Vigneto friuli - Claudio Fabbro
Vigneto friuli - Claudio Fabbro Vigneto friuli - Claudio Fabbro
IL TOCAI SECONDO ITALO COSMO Si legge in TERRA FRIULANA , marzo 1958 (*) ; I) SINONIMI ( ED EVENTUALI NOMI ERRATI) ""Tocai bianco"; "Tocai"; "Tokai"; "Tokay" o "Tokaj" (per errore); "Malaga" (così veniva chiamato lo stesso "Tocai" un tempo qua e là coltivato a Prevacina, ex provincia di Gorizia); non ha nulla a che vedere con un "Tocai bianco" trovato a Breganze (Vicenza) e neppure con un "Tokay gigas" importato dalla California nelle collezioni della Stazione Sperimentale di Viticoltura e di Enologia di Conegliano". II) CENNI STORICI ED ORIGINE "va sotto la denominazione di "Tocai friulano" un vitigno coltivato nel Veneto e diffuso maggiormente nelle provincie di Gorizia Udine e Venezia. Un tempo esso era noto sotto la voce "Tokay, o "Tokai", ma oggi è accettata la grafia "Tocai" (con la c e non la i), proposta dal viticoltore friulano comm. G. Morelli De Rossi; poi, su opportuno suggerimento del prof. Dalmasso, vi è stato aggiunto l'attributo "friulano", allo scopo di evitare possibili confusioni con gli altri vitigni che, in molte zone viticole italiane, hanno come sinonimo l'appellativo "Tokay" o "Tocai". Da notare che non esiste un vero e proprio vitigno "Tokay";tale nome però è stato sempre più o meno impropriamente attribuito ad altri vitigni come il "Pinot grigio", il "Furmint", ecc. Nello stesso paese di Tokay (Ungheria), celebre per l'omonimo vino liquoroso ben noto da secoli, il "Tocai friulano" è sconosciuto, e così pure in tutto il territorio dell'Austria e dell'Ungheria. I vitigni che si coltivano nella zona di Tokay sono infatti il "Furmint", in prevalenza, e lo "Harslevelü" in minor misura, i quali nulla hanno a che vedere col nostro "Tocai", per quanto altre volte il "Furmint" sia stato ritenuto sinonimo di "Tocai" (1). Ciò che sappiamo sull'origine del "Tocai friulano" è molto poco ed incerto. Non si sa infatti da dove esso sia giunto nel Veneto, ov'è diffuso specialmente nel distretto di Portogruaro (provincia di Venezia), con epicentro a Lison ed in provincia di Udine, soprattutto nella zona collinare orientale (ora si trova anche nel goriziano). Che si tratti di un vitigno austroungarico, attualmente scomparso da quei paesi, importato nel Veneto in seguito ai secolari rapporti politicoeconomici di questo con quelli? Oppure che si tratti di un vecchio vitigno veneto
trapiantato in Ungheria e poi ritornato a noi con il nuovo nome? Secondo il PERUSINI (2) "il Tocai friulano" deriva da un vitigno importato con questo nome dall'Ungheria del co. Ottelio di Ariis che ne inviava alcuni campioni alla mostra delle uve indetta dall'Associazione Agraria friulana nel 1863. Che l'Ungheria abbia a sua volta importato viti dall'Italia non è cosa nuova: si ha infatti notizia che fin dall'XI secolo,dei missionari italiani chiamati in Ungheria dal re Santo Stefano, portarono seco delle viti i cui nomi, più o meno alterati, passarono a vitigni oggi ritenuti ungheresi ("Furmint" = fiore dei monti; "Bakator" = bacca d'oro, ecc.). Ed un'altra importazione di uomini e vitigni (soprattutto friulani) veniva fatta due secoli dopo per opera di Bela IV.(3) A convalidare in parte questa seconda ipotesi sarebbe un recente articolo di G. TITTA ROSA che il prof. DALMASSO ha ripreso ed autorevolmente commentato. Il TITTA ROSA riferisce la seguente "piacevole storia sul Tokai" che gli è stata raccontata, ma non dice da chi. (4) "Ai tempi della guerra dei "Sette anni", un castelliere di questi posti andò a combattere in Ungheria. Non ricordo più il nome; ma poichè possedeva una bella barba biondo-pannocchia i soldati lo chiamavano "Forment" , frumento. In un assalto si comportò da valoroso e l'imperatrice Maria Teresa lo nominò conte, ma il soprannome gli restò, ed egli divenne il conte Formentin. Qualche anno prima egli aveva sposata una giovane ereditiera, il cui padre era padrone d'una buona parte dei vigneti del Collio, terre quasi alle porte di Gorizia. Negli ozi delle guarnigioni, il conte Formint aveva una sola nostalgia: bere i suoi vini del Collio, ma gli era impossibile averne. Allora si fece venire una qualità pregiata di vitigni delle sue vigne, e li piantò su un colle che apparteneva alla sua giuridizione militare. Quella zona si chiamava Tokai; e i vitigni vi attecchirono così bene, e produssero un vino così eletto, che egli lo preferì a quello del Collio. Così nacque il "Tokai"." Il prof. Dalmasso però trova "per lo meno curioso che il "castelliere" goriziano delle storia narrata dal TITTA ROSA avesse avuto il nomignolo di "Forment"" ed ha dei dubbi circa l'epoca in cui sarebbero sorti i vigneti del "Tocai" . Va osservato inoltre che se anche fosse accettabile il nomignolo di "Forment" e da questo possa essere derivato quello del vitigno "Furmint", tra questo e il "Tocai friulano" non esiste alcuna similitudine. Il dubbio sulla vera origine del "Tocai" permane dunque avvolto nel mistero ed i pareri sulla sua denominazione non sono sempre stati concordi. Nelle ampelografie sotto la voce "Tokai" o "Tokay" si danno diversi sinonimi; basta scorrere infatti l'indice dell'Ampelografia del VIALA e VERMOREL per convincersene; nessuno di quei vitigni però si identifica col "Tocai friulano". L'ODART (5) cita un "Grauer Tokayer" coltivato lungo il Reno, che ha visto rassomigliare al "Pinot grigio", e protesta contro la denominazione impropria di "Tokayer", poichè nei vigneti di Tokai quella varietà sarebbe piuttosto rara in confronto al vero vitigno: il "Furmint". Il PULLIAT (6) non espone neppure la voce "Tokai" e si limita ad accenare ad un "Tokauer" (e ad un "Mosler giallo") come sinonimo di "Furmint" dell'Ungheria.
