Vigneto friuli - Claudio Fabbro

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06.02.2013 Views

Anche lui un agricoltore a 360° che mi insegnò molto( mentre sua moglie Zaira-la mia “ seconda ed adorata mamma” - mi viziava) Al liceo arrivai per caso, vedendomi già ingegnere. Poi, insieme al compagno storico di banco, Lucio Boschin, capimmo d’aver toppato e – incuranti delle rappresaglie di famiglia che sarebbero venute – passammo senza indugio all’Istituto per geometri E.Fermi in Gorizia. Un corpo insegnante splendido ed un’armonia fra i banchi eccezionale( che dura tuttora nelle periodiche rimpatriate..) con insegnanti di lettere d’alto livello ( Manera, Fortis, amarcord.. ..era forse il giornalismo primordiale che covava sotto la cenere ? ) e, per le discipline agrarie, il prof. Guido Bonu , sardo d’origine e triestino d’adozione. Il suo carisma ( o il destino di cui dicevo prima…) portò gran parte della classe ad iscriversi all’Università, Facoltà d’agraria di Padova o, come nel caso mio e del mio nuovo ottimo compagno di banco, Giuseppe ( Uccio) Pappalardo di Monfalcone , a Bologna. Allora i prof. Bruno Marangoni e Cesare Intrieri iniziavano una carriera che li avrebbe portati in alto. Ma a chimica pendevamo dalle labbra del prof. Umberto Pallotta e le basi dell’enologia ci arrivavano da Aureliano Amati. Per non parlare poi dei prof. Grandi, Maria Matilde Principi , Giorgio Celli , luminari di un altro pianeta. Fu così che Cesare Intrieri ( che ora ritrovo ben volentieri con Amati nell’esclusiva Accademia Italiana della vite e del vino ) mi propose , correva l’anno 1971, una tesi di laurea sulla viticoltura friulana . Collio, Isonzo e Carso in particolare. Con il panettiere del mio paese, Pino Corsi, maestro generoso “ fai da te” di fotografia , iniziai a documentare ( ora lavoro da me al computer, con digitale, foto e proiezioni comprese ).

Bologna , 16 febbraio 1972 : Laurea in Scienze agrarie Prese corpo allora il mio archivio da cui ho attinto molto per questo ed altri lavori di ricerca. Ma anche per dare una mano , nella “ battaglia del Tocai” ad una splendida figura di uomo e dirigente pubblico, con il quale ho avuto la fortuna di lavorare a lungo ed in eccezionale armonia e consolidata amicizia : Enzo Bevilacqua . Un archivio che ho aperto a tanti giovani( nelle foto ma soprattutto nei documenti storici e tecnici) diplomandi o laureandi , allievi di ieri e colleghi meravigliosi di oggi.

Anche lui un agricoltore a 360° che mi insegnò molto( mentre sua moglie Zaira-la<br />

mia “ seconda ed adorata mamma” - mi viziava)<br />

Al liceo arrivai per caso, vedendomi già ingegnere.<br />

Poi, insieme al compagno storico di banco, Lucio Boschin, capimmo d’aver toppato<br />

e – incuranti delle rappresaglie di famiglia che sarebbero venute – passammo senza<br />

indugio all’Istituto per geometri E.Fermi in Gorizia.<br />

Un corpo insegnante splendido ed un’armonia fra i banchi eccezionale( che dura<br />

tuttora nelle periodiche rimpatriate..) con insegnanti di lettere d’alto livello (<br />

Manera, Fortis, amarcord.. ..era forse il giornalismo primordiale che covava sotto la<br />

cenere ? ) e, per le discipline agrarie, il prof. Guido Bonu , sardo d’origine e triestino<br />

d’adozione.<br />

Il suo carisma ( o il destino di cui dicevo prima…) portò gran parte della classe ad<br />

iscriversi all’Università, Facoltà d’agraria di Padova o, come nel caso mio e del mio<br />

nuovo ottimo compagno di banco, Giuseppe ( Uccio) Pappalardo di Monfalcone , a<br />

Bologna.<br />

Allora i prof. Bruno Marangoni e Cesare Intrieri iniziavano una carriera che li<br />

avrebbe portati in alto.<br />

Ma a chimica pendevamo dalle labbra del prof. Umberto Pallotta e le basi<br />

dell’enologia ci arrivavano da Aureliano Amati.<br />

Per non parlare poi dei prof. Grandi, Maria Matilde Principi , Giorgio Celli ,<br />

luminari di un altro pianeta.<br />

Fu così che Cesare Intrieri ( che ora ritrovo ben volentieri con Amati nell’esclusiva<br />

Accademia Italiana della vite e del vino ) mi propose , correva l’anno 1971, una tesi<br />

di laurea sulla viticoltura friulana . Collio, Isonzo e Carso in particolare.<br />

Con il panettiere del mio paese, Pino Corsi, maestro generoso “ fai da te” di<br />

fotografia , iniziai a documentare ( ora lavoro da me al computer, con digitale, foto e<br />

proiezioni comprese ).

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