ha una composizione di profumi molto floreale con cenni di frutta primaverile e di miele, sapore vellutato e penetrante, vino da meditazione e da grandi incontri. E’ d’obbligo ricordare che Luigi XV offriva spesso il vino Tokaji Aszu alla sua amante madame Pompadour, la stessa sul cui seno vennero modellati i piu’ bei bicchieri da Champagne che l’arte del vetro ricordi. Il Tokaji Aszu piacque moltissimo al papa Pio IV durante il Concilio di Trento, a Federico il Grande di Prussia ed a Maria Teresa d’Austria. Con simili raccomandazioni non gli si puo’ certo negare l’assaggio!

I produttori migliori insieme a Tokaj Oremus sono: Janos Arvay, Royal Tokaji Wine company, Disznoko Estate, Vince Gergely, Megyer, Evinor Winery, Pajzos, Wille Baumkautt, Jozsef Monyok, Miklos Bene, Tocsva Bor, Hetszolo, Istvan Szepsy. Alcune di queste ottime ditte sono in lite perenne con l’OBB di Budapest per le autorizzazioni e le certificazioni alla denominazione Tokaji Aszu proprio perche’ le commissioni d’assaggio sono spesso composte da personaggi formati al gusto del quarantennio ormai caduto, che difficilmente possono apprezzare il moderno ritorno ai sapori della tradizione che risale nei secoli. La parola Tokaji in etichetta, dunque, non fa solo litigare l’Italia e l’Ungheria per la nostra denominazione Tocai Friulano (che nasce nella zona da dove sono partite secoli fa proprio le viti di Furmint per i vigneti magiari), ma e’ al centro di uno scontro anche casalingo. Sembra che entro il 2007 una soluzione tra Italia e Ungheria la si possa trovare forse con buon senso anziche’ a pugni in faccia, sentite almeno le ultime dichiarazioni al riguardo del ministro ungherese Ervin Demeter in visita a Nimis, che pero’ contrastano con quelle fatte successivamente dal loro premier Viktor Orban al nostro. Speriamo che il governo ungherese dimostri maturita’ nel contenzioso con l’Italia, ma anche in casa sua con il necessario rinnovamento dei suoi regolamenti vinicoli e delle sue commissioni d’assaggio, in modo da riportare sulle tavole di tutto il mondo dei vini Tokaji oltre la soglia dell’eccellenza. Non aspettano soltanto i re.... “ (2) CROSTA M : www.enotime.it s.d Dopo Tokaj ed Eger, ecco l'altra Ungheria Vitigni e vini delle altre denominazioni d'origine ungheresi (3) “ Dati alla mano, fino allo scoppio della prima guerra mondiale l'Ungheria era il terzo Paese al mondo per la produzione di vino, subito dopo la Francia e l'Italia, con almeno 12 milioni di ettolitri da ben 425.000 ettari, una superficie vitata tre volte superiore all'attuale. Ma era il primo al mondo come legislazione vitivinicola, tanto che le leggi che regolavano su scala nazionale le denominazioni d'origine e stabilivano le regole per la vinificazione su base territoriale datano 1893, cioè 11 anni prima della Francia, e provenivano addirittura da una prima regolamentazione risalente al medioevo. Questo buon lavoro di classificazione e normazione, durato centinaia di anni, fu gettato alle ortiche nel 1949 dalle nuove autorità insediatesi a Budapest, che introdussero quei metodi "moderni" e "corretti" in grado di soddisfare le esigenze sovietiche e che portarono alla superproduzione ed al peggioramento della qualità. Situazione che ha cominciato a ritornare agli antichi splendori solo dopo l'abbattimento del muro di Berlino. Nei precedenti articoli abbiamo quindi scelto di parlare diffusamente delle due zone vitivinicole più famose dell'Ungheria, Eger e Tokaj-hegyalja, proprio perchè sono state queste due le prime che hanno posto in atto delle vere rivoluzioni a partire dalla metà degli anni 90. Però queste due zone di

I produttori migliori insieme a Tokaj Oremus sono: Janos Arvay, Royal Tokaji Wine<br />

company, Disznoko Estate, Vince Gergely, Megyer, Evinor Winery, Pajzos, Wille<br />

Baumkautt, Jozsef Monyok, Miklos Bene, Tocsva Bor, Hetszolo, Istvan Szepsy.<br />

Alcune di queste ottime ditte sono in lite perenne con l’OBB di Budapest per le<br />

autorizzazioni e le certificazioni alla denominazione Tokaji Aszu proprio perche’ le<br />

commissioni d’assaggio sono spesso composte da personaggi formati al gusto del<br />

quarantennio ormai caduto, che difficilmente possono apprezzare il moderno ritorno<br />

ai sapori della tradizione che risale nei secoli. La parola Tokaji in etichetta, dunque,<br />

non fa solo litigare l’Italia e l’Ungheria per la nostra denominazione Tocai Friulano<br />

(che nasce nella zona da dove sono partite secoli fa proprio le viti di Furmint per i<br />

vigneti magiari), ma e’ al centro di uno scontro anche casalingo. Sembra che entro il<br />

2007 una soluzione tra Italia e Ungheria la si possa trovare forse con buon senso<br />

anziche’ a pugni in faccia, sentite almeno le ultime dichiarazioni al riguardo del<br />

ministro ungherese Ervin Demeter in visita a Nimis, che pero’ contrastano con quelle<br />

fatte successivamente dal loro premier Viktor Orban al nostro. Speriamo che il<br />

governo ungherese dimostri maturita’ nel contenzioso con l’Italia, ma anche in casa<br />

sua con il necessario rinnovamento dei suoi regolamenti vinicoli e delle sue<br />

commissioni d’assaggio, in modo da riportare sulle tavole di tutto il mondo dei vini<br />

Tokaji oltre la soglia dell’eccellenza. Non aspettano soltanto i re.... “<br />

(2) CROSTA M : www.enotime.it s.d<br />

Dopo Tokaj ed Eger, ecco l'altra Ungheria<br />

Vitigni e vini delle altre denominazioni d'origine ungheresi (3)<br />

“ Dati alla mano, fino allo scoppio della prima guerra mondiale l'Ungheria era il terzo<br />

Paese al mondo per la produzione di vino, subito dopo la Francia e l'Italia, con<br />

almeno 12 milioni di ettolitri da ben 425.000 ettari, una superficie vitata tre volte<br />

superiore all'attuale. Ma era il primo al mondo come legislazione vitivinicola, tanto<br />

che le leggi che regolavano su scala nazionale le denominazioni d'origine e<br />

stabilivano le regole per la vinificazione su base territoriale datano 1893, cioè 11 anni<br />

prima della Francia, e provenivano addirittura da una prima regolamentazione<br />

risalente al medioevo. Questo buon lavoro di classificazione e normazione, durato<br />

centinaia di anni, fu gettato alle ortiche nel 1949 dalle nuove autorità insediatesi a<br />

Budapest, che introdussero quei metodi "moderni" e "corretti" in grado di soddisfare<br />

le esigenze sovietiche e che portarono alla superproduzione ed al peggioramento della<br />

qualità. Situazione che ha cominciato a ritornare agli antichi splendori solo dopo<br />

l'abbattimento del muro di Berlino. Nei precedenti articoli abbiamo quindi scelto di<br />

parlare diffusamente delle due zone vitivinicole più famose dell'Ungheria, Eger e<br />

Tokaj-hegyalja, proprio perchè sono state queste due le prime che hanno posto in atto<br />

delle vere rivoluzioni a partire dalla metà degli anni 90. Però queste due zone di

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