Vigneto friuli - Claudio Fabbro

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06.02.2013 Views

2001 : L’ 11.05.2001 , a S.Floriano del Collio, presentazione del libro “ VITTI DI TOCCAI…300- UNA DOTE SEICENTESCA COME DOCUMENTO PROBATORIO NEL TERZO MILLENNIO” , di Cosma S. e Burcheri C. – L’evento fu ripreso da Luana de Francisco in Il Messaggero Veneto del 13.5.2005 intitolando “ Tocai, vino benedetto dall’ imperatore. Presentato al castello Formentini il libro che racconta le baruffe tra Stati sul nome del vino. La ricerca di Cristina Burcheri e Stefano Cosma ricostruisce la vicenda tornata clamorosamente d’attualità in questi mesi “ 2001 : “ Pinat accusa “ Nel 1993 si rinunciò a combattere” – Il presidente dell’ ERSA ripercorre la vertenza internazionale” ( intervista di Luana de Francisco in Il Messaggero Veneto , 13.5.2001) . Nell’intervista Pinat va giu’ di brutto , ipotizzando responsabilità ma anche riconoscendo meriti a chi- a suo parere- si è particolarmente impegnato a salvaguardarne il nome . Cogliamo alcuni passaggi dell’ intervista : “ Quando si aprì la vertenza con la Francia, o meglio con le multinazionali francesi interessate a investire in Ungheria, presentai un dossier che avevo realizzato in qualità di presidente regionale dei vivaisti assieme al direttore dell’ Istituto sperimentale per la viticoltura di Conegliano Veneto, prof. Calò. Ebbene, ci risero in faccia : chi allora governava ritenne ininfluenti quei risultati, che invece distinguevano ben le due tipologie di vino. Ci fu detto di lasciar perdere, perché erano in corso i trattati di preadesione dell’ Ungheria dell’ Ungheria all’ Europa unita “ . “ Fu così che nel 1994 giunse la sentenza che imponeva all’ Italia la rinuncia della denominazione Tocai e che dava ai viticoltori 13 anni di tempo per cambiare nome alla propria produzione. Nessuno aprì bocca. Anzi, la maggior parte dei produttori si mise a cercare un nome alternativo. Fecero eccezione soltanto la Cantina produttori di Cormòns e la Cantina di Casarsa” . Il problema riemerse alla fine del 1997 quando , tra le priorità del proprio mandato, Pinat, nominato presidente dell’ERSA, pose il caso Tocai . “ Grazie anche alla sensibilità dell’ avv. Bevilacqua e degli assessori Venier Romano prima ed Ariis poi, si riuscì a portare la questione all’attenzione di ben cinque ministeri e il governo diventò tramite tra noi e Bruxelles. Ma all’improvviso , nel dicembre del 2000, ci giunse voce da fonti comunitarie che il ministro e la direzione generale delle politiche agricole stavano predisponendo un documento atto a ritirare la richiesta di riapertura delle trattative . Volevano seppellire il nostro Tocai. Ci mobilitammo e con noi si schierò Luigi Veronelli. Finalmente ricevuti dal direttore generale Ambrosio , ci fu spiegato che l’ Italia stava conducendo una battaglia analoga contro tedeschi e austriaci per la salvaguardia del Parmigiano reggiano ( il lettore ricorda d’aver già sentito parlare del caso “Parmesan” n.d.A.) e che, pur di vincerla, si era disposti a svendere il Tocai “

Una situazione che Pinat-si legge nell’ intervista- non ha esitato a definire “ inaudita e oscena”. “ Non rimase- conclude Pinat- che intraprendere la via legale . La Giunta ha affidato all’ ERSA la gestione del problema, che è passato nelle mani del prof. Capelli, il massimo esperto in materia di diritto internazionale e comunitario. La nostra proposta è quella di riportare il caso al tavolo delle trattative in atto per l’adesione dell’Ungheria: il Parlamento italiano dovrà porre quale pregiudiziale la salvaguardia della denominazione del Tocai. In caso contrario presenteremo ricorsi su ricorsi “ 2001: “ Un Tocai non vale un Parmigiano. Tutte le prove raccolte depongono a favore dell’Italia. Frutto delle ricerche degli studiosi Cosma e Burcheri. Il presidente dell’ ERSA Pinat denuncia la miopia del 1993 (( Luana del Francisco in Il Messaggero Veneto, 21.5.2001) 2001: “ Il Tocai conquista Hollywood. La Metro Goldwyn Mayer si sta interessando alla storia di Aurora Formentini per farne un film “ ( Luana de Francisco, Il Messaggero Veneto, 7.6.2001 ) 2001: il 22.06.2001 ,a Cividale del Friuli , Convegno su “ Tocai friulano:la difesa e la tutela della nostra Civiltà “ . Interventi del presidente ERSA, Bruno Augusto Pinat, dell’assessore all’agricoltura Danilo Narduzzi, del direttore dell’Istituto sperimentale viticoltura i Conegliano Veneto(TV), Antonio Calò, degli avvocati Fausto Capelli e Enzo Bevilacqua, dei rappresentanti della Commissione U.e. , Felice Romano, del Ministero degli Esteri Umberto Zamboni e Vincenzo Del Monaco. Comunicazioni di Luigi Veronelli ed Oliviero Toscani. Moderatore Claudio Fabbro. 2001: “ Tocai, con i magiari sarà vittoria ai punti. Missione decisiva dell’ERSA a Bruxelles”( Fabio Carlini in Un Vigneto chiamato Friuli, n. 2, luglio 2001) 2001 : Incontro alla CASA DEL VINO con dr.Giuseppe AMBROSIO, dirigente MIPA, Udine, 08.10.2001 2002 “ Atto di costituzione e memoria difensiva della Regione Friuli Venezia Giulia( Presidente Enzo Tondo) e dell’ ERSA ( Commissario straordinario Bruno Augusto Pinat), entrambi rappresentati e congiuntamente o disgiuntamente difesi dall’ avv. Enzo Bevilacqua e dal prof Fausto Capelli ( Milano-Trieste , 16.10.2002 )

