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Vigneto friuli - Claudio Fabbro

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itenuto il nome “Friulano” il più idoneo a rappresentare il vino. Non va<br />

dimenticato, infatti, che già ora si chiama Tocai friulano e questo, fra le altre cose,<br />

dovrebbe facilitare la nuova registrazione all’Albo nazionale dei vigneti».<br />

Il Messaggero , stessa pagina, da spazio sulla vicenda anche a Bruno Augusto<br />

Pinat ( l’intervista è a cura di r.d.a.)<br />

“ Pinat: si rischia un errore L’ex presidente Ersa preoccupato per il marketing “<br />

«Il nome Friulano è un errore clamoroso e vi spiego perché». L’ex presidente<br />

dell’Ersa, Bruno Pinat, nei giorni scorsi ha espresso questi concetti – e preparato una<br />

memoria consegnata a Roma – al ministro Giovanni Alemanno e al governatore<br />

Riccardo Illy (nella lettera che pubblichiamo qui di seguito). Pinat che per anni ha<br />

seguito per conto della Regione Friuli Vg e dello stesso ministero il caso del Tocai ha<br />

spiegato il paradosso della situazione che si sta creando: «Sia il Verduzzo sia il Tocai<br />

sono varietà coltivate e autorizzate alla coltivazione in altre regioni d’Italia, per tanto<br />

costituiscono dei diritti acquisiti che sicuramente saranno fatti valere dai diversi<br />

produttori qualora subissero danni con la cancellazione del nome. Non solo –<br />

aggiunge Pinat –, ma a livello di marketing ci troveremmo di fronte una situazione<br />

paradossale, con i produttori del Tocai friulani del Lazio o della Sardegna pronti a<br />

immettere sul mercato un prodotto che porta il nome della nostra terra (Friulano,<br />

appunto), pur essendo coltivato altrove. Secondo la classificazione comunitaria,<br />

infatti, ai sensi del regolamento Cee numero 3811: il Tocai friulano è ammesso alla<br />

coltivazione nelle province di Brescia, Chieti, Gorizia, L’Aquila, Mantova, Padova,<br />

Perugia, Pescara, Pordenone, Rovigo, Sassari, Teramo, Treviso, Udine, Venezia,<br />

Verona, Vicenza, Viterbo, Ascoli Piceno, Bologna, Ferrara, Pesaro, Ravenna, Rieti,<br />

Terni e Varese. Ergo tutti i produttori di queste province venderebbero un prodotto<br />

con il nome Friulano. Ditemi voi – insiste Pinat – se non è questo un sistema per<br />

trarre in inganno il consumatore». Ma c’è di più: battezzando il Tocai con il nome di<br />

Friulano, la denominazione Friulano dovrebbe sparire dal Verduzzo. Ma il Verduzzo<br />

Friulano è autorizzato alla coltivazione, oltre che nelle province di Gorizia,<br />

Pordenone e Udine, anche a Treviso e Venezia, ma anche a Cagliari, Nuoro, Oristano<br />

e Sassari: quindi si aprirebbe in Italia la stessa vicenda aperta con il Tocai ungherese<br />

con i coltivatori delle altre regioni che ci contestano il cambio del nome».<br />

Concetti questi, come si diceva, che Pinat ha espresso anche a Riccardo Illy in una<br />

lettera inviata giovedì: «Con Friulano si dovrebbe mettere mano a tutte le<br />

denominazioni che antepongono alle stesse la parola Friuli (Friuli Aquileia, Friuli<br />

Grave, Friuli Isonzo e altre) e tutto ciò a livello commerciale produrrebbe un danno<br />

superiore all’inibizione del nome Tocai Friulano». «Ti chiedo – conclude Pinat nella<br />

missiva al governatore – di tenere in considerazione questi particolari, con l’amarezza<br />

e la constatazione che il nostro settore purtroppo esprime una classe dirigente che non<br />

progetta il proprio futuro e che non conosce le nozioni di legislazione vitivinicola».

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