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trapiantato in Ungheria e poi ritornato a noi con il nuovo nome?<br />
Secondo il PERUSINI (2)<br />
"il Tocai friulano" deriva da un vitigno importato con questo nome dall'Ungheria del<br />
co. Ottelio di Ariis che ne inviava alcuni campioni alla mostra delle uve indetta<br />
dall'Associazione Agraria friulana nel 1863. Che l'Ungheria abbia a sua volta<br />
importato viti dall'Italia non è cosa nuova: si ha infatti notizia che fin dall'XI<br />
secolo,dei missionari italiani chiamati in Ungheria dal re Santo Stefano, portarono<br />
seco delle viti i cui nomi, più o meno alterati, passarono a vitigni oggi ritenuti<br />
ungheresi ("Furmint" = fiore dei monti; "Bakator" = bacca d'oro, ecc.). Ed un'altra<br />
importazione di uomini e vitigni (soprattutto friulani) veniva fatta due secoli dopo per<br />
opera di Bela IV.(3) A convalidare in parte questa seconda ipotesi sarebbe un recente<br />
articolo di G. TITTA ROSA che il prof. DALMASSO ha ripreso ed autorevolmente<br />
commentato.<br />
Il TITTA ROSA riferisce la seguente "piacevole storia sul Tokai" che gli è<br />
stata raccontata, ma non dice da chi. (4)<br />
"Ai tempi della guerra dei "Sette anni", un castelliere di questi posti andò a<br />
combattere in Ungheria. Non ricordo più il nome; ma poichè possedeva una bella<br />
barba biondo-pannocchia i soldati lo chiamavano "Forment" , frumento. In un assalto<br />
si comportò da valoroso e l'imperatrice Maria Teresa lo nominò conte, ma il<br />
soprannome gli restò, ed egli divenne il conte Formentin. Qualche anno prima egli<br />
aveva sposata una giovane ereditiera, il cui padre era padrone d'una buona parte dei<br />
vigneti del Collio, terre quasi alle porte di Gorizia.<br />
Negli ozi delle guarnigioni, il conte Formint aveva una sola nostalgia: bere i<br />
suoi vini del Collio, ma gli era impossibile averne. Allora si fece venire una qualità<br />
pregiata di vitigni delle sue vigne, e li piantò su un colle che apparteneva alla sua<br />
giuridizione militare. Quella zona si chiamava Tokai; e i vitigni vi attecchirono così<br />
bene, e produssero un vino così eletto, che egli lo preferì a quello del Collio. Così<br />
nacque il "Tokai"."<br />
Il prof. Dalmasso però trova "per lo meno curioso che il "castelliere" goriziano delle<br />
storia narrata dal TITTA ROSA avesse avuto il nomignolo di "Forment"" ed ha dei<br />
dubbi circa l'epoca in cui sarebbero sorti i vigneti del "Tocai" . Va osservato inoltre<br />
che se anche fosse accettabile il nomignolo di "Forment" e da questo possa essere<br />
derivato quello del vitigno "Furmint", tra questo e il "Tocai friulano" non esiste<br />
alcuna similitudine. Il dubbio sulla vera origine del "Tocai" permane dunque avvolto<br />
nel mistero ed i pareri sulla sua denominazione non sono sempre stati concordi.<br />
Nelle ampelografie sotto la voce "Tokai" o "Tokay" si danno diversi sinonimi; basta<br />
scorrere infatti l'indice dell'Ampelografia del VIALA e VERMOREL per<br />
convincersene; nessuno di quei vitigni però si identifica col "Tocai friulano".<br />
L'ODART (5) cita un "Grauer Tokayer" coltivato lungo il Reno, che ha visto<br />
rassomigliare al "Pinot grigio", e protesta contro la denominazione impropria di<br />
"Tokayer", poichè nei vigneti di Tokai quella varietà sarebbe piuttosto rara in<br />
confronto al vero vitigno: il "Furmint".<br />
Il PULLIAT (6) non espone neppure la voce "Tokai" e si limita ad accenare ad<br />
un "Tokauer" (e ad un "Mosler giallo") come sinonimo di "Furmint" dell'Ungheria.