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Vigneto friuli - Claudio Fabbro

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Esordisce così Raffaella Mestroni in Il Messaggero Veneto del 20.5.2005 ,<br />

riferendosi all’incontro del giorno precedente in Udine fra il direttore generale<br />

del Ministero P-A.F. Giuseppe Ambrosio ed i vertici dell’assessorato ed<br />

Organizzazioni professionali.<br />

.” Il ministro Alemanno sosterrà la battaglia, in sede di Comunità europea, per il<br />

mantenimento della denominazione Tocai agevolando al massimo, nel contempo,<br />

la registrazione del nome “Friulano” che avverrà entro 6 mesi. Anche Roma<br />

dunque appoggia il cambio di denominazione da utilizzare nel caso in cui anche il<br />

secondo ricorso presentato dalla Regione e da Concofcooperative alla Corte di<br />

Giustizia europea dovesse venire respinto. Ma non solo: il Ministero sta già<br />

attivandosi per mettere a disposizione dei fondi da destinare a una forte campagna<br />

di promozione per il vino e il territorio. Lo ha confermato il responsabile del<br />

Ministero politiche agricole per il settore vitivinicolo Giuseppe Ambrosio che ieri(<br />

19.5.2005,. n.d.A.) a Udine, ha incontrato i rappresentanti dellle organizzazioni di<br />

categoria. «Il 9 giugno – ha affermato Ambrosio – sarò in Ungheria per preparare<br />

l’incontro del ministro Alemanno, in programma per agosto, con l’obiettivo di<br />

trovare un accordo o quantomeno di ottenere una ulteriore proroga alla scadenza,<br />

fissata per il 2007 termine oltre il quale la denominazione Tocai non potrà più<br />

essere utilizzata».<br />

Viticoltori, Regione e Ministero, auspicano che la Corte di Giustizia europea<br />

accolga le eccezioni sollevate dall’avvocato milanese Fausto Capelli, secondo il<br />

quale, dopo l’ingresso ufficiale dell’Ungheria nell’Unione Europea, avvenuto nel<br />

maggio 2004, i riferimenti del diritto comunitario sono cambiati e quindi non<br />

valgono più gli accordi del 1993, tocai friulano compreso. E’ questo il punto di<br />

partenza sul quale si basa la memoria difensiva presentata da Capelli nel secondo<br />

ricorso, nel quale chiede che siano dichiarati illegittimi, gli scambi di lettere con<br />

l’Ungheria relativi agli accordi del 1993, poiché non sono stati ratificati dagli Stati<br />

membri, Italia compresa.<br />

Nessuna marcia indietro, dunque, sul versante del ricorso, ma perseguimento, in<br />

parallelo, della strada per la registrazione del nome alternativo “Friulano”. «Un<br />

percorso – ha aggiunto Ambrosio – il cui iter normale prevede un anno di lavoro,<br />

che cercheremo almeno di dimezzare». La strada alternativa però, non è sgombra<br />

da ostacoli. L’utilizzo del nome Friulano, infatti, potrebbe significare la necessità<br />

di rivedere il disciplinare del Verduzzo, a esempio, che si chiama “Verduzzo<br />

friulano”, e potrebbe anche mettere in discussione le denominazioni che<br />

contengono la parola Friuli. Un problema da definire, che va ad aggiungersi a<br />

quello della non unanime condivisione della scelta del nuovo nome da parte dei<br />

produttori. Ammette che il problema esiste l’assessore Enzo Marsilio, ma assicura<br />

che il confronto non è chiuso.<br />

«La scelta del nome alternativo – rimarca – è stata effettuata durante l’ultima<br />

riunione del tavolo verde vitivinicolo, al quale partecipano le organizzazioni di<br />

categoria e Federdoc, l’associazione che riunisce i Consorzi. In quell’occasione<br />

c’è stata una sostanziale condivisione da parte di tutti i partecipanti, che hanno

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