2001 : L’ 11.05.2001 , a S.Floriano del Collio, presentazione del libro “ VITTI DI<br />

TOCCAI…300- UNA DOTE SEICENTESCA COME DOCUMENTO<br />

PROBATORIO NEL TERZO MILLENNIO” , di Cosma S. e Burcheri C. –<br />

L’evento fu ripreso da Luana de Francisco in Il Messaggero Veneto del 13.5.2005<br />

intitolando “ Tocai, vino benedetto dall’ imperatore. Presentato al castello<br />

Formentini il libro che racconta le baruffe tra Stati sul nome del vino. La ricerca di<br />

Cristina Burcheri e Stefano Cosma ricostruisce la vicenda tornata clamorosamente<br />

d’attualità in questi mesi “<br />

2001 : “ Pinat accusa “ Nel 1993 si rinunciò a combattere” – Il presidente dell’ ERSA<br />

ripercorre la vertenza internazionale” ( intervista di Luana de Francisco in Il<br />

Messaggero Veneto , 13.5.2001) .<br />

Nell’intervista Pinat va giu’ di brutto , ipotizzando responsabilità ma anche<br />

riconoscendo meriti a chi- a suo parere- si è particolarmente impegnato a<br />

salvaguardarne il nome .<br />

Cogliamo alcuni passaggi dell’ intervista :<br />

“ Quando si aprì la vertenza con la Francia, o meglio con le multinazionali francesi<br />

interessate a investire in Ungheria, presentai un dossier che avevo realizzato in<br />

qualità di presidente regionale dei vivaisti assieme al direttore dell’ Istituto<br />

sperimentale per la viticoltura di Conegliano Veneto, prof. Calò. Ebbene, ci risero in<br />

faccia : chi allora governava ritenne ininfluenti quei risultati, che invece<br />

distinguevano ben le due tipologie di vino. Ci fu detto di lasciar perdere, perché erano<br />

in corso i trattati di preadesione dell’ Ungheria dell’ Ungheria all’ Europa unita “ .<br />

“ Fu così che nel 1994 giunse la sentenza che imponeva all’ Italia la rinuncia della<br />

denominazione Tocai e che dava ai viticoltori 13 anni di tempo per cambiare nome<br />

alla propria produzione. Nessuno aprì bocca. Anzi, la maggior parte dei produttori si<br />

mise a cercare un nome alternativo. Fecero eccezione soltanto la Cantina produttori di<br />

Cormòns e la Cantina di Casarsa”<br />

.<br />

Il problema riemerse alla fine del 1997 quando , tra le priorità del proprio mandato,<br />

Pinat, nominato presidente dell’ERSA, pose il caso Tocai .<br />

“ Grazie anche alla sensibilità dell’ avv. Bevilacqua e degli assessori Venier Romano<br />

prima ed Ariis poi, si riuscì a portare la questione all’attenzione di ben cinque<br />

ministeri e il governo diventò tramite tra noi e Bruxelles. Ma all’improvviso , nel<br />

dicembre del 2000, ci giunse voce da fonti comunitarie che il ministro e la direzione<br />

generale delle politiche agricole stavano predisponendo un documento atto a ritirare<br />

la richiesta di riapertura delle trattative .<br />

Volevano seppellire il nostro Tocai. Ci mobilitammo e con noi si schierò Luigi<br />

Veronelli. Finalmente ricevuti dal direttore generale Ambrosio , ci fu spiegato che l’<br />

Italia stava conducendo una battaglia analoga contro tedeschi e austriaci per la<br />

salvaguardia del Parmigiano reggiano ( il lettore ricorda d’aver già sentito parlare del<br />

caso “Parmesan” n.d.A.) e che, pur di vincerla, si era disposti a svendere il Tocai “

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