Roberto Papini - Bollettino d'Arte
Roberto Papini - Bollettino d'Arte Roberto Papini - Bollettino d'Arte
LA COLLEZIONE DI SCULTURE DEL CAMPO SANTO DI PISA. (COIIl/lIl/llZiolle ,. fine v.fascicolo di luglio). L'arte di Nicola viene a sconvolgere tutto questo mondo di vecchie forme, con un'ondata di sangue nuovo. Della maniera di lui notò il Venturi nel Campo Santo due capitelli (n. 3 17 e 3 18) e una coppia di pennacchi d'arco, simili a quelli provenienti dall'Abbazia cii S. Giusto al Museo cii Volterra (I). Dei capitelli ho già parlato in un mio studio sul Duomo cii Pisa; degli archetti dirò ora che nel Campo Santo esistono non una ma tre coppie di pennacchi d'arco (n. 316) sicuramente della stessa mano e provenienti dall' Abbazia di S. Giusto a Val terra. Dal confron to delle scritte e delle dimensioni la loro non dubbia provenienza è accertata: una coppia ha nei p ennacchi due angioletti volanti di cui quello cii sinistra scocca dall'arco una freccia e quello di destra se ne schermisce con lo scudo, le altre due hanno una testa che spunta fra i fogliami in ciascun pennacchio d'arco. Son queste le sole manifestazioni dei seguaci diretti di Nicola. Fig. 25. -- Pisa, Campo Santo - Cristo benedicente. Della scuola di Giovanni sono invece molte le opere conservate nel Campo Santo. Al Maestro stesso molte sculture furono attribuite in passato dai vecchi inventari e dagli storici pisani, ma nessuna opera è stata riconosciuta di lui se non la Vergine col FzgNo, in alto rilievo (n. 283), già sulla porta di S. Ranieri in Duomo. Come è noto essa faceva parte di un gruppo sommariamente descritto dal Vasari ed aveva «da un lato una donna in ginocchioni, con due bambini figurata per Pisa e dall' altro l'imperatore Enrico ». Di queste fig·ure secondarie del gruppo non resta più che la statua mutila di Pisa inginocchiata con due tronconi di mammelle fuor della veste e scarse tracce dei putti che ne succhiavano il latte (n. 284). Forse un Santo protettore presentava Pisa alla Vergine poichè dietro la figura genuflessa è traccia di una figura in piedi che le appog·gia una mano sulla spalla, figura di cui il Vasari non fa parola. Quanto resta è (I) Cfr. VENTURI, Storia dell'Arte Italiana, IV, p. 4I e C. RICCI, Volterra, Bergamo, Arti Grafiche, I905, p. 33, n. I.
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LA COLLEZIONE DI SCULTURE<br />
DEL CAMPO SANTO DI PISA.<br />
(COIIl/lIl/llZiolle ,. fine v.fascicolo di luglio).<br />
L'arte di Nicola viene a sconvolgere tutto questo mondo di vecchie forme,<br />
con un'ondata di sangue nuovo. Della maniera di lui notò il Venturi nel Campo<br />
Santo due capitelli (n. 3 17 e 3 18) e una coppia di pennacchi d'arco, simili a quelli<br />
provenienti dall'Abbazia cii S. Giusto al Museo cii Volterra (I). Dei capitelli ho<br />
già parlato in un mio studio sul<br />
Duomo cii Pisa; degli archetti<br />
dirò ora che nel Campo Santo<br />
esistono non una ma tre coppie<br />
di pennacchi d'arco (n. 316) sicuramente<br />
della stessa mano e provenienti<br />
dall' Abbazia di S. Giusto<br />
a Val terra. Dal confron to delle<br />
scritte e delle dimensioni la loro<br />
non dubbia provenienza è accertata:<br />
una coppia ha nei p ennacchi<br />
due angioletti volanti di<br />
cui quello cii sinistra scocca dall'arco<br />
una freccia e quello di<br />
destra se ne schermisce con lo<br />
scudo, le altre due hanno una<br />
testa che spunta fra i fogliami<br />
in ciascun pennacchio d'arco.<br />
Son queste le sole manifestazioni<br />
dei seguaci diretti di Nicola. Fig. 25. -- Pisa, Campo Santo - Cristo benedicente.<br />
Della scuola di Giovanni<br />
sono invece molte le opere conservate nel Campo Santo. Al Maestro stesso<br />
molte sculture furono attribuite in passato dai vecchi inventari e dagli storici<br />
pisani, ma nessuna opera è stata riconosciuta di lui se non la Vergine col<br />
FzgNo, in alto rilievo (n. 283), già sulla porta di S. Ranieri in Duomo. Come<br />
è noto essa faceva parte di un gruppo sommariamente descritto dal Vasari<br />
ed aveva «da un lato una donna in ginocchioni, con due bambini figurata<br />
per Pisa e dall' altro l'imperatore Enrico ». Di queste fig·ure secondarie del<br />
gruppo non resta più che la statua mutila di Pisa inginocchiata con due tronconi<br />
di mammelle fuor della veste e scarse tracce dei putti che ne succhiavano<br />
il latte (n. 284). Forse un Santo protettore presentava Pisa alla Vergine poichè<br />
dietro la figura genuflessa è traccia di una figura in piedi che le appog·gia<br />
una mano sulla spalla, figura di cui il Vasari non fa parola. Quanto resta è<br />
(I) Cfr. VENTURI, Storia dell'Arte Italiana, IV, p. 4I e C. RICCI, Volterra, Bergamo, Arti<br />
Grafiche, I905, p. 33, n. I.
- 266 -<br />
Riguardu alla data eli questu g'ruppo è da nu[are che il Venturi e il Saucr<br />
[andt ([) attribuiscono la fi g ura d e ll a Verg ine col figlio al periodo pisano dell'attività<br />
cii G iovanni ([ 2ì8- [283 ) ; ma se nel g-ruppo erél I
mente il bambino che le sorride. Un confronto con le tre 1V1a lonne pisane,<br />
nel Campo Santo, sulla porta d el Battiste ro e nel Tesoro ciel Duomo, persuaderà<br />
- credo - facilmente che questo frammento di statuetta deve essere<br />
attribuito a Giovanni Pisano (I).<br />
Particolarmente interessanti e numerosi d'opere sono tre gruppi di sculture<br />
che si concentranu intorno a tre figure caratteristiche di discepoli di Gio-<br />
Fig. 29. - Pisa, Campo Santo - MOllume nto ;Id Enrico VIl.<br />
vanni: il Maestro del Pulpito eli S. Michele iII Borgo, Tino di Camaino e il<br />
:Maestro elel Monumento Gherardesca.<br />
11 primo e piLI diretto seguace dell'arte di Giovanni, dal Da Morron
- 27° -<br />
Ane qua li statuette se ne rl ebbono avvicinare altre tre : la Vergine col B ambino<br />
(n. 288), di diretta d erivazi one eia G iovanni P isano ; un A 1tl:iolo ch e piega<br />
il collo s ulla sp alla destra e s i regge con le ritte m a ni la veste (n. 308), proveniente<br />
forse da un monllme nto funebre; infin e una s tatuetta eli S ibitta (n . 296)<br />
t rasfo rmata nel Quattrocento in Santa Chia ra , molto p rossima e a I una clelle<br />
figure di Sibilla s u uno d eg'li a ngoli del pulpito di S. A ndrea a P istoia: scultura<br />
condotta con bravura da uno scola ro<br />
degno di esser posto m olto vicino all'a rte<br />
del M aestro.<br />
Fi g-. 32. - P isa, CamJlo Santo<br />
L'Ev;1n g-e lista S . Marco.<br />
T ino di Camaino è l'autore d el Monumento<br />
ad E nri co VII di Lussemburgo. R ara<br />
mente d i un monumento si ha una piìl<br />
chiara documentaziolle a rchivistica: nonostante<br />
è stato supposto elal Supino e riai<br />
V enturi, in base il quei documenti, che<br />
Tino non fini sse il lavoro c ch e ne pre nd<br />
osse l'creditit1 .upo di F" a ncesco, s uo s uccessore<br />
nella ca ri ca
posto nelle sue parti, senza però curarsi di te ntartl O una ricos truzione, invero<br />
assai facile.<br />
Jnfatti elel monumento sepolcrale (n. 335) il Pietro de' Ricci che fu Arci-<br />
Fig-. 44 . __ o Firenze,<br />
Battistero - Donatello e ì\1ichelozzo<br />
Monumento di Giov
- 279<br />
le tre formelle con le figure allegoriche clelia Misericordia, dell'Amore, della<br />
CariUi (n. 336, 337, 33t)) entro piccole nicchie policromate e forse anche un<br />
fregio con i qualtro Evangelisti di v iso in quattro formelle quadrate (n. 339)<br />
che è certamente di llli aiuto di Andrea C-ì-uarcli, aiuto il guale p e rò non giunge<br />
alla relativa fin ezza del maestro.<br />
Considerando tutti questi l'rammenti viene spontaneo di p ensare ad un allro<br />
mOllume nto concepito dai maestri di Andrea Guardi con gli s tessi cl e l11 E.nti<br />
Fig. 45. - Pisa, Campo Santo<br />
Presunto husto di !sotta da Rimini.<br />
essenziali e cioè la IUlietta con la Vergine, la cassa su men.'ole con la figura<br />
giacente e le tre rappresentazioni allegoriche delle virtù entro nicchie tramezzate<br />
eia pilastrini; intendo parlare del monumento a Giovanni XXIII eseguito<br />
fra il 1422 e il '27 da Dona tello, Michelozzo e Pagno di Lapo Partigiani nel<br />
Battistero fiorentino.<br />
In questo monumento sono tutti gli elementi per immaginare l'aspetto originale<br />
ciel Monumento Ricci quale doveva essere nel Duomo di Pisa prima<br />
del 17 19 allorchè ne fu l'i mosso e malall1en te rico mposto in disordine. In alto<br />
la lunetta con la V e rg ine e i clue angioli, ora sulla porta ciel Duomo, sormontata<br />
da un panneggio a baldacchino: immediatamente al di sotto la cassa marmorea<br />
con la figura del Vescovo giacente sorretta dalle quattro mensole fra<br />
cui è lo stemma, senza però il grande cornicione con modiglioni e l'iscrizione<br />
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